| eccovi il sesto capitolo!!!
Quella sera stessa nella Sala Comune, Ron decise di dichiararsi alla sua Hermione. -Hermione, posso parlarti un secondo? -Certo Ron, dimmi. -Ecco, magari potremmo parlare in privato? -Come vuoi Ron- rispose la ragazza un po’ confusa -Grazie. I due camminarono per i corridoi in silenzio, Ron era teso come una corda di violino, Hermione invece non capiva niente. “Strano, fino a qualche tempo fa se fossi rimasta sola con Ron sarei stata tesa, invece mi sento molto rilassata. Chissà, magari Lavanda aveva ragione, forse Ron non mi interessa più!” Ad un certo punto Ron si fermò, ma Hermione, persa nei suoi pensieri, non se ne accorse e continuò a camminare, finchè non sentì la voce di ron che la chiamava. Imbarazzata per la sua gaffe, corse indietro fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza da lui. -Scusa Ron, mi ero persa nei miei pensieri. -Ioinceavodnmisohasnpoersopona -EH?! -Ioinvecemisonopersoneituoiocchi! -Ron, continuo a non capire. Ron prese un respiro profondo. -Ho detto: io invece mi sono perso nei tuoi occhi. Tu-tum. “Cosa? Che ha detto? Ho…ho capito bene?” -Oh.- fu tutto quello che Hermione riuscì a dire. Ron, dal canto suo, non ricevendo alcuna risposta esauriente e quindi temendo che Hermione non avesse intuito quali fossero i suoi sentimenti, le si avvicinò lentamente e cercò di baciarla. Hermione, per quanto fosse imbambolata, si accorse subito delle intenzioni del rosso e lo respinse spingendogli delicatamente le spalle. A tale gesto Ron si fermo e la guardò stupito. -Mi spiace Ron, ma non possiamo. -Perché? È per Lavanda che lo fai? -Be’…anche. -Che significa anche?- da incredula, la sua espressione divenne furiosa –C’è un altro? È questa la verità? -Ma che dici Ron, non c’è nessuno! -E allora perché mi rifiuti? Pensavo di piacerti!- gridò stringendole le spalle facendole del male. -Ron, mi stai facendo male, lasciami! -NO! Prima devi dirmi perché non mi vuoi! -Io non ti amo!- esclamò con una convinzione che non sapeva di avere. -Menti!- strinse ancora di più la stretta sulle sue spalle. -È la verità! -Non ci credo, deve esserci un altro, mi rifiuto di credere che non mi ami! A Hermione non venne in mente altro che mentirgli. -SI LO AMMETTO IO AMO UN ALTRO! C’É UN ALTRO UOMO NELLA MIA VITA, CONTENTO?- le lacrime stavano per scendere dai suoi splendidi occhi, ma lei le ricacciò indietro, sul suo volto solo un’espressione di rabbia. -Non ci credo.- sussurrò lui. -E invece devi. Amo quest’uomo più della mia stessa vita, lo amo più di quanto abbia mai amato te! La presa su di lei si stava sciogliendo, Hermione penso che quello fosse il momento giusto per scappare, correre lontana da lui, ma Ron la riafferrò subito inchiodandola al muro. Quando alzò lo sguardo per incatenarlo con quello di lei quasi le venne un colpo. Gli occhi di Ron erano pieni di ira, gelosia e desiderio di vendetta. Non aveva mai visto il suo amico in quello stato. In quel momento provò davvero tanta tanta paura. -Dimmi chi è.- la voce ridotta ad un ringhio. -Ron, lasciami, mi fai male! -Prima dimmi chi è!!! -LASCIAMI! -DIMMI SUBITO CHI È!!! -COSA SUCCEDE QUI???? “Questa voce! Non è possibile!” pensò Hermione. Una voce irruppe nel litigio costringendo Ron a lasciare Hermione, la quale si lasciò scivolare a terra esausta. -Niente.- rispose iracondo il ragazzo. -Non mi prenda per idiota Signor Weasley, che cos’ha la Signorina Granger? -Niente. -Vi ho sentito urlare, che cosa le ha fatto? -Niente. -Ah, insiste. Molto bene. Signorina Granger mi spiega cosa state facendo in corridoio a quest’ora? Sentendolo rivolgersi a lei Hermione alzò lo sguardo e non appena incontrò quegli occhi neri e dallo sguardo severo, gli corse incontro stringendosi al suo petto; in quel momento non riuscì più a trattenere le lacrime e diede sfogo a tutta la paura provata. Piton sgranò gli occhi per quella reazione; dopo essersi riscosso appoggiò la mano sulla schiena della ragazza per darle almeno un po’ di conforto, poi posò gli occhi sul ragazzo intimandogli di andare subito dalla McGranitt. -E Hermione? -La Signorina Granger da quel che vedo non mi sembra per niente in forma, la porterò in infermeria, così potremo accertarci delle sue attuali condizioni. Intanto lei vada. -Si.- rispose digrignando i denti. Prima di portarla in infermeria Piton decise di lasciare che Hermione si sfogasse un po’. Voleva in qualche modo ringraziarla per averlo aiutato l’altra notte. Però quando lui cercò di sciogliere l’abbraccio Hermione gli si strinse ancora di più. -La prego, non mi lasci da sola.- disse fra i singhiozzi -Ho paura. Per l’ennesima volta Severus Piton si ritrovò a sgranare gli occhi. Quando era un giovane ed inesperto Mangiamorte quelle parole pronunciate dalle sue vittime non gli provocavano altro che piacere, quelle parole non facevano altro che appagare la sua sete di incutere terrore; quelle stesse parole pronunciate da lei ebbero però un altro effetto: quello di fargli provare tenerezza. In quel momento capì quanto si sentisse fragile la creatura che stringeva al suo ampio petto caldo; il vecchio Severus non avrebbe esitato un solo istante a terrorizzare ulteriormente la ragazza, ma il nuovo Severus, quello che aveva capito di aver commesso tanti errori, be’…quel Severus in quel preciso momento non desiderava altro che darle conforto e quale miglior modo in quel momento se non stringerla forte a sé? Fu così che Hermione riuscì a calmarsi, nonostante avesse smesso di singhiozzare sentì il bisogno di stargli vicino. Il suo corpo era caldo e le infondeva una sicurezza che mai si sarebbe aspettata da lui. Sorrise tra sé e sé. Che buffo, il suo migliore amico aveva cercato di farle del male, era incredula che Ron sarebbe stato capace di arrivare addirittura a metterle le mani addosso. Ma era rimasta ancora più incredula che il conforto di cui aveva bisogno l’aveva trovato nell’abbraccio dell’uomo che negli ultimi tempi era riuscito a farle saltare i nervi. Respirò a fondo l’odore del suo professore, era davvero buono, sapeva di spezie, davvero un buon odore. Chi mai se lo sarebbe immaginato che Piton fosse capace di emanare così tanta sicurezza e tranquillità! Improvvisamente lo sentì cercare di sciogliere di nuovo l’abbraccio e anche stavolta lei cercò di non interrompere il contatto. -Signorina Granger…- sussurrò con voce roca. Hermione non si mosse. -Hermione…- sussurrò con dolcezza. Al suono del suo nome pronunciato da lui le venne il batticuore, per la sorpresa sciolse lievemente la stretta sulle sue spalle. Piton allora le appoggiò le mani sui fianchi e la allontanò leggermente. -Come ti senti Hermione?- chiese sempre sussurrando. Hermione, tenendo il viso abbassato, cercò di parlare, ma le parole non volevano uscire, così Piton, credendo che si sentisse peggio di quanto immaginava, mettendo due dita sotto il suo mento, le alzò il viso e ciò che vide lo scosse. Quando i loro sguardi si incontrarono entrambi furono scossi da brividi. Rimasero a guardarsi per un tempo che parve infinito. Piton continuò a scrutarla, in quel momento non gli importava della sua reputazione di insegnate freddo e distaccato, in quel momento non desiderava altro che guardare Hermione; lei gli stava facendo provare sentimenti che credeva non essere più in grado di provare! Chi era quell’angelo che stringeva? Lì, in mezzo a quel corridoio solitario niente e nessuno aveva importanza, ciò che contava erano solo le labbra invitanti e all’apparenza morbide di quel meraviglioso angelo. Stessa cosa si poteva dire di lei. Finora non l’aveva visto se non come il suo perfido insegnante, che provava gusto nel farla sentire inferiore, ma adesso, adesso sembrava solo l’uomo più bello che la vita le avesse mai permesso di incontrare. I suoi occhi, solitamente freddi, le trasmettevano dolcezza e protezione. Tra le sue braccia si sentiva sicura e protetta! Al diavolo tutti i suoi amici che ritenevano Piton uno schifoso bastardo capace solo di fare del male! Ora come ora era l’unica persona di cui sentiva di potersi fidare ciecamente. I suoi occhi vagarono per il suo viso solcato da rughe, finché i suoi occhi non rimasero incantati dalle sue labbra, labbra che era impaziente di toccare con le proprie, sentiva il bisogno di morderle, di leccarle, saggiarne il sapore. Voleva disperatamente baciarlo, ma nonostante l’atmosfera perfetta Hermione non osò fare il primo passo per paura di essere respinta rovinando così quel momento magico. Indecisa su cosa fare si morse il labbro inferiore. Quel gesto fu la goccia che fece traboccare il vaso! Il volto di Hermione apparve più indifeso che mai: il labbro inferiore morso dai suoi denti perlacei, le sopracciglia lievemente corrugate. Non poteva più aspettare! Voleva assaggiare quelle labbra rosee. Così si lasciò andare e appoggiò le sue labbra su quelle di lei: fu un bacio casto e dolce. Il bacio durò un’infinità di tempo, ma quando si staccarono ad entrambi sembrò fossero passati pochi secondi. Sentivano il bisogno di un altro bacio, un bacio più profondo. Hermione si alzò in punta di piedi e cominciò a succhiare il suo labbro inferiore. Severus socchiuse gli occhi e si godette le sensazioni che la ragazza gli stava regalando, poi decise che era il momento di rispondere al bacio: le cinse i fianchi con entrambe le braccia, voleva sentire ancora più contatto tra i loro corpi. Hermione per tutta risposta gli mise le braccia attorno al collo affondando una mano tra i capelli del suo professore. Continuarono a baciarsi per minuti, forse ore! Quando si separarono avevano entrambi il fiatone e le labbra gonfie e rosse. Hermione non riusciva più a controllarsi, voleva disperatamente baciarlo di nuovo, ma appena ci riprovò Severus la bloccò seppur di malavoglia, Hermione rispose mettendo su il broncio. -Hermione, stai bene? La ragazza lo guardò confusa –S…si. -Intendevo dire: Weasley ti ha fatto del male? -Ah! Si, cioè no, ecco…- borbottò abbassando lo sguardo -Dove?- chiese inarcando un sopracciglio -Be’, in realtà mi ha preso per le spalle e mi ha stretto molto forte. -Solo? -Si.- rispose flebilmente. -Sicura di non aver bisogno di Madama Chips? -Le assicuro che Ron non è riuscito a farmi niente. Lei mi ha salvata, non so come sarebbe potuta andare a finire se fosse arrivato più tardi.- disse sorridendo Dopo qualche secondo in cui si persero nuovamente l’uno negli occhi dell’altro, Severus parlò di nuovo. -Sarà meglio che faccia ritorno al suo dormitorio. Hermione spalancò gli occhi –Da sola? -Forse è meglio se per stanotte dorma in infermeria.- si corresse Piton notando la sua espressione impaurita. -Si, forse è meglio. Dopodiché tra i due cadde un silenzio imbarazzante., ognuno era immerso nei propri pensieri; una volta giunti a destinazione e affidata Hermione alle cure di Madama Chips si separarono senza neppure darsi la buonanotte.
vi prego di essere indulgenti, è un capitolo importante e non so se sono riuscita a descrivere le sensazioni dei protagonisti in maniera decente...:shy:
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