Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

I'm not your solution, Ambientata all'epoca dei malandrini

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ElyTheStrange
view post Posted on 27/8/2010, 20:05




So che ho già in ballo Black Eyes. So che di questa ho pronti solamente quattro miseri capitoli. Il problema è che amo questa ff visceralmente e proprio non riesco ad aspettare oltre per condividerla con voi... spero la amerete anche solo la metà di quanto la amo io.
Buona lettura!

 


PROROGO


Non è facile avere quindici anni. E lo è ancor di meno quando hai la netta sensazione che la tua vita non sia altro che una finzione. Una recita. Dove ogni santo giorno ti passano un copione che tu non riesci a comprendere e che sei comunque costretto a seguire. Ti guardi attorno e tutto ti sembra sbagliato. Fin da quando ero solo una bambina, mi è stato insegnato che il sangue è la cosa più importante. Mio padre mi tratteneva per ore e ore nel suo studio cercando di convincermi che non siamo tutti uguali. Che i purosangue, quelli come noi, sono nettamente superiori a tutti gli altri. Nulla a che vedere con gli “sporchi” mezzosangue o con i babbani. Non ha mai permesso che sotto la sua sorveglianza io, la sua unica figlia, frequentassi “gentaglia” del genere. Eppure io non capivo. Quando mia madre mi portava al parco di nascosto da lui e vedevo gli altri bambini, non notavo nessuna differenza tra loro e me. Come me amavano correre ed andare sull’altalena. Pensai che forse la differenza fosse “dentro”.  Mi ricordo che un giorno un bambino che giocava con me si graffiò un ginocchio e dalla ferita uscì un po’ di sangue. Incuriosita, mi avvicinai e rimasi sorpresa. Quel bambino non aveva nulla di magico eppure il suo sangue era rosso, proprio come il mio. Di ritorno a casa non dissi nulla a mio padre, ma da quel giorno smisi definitivamente di credere alle sue parole. Lo ascoltavo, certo, e davanti a lui fingevo che nulla fosse cambiato, ma per me ora tutto era diverso. Il giorno che arrivò la mia lettera per Hogwarts ci fu una gran festa e mio padre mi annunciò che certamente, proprio com’era successo a lui, sarei entrata a far parte della casata di Serpeverde. La casata più pura e importante. Ma io non volevo. Avevo deciso che mai sarei entrata in quella casata. Non volevo anche a scuola dover sopportare tutti quei discorsi assurdi sulla purezza del sangue. Non volevo dover fingere di essere qualcuno che non ero. Purtroppo, come spesso accade, il destino ci mise il suo zampino. Sull’espresso per Hogwarts conobbi una ragazzina dolcissima e strinsi con lei un'immediata amicizia. Francis Paciock mi conquistò subito con la sua simpatia e le sue idee così simili alle mie. Mi rassicurò sullo smistamento dicendomi che sicuramente anche lei sarebbe finita in Serpeverde, come sua madre.  Da quel preciso istante desiderai di essere nella sua stessa casa, così avrei fatto felice mio padre, ma sarei stata contenta anche io poiché potevo essere me stessa proprio come la mia amica. Fu così che quando la professoressa McGranitt chiamò il mio nome e il cappello mi smistò tra i Serpeverde ne fui entusiasta. Trotterellai felice verso la tavolata verde-argento. Rimasi in attesa, aspettavo solo la mia amica. Ma quando Fran si sedette sullo sgabello con mio grande orrore la vidi smistata in corvonero.  Così mi ritrovai in mezzo ad un vero e proprio covo di serpi tutte fissate con la questione del sangue. Come avevo sempre fatto iniziai a fingere di pensarla come loro. Per mia fortuna io e Fran rimanemmo comunque amiche così ogni momento libero lo passavo con lei e finalmente potevo essere me stessa.


Passò il primo anno e con mia grande sorpresa, nonostante le mie paure lo superai senza molta fatica. Il secondo anno iniziò notevolmente meglio del primo. Oramai ero abituata alla mia “doppia vita” e sapevo di poter contare su una grande amicizia. Ricordo come fosse ieri il momento dello smistamento. Quell’anno sarebbe arrivato Frank il fratello di Fran, ma non fu l’unica novità. Appena lo sciame di novellini sfilò davanti ai tavoli vidi la mia amica sbracciarsi come una matta nella mia direzione e indicarmi un piccolo gruppetto formato da quattro ragazzini. Uno era piuttosto basso e rotondetto e non aveva una faccia molto sveglia. Il più alto di tutti aveva un’aria piuttosto trasandata e malinconica. Gli altri due erano invece i classici figli di papà. Uno occhialuto e con la faccia da schiaffi e l’altro belloccio, ma con un’ aria arrogante da far venire il voltastomaco. Era proprio quest’ultimo che Fran m’indicava con tanto entusiasmo.  Tutti e quattro furono smistati in Grifondoro, proprio come il fratello di Fran e lei colse l’occasione al volo. Qualche giorno dopo venne da me mentre me ne stavo seduta a leggere sotto a un albero del parco per chiedermi un grosso favore.


-          Ti prego!


Esclamò strizzandomi una mano talmente forte da bloccarmi la circolazione.


-          No! Ti ho detto di no e non cedo!


Risposi io risoluta, ma purtroppo lei aveva un’arma cui non sapevo negare nulla: due grandi occhi blu da cucciolo ferito. E così mezz’ora più tardi stavamo raggiungendo Frank sulle rive del lago nero per conoscere i quattro cosiddetti “malandrini”. Peter Minus, quello grassoccio e con la faccia da tonto si rivelò veramente tonto. Se ne stava lì a sghignazzare nervosamente in un modo abbastanza disgustoso. James Potter, l’occhialuto, era veramente irritante come sembrava. Per tutto il  tempo non fece altro che scompigliarsi i capelli e vantarsi delle sue grandi capacità nel volo. In quel momento ringraziai il cielo per quella piccola parte di serpe che ho in me e che mi fece rispondere che anche le anatre sanno volare, ma non per questo vanno in giro a vantarsene. Ricordo che da quel momento chiuse il becco per una buona mezz’ora, con grande piacere per le mie orecchie. Poi davanti a noi si stagliò la figura “aitante” di Sirius Black al che Fran si sciolse come un ghiacciolo al sole e il nostro nuovo “amico” si godette una delle tante conquiste che poi raccolse nel corso degli anni. Infine strinsi la mano allo spilungone trasandato di nome Remus Lupin. Per tutto il tempo mi chiesi che diavolo ci facesse uno come lui, con gente come loro. Pareva un ragazzino riservato e intelligente, tutto il contrario degli altri tre idioti. Così da quel momento io e Fran iniziammo a frequentarli saltuariamente.  Ovviamente dovetti spiegare loro della mia “doppia vita” e precisare che in me di Serpeverde c’era proprio poco e che solo James e Sirius riuscivano a tirare fuori questo lato nascosto. Ricordo che risero. Quegli idioti credevano che scherzassi. Il secondo e il terzo anno passarono velocemente, tra le lacrime di Fran per Sirius che correva dietro ad ogni sballottata che vedeva. Purtroppo verso la fine del terzo anno quell’idiota sembrò essersi preso una cotta per me. Ovviamente io non lo degnavo nemmeno di uno sguardo, un po’ perché sapevo che piaceva a Fran e un po’ perché non mi era precisamente simpatico. Ricordo che un pomeriggio d’inizio maggio io e Fran ci eravamo sedute ai piedi di un albero in una piccola radura che da tempo avevamo scoperto al limitare della foresta proibita. Come sempre lei mi stava tormentando su quanto Sirius fosse straordinario e meraviglioso ed io la ascoltavo annoiata annuendo di tanto in tanto persa nelle mie fantasticherie romantiche su Remus. Eh sì, alla fine mi ero presa una bella sbandata per quel ragazzino tanto timido e riservato. Anche se a quanto pareva, lui sembrava non avermi nemmeno notata. A un tratto sentimmo un rumore e davanti a noi vedemmo un grosso cane nero che ci osservava nascosto tra i cespugli. Fran gemette di paura, mentre io, che adoro gli animali, sorrisi tranquilla e lo chiamai a noi. Il cagnone trotterellò allegro verso di me e iniziò a farsi accarezzare il manto lucido. Mi risedetti accanto a Fran e continuai ad ascoltarla senza smettere di accarezzare quel dolce cucciolone che non perdeva occasione per leccarmi la faccia. Purtroppo perfino il cane era annoiato dalle chiacchiere insistenti della mia amica, infatti, iniziò a darmi delle musate per attirare tutta la mia attenzione su di sé. Io risi per quel buffo comportamento e cominciai a fargli i grattini che a quanto parve, gradì parecchio perché si voltò a pancia all’aria mugolando felice.


-          Ma sei proprio un bel cucciolone sai?


Gli domandai grattandogli il petto. Lui abbaiò e scodinzolò in risposta facendo ridere anche Fran. A quel punto anche lei si era sciolta e mi guardava sorridendo.


-          Ma che diavolo sta succedendo qui?


La voce di Remus mi fece sobbalzare. Gli sorrisi, e lo salutai con la mano.


-          Eh Rem! Vieni qua, guarda abbiamo trovato un cane!


Lui si avvicinò di qualche passo osservando la scena. Aveva un’espressione indecifrabile sul volto. Un misto di rabbia e disgusto. Io lo incitai ad avvicinarsi ancora.


-          Che c’è? Non ti piacciono i cani?


Gli chiesi stizzita mentre un’altra leccata umida mi accarezzava la guancia facendomi sorridere.


-          Sei disgustoso.


Mormorò Remus a denti stretti. Io aggrottai la fronte arrabbiata.


-          Io?


Chiesi pronta al litigio. Lui scosse il capo arrossendo lievemente.


-          No, il ”cane”.


Rispose lui continuando a fissare l’animale con puro odio nello sguardo. Nel frattempo James-quattrocchi-Potter si stava avvicinando di corsa e appena ci raggiunse scoppiò a ridere.


-          Sirius brutto idiota pulcioso è un’ora che ti cerco!


Io sgranai gli occhi nella sua direzione, anche perché proprio in quell’istante le mie dita, fino a poco prima appoggiate sul capo del cane, erano intrecciate ora a una massa di capelli corvini. Abbassai lo sguardo e i miei occhi incrociarono quelli soddisfatti di Sirius Black. Io e Fran saltammo in piedi urlando spaventate e infuriate. Sirius intanto se ne stava sdraiato a pancia all'aria e sghignazzava divertito.


-          Tu! Tu! Sei un essere disgustoso!


Gli gridai furiosa. Poi mi rivolsi a Remus che mi guardò preoccupato.


-          E tu: potevi almeno avvertirmi no? Ti stavi divertendo forse? Eh? Te ne stavi lì a fissarmi mentre io... accarezzavo... oddio! Quel... quel... accidenti! Che schifo!


Esclamai pulendomi il viso mentre Sirius si alzava senza smettere un attimo di ridere.


-          Mi hai leccato la faccia per più di mezz’ora: che schifo!


James ormai era piegato in due dal ridere, come Sirius, mentre Remus aveva un’espressione dispiaciuta tradita da un mezzo sorrisetto involontario. Presi la mano di Fran che era rimasta talmente scioccata da essersi paralizzata e mi allontanai gridando ai tre di non volerli più vedere. L’unico che perdonai veramente fu Remus anche perché fu l’unico a scusarsi per l’accaduto e che si arrabbiò talmente tanto con Sirius da non rivolgergli la parola per tutto il mese seguente.


E così eccoci qui. Una mattina ti svegli e non sei più una bambina con lunghe trecce, ma una ragazza a tutti gli effetti in procinto di cominciare il quarto anno di studi. Il venti settembre, Silente Organizzò un ballo d’inizio anno. Tutti si misero in ghingheri soprattutto quelli della mia casata. Io mi ritrovai vestita in stile “damigella d’onore” o roba simile grazie alla geniale trovata di mio padre di mandarmi l’abito da cerimonia appartenuto probabilmente a qualche vecchia prozia morta da secoli. Fran riuscì a estorcere un invito da parte di Sirius con la collaborazione del suo gentilissimo e super paziente fratellino mentre io, dovendo recitare la solita commedia, accettai l’invito di  Marcus Burke  un ragazzo molto affascinante e al contempo parecchio irritante di un anno più grande di me. Marcus era figlio di un’importante famiglia purosangue e sapevo benissimo che voleva stare con me solo per il mio cognome. Non ero certo il suo tipo. Lui: alto, bello, fisico perfetto  e con modi di fare eleganti e nobili. Io: non molto alta, secca senza nemmeno un filo di curve, con i capelli perennemente in disordine e l’aria trasandata. La serata iniziò tranquilla, anche se detestavo non poter stare con i miei veri amici in un’occasione come quella. Vidi una Fran radiosa letteralmente artigliata al braccio del solito borioso Sirius Black, Potter invece se ne stava in mezzo a cinque ragazze che starnazzavano come oche e che lui nemmeno guardava. Seguii il suo sguardo torvo e vidi Lilian Evans che civettava felice con un impacciatissimo Severus Piton. Sorrisi a quella scena. Anche se non conoscevo bene Severus, mi ricordava moltissimo Remus quando parlava con me. Cercai quest’ultimo con lo sguardo e lo trovai in un angolo del salone tutto solo intento ad’osservare gli altri divertirsi. Rimasi imbambolata a fissarlo per un momento e i nostri occhi s’incontrarono facendo raddoppiare i battiti del mio cuore. Gli sorrisi e accennai un saluto con la mano. Lui fece lo stesso.


-          Chi sta salutando la mia dolce damigella?


Mi chiese Burke abbracciandomi da dietro. Io mi voltai cercando di scrollarmelo di dosso gentilmente.


-          Oh no... nessuno.


Lui sorrise malignamente guardando oltre la mia spalla.


-          Non dirmi che conosci quel mezzosangue di Lupin.


Io scossi il capo sforzandomi di sorridere e cercando di soffocare l’istinto di gonfiarlo di botte.


-          Figurati, non frequento certa gente.


Risposi voltandomi appena e con mio grande orrore vidi Remus a pochi passi da me che mi guardava amareggiato. Il mio sorriso si spense. Lo vidi darmi le spalle e allontanarsi a grandi passi fuori dalla Sala Grande.  Tornai a guardare Burke che sogghignava soddisfatto e lo detestai. Mi presi un paio di minuti, poi mi congedai dicendo che ero stanca e che sarei tornata in dormitorio. Una volta fuori dal caos del ballo iniziai a correre come una disperata rompendo un tacco delle mie scarpe. Arrivai in cima alla torre di astronomia con il fiatone e zoppicando. Remus era lì fuori e guardava la luna specchiarsi nel lago nero.


-          Remus...


Sussurrai cercando di riprendere fiato. Lui si voltò a guardarmi.


-          Che ci fai qui?


Mi chiese stizzito. Io avanzai di qualche passo.


-          Ti ho cercato per tutta la scuola.


Lui annuì e tornò a volgere lo sguardo all’orizzonte. Lo affiancai e misi una mano sulla sua.


-          Remus... mi dispiace tantissimo, io... lo sai che non penso quello che ho detto.


Tentai di giustificarmi.


-          Non è per quello, so che non avevi scelta.


M’interruppe lui. Io lo guardai confusa.


-          Il fatto è... è che tu stasera, lì in quella sala, eri la più bella e io...io sono un idiota.


Continuò scuotendo il capo rassegnato. Sorrisi alle sue parole così dolci e così tanto attese.


-          Non sei per niente un idiota e conciata così io, sono ridicola, insomma guardami: sembro una bomboniera!


Ribattei sorridendo nervosamente. Lui mi guardò serio.


-          Tu sei la più bella sempre e sì, io sono un idiota: e sai perché?


Mi chiese arrossendo. Io scossi il capo con il cuore che mi esplodeva nel petto.


-          Perché quando ho visto Burke che ti abbracciava, avrei tanto voluto dargli un pugno su quella sua faccia arrogante e prenderti e portarti via con me e...


Non gli feci nemmeno finire la frase. Lo avvicinai a me tirandolo per il cravattino e lo baciai. Fu un bacio dolce e al contempo appassionato. Il nostro primo bacio.  C’è veramente qualcosa di magico nel primo bacio, anche se penso che fosse proprio lui a renderlo speciale. Così iniziò la nostra storia. Per tutto l’anno ci frequentammo assiduamente lontani da occhi indiscreti per non rischiare un putiferio dovuto alle nostre diverse origini. Nonostante questo vivevamo la nostra storia serenamente e ci amavamo moltissimo. Solo Fran e Sirius, che si frequentarono per un po’ nello stesso periodo, sapevano di noi, e con mia grande sorpresa il mio odiato nemico ci fu di grande aiuto. Ci prestò la cosiddetta mappa del malandrino e grazie a essa io e il mio amato riuscivamo a trascorrere moltissimo tempo da soli. Parlavamo moltissimo e di tutto e questa era la cosa che ci legava di più. Poi a volte di notte scappavamo dai rispettivi dormitori per passeggiare nel parco o vicino al lago Nero. In queste fughe spesso m’imbattevo in Severus Piton con il quale litigai più di una volta, dato che sempre minacciava di andare a riferire al preside delle mie uscite. Nonostante alcune difficoltà, insomma tutto procedeva per il meglio. Purtroppo però il giorno del nostro ritorno a casa Dorea Black, una delle mie compagne di stanza, ci vide mentre ci salutavamo con un bacio appassionato ed io capii che era l’inizio della fine. Infatti “casualmente” mio padre venne a sapere di noi e scoppiò il finimondo. Fino ad allora non aveva mai alzato un dito su di me, ma quel giorno lo fece eccome. Il primo schiaffone mi colpì in pieno volto facendomi cadere a terra e dopo di quello, ne vennero molti altri. Mia madre non poté fare nulla per difendermi. Rimasi a letto un mese senza potermi muovere. Quel bastardo mi aveva rotto due costole e aveva fatto a pezzi la mia anima. Da quel momento lo odiai come mai nella mia vita. Passai l’estate rinchiusa in casa mentre mio padre raccontava a tutti di avermi dovuto punire dopo avermi trovata a letto con uno squallido babbano nella loro “santa” casa. Era stato costretto a punire quella “piccola sgualdrina”, così mi chiamava. Mi minacciò. Disse che se avessi provato a frequentare ancora certa “feccia” mi avrebbe ritirato da scuola e avrebbe fatto espellere anche Remus. Già Remus. Non ebbi notizie di lui per tre mesi.


Quando tornai a scuola per il mio quinto anno, non gli dissi nulla di quello che era accaduto e ricominciammo a frequentarci di nascosto. Sapevo di rischiare, ma lo amavo troppo per rinunciare a lui. Ricordo che per il nostro anniversario mi portò nella stanza delle necessità per una romantica cena. Facemmo l’amore per la prima volta, e fu qualcosa di così travolgente che riuscì ad amplificare ancor di più i nostri sentimenti reciproci. Decidemmo che finita la scuola, ci saremmo sposati e ce ne saremmo andati via. Solo io e lui. Quanti progetti si facevano appena finito di fare l’amore. Abbracciati l’uno all’altra tra le lenzuola del suo letto.  Sognavamo un futuro, dove nulla ci fosse d’ostacolo, ma il destino aveva in serbo per noi altri progetti. Il sesso aveva cambiato radicalmente il nostro rapporto e non solo nel bene. Il tempo che potevamo trascorrere insieme era sempre meno e veniva senza eccezione consumato dalla travolgente passione che ci legava. Spesso Remus aveva espresso il suo disappunto e frequentemente ci ritrovavamo a litigare perché oramai non parlavamo nemmeno più.  Verso la fine di novembre mi chiese d’incontrarci alla torre di astronomia dopo l’ennesima litigata.


-          Io non ce la faccio più Cris, non possiamo andare avanti di questo passo


Esordì preannunciandomi che da questa discussione stavolta ne sarei uscita distrutta. Mi avvicinai e tentai di stringerlo a me, ma si allontanò.


-          Rem ti prego, sai che non possiamo vivere la nostra storia sotto gli occhi di tutti, sarebbe la fine.


Risposi disperata. Lui scosse il capo risoluto.


-          Mi dispiace Cris, io ti amo e proprio per questo non ce la faccio a stare con te in questo modo. Ci nascondiamo come se stessimo commettendo un crimine e non posso più sopportarlo...


Gli presi la mano mentre le lacrime iniziavano a scendere copiose sulle mie guance arrossate dal freddo.


-          Sì, ma Rem manca poco! Finita la scuola noi... andrà tutto a posto.


Lo implorai. Lui lasciò la mia mano e si allontanò di qualche passo.


-          Forse, ma questa situazione mi sta distruggendo e non fa bene nemmeno a te, credi che non ti veda? Credi che non sappia quanto soffri? Credo che sia meglio per entrambi se non ci vedessimo più.


Non credevo alle mie orecchie. Sentii distintamente il mio cuore spezzarsi e il mondo mi crollò addosso.


-          No Rem, no ti prego! No!


Piangevo come una bambina e non facevo che pregarlo di cambiare idea, ma lui non lo fece. Così con poche parole mise fine all’unico rapporto importante della mia vita ed io morii dentro. Da quel momento per quanto possa sembrare incredibile, non lo incontrai più. Mi evitava in ogni modo e con il tempo il mio dolore si trasformò in rabbia, poi in malinconia e infine sentii di aver voltato pagina quando decisi che era tempo di andare avanti.



Commenti, pareri, morti premature?
 
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kikyo91
view post Posted on 27/8/2010, 20:48




odddio ma è stupenda *_________*

una ff dei tempi dei Malandrini, bella idea tesora *_* mi intriga proprio *ç* e poi con Remus <3 *lo piglia a sberle* non la devi lasciareeee >.<

continua presto che son curiosa *_*
 
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~ Disturbia
view post Posted on 27/8/2010, 22:19




Amoreee io ti amo!!
Le ff ambientate al tempo dei malandrini mi piacciono troppo e questa poi è stupenda!!
L'ho divorata letteralmente!!
Remus è un cucciolotto troppo tenero...capisco il motivo per cui si è comportato così,ma che tristezza però..povera Cris!!
Aggiorna appena possibile.
 
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Lascivia Lesage ~
view post Posted on 1/9/2010, 01:10




Letta!!!!! >___<
stupenda! E commovente... il primo amore è sempre quello più doloroso.. chissà cosa succederà fra i due adesso?
Aspetto con ansia un altro capitolo ^_^
kisu <3
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 26/9/2010, 11:47




CAPITOLO 1
Il leggero scalpiccio di passi d’elfo entra nei miei sogni come preannuncio dell’imminente sveglia, mi rigiro nel letto cercando di ignorarlo, ma un raggio di sole mi colpisce in pieno viso, segno che è ora di alzarsi. Nascondo la testa sotto le coperte e mugugno stancamente che è sicuramente ancora troppo presto. Purtroppo Sandy, la nostra elfa domestica da una vita nonché mia “tata” personale, non è della mia stessa opinione.
- Signorina, signorina Criseide, il padrone chiede che lei si prepari
Mi richiama dolcemente con la sua solita vocina leggermente stridula e sempre piena di dolcezza. Mi scopro lentamente il volto e la osservo. I suoi grandi occhi mi guardano con tacito rispetto e amore, le grandi orecchie penzolano leggermente mentre si liscia nervosamente lo straccio bianco che le fa da vestito. Sorrido vedendo che ha rattoppato come sempre il piccolo buco che si era formato, è per ordine del mio caro papà. Un uomo nella sua posizione necessita che perfino la servitù sia elegante, per quanto possibile. Le sorrido e sbadiglio.
- Buongiorno cara Sandy...
Lei s’inchina leggermente e mi regala uno dei suoi migliori sorrisi.
- Buongiorno signorina
Mi alzo e mi stiracchio assonnata.
- Dì a mio padre che mi preparo e scendo tra un attimo.
Il suo sorriso si allarga ancor di più, purtroppo lei è una delle tante vittime dell’eterna guerra tra me e mio padre e potergli portare buone notizie sul mio conto le risparmierà la dose di urla quotidiane. S’inchina leggermente.
- Meraviglioso signorina, Sandy andrà dal padrone a riferire quanto mi ha detto
Con un ultimo inchino si congeda e si avvia alla porta.
- Ah Sandy...
La richiamo. Lei si volta di scatto verso di me.
- Presumo che i miei bagagli siano già pronti all’ingresso...
Le chiedo conoscendo già la risposta.
- Certo signorina, Sandy li ha preparati personalmente ieri nel pomeriggio
Mi risponde prontamente e con una punta d’orgoglio, per aver ancora una volta adempiuto al suo compito. Inarco un sopracciglio e sospiro.
- Come sempre il mio caro papà non vede l’ora di disfarsi di me...vero?
Commento acida. La vedo irrigidirsi e iniziare a torturarsi le lunghe dita mentre il suo sguardo s’incolla letteralmente al pavimento. Non sa cosa rispondermi, in fondo mio padre è il suo padrone e non può parlarne male, nemmeno con me. Sospiro di nuovo affranta e le sorrido mestamente.
- Scendo tra un attimo, grazie di tutto Sandy
Torna a guardarmi, grata che io abbia troncato il discorso.
- Grazie a lei signorina
S’inchina un’ultima volta e sparisce oltre la porta della mia camera lasciandomi sola. Mi dirigo annoiata al mio scrittoio e mi siedo. La mia immagine mi guarda con occhi ancora gonfi di sonno dal grande specchio davanti a me. Mi osservo qualche istante: i lunghi capelli castani, leggermente arruffati, mi ricadono docili sulle spalle ossute. Il volto magro e perlaceo è troppo scarno e i miei occhi azzurri sono leggermente arrossati, mi appunto mentalmente che le fughe notturne da questa casa-prigione sono da evitare se il mattino seguente mi devo alzare all’alba.
- Buongiorno Cris...
Saluto il mio riflesso tornando a sbadigliare. Eccomi qui. Criseide Peverell. Sedici anni appena compiuti, pronta per partire per il mio sesto anno ad Hogwarts. Ultima discendente della famiglia Peverell, nonché erede universale del patrimonio più prestigioso che esista tra tutte le famiglie di maghi. Figlia di Cadmus Peverell e di Dionisia Prewett, entrambi maghi dal sangue purissimo e discendenti di famiglie molto altolocate. Mio padre Cadmus è il pro-pro nipote del famosissimo Cadmus Peverell colui si racconta ottenne la famosa bacchetta di Sambuco niente popò di meno che dalla morte in persona e che fu tanto idiota da farsi sgozzare e farsela rubare da un ladruncolo qualsiasi. Chiunque guardi la mia vita dal di fuori penserebbe che io sia veramente la persona più fortunata del mondo, ma si sbaglia di grosso. Sono una specie di miracolo vivente, mio padre e mia madre dopo anni e anni di tentativi andati male si erano ormai rassegnati all’idea di non poter avere figli, quando arrivai io. Mia madre aveva già superato i quarant’anni e mio padre ne aveva cinquantatré suonati. Per tutti fu uno shock non da poco, ma fu comunque una gravidanza tranquilla e li riempì di gioia. Certo mio padre non fu molto entusiasta quando seppe che ero una bambina e che quindi il suo tanto amato cognome sarebbe morto con lui, ma si consolò pensando che mi avrebbe comunque potuta dare in moglie a qualche rampollo di qualche facoltosa famiglia. Purtroppo MR Peverell non aveva preventivato che sua figlia avrebbe potuto avere una personalità propria. Fin dalla culla ha cercato di inculcarmi tutte le sue stupide convinzioni. Mia madre invece, che a mio parere è la persona migliore del mondo, mi ha sempre detto che io sono come il vento. Il mio spirito è libero e nulla lo può contenere. Lei mi ha insegnato a essere quello che sono e ad amarmi incondizionatamente. Ovviamente mio padre è del tutto contrario alla mia visione del mondo. Sperava che il mio ingresso alla prestigiosa scuola di Hogwarts e l’entrata alla tanto amata casa di Serpeverde mi avrebbe cambiata, ma purtroppo per lui non è successo. Io sono rimasta la solita Cris, quella che se ne frega delle sue regole, che esce con i babbani, quella che scappa la notte per darsi alla pazza gioia e che a scuola fa solo presenza. Una scapestrata senza speranze di cui vergognarsi, ecco cosa sono per mio padre. Le cose sono leggermente migliorate da quando a giugno alla fine del mio quinto anno sono scesa dall’espresso di Hogwarts mano nella mano con Marcus Burke. Il mio caro paparino si è illuminato di gioia e per tutta l’estate mi ha tartassata di su quanto fosse contento di questa unione così facoltosa e mi ha apostrofato senza mezzi termini che mi avrebbe fatto pagare caro qualsiasi passo falso che avrebbe potuto mettere in cattiva luce la nostra famiglia agli occhi dei Burke. Credo che se potessi leggergli nella mente vi troverei scritto a lettere cubitali “Marcus Burke il meraviglioso figlio che io non ho potuto avere”. Krista la mia gattina mi salta in grembo risvegliandomi dai miei pensieri. Le accarezzo dolcemente il capo e inizio a prepararmi. Mi lavo, mi pettino e indosso la mia divisa. Quando arrivo in cucina mio padre e mia madre sono già seduti al grosso tavolo da pranzo.
- Buongiorno mamma, buongiorno papà
Li saluto andandomi a sedere. Mia madre mi sorride dolcemente.
- Oh buongiorno tesoro, dormito bene?
Mi domanda passandomi il latte. Le sorrido a mia volta e annuisco.
- Certo mamma, come un angioletto.
Mio padre m’interrompe con una specie di grugnito di disapprovazione.
- Si papà?
Domando annoiata.
- Dov’è il tuo cravattino?
Mi chiede senza troppa gentilezza. Mi volto a guardarlo con studiata lentezza.
- Buongiorno anche a te, si io ho dormito bene e tu?
Gli rispondo acida ignorando la sua domanda. I suoi occhi si riducono a due fessure. Sono quasi certa che se potesse lanciarmi una bella maledizione senza perdono lo farebbe volentieri. Senza smettere di guardarlo gli sorrido a mò di sfida e addento il mio pane tostato appoggiandomi allo schienale della sedia. Lui si schiarisce la voce.
- Signorina dovresti imparare un po’ di rispetto e gratitudine per colui che ti assicura un tetto sulla testa e un piatto caldo ad ogni pasto non credi? E stà seduta composta guarda che qui non siamo mica in uno dei tuoi disgustosi bar babbani!
Il suo tono è controllato a forza e mi viene da ridere, ma cerco di trattenermi o finirei davvero male.
- Certo papà, dimenticavo che qui siamo nella reggia Peverell e tutto dev’essere ordinato e perfetto, cosa vuoi che faccia? Vuoi che ti scolpisca una statua di marmo e che ti veneri perché mi dai ciò che ogni genitore da ai suoi figli? Eh?
Ok, lo so, ho esagerato questa volta, ma davvero mi fa saltare i nervi, parlarmi di rispetto solo perché non ho indossato il cravattino è ridicolo. Sbatte un pugno sul tavolo facendo tintinnare l’argenteria.
- Ora basta signorina! Ne ho abbastanza di te e dei tuoi modi! Ricorda che se quest’anno riceverò anche una sola lettera di lamentela dal preside ti spedirò dritta a Durmstrang! Sei un caso disperato e motivo di vergogna per la nostra famiglia!
Mi urla in faccia tutta la sua ira ancora una volta e ancora una volta mamma interviene.
- Cadmus! Per favore...
Mia mamma come sempre cerca di correre in mio aiuto, ma papà la zittisce con lo sguardo.
- Dionisia, mia cara, sai meglio di me che è necessario almeno cercare di impartire un po’ di disciplina in quella testa calda...è il suo penultimo anno ad Hogwarts e vorrei evitare di dover essere chiamato ogni trimestre perché nostra figlia ha combinato qualcosa o perché rischia di non superare l’anno...
Odio quando parla di me come se non ci fossi, e purtroppo lo fa molto spesso.
- Ok ok papà, abbiamo capito. Prometto che farò la brava bambina. Ora se non vi dispiace, tra mezz’ora parte il treno e Marcus mi aspetta in stazione, quindi, con permesso...
Mi alzo e vado a posare un bacio sulla fronte di mia madre che mi sorride e mi mormora un “buon anno tesoro, scrivimi”. Le annuisco sorridendole.
- Papà, ci rivediamo a giugno.
Esco dalla sala da pranzo senza nemmeno aspettare la sua risposta e mi dirigo all’ingresso. Mi siedo pesantemente sul mio baule, stravolta. Non vedo l’ora di essere a miglia e miglia di distanza da mio padre. Poco dopo mia madre mi raggiunge.
- Tesoro...
Mi volto e la vedo sorridente che mi aspetta a braccia aperte. L’abbraccio forte sorridendo. Mi allontana leggermente e mi scosta i capelli dal viso.
- Fai la brava piccola mia, e non prendertela per ciò che dice tuo padre
Annuisco.
- Lo so, lo so: “lo dice solo per il mio bene”
Lei scuote il capo sorridendo.
- Ti vuole davvero bene, solo che lui ha un modo un po’ strando di dimostrarlo...
- Oh si certo, senti mamma non mi importa ok? Sto bene, davvero. Ora scappo, ti voglio bene, ti scrivo presto, promesso!
E detto questo lascio la mia casa-prigione, salgo nell’auto nera che mi aspetta nel vialetto per andare finalmente nell’unico posto dove mi sento davvero a casa: Hogwarts. Raggiungo il binario nove e tre quarti in perfetto orario, come sempre il caos degli studenti nuovi e vecchi è micidiale, ma riesco in ogni caso a riconoscere il mio bellissimo fidanzato tra la folla. Eccolo lì alto e slanciato come un nobile cavaliere, lunghi capelli castani gli incorniciano il volto angelico dove spiccano due occhi azzurrissimi. Di ghiaccio. Mi si avvicina a passo fiero e si ferma a qualche passo da me. Come sempre usa il suo modo teatralmente distaccato per fare le cose più semplici. Mi regala un sorriso degno di un principe. Oh mio Dio. Quanto è maledettamente bello, affascinante, sensuale. Non resisto, gli salto al collo e lo bacio con passione. Lui mi ricambia stringendomi però con quella solita compostezza. Oramai ci sono abituata, seppure Marcus sembri tremendamente caldo i suoi modi freddi riuscirebbero a congelare chiunque, ma non mi importa molto. Saluto Avery e Mulciber, gli eterni compari di Marcus, poi salgo sul treno insieme loro e iniziamo a cercare uno scompartimento. Finalmente ne troviamo uno semivuoto, all’interno solo le mie due carissime compagne di stanza. Dorea Black, secondogenita della famiglia, cugina di Sirius. Ha lunghi capelli neri e occhi scuri di un colore indefinito tra il castano e il nero. Bassa e rotondetta con denti da coniglio, è sempre pronta a sputare veleno e cattiverie pur di mettersi in buona luce. L’altra è Callidora Greengrass. Figlia unica e adorata di uno dei più facoltosi amici di mio padre. Fisicamente sembra una bambola di porcellana. Di media altezza con lunghi capelli biondi e occhi azzurri, è sempre composta, ha perennemente l’atteggiamento della “principessina” e l’acume mentale di una tazzina da caffè.
- Dore, Calli. Non posso certo dire che sia un piacere...
Le saluto acida. Callidora nemmeno mi ha sentita, lei ha occhi solo esclusivamente per il mio fidanzato, mentre Dorea mi guarda socchiudendo gli occhi.
- Oh... Cris, ci si rivede, allora passata una bella estate? Te la sei spassata ancora con il giardiniere babbano?
Le mie labbra si storpiano in un ghigno.
- Oh no, sai ho avuto da fare...e dimmi Dore, il tuo caro cugino vive ancora dai Potter?
La vedo sbiancare leggermente, la mia frecciatina, a differenza della sua, a colto nel segno. Ci guardiamo in cagnesco qualche istante e poi scoppiamo a ridere. Questo è il nostro modo per salutarci. Ci accomodiamo tutti e iniziamo a chiaccherare amabilmente del più e del meno. Vedo Calli guardare di sottecchi Marcus e arrossire vistosamente quando per caso le loro ginocchia si sfiorano. Sorrido tra me e me, infondo mi dispiace averle “rubato” Marcus, ma tra qualche mese lui capirà che non sono la donna che cerca e si consolerà con questa fragile bambolina di porcellana. Sappiamo tutti che io e lui non dureremo più di qualche mese insieme, io ho bisogno di qualcuno che sia in grado di stimolarmi e lui di qualcuno da dominare. Io sono uno spirito libero e ho una mente molto aperta, mentre lui vive artigliato alle sue inutili convinzioni. Il flusso dei miei pensieri viene fermato bruscamente dal rumore del portellone dello scompartimento che si apre. Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo di Severus Piton. Quel ragazzino gracile e sempre imbronciato del quinto anno che vedo spesso trotterellare attorno ad Avery e Mulcber e che negli anni passati mi ha dato parecchi problemi.
- Severus! Ciao!
Lo salutano i ragazzi quasi in coro. Lui sorride timidamente e risponde ai saluti.
- Per merlino Severus! Ma quella che vedo appuntata al tuo petto è la spilla da prefetto?
Chiede entusiasta Avery. Vedo il ragazzino impettirsi e annuire soddisfatto, evidentemente fremeva dal desiderio di dirlo a quelli che considera suoi amici.
- Sai che roba: Marcus è diventato caposcuola!
Eccola lì. Dorea non perde occasione per mettere a disagio o ferire le persone. Vedo il sorriso orgoglioso di Piton spegnersi leggermente.
- Fantastico Marcus, davvero...congratulazioni
Il mio ragazzo s’illumina del suo solito orgoglio e sorride tronfio. Sembra uno dei suoi pavoni, credo che se potesse farebbe anche la ruota. Con suo grande piacere l’attenzione è riportata a lui e il povero Piton si ritova a parlare di pozioni con Avery, rimanendo però sulla soglia. Ogni tanto lancia qualche occhiata a Marcus che parla, mentre Dorea e Callidora pendono dalle sue labbra. Ad un tratto il suo sguardo si posa su di me che me ne sto placidamente accoccolata come una gatta al mio prestante ragazzo e lo vedo arrossire. Chissà che gli passa per la testa. Dopo qualche minuto vedo apparire una cascata di capelli rossi.
- Sev...eccoti qui...andiamo ho trovato lo scompartimento...
Lilian Evans. La Grifondoro petulante. Solo merlino sa quanto la detesto. Vedo Piton irrigidirsi e arrossire all’inverosimile.
- Che c’è Evans...non ti piace forse la nostra compagnia? Cos’è non siamo alla tua altezza principessina?
Le chiedo a mò di sfida tra le risa isteriche di Dorea. Lei mi guarda male, ma non mi risponde.
- Senti Sev io me ne vado, se preferisci stai pure qui con queste...
S’interrompe e manda uno sguardo di disapprovazione ad ognuno di noi, poi si allontana. Severus china il capo mestamente, ci saluta e la segue.
- Accidenti ma che cos’è il suo elfo domestico?
Domanda Dorea malignamente. Tutti scoppiamo a ridere e lei si gongola per aver attirato su di sé l’attenzione.
- Non lo capisco, quel ragazzo avrebbe grandi possibilità e perde tempo con quella sporca mezzosangue.
Aggiunge Marcus con fare disgustato. Io sospiro annoiata dai soliti discorsi.
- Sinceramente io lo trovo un po’ inquietante, se ne sta sempre da solo a borbottare incantesimi strani...
Commento sovrappensiero suscitando ancora una volta l’ilarità tra i miei compagni di viaggio che ricominciano a fare a gara per ottenere l’attenzione di Marcus a discapito del povero Piton. Odio quando fanno così. Mi alzo.
- Sentite vado a farmi un giro, ho bisogno d’aria.
Annuncio uscendo dallo scompartimento. Li sento borbottare un saluto veloce. Sbuffo e mi richiudo la porta alle spalle. Il pensiero di dover passare un intero anno ad ascoltare i loro discorsi idioti mi fa imbestialire. Inizio a camminare lungo il corridoio cercando con lo sguardo il volto di Fran. La trovo poco dopo intenta a chiaccherare con altre ragazze di corvonero. Appena mi vede esce di corsa e mi abbraccia.
- Cris!
L’abbraccio a mia volta sorridendo, finalmente una faccia amica.
- Ehi Fran! Posso stare un po’ qui con voi?
La prego, orripilata dall’idea di dover tornare dai miei compagni di casa. Lei mi sorride amabilmente e mi fa cenno di accomodarmi.
- Come mai da queste parti? Non dirmi che ti sei già stancata del tuo bello...
Mi chiede curiosa, con un mezzo sorriso malizioso sul volto, accennando al fatto che nel mese in cui mi ero appena messa con Marcus non c’ero più per nessuno.
- Lo scompartimento in cui ero era diventato un po’ troppo stretto a causa dell’ego smisurato del mio “bello”
Rispondo ironica. Lei ride.
- No sul serio...e poi ha iniziato a sproloquiare le sue solite cazzate sul sangue puro, come sempre sottolineerei, mi sembrava di sentir parlare mio padre e sai...se fossi rimasta lì un secondo di più l’avrei buttato giù dal treno senza pensarci due volte
Continuo imperterrita mentre lei ormai ha le lacrime agli occhi. Rido anch’io.
- Non riesco proprio a capire come fai a continuare a stare con lui...
Domanda pensosa. Io faccio spallucce.
- Beh...quando sta zitto non è poi tanto male...
Replico acida. Fran mi guarda inarcando un sopracciglio e poi ricominciamo a ridere. Iniziamo a chiaccherare delle vacanze estive e di quello che abbiamo fatto, quando il carrello dei dolci appare davanti ai nostri occhi.
- Qualcosa dal carrello ragazze?
Ci chiede gentilmente la signora. Entrambe ci alziamo annuendo e iniziamo a scegliere tra la moltitudine dei prelibatezze.
- Quattro cioccorane per favore
Alziamo gli occhi e Sirius Black è davanti a noi con la sua solita aria baldanzosa. Io lo guardo male mentre Fran si scioglie in un sorriso arrosendo.
- Ciao Sirius...
Lo saluta in un sospiro, lui tira fuori uno dei suoi soliti sorrisi marpioni.
- Ciao Fran...Cris...
Socchiudo gli occhi.
- Sirius...
Paga e se ne va. Noi intanto abbiamo scelto e dopo aver pagato a nostra volta ci rimettiamo a sedere.
- Fran non mi dire che sbavi ancora dietro a quell’idiota
Le chiedo notando il suo sguardo da pesce lesso. Lei mi sorride innocente annuendo.
- Fran! Black è un pallone gonfiato di prima categoria, per non essere volgari, se no ti direi che è proprio uno stronzo!
La rimprovero io ripensando a tutte le volte che la mia amica è arrivata in lacrime da me perché Sirius s’era messo con la belloccia di turno. Lei annuisce senza smettere di sorridere.
- Lo so Cris...ma è così carino!!!
Esclama battendo le mani entusiasta. Scuoto il capo esasperata.
- Tu sei da ricovero...
Lei mi guarda inarcando un sopracciglio.
- Senti chi parla, la futura signora “super-ego-Burke”...
Mi prende in giro. Le faccio la linguaccia e poi scoppiamo a ridere di nuovo mentre il treno continua la sua corsa verso Hogwarts.

 
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~ Disturbia
view post Posted on 26/9/2010, 17:45




Bravissimaaa!! *si lancia sul suo tessoro*
Amo questa ff come se l'avessi scritta io...è davvero troppo carina!
Anche questo capitolo mi è piaciuto da impazzire...le uscite sarcastiche di Cris mi fanno piegare in due dalle risate.
Le due tipe in stanza con lei le odio *lancia maledizione*
Il ragazzo poi...*kill* che odio che mi fa!!
Meno male che c'era Sev a rallegrare il capitolo *.* bellino luiii!!
Brava di nuovo mi amor...un beso!!

Irene
 
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Lascivia Lesage ~
view post Posted on 26/9/2010, 18:58




*ççççç*
finalmente hai aggiornato!!! Non puoi immaginare quanto ho aspettato il nuovo capitolo xD
Bellissimo! La storia mi piace sempre più e Cris è troppo tosta! ^_^
aspetto con altrettanta ansia il prossimo capitolo! >.<
kisu, Zack <3
 
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kikyo91
view post Posted on 30/9/2010, 20:21




eccomi finalmente di ritorno dal viaggio e pronta per leggere il tuo aggiornamento **

Fran e Cris sono adorabili assieme <3 spero davvero che Cris e Marcus si lascino presto xD che tenero piton **
 
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7 replies since 27/8/2010, 20:05   163 views
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