| Eccomi qua... finalmente dopo tanto tempo, sono riuscita ad aggiornare. Avevo il computer che dava di matto... beh, come me, dopo tutto xDxDxD. Ecco il nuovo capitolo della mia FF. Spero che vi piaccia
Capitolo otto
Mancavano tre giorni alla fine della scuola, e le cose per le due ragazze procedevano bene. Alexis era riuscita a dimenticare Piton, non lo sognava più. Le lezioni le erano state d’ avvero d’ aiuto, anche se quando lo vedeva, sembrava che qualcuno gli tirasse un pugno nello stomaco. La sua matrigna era stata dimessa dall’ ospedale, ma ovviamente, doveva girare con la scorta, ormai neanche il Ministero era un luogo sicuro, era sotto il dominio dell’ Oscuro Signore, come tutta Diagon Alley. I tempi erano cambiati, davvero. “Perché non mi hai mai detto che sei mia sorella?” le disse con cattiveria Potter. “Perché non volevo che si venisse a sapere che Potter aveva una sorella. Sai, la nostra cara mamma, mi ha abbandonato. Dovrei essere fiera di una cosa del genere?” gli rispose “Non osare a offendere la mamma” esclamò mentre tirava fuori la bacchetta. “Potter, non azzardarti... puoi anche essere il Prescelto, puoi essere chi vuoi, ma se pensi che combattendo si risolvano le cose, ti sbagli.” “Lascia stare Harry...” intervenne Ron. “Hai bisogno della guarda del corpo, Potter? Vedo che non hai fegato come fanno credere i giornali. Tu mi vuoi attaccare, solo perché non ti ho detto che io e te siamo fratelli? Sciocco da parte tua”. “Prova a pensare perché la mamma ti ha abbandonato... forse perché non ti voleva?” “ Sei arrogante... Piton ha ragione, sei identico a papà. Con te è inutile parlare...” In quel momento passò di lì Piton “Potter... Evans... una vecchia riunione di famiglia?” sorrise bastardo. “ Direi proprio di no... professore, ma se vuole glielo posso lasciar credere.” Gli rispose Alexis. “Potter, ho visto che in mano ha la bacchetta, cos’è, vuole dimostrare a tutti la sua abilità di duellante? Vigliacco da parte tua, da parte del Prescelto, di attaccare una ragazza di spalle. Cinque punti in meno a Grifondoro.” Disse “Ora se volete scusarmi, avrei lezione”. Così se ne andò, facendo volteggiare nell’ aria il suo mantello. La ragazza guardò Potter con sorriso beffardo, stava imperando da Piton tutte quelle smorfie e le servivano parecchio. “Ma che è successo?” chiese Marty all’ amica mentre si avviavano nei dormitori “Potter... poi da oggi ho capito che è solo un’ arrogante. Piton ha ragione, è identico a papà. Almeno io non sono come lui... o almeno spero...” gli rispose dubbiosa l’ amica mentre entravano in camera. “Piton ha preso le mie difese... ha tolto punti a Grifondoro, ma non a me. Ma che cosa gli sta succedendo? Sta diventando buono tutto ad un tratto?” “Forse sente l’ estate... non è l’ unico. Per fortuna che le lezioni sono finite, non ne potevo più. Senti, oggi mi ha scritto mia mamma e mi ha detto che organizza una festa per gli ex studenti di Hogwarts, ovviamente, quelli della sua età e mi ha detto che vorrebbe che ci fossi anche tu... e ti do una brutta notizia, inviterà anche Piton” “No... basta. Mi perseguita quell’ uomo” gli rispose sospirando. “Non c’è la faccio più. Me lo trovo da tutte le parti, per i corridoi, in giardino, nella Sala Grande, in biblioteca e ora anche me lo devo trovare alla festa di tua mamma, siamo apposto!” “Ma non dire così... ci sono io!” gli rispose mentre le dava un bacio sulla guancia. “Se non ci fossi tu... bisognerebbe inventarti!” replicò dolcemente l’ amica. Alexis si distese sul letto “Non ne posso più di stare a scuola... ho un bisogno immediato di vacanze.” “A chi lo dici... sai, che io e Remus questa estate abbiamo deciso di andare in Francia? Stiamo via una settimana...” “Ma è fantastico... sono contenta per voi. Siete davvero una bella coppia” “Sai si” gli rispose con un sorriso Marty mentre da sotto il letto tirava fuori dei libri. “Dopo dovrei anche andare a portare in biblioteca sti libri, ma non ho nessuna voglia” “Senti, vado io... chissà, magari con la mia fortuna, incontrerò Piton per i corridoi” gli rispose l’ amica mentre si abbottonava la camicia e si alzava dal letto. Prese i libri dell’ amica e uscì dalla stanza. “ Alexis” qualcuno la chiamò dalle scale. Lei si voltò, era Cho. “Ciao Cho...” rispose allegramente. “Senti, vorrei chiederti una cosa, però non so se tu sai... per caso Potter sta con qualcuno?” La guardò con occhi sbarrati. “ Non voglio dirtelo, ma a me di lui sinceramente non me ne frega...” sbottò la ragazza “Oh... scusa tanto. Non volevo farti arrabbiare” si scusò immediatamente la ragazza “Scusami tu, non volevo risponderti così, comunque mi pare che non sta con nessuno” cercò di rimediare la giovane Corvonero. “Ok... grazie!” e scappò fuori dalla sala comune. Con tutta la sua calma, uscì dalla sala comune, e nel caso che casualmente incontrava Piton, con l’ aiuto della bacchetta accorciò un po’ la gonna. Arrivava appena a metà coscia e sbottonò il primo e secondo bottone della camicia. “Evans... come mai in giro?” Riconosceva quella voce, era dell’ uomo che odiava “Stavo andando in biblioteca... sto infrangendo qualche regola?” “Oh no no... ma vorrei che venisse nel mio ufficio. Dovrei risolvere alcune questioni, con lei” Lei alzò le spalle e lo seguì. Aprì con rabbia la porta del suo ufficio e la fece accomodare sulla poltrona davanti alla sua scrivania. La guardava con quegli occhi neri, lucidi. Erano gli occhi dell’ uomo che amava, ma sicuramente lui non ne voleva parlare in modo amichevole, anzi, tutt’ altro. La ragazza lo guardò con occhi sbarrati. Voleva andarsene, non perché non voleva rimanere li, ma perché aveva paura.
Guà che sono qua, posto anche un' altro capitolo
Capitolo nove “Bene bene bene... Evans. Ora lei mi deve spiegare, che cosa ci faceva nella mia dispensa personale ieri sera. Ho trovato questo biglietto, e questa è la sua calligrafia.”. Piton glielo appoggiò sotto gli occhi con rabbia. Lei lo guardò incredula e nello stesso tempo accavallò le gambe. Lo sguardo del pozionista cadde proprio sulla coscia nuda della ragazza. “Mi dispiace dirlo, ma ha toppato. Ieri sera, ero proprio nella mia stanza. Ma a me sembra che anche Potter abbia la mia scrittura.” Gli rispose con molta calma Il professore inarcò il sopraciglio. La ragazza lo guardò e il suo cuore iniziò a battere *quanto mi fai impazzire...* pensò tra se e se *Quanto sei bella* pensò il professore “Vuole farmi credere che ho sbagliato?” “Penso di si... perché io ieri sera, come le ho detto prima, ero nella mia stanza” Lui si alzò dalla sedia e si avvicinò a lei. Fece anche lei come il professore, sia alzò dalla sedia. Ora erano vicini. “Non mi contraddica” disse Piton mentre la fissava. La ragazza distolse subito lo sguardo. “Io ho la coscienza pulita, professore... ora, devo andare a portare in biblioteca i libri se mi vuole scusare...” detto questo si avviò all’ uscita. Piton la guardò mentre usciva dal suo ufficio. Sapeva che non era stata lei ad entrare nella sua dispensa, ma era l’ unico modo per poterla vedere, ma anche questa volta, aveva sbagliato. Mentre si avviava in biblioteca incontrò Potter. “Cos’è adesso vuoi anche incastrarmi, facendo credere a Piton che sono andata nella sua dispensa personale? Tentativo inutile da parte tua...” Potter la guardò. “ Sai, Evans, me la pagherai... anche se ho sbagliato questa volta, la prossima non sbaglierò” “ Sei proprio un’ arrogante come papà. Per fortuna che non sono come te, non mi pavoneggio per i corridoi, come fai tu. Io cerco di tenere a bada le ali...” gli rispose la ragazza mentre entrava in biblioteca. Consegnò i libri a Madama Prince e uscì rapida da quel luogo. Mentre correva per il corridoio si scontrò contro Malfoy “Evans... attenta dove cammini” gli disse mentre la prendeva per il braccio. “Scusa tanto Malfoy...” gli rispose con disgusto. Si fissarono per alcuni secondi e lui appoggiò le sue labbra su quelle della giovane ragazza. La corvonero si dimenò con tutte le forze, ma lui la tratteneva, quando finalmente, riuscì a scagliargli una ginocchiata nello stomaco. “Sei un maiale!” gli urlò la ragazza “Prima o poi diventerai mia, Evans...” le disse il giovane biondino. Lei lo guardò e scoppiò a ridere “Lo vedremo...” gli rispose mentre si allontanava da lui. Si pulì le labbra disgustata. “Non ci posso credere... Malfoy è un maiale!” disse all’ amica con rabbia. “Che ti ha fatto?” “Mi ha baciato... ma per fortuna che gli ho tirato una ginocchiata nello stomaco e me la sono svignata.” “Capito il nostro Malfoy... suo padre l’ altro anno cercava di portare a letto la Granger... tale padre, tale figlio!” e iniziarono a ridere tutte e due. “Ma ti giuro, che se lui prova ancora a baciarmi, lo Schianto. Ho il cuore che batte solo per una persona, che in questo momento mi manca da morire” disse con gli occhi lucidi. “Tesoro” Marty si avvicinò all’ amica “Non pensarci... so che ti manca da morire, ma devi resistere ancora due giorni, poi per tutta l’ estate non lo vedrai. Chissà quanti bei figlioli ti troverai. Sei una delle ragazze più belle che abbia mai conosciuto... non ti meriti uno come lui” gli rispose. Lei la guardò inarcando il sopraciglio. “Ecco... faccio come lui. Ma perché?” “Tu sei innamorata... e anche tanto!” “Vabbè... vado a fare due passi! Cioè... vado dal pipistrello.” aggiunse mentre si alzava dal letto seguita dall’ amica. “Io vado da Remus...ci vediamo tra un po’ o a domani!” Da li le loro strade si divisero. Alexis era davanti alla porta dell’ ufficio del professore. Era l’ ultima lezione di Occlumanzia. La ragazza aprì scocciata la porta. La sedia era già pronta e il professore era appoggiato alla scrivania. “Bene, Evans. Sa quello che deve fare” le disse Piton mentre prendeva la bacchetta. “Penso che per oggi la sedia non ci serva... perché, sa, in confronto a Potter riesco a respingerla...” rispose Alexis mentre impugnava la bacchetta. “Lo vedremo subito... legilimens” urlò il professore. Entrò nella sua mente. Alexis fece la bastarda, lasciò penetrare Piton nella sua mente, doveva capire che l’ aveva fatta soffrire. Piton era sbiancato. Alexis era distesa sul letto che piangeva, che singhiozzava il suo nome... “Si applichi...” disse freddo Piton. Lei fece un ghigno. Piton penetrò di nuovo nella sua mente. La giovane ragazza chiuse la sua mente, era impenetrabile. “Difindio” pensò. Era diventata davvero brava con gli incantesimi non verbali. Piton venne scaraventato su uno scaffale colmo di libri. “Vedo che si è impegnata davvero... ma voglio vedere fin dove arriva la sua resistenza” “Certo, professore. Non la deluderò... vorrei vedere la sua faccia quando vedrà che lei non mi potrà più possedere, ora sono io che comando...” La fulminò con lo sguardo. “Legilimens” Alexis chiuse la mente. Tutto quello che vedeva Piton era il nero, non riusciva a vedere nulla. “Legilimens” pronunciò ancora, ma niente. Lei riusciva a resistere alla penetrazione. “Bene, Evans. La lezione è finita...” esclamò freddo il pozionista mentre appoggiava la bacchetta. Lei si alzò dalla sedia. Impugnò la bacchetta. “Sa professore, mi chiedo cosa direbbe lei se qualcuno penetrasse dentro la sua mente. Non sarebbe molto felice...” “Che cosa intende dire?” “ Vorrei vedere cosa direbbe lei se una persona le farebbe una cosa del genere... perché, vede, io l’ ho fatto perché volevo essere libera da tutto, non volevo ritornare al dormitorio con la testa che mi scoppia o cose del genere...” “Doveva sapere che la Legimanzia è così. Ora non può tornare indietro...” “No... ma vorrei provare a fare una cosa... Legilimens” pronunciò la ragazza. Era riuscita ad entrare nella mente del professore. Quello che la ragazza vedeva, era un Piton da giovane e una ragazza. “Lily, sei una strega...” disse un giovane Piton alla ragazza. Era sua mamma. “Cosa?” chiese incredula la giovane. “Si, sei una strega. Ti osservavo da molto tempo... andremo a scuola insieme.” “ Ma se io sono una strega, non dovrei essere punita?” “No, tu non potrai essere punita. Voglio dire, sei troppo...” non riuscì a sentire il resto della frase, Piton aveva chiuso la mente. “Fuori!” sbraitò il professore. Non si lasciò pregare due volte, uscì correndo dall’ ufficio con il cuore che batteva a mille. *Ecco, adesso sai quello che ho provato io quando sei entrato nella mia mente*
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