“Qualche mese più tardi..
Che modo bizzarro di iniziare a raccontare,
ma mi rincrescere ammettere che prima di questo momento non vi è nulla che possa allettare a leggere.
Tutto è rimasto nel buio del passato, cadendo nell’oscurità dell’oblio,
eppure è tutto ancora così nitido e vicino,
ed è ancora tutto tremendamente frustrante..”
Severus intinse ancora una volta la penna nel calamaio, scriveva in modo frenetico e disordinato, benché la sua calligrafia fosse precisa e ordinata, ma il suo animo era tormentato e caotico, dunque pensava che scrivendo qualche riga su quello che lo tormentava, i suoi cruci sarebbero passati.
“Cerco invano di farmene una ragione del perché sia accaduto,
quali forze oscure hanno portato a una simile catastrofe?
Questo dolore non l’ho mai trovato nei tanti libri che ho sfogliato avidamente,
cercando conforto ai momenti di dolore,
ma adesso nemmeno quelli mi rilassano più di tanto.
La minima parola che abbia in comune anche solo una lettera del suo nome,
la minima parola che mi porta a pensare a lei mi distrugge,
come se scavassi nel petto con una forca cercando invano qualcosa che non c’è”
Ci fu un’altra pausa, seguita da un respiro profondo, la mano che impugnava la penna si avvicinò alla fronte, facendo da poggio per la testa, che era pesante. Severus sentì gli occhi bruciargli di nuovo, quella sensazione gli era tanto familiare, come se non avesse provato altro in tutta la sua esistenza.
Anche solo chiudere gli occhi gli portava l’immagine nitida di lei che giaceva in una tomba, rigida e pallida, ma irrimediabilmente bella; possibile che anche in una tomba fosse tanto bella? Quell’immagine lo tormentava, ormai, da più di cinque mesi, e lo avrebbe tormentato per tutta la vita, e Severus non sapeva se ciò che lo spaventava era avere l’immagine perennemente fissa nella mente di lei morta, che giaceva nella tomba, oppure il dolore lacerante per averla persa per sempre.
“Vivo in un incubo perenne,
incatenato ad un rovo, qual è la mia stessa anima,
mi sono rinchiuso in una stanza da de mesi a questa parte senza vedere nessuno,
infliggendomi atroci dolori e agonie,
ma niente è paragonabile a ciò che in realtà sento.
Io la amo, e lei è morta,
la sua morte sarà la mia,
e la causa della sua morte..
sono io..”
Iniziò a singhiozzare, stringendo i denti tanto quasi da spaccarli, e poggiò la testa sulla scrivania lascando la penna che cadde lentamente sulla scrivania, piangeva singhiozzando, le grida del dolore si bloccavano nella gola ed esplodevano nel petto, e le lacrime s’infrangevano sul legno del tavolo, bagnando il foglio che stava sotto il suo volto. In vita sua, Severus non aveva mai provato dolore più lacerante, un’agonia tanto dolorosa da fargli desiderare la morte, una tortura infinita che lo perseguitava soprattutto negli incubi, che padroneggiavano in suo animo nelle ore notturne. Si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra che dava sul cortile del castello di Hogwarts, la luna splendeva illuminando il lago, la foresta e tutto ciò che fosse ai suoi piedi, ma Severus era l’unica cosa che era rimasta all’oscuro di tanta luminosità. Silente gli aveva consigliato di restare alla scuola per un po’ di tempo, per ponderare sulla proposta di diventare insegnante, e per distrarsi, ma Severus pensava solo al suo dolore e niente più, quindi il consiglio di Silente era vano. Rispetto al primo mese, però, quando stava rintanato nella sua casa a Spinner’s End, dove si disperava e si lasciava morire, adesso aveva ripreso a parlare e a mangiare, anche se con sforzo. L’unico con la quale parlava era Silente, che ogni santo giorno gli chiedeva se volesse uscire o se volesse mangiare qualcosa, ma la risposta era sempre la stessa, “<<adesso non ho voglia, magari più tardi>>”. Severus al mattino sentiva le voci degli alunni che avevano già da tempo cominciato l’anno scolastico, era il mese di Febbraio, e da Novembre Severus non si era mosso da quella stanza.
Intanto, Silente stava nel suo studio che con le mani giunte stava silenzioso, con la testa china e pensava, quando poi entrò la McGranit, a quel punto il preside levò lo sguardo verso di lei. <<minerva, è quasi ora di cena. Dovresti cenare, sembri stanca>> disse Albus, ma Minerva teneva uno sguardo serio <<sebbene sia in collera con lui, non posso negare che è stato un mio alunno, un ragazzo dalle doti eccezionali, e oserei dire amorevole>> Silente la guardava con il solito sguardo sereno <<continua, ti ascolto>> la McGranit continuò, avvicinandosi a Silente <<sono mesi che non esce da quella stanza, sta cercando di uccidersi per porre fine al dolore che lo tormenta, per quale motivo lo hai portato qui? E’ qui che lui ricorda i momenti passati con lei. Deve tornare a casa>> Albus annuì silenziosamente, portò le mani congiunte accanto alla bocca e rispose con tono pacato <<hai ragione, Minerva, è qui che loro hanno passato i bei momenti e quelli brutti, e ogni singolo angolo di questa scuola gli ricorda la cara Lily Evans. Ma se lo lasciassi da solo, a distruggersi l’animo, lasciandosi avvolgere dall’oscurità, arrivando poi al punto di impiccarsi, in tal caso preferisco tenerlo sotto controllo anche se agonizzante>> Minerva scosse la testa, in segno di disapprovazione. <<sa almeno che il figlio di lei è vivo?>> chiese la McGranit, Albus rispose alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lei <<certo che lo sa, ma il fatto che sarà di sicuro identico al padre lo fa imbestialire>> fece un lieve sorriso, la McGranit sbuffò <<insomma, ma perché non la pianta? Ormai Severus ha più di vent’anni, deve lascarsi alle spalle queste bambinate e guardare oltre. Il bambino adesso è in estremo pericolo, lui potrebbe proteggerlo..>> Silente levò la mano interrompendola, Minerva ascoltò <<ed è ciò che ha intenzione di fare, no fraintenderlo. L’odio che lui prova nei confronti di James Potter è riconducibile all’odio che lui ha verso se stesso. James Potter gli ha sottratto la donna che ha sempre amato, ma Severus a causa della sua scelta a seguire l’oscuro l’ha allontanata ancora di più. E Severus pensa che se lei fosse rimasta con lui, a quest’ora sarebbe ancora viva. In conclusione, se Severus l’avesse ascoltata dall’inizio, non sarebbe accaduto nulla di tutto questo>> Silente si avvicinò lentamente al pensatoio, guardò il liquido scintillante e sospirò <<aimè, infondo è anche colpa mia. Avrei dovuto tenere più sotto controllo il giovane Riddle, così giovane e così curioso, e soprattutto, tanto solo, proprio come Severus al suo arrivo ad Hogwarts. Due maghi estremamente eccezionali, ma entrambe legati alla magia oscura. Uno di loro l’ho perso, Minerva, ed è un errore che non mi perdonerò mai. Non lo commetterò di nuovo>>. La McGranit gli poggiò una mano sulla spalla, accennando un lieve sorriso <<non è stata colpa tua, Albus. Tu hai cercato di dare a quel bambino una chance, gli hai cambiato la vita, lo hai reso felice. Ma non puoi decidere cosa diventeranno, sono loro che scelgono, puoi soltanto consigliargli la va migliore da seguire, alle volte la seguono, altre no>> Albus si girò verso di lei annuendo silenziosamente.
Ad un tratto si sentì da fuori la finestra un urlo agghiacciante, la McGranit sentì il cuore saltargli in gola, Silente si impeto si materializzò altrove. Giunse nei sotterranei, il corridoio era illuminato dalle fiaccole appese ai lati delle pareti, Silente si avvicinò svelto ad una porta, questa era chiusa a chiave. Le urla diventavano sempre più forti, sembrava che stessero torturando una persona. Apparve anche la McGranit che si gettò a sua volta sulla porta <<di nuovo? Ma come è possibile?>> disse lei, preoccupata, Silente agitò la bacchetta sulla superficie della porta e questa si aprì. Entrarono nella stanza e videro la scrivania piena di foglia di carta bianchi, soltanto uno aveva delle righe scritte in nero, il candelaio aveva tre candele quasi del tutto sciolte, le urla venivano da quel luogo. Silente entrò ed aprì un’altra porta e si gettò sul ragazzo che nel letto si dimenava e gridava. <<severus, svegliati! Severus!>> disse Silente, cercando di tenerlo fermo, la McGranit lo aiuto e bloccare il ragazzo che di colpo aprì gli occhi, sudava freddo e il suo avambraccio sinistro era grondante di sangue. <<professor Silente>> sussurrò il ragazzo, affannando, Albus lo fece mettere seduto <<siediti, ragazzo. Era solo un incubo>> la McGranit lo aiutò, scostandogli alcune ciocche di capelli dal viso. Il ragazzo la guardò <<professoressa McGranit, cosa ci fa qui?>> chiese lui, Minerva rispose <<devi uscire da qui dentro, Severus. Devi mangiare, ricominciare a vivere>> Severus non si sarebbe mai aspettato simili parole dalla McGranit, Albus gli prese il braccio sinistro guardandolo, Severus cercò di ritrarlo. <<ogni volta che ho gl’incubi me lo ritrovo così, come se mi avessero conficcato un pugnale nel braccio>> disse Severus, intravedendo il marchio nero sotto la macchia purpurea del sangue. Silente lo guardo serio e disse <<e’ questo marchio che ti porta gli incubi, Severus. Presto svaniranno, adesso ti stai liberando della presa di Lord Voldemort, e presto il dolore sarà ancora più forte. Ma solo dopo ti sarai liberato completamente di lui. Fino a quel momento, è necessario che tu resista, e che non faccia niente di stupido. Te lo imploro>> Severus annuì, continuando a guardare il marchio, disgustato e irato con se stesso.
La McGranit disse <<e’ meglio se mangi qualcosa, stai diventando scheletrico>> il ragazzo la guardò arrossendo, nemmeno sua madre si preoccupava tanto per lui.. solo Lily. <<il signor Piton consumerà la cena nel mio studio. Ti aspetto li, Severus>> e detto, Silente scomparve.
Severus uscì dalla stanza, rimase fermò sull’uscio della porta per qualche secondo poi si incamminò verso l’ufficio del preside. Arrivò alle scale dove c’erano gli studenti che si ritiravano nelle loro camere, molti si accorsero della presenza di Severus, che però continuava a camminare senza soffermarsi su nessuno di loro. Un ragazzo di Serpeverde, guardandolo, disse con voce acida <<stanotte è la risorta degli zombie? Guarda che carnevale è finito da una settimana>> Severus si fermò di colpo e lo guardò con sguardo freddo e agghiacciante, i suoi occhi neri come il buio lo colpirono in pieno, il ragazzo di serpeverde rimase pietrificato e indietreggiò, proseguendo per la sua strada. Severus arrivò allo studio di Silente, quando poi, il suo sguardo cadde sul fascio di luna che illuminava il corridoio. Per un momento gli parve di vedere Lily che si avvicinava, tenendo la testa bassa e camminando a passo lento. Ad un tratto l’immagine sparì quando oltre passò il raggio di luna. Severus sospirò e iniziò a salire la scala che portava allo studio di Silente.
Severus entrò nella stanza e vide la scrivania di Silente imbandita di frutta, dolci, pietanze calde, vino, succo, acqua, una cena coi fiocchi. Albus invitò il ragazzo a sedersi, Severus si ritrovò con tutte quelle pietanze davanti, chiunque si sarebbe gettato a divorarle, ma Severus non aveva minimamente fame. <<ad esser sincero, se dovevo disturbare tanto.. avrei rifiutato. Non ho molto appetito>> disse il ragazzo, Silente teneva le bracca conserte <<sei un ingrato. Ti ho dato tutte queste pietanze.. e tu hai anche la faccia tosta di dire “non ho fame”?>> Severus sorrise alle parole del preside <<anche l’oscuro me lo disse una volta, anche se in un contesto ben diverso. Gli chiesi quali libri avesse letto per aver imparato così tanti incantesimi, ammetto che provavo stima per il suo potere. E’ un mago strabiliante; oscuro, ma strabiliante>> Silente teneva uno sguardo serio, ma era incuriosito dal discorso del ragazzo. <<lui era disposto ad insegnarmi tutto ciò che sapeva, insegnarmelo di persona. Ma Io non volevo che lui perdesse tempo con me, quindi gli disse che avrei imparato da solo. Diceva che ero un ingrato a rifiutare una simile richiesta, quindi alla fine ho accettato>> disse Severus, sfiorando una mela rossa con le dita, aveva un bell’aspetto, invitante. Silente gli chiese con tono cupo <<voldemort lo sapeva che eri un mezzo sangue?>> Severus lo guardò con odio, ma rispose ugualmente <<certo che lo sapeva, e a maggior ragione mi riteneva degno. Io e lui siamo pressoché identici, sapeva che ero diverso, avremmo dominato il mondo, e saremmo diventati i maghi più potenti dell’universo>>. Silente si avvicinò a lui di scatto, Severus scattò in piedi dalla sedia, allontanandosi <<non è vero, Severus! Lui non condivide niente, per lui non esiste la condivisione di ciò che si conquista!>> Silente lo prese per il colletto della camicia, Severus cercò di liberarsi ma la presa era più forte di quanto pensasse. <<voldemort ha paura di te. Siete entrambe nati da babbani, ma tu sei più forte di lui. Tu a soli cinque anni sapevi già controllare i tuoi poteri, lui ha imparato soltanto ad undici. Tu hai usato la magia per fare del bene, lui solo per il male. E prima di tutto, tu sei capace di amare>> Severus sentì improvvisamente una voce nella testa e un acido che gli inondò il petto. <<”Non lo ascoltare, lui sta cercando di ostacolarti, è lui che ti teme! Se Lily fosse rimasta con te, adesso sarebbe ancora viva”>> Severus spinse Silente lontano <<se Lily fosse rimasta insieme a me, adesso sarebbe ancora viva! Io potevo salvarla!>> Silente vide negli occhi del ragazzo una luce strana, rossa, Voldemort lo stava ancora controllando. <<lily Evans amava il principe mezzo sangue, non Severus il mago oscuro. Se tu fossi rimasto quello che sei, lei sarebbe rimasta accanto a te>> Severus sentì gli occhi bruciargli, come sapeva Silente del principe mezzo sangue? <<cosa ne sa lei.. di come mi chiamavo da ragazzo?>> chiese Severus, abbassando lo sguardo, e Silente rispose accennando un lieve sorriso. <<ci ho messo un po’ di tempo a capire che eri tu. Lily portò il libro al professor Lumacorno, diceva che qualcuno lo aveva modificato, apportando modifiche eccellenti. C’erano anche degli incantesimi sconosciuti, ma estremamente potenti. Lumacorno era entusiasta di quel libro, ad ogni pagina che leggeva aveva un sorriso stampato sulle labbra. Horace pregò la signorina Evans di rivelargli chi fosse il proprietario di quel libro, ma lei diceva di non sapere chi fosse. Quando l’ho letto Io ho notato che la calligrafia mi era molto familiare, quindi chiesi a Lumacorno di guardare alcuni compiti degli esami dei corsi che utilizzavano quel libro. E così ho letto il tuo compito, e la calligrafia combaciava. Un compito davvero eccellente, oserei dire unico, sono davvero pochi i maghi come te Severus, per questo ti prego di usare il tuo potere con molto giudizio, e non per adempiere alle volontà di un folle mago oscuro>> Severus fece un respiro profondo e quel sentimento di odio nel guardare Silente scomparve, tornò a sedere alla scrivania. Silente gli poggiò la mano sulla spalla e gli disse <<dominate il vostro fato, Principe, e non permettete che nessuno ve lo stravolga. Adesso, per favore, mangiate>> accennò un inchino e si sedette ad una sedia poco distante. Severus prese quella mela rossa che lo attirava dall’inizio e la morse con decisione; il succo del frutto riempì la sua bocca che in quel tempo era stata allontanata da ogni forma di cibo, e il dolce sapore di quella mela era paragonabile ad un afrodisiaco.
<<in compenso, Lumacorno spera tanto che il Principe mezzo sangue si riveli, così da diventare parte della sua collezione. Ti ritiene un genio in pena regola>> disse Silente, sfogliando la gazzetta del profeta, Severus accennò un sorriso a sua volta, mordendo ancora quella mela; il rosso intenso della buccia gli ricordava il rosso dei capelli di Lily, tanto che la dolcezza del succo accrebbe tanto da sembrare miele, e l’odore diventò identico a quello di Lily, Severus respirò profondamente così da raccoglierne pienamente l’essenza.
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Fine prima parte.
Ecco che ne ho iniziata una nuova, speriamo che la concluda.
Spero che vi piaccia.
Seraphim