| causa scuola ora scriverò e posterò molto poco...però intanto ecco il quarto capitolo xD spero vi piaccia, buona lettura!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Capitolo QUATTRO. La casa.
Non appena i tre furono scesi dal treno, iniziarono a guardarsi intorno e videro una luce che sembrava fluttuasse a mezz’aria. “andiamo” disse James. Si avviarono presso quel punto e ben presto scoprirono che la luce era quella di una lanterna e che a tenerla, era un uomo gigantesco. Aveva folti capelli e barba neri ed era alto il doppio di un uomo normale. Quando davanti a lui si radunò un certo numero di studenti si presentò “ sono Rubeus Hagrid, il guardiacaccia, forza seguitemi.” Dopo poco come per rispondere alle silenziose domande che tutti si facevano nelle loro teste sussurrò “sono un mezzo gigante, è per questo che … sono così … bé seguitemi.” James ridacchiò e questo gli costò una gomitata. Ad Emma era simpatico quell’Hagrid. Si incamminarono per una salita e varcarono degli alti cancelli. Davanti a loro si stendeva una scura e immensa macchia nera come l’inchiostro. Emma spalancò la bocca, rapita da quello spettacolo, in lontananza si stagliava la sagoma di un castello. Stava guardando rapita il cielo, i suoi pensieri vagavano, senza seguire un filo logico, mentre osservava la moltitudine delle stelle sopra di loro. Quel momento magico per Emma però, terminò presto, quando Sirius le toccò la spalla. “senti io e James vogliamo salire sulla prossima barca, solo che non c’è posto anche per te, ti dispiace se ci dividiamo? Ci troviamo al castello” le rivolse uno sguardo supplichevole “te lo prometto.” Emma sbuffò e acconsentì. Guardò il lago e solo allora notò una decina di piccole imbarcazioni, e in ognuna di quelle c’era una lanterna. Andò da sola, verso la barca più vicina e si sedette. Stava per mettere una mano nell’acqua quando sentì qualcuno sbuffare, alzò lo sguardo e vedendo Piton, si accorse che quel verso era rivolto a lei. “ciao Severus!” salutò. Emma vide che accanto a lui c’era la stessa bambina del treno, le fece segno con la mano di sedersi accanto a lei, la rossa si avvicinò trascinandosi dietro Severus. “io sono Lily Evans” si presentò “Severus mi ha raccontato di quello che hai fatto per lui a Diagon Alley” sorrideva. Emma rimase sorpresa e scrutò il volto del ragazzino “davvero?” chiese rivolta a lui, Severus però, le voltò le spalle e la risposta le fu data da Lily “si me ne ha raccontato oggi, quando siamo usciti dal vostro scompartimento” dicendo questo divenne rossa in volto. “si sono due completi idioti, soprattutto Potter” Emma era felice di poter sfogare tutto il suo disappunto riguardo ai suoi compagni di viaggio. In quel momento la barca iniziò a muoversi, non perché qualcuno si era messo a remare, ma per causa della magia. Emma era nata in mezzo alla magia, i suoi nonni usavano sempre la magia, ma rimaneva sempre strabiliata ogni volta che qualcosa di magico accadeva attorno a lei, era sempre una cosa nuova e uno spettacolo che lei era pronta ad apprezzare. Emma si strinse forte al bordo della barca. “sei emozionata?” chiese rivolta a Lily. “oh certo! Sai io sono nata babbana, è stato Severus a rivelarmi che le cose che accadevano intorno a me, succedevano perché sono una strega.” “i miei genitori invece erano due maghi, però sono cresciuta insieme ai nonni.” “come mai?” chiese Lily. Emma in quella domanda notò un’innocente curiosità, ma rispondere le fu ugualmente difficile. “bé ecco …”proprio in quel momento Severus diventò irrequieto e prese Lily per un braccio. “guarda Lily! Lì tra le acque sono certo di aver visto una sirena” Anche Emma si sporse ma proprio come Lily, non vide nulla. “te lo sei inventato, non c’era niente” disse con tono accusatorio l’amica del maghetto. “invece c’era una sirena, solo che quando tu ti sei sporta, era già sparita, sai sono molto veloci” Passarono il resto del viaggio discutendo se le sirene abitavano, o no, in quel lago. Proprio mentre Emma si era intestardita dicendo che era impossibile che abitassero in un lago, che vivevano solo ed esclusivamente nel mare, la basca urtò la riva. “siamo arrivati, ora scendete con calma, non vorrei che qualcuno per l’emozione ci cascasse dentro all’acqua” la voce di Hagrid tuonò per tutto il parco. Nonostante le raccomandazioni del mezzo gigante, un ragazzino basso e grassoccio, finì lungo disteso nell’acqua scura del lago, causando le risate dell’intero gruppo di studenti. Perfino Severus scoppiò a ridere ed Emma, vedendolo così divertito, notò che aveva lineamenti gentili, incorniciati in modo perfetto dai capelli scuri, vide gli occhi color della pece brillare. Quando Severus si ricompose Emma, si costrinse ad abbassare lo sguardo e si sentì arrossire.. “vado da mio cugino” balbettò rivolta a Lily e scomparve ai loro occhi. Per colpa del buio Emma ci mise più del previsto a ritrovare Sirius, ma alla fine ce la fece, aiutata dal brillare degli occhiali di James alla luce della lanterna, che Hagrid continuava a tenere in mano. “bu!” urlò nell’orecchio di James, sperando di spaventarlo. James si girò e le scoppiò a ridere in faccia. “debole tentativo da parte tua Black!” Emma in un’incomprensibile stato d’euforia, prese per mano Sirius e iniziò a tirarselo dietro. “non vedo l’ora di sentire cosa mi dirà il cappello parlante, ma sono già sicura che mi assegnerà alla casa dei Corvonero” Sirius, che non aveva alcuna intenzione di correre, la tirò e la costrinse a rallentare “è per questo che i tuoi capelli sono diventati di nuovo biondi?” Emma prese in mano una ciocca dei suoi capelli, non si era accorta del cambiamento “immagino di si” ma all’improvviso nella mente di Emma, balenò l’immagine del volto sorridente di Severus Piton. “si, si è per questo” disse con forza. I tre, presi da uno stato di gioia, si misero a ridere a crepapelle, facendo supposizioni su quale sarebbe stata la loro casa. Emma continuava a dire che James sarebbe stato un perfetto Serpeverde, facendolo così irritare. Nonostante le divergenze, la gioia li aveva uniti, in quel momento. Improvvisamente Hagrid si fermò ed Emma rischiò di finirgli addosso; James la tirò per un bracciò prima che potesse succedere. “bene, ora entreremo e incontrerete la vice-preside, la professoressa McGranitt, lei vi dirà quello che dovrete fare.” Il gigantesco portone in legno si aprì e Hagrid si mise da parte, per lasciar passare gli studenti. Entrarono e si trovarono davanti una strega,che capirono essere la professoressa McGranitt. “seguitemi” disse, non appena tutti furono all’interno del castello e il portone fu chiuso alle loro spalle. Portò gli studenti attraverso un corridoio e si fermarono quando furono davanti ad un secondo portone. Tutti gli studenti del primo anno erano in fibrillazione. La professoressa McGranitt si rivolse a loro. “inizio dandovi il benvenuto da parte anche del nostro preside, tutti i vostri compagni di scuola sono dentro questa stanza, la sala grande. Dovrete sfilare in mezzo ai tavoli, seguendo me, quando saremo davanti al tavolo dei professori, vi chiamerò ad uno ad uno per nome, e sarete assegnati alla vostra casa” fece scorrere lo sguardo sugli studenti “tutto chiaro?” Vedendo che nessuno rispondeva, fece un passo verso il portone e questo si aprì da solo. Tutti i ragazzi, che erano già seduti ai tavoli, si girano verso di loro, scrutandoli. Qualcuno salutava i ragazzi più grandi, probabilmente loro amici o parenti. Emma si girò verso Sirius, cercando un po’ di coraggio nello sguardo del cugino. Lui le sorrise e continuarono a camminare uno accanto all’altra. Quando si fermarono, videro un vecchio cappello logoro appoggiato su uno sgabello. Nella sala iniziò a tuonare una voce, Emma presa alla sprovvista, prese la mano di Sirius. “guarda che è solo il cappello, fifona” James colse al volo l’occasione “nessuno ti ha mai detto che il cappello parla ed è lui che decide a che casa assegnare i ragazzi” “no nessuno me l’ha detto” Emma lasciò la mano di Sirius e si concentrò sulla voce, che improvvisamente le sembrò dolce e piena di saggezza. Raccontò delle qualità degli appartenenti alle diverse case e le storie dei loro fondatori. Quando la voce si spense un applauso risuonò nell’aria,anche Emma ci si aggiunse felice. La professoressa McGranitt ora teneva in una mano il cappello e nell’altra una lista. “inizierò a chiamarvi, quando sentirete il vostro nome verrete qui e io metterò il cappello sulla vostra testa … Amanda Thompson” una ragazza dai lunghi capelli corvini andò verso lo sgabello e fece quello che la vice-preside aveva ordinato. Dopo poco il cappello tuonò “Tassorosso” dal tavolo alla destra degli studenti del primo anno, si levò un applauso. Emma seguì distratta lo smistamento dei primi tre ragazzi poi la professoressa chiamò “Emma Black” James la spinse in avanti, vedendo che non era pronta. Emma mosse spaventata i primi passi, fino a quando non prese coraggio e non si sedette sullo sgabello. “bene bene” Emma sentì la voce del cappello nella sua testa. “vedo che abbiamo una Black, ma non una Black qualsiasi. Tu non sarai di certo una Serpeverde. Sono indeciso però ...” “ti prego voglio essere una Corvonero” Emma pensò questo con tutta la sua forza. “credo che le tue doti vadano oltre all’intelligenza” Emma, che era sempre stata sicura della sua assegnazione a Corvonero, si fece prendere alla sprovvista e in quel momento di indecisione il cappello tuonò. “Grifondoro” Emma era stordita, non ci poteva credere. Lei era nata per essere una Corvonero, ne era sicura , anche se in quel momento, era seduta in mezzo agli studenti dai colori rosso e oro. Dopo di lei venne chiamato Sirius e anche lui fu assegnato a Grifondoro. Si sedette accanto alla cugina. “chi lo avrebbe mai detto che tu saresti diventata una Grifondoro” “nemmeno io lo avrei mai pensato” ribadì Emma, giocando svogliatamente con una ciocca dei suoi capelli. Emma rimase delusa quando anche James si unì a loro e le sorrise trionfante. Fu invece piacevolmente sorpresa quando Lily Evans li raggiunse. “Lily vieni, siediti accanto a me” Emma muoveva la mano verso la ragazzina che, non appena la vide, la raggiunse. “allora Black, ti stanno bene i colori di Corvonero” Emma tirò un calcio sotto il tavolo. “zitto idiota! Sono sicura che il cappello ha sbagliato sia con me che con te, tu avresti dovuto essere un Serpeverde.” Questa risposta fece zittire James per un po’. “Severus Piton” Lily Evans si alzò dalla panca non appena la McGranitt disse quel nome, anche Emma molto più discretamente, si girò. Lily salutò e sorrise all’amico. Lui si sedette e fu questione di un attimo “Serpeverde” Lily si lasciò ricadere sulla panca. Emma mise una mano sulla spalla della ragazza “mi dispiace, siete molto amici?” “mi ero affezionata a lui, ma ora che è un Serpeverde …” “sono sicura che continuerete a essere amici” Emma gli sorrise. Il preside si alzò in piedi e eseguì un breve discorso, che però Emma non seguì. Capì solo l’ultima frase “ora possiamo mangiare.” Sulle tavole delle quattro casi comparirono decine e decine di portate. Sirius si fiondò sul cibo, come se non mangiasse da secoli; provocando le risate di molti studenti. I dolci sparirono dal tavolo. Il preside si alzò e fece un nuovo discorso agli alunni. Emma non era una ragazza disinteressata, ma l’essere finita nella casa dei Grifondoro l’aveva messa di cattivo umore, così ancora una volta, non prestò attenzione alle parole di Silente. Quando tutti si alzarono dal tavolo lei fece lo stesso. Lily la prese per mano, così che non si perdessero e seguirono i prefetti per le molte scale di Hogwarts. Arrivarono davanti al ritratto della signora grassa, in una delle torri. “parola d’ordine, prego?” “caput draconia” Mentre entravano nella stanza il prefetto ricordò di non dimenticare quella parola, a meno che non volessero passare la notte fuori dal dormitorio. “dove è il dormitorio delle ragazze?” Tutti si girarono verso Emma che aveva parlato. “al secondo piano” rispose la ragazza con la spilla, la stessa del treno. Non se lo fece ripetere due volte e corse nel dormitorio. Aprì con forza la porta, mentre le lacrime spingevano già per uscire. Si fiondò sul primo letto e si lasciò andare. Pianse tutte le lacrime che aveva tenuto dentro. Pianse fino a sentirsi male. Pianse anche quando le altre ragazze entrarono. “volevo mettermi io nel letto vicino alla porta.” “lasciala stare, non vedi che dorme già?” Emma alzò appena la testa per vedere chi l’avesse difesa, vide Lily avvicinarsi e finse di dormire. Lily si sedette sul letto e accarezzò i capelli neri della compagna di casa, avvicinò le sue labbra all’orecchio di Emma. “buona notte, spero che vorrai raccontarmi perché stai così male, uno di questi giorni.” Emma non si mosse più fino a che tutte le luci della camera non si furono spente, poi aspettò ancora, per essere sicure che tutte dormissero. Solo allora si alzò dal letto e dopo essersi messa il pigiama, si infilò sotto le coperte. Dopo vari interminabili minuti passati a girarsi nel letto, si addormentò.
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