Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

LOVE ME IN THE DARKNESS parte 2a, continuo di Love me in the Darkness

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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 25/8/2009, 14:33




Love me in the darkness 2
Erano passati ormai diciannove lunghi anni ed Harry era un auror a tutti gli effetti, sposato con Ginny e con dei figli meravigliosi. Ora anche loro si preparavano a frequentare Hogwarts, Harry non era mai stato più orgoglioso, anche i figli di Ron ed Hermione facevano altrettanto. Quel giorno al binario nove e tre quarti rincontrarono tanti volti conosciuti, lo stesso Draco Malfoy con suo figlio Scorpius, Neville, il figlio di Remus e Tonks, quando poi in lontananza scorse una figura ben nota –Elisabeth!- disse Harry salutando, la donna gli andò incontro –Da quanto, come stai?- chiese lui abbracciandola, anche Ginny la salutò calorosamente –Io come al solito, ma voi, siete .. cresciuti. La famiglia si è allargata a quanto vedo- disse Elisabeth sorridendo e salutando i pargoli dei Potter. Harry le presentò i suoi figli ed Elisabeth era molto dolce con loro –Albus somiglia tutto a te, Harry, sono sicura che sarà un grande mago- Harry le fece un sorriso –Ne sono sicuro, anche perché ha il nome di due presidi di Hogwarts- Elisabeth lo guardò come sconvolta –Sia chiama Albus, Severus Potter – Elisabeth sentì le lacrime affioragli negli occhi ma non voleva davanti ai ragazzini –Ne sarebbe stato felicissimo, Harry- lui guardò suo figlio e disse –Lei è Elisabeth e sarà la tua insegnante ad Hogwarts, lei conosceva il mago che aveva il tuo nome, erano sposati- Elisabeth sorrise ed abbassò la testa –In verità Harry, Io e Severus non ci siamo mai sposati. Ma comunque mio aro Albus hai un bellissimo nome, vanne fiero- disse lei al ragazzino. Ginny fece una carezza a suo figlio –E tua figlia? Sarah dov’è?- sentirono il treno fischiare, i piccoli Potter si avviarono a prendere un posto, intanto Harry e Ginny ascoltarono Elisabeth –Da qualche anno non è più la stessa, non mi parla e a stento la vedo. Adesso ha vent’anni quindi non posso correrle dietro, è grande, ma ammetto che sono preoccupata- anche loro iniziarono ad avvicinarsi al treno –Quando dovette partire per Hogwarts non stava più nella pelle, amava quella scuola. Ma un giorno qualcosa la cambiò, scomparve per due giorni, tutta la scuola mi aiutò a cercarla, la ritrovammo nei pressi della stamberga strillante. Sapevo che alla mia bambina era successo qualcosa, non sorrideva più, non mangiava più. Ora mi sono rassegnata, è sempre fuori casa e se non lo è sta chiusa nella sua stanza- Harry annuì, notò una forte preoccupazione in Elisabeth, la perdita di Severus era stata una cosa difficile da sopportare. –Probabilmente non ha accettato ancora la morte di suo padre, Io tutt’ora mi rattristo quando penso ai miei- Elisabeth scosse la testa –Ma come è possibile che dopo anni che lui se ne fosse andato questa cosa arrivi adesso? Non ti nego che lei è gelosissima delle cose di suo padre, non permette a nessuno di toccarle, tranne a me ovvio. Sono riuscita a convincerla di venire ad Hogwarts con me, deve essere nei paraggi- Harry si guardò intorno quando come se un varco oscuro si aprisse in mezzo alla folla vide una sagoma nera avvicinarsi a passo lento, quasi si sentì il sangue gelare nelle vene. –Forse è laggiù- disse lui facendo cenno, Elisabeth annuì –Si è lei, non ti nego che alle volte mi terrorizza, ma è mia figlia e le voglio un bene dell’anima- Harry comprese la parole di Elisabeth e le sorrise. Quella sagoma era sempre più vicina, era una ragazza non troppo alta, magra e con i capelli lunghi neri che le cadevano sulle spalle e arrivavano quasi più in basso della vita, aveva la testa bassa e fissava i suoi passi, indossava un cappotto lungo nero che le arrivava fino alle ginocchia e si intravedevano gli stivali, anche loro neri.
Ginny fece un sospiro immobilizzata da quell’immagine, sembrava uscita da un incubo, Elisabeth le andò incontro. –Sarah, il treno sta per partire. Ti ricordi di Harry e Ginny, vero?- le due si avvicinarono, Sarah guardò Harry alzando lo sguardo lentamente, aveva occhi neri come l’oscurità che la avvolgeva, Harry sentì una contrazione allo stomaco –Dubito che possa ricordarsi, aveva si e no sette anni ‘ultima volta che ci siamo incontrati- le tese la mano in segno di saluto, ma Sarah rimase immobile –Harry Potter? Il ragazzo che è sopravvissuto?- lo guardava con sguardo perso e con una voce grave, eppure da piccola aveva una voce così dolce –Si, sono io- disse Harry, lo guardava come se non lo avesse mai visto prima –Tu hai sconfitto Tu sai chi, vero?- Ginny strinse la mano di Harry, quella ragazza la spaventava come fosse uno spettro, Elisabeth le stava vicinissimo come pronta ad immobilizzarla –Si, sono sempre Io- Harry respirò profondamente, riaffioravano nella mente ricordi che avrebbe preferito evitare –La tua è stata solo fortuna- disse lei quasi con disprezzo –Lo penso anch’Io. Elisabeth farete tardi col treno, sarò contento di invitarvi poi a Natale a casa nostra- Elisabeth gli sorrise –Grazie Harry, ti darò conferma non appena possibile. Sono stata felice di avervi rincontrato, baderò ai vostri ragazzi- si salutarono con un abbraccio, solo Sarah si allontanò senza neanche degnarli di uno sguardo –Ora penso che capite la mia preoccupazione, Harry sei un ottimo Auror, ti chiedo di aiutarmi- Harry annuì sorridendo –Ti aiuterò a capire che cos’ha- e detto Elisabeth salì sul treno.
Lei e Sarah stavano in uno scompartimento da sole, mentre Elisabeth leggeva un libro le figlia le chiese –Perché parlavi con Potter? Cosa c’entra lui con noi? Lucius non approverebbe- Elisabeth distolse lo sguardo dal libro –Da quando stai a sentire quello che dice Lucius? E poi Harry è un amico, lo conosco da prima che tu nascessi- Sarah guardava il paesaggio fuori che scorreva veloce
-E che ci faceva al treno?- chiese lei, Elisabeth chiuse il libro –I suoi figli studiano ad Hogwarts, uno di loro è già al secondo anno, sono dei ragazzini adorabili- Sarah non fece alcun commento, Elisabeth le posò la mano sulla sua e le chiese – Cos’hai contro Harry?- Sarah non distoglieva lo sguardo dal paesaggio –Dice che mi conosceva, allora perché in questi anni non è mai venuto? Se qualcuno se ne va Io voglio dimenticarmene, dovresti fare altrettanto- sottrasse la mano a quella di Elisabeth che disse, anche se sapendo di toccare un tasto dolente –Le persone non se ne vanno, a meno che non possano opporsi, Tuo padre per esempio non poteva opporsi. Vuoi dire che vuoi dimenticare anche lui, Sarah? Lui non lo farebbe mai- Sarah la guardò con quello sguardo quasi spettrale –Io non sono lui, Elisabeth. Io faccio come la penso a modo mio, riuscirò dove lui ha sbagliato- Elisabeth tornò al suo libro –Per quanto mi riguarda, tuo padre non ha mai sbagliato-.
Nel pomeriggio iniziò a piovere, una tempesta sbucata fuori dal nulla, Elisabeth cercava di interagire con la figlia –Comunque Harry ci ha invitato a Natale a casa loro, sarebbe scortese rifiutare- Sarah rispose –E Narcissa, Lucius e Draco? Resteranno da soli- col passare del tempo Sarah era rimasta attaccata ai Malfoy, Elisabeth pensava che la sua figura paterna ormai fosse Lucius Malfoy –So che i genitori della moglie di Draco li hanno invitati, non possiamo andare con loro. Tanto per stare con gente diversa- Sarah non rispose, Elisabeth sospirò –Se tuo padre ti vedesse così, vorrebbe che tu vada d’accordo con Harry, Severus adorava la madre di Harry e sono sicura che non vorrebbe che tu lo odiassi tanto- Sarah si alzò e fece per uscire –Elisabeth, mio padre è morto per salvare Harry Potter!- e detto se ne andò, Elisabeth sentì un tonfo al cuore. Harry aveva ragione, dopo vent’anni nessuna di loro due aveva accettato la morte di Severus.

TO BE CONTINUED
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Un piccolo accenno della seconda parte, anche se modificherò la storia della Row (((((((((( MI MANCA SEV!! poniamo rimedio )))))))))))))))

:snape: THE HALF-BLOOD PRINCE SHALL RISE AGAIN !!
 
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Lady of the sea
view post Posted on 25/8/2009, 15:56




sei tornataaaaa!
Bello come inizio! Devo dire molto interessante...soprattutto la figura di Sarah,che in certi sensi è molto simile a quella del papino...
Ad ogni modo io sono sempre una di quelle che spera in una resurrezione del nostro Severus!

Aspetto il seguito!
 
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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 25/8/2009, 18:24




Arrivarono ad Hogwarts dove nella sala grande, durante il banchetto Sarah sedeva accanto a sua madre che era vicino a Minerva McGranit ora nuova preside di Hogwarts. Durante lo smistamento delle case Elisabeth intravide il figlio di Harry, Albus che si avvicinò a passo lento al cappello parlante che dopo degli elogi gridò – Grifondoro!- la stessa McGranit applaudì con gioia, Elisabeth altrettanto. La McGranit si rivolse a Sarah –Sei cresciuta, non immaginavo che volessi aiutare tua madre facendole da assistente, vuoi diventare anche tu insegnate?- Sarah sentì la madre dalle un colpetto sotto la sedia –Ehm, diciamo di si a meno che poi non cambio idea- Minerva sorrise –Direi che la carriera didattica è nel sangue, sono felice di riaverti qui ad Hogwarts- Elisabeth le sorrise mentre Sarah restava con quello sguardo neutro. Elisabeth si avvicinò ad Albus Potter e gli disse affettuosamente –Ti dicevo di non preoccuparti, sono sicura che tuo padre sarà felicissimo non appena lo saprà- il ragazzino le sorrise –Ora mi sento molto più sollevato, non vedo l’ora di cominciare le lezioni- Elisabeth rise –Questo è lo spirito giusto, Albus- il ragazzino chiese –Lei a che casa apparteneva?- Elisabeth rispose uscendo insieme a loro, Sarah era dietro di lei –Io ero dei Corvonero- Albus notò Sarah che li stava seguendo –Lei è Sarah?- Elisabeth si voltò –Si, mia figlia Sarah, Sarah Piton. Sarah, lui è il figlio di Harry Potter, Albus … Severus Potter- disse il secondo nome con sforzo, Sarah accennò un lieve saluto e proseguì. –Ciao, spero di non esserle antipatico- disse il ragazzino –E’ un po’ di cattivo umore oggi, le passerà-.
Mentre stavano uscendo Elisabeth vide Lucius Malfoy salire la scala dell’ingresso, Sarah gli corse incontro –Lucius!- Elisabeth cercò di fermarla ma fu inutile, il mago la abbracciò quando arrivò.
Elisabeth si avvicinò con le braccia conserte –Cosa ci fai qui? È successo qualcosa?- Lucius scosse la testa –Perché non ci hai detto che la portavi con te? È stato Draco ad avvisarci che vi ha viste al binario. Elisabeth se lei non vuole stare qui non costringerla, tranquilla starà da noi. Mi sembrava che ne avessimo parlato, Sarah non vuole stare qui- Elisabeth guardava seria Lucius –Lucius ti ricordo che lei è comunque mia figlia, non tua. Ti dispiace che Io sia preoccupata per lei?- Lucius si avvicinò ad Elisabeth –Non ti ricordi che è qui che le è successo questo? Se dovesse tornare alla stamberga strillante? Sta abbastanza male così, stai tranquilla, ci conosci, stara benissimo da noi- una voce si intromise –Signor Malfoy, ma da quanto tempo- la McGranit si avvicinò ma Elisabeth la tranquillizzò –Tranquilla Minerva, è tutto apposto- Lucius fissava Elisabeth supplichevole –Elisabeth, non vale la pena di rischiare- la donna sospirò e disse –Ho chiesto ad Harry Potter di aiutarci, o meglio aiutarmi- Lucius si passò una mano tra i capelli –Lui cosa c’entra adesso? Non deve intromettersi, la situazione è già abbastanza intricata- Sarah si fece avanti –Mamma, voglio andare con Lucius - Elisabeth abbassò le braccia da che le aveva conserte e facendo una carezza alla figlia, che di quei tempi la chiamava più per nome –Fai attenzione, non mi resta nient’altro che te- e detto la ragazza si precipitò fuori, Lucius la vide allontanarsi –Ti terrò aggiornata, sta tranquilla- Elisabeth se ne andò seguita da Minerva.
Nel frattempo Sarah era nell’auto di Lucius e stavano sorvolando la città di Londra, Lucius mentre guidava era teso –Perché mia hai mandato solo ieri sera quella lettera?- Sarah non lo guardava, era silenziosa come al solito. –Sarah cos’è successo nella stamberga strillante? Dopo tanti anni te lo voglio chiedere, hai vent’anni, non sei più una ragazzina- Sarah si voltò a guardarlo con il suo solo sguardo da fantasma, Lucius però teneva lo sguardo davanti mentre guidava e a scatti la fissava –Se ti dicessi che non ne ho idea mi crederesti? Se ti dicessi che ero nei sotterranei e poi mi sono risvegliata li, due giorni dopo? Non voglio il vostro aiuto Lucius, voi non capite- Lucius colpì lo sterzo con violenza –Per la barba di Merlino Sarah, giuro che ti riporto ad Hogwarts. Cosa voleva dire nella lettera “riuscirò dove lui ha fallito”? Chi ha fallito cosa? Dici che hai bisogno di me, per che cosa? Spiegami- Sarah lo guardo negli occhi in silenzio, Lucius rimase a guardarla a sua volta aspettando una risposta –Portami a Little Hangleton, devo andare lì. Mia madre non deve saperlo, sei l’unico che può aiutarmi- Lucius sgranò gli occhi, quel luogo, perché mai doveva andare li?
-Cosa devi fare a Little Hangleton? Li non c’è niente, non ti ci porterò mai … tuo padre mi ucciderebbe seduta stante- Sarah si avvicinò di scatto –Ma lui non c’è quindi vai! Devo vedere una cosa, se non la trovo ce ne andremo- Lucius acconsentì e cambiò direzione –Ti concedo trenta minuti poi ti ci porto via a costo di trascinarti per i capelli, ho promesso sulla tomba di tuo padre di proteggerti, così farò-.
Arrivarono a Little Hangleton che era notte fonda e l’umidità bagnava le strade, Lucius prese la bacchetta e la teneva serrata nella mano, Sarah fece un ghigno –Ma cosa fai? Tranquillo, non c’è pericolo- Lucius era preoccupato dal comportamento di Sarah, mantenne la bacchetta senza riporla, c’era stato troppe volte per sapere i pericoli di quelle strade. Sarah camminava seguendo una strada, più avanzavano più Lucius sentiva il cuore battergli forte –Ma ci sei già stata? Sai dove stai andando?- Sarah non gli rispose quando si fermò di botto davanti ad un cancello, Lucius sentì il cuore bloccarsi –E’ qui che dovevi venire?- era Villa Riddle.
Sarah aprì il cancello e fece per entrare ma Lucius la fermò afferrandole con forza il braccio –No! Non entri la dentro, giammai!- Sarah cercò di liberarsi –Lasciami Lucius! Lasciami ho detto!- la ragazza si smaterializzò non appena il braccio di Lucius si staccò –Sarah!- disse lui ma la ragazza era sparita. La vide poi correre nel giardino della villa, la seguì fino a quando non vide il cimitero della casa, ma cosa stava cercando Sarah in quel posto? La trovò davanti alla lapide dei Riddle che immergeva un qualcosa in un calderone, Lucius si avvicinò lentamente per capire le sue intenzioni
- Sarah cosa stai facendo? Questo è un posto pericoloso, dobbiamo andarcene- Lucius voleva andarsene prima possibile, la afferrò per un braccio e lei cercò di allontanarlo, aveva gli occhi rossi come Lucius sapeva riconoscere –No! Non di nuovo!- erano gli occhi di Voldemort, non avrebbe mai potuto confonderli con altri. –Non la avrai! Crucio!- la ragazza cadde a terra agonizzante, Lucius si fermò e sentì quella voce serpentina e fredda dirgli con gusto –Non vi libererete mai di me, Io tornerò!- poi Lucius afferrò la mano di Sarah e cercò di dirle –Sarah! Tuo padre ti ha lasciato il meglio di se, lui era il migliore Occlumante che ci sia mai stato, puoi mandarlo via da te ma devi chiudere la mente, puoi riuscirci- Sarah sentiva la testa scoppiargli e le lacrime che le bagnavano il viso –Mio padre è morto per causa di Potter, lo devo vendicare!- Lucius le strinse la mano –Non è stato Harry ad ucciderlo, Voldemort lo ha ucciso, lo ha fatto mordere da Nagini il suo serpente!- la voce di Sarah cambiò ancora in quella di Voldemort –No! Non è vero, Potter lo ha ucciso mentre Piton lo proteggeva. Quello stupido ragazzino!- Sarah singhiozzava stesa a terra, distrutta. –Non lo stare a sentire, Tuo padre è stato ucciso da Voldemort, non ascoltarlo! Severus era il mio migliore amico e Io stesso ho visto il morso di quella bestia, Voldemort ti sta mentendo. Ora non permettergli di usarti, tu sei più forte di lui- gli occhi di Sarah tornarono come prima quando poi ci fu uno spostamento d’aria violento che spostò Lucius che vide una sorta di fumo nero crearsi sopra Sarah, vide quel volto orribile e maligno –Non ti libererai di me, nessuno è al sicuro- Lucius non perse tempo – Avada kedavra!- il fascio di luce prese quel fumo che scomparve con uno strido e un’esplosione, Lucius cadde a terra svenuto e Sarah giaceva accanto a lui, si ripresero qualche minuto dopo.

Intanto Elisabeth era nel giardino del castello, dove c’erano le lapidi di Silente e Severus era stato edificato un piccolo santuario che ovviamente lei visitava spesso. Quella notte sentì la necessità di andarci, si avvicinò al sarcofago di pietra dove c’era scritto “Severus Piton”, sfiorò quella superficie con delicatezza –Sono di nuovo qui amore mio, come ogni anno. Ho sentito terribilmente la tua mancanza, la sento ancora. Questi vent’anni sembrano cento volte di più, non è cambiato nulla da quel giorno , Sarah sta sempre peggio e io non so cosa fare. Ho tremendamente bisogno di te, Sev. Ho paura, mi sento impotente- le lacrime le bagnarono le guance, irrefrenabili, il freddo di quella pietra le ricordava le sue labbra l’ultima volta che lo baciò, aveva i brividi. –Sai, ho incontrato Harry, è cresciuto, si è sposato con Ginny Weasley ed hanno dei figli fantastici; uno di loro si chiama Albus, Severus Potter, scommetto che ne saresti contento. Io credo che tu ed Albus mancate a tutti noi, ma manchi a me e a Sarah più di ogni altra cosa- delle lacrime caddero sulla pietra. Elisabeth pianse ancora, altre lacrime caddero sulla pietra fino quando non si addormentò li.
Il mattino seguente se ne andò chiedendosi come stava Sarah.

Lucius l’aveva portata a casa sua, dormiva ancora quando erano arrivati, poi il mattino seguente Narcissa chiese spiegazioni e Lucius le raccontò. La donna quasi non credette alle sue parole –Ma come è mai possibile? Lui è stato sconfitto, come ha fatto ad insediarsi in lei?- Lucius stava steso sul letto sfinito –Non ne ho idea, ma per ora sono sicuro che non tornerà. Devo capire come ha fatto a tornare- si sentirono dei passi entrare nella stanza –Ero nei sotterranei a preparare una pozione, l’avevo trovata nel libro di pozioni del “Principe Mezzo sangue”, sapete chi fosse. L’ho preparata ma non sapevo a cosa servisse. Un giorno ho visto un gatto di una mia amica steso a terra senza vita, gli ho dato la pozione e questo si è risvegliato- Lucius si alzò dal letto incredulo alle parole di Sarah che si era avvicinata, Narcissa altrettanto –Quante ne succederanno oggi?-disse la donna sarcastica, Lucius incitò la ragazza a continuare il racconto –Il mio primo pensiero è stato quello di .. risvegliare mio padre, ma Voldemort mi aveva già attaccato prima che Io potessi dirlo a qualcuno della pozione. Lui mi aveva mostrato dov’era casa sua e dice che per prepararla doveva usare il corpo di un altro … mi aveva detto della morte di mio padre, Io non l’avevo mai chiesto a mia madre – la ragazza abbassò lo sguardo, per tutto quel tempo Voldemort l’aveva posseduta. –Ma perché tutti questi anni? Avevi tredici anni quando era successo- Sarah scosse la testa – All’inizio cercavo di oppormi ma dopo qualche tempo ha preso il controllo totale. Comunque inventavo delle scuse per sviarlo fino a quando non ho trovato tutti gli ingredienti e credevo alle sue parole.. Volevo vedere Potter morto così lo accontentai-. Lucius le fece una carezza rassicurato che stesse meglio –Dici di aver trovato quella pozione nel libro di tuo padre? Io l’ho sempre detto che quello era un genio. Ma adesso bisogna stare attenti, è una pozione che va usata con cautela- Sarah era ancora un po’ confusa ma si sentiva meglio –Posso scrivere a mia madre? Voglio sapere come sta- Narcissa sorrise –Credo che anche lei voglia sapere come stai tu- Narcissa la accompagnò, mentre Lucius non riusciva ad immaginare che Severus avesse creato una pozione in grado di resuscitare le persone.
Arrivarono le vacanze di natale ed Elisabeth e Sarah andarono a casa di Harry e Ginny, finalmente Sarah stava meglio, ma non del tutto, alle volte accusava dei forte mal di testa e la sua magia non la controllava facilmente. Harry una sera le disse –Immaginavo che avessi qualcosa dentro di te, insomma ci siamo visti per quasi dieci anni- Sarah annuì, Harry quando guardava i suoi occhi vedeva quelli di Severus, anche la sua tremenda timidezza –Mi dispiace per quello che ti ho detto al treno, non lo pensavo sul serio- Harry scosse la testa –Tranquilla, lo immaginavo. Ma ora dov’è il libro di tuo padre?- Sarah rispose –A casa, nascosto da me. Preferisco non portarlo appresso – Elisabeth si sedette accanto alla figlia –Di cosa parlate? Almeno adesso hai levato il naso dai libri, Sarah. Peggio di suo padre, un libro è capace di rileggerlo duecento volte. Alle volte direi che sono identici- Sarah divenne cupa –Mamma basta parlare di lui, per una volta parliamo di altro- Elisabeth sospirò, sua figlia aveva ragione. In compenso passarono una bella serata, e Sarah era tornata quella di sempre.

Intanto nel Santuario di Hogwarts, le lacrime versate da Elisabeth erano come penetrate nella pietra ed avevano bagnato la carcassa sottostante insediandosi nei tessuti e nella carne. La luna illuminò quel luogo e la pietra rendendolo evanescente, quando poi di colpo la luce sparì.
Elisabeth sentì come un battito del cuore più forte e una lacrima che le uscì dagli occhi, inspiegabilmente rise e il respiro era affannoso. –Che ti prende?- chiese Sarah inarcando il sopracciglio –Non lo so, dev’essere successo qualcosa- .

L’Aria era quasi del tutto assente, non c’era luce e stava steso su di un luogo rigido, dov’era? Cosa stava Succedendo?...

TO BE CONTINUED

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spero inizi ad intrigarvi :)
(((((((((((((VOGLIAMO SEV!! VOGLIAMO SEV!! ))))))))))))))

:snape:
 
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Lady of the sea
view post Posted on 25/8/2009, 19:34




TU.SEI.UN.MITO! Hai la capacità di farmi commuovere! Scrivi molto bene!
Ho un bel presentimento nei riguardi dell'ultima parte del capitolo! Sento profumo di ritorno...o almeno spero!

Aggiorna presto!
 
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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 29/8/2009, 00:07




Fece un gran respiro per la poca aria che lo circondava, cercò di alzarsi ma comprese di essere rinchiuso dentro qualcosa di molto rigido e freddo, era circondato dal silenzio più totale e pian piano riacquistava l’uso degli arti. Aprì gli occhi ma davanti a lui c’era il buio totale, tese un braccio verso l’alto e sentì qualcosa sopra di lui, sempre di pietra, poi cercò di capire cosa lo circondava e sentiva delle pareti che lo tenevano praticamente rinchiuso, dov’era? In un momento ricostruì gli ultimi ricordi che aveva, era stato morso da Nagini e l’ultima persona che aveva visto era Harry alla quale aveva dato una parte dei suoi ricordi per poi perdere del tutto conoscenza e capacità di muoversi. Venne preso da un respiro affannoso, lui era morto e adesso inspiegabilmente si era risvegliato e si trovava nella sua tomba. Cercò di fare forza con le braccia per sollevare il coperchio ma ci voleva una forza mastodontica, cercò di non farsi prendere dal panico e si concentrò, la pietra si sollevò lasciando entrare dell’aria, si sollevava molto lentamente dato il peso considerevole, quando questa si sollevò abbastanza da essere spostata la mano con facilità la mosse verso l’esterno per poi lasciare la presa e farla cadere al suolo, fece un rumore frastornante. Intanto lui si alzò e riprese a respirare, si sentiva strano e confuso, era notte e la luce che entrava era della luna. Si girò e vide un’altra tomba di pietra dove c’era scritto “Albus Percival Brian Silente”, era stato sotterrato accanto ad Albus; in un certo senso la cosa lo sollevava, ma quanto tempo era passato? Cos’era successo agli altri? Dov’erano Sarah ed Elisabeth? Cercò di alzarsi in piedi ed uscì dalla tomba, notò che i suoi vestiti erano logori e pieni di polvere, anche le mani avevano un aspetto strano, bianche e con delle unghie considerevolmente lunghe, si toccò al collo e sentiva ancora il morso di Nagini sulla vena. Uscì da quel luogo e appena fuori vide il castello di Hogwarts, la neve sul prato lasciava intuire che fosse inverno ma stranamente non sentiva minimamente freddo, si avvicinò al castello a passo lento. Notava le decorazioni natalizie sul viale e le candele che illuminavano la sala grande, era Natale ma chissà di che anno. Mentre si avvicinava vide dei ragazzi della scuola amoreggiare di nascosto, erano probabilmente del quarto o quinto anno ma non li aveva mai visti, come suo solito fece nell’avvicinarsi ma si fermò di colpo al secondo passo: non era più insegnante di Hogwarts, che potere aveva di punirli? Proseguì senza farci caso ma i due ragazzi lo notarono comunque, lo guardavano timorosi ma egli proseguì. Si avvicinò all’entrata del castello dove un uomo raggrinzito, curvo e magro gli si avvicinò e gli disse minaccioso con voce rauca –Tu chi sei, straniero? Non è permesso entrare nel castello, ora smamma prima che avvisi la McGranit! Via!- sentendo quel nome si rincuorò –Minerva? Devo parlare con lei, è urgente- ma quell’uomo non demordeva –Non si passa da qui se non ho avuto un annuncio di visite, è Natale, non hai una famiglia con cui festeggiarlo?- come osava prendersi tante confidenze? –Sono affari che non la riguardano, ora voglio parlare con minerva McGranit, se non mi fa entrare ci entro da solo. Se non lo sa Io ero insegnante presso questa scuola- si sentirono dei passi in avvicinamento e una voce spavalda intromettersi nella discussione –Il fatto che lo sia stato non le da il permesso di entrare quando le pare, signore. Cosa succede Gazza?- chiese costui, lui ancora più sconvolto. Quel vecchio canuto e curvo era Argus Gazza? Ma quanto tempo era passato da quella notte? –Professor Wingeldar quest’uomo voleva entrare nella scuola ma Io gliel’ho impedito, tutti gli anni che sono custode nessuno mi ha mai fregato- Wingeldar annuì e si avvicinò –E’ nostro dovere proteggere i ragazzi, la professoressa McGranit avvisa sempre quando deve arrivare qualcuno- intanto lui guardò di nuovo Gazza –Possibile che di me non si ricorda, signor Gazza?- Argus prese degli occhiali da dentro una tasca e li indossò, appena mise a fuoco e lo vide fece un respiro profondo e fece dei passi indietro –Non è possibile! Voi! Per la barba di merlino, non è possibile questo!- Wingeldar notò lo stupore di Gazza –Chi è costui, Gazza?- Gazza era impazzito, sconvolto, incredulo –La McGranit, devo avvisare la McGranit!- fece un sospiro di sollievo dato che gazza lo aveva riconosciuto ma Wingeldar non si fidava –Ma chi siete? Ditemi il vostro nome, subito!- gli puntò la bacchetta contro ma lui con un ghigno gli rispose –Severus Piton -.
I tre corsero dalla McGranit che stava cenando nella sala grande insieme agli altri alunni e insegnanti, Gazza quasi corse e gridò –Professoressa! Signora Preside!- la McGranit scattò in piedi e raggiunse Gazza calmandolo –Argus, calmatevi, cosa è successo?- Minerva vide gli altri due fermi all’entrata, uno di loro era vestito di nero e fece qualche passo in avanti, Minerva sentì il cuore sprofondare –Non è possibile- Gazza annuì –Non affrettiamo a conclusioni, può essere un impostore- Severus la guardava da lontano sperando che lo riconoscesse, Minerva avanzò a passo svelto verso di lui per poi fermarsi poco distante –Chi siete? Se vi state appropriando di una forma umana che non è la vostra, vi prego di rivelarmi la vostra identità- Severus scosse la testa –Minerva, sono Io, Severus – la McGranit avanzò di altri passi tanto che fu vicino a lui, quegli occhi neri non erano cambiati affatto, quell’aura, quel volto, Minerva lo abbracciò delicatamente –Tutto avrei immaginato … ma questo è un miracolo- Severus la abbracciò a sua volta. –Come hai fatto?- chiese lei invitandolo nel suo ufficio, Wingeldar li seguì –Non ne ho minimamente idea, dev’essere successo qualcosa. Ma quanto tempo è passato? Il tempo ha segnato il suo passaggio- modo gentile di dire che li trovava invecchiati, Minerva sospirò –Sono passati quasi vent’anni da quella notte, non hai ida di cosa sia successo- Severus si sentì sprofondare, erano passati venti anni dalla sua morte, praticamente sua figlia adesso era un dona e lui a stento l’aveva vista da bambina. Lo stesso Elisabeth, chissà dov’era, Harry, Lucius, troppi pensieri. –E gli altri? Come stanno? Specialmente Elisabeth e Sarah, voglio vederle- Minerva sorrise –Stanno bene, Elisabeth è insegnante di Pozioni qui, è una delle professoresse preferite dai ragazzi- Severus sorrise poi guardo Wingeldar –E lui? Di che si occupa?- Minerva cercò di essere esplicita –Non mi crederesti se te lo dicessi- Severus rise trascurando lo sguardo serio di Wingeldar –Difesa contro le ari oscure? Incredibile, Io ci ho messo anni per avere quel post e quando l’ho ottenuto mi sono fatto licenziare- Minerva abbassò lo sguardo e Severus fece altrettanto, ma Wingeldar doveva difendersi –Ottimo tempismo, professore. Quando si dice tanto rumore per niente, Chissà come insegnava- Severus scattò in piedi e si scagliò contro l’uomo che fece un passo indietro , Minerva lo fermò –Severus basta! Grazie Wingeldar potete andare, per favore- Wingeldar uscì Severus tornò dov’era. La McGranit lo guardò seria –Io e te abbiamo un paio di cose da chiarire- Severus immaginava a cosa alludesse, si preparò psicologicamente e ascoltò Minerva –Sappi che ti ho detestato tanto quanto Voldemort, mi hai fatto soffrire in un modo che nemmeno immagini. Ti conosco da quando eri ragazzino, eri uno dei miei studenti preferiti e poi non solo un collega ma un amico, e poi .. come hai fatto a vivere dopo? Io, tu ed Albus eravamo amici, amici che si aiutavano in ogni circostanza. Perché lo hai fatto?- Severus respirò profondamente e guardando Minerva rispose –Spero che Harry Potter vi abbia spiegato, è stato lui a chiedermelo e anche se Io continuavo a tirarmi indietro alla sua richiesta lui diceva che non avevo scelta, dovevo farlo. Dopo quella notte ho avuto gli incubi anche solo quando chiudevo gli occhi, avevo ucciso il mio migliore amico a bruciapelo, mi chiamavano assassino e codardo quando poi ho assecondato la sua volontà- la voce diventò tremate e gli occhi bruciavano, Minerva lo fissava impassibile –Vuoi dire che il fatto che te l’abbia chiesto giustifica il tuo gesto? Credi di essere giustificato per questo?- Severus annuiva alle sue parole –Hai ragione, non ero giustificato. Ma avresti preferito che Draco morisse? Preferivo essere Io l’assassino che lui, era solo un ragazzo- Minerva tacque poi guardò Piton, aveva un aspetto strano, la pelle bianca e le mani di un demone, sentiva che era comunque gelido –Sei vivo ma sembri un morto vivente. Sei gelido al tatto e le tue mani sono diverse- Severus se le guardò e annuì, cosa gli era successo?
-Non voglio perdere altro tempo, dov’è Elisabeth?- Minerva disse –Harry Potter l’ha invitata a casa sua, per Natale. La troverai li- Severus si smaterializzò subito.
Sarah era nel bagno e si era sciacquata il viso, mentre si stava asciugando sentì un rumore nel giardino, si affacciò e vide una sagoma avvicinarsi alla casa, aveva un’aria sinistra –Harry! C’è qualcuno nel giardino- disse lei correndo a dirglielo, Elisabeth cercò di scorgere dalla finestra quando vide una figura muoversi –Hai ragione, fate attenzione- improvvisamente la luce si spense, tutti presero le bacchette pronti ad attaccare. Bussarono alla porta ma nessuno si mosse, puntarono la bacchetta contro di essa e Ginny chiese chi fosse, non ci fu risposta, la luce tornò ed Harry aprì di botto, quasi svenne quando vide chi era.
Abbassò la bacchetta, anche Ginny e calò il silenzio, Elisabeth e Sarah stavano più interne quindi non vedevano il nuovo arrivato –E’ uno scherzo questo?- chiese Harry che fece entrare l’arrivato, Elisabeth sentì una morsa a cuore e sentiva che sanguinasse, Sarah abbassò il braccio e la bacchetta le cadde di mano –Non può essere.. Severus - disse Elisabeth appoggiata al muro, Severus le si avvicinò e la aiuto a stare in piedi –Si amore mio, sono Io- Elisabeth lo abbracciò forte e lui fece altrettanto, era il momento più bello della sua vita, rivedere Elisabeth dopo che aveva temuto di perderla per sempre, anche Elisabeth non poteva sperare in regalo di natale più bello. Lo baciò anche se le labbra erano fredde, Sarah provò quasi fastidio nel guardarli, non era abituata a vedere la madre che baciava un uomo, forse lui non si ricordava nemmeno di lei. Severus poi, per l’appunto, guardò la ragazza coi capelli corti neri che stava poco distante da loro,aveva i suoi stessi occhi, era Sarah, lui si avvicinò ma lei rimase impassibile –Sarah .. sei cresciuta- furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, la ragazza non disse nulla. Si notava che era più giovane di Elisabeth ma perché era tornato dopo tutto questo tempo? –Credo che di me non ti ricordi, eri appena nata quando ..- Elisabeth scosse la testa –Sa benissimo chi sei, sei suo padre, ti conosce. Ti ammira moltissimo- Severus accennò un sorriso ma Sarah era seria, Harry si avvicinò –Perché non me lo aveva mai detto? Perché allora mi detestava se voleva proteggermi?- Severus si voltò e disse –Spero tu possa perdonarmi Harry, sono stato uno stupido. Fissato sulle mie convinzioni non ho mai provato a conoscerti meglio, ma forse questo mio ritorno è un segno- gli tese la mano, Harry la fissò per alcuni istanti –Cosa significa?- Severus aveva troppi pesi sula coscienza che nemmeno la morte aveva cancellato –Poter ricominciare, come .. tuo amico, come lo ero per tua madre- Harry la strinse e annuì –D’accordo, va bene ..Severus -. Lo invitarono ad accomodarsi, Elisabeth gli stringeva la mano incessantemente mentre Harry gli diceva –Avrei voluto per lo meno ringraziarti per tutto quello che hai fatto, se solo avessi saputo prima forse molte cose sarebbero andate diversamente- Severus annuì al ragazzo poggiandogli una mano sulla spalla –Forse è stato meglio così. Non potevo dirti nulla perché ti saresti lasciato trasportare e forse Voldemort non sarebbe stato sconfitto- lo sguardo di Severus cadde su Ginny Weasley –Non immaginavo che vi foste sposati, sono sorpreso la ragazza arrossì, Harry sorrise –Abbiamo anche dei figli, ora stanno dormendo- Severus guardò Sarah e disse rivolto ad Harry –Goditeli finché puoi, sono il miglior dono che uno può sperare di ricevere- Sarah distolse lo sguardo, Severus si sentì ferito. Cercò di parlarle –I momenti che ho passato con Sarah sono sati i più belli- la ragazza lo guardò vaga –Peccato, perché Io non me li ricordo affatto- Elisabeth lo guardò seria –Sarah on dir così. Tuo padre le ha passate di tutti i colori, non merita che lo tratti così- Severus le fece una carezza –Non ti preoccupare Beth, le passerà- Sarah scattò in piedi e la sedia cadde a terra –Ma chi ti credi di essere? Cosa ti fa pensare che mi passerà? Tu saresti mio padre?! Io non so nemmeno da dove diavolo salti fuori. Per quanto mi riguarda mio padre è moto vent’anni fa, questo zombie ch arriva e dice di esserlo Io non lo conosco- Severus la guardava serio, Elisabeth le tese una mano in segno di fermarsi –Adesso basta, Sarah. Non capisco cosa ti sia preso ma adesso basta- Elisabeth guardò Harry mortificata –Scusami Harry- ma il ragazzo era comprensivo –Infondo la comprendo, tranquilla-.
Andandosene dalla casa di Harry si diressero verso Spinner’s End, Severus notava i vari cambiamenti della strada, sempre deserta ma diversa. Quando entrarono nella casa si sentiva un odore di chiuso, come se la casa non venisse aperta da molto tempo, Elisabeth fece luce con la bacchetta, Sarah lo stesso. –Ma che succede? Non c’è corrente?- chiese Severus confuso, Elisabeth richiuse lentamente la porta –Noi non abitiamo più qui Sev. Stiamo cercando una nuova sistemazione, Lucius è stato così gentile da ospitarci da lui fino quando non troveremo un’altra casa- Severus non riusciva ancora ad accettare che erano passati vent’ anni, era tutto così confuso, si guardò intorno e vide la casa completamente vuota –E tutte le cose dove sono? Le mie cose, che ne hai fatto?- Elisabeth entrò nel salotto seguita da Severus –Le ho conservate in cantina, le sarei venute a prendere non appena potevo. Da un anno ce ne siamo andate, non h abbastanza soldi per ristrutturare tutto, ho preferito andarmene- Severus andò al piano superiore e vide tutto vuoto tranne la camera da letto, dove stavano prima lui ed Elisabeth e vide che il letto era l’unica cosa rimasta
-Perché quello è ancora qui? Sventriamo anche le pareti ma il letto resta?- Elisabeth abbassò lo sguardo –Tutto di questa casa mi ricorda te, quel letto principalmente. Dormirci e non trovarti mi fa stare male. Volevo cambiarlo per questo. Vent’anni sono tanti, Sev - Sarah li chiamò dal piano inferiore –Scusate, andiamo via che qui si congela!- Severus con rammarico lasciò la casa e chiese –E adesso dove andiamo?- Elisabeth chiuse la porta a chiave e rispose –Te l’ho detto, Lucius ci ospita da lui- Severus scosse la testa –Non se ne parla, non mi abbasso a tanto. Semmai un posto ce l’ho, ma è un po’ lontano- Elisabeth capì a cosa alludeva –La casa in montagna? Volevamo andarci ma non volevamo stare da sole- Severus la baciò –Con me non siete sole- Sarah si incamminò da sola e disse sarcastica –Sai che divertimento, ora si che mi sento più sicura- Severus aveva difficoltà a credere che quella fosse sua figlia, eppure la ricordava come dolce e affettuosa.
Si materializzarono proprio davanti alla casa, era tutto buio e a far luce era la luna, entrarono ed accesero il fuoco nel camino. Sarah si addormentò subito mentre Severus ed Elisabeth stavano sul letto e parlavano. –Anche questo letto ti ricordava me?- le chiese lui assandole una mano fra i capelli –Anche solo respirare mi ricorda te- Severus notava che era invecchiata notevolmente, ma inevitabilmente per lui era stupenda. Elisabeth rimase sconcertata che Severus fosse rimasto come venti anni prima, si sentiva quasi a disagio, ma comunque lui aveva quell’aspetto mezzo vivente mezzo morto, chissà cosa lo aveva riportato in vita. Ma cosa importava?ora era con lei, basava quello –Ho sognato tutte le notti di stare così accanto a te e parlare insieme, come da ragazzi- Severus annuì sorridendo –Certo, dopo che ti avevo praticamente svestita- risero. Severus era triste per come sua figlia lo trattava –Perché è tanto arrabbiata con me? Non ho certo deciso Io di morire- Elisabeth stava con la testa poggiata sul petto di Severus –Non ne ho idea, lei ti adora, ti ama come figlia. Non capisco perché adesso ti risponda male. Forse è la mancanza repressa, le passerà- ma Severus aveva praticamente scavato a fondo l’animo di Sarah, erano praticamente identici, Sarah era la sua fotocopia –Ma quanto ci vorrà perché le passi? E’ come me, difficilmente ci liberiamo del rancore. Mi odia, non sono stato con lei, è cresciuta da sola … odiavo tanto mio padre per questo motivo e mi sarei promesso che non sarei stato come lui, ma ora che vedo mia figlia- Elisabeth gli sfiorò il volto con la mano amorevolmente –Lei è fiera di essere tua figlia, avrebbe voluto crescere con te perché le insegnassi le cose che sapevi. Ha letto da cima a fondo il tuo libro di pozioni, dove c’era scritto “il principe mezzo-sangue”- Severus poi pensò a suo padre, sua madre, dov’erano?
- Elisabeth, dove sono i miei genitori?- Elisabeth si mise a sedere e disse con parole mozzate –Sev loro sono … Tuo padre è morto quattro anni fa, dopo la tua morte ha iniziato a bere in modo esagerato … ma non è stata colpa tua- Severus si mise una mano sulla fronte, aveva tanto odiato suo padre ma adesso soffriva per la sua morte –E mia madre?- Elisabeth abbassò lo sguardo –Un anno e mezzo fa, dopo tuo padre era caduta in depressione. E’ stata malissimo, alle volte di notte vi chiamava, voleva che la venivate a prendere … tesoro mi dispiace- Elisabeth cercò di consolarlo ma Severus scattò in piedi e diede un pugno al muro, si mordeva il labbro e cercava di trattenersi, Elisabeth voleva farlo sfogare –Sev, non è stata colpa tua. Non potevi saperlo- Severus la abbracciò di scatto e la strinse, le lacrime quasi esplosero dai suoi occhi, Elisabeth lo abbracciò a sua volta.
Severus si stese sul letto e mentre piangeva sentiva dolore agli occhi, Elisabeth gli stava accanto sperando che si calmasse. Ad un tratto Severus smise di piangere botto, si mise a sedere e teneva gli occhi chiusi – Cos’hai?- chiese Elisabeth –Gli occhi mi fanno male, le lacrime non escono. Non ci riesco, vorrei piangere ma mi fanno un male atroce- Elisabeth prese dell’acqua e lo fece sciacquare ma il dolore non si placò –Ma che diavolo mi succede?- disse lui tenendo gli occhi serrati, Elisabeth poi intravide la catenina d’oro al collo di Severus, sorrise nel vederla –L’hai tenuta, la catenina?- Severus annuì silenzioso, Elisabeth fece nello sfiorarla ma avvertì un’aura strana che avvolgeva quella catenina. Sentì come una scossa alla mano, Severus sgranò gli occhi di colpo –Ma che hai fatto?- chiese lui sconvolto, Elisabeth sentiva la mano bruciare –Ma non ne ho idea.. è stata la collana- Severus venne balenato da un’idea che lo terrorizzò, anche se era la più probabile e plausibile ma forse sarebbe stato l’artefice del suo stesso dolore.


TO BE CONTINUED

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Il nostro Principe è tornato, W SEVERUS !!

spero vi piaccia :)

tanti baci da Serenity Van Helsing
 
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Lady of the sea
view post Posted on 29/8/2009, 13:57




oddio oddio oddio oddio! E adesso?! Che succede?!
Come sempre mi hai stupita...hai una facilità nello scrivere che fa paura...
voi che scrivete ff siete tutte magnifiche,senza alcuna distinzione...vi stimo tutte quante!!!

Spero che aggiornerai presto!

Baci baci
 
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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 30/8/2009, 00:54




Elisabeth si addormentò dopo un’ora crollando nel sonno, mentre Severus fissava il soffitto incapace di assopirsi, anche se serrava gli occhi non avvertiva minimamente il sonno ma si sentiva contemporaneamente distrutto. Decise di alzarsi così da chiamarsi il sonno, baciandola le labbra di Elisabeth fece per uscire quando poi vide Sarah seduta davanti al camino che fissava il fuoco come ipnotizzata, distolse lo sguardo solo quando sentì la porta cigolare. –Come mai sei sveglia?- le chiese Severus ma lei non rispose, lo fissò per qualche secondo poi tornò a guardare il fuoco, Severus voleva parlare –Sarah, ti prego spiegami perché non vuoi parlarmi. Mi dispiace per quello che è successo ma non potevo sottrarmi al destino- Sarah era fissa su quelle lingue incandescenti che danzavano e disse –Sei tornato adesso, perché non prima? Cosa diavolo aspettavi? Perché sei tornato soltanto adesso?- Severus le si avvicinò con lentezza –Non ne ho idea. Anzi, tua madre dice che sei una strega davvero molto brava, e ti supplico di aiutarmi a capire cosa è successo- Sarah si voltò lentamente a guardarlo con sguardo più morbido –Vuoi il mio aiuto? Un mago eccelso come te? Avrai usato la pozione che c’era nel tuo libro- Severus si sedette alla poltrona accanto alla sua –Quale pozione? Mica stai parlando della “amina”. Non l’avrai preparata o detta a qualcuno- Sarah annuì lievemente –L’ho preparata, ma non l’ho data a nessuno … non proprio a nessuno. Anni fa una mia amica ad Hogwarts aveva perso il suo gatto, quando preparai la pozione decisi che l’avrei usata per me, ma quando ho visto il gatto morto nel giardino glie l’ho data e così non l’ho più preparata- Sarah abbassò la testa –Voldemort si è impossessato di me per quasi otto anni, voleva che gli svelassi la formula della pozione. Lucius lo ha mandato via per sempre adesso, o almeno credo- Severus sgranò gli occhi –Voldemort? Ma come è possibile? E comunque per cosa volevi usarla quella pozione?- Sarah lo guardò negli occhi che avevano un lieve luccichio e gli prese la mano –Volevo che tornassi- Severus la abbracciò forte e le diede un bacio sulla fronte, Sarah lo strinse a sua volta. Mentre il camino li riscaldava, Sarah cercava di capire cosa avesse permesso a suo padre di tornare in vita –Le possibilità sono poche ma improbabili. Devi aver bevuto quella pozione o devono averti somministrato qualcosa quando eri nella tomba, oppure non eri praticamente morto. Si chiama virus Inferius, tecnicamente ti fa diventare morto, dico diventare perché una minuscola parte di te è ancora viva- mentre Sarah parlava Severus la guardava orgoglioso, era davvero una ragazza in gamba, notava la somiglianza tra loro due. –Dimmi, la mamma com’è stata dopo quel giorno? Insomma, non ha cercato di fidanzarsi o sposarsi con qualcun altro?- Sarah fece un sospiro –Ha avuto molte proposte, ma lei ha sempre rifiutato. Certo alcuni erano uomini ricchi ed affascinanti, ma lei ha sempre rifiutato. Una volta la sentì parlare con la nonna che un tale che lavorava al ministero si era dichiarato a lei e per un momento ha pensato di accettare, più che altro era per aiutarci con le spese, ma mamma non vende il suo cuore. Quello è sempre stato tuo- Severus fece un sorriso mentre teneva la mano di Sarah stretta nella sua. –E cosa faceva? – chiese lui curioso –Ogni giorno quando andava ad Hogwarts andava alla tua tomba a parlarti, diceva lei. Ogni volta aveva gli occhi rossi per il pianto, credo che non ci sia stata una volta che non abbia pianto sulla tua tomba- Severus si sentì ferito per quella notizia ma inspiegabilmente non si scomponeva, non riusciva ad esprimere le emozioni. –Dici che piangeva? Sei sicura?- chiese alla ragazza che rispose sconcertata, dal fatto che sembrava che non gliene importasse nulla –Ti dico di si, la McGranit quasi le proibì di andarci al santuario, ma tenerla lontano da te era inutile, avrebbe pianto lo stesso- Severus scattò in piedi e gli balenò nella testa la risposta alla sua domanda –C’è un motiv del perché la famiglia di tua madre è tanto nota. Di generazione e in generazione la sua famiglia si narra discenda dalle fenici, quindi da loro hanno potuto ereditare alcuni dei poteri .. tra cui le lacrime con poteri curativi. Forse a furia di piangere le lacrime sono arrivate fino al mio corpo rigenerandolo- Sarah si alzò a sua volta –Incredibile! Vuol dire che anche Io sono una mezza fenice?- chiese lei entusiasta, Severus annuì –Forse, è probabile- Sarah sorrise –Proviamo. Tagliati un dito e Io piango così vediamo se funziona- Severus sgranò gli occhi –Ti sei bevuta il cervello?- la ragazza rise –Scusa, l’abitudine del pozionista, fare sempre esperimenti- Severus la guardò con sguardo ironicamente incredulo – Ma davvero? E comunque non basterebbe per riportarmi in vita, manca un tassello al puzzle- Sarah poi notò un brillio al collo di Severus, spostò il colletto della camicia e vide la catenina d’oro –Questa te l’ha regalatala mamma? Me ne aveva parlato- fece per toccarla quando poi al minimo sfioramento vide come un susseguirsi veloce di scene che le perforarono la testa. Vide suo padre puntare la bacchetta contro un mago con una lunga barba bianca che gli disse “Severus, ti prego” e Severus disse “Avada Kedavra”, la scena fu veloce tanto quanto un lamo nel cielo, Sarah quasi saltò lontano da Severus che si allontanò a sua volta. Si guardarono sconvolti e increduli –Stai bene? Forse è meglio che non la tocchiate- disse Severus alla ragazza che si sentiva ancora frastornata –Ma che diavolo era? Tu hai pronunciato l’anatema che uccide? La tua anima è distrutta … tutto adesso torna- Severus le si avvicinò e la aiutò a stare in piedi –Lo avevo sospettato, ma ho preferito non pensarci- Sarah si sedette e continuava a dirgli –Ora si capisce perché tu sia tornato, le lacrime curative avranno insieme al tuo corpo bagnato anche quella collana che era una delle cose che possedevi prima di morire. Avendo pronunciato l’anatema che uccide la tua anima di è divisa in più parti, due per l’esattezza se quella era a prima volta che utilizzavi quell’incantesimo. Una parte è in quella catenina e un’altra chissà dove. Credo che quella che hai al collo sia un horcrux – Severus annuì alle parole della figlia –Era proprio ciò che temevo, ma adesso è lampante. Adesso sono vincolato dalla legge degli horcrux, sono come Voldemort, un mostro con l’anima frantumata che non è soggetto ai sentimenti ed è punito a non provarne la dolcezza o a dimostrarla- Severus quasi crollò nella poltrona, Sarah gli prese la mano che era gelida malgrado il focolare a pochi centimetri da lui -Ma forse le lacrime curative hanno aiutato ad alleggerire la pena- Severus le fece una carezza sul viso –Angelo mio, magari fosse così- Sarah si addormentò sulla poltrona accanto a quella del padre che la guardava addormentarsi, e malgrado ci avesse provato, Severus rimase sveglio tutta la notte senza accusare il minimo accenno di sonnolenza ma il suo corpo era distrutto.
Il giorno seguente tornarono a Londra, Elisabeth aveva notato che adesso Sarah e Severus si parlavano e la cosa la rendeva felice. Tornarono a Spinner’s End così che prendessero le cose di Severus nella cantina. Elisabeth non capiva perché il motivo di tanta urgenza, quei due non le avevano spiegato nulla. –Mi spiegate perché ci siamo catapultati qui con tanta urgenza? In una notte avete deciso di fare comunella tagliandomi fuori dalla vostra cerchia?- Sarah la guardò sorridendo –In effetti si- Elisabeth la spinse ironica, Severus intanto iniziò a cercare tra le cose senza soffermarsi troppo, avrebbe trovato l’horcrux a istinto. Elisabeth cercò di vederci chiaro –Almeno posso sapere cosa cerchiamo?- Sarah era anche lei alle prese con gli oggetti –Un horcrux, credo che questo sia il motivo del ritorno di papà- Severus in cuor suo provò una strana sensazione a sentirsi chiamare “papà” ma esteriormente non dava alcun accenno di interessamento. –Tu hai degli horcrux? È per l’anatema che uccide, vero?- Severus annuì –Credo di si, devo sapere qual è l’altro- Elisabeth iniziò a cercare a sua volta –L’altro? E quale hai trovato?- Sarah rispose –La catenina, quella è un horcrux-. Ad un tratto Severus avvertì una presenza, una forza poco distante da loro, proveniva dal muro –Cosa c’è qui?- Sarah spostò delle mattonelle come un rompicapo e poi queste si spalancarono tipo porta e dietro queste c’era una scatola di legno sigillata –L’ho lasciato qui per sicurezza, ho ingegnato Io questo nascondiglio- Elisabeth sorrise – Sei tutta tuo padre-. Aprirono la scatola e vi trovarono il libro del “principe mezzo sangue” –Credo che abbiamo trovato l’altro horcrux, lo percepisco- disse Severus prendendo il libro, Sarah annuì –Questo è un sollievo, nel senso che sia un oggetto. Alle volte un horcrux può essere una persona, come successe con Harry- Severus guardò confuso la ragazza -Ma come fai ad essere tanto informata?- Sarah arrossì –Ho letto i libri che usavi a scuola, quello del principe compreso-. Severus ricordava bene la caccia agli horcrux , sembravano introvabili, quanto tempo per cercarli. Con la magia portarono le cose di Severus a casa Malfoy dove sarebbero tornati la sera seguente.
Mentre ritornavano a Londra Severus si fermò di colpo e si strinse la mano ne petto, il cuore stava quasi per esplodergli –Sev, che cosa ti succede?- chiese Elisabeth preoccupata –IL cuore pulsa troppo forte, brucia da morire- Severus si appoggiò al muro, in bocca avvertiva un sapore amaro come fosse un veleno, quel sapore era nauseante. Ripresero a camminare quando poi inspiegabilmente calò un freddo gelido che portò Sarah ed Elisabeth a tremare,Severus non lo avvertiva minimamente –Ma come è possibile che cambia in due secondi? È incredibile- disse Sarah, lei ed Elisabeth camminavano quasi abbracciate avvolte nel mantello di Severus, che non ne aveva bisogno. Entrarono in un locale per ripararsi dal freddo, quando poi Severus notò un viso conosciuto vicino al bancone, si avvicinò e chiese quando questa persona gli era di schiena – Amanda Pringston?- la donna si girò mentre sorseggiava una birra –Chi lo vuole sapere?- quando vide Severus sgranò gli occhi –Piton?! Dissennatore, cosa ci fai qui?- disse lei scendendo dallo sgabello dov’era seduta, era alta quanto Elisabeth, capelli di media lunghezza castano rossiccio ricci, occhi verdi,una muscolatura più pronunciata –Mi trovavo nei paraggi. Lei è mia moglie, Elisabeth McBradford, e lei è nostra figlia Sarah. Signore, lei è Amanda Pringston, era nei serpeverde con me ad Hogwarts- Elisabeth le strinse la mano cortesemente, Sarah lo stesso.
I quattro si sedettero ad un tavolo, Amanda aveva atteggiamenti un po’ maschili –Ti vedo trasandato, mi sembri un cadavere- disse Amanda, Severus annuì –Infatti vent’anni fa sono morto, ora sono ritornato vincolato dagli horcrux- Amanda parlò a bassa voce –Infatti mi sorprende vederti qui, ricordavo fossi morto. Mi hanno spiegato cosa era successo, Silente era impazzito ma tu fai sempre la cosa giusta. La tua presenza in un certo senso mi rasserena. Sono un auror adesso, Piton, e di questi tempi le cose non vanno bene- Severus si avvicinò per evitare di dover parlare a voce altra –Racconta- anche Sarah ed Elisabeth ascoltarono –Da qualche tempo alcuni del ministero e dintorni si comportano in modo strano, Nocturn Alley è in agitazione e nei momenti più impensabili è sovraffollata di maghi oscuri, ex mangiamorte liberati, lupi mannari, vecchi balordi. Dicono che Voldemort si sia messo un contatto con loro, lo stanno riportando in vita attraverso gli horcrux, ne basta uno per rivitalizzarlo. Ieri durante una riunione è calato improvvisamente il silenzio e ho visto una sagoma muoversi come un fantasma poi sono dovuta fuggire. Ho paura che sia tornato- Severus annuì alle parole di Amanda, Sarah si intromise nella discussione –Voldemort mi ha posseduta per sette anni e più, voleva che lo aiutassi a tornare- Amanda carezzò la ragazza –Povera ragazza, allora questo vuol dire che il pericolo è imminente. Il fatto che sei riuscita ad opporti a lui significa che non è in ottime condizioni. Sarà debole, un punto a nostro favore- Severus scosse la testa –Voldemort non agisce ad istinto, sarà pazzo a non sprovveduto. Lui pianifica alla perfezione le sue tattiche, un piano”B” alla sua sconfitta. Forse questo ritorno era già stato pianificato prima della sua sconfitta, ora vuole tornare. Dobbiamo scoprire dove si nasconde e sconfiggerlo una volta per tutte- Elisabeth aveva le mani tremanti, Amanda si rivolse a Severus –Il ministero è in preda al panico, ha messo tutti gli auror all’erta. Dobbiamo agire subito- quando uscirono dal locale Elisabeth afferrò Severus per il braccio –Non gli permetterò di portati via per l’ennesima volta, non voglio perderti di nuovo- Severus la abbracciò e la baciò –Non succederà, stai tranquilla. Adesso ci sono- Camminarono fino a casa Malfoy, Amanda era con loro, appena entrarono videro Draco seduto nel salotto che leggeva e quando vide Severus scattò in piedi –Sono impazzito- disse il ragazzo, Sarah scosse la testa –Tranquillo, biondo platino. E’ tornato davvero- Lucius sentì la voce della ragazza –Tornato chi?- rimase di sasso quando vide Severus all’entrata della porta, non credeva a ciò che vedeva. –Severus, ma come è possibile?- anche Narcissa era incredula, aveva gli occhi gonfi di lacrime. –Voldemort sta tornando, e io sono legato agli horcrux. Non c’è altro che devi sapere. E poi devo ringraziarvi con tutta l’anima, anche se un po’ frammentata, per quello che avete fatto per Elisabeth e Sarah- Lucius gli poggiò la mano sulla spalla –Era il minimo che potessi fare. Ma cosa intendi per Voldemort è tornato?- Amanda entrò a sua volta –Pringston?- disse Narcissa felice –Narcissa!- lei e Amanda erano grandi amiche ad Hogwarts, anche Bellatrix.
Severus spiegò ai Malfoy cos’era accaduto, intanto quella notte si sollevò una tempesta venuta dal nulla, il vento batteva forte sulle mura della casa; Amanda era rimasta li con loro. Stavano tutti nel salone acanto al camino mentre sentivano il vento fischiare alle finestre con foga, Elisabeth stava stretta a Severus –Il tempo è cambiato di nuovo, come tutte le volte. Pare perseguitarci- nessuno aveva il coraggio di addormentarsi, Severus li rassicurò –Dormite senza timore, Io resto sveglio- Lucius che ormai era ad un passo dal sonno –Resto sveglio anch’io- Draco stava con la moglie e il figlio li accanto agli altri – Anch’Io- Severus scosse la testa –Fate come volte, tanto Io comunque non posso dormire. Gli horcrux ti negano ogni sensazione piacevole o emozione, sonno compreso-.
Quella notte il vento non cessò neanche per un istante, stava cambiando il tempo là fuori, come tutte le altre volte.

To BE CONTINUED

SPOILER (click to view)
Amanda Pringston alias Signourney Weawer Image and video hosting by TinyPic


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sono contenta che piaccia :) grazie dei complimenti :)

tantisimi baci da Serenity VH
 
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Lady of the sea
view post Posted on 30/8/2009, 10:57




woooow che bel capitolo! Solo una domanda stupida...non è possibile in nessuna maniere ricongiungere i pezzi di anima?

Scusa x la domanda stupidissima!
Bravissima
 
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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 30/8/2009, 22:24




Il giorno seguente decisero di recarsi tutti a Nocturn Alley per cercare i mangiamorte, la zona era molto affollata, tutti parlavano di questo maestro ritornato dalla morte. Severus aveva gli occhi aperti, Lucius e Draco stavano attorno a Sarah, Narcissa ed Elisabeth, Amanda poteva guardarsi da se. Si fermarono davanti ad un grosso locale dove entravano accalcati molti maghi e anche ragazzi, cercarono di immischiarsi a loro volta. Videro un volto conosciuto parlare con alcuni maghi, Lucius strinse la bacchetta nella mano –Quello è Grayback, come ha fatto ad uscire da Azkaban?- Amanda si fece avanti e rispose a Lucius –Accanto a lui c’è Francis Moonglow, è uno degli avvocati penali del ministero. Le conoscenze servono davvero- Severus scrutava ogni singolo volto, non conosceva nessuno ma tutti non lasciavano intuire nulla di buono. Ad un tratto un ragazzo sulla ventina chiese a Lucius –Siete qui per unirvi ai mangiamorte?- aveva un blocco in mano e una penna, Lucius rise acido –Ma quanti anni hai ragazzino?- questo prese la bacchetta e gliela puntò contro –Non osare mancarmi di rispetto! Te la farò pagare!- Severus gli afferrò il braccio tanto forte da spezzarglielo, la bacchetta cadde al suolo –Senti moccioso, Io sono stato un mangiamorte prima di te e lasciami dire che non saresti vivo nemmeno dopo due secondi alla presenza dell’oscuro. Ora vai a casa da mammina e restaci- lo scaraventò lontano e si allontanò –Quando si dice politica, Severus è il numero uno- disse sarcastica Elisabeth. Si avvicinarono ad una porta socchiusa dove c’era scritto vietato l’accesso –Ma non per noi- Severus scese delle scale seguito dagli altri, era un corridoio buio che poi dava a delle stanze lungo un altro corridoio, da una di queste sentirono una voce serpentina –Dopo tutto questo tempo, finalmente- Entrarono nella stanza accanto e ascoltarono nel silenzio più totale –Questa volta Potter sarà il primo ad assaggiare la mia collera, così capirà cosa hanno provato i suoi genitori. Cercherò ogni singolo traditore e lo farò piangere di essere nato, come Malfoy. Traditori tutti!- un’altra voce era nella stanza –Mio signore, sono sicuro che questa volta conquisterà il mondo intero. Quello è al sicuro?- Voldemort rispose di botto –Ma certo! Non sono così stupido come voi, ma purtroppo siete umani e commettete degli errori-. La stanza in cui si erano rifugiati era buia, quindi Voldemort anche passandoci davanti non li vide –Sicuro che l’albergo sia vuoto nelle camere?- chiese Voldemort, l’altro rispose –Ma certo, mio signore. Ho espressamente chiesto di sgomberarle- Severus ghignò, aspettò che Voldemort se ne andasse per dire a Lucius –Non ci sono più i mangiamorte di una volta- Lucius annuì –Puoi ben dirlo, sembrano dei bimbetti impauriti- Severus si scorse fuori per vedere chi altri c’era, la strada era deserta e buia.
Avvertì uno spiffero d’aria dalla parte opposta da dove erano entrati, fece luce e vide una vecchia porta infondo al corridoio –Andiamo- gli altri lo seguirono. Scesero altre scale e il buio cresceva, tanto che nemmeno le bacchette davano abbastanza visibilità. Arrivarono poi ad un incrocio di più vie, ce n’erano tre –E adesso dove andiamo?- chiese Sarah, Severus fece un sospiro –Dobbiamo dividerci, non c’è altro modo. I Malfoy andranno a sinistra, Elisabeth, Sarah ed Amanda a destra, e Io proseguirò dritto- Elisabeth gli si avvicinò –Fammi venire con te, potrei aiutarti- Severus le sfiorò il viso con la mano –Ho bisogno che stai con Sarah, stare con me è pericoloso. Lui non può uccidermi, siamo alla pari. Tu hai un horcrux, Io l’altro. Semmai lo incontrate chiamatemi all’istante- Elisabeth lo baciò ma Severus non reagì, come avrebbe fatto di solito. –Scusa, non volevo … - Severus scosse la testa –Purtroppo non posso reagire alle emozioni, mi dispiace amore mio. Ma sappi che ..- non riusciva a dirlo, le parole si strozzavano in gola, non gli era mai successo, Elisabeth gli posò la mano sulle labbra annuendo – Anch’Io- rispose sorridendo. Proseguirono per la strada, Elisabeth prima di entrare nel tunnel guardò Severus che le fece un cenno con la testa, lei gli sorrise poi si avviò anche lui.
Camminarono per quasi un’ora, erano sfiniti, quel tunnel sembrava non finire mai, Sarah si fermò per un momento –Aspetta Amanda, è un’ora che camminiamo, fermiamoci- Elisabeth le fece una carezza, Amanda però era più dura di Elisabeth –Ragazza, il nemico si avvale sul tuo riposo, dobbiamo proseguire- Elisabeth la guardò seria –Siamo in un tunnel da ore, forse tu sei abituata. Ha ragione Sarah, siamo esauste- Amanda si guardò indietro poi guardò Elisabeth –Sei fortunata ad avere Piton, a scuola non era molto amato però era invidiabile nelle sue abilità. Sei davvero fortunata- Amanda riprese a camminare Sarah ed Elisabeth la seguirono –Cosa intendi per fortunata?- chiese Elisabeth, Amanda alzò le spalle –Sa badare a se stesso, è sicuro di se, forte, cosa si può desiderare di più da un uomo?-. Ad un tratto entrarono in una specie di piazza enorme dove c’era un fiume che scorreva sotto un’altra galleria che spariva nel buio, rimasero come immobili per la grandezza di quel luogo –Caspita, è immenso- disse Sarah, Amanda si avvicinò al fiume che aveva un aspetto strano, l’acqua era buia che non lasciava vedere il fondo, sembrava cadere a strapiombo. –Adesso dove andiamo? C’è solo il fiume- Elisabeth si avvicinò a sua volta –Ma quanto è profondo?- Amanda la guardò silenziosa, Elisabeth indietreggiò di alcuni passi –Ci mancano solo gli inferius adesso-. Come entrata c’era soltanto quella che avevano usato loro, chissà dov’erano gli altri.
I Malfoy erano arrivati a loro volta ad un bivio, Draco andò con Narcissa, Lucius da solo, anche loro camminavano da ore. Mentre Severus era arrivato ad una stanza circolare dove c’era una scrivania e dei fogli scritti, li lesse e vi trovò delle cose scritte da Voldemort.
Sarah stava guardandosi intorno quando poi notò una cosa strana nel muro accanto al fiume, come un’iscrizione. C’era scritto : La morte ha solcato queste acque, i morti le abitano. Sarah indietreggiò quando poi urtò contrò qualcuno, si girò di scatto e rimase di pietra –Ti ricordi di me, Sarah?- Elisabeth si girò a sua volta e puntò la bacchetta –Sarah!- la ragazza era immobile trattenuta da Voldemort, Amanda lo puntava a sua volta –Lasciala andare, ti teniamo sotto tiro non hai scampo- disse Amanda, Voldemort rise malefico –E Io mi dovrei far battere da due donne?- Elisabeth rise –Ti sei fatto battere da un ragazzino, tanto vale completare la collezione- Voldemort quasi conficcò il collo di Sarah con la bacchetta, Amanda avanzò –Arrenditi, è finita Voldemort. Ti rispediremo all’inferno- lui scosse la testa Forse ci tornerò, ma voi prima di me- lasciò di scatto Sarah e colpì Amanda al braccio che grondò di sangue,Elisabeth la aiutò, Sarah riprese la bacchetta.
Stavano l’una con le spalle all’altra e guardavano intorno, era sparito ma la sua presenza era percettibile. Ad un tratto Sarah cadde a terra svenuta dopo aver avvertito un colpo alla testa, Amanda colpì il vuoto –Fatti sotto, vigliacco! Corpo a corpo!- ma anche Amanda venne schiantata lontano contro il muro, Elisabeth rimase pietrificata quando sentì un sussurro poco distante da lei –E adesso a noi due- comparve davanti a lei con la bacchetta puntata. Elisabeth fece altrettanto, cercava di chiamare Severus ma non ci riusciva, era terrorizzata.

–Come mai qui? Vuoi finalmente unirti ai mangiamorte? E vedo che tua figlia ha fatto la stessa scelta- disse con voce serpentina, Elisabeth ghignò –No, veramente sono venuta per ucciderti- Voldemort rise maligno –Sapessi com’era comodo il corpo di tua figlia. Adattabile per una possessione, e sapessi piuttosto com’era bella senza abiti addosso- Elisabeth lo guardava con odio –Lurido bastardo, ti faccio passare Io la voglia di ridere- Voldemort abbassò la bacchetta –Ti do un vantaggio, abbasso la bacchetta così che tu possa colpirmi senza problemi. Forza colpisci- Elisabeth vedeva il suo braccio tremare, non riusciva a pronunciare l’incantesimo, era terrorizzata da quegli occhi rossi che la guardavano. Lo vide avvicinarsi a passo lento, lei indietreggiava, quando fu a qualche passo di distanza da lei le parole le uscirono come uno scoppio –Severus!- in quel preciso istante Severus sentì l’eco della voce di Elisabeth, non doveva essere molto lontana, iniziò a correre. Voldemort la guardò confuso –Mi dispiace ma non verrà il tuo principe mezzosangue a salvarti, è morto ormai. Sai Elisabeth, Io non ho mai smesso di amarti, ti ho sempre desiderata- il mago le sfiorò la mano che impugnava la bacchetta, aveva le mani gelide, le abbassò il bracciò così che la bacchetta non potesse puntarlo.
-Non c’è stata una notte che non abbia pensato a te. Ma tu mia hai tradito, e sono disposto a perdonarti. Sai che non perdono mai, ma per te lo farei- si avvicinò con quelle labbra sottili a quelle di Elisabeth che si scansò –Tu hai gli horcrux, non puoi amare. Non puoi provare sentimenti- lui rimase stupito della risposta –Tu che ne sai?- Elisabeth lo fissò negli occhi con odio puro –Severus è tornato, e ti distruggerà- Voldemort le strinse il braccio –Allora anche lui avrà degli horcrux, anche lui non può amare. Ma Io riesco a controllarli ormai … ritorna mia Elisabeth - cercò di baciarla di nuovo ma lei disse qualcosa quando le loro labbra erano vicinissime –Preferisco morire che tua- Voldemort vide che lei teneva serrato con l’altro braccio la borsa al collo, la aprì di scatto e tirò fuori il libro del principe mezzosangue. – Dunque? Cos’è? Un horcrux del tuo amato Severus? Il famoso libro del principe mezzosangue? Costui è una leggenda- Elisabeth era rimasta immobile, pietrificata, Voldemort ammirava il libro che non era altro che un libro di scuola. –Magie da marmocchi, non è niente. Che delusione, tanto vale bruciarlo- Elisabeth lo colpì con la bacchetta – Depulso !- Voldemort sbatté contr

Voldemort sbatté contro il muro e lasciò il libro, Elisabeth fece per correre a prenderlo ma poi sentì Severus chiamarla urlando –Elisabeth! – lei si voltò abbassando la bacchetta, ma proprio nel momento in cui si voltò per colpire Voldemort questi era già in piedi davanti a lei; Severus correva più che poteva, vide Voldemort avvicinarsi ad Elisabeth e puntarle la bacchetta al petto –Io non perdono mai- le disse con voce scura, Severus la chiamò di nuovo –Elisabeth! Vattene!- Voldemort parlò con l’eco della voce di Severus che rimbombava nella caverna –Avada kedavra!- Elisabeth venne colpita al petto dall’incantesimo, il fascio di luce verde quasi accecò Severus che corse ancora più velocemente –Elisabeth! No!-. La vide stesa a terra immobile con gli occhi spalancati, si gettò a terra e la strinse; Voldemort era ancora in piedi davanti al corpo della donna. Severus si sentiva scoppiare dentro, non riusciva ne a gridare ne a piangere, era tutta un’esplosione interna, stringeva Elisabeth più forte che poteva. Voldemort fece un ghigno e riprese il libro –Bentornato, Piton. O forse dovrei chiamarti Principe Mezzosangue?- Severus lo guardò e in cuor suo sentiva una tremenda voglia di vederlo sanguinare da ogni singola parte del corpo. Voldemort sfogliava il libro –Anche tu sei vincolato dagli horcrux, vero? Che sensazione ti sembra? Immagino che adesso vorrai disperarti, piangere, picchiarmi fino a farmi morire .. ma non puoi farlo, sai?- fece un ghigno malefico, Severus teneva stretta Elisabeth e distolse lo sguardo da Voldemort. Questo prese la bacchetta e la puntò contro il libro –Mi dispiace Severus, ma oggi due punti vanno a me- Severus disse guardandolo –Distruggilo allora, perché senza di lei nulla ha più importanza- Voldemort sollevò le spalle –Detto fatto- e il libro prese fuoco, Severus avvertì come se venisse tirato dalle interiora verso l’esterno, era doloroso ma durava per poco tempo. Voldemort gli sussurrò –Ti voglio far soffrire lentamente, per avermi tradito “uomo di Silente”. Così ti ha chiamato Potter. Ora con tua moglie e distruggendo un pezzo della tua lurida anima mezzosangue. Poi passerò a tua figlia. Farò in modo che sarai tu stesso a distruggere gli horcrux, e Io sono tornato. Questa volta è meglio che guardi la tua famiglia piuttosto che Potter, schifoso mezzosangue- Severus fece un ghigno –Tom, tu sei mezzosangue quanto me. Tu padre era un babbano, quindi anche il tuo sangue è infetto- Voldemort fece una risata diabolica –Ma loro ti hanno infettato il punto debole degli umani … ti hanno dato l’amore- Severus strinse Elisabeth nel sentire la voce sarcastica e serpentina di Voldemort. L’Oscuro si allontanò e disse –Ci rivedremo, Principe. Molto presto- e detto sparì.
Severus rimase lì per terra ad accarezzare il viso ormai gelido di Elisabeth, Sarah quando riprese conoscenza si gettò accanto a Severus a piangere, Amanda cercò di calmarla. Severus le chiese rabbioso –Perché non mi avete chiamato prima?! Potevo accorrere prima!- Amanda abbracciava Sarah che era persa nelle lacrime –Ci ha colto di sorpresa, non abbiamo avuto il tempo. Severus mi dispiace- Severus voleva baciare le labbra di Elisabeth ma non ci riusciva, quei dannati horcrux lo tenevano come incatenato. Amanda vide il libro bruciato accanto a lui –Ma cosa è successo al libro? Perché è bruciato?- Severus rispose –Voldemort lo ha preso e lo ha bruciato, lui sa degli horcrux- Amanda sgranò gli occhi –Quindi la tua vita ora risiede in quella catenina?- Severus annuì prendendo Elisabeth in braccio e iniziando ad uscire da quel posto –Andiamo via da qui, troviamo Lucius e andiamo via-.
I Malfoy li ritrovarono all’inizio del bivio e si materializzarono tutti a casa loro.
Severus portò Elisabeth nella soffitta di casa Malfoy, non voleva sotterrarla, non voleva perderla.
Lucius lo trovò inginocchiato davanti al suo corpo che sussurrava qualcosa, gli si avvicinò con lentezza per non disturbarlo. Severus lo guardò che aveva gli occhi rossi quasi come quelli di Voldemort, Lucius trasalì nel vederli –Sto diventando come lui, Lucius?- Malfoy si sedette accanto a lui –No Severus, non potresti mai- Severus guardò ancora Elisabeth –Perché anche in questo stato è così bella? Non voglio sotterrarla, la terra non la merita- Lucius deglutì –Prima o poi dovrai metterla in un posto adatto, non può restare qui- Severus si alzò e guardò la sua immagine riflessa in uno specchio –Guardami Lucius. Sono il Severus di venti anni fa? Ho le sue sembianze ma non sono lui. Quel Severus avrebbe reagito contro Voldemort, gli avrebbe staccato la testa con le mani, cavato gli occhi, squartato .. ma Io cosa ho fatto? Ho permesso che mi colpisse più volte. La morte mi ha reso vulnerabile. Sono debole! Presto toccherà a mia figlia?!- Lucius lo guardò –Non sei vulnerabile, Severus. Abbiamo tralasciato che potesse essere tornato in forma normale- Severus afferrò Lucius per il colletto con una forza che non aveva mai avuto –E quest’errore ci è costata la vita di Elisabeth. Ho perso mia moglie Lucius! Cosa faresti se fosse Narcissa? L’ho persa, e non ho fatto niente per fermarlo- lo lasciò lentamente, Lucius tossì più volte. Forse l’unico sentimento che era concesso dagli horcrux era l’ira. Lucius cercò di farlo ragionare –Non l’hai persa. Hai creato quella pozione, me l’ha detto Sarah. Usa quella e riportala in vita!- Severus abbassò la testa –La ricetta era nel libro che Voldemort ha distrutto, ormai è perduta- Lucius sospirò.
Ma poi Severus trovò una possibile soluzione –Ma se Voldemort è tornato, vuol dire che l’ha bevuta. E probabilmente ne ha dell’altra, uno come lui preferisce abbondare con pozioni tanto utili. Dobbiamo prenderla e darla ad Elisabeth – Lucius annuì –E’ perfetto, ma questa volta saremo più preparati. Ora sappiamo dove si nasconde. Mentre camminavo ho visto più gallerie che accedevano alla mia, probabilmente quei tunnel collegano più parti della zona probabilmente, così che lui non sia costretto ad uscire fuori- Severus annuì ironico –Un parassita fino alla fine. Almeno abbiamo come agire, ma dobbiamo sbrigarci. Finché il mondo esterno non sa nulla sarà meglio- Lucius fece per tornare giù –Vado ad avvisare. E comunque , ti consiglio di stare con Sarah- Severus annuì.
Si avvicinò di nuovo ad Elisabeth e le sfiorò il viso con la mano –Non ti lascio andare via da me. Ti riporterò qui accanto a me, te lo giuro – e detto se ne andò.

TO BE CNTINUED

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Credo di no, altrimenti Voldemort avrebbe fatto di tutto per ricongiungerla.
Spero stia piacendo.

Grazie

Serenity VH
 
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Lady of the sea
view post Posted on 30/8/2009, 22:29




e mi lasci così?! E mò?!
Brava
 
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Serenity_Van Helsing
view post Posted on 19/9/2009, 19:24




Sarah stava dormendo sul letto di Draco, si vedevano le lenzuola bagnate dalle lacrime e le sue guance rosse, Severus non volle svegliarla. Nel guardare sue figlia così triste provò un dolore inimmaginabile, prima aveva perso Elisabeth, ora quando avrebbe perso Sarah? Lui ed Elisabeth avevano aspettato tantissimo tempo per poterla avere, il loro amore aveva preso forma ma adesso lei non c’era. Severus sentì i suoi occhi bruciargli, come le fiamme, come quella sera prima, ma adesso non riusciva a trattenersi, solo quando si sentì gli occhi quasi squagliarsi si fermò. Pensò, tenendo gli occhi serrati, aveva rischiato troppo, oltre ad Elisabeth potevano essere uccisi anche gli altri, Sarah compresa. Non poteva rischiare ulteriormente, il pericolo era troppo grande, lui e Voldemort avrebbero giocato alla pari. Prese la sua bacchetta ed uscì senza avvisare i Malfoy, solo Narcissa se en accorse della sua fuga. –Severus! Ma dove diavolo vai?- chiese lei scendendo le scale con indosso una vestaglia di raso verde smeraldo, Severus la fermò tendendo la mano –Non posso rischiare che vi accada qualcosa, Devo salvare Elisabeth e domani potrebbe essere troppo tardi. Tu sei la madrina di Sarah, resta con lei e non dire nulla. Sarò di ritorno domattina- e detto scomparve.
Arrivò a Nocturn Alley ed entrò subito nel locale del giorno precedente, era disposto ad uccidere chiunque si mettesse fra lui e Voldemort, tanto ormai la sua anima era già spezzata, tanto valeva andare avanti.
Ritornò nella grotta del fiume, ma adesso c’era l’altra parte del fiume che portava ad un’altra strade che l’altro giorno non c’era, era una strada buia, Severus usò un incantesimo lumos maxima per fare luce. Vide una scala di marmo infondo ad un corridoio e al termine di questa vide una porta aperta, Severus sorvolò all’altra sponda del fiume e iniziò ad incamminarsi.
Ad un tratto dalla porta vide una luce violetta, non si fermò ma non aveva idea di cosa potesse essere, solo una volta aveva visto quella luce ma la faccenda non era delle migliori. Appena oltrepassata la porta si ritrovò in una stanza buia, talmente buia che nemmeno il lumos maxima bastava. Cercò di mandare la luce più lontano ma questa si fermò dopo alcuni secondi, il luogo era molto grande; sotto quella locanda a Nocturn Alley si nascondeva una vera e propria città sotterranea. Severus avanzò ancora quando poi in lontananza vide uno squarcio di luce, come se la parete si aprisse, non aveva dove nascondersi quindi poteva solo attendere; spense la luce della bacchetta e aspettò nel buio più totale.
Vide Voldemort avvicinarsi barcollante, aveva un aspetto strano, Severus gli teneva la bacchetta puntata contro mentre quello a testa bassa avanzava inconsapevole della presenza di Piton.
Ad un tratto questo alzò lo sguardo verso lo squarcio di luce e fece una risata mista a malvagità e dolore, Severus avanzò ancora senza abbassare il braccio. Voldemort si voltò nella direzione di Severus, che si fermò di colpo, e disse con voce serpentina –Tu non demordi mai, vero? Pensavo che ti saresti suicidato. Ma se vuoi ti do una mano Io- disse l’Oscuro prendendo la sua bacchetta,Severus gli si avvicinò di più –Sarai tu ad implorarmi di morire, Riddle!- Voldemort scoccò l edita e la immensa sala si illuminò, era una caverna che sembrava dorata e questa era illuminata da fiaccole tutt’intorno. Severus guardò Voldemort e si sentì crollare il mondo addosso, quello aveva acquisito forma umana, era tonato umano, non era più vincolato dagli horcrux. –Ti sei visto allo specchio, Piton? I tuoi occhi, sono rossi come il sangue … spero che diventerai un degno successore- disse Voldemort ghignando ma Severus scosse la testa –Mai! Te la farò pagare per tutto quello che hai fatto. Adesso arriva la mia vendetta- Voldemort teneva sulle labbra quel ghigno malefico –Io lo so cosa provi, Severus. Io e te siamo identici, siamo legato da uno stesso fato. I nostri padri ci hanno messo al mondo con l’inganno, ci ritenevano degli aborti di natura. Possiamo dimostrargli il contrario, insieme faremo grandi cose, tu ed io possiamo governare il mondo intero, l’universo e anche di più- Severus abbassò il braccio lentamente. Voldemort non errava, in quel momento erano come identici, i loro destini sembravano gli stessi, le loro vite e i loro caratteri. –Tu per me sei stato un maestro, non posso negare che tu mi hai insegnato tante cose. Io ti ho conosciuto sotto un aspetto che quasi nessuno conosceva- Voldemort avanzò –Esatto, potresti mostrarmi un minimo di riconoscenza- Severus si sollevò la manica della giacca del braccio sinistro e vide che il marchio non c’era. Si sentiva più libero al vederlo vuoto, ma se questo lo avrebbe aiutato a salvare Elisabeth sarebbe stato disposto a sacrificare la sua stessa vita, o quella che gli restava. Poi ad un tratto mentre avanzava sentì come un ostacolo che gli premeva sul petto, come fosse una sbarra, Severus cercò di avanzare ma era inutile.-“Severus!”- sentì Piton nella testa come uno scoppio, indietreggiò di qualche passo da Voldemort come se fosse stato spinto con forza –“Non devi ascoltarlo. Questo bastardo ti ha ucciso, ti ha portato via da Elisabeth per due volte e sarebbe disposto a rifarlo in ogni momento. Non ascoltarlo, voi non siete uguali!”- era la voce di Tobias Piton, ma come riusciva a parlargli nella mente. Severus sentì una fitta al petto –“Ho potuto dire ogni cosa … ma non sono mai stato deluso da te. Non ti ho mai ritenuto un aborto di natura; Santo cielo sei mio figlio!”- Voldemort scosse la testa per il comportamento strano di Piton –Principe, che ti succede? Tu, Mezzosangue!- Severus fece un respiro profondo e disse sorridendo a Voldemort –Sai Tom, Io e te siamo simili .. ma tu sei il più debole- Voldemort prese la bacchetta –Smettila di dire idiozie, mezzosangue. Tu sei debole! Tu che piagnucoli per la morte di Silente, ti ho visto una volta. Sei un assassino! Proprio come me, siamo legati dal destino- Severus abbassò la bacchetta –E’ proprio questo il punto io piagnucolo, frigno, piango, come ti pare, ma almeno so cosa vuol dire soffrire per amore. Io ho amato, e amo tutt’ora Elisabeth. Sarah è l’amore mio e di Elisabeth che prende forma. Lily è l’unica che ho amato come una sorella, e Lucius è come se fosse un fratello- Voldemort aveva il braccio tremante dalla collera –E moriranno tutti, sarai tu ad ucciderli, Assassino! Non ho bisogno di loro, Io sono Lord Voldemort e sono il mago più potente del mondo!- disse Voldemort, folle. Severus non lasciò la sua espressione –E poi, un’altra cosa ci differenzia. Io so come si vive da babbani, e credimi è il mondo più difficile della terra. Se ti ferisci non hai pozioni che ti rimarginano, aspetti che la natura faccia il suo corso. Se devi spostarti da un posto ad un altro non c’è la metro polvere o lo smaterializzarsi, ti muovi e ci vai. E se vuoi far innamorare qualcuno di te .. non ci sono pozioni che lo fanno al posto tuo- Voldemort aveva gli occhi rossi come il fuoco, mentre quelli di Severus tornavano come prima. –Piantala, mezzosangue! Farai la fine delle tue amate Lily e Elisabeth.. le raggiungerai presto- Voldemort stava per dire l’incantesimo ma Severus prese da sotto la giacca la pistola che utilizzò anni prima per uccidere due mangiamorte e sparò a Voldemort prima che quello potesse reagire, il colpo lo prese al petto-E inoltre, sanno difendersi meglio dei maghi- disse Severus sparando una seconda volta ma questa volta alla spalla, Voldemort cadde a terra immobile. Severus gli si avvicinò e lo afferrò alla gola –E adesso? Ora che non sei più protetto dagli horcrux? Ti avviso che morirai, la pozione che probabilmente hai preso comunque non ti salva se vieni sparato al cuore. Vedrai che sarà il sollievo ai tuoi dolori- Voldemort si aggrappò al polso di Severus e fece per sussurrare l’incantesimo – Avad..- ma Severus con l’altro braccio gli fermò il polso che stava per puntarlo con la bacchetta –Non credo proprio. Adesso me ne starò qui ad aspettare che i tuoi occhi perdano quel poco di luce che gli restava e ti fisserò così che il mio sguardo ti tormenterà per l’eternità nel caso ti venisse la grande idea di ritornare- Voldemort tremava mentre Severus gli stringeva il collo con la mano. Gli occhi di Severus penetravano quelli di Voldemort come un coltello che trafigge la carne, fino a quando la mano di Voldemort non cadde al suolo a peso morto e l’oscuro non si mosse più.
Severus strinse ancora di più la mano che teneva il collo dell’oscuro, la rabbia che provava per avergli portato via Elisabeth e l’integrità della sua anima, ora la vendetta era giunta. Ora doveva trovare la pozione, mentre si allontanò dal corpo dell’oscuro riprese l’arma e sparò verso la testa; giusto per sicurezza.
La parete si aprì nuovamente e Severus vide giù a una discesa Villa Riddle, quelle gallerie erano davvero infinite. Ovviamente, non c’era altro posto dove Voldemort avrebbe potuto nascondere una pozione di quel tipo.
Il mattino seguente, Sarah scese nella cucina di casa Malfoy per fare colazione, entrò nella stanza che vide Narcissa seduta al tavolo –Già sveglia?- chiese la ragazza che si sedette a sua volta. Narcissa le fece una carezza, aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi, probabilmente non aveva dormito. –Come mai non hai dormito? Se ci sono riuscita Io vuol dire che ci puoi riuscire anche tu- disse Sarah ironica anche se dalle sue labbra non si creava alcuna forma di sorriso –Cara, ero solo scossa, tutto qui- Sarah si guardò intorno –Mio padre dov’è?- Narcissa sospirò –E’ uscito ieri notte, credo sia andato da Voldemort - in quel momento si sentirono dei passi veloci scendere la scala, era Lucius. – Dov’è Severus? Ha trovato il modo di salvare Elisabeth!- disse Lucius euforico, Narcissa abbassò lo sguardo –Credo che ti ha preceduto, se n’è andato ieri notte. Non voleva rischiare altre perdite- Lucius rimase di sasso, Sarah silenziosa. Qualche ora più tardi, la porta dell’ingresso si aprì e si richiuse sbattendo, tutti i Malfoy e Sarah corsero all’ingresso. Trovarono Severus con un laccio legato alla gamba destra che sanguinava e teneva serrate due fialette nella mano sinistra, Lucius lo aiutò a tenersi in piedi –Ma dove sei andato?- Severus fece una carezza a Sarah che lo guardava seria –Avevo promesso di tornare, e poi sono già morto quindi non posso morire di nuovo, tranquilli- Severus andò in soffitta e non perse tempo nel dare la pozione ad Elisabeth. Sarah lo seguì –E se avessi perso di nuovo anche te? Non ci pensi che Io ho avuto paura? Insomma cosa ti dice il cervello?- Severus non la ascoltò, versò la pozione attraverso le labbra di Elisabeth sperando che non fosse troppo tardi, Sarah riconobbe il liquido. I secondi diventarono ore interminabili, Severus sperava che Elisabeth aprisse gli occhi, Sarah rimase immobile aspettando un solo segno che sua madre si riprendesse. Ad un tratto il corpo di Elisabeth iniziò ad illuminarsi, un colore bluastro che man mano diventava più intenso, fino ad emanare un bagliore di luce violetto, come quello della caverna. Sarah ne rimase quasi accecata ma Severus non distolse lo sguardo per un solo momento, quella luce riempì la stanza quasi da farla esplodere.
Fece un respiro profondo che prese metà dell’aria, si sentiva come risvegliata da un lungo sonno, ricordava Voldemort che la puntava con la bacchetta e Severus che correva verso di lei, tutto il resto era buio. Aprì gli occhi e vide Severus accanto a lei, Sarah era alle sue spalle, era distesa in una stanza polverosa, tutti e due avevano uno sguardo perso nella sua immagine. –Tesoro, cosa è successo?- chiese lei a Severus che aveva gli occhi lucidi, Sarah abbracciò il padre dalla spalle –Tu hai sposato un genio di primo ordine- Severus sorrise e fece una carezza ad Elisabeth, la sua guancia era tornata calda. –Ma cosa è successo?- chiese la donna mettendosi a sedere, Severus rispose –Voldemort ti aveva uccisa, ti ho dato la pozione che riporta in vita- Elisabeth vide la gamba di Severus sanguinante –Cosa ti è successo?- lui sorrise –Voldemort aveva un cane da guardia a tre teste, mi sa che è il cucciolo di quel bastardo del cane di Hagrid. Tale padre tale figlio- Sarah abbracciò la madre, Severus le guardò felice –Adesso è davvero finita, e che ci voleva-.
Severus si stese sul letto della sua stanza, si era medicato la gamba, Elisabeth lo raggiunse dopo la cena con i Malfoy, si stese accanto a lui. –Adesso voglio una vacanza, fino a gennaio dell’anno prossimo- Severus annuì; era ancora vincolato dagli horcrux. Elisabeth si avvicinò per baciarlo ma Severus si scansò –Ti ho detto che non posso provare emozioni, non posso nemmeno baciarti. Ho avuto molta paura, stavo per perderti davvero- Elisabeth gli posò la mano sulle labbra –Non baciarmi tu, ti bacio Io. Non ci divideremo mai più- e detto lo baciò ma Severus non reagiva minimamente. Quando Elisabeth si allontanò lui le chiese sospirando –Vuoi sposarmi? Tanto sono già morto, di certo la morte non potrà separarci- Elisabeth sorrise gioiosa, e dando un altro bacio a Severus –Lo voglio- questo riuscì a ricambiarlo, era riuscito a sconfiggere la volontà degli horcrux ma per qualche secondo –Scusami- disse lui allontanandosi da Elisabeth –Pian piano ci farò l’abitudine- Elisabeth gli fece una carezza –Vorrà dire che ti bacerò Io-. Rimasero abbracciati tutta la notte, ripensando a tutto quello che era successo nella loro storia, cose belle e cose brutte. Adesso Voldemort non sarebbe più tornato, e loro avrebbero vissuto in pace la loro vita, anche se Severus restava vincolato alla sua catenina, lui, Elisabeth e Sarah poterono di nuovo vivere come una famiglia.

THE END

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scusate il ritardo dell apubblicazione. Spero vi sia piacuta:)
tantissimi baci e un grazie immenso

by Serena :)
 
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10 replies since 25/8/2009, 14:33   112 views
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