| Scusate, ho cancellato per sbaglio il messaggio, l'ho rimesso...
Che vergogna... volevo sistemare un errore di ortografia ma alla fine ho fatto uno dei miei soliti casini...
Scusate ancora, e grazie per i commenti precedenti riguardanti lo stesso capitolo... sorry
Un timido raggio di sole filtrava dalle tende della finestra, nella camera dove Severus si era appena svegliato. Non aveva dormito molto, ma quel poco gli bastava per poter affrontare la giornata. Si alzò dal letto e guardò l’orologio sulla parete. Le 7.00 di mattina. Non avrebbe fatto colazione a Hogwarts, perciò si diresse svelto verso la cucina, deciso a non metterci molto neanche a mangiare. Odiava essere in ritardo, e di certo non voleva dar soddisfazione ai suoi studenti, ai quali puniva ogni loro mancanza, nel vederlo arrivare dopo. Si guardò intorno, camminando per la casa, mentre beveva il suo succo di zucca mattutino. Lily se ne era andata, ed era una cosa più che prevedibile, pensò, anche perché non aveva motivo di restare, ma doveva tornare a Bath. Anche se con questa convinzione, Severus si rese conto che gli sarebbe piaciuto lei rimanesse. Magari avrebbe dormito sulla poltrona, passato il tempo a leggere qualche suo libro, oppure sarebbe restata al suo fianco... Cercò di pensare ad altro, mentre si preparava per le lezioni di quel giorno. Stava raccogliendo i compiti che aveva lasciato nello studio qualche sera prima, quando con una occhiata distratta, notò un biglietto sopra la sua scrivania, che prima aveva del tutto ignorato. Lo prese tra le mani e lo aprì. Poche parole erano state scritte sul foglio di carta.
Mi dispiace essere andata via senza dire nulla, ma non volevo rubarti le poche ore di riposo che ti restavano. Devo assolutamente sapere come stanno gli altri. Mi raccomando, vai da Madama Chips, non voglio sentirmi in colpa, se non fossi stata in grado di curarti a dovere. Grazie di tutto. Lily
Severus restò per qualche istante immobile, a fissare il biglietto. Non sentiva per niente il bisogno di farsi visitare, ora le ferite e la schiena facevano meno male, dopo che era stato curato da lei. Ripensò a quello che era successo qualche ora prima, agli occhi di Lily, alle sue mani, al suo profumo che mai come in quel momento aveva sentito così vicino. No, non c’era bisogno di andare da Madama Chips. Ripose il biglietto in uno dei cassetti, e si diresse verso l’uscita di casa. Non doveva permettere di farsi distrarre da simili pensieri, non poteva continuare a pensare a lei, sarebbe stata una tortura. Aprì la porta di casa, e una brezza fredda di inizio Ottobre gli accarezzò il viso. Un’ altra giornata da insegnante lo aspettava.
(( Niente di grave, vero?)) chiese Lily. Molly le sorrise amabilmente. (( Niente. Si riprenderanno molto presto, anche io ero molto preoccupata, ma alla fine se la sono cavata)). Le avevano raccontato quello che era successo, la battaglia al Ministero e lo scontro di Villa Malfoy, e tutti, a quanto pareva, erano tornati. Si sentiva in debito per ciò che avevano fatto per lei, che invece aveva creato quella spiacevole situazione. Lily guardò angosciata Sirius, seduto sul divano, con un braccio fasciato. (( Stiamo tutti abbastanza bene, davvero)) le disse. Lei osservò gli altri nella stanza, che la guardavano. Fred e Alice le sorridevano, sembravano felici, anche se non nel pieno della forma. Lupin si avvicinò a Lily, e le posò la mano sulla spalla, cercando di rassicurarla. (( Tu, piuttosto, stai bene?)) chiese. (( Si, ma io avrei voluto aiutarvi...)). La porta della camera si aprì, e James, con una delle espressioni più felici del mondo, corse da Lily e l’ abbracciò. (( Sei qui, sei salva!)). Lily si sentiva soffocare in quella stretta, ma ricambiò l’abbraccio, sorridendo. James la liberò e la guardò intensamente negli occhi. (( Si, ma...)), Lily non ebbe neanche il tempo di rispondere, interrotta da James, in stato confusionale. (( Non hai idea di quanto fossi preoccupato. Credevo che tu... Se solo avessi preso io la zona ovest del Ministero)). Lily accarezzò il suo viso, per tranquillizzarlo. (( Non pensare che sia colpa tua. Io sono stata una stupida a fidarmi di Peter, dopo tutto quel tempo...)). (( Codaliscia ha avuto quello che si meritava...)) disse Sirius, (( Se lo ricorderà per molto tempo)). Lily lo guardò perplessa, e lui le rispose con un sorriso beffardo.
Era bello tornare alla normalità. Anche se in sé non era una vita libera e spensierata, la sensazione era quella di tranquillità, seppur temporanea. Quella sera, la cena era stata piacevole. Era come se tutti si fossero dimenticati i loro dolori passati e le loro paure future, abbandonandosi ad un momento di allegria ed evasione. Lily stava aiutando a mettere in ordine la cucina, insieme ai coinquilini della casa, e alcuni ospiti che si erano offerti. Nessuno si aspettava che da un momento all’altro qualcuno sarebbe entrato nell’appartamento, ma una visita inaspettata colse tutti di sorpresa. Il campanello di casa suonò, segno che chi attendeva di essere ricevuto non fosse pericoloso, perché era molto difficile riuscire ad individuare l’abitazione. Lily andò ad aprire la porta e, felicemente stupita, si trovò davanti due persone che non si sarebbe mai aspettata di rivedere. (( Mary! Albert!)). La ragazza l’abbracciò. Lily non poteva credere che alla fine, anche loro ce l’avessero fatta. Li fece accomodare in salotto, offrendo loro un dolce e qualcosa da bere. Osservò i loro volti, i capelli ricci e mielati di Mary, e l’espressione d’inadeguatezza di Albert. Non sembravano particolarmente provati, e di questo Lily fu più che contenta. (( Mi dispiace per quello che è successo... l’ultima volta che ci siamo visti)) disse Albert. Lily ricordò il loro ultimo incontro, il suo pressante interrogatorio, e il volto impaurito di lui. (( Non preoccuparti. L’importante è che Mary sia tornata)) disse. Sorrise gentilmente a Mary. (( Anche tu però sei stata presa... mi dispiace Lily, se penso che hai passato le stesse cose)) disse la ragazza. Non era proprio così, pensò Lily. Mary sicuramente aveva trascorso momenti peggiori rispetto a lei, che aveva potuto contare sull’appoggio di un’altra persona. Non se la sentiva, però, di raccontare ciò che era successo poco tempo prima, e così, cambiò discorso. Parlarono d’altro, di quelle cose che solitamente si parla in diverse circostanze, in momenti più sereni. Mary seguì Lily in cucina, mentre Albert e gli altri continuavano le loro conversazioni nell’altra stanza. Presero una tazza di tè, ridendo spensierate di cose futili e quotidiane. In uno dei pochi attimi di silenzio, Mary colse l’occasione per fare all’amica una domanda che voleva fare da prima. (( Lo so che non è piacevole riparlarne, Lily, ma vorrei sapere se davvero non è successo niente di grave, in quei giorni)). Lily la guardò negli occhi, distogliendo poco dopo lo sguardo, spiazzata dalla situazione che avrebbe preferito evitare. (( Ecco... io...)). Non sapeva cosa rispondere, le faceva male dirle che in realtà lei era stata aiutata. (( Voglio solo sapere se è successo qualcosa di preoccupante)) disse Mary. (( No. Niente di preoccupante)) rispose infine, in tono vacuo. (( Sai, Lily, non ci speravo neanche io, pensavo che tutto sarebbe finito, e invece ora sono qui, come te)). Lily annuì, sorseggiando il suo tè, facendo perdere il suo sguardo altrove. Mary sembrava particolarmente entusiasta di parlare di quanto fosse stato difficile, di quanto fossero fortunate. I suoi discorsi continuavano a riempire l’aria, mentre Lily cercava di non sentire neanche una sillaba, focalizzando la sua attenzione su altri pensieri. Non voleva scoprire altro, non voleva venire a conoscenza di quanto i suoi giorni fossero stati terribili, in confronto ai suoi. Non era rispettoso nei riguardi di Mary, ignorarla, ma sentiva che le sue parole avrebbero aumentato il peso che si portava addosso, si sarebbero sommate a tutti i suoi sensi di colpa e ai suoi debiti morali. (( ...e se non ci fosse stato lui, non so proprio come mi sarei salvata)). Lily, che fissava distrattamente la tazza di tè che stava mescolando, recepì l’ultima frase come una scossa elettrica di curiosità. Guardò Mary, disorientata, mentre lei continuava a parlare. (( Aspetta... )) disse, (( chi è che ti ha salvata?)). L’amica si interruppe, guardandola con una nota di serietà. (( Te l’ho già detto, Severus Piton)). Lily rimase scioccata dalla notizia. Era stato lui. Fece scorrere i suoi ricordi nella testa, chiedendosi come aveva fatto a non capire prima che era l’unica persona che poteva riuscirci. Ma certo, quello che pensava avesse minacciato Albert, il signor “Lui”, non era altri che Severus. In effetti, lo si poteva considerare un Mangiamorte, e questo spiegava lo stato di inquietudine del marito di Mary qualche settimana prima. (( Lily...)). Ritornò alla realtà, richiamata dalla ragazza. (( Non credo che voglia che si sappia, forse ho sbagliato a dirtelo)) disse. (( No, anche io sono stata salvata da lui. Ma è meglio che tu non lo dica a nessun altro)) disse Lily. Il volto di Mary si illuminò, felice di sapere che anche lei era riuscita a scappare allo stesso modo. (( Non ho alcuna intenzione di dirlo a qualcun altro, certo)). Ritornò a parlare spensierata. (( Strano vero? All’inizio non mi fidavo affatto di lui, ma mi sono dovuta ricredere)) disse poi. Lily sorrise, assorta in pensieri confusi nella sua mente. (( Già. Mi sono dovuta ricredere anch’io)).
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