Grazie ragazze! Siete troppo gentili! *me lusingata, saltella felice per tutta la stanza*!
Vi posto il secondo capitolo. Spero che vi piaccia!
Cap. 2
The potions masters
Il mattino seguente, Isennatt si alzò e si vestì velocemente per andare a fare colazione. Mentre scendeva incontrò Altair che, come lei, si stava dirigendo nella sala grande per mangiare prima dell’inizio delle lezioni.
<<ti dona molto la divisa verde e argento.>> commentò l’amica mentre girava attorno a Isennatt per guardarla da tutte le angolazioni. <<si vede lontano un miglio che sei nata per fare parte di serpeverde.>> aggiunse sorridendo.
“La solita adulatrice! È quasi peggio di sua madre!” pensò seccata Isennatt.
Andarono a sedersi insieme ad alcuni amici di Altair, tra cui: Marcus Flitt, un alunno del quinto anno che giocava nella squadra di quidditch, e Adrian Pucey, un altro giocatore della squadra di serpeverde.
Prima del loro arrivo stavano discutendo del fatto che la squadra di Grifondoro non aveva ancora trovato un cercatore e che probabilmente avrebbero di nuovo vinto la coppa.
<<che cos’hai come prima lezione?>> mi chiese Altair per fare un po’ di conversazione.
<<storia della magia.>>
L’amica sbuffò. <<il professor Rüf è una noia mortale.>>
<<qual è il tuo insegnante preferito?>> chiese Isennatt poco interessata.
<<il professore di pozioni: Severus Piton.>> disse con un luccichio negli occhi. <<È un uomo molto affascinante.>> aveva un’aria sognante e sembrava persa in chissà quale mondo.
<<ma tu non eri innamorata di Lucius Malfoy?>> chiese divertita Isennatt.
L’amica si risvegliò e guardò la ragazza.
<<certo!>> disse decisa. <<stavo solo dicendo che anche il nostro professore non sarebbe da scartare subito.>>
<<ti farò sapere una mio opinione più tardi perché ho lezione con lui alla terza ora.>>
Dieci minuti prima dell’inizio delle lezioni si alzarono e si diressero verso le rispettive aule.
Isennatt era una ragazza che amava stare per conto suo per cui non le dispiaceva il fatto di non conoscere nessuno della sua classe.
Come le aveva fatto presente Altair, il professore di storia della magia era estremamente noioso e per di più parlava con un tono di voce che ti faceva venire voglia di dormire solo ascoltandolo. Isennatt si era aspettata che il professore l’avrebbe presentata ma non fu così quindi lei si dedicò ad un’attività decisamente più utile: disegnare su una pergamena.
La lezione di storia della magia durò due ore e appena queste terminarono i ragazzi schizzarono fuori dalla classe.
I corridoi erano affollati dagli studenti che si dirigevano verso l’aula della prossima lezione.
Isennatt aveva quasi raggiunto i sotterranei quando si scontrò con qualcuno che la fece cadere a terra.
<<stai attento a dove cammini...>> stava urlando furiosa contro quello che le era venuto addosso ma quando riconobbe Draco si limitò a guardarlo sorpresa. <<ciao, Draco.>> lo salutò ancora un po’ scocciata.
I due si alzarono e Isennatt vi sistemò la divisa prima di rivolgersi di nuovo al ragazzo.
<<dovresti stare un po’ più attento a dove stai andando.>>
<<scusa, non l’ho fatto apposta ma stavo ridendo per la figuraccia fatta da Potter durante pozioni.>> rispose Draco sorridendo.
<<avrai tempo di raccontarmi cos’è successo un’altra volta, ora devo andare a lezione.>>
Salutò il ragazzo dandogli un bacio affettuoso sulla guancia prima di scendere nei sotterranei per raggiungere l’aula.
“Povero Draco! Non immagino che faccia farebbe se scoprisse che suo padre tradisce la moglie con la mia migliore amica.” Pensò Isennatt prima di entrare in classe.
La ragazza odiava pozioni e forse era l’unica materia in cui non andava bene.
La lezione si teneva in una delle celle sotterranee. Qui faceva più freddo che ai piani alti. Ma non era il freddo a fare venire la pelle d’oca a Isennatt bensì alcuni barattoli di vetro con dentro strani animali galleggianti.
Il professor Piton era seduto alla cattedra e osservava attentamente i ragazzi mentre prendevano posto accanto a un calderone.
Isennatt notò che Altair aveva ragione: il professor Piton era molto affascinante. I capelli erano neri come anche i suoi occhi che ricordavano due tunnel senza fine; il naso era adunco e la pelle era molto chiara.
Il professore iniziò a fare l’appello e quando arrivò al nome di Isennatt si fermò per guardare la ragazza.
<<isennatt Miranda Shamson.>> disse in tono gelido. <<la nostra nuova alunna.>> si alzò e si diresse verso la ragazza. <<ho visto i suoi voti scolastici precedenti e direi che lei non è assolutamente portata per la magnifica arte delle pozioni.>>
Isennatt guardò con aria indifferente l’uomo che le stava davanti.
<<io sono molto severo e non voglio teste di legno nella mia classe quindi veda di applicarsi al massimo se non vuole tutte “T”.>>
Detto questo se ne ritornò alla cattedra e finì di fare l’appello.
Quando ebbe finito si rivolse all’intera classe.
<<voglio che iniziate a preparare il distillato della morte vivente.>> si girò verso la lavagna per scrivere le istruzioni mentre i ragazzi prendevano i loro libri.
Isennatt si diresse verso l’armadio per prendere gli ingredienti prima di ritornare al suo banco dove iniziò a leggere le istruzioni del libro.
La ragazza iniziò a tritare le radici di valeriana come citato dal libro cercando di non tagliarsi qualche dito.
In dieci minuti la stanza si era riempita di vapore bluastro.
Isennatt iniziò a tagliare il Fagiolo Sopoforoso ma questa azione si dimostrò più difficile del previsto e metà del succo le finì sui pantaloni.
Secondo il libro la sua pozione doveva raggiungere una delicata sfumatura di lilla ma la sua assomigliava di più a un verde acido.
Lei fece finta di niente e andò avanti a leggere. Adesso doveva mescolare la pozione in senso orario finché la pozione non fosse diventata limpida. Isennatt eseguì le istruzioni ma la sua pozione diventò blu elettrica.
“Adesso voglio sapere che cos’ho sbagliato!” Pensò irritata la ragazza.
<<tempo scaduto!>> annunciò il professore che si alzò e iniziò a ispezionare le altre pozioni.
Dalla sua espressione si capiva che nessuno era riuscito a creare una pozione che si avvicinasse al risultato finale.
Piton esaminò il calderone di Isennatt per ultimo e sul suo viso apparve un ghigno. Alzò la testa per guardare negli occhi la ragazza.
<<direi che i miei sospetti sulla sua ignoranza in questa materia erano fondati.>>
La ragazza chiuse le mani a pugno cercando di tenere a fermo la lingua per evitare di dire qualche cosa di poco piacevole.
<<lei è l’alunna peggiore del suo anno, anzi, direi che è la peggiore anche rispetto agli altri studenti degli altri anni.>> osservò divertito la ragazza che stava diventando rossa dalla rabbia. <<forse lei è anche peggio di Potter.>> aggiunse.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e Isennatt lo guardò con odio prima di rispondere:
<<ma come osa?! Come si permette di parlare a me in questo modo? Lei è semplicemente un pallone gonfiato che usa la sua autorità di insegnante per torturare i suoi studenti.>> Piton fece per dire qualche cosa ma lei continuò. <<se lo vuole sapere Potter è solamente un ragazzino viziato, pieno di sé, odioso che crede che tutto gli sia dovuto quindi non osi mai più a paragonarmi a quel moccioso, ha capito?>> disse con tono di sfida.
<<lei è in punizione da questo momento fino alla fine del mese. Venga nel mio ufficio ogni sabato sera alle otto e mezza e veda di arrivare in orario se non vuole che la sua punizione si prolunghi ulteriormente.>> disse gelido l’insegnante. <<e si ritenga fortunata del fatto che lei è Serpeverde e, essendo la mia casa, io non le toglierò nessun punto.>> si rivolse al resto della classe. <<la lezione è finita, potete andare!>>
Isennatt chiuse il libro con un colpo secco e lo infilò velocemente nella borsa prima di uscire dalla classe e dirigersi verso la sala comune di Serpeverde.
Nella sala c’erano pochi studenti perché la maggior parte era andata fuori a godersi il sole caldo. Tra i ragazzi c’era Draco che le fece cenno di avvicinarsi.
Isennatt si sedette accanto al ragazzo e lo salutò con un bacio veloce sulla guancia. Draco si accorse subito che era furiosa.
<<che cos’è successo?>> le chiese sinceramente preoccupato.
<<quell’odioso di Piton mi ha messo in punizione.>> rispose arrabbiata la ragazza.
<<che cos’hai fatto di così grave?>>
<<io ho sempre odiato pozioni e sono sempre andata male in quella materia. Oggi Piton ci ha detto di preparare una pozione. Io ho seguito le istruzioni del libro ma alla fine la mia pozione era risultata una poltiglia blu elettrica e quando lui ha esaminata ha iniziato a criticarmi e alla fine ha concluso dicendo che sono peggio di quello sfregiato di Potter.>> pronunciò il nome del bambino sopravvissuto come se fosse un insulto rivolto al suo peggior nemico. <<così io gli ho risposto per le rime e lui mi ha messa in punizione.>>
Draco la guardò scioccato.
<<ti ha detto che sei peggio dello sfregiato?!>>
Lei annuì.
<<ma come ha osato?! Se sapesse chi è tuo padre non farebbe così…>>
<<però lui non deve saperlo, capito?>> disse fulminandolo.
Lui la guardò spaventato.
<<io non farei mai una cosa del genere.>>
<<lo spero proprio.>> Isennatt si accorse che lui era proprio spaventato così addolcì il tono. <<e lo sai che io non voglio fare del male al mio ragazzo preferito.>> e gli fece l’occhiolino.
A quelle parole Draco si illuminò e assunse una tenue colorazione rosata. Stava per dire qualche cosa ma in quel momento dai dormitori maschili scese un ragazzo e si diresse di corsa da Draco.
<<su, Draco, alzati! Ho appena scoperto che quel perdente Paciock è vicino alla biblioteca che ne dici di andargli a fare qualche scherzo?>> chiese il ragazzo tutto agitato.
<<calmati, Blaise. Ora andiamo.>> si girò a guardare la ragazza che era seduta accanto a lui. <<ti presento Isennatt Shamson.>>
Blaise si accorse solo in quel momento della presenza della ragazza e la salutò con un lieve cenno della testa prima di rivolgersi di nuovo a Draco.
<<andiamo?>>
<<si.>> disse esasperato, evidentemente voleva passare ancora un po’ di tempo con la bella ragazza che era seduta vicino a lui. <<perdonami, ma sono desiderato altrove.>>
<<vai pure.>> le disse sorridendo la ragazza.
I due ragazzi erano quasi alla porta quando Isennatt chiamò di nuovo Draco.
<<ti posso dare un consiglio?>>
<<certo, sono sempre ben graditi dei consigli da parte tua.>> rispose gentilmente lui.
<<ti consiglio di provare l’incantesimo:
languelingua. È molto divertente.>>
Il ragazzo le sorrise e uscì dalla sala comune lasciando la ragazza da sola.
Isennatt controllò che non ci fosse nessuno prima di prendere la sua bacchetta di acero con l’anima di corde di cuore di drago e pronunciare un incantesimo:
<<expecto Patronum! >> Dalla sua bacchetta scaturì una scia argentee che poi si tramutò in una pantera.
<<forse ho trovato un modo per portare avanti il mio compito ma devo ancora metterlo in atto e quando ci riuscirò di farò sapere. Spero solo che tu sia convinto di quello che stai facendo, non voglio perdere anche te.>> la ragazza sospirò. <<in ogni caso ti aiuterò a portare a termine il tuo piano sperando solo che quell’imbecille di assistente che hai scelto non commetta qualche disastro.>>
Detto questo la pantera partì di corsa per raggiungere il destinatario del messaggio.
La ragazza si massaggiò le tempie cercando di calmarsi.
“Questa faccenda sarà molto più difficile da risolvere di quanto pensi.” Sospirò esausta.
“Penso che ora mi meriti un po’ di divertimento.” Un sorriso malefico le attraversò il volto.
“Chissà dov’è lo sfregiato.” Si alzò dal divano e uscì dalla sala comune di Serpeverde. Mentre attraversava il corridoio si ritrovò davanti Altair e Lucius Malfoy mentre si baciavano.
<<immagino che a te non interessi il fatto che tuo figlio ti possa vedere, Lucius.>> disse ironicamente Isennatt.
I due si separarono e Lucius guardò sorpreso la ragazza mentre Altair sembrava abbastanza scocciata e si capiva benissimo che avrebbe preferito che in quel momento l’amica non arrivasse.
<<isennatt, che ci fai qui?>>
<<sto svolgendo un incarico per mio padre ma non posso parlartene.>> rispose la ragazza. <<comunque sto bene, grazie.>> aggiunse ironicamente.
<<perdonami, ma sono sorpreso di ritrovarti qui.>>
<<spero che tu sia solamente sorpreso e non deluso.>>
<<no, questo mai.>>
Isennatt sorrise.
<<sei molto gentile, Lucius, per questo ti apprezzo.>>
<<dove stai andando?>> chiese Altair solo per farle notare che c’era anche lei.
<<a cercare lo sfregiato.>>
La ragazza la guardò sorpresa.
<<e perché stai andando a cercare quel moccioso?>>
<<sono un po’ stressata in questo momento e ho bisogno di rilassarmi così ho pensato che tormentarlo un po’ sarebbe stato divertente.>>
<<mi piace il tuo modo di rilassarti, magari ci faccio un pensierino anch’io.>>
Isennatt sorrise divertita.
<<ora vado, non vorrei che mi sfuggisse.>>
Detto questo salutò i due con un gesto della mano e si allontanò.
Cercò il lungo e il largo il bambino sopravvissuto ma non lo trovò così ritornò nella sala comune di Serpeverde.
Era quasi arrivata quando un patronus a forma di iguana la raggiunse.
<<spero che tu riesca a completare il tuo compito. Comunque sono molto contento del fatto che tu mi voglia aiutare per cui riceverai un degno ringraziamento quando tutto sarà finito.>> l’iguana ridacchiò gelida. <<se il mio assistente fallisce ne pagherà lui le conseguenze quindi non preoccuparti.>>
Finita la frase il patronus si dissolse. Isennatt sorrise.
“Non vedo l’ora che questa storia giunga al termine.” Entrò nella sala comune dove venne accolta da Draco che la prese per mano e la obbligò a sedersi un po’ con lui sul divano.
<<il tuo incantesimo è eccezionale.>> disse raggiante.
<<qual fallito di Paciock non riusciva a dire nemmeno una parola.>> commentò Blaise.
<<me ne insegni altri?>> chiese Draco facendo la faccia da cucciolo che Isennatt adorava.
<<come faccio a dirti di no se tu fai questa faccia?>> disse sorridendo la ragazza. <<la prossima volta usa l’incantesimo delle pastoie.>>
<<grazie.>> dissero all’unisono i due ragazzini.
Isennatt si guardò intorno.
<<dove sono i due gorilla? È da un po’ che non li vedo insieme a te.>> chiese la ragazza a Draco.
<<saranno andati in cucina ad abbuffarsi di dolci.>>
Isennatt guardò l’ora sul suo orologio d’oro da polso.
<<io ho fame quindi me ne vado a pranzo.>> annunciò la ragazza mentre si alzava.
<<anch’io ho fame.>> Draco seguì la ragazza e quando vide che Blaise fece per unirsi a loro gli lanciò un’occhiataccia. <<perché non vai a chiamare Pansy?>> gli disse.
L’amico annuì e se ne andò.
Isennatt e Draco uscirono dalla sala comune per dirigersi verso la sala grande.
“Ma non mi lascia mai cinque minuti da sola?” Pensò seccata Isennatt.
“Anche quando aveva sei anni non mi lasciava stare per un minuto intero.”