Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Come pioggia d' estate

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Redshine
view post Posted on 30/9/2009, 08:02




Evviva!!!!!!!! finalmente sono riuscita a finire questo capitolo!!! :OO: :OO:
Non voleva lasciarsi scrivere, in più devo assolutamente finire gli esami, quindi è stata una faticaccia. :wacko: :wacko: E' venuto fuori un trattato, sono 10 pgn, e forse è anche un pò palloso...non sono pienamente soddisfatta, anche perchè, nonostante i miei sforzi, sono scivolata nell' OOC.
Comunque giudicate voi!!! buona lettura e un grazie a chi ha letto la ff finora!!! :fiore:
kiss
marti

5. IMPERCETTIBILI SFUMATURE
Il cielo è incredibilmente terso stamane, e la vegetazione sembra volerlo sfidare esibendo il suo verde migliore. La fresca brezza mattutina mi colpisce il volto, scompigliandomi i capelli. Amo svegliarmi presto, preferisco le ore della giornata in cui la luce del sole non è troppa intensa. Quando c’è troppa luce mi sento stranamente esposta, scoperta, come se il sole potesse rischiarare ogni mia debolezza. O forse semplicemente perché ho la pelle molto chiara e rischio un ustione ogni volta che metto piede in spiaggia. Penso di essermi nascosta per troppo tempo, però. Sono sgattaiolata via abbastanza a lungo, ed ora ho intenzione di uscire allo scoperto, voglio giocare fuori dal labirinto claustrofobico e respirare aria nuova in spazi aperti. Ed Hogwarts mi sta offrendo una meravigliosa opportunità. I giorni scorrono veloci, ed il primo mese è appena trascorso, senza nemmeno darmi il tempo per rendermene conto. La mia rapidità di apprendimento ed i miei miglioramenti stupiscono un po’ tutti, me stessa in primis. Ogni incantesimo che compio sembra scaturire da dentro di me quasi naturalmente. E’ come se avesse ricominciato ad andare in bicicletta dopo anni: il mio corpo conosce perfettamente i movimenti che deve eseguire, ma gli ci vuole qualche istante prima di trovare la coordinazione,il giusto ritmo. Mi sto applicando molto, questo non lo nego, passo ogni ora libera chiusa in biblioteca a studiare, e la sera, in camera, ripasso le lezioni della giornata, ma devo dire che è tutto più facile del previsto, soprattutto perché, finalmente, mi sembra di aver imboccato la strada giusta. Diventa ciò che sei nato per essere, diceva Nietzsche. Per la prima volta in vita mia mi sento adeguata, come se, finora, non avessi aspettato altro che questo, ed è una sensazione particolare e bellissima. Certo, ci sono anche delle controindicazioni; da quando soggiorno a scuola ho sviluppato insane abitudini, ormai faccio levitare qualsiasi cosa mi capiti a tiro, oppure mi diverto enormemente a rompere gli oggetti solo per ripararli con la magia. Quando Madama Bumb me lo permette svolazzo sul campo da Quidditch, anche se il più delle volte mi limito a inseguire il boccino, visto che scagliare bolidi verso avversari inesistenti è poco esaltante. La solitudine non mi pesa, sono sempre convinta che la compagnia di me stessa sia la migliore possibile, d'altra parte sento il bisogno di un certo tipo di contatto informale che è impossibile mantenere con i professori. Per ovviare a questa mancanza aiuto Hagrid nel suo lavoro, il livello intellettuale dei discorsi non sarà fra i più raffinati, ma le passeggiate nel parco sono rasserenanti, e il maldestro atteggiamento del guardacaccia sinceramente mi diverte molto. Così, questo sabato mattina, mi sono inoltrata con lui nella Foresta.
“Lo vedi quel piccola creatura simile ad un bastoncino?!” dice indicandomi la base di un’ albero
“E’ un Asticello vero?! Sono guardiani di alberi che di solito vivono sulle piante usate per realizzare le bacchette. Si nutrono di onischi, se non sbaglio” snocciolo con sicurezza
“Bravissima!!” ed insieme al complimento mi rifila una pacca sulla spalla che mette a dura prova le giunture delle mie ginocchia. Mi invita a casa sua per un tè, ma ben presto la discussione scivola su Potter, ed io batto in ritirata. Tutta la morbosa attenzione rivolta a quel ragazzino fortunato m ‘ infastidisce parecchio, ed immagino che neanche lui ne sia troppo felice. Fra l’ altro ogni volta che lo nominano mi vengono in mente le avventure di Peter il coniglio.*
Nonostante la bellissima giornata estiva mi dirigo verso il castello, debbo completare il tema di Storia della magia: Le rivolte medievali dei Troll di montagna, argomento inutile quanto noioso. All’ ingresso mi accolgono le urla isteriche di Gazza, in preda ad uno dei suoi giornalieri raptus omicidi, scatenato da Pix, che ha dato sfogo alla sua vena molesta ricoprendo il pavimento di un orribile liquame marroncino.
“Stra-maledettisimo Poltergeist!!!” sbraita comparendo nell’ ingresso armato di scopa
“Oh ma adesso vedrai!!! Sta volta ti faccio sbattere fuo...” mette un in piede in fallo sulla sostanza viscida e cade a terra
“Sei stata tu!!” dice quando si accorge della mia presenza. Purtroppo non sono riuscita a trattenere le risate.
“No” rispondo sbuffando “Non sono stata io”. Da un mese si ripete la stessa litania, essendo io l’ unica studentessa presente nella scuola, per forza di cose, accusa me di ogni malefatta commessa dallo spiritello. Secondo Ron è un modo per sfogare la sua invidia repressa nei confronti dei maghi.
“Come non sono stata io a rovesciare tutte le armature del terzo piano, ne a mettere sottosopra l’ aula di Incantesimi”
“Questo lo vedremo” afferrandomi per la collottola si dirige svelto verso i sotterranei, auspicando che il suo professore prediletto mi rifili una dolorosa punizione. Ignorando le mie lamentele, persistente a trascinarmi contro la mia volontà
“Lasciami!! So camminare da sola!!” protesto scalciando
“Così potrai scappare, vero?!?” domanda sogghignando. Non tollero questa inutile prepotenza e glielo faccio capire iniziando a strepitare esageratamente. La mia voce riecheggia lungo il buio corridoio, disturbando le attività quotidiane della solitaria persona che dimora li sotto.
“Gazza, potrei sapere il motivo di tutto questo chiasso?” chiede indispettito rivolgendomi un’ occhiata distratta
“Professor Piton, ho individuato lo studente che ha causato tutti questi danni!!” replica pomposamente il custode
“Devi aver compiuto un’ attenta ricerca empirica per trovarlo, vero?!? Durante le vacanze estive una scuola pullula di studenti!!” ribatto ancora trattenuta da lui, che sembra un po’ stordito, immagino stia rovistando nel suo cervello alla ricerca del significato della parola empirico. Uno sguardo truce mi esorta a starmene zitta.
“Spiegati meglio Gazza, e per Merlino, molla la ragazza!!” sbotta. Visibilmente dispiaciuto, il custode ubbidisce, e principia il suo dettagliatissimo e, ahinoi, interminabile, resoconto.
“Capisce signore?!? L’ ho colta sul fatto!!” conclude eccitato
“Mi sono soltanto trovata nel luogo sbagliato al momento sbagliato” dico tragicamente, come se mi stessi difendendo da un’ accusa di omicidio “Sono innocente fino a prova contraria!!” la mia voce si fa più angosciata
“E comunque, parlerò soltanto in presenza di un avvocato!” dichiaro perentoria, concludendo il mio climax. Tutto sommato posso considerarmi soddisfatta delle mie capacità di attrice drammatica. Altra occhiata tacitante.
“James-Cooper” soffia il professore
Quando è sul punto d’ incazzarsi, Piton cambia radicalmente il tono di voce, da bassa e strascicata, si trasforma in un suono che sembra prodotto, non da corde vocali, ma da due fogli di carta vetrata sfregati con forza l’ uno contro l’alto. E’ stridente, sibilante. E fa rabbrividire.
“Bene mastro Gazza, può andare, me ne occupo io”
“Ehm professore, le sarei molto grato se dopo venisse a dare un occhiatina al disastro che c’ è di sopra, potrei farcela da solo ma...ecco...emm” impacciato non riesce a formulare una frase adatta a non rivelare il suo stato di Magonò
“Si ho capito” sospira Piton risparmiandogli quest’ incombenza “arrivo fra un attimo”
Incrocia le mani al petto, e il suo cipiglio si fa intimidatorio. Oggi è senza mantello, e la mancanza di questo accessorio smorza un pochino l’ effetto “cattivo cattivo”.
“Mi dica signorina, che faceva al chiuso durante una bella giornata estiva come questa?”
“Oh andiamo!!! Non crederà davvero che sia stata io?!?” brontolo offesa
“James” Ahi ahi. Altro brutto segno. Quando è sul punto d’ incazzarsi, Piton mi chiama solo con il cognome di mia madre. E paradossalmente questo sembra irritarlo ancora di più, alle volte, quando è costretto a pronunciarlo, fa addirittura una buffa smorfia, come se qualcuno lo stesse forzando.
“So benissimo che è stato Pix , d’ estate si annoia e diviene più fastidioso del solito, ma la sua innocenza non le da il diritto di prendersi gioco del nostro custode”
Piccolo insegnamento by Severus Piton. La perla di moralità, per quanto oggettivamente appropriata, non me l’ aspettavo da un tipo come lui. Si, ma un tipo come? Io vedo il professore che è soltanto un parte del suo essere, un’ entità a se stante rispetto all’ uomo. Ovvio, l’ essere umano non è fatto a compartimenti stagni, ma di tante sfaccettature che si influenzano a vicenda, interagiscono. Comunque immagino che anche l’ uomo-Piton non si scopra mai del tutto. E’ mutevole, sfuggente. In questo breve lasso di tempo mi sono fatta un’ idea che lui mi obbliga spesso a cambiare, è capace di spiazzarmi, e io devo ricominciare. Una tattica di sviamento, probabilmente.
“Stavo giusto rientrando” rispondo infine “Ho passato la mattinata nella foresta con Hagrid, ed era mia intenzione salire in biblioteca a finire i compiti. Quando sono arrivata il pavimento era già lercio”
“Bene, allora si tolga dai piedi immediatamente” conclude aspramente
“Guardi che io non l’ avrei disturbata se non fosse stato per Gazza”
“Lo conosce il significato dell’ avverbio immediatamente?!”
“Aspetti che me lo ripasso. Ah si. Significa senza interposizione di luogo o di tempo. Ho indovinato, signore?” **
Mi diverto da morire ad innervosirlo!!! Di solito mi limito a tirare la corda, stando ben attenta a non spezzarla definitivamente. E’ un gioco rischioso, come camminare sull’ orlo di un burrone, ma io sono bravissima a mantenere l’ equilibrio. Quando compare la ruga fra le sopracciglia e la vena sulla tempia destra prende a pulsare, è il momento di dire di basta o di darsela a gambe. Per questo, ora, sto indegnamente fuggendo dai sotterranei.
Ron disapprova incondizionatamente questo mio vizio.

Tu sei pazza ti toglierà una caterba di punti!!! mi ha scritto terrorizzato

Ron, ti ricordi che non sono ancora stata smistata?!? Sei consapevole del fatto che Piton non può togliere punti a tutte e 3 le Case ( ok, facciamo come dici tu, escludiamo Serpeverde), preventivamente?!?

Va bene, Amaya, ma dovrai cambiare atteggiamento quando comincerà la scuola, a perdere punti per tutti quanti ci pensa già Harry con la sua sola presenza. Piton sembra dare di matto quando lo vede. Si odiano.

Ron, sei consapevole del fatto che potrei NON essere smistata fra i Grifondoro?!? Sai che esiste la possibilità che io diventi una componente della Casa capeggiata dal suddetto professore?!?

Prudentemente ho preferito non fargli notare questa lampante verità. Semplicemente, non ne ho avuto il coraggio, l’ idea di vedermi fra i rosso-oro lo rende davvero felice. Controllo...codardia...riflessione...e una certa dose di stronzaggine. Sarei il Grifone peggiore della storia!! Gli ho raccontato, però, delle mie origini di probabile Mezzosangue, del mio Dna Tassorosso, e lui mi ha dato il suo benestare.

I Tassorosso sono a posto

Pare che tra le due case ci sia una certa amicizia, più che altro una sorta di patto di non belligeranza. Francamente, l’ idea di essere smistata in quella casa non mi alletta particolarmente, mi sembrano un po’ gli sfigati della scuola, dove finiscono i giovani nerd dotati di poteri magici. Eh già, immancabilmente pecco di superbia, ne sono consapevole, e soprattutto, non me vergogno. Insomma, con queste credenziali, Godric in persona mi sbatterebbe fuori dalla Torre a calci nel culo!!! Bé, a questo punto le opzioni si dimezzano.
Arrivata in biblioteca mi siedo al solito posto, un minuscolo banco addossato alla finestra, incastrato fra due scaffali. Da qui posso ammirare il parco e nascondermi dagli sguardi inquisitori di Madama Pince. Apro il manuale di Bathilda Bath, ma dopo aver letto cinque volte la stessa riga mi arrendo all’ evidenza dei fatti; sono distratta, le antiche ribellione delle creature magiche dovranno aspettare. Occuparmi della corrispondenza epistolare con il giovane Weasley, sarà di sicuro un’ occupazione più stimolante, perciò estraggo dalla borsa, piuma e pergamena. Qualche attimo di esitazione, poi le parole cominciano a scorrere fluide. Raramente inizio una lettera con il classico Caro Tizio, la trova una formula arcaica e addirittura un po’ scema, da utilizzare soltanto con le vecchie zie semi-sconosciute. Questo è uno dei miei tanti capricci. Alle volte, rasento il maniacale.

Ciao Ronald Bilius

Non posso fare a meno di citare il suo nome completo, semplicemente perché è una cosa che gli fa saltare i nervi. Non lo sopporta. Credo sia del tutto superfluo, ormai, puntualizzare quanto me la spassi a punzecchiare le persone che mi stanno intorno. Conoscevo il senso di termini come “sarcasmo”, “mordace” e “causticità” già a cinque anni, e da allora ci sguazzo allegramente dentro. A quel tempo vivevamo a Seattle, ed il nostro vicino era un ex professore universitario, un vecchio pazzo che non usciva di casa da dieci anni. Nonostante le raccomandazioni dei condomini, mamma mi lasciava in sua custodia durante le ore lavorative, ed io ho finito per affezionarmi a quel nonno un po’ strambo. E’ stato lui ad insegnarmi a leggere e a scrivere, e mi ha fornito le rudimentali basi dell’ ironia. La separazione fu atroce per entrambi. Comunque, in me ha trovato terreno fertile, ho appreso velocemente, tant’ è che in prima elementare sono riuscita a far piangere una tirocinante diciannovenne che faceva pratica d’ insegnamento nella nostra scuola. Un lavoretto niente male. A pensarci bene, doveva essere quello il vero motivo per cui mamma mi aveva soprannominato zanzarina. In parte perché allora ero talmente magra da spingere alcuni medici a diagnosticarmi un’ evidente quanto inesistente denutrizione, in parte perché so essere fastidiosa e pungente quanto una zanzara. Incredibilmente sagace la mia mamma. Riguardo all’ episodio della giovane maestra, non mi ricordo cosa le dissi per ridurla in quello stato, ma ricordo perfettamente il cazziatone che mi fece mamma quando lo venne a sapere. Fu una delle poche volte che la vidi veramente arrabbiata. Non scorderò mai il suo bel viso deformato dalla collera e dal dispiacere. Ebbi persino l’ impressione che fosse un po’ spaventata dalla precocità che dimostravo.
“Non devi mai, dico, mai essere crudele con gli altri!!” urlò
“Ti ricordi cosa ti diceva il signor Forrester (il vecchio psicopatico)?”
“Per quanto tu sia intelligente, Amaya, se userai la tua intelligenza allo scopo di far soffrire gli altri, ti dimostrerai soltanto un’ idiota qualunque” ricordai sull’ orlo delle lacrime
“E il mondo è pieno di idioti. Tesoro, devi soppesare le parole”
“Soppesare?” con quel termine ebbi qualche difficoltà
“Significa che devi capire il loro valore, e imparare a utilizzarle nel modo giusto. Ogni parola ha un preciso significato che non puoi ignorare”
Oh bé. Sull’ argomento ci sarebbe molto da dire; una parola può avere mille significati, anche diversi, soprattutto se corredata da gesti, sguardi o movimenti del corpo. Linguaggio non verbale. Ma suppongo che questa sia soltanto un modo per giustificare il mio sgradevole atteggiamento. Sono la fortunata proprietaria di una bacchetta che vede oltre le apparenze, ma rimango dotata della sensibilità di un pupazzo di neve. Alcune persone sono in grado di dirti “Ti ho ucciso il gatto, brutto stronzo” in un modo così delicato che alla fine le ringrazi pure. Io appartengo alla categoria opposta, quella che se salva il tuo gattino da morte certa, ti sembra ugualmente stronza. Questa non è questione di parole, ma d’ interazione. Priorità numero 1: perfezionare la modalità d’ interazione.

Come va Ron?!? Spero che stiate tutti bene

Certe formalità vanno necessariamente rispettate. Miseriaccia!! Una macchia d’ inchiostro si è formata sul foglio.

Non sono ancora abituata ad usare la piuma, perciò mi scuso anticipatamente per il pasticcio che combinerò (cosa che il caro professore di Pozioni continua a farmi notare)

Sono tornata li. E’ una questione esplorata a sufficienza, perciò mi sforzo a cercare qualche banalità da scrivere.

Immagino ti starai godendo appieno le vacanze, e sicuramente, ti starai divertendo molto più di me. Stamattina ho fatto una passeggiata con Hagrid, sai, credo che gli manchiate molto. Gazza è riuscito ad accusarmi dell’ ennesimo delirio combinato da Pix, ma si è risolto tutto senza problemi, e io mi sono fatta quattro risate.

Ridere della stupidità altrui non è una cosa di cui andare molto fieri. Mamma non ne sarebbe contenta, ed è, più o meno, la stessa cosa che ha cercato di dirmi Piton, per quanto accostare le due persone mi sembri inconcepibile.
Comincio a diventare monotematica, ma in Severus Piton scorgo quelle impercettibile sfumature che rendono una persona intrigante. Piccoli frammenti di colore che la maggior parte delle persone non vogliono vedere. Scrive Borges: il fatto stesso di percepire, di porre attenzione, è di tipo selettivo: ogni attenzione, ogni fissazione della nostra coscienza comporta una deliberata omissione di ciò che non interessa. A pochi interessa osservare davvero quell’ uomo, lui ne è perfettamente cosciente e, probabilmente, era questo il suo scopo finale. Diventare il paradigma del ripugnante professore. Ha trovato un nascondiglio perfetto. Coperto dalla forza dei pregiudizio altrui, non fa nessuno sforzo per integrarsi nella cerchia dei suoi simili. Sempre fedele a quella sua detestabile immagine costruita con maestria. Ogni tanto, però, sul suo viso accigliato mi pare di leggervi una certa amarezza. Potrei dire che è stanco di recitare la sua pantomima quotidiana, ma sono convinta che lui abbia compiuto una precisa scelta di vita, non mi pare uno che sia lasci trascinare dagli eventi. Non hai capito nulla Ronald Weasley, e non pretendo nemmeno che tu capisca. C’ è il bianco e il nero, e in mezzo,vi sono mille sfumature. Non esiste uomini maligni, bensì esiste la malignità in uomo.
Continuo ad esserne convinta anche dopo aver studiato le terribili imprese dell’ Innominato (è una cosa incredibile!! Pure nei libri non viene fatto il nome di quel mago). Potrei fare come tutti quanti e definirlo solo antipatico, brutto, unto e cattivo, ma lo trovo disgustosamente limitante, inaccettabile. Se osservassero davvero, nei suoi occhi vedrebbero soprattutto disillusione, solitudine e un po’ di tristezza. E la luccicanza. No,no, non mi riferisco a quella particolare capacità descritta nel famoso film, ma ad un fatto più concreto: alle volte i suoi occhi luccicano. Quando è immerso nelle spiegazioni, o nel suo lavoro di pozionista succede così spesso che è quasi impossibile non accorgersene.
E giacché il mio monologo mentale si è fatto più lungo del previsto, concluderò con paio di azzardi: sa essere gentile, a modo suo. Ad esempio, prima avrebbe potuto benissimo starsene zitto, invece con la sua frase scocciata ha tolto Gazza da un bell’ impiccio. Poi c’è la vicenda del mio walkman. Lunedì ho avuto una potente crisi d’ astinenza da musica. Tre lunghissime settimane senza ascoltare nemmeno una canzone, mi hanno trascinato nel baratro. Camminavo, nervosa per il corridoio del terzo piano, china sul mio mangiacassette, tentando disperatamente di farlo funzionare. Bé, è successo che non mi sono accorta di Piton che lo percorreva dalla parte opposta, ho girato un angolo e ci siamo scontrati.
“James-Cooper” ha urlato, facendomi prendere un colpo
“Mi scusi professore, non l’ avevo vista, ero distratta”
“Questo mi era chiaro” risponde guardando l’ oggetto che avevo fra le mani
“Non funziona!!” piagnucolo isterica mostrandoglielo e facendo una faccina da cagnolino abbandonato. Sapevo benissimo che non l’ avrei minimamente commosso, ma tentar non nuoce.
“Pensavo che ormai fosse a conoscenza del fatto che qualsiasi surrogato della magia ad Hogwarts non funziona”
“Surrogato della magia?!? Serve per ascoltare musica, non a trasformare puntaspilli in porcospini!!”
Cioè, se ci pensate è un po’ scemo definirlo un surrogato della magia, no?!? Intanto lui mi guarda con gli occhi socchiusi, come se volesse sondare gli oscuri meandri della mia mente, poi sospira profondamente.
“Il suo scopo non è assolutamente rilevante, qualsiasi oggetto elettronico diviene infungibile a contatto con una tale quantità di magia” la sua voce era piatta e atona, un monito del tutto particolare per far capire al suo interlocutore che sta per perdere la pazienza. Un’ avvertimento che io ignoro.
“Ma questo funziona a batterie”
“Davvero è così stupida da credere che questo faccia la differenza?”
“Si, ammetto che la mia è stata un’ uscita infelice, però deve capire che per me la musica ha un valore immenso.
La musica è una delle vie per le quali l’ anima ritorna al cielo” la colta citazione di Torquato Tasso ha solo il potere di peggiorare la situazione.
“Mi permette di dissentire da questa accozzaglia di sciocchezze, vero?!” chiede schifato sottolineando ogni parola
“Certamente, può pensarla come le pare”
“Troppo gentile” s’ intromette mostrando un ghigno
“Ma si figuri, per così poco!!” rispondo a tono, trasformando il suo sorrisetto in un’ espressione arrabbiata
“Signore, un intero anno scolastico senza Pearl Jam, Smashing Pumpkins, Nirv...” ammutolisco dinnanzi al sopracciglio che disegna un arco perfetto. Le sua bocca è così tirata che le labbra quasi non si vedono. A lui questa infervorato soliloquio sarà suonato come un blaterare senza senso.
“Vede signorina James-Cooper, risolvere i patetici drammi adolescenziali di voi studenti, non è mio compito. In caso contrario la mia salute mentale ne risulterebbe irrimediabilmente compromessa”
“E alla mia salute mentale non ci pensa?!? Impazzirò senza musica!!” manca solo che sbatta ripetutamente i piedi a terra
“Aspetto con ansia il momento del suo tracollo psichico, signorina” dice con gli occhi sfavillanti di sadismo
“Mi ha già fatto perdere abbastanza tempo per oggi, buona giornata James-Cooper”
Velocemente mi supera, lasciandomi nella mia disperazione. La cosa sembrava conclusasi con questo scambio di aspre battute, fino alla lezione di Incantesimi, il mercoledì successivo.
“Ho saputo che hai qualche problema ad adattarti alle mancanza dei surrogati” chiede gentilmente Vitious.
Oddio!! L’ Umpa-Lumpa delira!! Forse è l’ alta quota della pila di libri, forse l’ aria troppo rarefatta gli fa male.
“Come scusi?!” lui ridacchia, o meglio squittisce
“I surrogati della magia. Gli oggetti elettrici ed elettronici babbani”
“Oh, in effetti si, ma non è niente di così grave, signore. Ad Hogwarts mi trovo benissimo”
“Magnifico, ma posso comunque aiutarti a risolvere questi inconvenienti”
Così mi ha insegnato alcuni incantesimi molto utili nella quotidianità di ogni mago, come il Gratta e Netta, o il Ferula, che fa apparire delle bende intorno alle ferite (Dannato Piton!! Mi è capitato di tagliuzzarmi un dito durante Pozioni, e lui invece di praticare questo basilare incantesimo, che sicuramente conosce, ha preferito vedermi saltellare per tutta la classe alla ricerca di qualcosa per fermare l’ emorragia). Alla fine della lezione gli ho parlato del mio patetico dramma adolescenziale; risultato: oggi a colazione Vitious mi ha riconsegnato walkman e cassette incantate magicamente.
“Ora funziona perfettamente, può captare sia le frequenze magiche sia quella babbane, per accenderlo devi pronunciare questa semplice formula, per spegnerlo invece basta un Finite Incantatem”
Ero così felice che ho dovuto far ricorso a tutto il mio autocontrollo per non mettermi a ballare la Giga come Joe Hallenbeck.*** Strano, che il professor Vitious si sia occupato delle mie preoccupazioni, in fondo, credo che tutti i figli di babbani abbiano di questi problemi. Inoltre, era una questione appena accennata soltanto con Piton. Improvvisamente si accende una luce nella mia testa, una luce che ha la potenza di un Led. Possibile che il signor Non-me-ne-frega-niente-di-te, abbia fatto da intermediario?!? Oltrepasso con lo sguardo le teste di tutti, e lo poso su di lui, seduto dall’ altra parte del tavolo mangia in silenzio, ignorandoci garbatamente. Potrebbe essere la mia fantasia galoppante, forse sto semplicemente creando degli elementi che confermino le mie teorie, ma capisco di non essermi sbagliata quando il Preside nota la mi espressione pensierosa, e mi fa l’ occhiolino. Sorrido complice al vecchio e ringrazio Vitious.
Vale sempre la pena di indagare le persone. Inoltre, non posso non apprezzare la sua ironia cinica e distacca, che per certi versi trovo divertente, nonostante venga utilizzata soprattutto per sottolineare la mia totale incapacità nel fare qualsiasi cosa. I nostri battibecchi sono divenuti una consuetudine, ormai le ore di Difesa e Pozioni seguono un copione fisso; che è lo stesso sin dal primo giorno di lezione. Mi aspettavano due ore pomeridiane nei sotterranei, purtroppo ho avuto qualche difficoltà a trovare la classe, un luogo più adatto alla tortura, che all’ insegnamento, ma immagino che per lui le due cose collimino.
“Buon pomeriggio, professore” dico varcando la soglia, affannata per la corsa. Attraverso l’ aula diretta al primo banco e il mio calderone sbatacchia ovunque, facendo un fracasso terribile. Lui è rimasto seduto alla cattedra in silenzio, ma basta uno sguardo per capire il suo stato d’ animo. Sono già riuscita a farlo innervosire.
“E’ in ritardo” constata
“Mi spiace, signore, ma ho avuto qualche difficoltà ad orientarmi”
Non sembra nemmeno aver udito le mie scuse, con un colpo di bacchetta chiude la porta e si alza. In silenzio si aggira fra i banchi, con le mani dietro la schiena. Seguo con lo sguardo la sua camminata solenne, cercando di immaginare una colonna sonora adeguata ai suoi movimenti così imperiosi ma allo stesso tempo eleganti. La Cavalcata delle Valchirie? No, troppo veloce. Forse la Carmina Burana?!? Troppo rumorosa, e poi, il coro non gli si addice. La Marcia Imperiale di Dart Fener. Semplicemente perfetta.
“Mi corregga se sbaglio signorina James-Cooper, quella che ha in mano non è una pianta del castello?”
“Si lo è, ma vede...”
“Zitta. Quella che ha in mano è una mappa del castello?”
“Certo, se solo mi lasciasse...”
“Taccia. Ora mi dica, qual è lo scopo di una mappa, James-Cooper?”
“Non sono mai stata brava a...”
“Silenzio”
Zitta, taccia, e silenzio. Ammiro la varietà d’ intimazione del professore. Perciò decido di vedere se è capace di trovarne altre.
“Vede, signor professore....”
“Muta”
Zitta, taccia, silenzio e muta. Davvero lodevole questa ricchezza linguistica. Ci riprovo.
“Ma vorrei...”
“Ssccc!!” fa lui portandosi l’ indice al naso
E no, ssccc non vale, deve essere una parola. Che delusione, non voglio più giocare e non dico più nulla.
“Ora risponda alla mia domanda ma senza tergiversare, senza divagare, senza...”
“...deviare, nicchiare, temporeggiare, barare?” suggerisco a raffica manco fossi il dizionario dei sinonimi. ****
I suoi occhi neri minacciano tempesta, e quando appoggia le mani sul banco, d’ istinto sposto il busto all’ indietro.
“Mi ascolti bene signorina James-Cooper, non so come fosse abituata alla scuola babbana, ma in questa classe, nella mia classe, impertinenza ed arroganza non verranno tollerate, ne saranno ammessi ritardi, e, soprattutto, durante le mie lezioni a nessuno è permesso parlare senza autorizzazione. Faccia un gesto d’ assenso se ha capito”
Più incuriosita che spaventata, annuisco lentamente.
Si allontana, e riprende a camminare, unico rumore nella stanza è quella dei suoi passi decisi.
“Forse lei si sente una privilegiata, ma per me è soltanto una delle tante zucche vuote che mi capita di dover sopportare.”
Fa un’ altra pausa per vedere se ho capito, e io annuisco di nuovo. Il suo discorso non potrebbe essere più chiaro.
“Bene, stiamo migliorando. Per quanto io trovi questo...progetto educativo... immensamente sgradevole, spero vivamente che non si riveli anche un totale spreco di tempo” fa lui sprezzante. Devo avergli rovinato i suoi programmi per le ferie, forse aveva in mente un viaggio in Romania per ricongiungersi con i suoi vecchi amici vampiri.
“Non mi aspetto che lei comprenda il fascino delle pozioni, ma auspico che entro la fine del tempo concessoci riuscirà a prepararne una decente, altrimenti si troverà ad affrontare la mia irritazione” sogghigna beffardo, e io rispondo con la stessa smorfia. Ah Prof. se la metti sul piano della sfida, non posso che accettare!!!
“Sai dirmi cos’ è questo James?” chiede sventolandomi sotto il naso una piantina essiccata
“Un grazioso fiorellino?!” azzardo con un sorriso scemo dipinto sul volto. Piton respira rumorosamente, socchiude leggermente gli occhi per poi riaprirli, rivolgendomi uno sguardo di sommo disprezzo.
“E’ scoraggiante constatare come il preside abbia sopravvalutato le sue capacità James. Certo che è un fiore, razza di imbecille!!” ringhia a denti stretti “vorrei sapere, sempre se non le costa troppa fatica, che tipo di fiore”
“Oooohh!! Quello!!” dico con una punta d’ ironia nelle voce. Ora i suoi occhi sono fuoco fuso nell’ onice, e, molto probabilmente, i miei brillano divertiti “Non lo so, professore”
“Questo è un Jasminum officinale, volgarmente detto Gelsomino. Quali sono i suoi usi?” la sua voce è poco più che un sussurro, ma farebbe gelare l’ inferno compreso di Satana e tutti i suoi diavoli.
“Spesso viene usato come pianta ornamentale, per i bouquet nuziali ad esempio”
Per un lunghissimo pesante momento, non dice nulla, e stavolta comincio a pensare di aver esagerato. Sembra prontissimo ad una dimostrazione pratica dello Schiantesimo. Mi irrigidisco e aspetto eroicamente la fattura.
“Eviti il sarcasmo se non è in grado di utilizzarlo, James-Cooper” conclude freddo
Tentenno, ma non accolgo la provocazione. La scena si ripete con un altre decine di piante che non so riconoscere.
“Appurata la sua colossale ignoranza in ambito erbologico, vediamo se è in grado di realizzare una semplice pozioni per curare i foruncoli”
Provo un certo risentimento, non ho problemi di acne, e per un folle attimo, valuto l’ ipotesi di farglielo notare. Lui coglie la mia occhiata inquisitoria e, per l’ ennesima volta, arcua il sopracciglio. Quel sopracciglio. Il sinistro. E questo si che è interessante, questa potente sensazione di deja-vu che mi provoca la sua espressione. Buffo, è come guardarsi in uno di quegli specchi deformanti del Luna Park: abbiamo la stessa abitudine.
“Ingredienti necessari e metodo di preparazione sono alla lavagna, cominci”
Trovare nella dispensa ortiche secche, zanne di serpente e lumache non so che cosa si rivela impossibile, tant’è che alla fine sono costretta a verificare l’ esattezza degli ingredienti con l’ aiuto del libro, mentre il professore arriccia le lebbra in quello che dovrebbe essere un sorriso.
“Problemi, James-Cooper?” chiede suadente, quando metà del tempo a mia disposizione se né andato
“No, tutto a posto, signore” replico altrettanto dolcemente
Ovviamente, non avevo mai avuto nessun tipo di approccio con le pozioni, a meno di non considerare l’ ambito letterario relativo a Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hide, dove un medico beve una pozione per trasformarsi, per analizzare l’ ambiguità dell’ animo umano ect. ect. Bé ho scoperto che sono tutte baggianate babbane. Fondamentalmente, fra questa materia e la chimica, non c’è molta differenza, il che mi rassicura davvero molto. Per quanto ami filosofeggiare, le scienze ‘esatte’ come la matematica, mi danno una certa sicurezza, mi riportano sulla terra. Inoltre è dannatamente soddisfacente osservare i propri sforzi ripagati dal giusto risultato. Come questa volta, la mia pozione andava bene, ne sono convinta perché Piton non ha avuto nulla da ridere, cosa che deve averlo ulteriormente infastidito.
“Compito” mentre parla scorgo una scintilla nei suoi occhi neri, e io annuso l’ aria di vendetta che riempie l’ aula.
“Per mercoledì: un foglio di pergamena sull’ uso delle lumache cornute, inoltre dovrà studiare il modus operandi della Soluzione Dilatante, argomento che affronteremo nella prossima lezione”
Arranco cercando di seguire le sue istruzioni, mentre l’ inchiostro si sparge malamente sulla pergamena e sulle mie mani. Perché?!? Perché diavolo il mondo magico ha deciso di bandire la penna a sfera?!? L’ uomo che ho di fronte ignora volutamente la mia disperazione, e mette in atto la sua personale strategia della tensione prolungando esageratamente il silenzio. Lunghe pause e un’ andatura da generale in trincea, con calma attende il momento migliore per colpire. Di sicuro la mia (come l’ ha definita lui?!?) arroganza non resterà impunita, e caricarmi di lavoro è il miglior metodo di ritorsione.
“Per lunedì prossimo, invece, deve essere in grado di riconoscere tutte le erbacee utilizzate nella preparazione delle pozioni”
“Tutte?!” chiedo rovesciando definitivamente il calamaio. Questa richiesta potrebbe crearmi qualche difficoltà.
“Non sia sciocca!! Una tale quantità di nozioni causerebbe lo scioglimento del suo normalmente inerte cervello.”
Ora funziona, questa relativa quiete fra una frase e l’ altra comincia davvero ad intimidirmi.
“Mi basterà che lei memorizzi quelle descritte nel primo volume del suo manuale” aggiunge ghignante
Oh uomo magnanimo!! Infusi e pozioni magiche di Arsenius Brodus, Parte I, pagine 157
“Forma della pianta, provenienza, utilizzo...allora?!? Perché non sta scrivendo?”
“Intolleranza alle piuma d’ oca o di civetta o di quello che è. Non è che ha qualcosa di simile ad una biro, vero professore?!”
Un gesto di stizza e sul mio foglio appaiono tutte le indicazioni necessarie, corredate dalle ipotetiche punizioni in caso di mancata esecuzione.
“E adesso fuori dai piedi” conclude con la sua innata gentilezza. Una settimana e pochissime ore di sonno dopo, sono di nuovo nei sottorenai, pronta ad affrontare l’ interrogazione. La sua delusione è visibile quando scopre che sono riuscita nell’ impresa. Non ha potuto farci niente, se non costringermi a preparare un distillato molto al di sopra delle mie capacità di semi-ignorante. Disgraziatamente mi sono appassionata alla materia, alla bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, ai vapori brillanti, come dice lui con i suoi altisonanti paroloni. Una retorica raffinata per dire che è una materia affascinante e misteriosa, nonostante non si agiti convulsamente la bacchetta starnazzando incantesimi (sempre parola sue). D’ altra parte si è innescata una sorta di competizione fra noi due: lui continua a farmi richieste incredibilmente difficili, e io gli dimostro che sono in grado di eseguirle senza problemi. Vince chi dimostra di essere più testardo.
Tutto molto grifondorico, in effetti. A proposito di Grifondoro, sarà meglio che concluda questa missiva, perché comincio a diventare insopportabilmente monotematica. Priorità numero 2: evitare inutili voli pindarici.

E così la settimana prossima andrai alla finale della Coppa del mondo,sinceramente, ti invidio da morire, mi sarebbe piaciuto molto assistervi, inoltre avrei voluto conoscere Hermione ed Harry

Oh questa si che è una balla colossale!!!

Vedi Ron, una delle funzioni del oggetto babbano chiamato televisione è anche questo: permette di assistere a grandi eventi sportivi stando comodamente seduti sul proprio divano. Certamente, l’ effetto è decisamente diverso, ma se non si ha la possibilità di andarci personalmente può essere molto comodo. Per la maggior parte degli americani la televisione è una specie di guru, un oggetto sacro.

Sicuramente questa la interpreterà male, e s’ immaginerà milioni di persone che pregano dinnanzi ad uno schermo.

Ora torno ai miei affascinanti compiti di storia della magia. Ricordati che nella prossima lettera voglio una dettagliatissima cronaca della partita .Divertiti anche per me. Un saluto a tutti quanti.
Amaya

Ormai è ora di pranzo, rinuncio definitivamente al tema, e mi avvio verso la Sala Grande.


C’è il bianco, il nero e mille sfumature
di colori in mezzo e lì in mezzo siamo noi
coi nostri mondi in testa tutti ostili
e pericolosamente confinanti siamo noi
un po’ paladini della giustizia
un po’ pure briganti, siamo noi
spaccati e disuguali, siamo noi
frammenti di colore, sfumature
dentro a un quadro da finire
Sfumature, 99 Posse



Sbuffo e inveisco a bassa voce. Sono di nuovo qui, in biblioteca, seduta davanti ad enorme scaffale ad esaminare i documenti che l’ amministrazione scolastica ha prodotto negli ultimi trent’ anni. Malgrado gli sforzi compiuti, non riesco a trovare nulla che riguardi mia madre, niente negli annuari scolastici, niente nell’ elenco dei prefetti, e niente neanche sulla Gazzetta del Profeta, che spesso riporta notizie sugli ex studenti di Hogwarts. Per sicurezza ho controllato anche la Sala dei Trofei, ma è stato del tutto inutile. Sembra che mia madre non sia mai stata qui, e sospetto che in questa mancanza d’ informazioni ci sia lo zampino di barba bianca. Cosa assai più strana, non esiste nessun edizione del Profeta ne del 1979 ne del 1980. Esasperata, ho provato a parlarne con Flora, la fata madrina della Bella Addormenta, qui conosciuta con il nome di Professoressa Sprite. In quanto sua Capocasa, mi aspettavo che la conoscesse meglio degli altri, o che almeno mi sapesse dire qualcosa di più su di lei, qualsiasi cosa. Con gli occhi lucidi mi ha descritto una ragazza dolce, rispettosa e fedele ai suoi amici, tutte cose che fondamentalmente sapevo già. Ho la netta sensazione che tutti stiano tentando di proteggermi, è come se nessuno volesse sciupare l’ idea dell’ amorevole mamma che dovrei avere di lei. Ma io vorrei conoscere anche la persona, Hazel James non è nata madre, doveva essere anche qualcos’ altro. Insomma so che mancano dei pezzi.
Con poca convinzione continuo a sfogliare distrattamente i quotidiani.
“Hai intenzione di mettermi a soqquadro l’ intera biblioteca?!?” chiede acida madama Pince
“Non sto mettendo a soqquadro un bel niente, sto semplicemente consultando dei documenti, sbaglio o la consultazione è una delle funzioni principali di una biblioteca?”
Lei mi guarda torva, ma desiste
“Rimetti tutto in ordine quando hai finito” dice prima di girarsi e tornare al suo tavolo
Le faccio una boccaccia più che meritata, poi afferro dalla pila un nuovo giornale e ricomincio il mio lavoro.
Altri misteriosi omicidi imputati a Voi-sapete-chi... il capo del dipartimento Auror si dimette... ennesima clamorosa sconfitta dei Cannoni di Chudley e altre notizie simili, del tutto inutili alla mia ricerca.
Poi, finalmente, qualcosa nelle ultime pagine attrae la mia attenzione. Il titolo dell’ articolo recita:
Grande successo per il professor Lumacorno. Horace Lumacorno, docente di Pozioni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, con la collaborazione di alcuni fra suoi migliori studenti, ha appena messo a punto un nuovo e più efficace antidoto alle punture di Hexa. Già in sperimentazione al San Mugo. *****
Più in basso una foto ritrae il professore-tricheco che sorride compiaciuto, con una mano saluta il pubblico e l’ altra è posata sulla spalla di un magro ragazzo che, impacciato ed imbarazzato, tanta di sottrarsi a quella morsa.
Non avrà più di diciassette anni, e ha la tipica aria di quegli adolescenti un po’ spigolosi che sono cresciuti molto in poco tempo con i capelli lunghi e scuri che gli ricadono sul viso, andando a nasconderne tratti, schermandolo dal resto del mondo. Anche se non riesco a vederlo bene in faccia è evidente che si sta vergognando da morire. Per un attimo smette di agitarsi, rinunciando al suo tentativo di fuga, e allontana i capelli dal volto con un movimento scocciato del capo.
“Oh mio Dio!!!!!” dico scandendo ogni singola parola
“Oh mio Dio” ripeto. Per circa mezza minuto non riesco a dire altro, poi, inevitabilmente scoppio a ridacchiare.
Il ragazzo che ho davanti a me altri non è che il giovane Severus Piton.
“Smettila di fare rumore, stai disturbando!!”
“E chi? Ci sono solo io qui!!” ora sto sghignazzando in faccia alla bibliotecaria e lei s’ infuria ancora di più
“Va bene mi scusi. Resterò ancora qualche minuto, e sarò muta come una tomba”
Dopo che mi ha lasciato sola ritorno ad esaminare la foto. A quanto pare il Piton adolescente è riuscito a sfuggire, perché ora è visibile solo un suo braccio, trattenuto da Lumacorno, che tenta di riportarlo entro il campo visivo della fotografia. Sono così curiosa che anch’ io cerco di convincerlo.
“Eh su prof. non faccia il sostento!!” gli bisbiglio
Immagino che se venisse a conoscenza di questa mia scoperta, mi kedavrizzerebbe senz’ alcuna remora. E visto che io non ho il culo sfacciato di Harry Potter, ci rimarrei secca, come ogni essere vivente normale. Perciò prima di continuare mi guardo intorno sospettosa, non vorrei che comparisse all’ improvviso come solo lui è in grado di fare.
“Dai Severus” brontolo. Sono ammattita, parlo con una foto vecchia di 16 anni e per di più mi sto rivolgendo al professore più temibile della storia come se fosse un amichetto d’ infanzia. Dai Severus giochiamo ai maghi!!!
Alla fine il professore riesce a riagguantarlo, o meglio è il suo studente ad essersi arreso, e alza lo sguardo verso il fotografo. Per quanto la veste perfettamente ordinata gli conferisca un aspetto dignitoso, il ragazzo non si può di certo definire bello, il pallore e le guance scavate evidenziano ulteriormente la durezza dei suoi zigomi, ed il naso adunco sembra ancora più grande del normale. E’ magrissimo, nervoso e scattante, come se fosse sempre all’ erta. Ma c’è qualcosa di molto diverso in lui: i suoi occhi. Ha un’ espressione infelice e malinconica, un’ espressione che non avrei mai pensato di vedergli dipinta in volto. Senza volerlo mi ritrovo a sorridergli, poi l’ immagine di un volto arcigno che mi chiama “testa di legno” si sovrappone a questa, e io mi riscuoto immediatamente. Una nota informa che l’ articolo continua alla pagina successiva, tutta eccitata la sfoglio , ansiosa di vedere se è stato corredato da un'altra foto. Magari un Piton costretto a mostrarsi nell’ atto di preparare una pozione o qualcosa del genere. Non mi sbagliavo, effettivamente, ce n’ è un’ altra. E anche in questa c’ è Piton, ma non è solo come pensavo. Osservo e il mio cuore manca un battito, poi prende a battere furiosamente, insieme a lui, e ad altri due studenti, c’è mia madre. Sono due ragazzi e due ragazze, lei è la seconda da destra. I suoi splendidi capelli color miele sono raccolti in una coda, dalla quale sfugge un ciocca ribelle, sorride appena, e ha un’ espressione svanita, come se fosse sorpresa di trovarsi li. Gli occhi sono fissi sull’ obbiettivo, ma si vede che è leggermente imbarazzata, non del tutto a suo agio, lo si capisce dal modo distratto con cui si liscia la gonna, e dalla leggera torsione del suo busto. Ogni tanto volge il suo sguardo stupito verso la ragazza che le sta a fianco, che le cinge la vita con un braccio. E’ una bellissima ragazza, l’ unica veramente disinvolta, l’ unica che ride con sincerità e freschezza, facendo ondeggiare la lunga chioma. Si muove verso mia madre che, noto solo ora, ha le guance leggermente arrossate e sbatte le palpebre dalle lunghe ciglia, sistemandosi i capelli. Infine Hazel James scoppia a ridere di gusto, finalmente serena e rilassata; la ragazza al suo fianco le sta facendo il solletico. Mamma è proprio come me la ricordavo…gli occhi grandi...il viso rotondo così simile al mio...e qualche lentiggine sul suo piccolo naso. Vorrei piangere, ma alla fine mi ritrovo a ridere insieme a loro.
Chissà, magari quella ragazza era una sua amica. Leggo la didascalia e scopro che si chiama Lily Evans, Grifondoro, ogni ragazzo rappresenta una Casa. Sono gli esemplari migliori, scelti personalmente dal Professore.
Me ne fotto altamente del Corvonero, e lancio un’ occhiata a Piton. E’ in disparte, il primo sulla sinistra, distaccato da questa Lily Evans di quasi mezzo metro. Praticamente sembra messo li per caso. Guarda altrove distratto e infastidito, quasi annoiato. Assomiglia molto di più a se stesso adulto che al ragazzo impacciato fotografato nella pagina precedente.
Non so per quanto tempo sia rimasta li a guardare Hazel e Lily che ridevano allegre, ma so che quando mi sono alzata avevo già preso la mia decisione. Meticolosamente ho sistemato con cura le copie del Profeta, ho ringraziato madama Pince, e sono uscita dalla biblioteca. Con il foglio di giornale piegato in tasca, mi dirigo spedita nei sotterranei.

“Tu non hai alcun acume, Potter”
rispose Piton con i neri occhi che scintillavano
“Non capisci le sfumature. E’ uno dei difetti che ti rendono un pozionista così scadente”
Severus Piton, Harry Potter e L’ Ordine della Fenice, JK Rowling



Bussano. Lui segue il suo istinto e ignora quel noioso rumore. Bussano nuovamente. Pazienta Severus, si stancheranno presto di picchiare alla porta di un ufficio vuoto. Bussano insistentemente. Alza gli occhi al cielo infastidito da tanta ostinazione, poi li riporta sulla pergamena. Bussano ancora, per l’ ennesima volta. Con una rapidità sorprendente il professore infila la mano nella veste, estrae la bacchetta, ed apre la porta. Per sicurezza non la ripone, ha una mezza idea di affatturare colui che ha avuto l’ ardire di importunarlo. Il Principe non aveva ideato l’ incantesimo Languelingue proprio per risolvere questo tipo di inconvenienti? Dovrà prima valutare l’ entità della seccatura e, soprattutto, l’ identità dello scocciatore. Infatti c’è è qualcuno sulla porta, Piton avverte la sua presenza, ed un leggero respiro.
“Professore, posso entrare?”
Ecco, appunto. Questa sarebbe l’ occasione perfetta, se solo un’ azione del genere non gli costasse il posto di lavoro, e, di conseguenza la sua unica fonte di guadagno. E la copertura, soprattutto. Involontariamente muove leggermente il braccio sinistro. Nemmeno si da la pena di guardare la ragazza.
“Signorina James-Cooper, a cosa devo questo inaspettato fastidio?” chiede lezioso
“Avrei bisogno di un chiarimento riguardo ai compiti di Difesa che mi ha assegnato venerdì, signore”
La voce è sottile, ma decisa e ferma, senza un’ ombra di paura. Troppo risolutezza per uno stupido chiarimento riguardante i Kappa. Piton lo avverte chiaramente e opta per il rifiuto.
“Dovrebbe avere informazione a sufficienza per svolgere questo compito più che egregiamente James-Cooper. Basterà che analizzi gli appunti dell’ ultima lezione e le descrizioni riportate nel libro. Suppongo che lei sia in grado di leggere”
Qualcosa non va, dovrebbe essere la mocciosa a fuggire terrorizzata da lui, non il contrario. Però si sente comunque sollevato quando sente il tonfo della porta chiudersi, per questo deve reprimere un moto di sgomento quando si accorge che la ragazza è ancora dentro all’ ufficio.
“Si rende conto di essere dalla parte sbagliata della porta, vero?” ringhia piano
Lei si limita ad un alzata di spalle indifferente, cosa che lo fa innervosire ulteriormente. Ora i due si stanno guardando dritto negli occhi, si squadrano a vicenda come due animali in procinto di attaccare. E’ Amaya a fare la prima mossa, non perché sia la più coraggiosa, ma perché, proprio come gli animali, quando si sente in pericolo attacca.
“Devo parlarle” dice dopo essersi seduta, senza invito, sulla sedia davanti alla scrivania
Una fragorosa battaglia si sta combattendo dentro di lui. Si sente spaccato a metà, frastornato, perché da un lato vorrebbe soltanto infliggerle un castigo per la sua odiosa supponenza, per la sua arroganza, per il suo atteggiamento presuntuoso e saccente. Vorrebbe punirla per il solo fatto di esistere, perché la sua presenza lo costringe a dubitare, e a ricordare un periodo della sua vita che tenta disperatamente di dimenticare. D’ altro canto è curioso.
“Mi dia una buona ragione per non punirla?”
Questa domanda è la decorosa via di mezzo che gli permette di salvare la faccia. Sicuramente lei risponderà, spiegandogli che diavolo vuole, accontentando il lato curioso della sua personalità. Potrà comunque costringerla a trascorrere la domenica schiacciando scarafaggi. Purtroppo quella è anche la via più ostica, e Piton lo sa, perché la ragazzina è sveglia, forse troppo per i suoi gusti. Piton sa anche questo.
Senza abbassare lo sguardo Amaya, tira fuori dalla tasca della felpa un foglio di giornale piegato in quattro parti. Con deliberata lentezza lo apre e lo sventola in faccia a Piton. Sulle prime l’ uomo rimane vagamente interdetto, poi aggrottando le sopracciglia, vede e ricorda chi è raffigurato in quella foto insieme a Lumacorno.
Oh cazzo. Quasi lo dice ad voce, c’è mancato veramente un soffio. Spesso si scorda cosa ci sia veramente nascosto sotto la scorza. Davvero era stato quello sgorbietto insignificante e spaurito? Era davvero lui quel ragnetto orrendo? Quel ragazzo che aveva speso anni e anni camminando rasente ai muri, perseguendo l’invisibilità, per poi cercare in tutti i modi di emergere, stanco della mediocrità della sua vita, affamato di conoscenza e ammaliato dal potere.
Che tu sia maledetto Albus!!! Tu e questa tua mania di conservare i vecchi giornali!!!
Si agita leggermente sulla sedia, e questo segna la sua resa, perché sul volto della ragazza appare un ghigno trionfante, quasi malefico. Piton è agghiacciato, non tanto dalla cosa in sé, piuttosto dall’ impressionante somiglianza delle loro espressioni, che solo adesso riesce a scorgere.
“Vede, signore, ho bisogno di parlare con lei, e vorrei da lei delle risposte sincere. In caso contrario mi premurerò di fare una gigantografia della qui presente foto, che verrà appesa nella Sala d’ Ingresso la sera del primo settembre, o, se preferisce, posso fare dei manifestini e lanciarci giù dalle scale”
Amaya espone tutto questo con una lucidità e una freddezza, che, ancora una volta, sorprendono il professore
“Davvero crede di potermi ricattare?” domanda lui con altrettanta freddezza
“Si, lo credo” replica sicura
“Non capisco perché quella fotografia dovrebbe essere motivo...” Severus sta cercando di trovare la parola più adegua “...d’ indecenza o di vergogna. Prova soltanto che sono stato uno studente di Hogwarts, un ottimo studente, direi”
L’ uomo parla con una tranquillità che in realtà che non possiede affatto.
“Ovviamente, signore, dovrebbe esserne fiero, per questo vorrei che tutti sapessero. Essendo gli studenti della scuola circa 2.530 , credo che 3.000 copie basteranno”
Sembra che la marmocchia abbia voglia di giocare
“Sa che potrei sempre prendere quel vecchio foglio con la magia?”
Piton decide di partecipare a quel gioco, insomma, potrebbe pure rivelarsi un divertimento
“Se usasse la magia contro uno studente dovrebbe fornire a Silente un sacco di noiose spiegazioni”
“Basterebbe un semplicissimo incantesimo d’ appello” dice vago sfiorando leggermente la bacchetta ancora sul tavolo.
La ragazza tentenna, e frettolosamente ripiega la pagina di giornale, tenendola ben chiusa nel pugno.
“Inoltre, non dovrei proprio un bel niente al Preside” si alza dalla sedia e aggira la cattedre, con studiata lentezza
“In quanto professore posso obbligarti a svuotare la tasche e posso requisirti eventuali oggetti proibiti”
Ora le sta acconto, torreggiando sulla ragazza che lo guarda impensierita
“E da quando un giornale rientrerebbe nella categoria degli oggetti vietati?!” la voce lievemente tremante
“Le vecchie copie del Profeta sono solo consultabili, non possono essere prese in prestito dalla biblioteca, ergo lei ha commesso un’ infrazione signorina James-Cooper” si china su di lei
“Ora te lo ripeto, davvero sei convinta di potermi di ricattare?” sibila a denti stretti vicinissimo al viso di Amaya
Piton arriccia le labbra in un sorriso soddisfatto, guarda la ragazzina che si torce nervosamente le mani posate in grembo, ha perduto tutta la sua spavalderia. Gli rivolge uno sguardo di puro odio.
“Quel foglio è confiscato, dammelo” le ordina imperioso allungando una mano
“Lei non mi avrebbe ascoltato altrimenti” risponde piano.
Piton non comprende il significato dell’ affermazione, ma può vederla riaprire delicatamente la pagina piegata, lisciandola con estrema delicatezza, come se fosse un prezioso tesoro. Ancora non capisce che diamine stia facendo, ma quei gesti teneri la mostrano per quello che è: una ragazzina di quattordici anni, infantile e spaventata. Finalmente riesce a dischiudere quel dannatissimo foglio, che rivela un altro frammento della sua storia scolastica volutamente dimenticato.
“Sa, quando il professor Silente ha deciso di far sparire ogni traccia di mia madre dalla biblioteca scolastica, si è scordato di questa” sussurra mostrandogli l’ altra fotografia
Ci volle qualche secondo prima che l’ immagine colpisse nel segno con tutta la sua potenza. Questo fa male davvero, peggio di una cruciatus in petto. E’ un dolore cieco e feroce che si diffonde in tutto il corpo. E stai barcollando Severus, le senti le gambe che tremano? Appoggia una mano sulla scrivania per sostenerti e spera vivamente di riuscire a farlo passare come un gesto naturale. Stai per cedere Severus, siedi.
Lui obbedisce meccanicamente, anche se non è del tutto sicuro di aver mantenuto la solita glaciale espressione. Guarda davanti a se, nel punto dove è seduta Amaya, ma non è in grado di metterla bene a fuoco. Il gioco si è fatto sleale.
Respira Severus, affronta i tuoi fantasmi.
Compostamente si abbandona allo schiena della sedia, e fa un gesto con la mano che potrebbe essere interpretato in qualsiasi modo. Con vocina piccola piccola gli chiede spiegazione riguardo il progetto di Lumocarno, spingendo il foglio sulla scrivania, verso di lui, che vorrebbe scattare in piedi come un molla e urlarle di mettere via quella fottuta foto.
Perché quel sorriso per lui è un fascio di luce accecante. Sfoggiando l’ usuale e costruito contegno, rivolge ai quattro ragazzi un occhiata di distaccato interesse. Boccheggia. Lily gli aveva sempre fatto quest’ effetto, quando la vedeva, a Piton mancava il fiato, ma allo stesso tempo gli sembrava di poter respirare l’ aria fresca e pulita delle vette di montagna.
Dio...com’ era bella...la sua era una bellezza che irradiava gli altri, non offuscava, mai, nessuno, o perlomeno lui si sentiva meno sgradevole quando le stava accanto. Anche la figura insulsa della James, brilla di luce abbracciata a lei. Lily sapeva essere generosa anche in questo.
E’ un fantasma Severus, è un immagine sbiadita, quanto il tuo Patronus. Annegherai nel ricordo del verde.
“Non sapevo neppure l’ avessero pubblicata” guarda che sta volta l’ hai detto davvero ad voce
Amaya emette un rumore soffocato, forse un sospiro troppo rumoroso, o forse un gemito di frustrazione, evidentemente sta trepidando. Un gruppetto affascinante, valuta Piton, le due ragazze sono morte, ad uno dei due maschi è stato riservato un destino ancor peggior, e l’ altro, un brillante Corvonero, lavora come manutentore, insomma aggiusta i cessi rotti al ministero. Il Lumaclub ha funzionato meglio di un malocchio ben assestato.
“Non la conoscevo” dichiara solenne rilassandosi un po’ e allungando le gambe
“Speravo solo mi sapesse dire qualcosa di più” lo incalza lei. Sapeva che non avrebbe ceduto così facilmente.
“Eravamo allo stesso anno, ma siamo stati smistati in Case diverse, non frequentavamo le stesse persone. Gli unici contatti che avevo con lei si limitavano alle scarse lezioni che Tassorosso e Serpeverde condividono, e al Lumaclub”
“Come scusi?” chiede
“Il professor Lumacorno aveva l’ abitudine di scegliere fra i suoi studenti quelli che lui riteneva i migliori, e farli entrare in una ristretta cerchia di eletti che lui stesso definiva Lumaclub”
“Che cosa schifosa” dice senza preoccuparsi di nascondere una smorfia di disgusto
“Non piaceva molto nemmeno a me, ma era un bravo professore” replica lui con sincerità
“Tutti gli studenti coinvolti nel progetto facevano parte di questo club”
parla di quel ragazzo come se fosse morto, ed in parte è vero
“James non era una strega particolarmente dotata, ma era abbastanza brava con le pozioni, com’è qui testimoniato”
“Mi pareva che avesse detto di non conoscerla?” chiede la ragazzina sempre più curiosa
“Ti sto solo riferendo le mie impressioni, James-Cooper” spiega ricevendo in risposta uno sbuffo scocciato
“Professor Piton, il fatto è che qui tutti parlano senza dirmi niente, nessuno mi racconta nulla riguardo Hazel James, mi dicono solo quello che immaginano una figlia voglia sentirsi raccontare della madre”
“E io dovrei essere diverso?” domanda stranamente coinvolto dalle motivazioni altrui
“No, lei è diverso, signore” replica sicura
“Insomma lei è capace di chiamarmi razza di imbecille se confondo i Marciotti con gli Avvicini, perciò non credo che avrebbe remore a dirmi che mia madre era una stronza...ehm....scusi” s’ interrompe di botto
Amaya lo guarda, cerca rassicurazione nei suoi occhi, e, trovandola gli risponde con un piccolo sorriso. Piton pensa che la ragazza non ha tutti i torti. In fondo è lui quello che da tre anni non perde occasione per ripetere a Potter che suo padre era un bastardo arrogante. Un movimento della mano, e il professore esorta la sua studentessa a continuare.
“Quello che sto cercando di dirle, è che ad una bugia caramellata, preferisco una cruda verità, per quanto dolorosa possa essere. Starà poi a me convivere con essa” conclude con il cipiglio della donna forte
“Tua madre non era una persona abbietta, era una strega mediocre, una ragazza silenziosa e po’ svampita. Non mi è mai sembrata particolarmente sveglia in realtà” medita corrugando la fronte
“E aveva l’ insopportabile abitudine di chiamarmi per nome, nonostante non avessimo nessuna confidenza”
Questo particolare se l’ era scordato. La ragazza scoppia a ridere fragorosamente.
“Posso sapere il motivo di tanta ilarità James?” chiede infastidito. Si sente decisamente preso in giro.
“Lei...lei le piaceva!!” risponde fra una risata e l’altra. Piton è basito.
“Lo faceva sempre quando una persona le piaceva, in qualsiasi modo intendo, non nel senso letterale di attrazione fisica, cioè non che lei non possa essere considerato attraente, però ecco....”
“James basta, stai farneticando” sbotta. La situazione lo imbarazza lievemente. Di che ti meravigli?!? Questo lo sapevi già, te l’ aveva detto lei stessa quella notte di quindici anni fa. Forse faresti meglio a preoccuparti di questo.
La stanza si acquieta improvvisamente. Amaya è assorta nella contemplazione di Hazel, mentre, Piton, bhè, Piton in verità è assorto nella contemplazione di Amaya. Lo stallo creatosi con il suo arrivo non si è ancoro risolto, solo lui può farlo, ma per farlo ha bisogno di certezze. Invece questa ragazzina crea solo dubbi.
“Professore?”
“Mmhh” fa lui come se fosse stato disturbato da chissà quale riflessione sui massimi sistemi
“Lei, sa dirmi qualcosa riguardo a quest’ altra ragazza” a quelle parole l’uomo diventa rigido come una palo
“Si chiama Lily Evans”
Si chiamava Lily Evans, pensa mentre lo squarcio nelle sue viscere riprende a sanguinare.
“Non conoscevo nemmeno lei” taglia corto lapidario
“E, se la sua morbosa curiosità me lo permette, avrei del lavoro da finire”
La ragazza capisce che le sue parole non ammettono replica, oppure si è resa conto, che lo strano feeling che si era creato si è rotto quando a pronunciato quel nome. Severus spera con tutto il cuore che non sia così.
L’ uomo sbatte la mano a palmo aperto sul tavolo, andando a trattenere il giornale. Amaya sussulta.
“Che cosa credi di fare?” domanda con un ghigno.
E’ una domanda retorica, l’ ha vista benissimo cercare di infilarsi il foglio giornale in tasca.
“Professore, la prego, le giuro che non la farò vedere a nessuno ma vorrei tenerla” chiede dolcemente
“Questo è confiscato. Ora fuori di qui” sottolinea freddamente, ignorando il suo sguardo supplichevole
“Per favore, le chiedo solo questo, io...”
“Tu non sei nella posizione di fare richieste James-Cooper, avrei dovuto spedirti dal preside subito, quando ho capito che la tua testolina bacata aveva partorito l’ idea di estorcermi informazioni. Invece ho ignorato quel patetico tentativo di ricatto, e ti ho accontenta, il che è già molto al di sopra della mia abituale scorta di tolleranza.”
Amaya lo guarda e basta, il suo sguardo non lascia trasparire nessuna emozione, in silenzio si alza e raggiunge la porta.
Piton è colpito da tanto autocontrollo, perché è questo che è, non è disinteresse, lei vuole davvero la foto di sua madre, come chiunque, ma non si mostrerebbe mai bisognosa davanti a lui. Lei non implora nessuno, anche a costo di soffrirne disperatamente. Bè, se lo cose stanno così, Piton non le accetta.
“Ti sei già arresa?” le chiede quando ormai è sulla soglia
“Mi pare di non avere nessuna possibilità, lei è stato chiaro. Non è nella mia natura strepitare, inoltre sono abituata a convivere con perdite ben più gravi, signore” conclude con una scrollata di spalle
Sono parole tristi, ma dette così, senza nessun inflessione, assomigliano tremendamente a istruzioni per preparare una pozione. Dannazione ragazzina reagisci!!! Strilla, batti i piedi, insomma, fai la ragazzina!!!
“Allora posso distruggerla?” domanda alzando la bacchetta. La ragazza arcua un sopracciglio inquisitoria
“Può fare quella che le pare, ma probabilmente farebbe meglio a restituirlo a Madama Pince” risponde tranquilla
Niente. I suoi sforzi sembrano del tutto vani, e sta pure facendo la figura dell’ imbecille. Forse dovrebbe cambiare tattica.
Com’ era quella cosa delle mosche? O erano le api? Insomma si prendono più stupidissimi insetti con il miele che con il veleno, come esperto pozionista avrebbe qualcosa da ridire, dipende dal veleno e...Oh Porco Godric!! Severus non è questo il punto!!! Severus non ne sente il rumore, è troppo preso dalle sue folli strategie per accorgersene, ma qualcosa dentro di lui si è incrinato.
“E va bene” dice esasperato, sfinito da una terribile conflitto mentale. Amaya è sempre più sbigottita.
“Cosa, signore?” domanda un tantino infastidita dallo strano comportamento del professore.
“Le darò questa foto” doveva concluderla li altrimenti avrebbe soltanto ottenuto l’ effetto di passare per matto
“Davvero?”
“Si, davvero James-Cooper”
Spalanca gli occhi, poi il suo visino rotondo si apre in un sorriso. Poi inizia a saltellare come se l’ avesse colpita un Tarantallegra, poi arrivano i gridolino di gioia. E’ un suono così acuto che l’ uomo si stupisce di riuscire a sentirlo.
“Smettila perché potrei sempre cambiare idea” la ammonisce alzandosi mentre lei si avvicina trotterellando
“Grazie prof.!!! Lei un grande, lei…lei è il mio professore preferito!!” cantilena raggiante dondolandosi sui piedi
“Fossi in lei sarei più cauto prima di fare certe affermazioni, signorina, glielo chiederò alla fine dell’ anno scolastico”
Piton si piega leggermente sulla scrivania, bacchetta in mano e Amaya al seguito che lo osserva curiosa
Geminio” sussurra sul foglio che viene magicamente duplicato.
Fissa gli studenti davanti a se e tentenna, per un attimo sembra indeciso. Sospira piano.
Diffindo” l’ insicurezza è sparita del tutto e ora Amaya ha fra le mani il ritratto di due ragazze sorridenti
“Ho immaginato che potessi fare a meno del superfluo”
“Nessuno la considera superfluo” dice con sicurezza e sincerità
“Professor Piton, possa fare una cosa?”
“No” risponde secco. Ha un potente sentore delle intenzioni altrui, disgraziatamente s’ aspettava anche questo: il suo rifiuto viene totalmente ignorato. Può considerarsi pienamente soddisfatto però, è riuscito così bene nel suo intento che ora Amaya lo sta abbracciando. E un abbraccio è una reazione no? Piton non vuol indagare sui tipi di sentimenti che un abbraccio può esprimere, o almeno non ora, irrigidito e imbarazzato, da una ragazzina che gli si è avvinghiata addosso a tradimento. Dopo avergli buttato le braccia al collo ha persino delicatamente appoggiato una guancia sul suo petto. Lei si allontana quasi subito, lui rimane immobile.
“Grazie per avermi mostrato i suoi veri colori”
“James, sei più stramba di tua madre” ma non c’è traccia di scherno nella sua voce
“Vero” ammette con gioia neanche le avesse fatto un complimento
“Fantastico, l’ accettazione è il primo dei dodici passi, potremmo lavorarci sopra, ma ora vattene.”
Saluta educatamente e se ne va stringendo il suo piccolo prezioso tesoro, è così intenta ad osservarlo che quasi sbatte contro la porta ancora chiusa. Chissà, se ha fatto la scelta giusta, di sicuro non se n’ è ancora pentito.

NOTE:
* L’ autrice di Peter il Coniglio, favola illustrata per bambini, è l’inglese Beatrix Potter

** Questa frase è tratta da “L’odore della notte” romanzo di Andrea Camilleri

***Joe Hallenbeck è il protagonista de “L’ ultimo dei Boy Scout” che alla fine del film si mette a ballare la Giga. E’ interpretato da Bruce Willis, se non l’ avete mai visto mai visto, fatelo perché è un gran film!!

**** Tutto questo periodo (dalla prima domanda che Piton pone ad Amaya) è sempre ispirato ad un libro di Andrea Camilleri, “L’ età del dubbio”, opportunamente modificato per adattarlo alla storia, spero solo di non aver fatto casini nella traduzione dal siciliano!!! Ho fatto del mio meglio, non me ne vogliate!!

*****Questa me la sono totalmente inventata, perché non mi veniva in mente nessun antidoto a un bel niente. Ho immaginate che gli Hexa siano delle enormi zanzare velenose che lasciano le persone in uno stato di semi-coma

Hogwarts sarebbe frequentata da 2.530 alunni (informazione dichiarata personalmente dall'autrice stessa).
Fonte Wikipedia
Scusate per tutti questi asterischi, nel testo originale avevo inserito i riferimenti a piè pagina, ma qui non li legge!!! Un' alternativa??? :huh:

Domanda alle Pitoniche:
a pagina 384 del “Principe mezzosangue” Harry scaglia il Languelingua a Pix
“Bella” si complimentò Ron [...] “ Un'altra fattura del principe, eh?”
“Si” rispose Harry
Quindi per deduzione, l’ incantesimo l’ ha inventato Piton giusto?!? E, se non sbaglio, questo incantesimo viene anche usato da Malocchio per proteggere Grimmauld Place da Piton stesso. Allora, tralasciando il fatto che è una protezione abbastanza ridicola, che è questa storia di rivoltargli addosso tutti gli incantesimi che ha inventato?!? Eh?!?
Che una gara?!? Prima Potter che vuole fare il figo col Levicorpus, poi Potter junior, che alla fine del “Principe”, tenta, ovviamente non riuscendoci, a lanciargli un Sectumsempra, quando ha già squartato Draco, ed infine Moody e le sue protezioni sceme...eh basta!!! Inventateveli voi se ne siete capaci!!!!

Bene è ora ho veramente finito!! Grazie ha chi è arrivato fino in fondo!!!
Commentino?!? please ^_^
ancora baci
















 
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• Shin ~
view post Posted on 30/9/2009, 19:07




REEEEDDD...
*corre incontro e le salta addosso*
Finalmente hai aggiornato...XD
Non sai quanto aspettavo il seguito di questa FF...*-*
Complimentissimo come al solito...^^
Ti ho già detto quanto adoro il tuo modo di scrivere vero??
Davvero eccezzionale...u.ù
E poi questa parte:
CITAZIONE
Zitta, taccia, e silenzio. Ammiro la varietà d’ intimazione del professore. Perciò decido di vedere se è capace di trovarne altre.
“Vede, signor professore....”
“Muta”
Zitta, taccia, silenzio e muta. Davvero lodevole questa ricchezza linguistica. Ci riprovo.
“Ma vorrei...”
“Ssccc!!” fa lui portandosi l’ indice al naso
E no, ssccc non vale, deve essere una parola. Che delusione, non voglio più giocare e non dico più nulla.
“Ora risponda alla mia domanda ma senza tergiversare, senza divagare, senza...”
“...deviare, nicchiare, temporeggiare, barare?” suggerisco a raffica manco fossi il dizionario dei sinonimi.

Mi ha fatto piegare in due dal ridere...**

Spero di leggere presto un altro tuo aggiornamento...^^
E ancora complimentissimi...*-*
Adoro profondamente come scrivi...xD
Le emozioni, le citazioni da vari film-libri, le frecciatine che si lanciano Amaya e Piton e...e...e tutto insomma...u.ù

Ora è meglio che me ne stia zitta altrimenti passerei altri minuti a complimentarmi con te... .-.
Non che la cosa mi dispiacerebbe s'intende, ma virerebbe verso il verboso *traendo spunto da V per Vendetta, giusto per stare in tema di citazioni...u.ù*

Ok, evaporo veramente...xD
Complimenti ancora...*ççç*

Baci.
Laura
 
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Elfosnape
view post Posted on 20/10/2009, 11:57




yeeeeeee.....hai aggiornato,finalmente! e finalmente riesco a leggere senza ke s impalli il pc...
qnd hai fatto il paragone dei capocasa, mi sn scompisciata dalle riasatre....hihi...fantastico!! speice la descrizione di piton e vitious...^^
aggiorna presto..
 
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view post Posted on 21/10/2009, 12:54
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Erede Universale del prof. Snape

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Sono riuscita finalmente a leggere tutta questa ff.
Beh mi piace!
Sev nasconde un grande peso ed enormi dubbi, a te resta il compito di svelarli.
Brava!
 
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view post Posted on 30/10/2009, 10:59
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CITAZIONE
Zitta, taccia, e silenzio. Ammiro la varietà d’ intimazione del professore. Perciò decido di vedere se è capace di trovarne altre.
“Vede, signor professore....”
“Muta”
Zitta, taccia, silenzio e muta. Davvero lodevole questa ricchezza linguistica. Ci riprovo.
“Ma vorrei...”
“Ssccc!!” fa lui portandosi l’ indice al naso
E no, ssccc non vale, deve essere una parola. Che delusione, non voglio più giocare e non dico più nulla.

Stupenda questa parte!!! Mio Dio, sono scoppiata a ridere come una scema!!!


CITAZIONE
“Sai dirmi cos’ è questo James?” chiede sventolandomi sotto il naso una piantina essiccata
“Un grazioso fiorellino?!”

Pure qua....ahahaha mi immagino la faccia di Sev ad una risposta del genere...ahahah

Sei bravissima, davvero, mi piace TROPPO come scrivi!!!! Entro sempre in astinenza quando non posso leggere le tue fan fic, perciò....contniuala, ti prego! Voglio vedere come si evolve la storia, ti prego ti prego ti prego!!!!!!
 
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Redshine
view post Posted on 8/5/2010, 12:07




Per la serie a volte ritornano: cucù!!! Pensavate di essermi liberati di me eh?!? Ah ah!!! :woot: contenti?!? Sento le vostre urla di giubilio sin qui.
Sempre avuto problemi con la costanza io, inizio un sacco di cose senza poi portarle a termine. -_- Sappiate che sto lavarando anche su questo difetto (si, lo so che non ve ne fraga assolutamente niente), per ora vado per gradi. Sarei davvero molto felice se leggeste i primi capitoli di questa storia, che nelle mia mente è già formata da un pezzo, però vi comprendo se non ne avete voglia :D. Sinceramente spero che leggendo questo aggiornamento vi venga voglia di leggere anche il resto. Per i vecchi lettori è un piccolo aiuto a rinfrescare la memoria.
Sotto spoiler un riassunto della storia
SPOILER (click to view)
La protagonista della storia è Amaya James-Cooper, una ragazza di quattordici anni nata a Londra, e cresciuta qua e la per gli States. Padre ignoto, viene allevata solo dalla madre, uno spirito libero, da molti considerata svitata. Rimasta orfana da bambina, viene adottata da una famiglia parecchio benestante di New York, i Cooper. E’ una persona, intelligente, acuta e razionale, che si fa un sacco di domande alle quale, spesso, non riesce a dare risposte e alle volte tende a perdersi nel suo mondo. E’ una finta ribelle, per certi versi, a cui piace semplicemente provocare. Come tutti gli adolescenti ha paura del futuro, anche se cerca disperatamente di nasconderlo fatica a trovare la sua strada, soprattutto perché non riesce mai ad adattarsi fino in fondo, e si sente “diversa”. Questa profonda sensazione è avvalorata dagli strani episodi che cominciano ad accadere attorno a lei, qualcosa che lei chiama episodi paranormali. Li trova persino divertenti all’ inizio, ma quando rischia di far del male alla sorella adottiva, ne esce sconvolta. Le sue preoccupazioni vengono chiarite da due strani individui che dicono di essere maghi; e le rivelano che anche lei è dotata degli stessi poteri. Amaya è una strega. Avendo urgente bisogno di imparare a controllare tali notevoli poteri, la ragazza parte subito alla volta della Scozia dove trascorrerà l’ estate presso la prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, per rimediare alla mancanza di tre anni di istruzione, perché, dopo lo Smistamento del primo settembre, verrà inserita direttamente al quarto anno, fra suoi coetanei. Qui conosce nuovi amici, e una famiglia piuttosto stramba dai capelli rossi conosciuta come Weasley. Pian piano comincia ad abituarsi al mondo magico, e, arrivata ad Hogwarts, dimostra subito di essere una brillante studentessa e potenzialmente un' ottima strega. Qui scopre che anche Hazel James, sua madre, era una strega, ha frequentato la stessa scuola fra le file dei Tassorosso, ma in seguito ha deciso di rinunciare alla magia. Fin da subito instaura uno strano legame con il professor Severus Piton, che, nonostante i continui battibecchi, lei trova affascinante. L’ estate scorre via velocemente, e Amaya dovrà affrontare presto l’ inizio dei corsi, ma sembrano esserci ancora molti segreti da svelare. Chi era davvero Hazel James? E ancora, perché il nostro Severus è così inquieto? Cosa lo preoccupa?
Lo scopriremo nelle prossime puntate (Perdono. Non ho resistito)

Ambientato nel nell’ anno scolastico 1994/95. Il quarto anno del Trio e gli altri, del torneo Tre Maghi, e del ritorno di Voldemort
*un grande abbraccio a zio Voldie che è tornato*
Insomma avete capito che parliamo del “Calice di Fuoco”.

Ci tengo a dire che il personaggio di Amaya mi è stato ispirato da Paloma, una delle protagoniste di quel capolavoro che è “L’eleganza del riccio”.

Un grazie eterno a JK Rowling che ha creato questo mondo (si poteva evitare la strage finale però).
Senza di lei non potrei ammorbarvi con le Fic!!

Un grazie gigantesco a coloro che hanno letto e commentato, le opinioni di un lettore sono il pane quotidiano di una pseudo-scrittrice come me.
Vi lascio a questo nuovo e super tardivo capitolo.
Grazie in anticipo.
Marti

Capitolo 6. A la recherche du temps perdu


Qualche piccolo accorgimento e i risvegli scozzesi si sono fatti decisamente meno traumatici. In parte è merito dell’ Umpa-Lumpa: mi ha insegnato un incantesimo di asciugatura istantanea che mi permette di lavarmi tranquillamente i capelli senza dover temere di prendere qualche malanno.
In parte lo devo a Silente, che ha acconsentito ad apportare qualche piccola modifica al menu della colazione, in sostanza l’ ho convinto ad aggiungere il caffè alle bevande mattutine. Tale richiesta è stata commentata da Piton con un «Tzè. Americani», che io ho ignorato amabilmente. Insomma, non è umanamente possibile affrontare otto ore di lezione senza sostituire il caffè al succo di zucca. E poi, che diamine è il succo di zucca?!? Soddisfatta, sorseggio la nera bevanda seduta al tavolo degli insegnati, ripristinato nella consueta forma rettangolare, per fortuna il preside ha abbandonato la sua bislacca idea della tavola rotonda. Ormai abituati alla mia presenza i professori non fanno più caso a me. Tranquillamente sto leggendo un articolo sulla nazionale Bulgara, questa sera ci sarà la finale della coppa del mondo di Quidditch e tutti sembrano molto eccitati.
«Oh buongiorno Sibilla, che piacere vederti quaggiù, una volta tanto!» il saluto del preside sposta la mia attenzione dalla Gazzetta del Profeta alla nuova arrivata. Ecco la pipistrella. Ron mi ha parlato di lei, sconsigliandomi vivamente di frequentare Divinazione. La Cooman risponde al saluto e si siede a fianco a me.
«Buongiorno cara» dice guardandomi attraverso gli occhialoni spessi
«Buongiorno anche a lei professoressa Cooman» replico educatamente
«E’ un piacere incontrarti, sei proprio come ti avevo immaginata, del resto l’Occhio Interiore non sbaglia mai»
Non sapendo come rispondere a quest’ affermazione, mi limito ad un’ occhiata scettica, mentre la McGranitt, seduta alla mia destra, sbuffa sonoramente. Di rimando la Cooman sembra innervosirsi, con un gesto ampolloso si sistema lo scialle viola sulle spalle e i suoi numerosi gioielli tintinnano.
«Posso cara?» domanda infine. Io faccio il grave errore di acconsentire ad una richiesta di cui non ho capito il significato, ed allora lei afferra la mia mano con tanta forza che per poco non finisco spalmata sul piano di legno del tavolo, si china su di essa e comincia ad osservarla con molto interesse. Oh no. Avrei dovuto aspettarmelo.
«Interessante» considera portandosi la mano ancora più vicino ai suoi fondi di bottiglia, mentre io non posso far altro che guardare supplichevole la Mcgranitt, la quale ricambia il mio sguardo con un espressione rassegnata.
«Molto interessante» continua impassibile
«Cosa, scusi?» domando io, più esasperata che incuriosita. Ormai, sono consapevole del fatto che nell’ ambito magico le cose cambiano radicalmente, ma ho sempre pensato che l’ arte di predire il futuro fosse una gigantesca baggianata, forse sbaglio e tendo a riporre troppa fiducia nelle scienze esatte. Però se avessi voluto una profezia, invece di attraversare l’ Atlantico, avrei fatto prima ad andare a Coney Island, dove, al famoso Luna Park, lavora una chiromante così vecchia che probabilmente è appostata lì da quando la città era una colonia olandese e si chiamava New Amsterdam. Come di consueto mi perdo nei mie considerazioni mentali, lasciando fuori il mondo che mi circonda, questa è una delle poche caratteristiche che mi ha lasciato Hazel James. Faccio lo sforzo di concentrarmi sulla Cooman, che al momento sta vaneggiando riguardo a linee e monti.
«Il monte di Venere è piatto, dovresti avere qualche problematica con la tua femminilità, cara»
«Grazie» sibilo contrariata in risposta a quell’ osservazione poco carina
«Vedi questa curva? E’ la linea della testa, delinea all’ intelligenza e alle attitudini mentali in generale.La tua ha un andamento orizzontale, ciò indica una predisposizione alla logica, alla praticità, alla capacità analitica ed anche buona memoria»
Bé, grazie di nuovo professoressa impostora, questo la sapevo già, senza bisogno di una stupida lettura della mano.
«Invece, questa linea che comincia fra il pollice e l’ indice e descrive un arco verso il basso fino al polso, è la linea della vita, è ben estesa e soprattutto molto marcata, è ciò indica generalmente una vita sana e longeva»
«Questa si che è una novità! Di solito predici la morte della maggior parte degli studenti che ti capitano a tiro, Sibilla»
La tagliente sferzata arriva dalla voce della McGranitt, che sembra pienamente d’ accordo con le opinioni di Ron sul conto di quella stramba professoressa, che non risponde alla provocazione.
«Purtroppo, devo farti presente che essa è attraversata da diverse separazioni e fratture, ciò significa che il tuo destino sarà decisamente travagliato, la tua esistenza sarà caratterizzata da profondi cambiamenti o addirittura da episodi sventurati. Probabilmente il tuo passato è stato caratterizzato da molte difficoltà che potranno protrarsi anche in futuro»
«Ah ecco. Tutto l’ ottimismo che avevi dimostrato rischiava di far crollare alcune mie certezze» aggiunge l’ insegnante di Trasfigurazione, apparentemente disinteressata al suo discorso.
«Il mio umile compito è soltanto quello di interpretare i segni del destino, Minerva, indipendentemente dalla tragicità di esso» replica infine seccata l’ altra, strattonandomi ulteriormente la mano, come se fossi un manichino inanimato.
«Mhm...questo è curioso...» aggiunge ancora, mentre io comincio vagamente ad interessarmi alla situazione. Sfortunatamente non vedo altro che il palmo della mia mano destra, attraversato dalle consuete linee.
«Presto, molto presto, incontrerai sul tuo cammino un uomo, un uomo...nero»
Ok. Cioè, no, sarebbe meglio dire no, questo avvertimento minaccioso per bambini capricciosi proprio non lo tollero.E nemmeno mi sforzo a cercare di comprenderlo. Poi, quasi per caso, adocchio Piton che esce dalla sala insieme al preside e allora mi sfugge un ghigno derisorio e sprezzante, probabilmente anche lei lo ha visto e la sua mente si è lasciata andare ad un semplice collegamento. Del resto Piton è il perfetto prototipo dell’ uomo nero.
Improvvisante immagino le madri dei piccoli maghi che li terrorizzano riferendosi alla scura figura del Potion Master.
«Guarda che se non ti comporti bene Piton ti porta via!»
Anzi, suppongo che l’ uomo nero prima di dormire controlli che sotto il letto non ci sia Severus Piton. *«Può centrare il fatto che questo pomeriggio ho due ore di Difesa con il professor Piton rispondo allora, seguendo il corso dei miei pensieri. La McGranitt cerca di trasformare senza successo una risatina in un colpo di tosse.
«Mi hai frainteso, cara» sbotta. A dispetto delle parole gentili il suo tono di voce si è fatto aspro.
«Dovresti interpretare le mie parole in modo più ampio e profondo.
Non mi riferisco a qualcuno che ha l’ abitudine di vestirsi in nero»
«No?» faccio questa domanda giusto per non scoppiare a sghignazzare sfacciatamente
«Assolutamente no. Sto parlando di un individuo in grado di assorbire la tua anima, così come il nero concentra in se tutti i colori dell’ iride. il nero è l’ opposto del bianco, il quale rappresenta la luce e la vita, sono gli opposti, l’ alfa e l’omega, in un certo senso il nero è la rinuncia stessa. E’…»
«E’ tardi, Sibilla, e alla prima ora la signorina James-Cooper ha lezione di Trasfigurazione»
La Capocasa Grifondoro si alza, e, contemporaneamente la presunta veggente mi lascia la mano. Finalmente.
«Spero di rivederti alle mie lezioni»
«Ehm..mi spiace, ma ho già iniziato ha prepararmi per i corsi di Antiche Rune e Aritmanzia, sinceramente non credo di avere il tempo per frequentare anche Divinazione, professoressa Cooman» rispondo alzandomi
«Peccato, vedevo un grande potenziale in te, com’ era per tua madre del resto»
E no. Cercare di convincermi a frequentare le sue lezione perché lo faceva mia madre è del tutto scorretto.
«Era una brava studentessa e una ragazza così dolce» continua imperterrita mentre io comincio ad innervosirmi
«Quale sciagura...» dice ancora, con un tono esageratamente struggente
«James-Cooper, è ora di andare» mi riscuote la McGranitt impaziente. Mi limito a salutare la Cooman, non ho voglia di parlare di mia madre, non ho voglia di riscuotere ricordi e reminescenze che si intrecciano dentro di me.
Come sarà il futuro? E’ davvero possibile predirlo? Questo mi domando mentre cammino verso l’ aula di trasfigurazione.
Nessuno lo sa, ma, sicuramente, non è possibile prevederlo, semplicemente perché siamo noi stessi a costruirlo.
Il futuro si può creare tramite le nostre scelte, le nostre azioni del presente, le quali a loro volta sono influenzate dalle esperienze passate. Si, ognuno è artefice del proprio destino. Il destino non esiste.


Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro!
Sant'Agostino


Gli occhi celesti e acquosi dell’ anziano mago abbracciano quel paesaggio così familiare. Allo sguardo limitato di un piccolo essere umano lo spazio viene meno e l’ orizzonte si trasforma nell’ infinito. E’ la scoperta e l’ esperienza dell’ Infinito, è il superamento di ogni capacità percettiva, così come diceva quel poeta italiano.
“E sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non mi spaura” sussurra
“Ha detto qualcosa, signore?” domanda l’ uomo dai capelli corvini che gli sta a fianco. L’ altro non risponde, avvolto nel silenzio della brughiera. Anzi, no, quello non è silenzio, perché essa sembra respirare, emettendo profondi sospiri, mentre un vento lieve attraversa l’ erba, le felci e la superficie del grande lago.
“Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare” continua in un italiano stentato e marcato da un forte accento inglese. Severus gli rivolge una veloce occhiata, sa che Silente parla Marino, Goblinese e Serpentese, ma, paradossalmente, la sua conoscenza della lingua italiana lo stupisce molto di più.
“E’ una bellissima poesia, purtroppo mi ricordo solo questi versi” chiarisce sorridente tornando alla sua lingua madre. In verità al professore interessa pochissimo della letteratura straniera.
“Preside” persevera
“Ricordi la sensazione che hai provato quando sei arrivato ad Hogwarts per la prima volta, Severus?”
Il più giovane freme leggermente, agitato. In quel momento avrebbe bisogno di risposte, non di altre domande, assurde per altro. Sospirando, cerca di richiamare a se le sue memorie, e scopre di ricordarle facilmente quelle sensazioni.E’ vagamente cosciente della trepidazione, della gioia e della speranza che ha provato allora.Ora, conosce soltanto il vuoto significato di questi termini, come se fossero un eco lontano. Infine si da persino la pena di assentire, ma non sa nemmeno se Silente l’abbia notato o meno. “Sediamoci” dice fermo il preside. Senza attendere la risposta si accomoda per terra, appoggiando la schiena al tronco di una quercia secolare, intanto Piton lo scruta con attenzione,e prima aggrotta le sopracciglia per poi arcuarle entrambe, esprimendo così tutto il suo stupore. Perfetto, considera, il più potente mago vivente è ammattito.
“No Severus” ridacchia “La mia mente è ancora incredibilmente lucida”
Silente non ha avuto nessuno bisogno di usare la Legilimanzia sul serpeverde, anzitutto lui non glielo avrebbe permesso, inoltre era sufficiente guardarlo in faccia per interpretare i suoi pensieri. Il pozionista tentenna un momento, cercando di trattenere uno sbuffo contrariato per gli eccentrici comportamenti di Albus Silente, perché per lui è molto semplice mantenere il lineare rapporto capo-subordinato, anziché affrontare quelle situazioni. Apparentemente sembrano soltanto momenti leggeri e tranquilli, ma, in quelle occasioni, Albus riesce a scavare nella sua intimità, e lui finisce sistematicamente col sentirsi esposto, confuso e, addirittura, un po’ imbarazzato. Perché Albus sa. Infine Piton acconsente, e si siede a fianco del vecchio, sotto le fronde dell’ albero.
“Preside” ricomincia, intenzionato a riportare la discussione nel giusto schema
“Ritengo che sia opportuno rivelare alla ragazza il passato di Hazel James.
Comincia a diventare eccessivamente curiosa”
“A proposito, come prosegue la preparazione della signorina James-Cooper?”
“Procede, ma andrebbe decisamente meglio se quella ragazzina non fosse così, impertinente, arrogante, e indiscreta”
conclude con un basso verso sprezzante, grato di poter ritornarne al suo abituale atteggiamento
“Gli altri insegnanti mi hanno riferito che è dotata di un grande talento” dice l’ altro. Si, è brava, troppo per aver ereditato tutto quel talento dalla madre.
Fa un gesto vago con la mano e si appresta a rispondere
“Se mantiene l’attuale impegno probabilmente riuscirà ad affrontare dignitosamente il quarto anno” rivela infine. L’ anziano annuisce, poi sposta lo sguardo dall’ orizzonte al professore, sorridendo lievemente.
“Potrei sbagliarmi, ma ho l’ impressione che lei provi una certa simpatia nei tuoi confronti”
“Sarebbe più corretto dire che la ragazza dimostra una certa predisposizione ad infastidirmi”
Silente ridacchia della risposta contrariata di Severus, il quale si acciglia ulteriormente, a causa dell’ ilarità altrui.
Senza nemmeno rendersene conto, il moro tuffa una mano nell’ erba alta, e strappa qualche filo da terra. Sente la consistenza soffice sotto il palmo, le dita si bagnano appena di rugiada, e involontariamente la memoria si riempie di figure indistinte che prendono forma velocemente, come se fosse caduto in un Pensatoio.Quel gesto casuale ed insignificante richiama alla mente episodi del passato intimamente nascosti, celati così in profondità da sembrare dimenticati. Ha nove anni, sta seduto all’ ombra estiva di un boschetto, mentre la bambina di fronte a lui sorride delicatamente, e insieme progettano il futuro.La loro strada si dipana, ora sono adolescenti, e il luogo che li circonda è cambiato, ma, ancora, entrambi sono seduti sull’ erba. Una copia di Pozioni Avanzate è stata vergognosamente abbandonata sul prato, perché il giovane studente non riesce a distogliere lo sguardo della ragazza al suo fianco. E’ a piedi nudi, assorta ad osservare i raggi del sole che filtrano fra i rami, poi, silenziosamente si sdraia, appoggiando la testa sulla coscia del ragazzo che si tende come una corda di violino. Sente le guance e la bocca dello stomaco andare fuoco, e rimane immobile. Severus ricorda di aver ringraziato mentalmente la presenza della veste da mago, che con la sua ampiezza poteva nascondere il sorgere di eventuali imbarazzi. Lily intanto ha chiuso gli occhi, e il suo respiro si è fatto profondo. Violentemente reprime il desiderio di chinarsi su di lei per baciare quelle labbra rosate e leggermente dischiuse, ma non riesce ad arrestare il movimento della sua mano, che agisce di propria volontà. Le sue lunghe dita si intrecciano ad una ciocca di capelli rossi. Sono morbidi, Severus li accarezza con la stessa reverenza con cui maneggia gli ingredienti delle pozioni, finché Lily non apre gli occhi, mostrando quegli smeraldi luccicanti, e gli sorride senza dire nulla. Allora lui aveva ritirato la mano, terribilmente imbarazzato. Era la primavera del 1976, e quello fu uno degli ultimi momenti condivisi con Lily.
“Sono d’ accordo, Severus”
Il professore di pozioni si riscuote, approdando bruscamente al presente, ed è meglio così, perché quella con i ricordi è un battaglia persa in partenza. E Severus lo sa perfettamente.
“La signorina James-Cooper dovrà essere informata al più presto” dice, alzandosi, mentre il moro lo imita immediatamente. Si sente già abbastanza piccolo nei confronti del vecchio senza dover accentuare questa differenza restando accovacciato ai suoi piedi. Del resto Silente è l’unico essere umano che ancora può chiamarlo ‘ragazzo mio’ e poi sopravvivere per raccontarlo.
“Domani mattina le parlerò” continua Silente meditabondo “Fra una settimana cominceranno le lezioni, e la ragazza avrà bisogno di qualche tempo per assimilare una notizia tanto scioccante”
“Bene, signore” dice l’ altro asettico. Infine, con un rigido cenno del capo il professore si ritira, lasciando il mago canuto in solitudine. Osserva la figura austera sparire oltre l’ ingresso della scuola, mentre un sospiro amaro esce involontariamente dalle sue labbra.
Conosceva la sua storia e sapeva che non era un bagaglio facile da portare, per nessuno. Dopo quella perdita Severus pareva vivere con l’ intento sistematico di autodistruggersi, come se si ritenesse responsabile di tutte le colpe del mondo. Era vecchio, Albus, e in quanto tale aveva visto molti uomini attraversare la sua strada. Aveva visto persone perdersi nell’ alcol, altre in qualche cosa di peggiore, altre togliersi addirittura la vita, nel tentativo disperato di cancellare un rimorso. Lui invece rimaneva lucido, integro, quasi volesse impedirsi di dimenticare, come se volesse scontare giorno per giorno, con ferocia, una pena senza attenuanti.*


La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Gabriel Garcia Marquez



Ci ha azzeccato. La pipistrella dico, ci ha azzeccato: ieri pomeriggio ho incontrato il famigerato uomo nero. Non che abbia propriamente sconvolto la mia vita, così come lei aveva predetto, però di sicuro la sua ultima lezione di Difesa mi ha creato qualche difficoltà. Conoscendo Piton più che profezia io la definirei una ragionevole congettura. Comunque, é fermamente deciso a valutare il mio livello di preparazione, perciò abbiamo cominciato un ripasso di tutti gli incantesimi di difesa che dovrei aver appresso in questi due mesi. Si tratterebbe soltanto di un ordinario metodo didattico, se non fosse che gli altri studenti in questo periodo dell’ anno scarseggiano, perciò manca un compagno alla mia altezza, o meglio alla mia bassezza, con cui esercitarmi, e devo accontentarmi del professore, il quale non ha nessunissima intenzione di adeguarsi al mio livello, e nemmeno finge di provarci.
Ieri mi ha insegnato a duellare, e, beh, è stato fico!!!
Ovviamente le mie fatture sono state respinte senza sforzo da parte sua, ma è stato divertente, almeno sinché un incantesimo d’ Inciampo non mi ha centrata in pieno e io sono rotolata su un banco, cadendo a terra dall’ altra parte. Ne sono uscita tutta ammaccata, ma incredibilmente esaltata da questa nuova esperienza magica. Purtroppo questa strana allegria non sembra essere condivisa dal resto della scuola. Scendendo a colazione ho incrociato la McGranitt diretta verso l’ ufficio del preside insieme ad altri tre individui, fra i quali ho riconosciuto il ministro della magia. Erano così nervosi e preoccupati che nemmeno mi hanno notata. Stessa storia a colazione, i pochi presenti hanno ignorato la mia luminosa felicità, e mi sono dovuta accontentare di un saluto stiracchiato di Vitious, impegnato in una discussione con la professoressa di Babbanologia. Un po’ offesa mi siedo volutamente accanto a Piton, che è nascosto dietro l’ edizione mattutina del Profeta, e finge di non avermi vista. Ne uno sbuffo, ne un grugnito contrariato, ne un’ occhiata di disapprovazione. Oh dai, nemmeno un commentino sarcastico sul mio abbigliamento! Guarda un po’: capelli scompigliati con fiocco in testa, leggins neri e una t-shirt fucsia più grande di due taglie. Niente. La totale invisibilità mi secca enormemente, perciò decido di prendere in mano le redini della situazione. Per ottenere velocemente una reazione la mia idea iniziale sarebbe quello di pungolarlo con una forchetta, ma poi ricordo che oggi pomeriggio ho lezione di volo, e mi scoccerebbe rinunciarvi. Quindi decido di applicare le basilari regole di galateo che mi ha insegnato nonna Cooper prima di perdere definitivamente il senno.
Regola numero 1: salutare educatamente.
«Buongiorno signore» dico garbatamente
«Buongiorno signorina James-Cooper» risponde non distogliendo lo sguardo dalla lettura. Step 1 superato brillantemente, in fin dei conti era piuttosto facile, e Piton è una persona educata quindi era abbastanza sicura delle riuscita. Regola numero 2: gli argomenti di conversazione devono essere assolutamente e totalmente futili, cosicché anche l’ ultimo dei cretini può partecipare alla discussione. Gli inglesi sono famosi per avere la passione di parlare del tempo, quindi suppongo che intavolare una chiacchierata sul clima sia la cosa migliore da fare.
«Non trova anche lei che queste giornate estive siano assolutamente splendide?» chiedo modulando perfettamente il tono (very british!). Il professore allontana un poco il giornale, poi mi rivolge uno sguardo che è la pura essenza del fastidio, infine muove il capo verso il soffitto. Seguo il suo movimento, e, inorridita, scopro un cielo tristemente grigio, coperto da nuvole che preannunciano temporali. Dannazione, le condizioni meteorologiche devono essere improvvisamente cambiate, perché il sole che illuminava le Highlands da ormai una settimana è scomparso dietro una coltre di nubi. «Voglio dire, anche la pioggia ha un suo fascino!» ribatto sorridente, mentre lui scompare, nuovamente, dietro il suo quotidiano. Non rinuncio al mio obbiettivo, ma decreto un momento di pausa per smangiucchiare qualcosa, e afferro un muffin, magari con più zuccheri nel sangue riuscirò ad elaborare qualcosa di intelligente da dire. Ah ah trovato!! Ieri sera si è svolta la finale dei mondiali di Quidditch forse potrei spostare la conversazione sulla cronaca sportiva, anche se dubito fortemente che gliene freghi qualcosa. Quel suo aspetto smunto e palliduccio sembra dimostrare poca dimestichezza con lo sport. Va bé, non ho alternativa.
«Allora professore, chi si è portata a casa la coppa?!? Spero la Bulgaria, io tifavo per loro, l’ aria dark dei paesi dell' est mi ha sempre affascinato, ed ora che so che i Vampiri non sono soltanto una leggenda...a proposito ha mai letto Dracula di Bram Stoker? Dovrebbe, è un gran bel romanzo» dico distrattamente. Lui nemmeno spreca parole o insulti. Bene, basta così, sarà meglio porre fine a questo soliloquio assurdo, mi sono stancata. Forse parlare di vampiri con Piton non è stata una gran mossa, ma stamattina sarà meglio rinunciare alla dose di battibecchi. Sono curiosa di sapere come è andata la partita, perciò mi allungo sul tavolo, sporgendomi oltre la Gazzetta per vederne il fronte, purtroppo la prima pagina è completamente diversa da come me l’ aspettavo, sebbene riguardi la Coppa del Mondo. L’ immagine di quel teschio da cui spunta un serpente non mi piace per niente e nemmeno il titolo promette nulla di buono: SCENE DI TERRORE ALLA COPPA DEL MONDO DI QUIDDITCH. Cerco di leggere meglio, ma riesco soltanto a scorgere la parola Mangiamorte, il cui significato mi è del tutto oscuro, comunque è un appellativo che non sembra promettere nulla di buono. Improvvisamente Piton chiude il giornale, e mi ritrovo faccia a faccia con lui. Io resto sdraiata sul tavolo a guardarlo un altro po’, finché non mi rendo conto che gli sto praticamente mostrando il didietro. Finalmente mi risiedo.
«Professore, signore, che cosa è successo?!?» gli chiedo preoccupata «Che cosa significa Mangiamorte?»
A questo punto lui ha una strana reazione, posso vederlo irrigidirsi impercettibilmente, e noto anche il flettere di un avambraccio, mentre io improvvisamente ricordo una cosa importante. La più importante.
«I Weasley!! I Weasley erano là, tutta la famiglia!» strillo convulsamente.
«Si calmi James-Cooper. Arthur Weasley sta bene, e anche la sua numerosissima prole» dice piatto, e io mi stupisco di non sentirgli aggiungere un commento, tipo: “Peccato”.
«L’ attacco ha causato soltanto danni materiali, non ci sono feriti. Probabilmente i proprietari babbani del campeggio rimarranno confusi ancora per qualche giorno. Sono i tipici effetti collaterali di un Oblivium ben assestato» spiega scocciato, infine spinge il giornale verso di me e si alza. Smozzico un ringraziamento e mi immergo immediatamente nella lettura. «Ah, signorina James-Cooper» mi richiama un momento dopo.
«Dica?» rispondo alzando lo sguardo verso di lui, che è fermo davanti alla tavolata e mi da le spalle.
«Il look alla Madonna degli esordi è stato dichiarato fuori moda nel 1989, fortunatamente»
Parla senza nemmeno voltarsi, e in un attimo è fuori dalla Sala Grande. Mi lascia così, con gli occhi e la bocca spalancati indecorosamente, facendomi dimenticare ogni cosa...la preoccupazione per le sorti di Ron e la sua famiglia...le domande riguardo ad una specie di attentato terroristico di cui non comprendo il senso...
Signori e signore, Severus Piton è a conoscenza dell’ esistenza di una babbana battezzata come Veronica Louise Ciccone. Credo di amarlo. E allora, tutti in coro gente: Like a virgin!! Yeah!

La vita è sostanzialmente tragica, ma qualche volta riesce ad essere meravigliosa.
Woody Allen



La voce di Billie Joe Armstrong risuona nelle mie orecchie.
Dopo un ora di Erbologia trascorsa cercando di domare alcuni stupidi fagioli saltellanti, adesso me ne sto seduta sulle rive del lago insieme al mio fedele walkman. Con mille rassicurazione sulla salute di Harry Potter e dei suoi amici, la Sprite ha deciso di lasciarmi libera in anticipo, comprendendo la mia preoccupazione, o, più semplicemente, esasperata dai miei continui fallimenti. Ho pranzato in fretta ed in solitudine, chissà perché sentivo uno strana inquietudine farsi largo dentro di me, per questo motivo ho deciso di venire qui, isolandomi nel mio mondo fatto di frammenti colorati. Tuttora ho un brutto presentimento, fortunatamente la musica riesce sempre ad aiutarmi. E’ simile ad un potente anestetizzante. Chiudi gli occhi, mi sdraio sull’ erba e comincio a canticchiare senza nemmeno rendermene conto.
I went to a shrink ,to analyze my dreams, she says it's lack of sex that's bringing me down...Distrattamente, percepisco la mia voce (peraltro orribilmente stonata) che accompagna quella del cantante californiano.
I went to a whore, he said my life's a bore ,so quit my whining cause it's bringing her down...Le note si accavallano l’ una sull’ altra, e la melodia riecheggia nella mia anima.
Sometimes I give myself the creeps, sometimes my mind plays tricks on me, it all keeps adding up, i think I'm cracking up, am I just paranoid?
Il stacco strumentale mi esalta sempre, perciò comincio istintivamente a muovermi, ancora sdraiata a terra, se qualcuno mi vedesse potrebbe persino preoccuparsi credendomi in preda ad un attacco convulsivo. Ho l’ impressione che una nube abbia appena coperto il sole spuntato da poco, allora schiudo appena le palpebre per controllare; to’ guarda, quella nuvola assomiglia tanto alla McGranitt. Il mie sinapsi si attivano con un secondo di ritardo, perché quella è la Mcgranitt. Dev’ essere comparsa alle mie spalle senza che me ne rendessi conto, ed ora mi sta sovrastando guardando in basso con fare piuttosto schifato. Io balzo in piedi alla velocità della luce, e tolgo le cuffie senza nemmeno spegnere il riproduttore musicale. Spero solo che non abbia sentito le strofe riguardo al modo del tutto particolare in cui BJ risolve i suoi problemi. Non so per quale motivo, ma i maghi sembrano tutti assurdamente perbenisti.
«Oh no la prego signorina James-Cooper continui, sono proprio curiosa di sentire come va a finire la storia di questo delizioso ragazzo distrutto dalla mancanza di...affetto» comincia lei monocorde. Ecco appunto.
«Ehm, non ha una vera e propria conclusione, suppongo che sia più che altro fine a se stessa. In un certo senso esprime autocompiacimento e autocritica allo stesso tempo, dubito che la canzone abbia una morale nascosta, però è una ventata di aria fresca in questo mondo dominato dal grunge» a questo punto mi blocco, conscia di aver esagerato.
«Non può interessarle davvero?» domando scettica
«No, infatti. Credevo che dopo più di un mese trascorso a stretto contatto con il professor Piton avessi imparato a riconoscere una battuta sarcastica quando ti si para davanti. Sono certa sarebbe molto deluso»
«Non si preoccupi» replico sorridente «Molto presto darò al professor Piton molti motivi per essere fiero di me. Sono una persona che impara in fretta, e, riguardo al sarcasmo, ha trovato terreno fertile, non potrà far altro che perfezionare la mia tecnica» dico ricordandomi di pigiare il tasto Stop. Il ritornello di She, la traccia successiva, s’ interrompe.
«Professoressa Mcgranitt, posso farle una domanda?» mi è venuta in mente una cosa
«Sono qui per questo, signorina» risponde lei con una certa dolcezza
«So che ad Hogwarts esiste un gruppo di musica»
«Esiste un coro della scuola, se volessi farne parte dovrai parlarne con il professor Vitious»
«Per carità no!» sbotto orripilata «Sono stonata come una campana» aggiungo cercando di giustificarmi davanti all’ espressione scandalizzata della professoressa «Io e il canto dobbiamo stare a distanza di sicurezza di almeno 30 metri» confesso
«Me la cavo meglio a suonare, per questo l’ altro giorno sono stata nell’ aula di musica a dare una controllatina, e ho scoperto che gli strumenti musicali magici sono identici a quelli babbani, purtroppo ho notato che ne mancano parecchi. Ad esempio: è troppo chiedere una batteria, vero?» concludo più scettica che speranzosa. La capocasa grifondoro inarca un sopracciglio in perfetto stile capocasa serpeverde.
«Sebbene anche le giovani band magiche facciano uso di quell’ infernale strumento...»
Buffo, pure Marine lo definisce allo stesso modo
«...temo che il preside abbia ritenuto un tale acquisto superfluo ai fini educativi di questa scuola. Un imperdonabile errore da parte sua, in effetti» conclude fingendosi pensierosa
«Ah, sta di nuovo facendo del sarcasmo, non è così?» dico retorica alzando il dito indice. Lei continua a scrutarmi altezzosa, ma è evidente che trattiene difficilmente un sorriso.
«Il fatto è che ho iniziato da poco a suonare, avevo appena fatto in tempo a prendere dimestichezza con l’ infernale strumento, e sicuramente un lungo periodo di inattività mi costringerebbe a ricominciare tutto d’ accapo» sbuffo slacciando il fiocco di pizzo dai capelli, ormai è sfatto tanto vale legarlo al braccio.
«E io che speravo di seguire le orme di Tré Cool» dico più che altro a me stessa
«Mi addolora sapere che la tua permanenza ad Hogwarts stroncherà irrimediabilmente un’ ipotetica carriera da batterista James-Cooper, è un peccato, sono convinta che sarebbe stato un percorso davvero “molto figo”»
«Oh si è figo...non sa nemmeno quanto…» mormoro trasognata. Sicuramente ho lo sguardo vacuo e un sorrisone ebete stampato in faccia, nulla di grave comunque, è un tipico riflesso incondizionato dovuto al ricordo dello scorso 18 marzo, quando io e Justin ce la siamo svignate alla volta di Trenton per il concerto di quei tre pazzi. Nonostante la fuga ben congegnata e la copertura a prova di bomba Edgar è riuscito a sgamarmi ugualmente
«Sono un membro del Congresso, se solo volessi potrei mettere in moto la F.B.I.!» mi ha urlato in faccia il capo famiglia quando sono tornata a casa la mattina seguente, giustificandomi con un inesistente notte di studio per un inesistente compito di matematica. Dubito che abbia davvero messo in moto i federali per me, probabilmente ha capito tutto perché i miei vestiti puzzavano di birra e qualche altra sostanza (che non nominerò in questa sede, sappiate soltanto che se hanno cambiato il loro nome da Sweet Children a “Giorno Verde” c’ è un motivo ben preciso, arrivateci da soli). Sono rimasta reclusa in casa per un mese, ma ne è valsa la pena, perché il ricordo di Tré che canta Dominated Love Slave non me lo leva nessuno...ehi!! Ehi!! Aspettate un momento! La McGranitt ha detto “figo”!! Minerva McGranitt ha detto figo.
Questa va obbligatoriamente spifferata a Ron.
Stamattina scopro che Piton è un fan di Madonna, e adesso so che la McGranitt è in grado di sfottermi allegramente utilizzando il nome di uno dei miei batteristi preferiti. Che giornata figa!! Yee-hah!! «James-Cooper, sei ancora fra noi?» la sento dire in lontananza
«Mh, si signora, scusi, tendo a perdermi nei ricordi alle volte» rispondo, ancora un poco distratta
«Dono ereditato da tua madre» commenta lei delicatamente. Io sorrido di questo riferimento alla mamma, la professoressa no, anzi, sembra piuttosto inquieta, infatti i tratti del suo viso sono tornati severi come al solito.
«Dovrai rinunciare alla lezione di volo questo pomeriggio»
Provo a ribattere, ma lei alza un mano mostrandomi il palmo, facendo segno di tacere.
«Ho il compito di accompagnarti nell’ ufficio del preside. Il professor Silente vuole parlare con te»
Ed ecco che il brutto presentimento di cui parlavo prima ritorna a farsi strada prepotentemente dentro di me. Purtroppo quel vecchio ha lo strano potere di trasformare una giornata figa in una giornata di merda, con poche, semplici parole.

Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia...
Sally, Vasco Rossi



Il tempo sembrava essersi dilatato. Scorre lentamente come una stilla. Ho avuto l’ impressione di impiegare ore per raggiungere l’ ufficio di Silente. Quello strano presagio si è trasformato in un pesante timore, che si è depositato sul mio stomaco. Finalmente arriviamo in cima alla scala chiocciola, la professoressa di Trasfigurazione è ancora con me, sospira leggermente e io le lancio l’ ennesima occhiata nervosa. Siamo rimaste in silenzio per tutto il tragitto, ho rinunciato alle domande ancor prima di formularle, perché sapevo che non avrei ottenuta nessuna risposta.
Bussa per annunciare la nostra presenza, poi debbo entrare da sola nella tana del Grifone.
«Entra signorina James, ti stanno aspettando» mi esorta posando gentilmente una mano sulla mia spalla.
Smozzico un saluto poco convinto, e cerco di guardarla negli occhi, ma lei distoglie lo sguardo, come se non fosse in grado di sostenerlo, infine se ne va senza nemmeno salutare. Quando varco la soglia dell’ ufficio debbo stringere le palpebre per adattare gli occhi alla luce del sole che inonda la stanza ovale. Ora splende alto nel cielo limpido, condizioni ideali per volare.
«Buon pomeriggio signorina James-Cooper»
Sento la voce cordiale del preside arrivare dalla mia destra, lui è in piedi vicino alla finestra aperta, intanto a carezzare il suo uccello pasciuto, che, un momento dopo spicca il volo oltre il davanzale. Vorrei soltanto poterla seguire. Datata di scopa ovviamente, non ho mai sviluppato istinti suicidi, almeno, non per ora.
«Preside» rispondo piano.
«Venga, si sieda» mi esorta incamminandosi verso la cattedra, ed io mi muovo verso di lui con una certa lentezza.
Soltanto dopo essermi avvicinata noto che le sedie sistemate dinnanzi alla scrivania di legno sono due, una di queste è già occupata.
«Salve, professor Piton» dico in un sospiro. Sono conscia del tono sollevato e rasserenato, ma non mi preoccupo di nasconderlo, tento non posso farci niente, perché, sebbene l’ aspetto vagamente inquietante, la presenza del professore di Pozioni mi infonde sicurezza. E’ una consapevolezza acquisita da poco, esattamente nel momento in cui ho messo piede qui dentro. Lui, intanto mi ha rivolto un cenno di saluto, sembra pensoso e ha un’ espressione più truce del solito.
«Gradisci un’ ape frizzola?» domanda Silente con la sua voce cristallina
«No, grazie» rispondo frettolosa
«Forse preferisci qualcosa di stampo babbano, ho degli ottimi sorbetti al limone»
No, stupido sosia di Gandalf!! Non me ne frega niente dei tuoi dolcetti!! Inoltre odio quell’ agrume, il solo odore mi ricorda le torte al limone di mamma, erano le mie preferite. Parlami di lei e facciamola finita, vecchio. So di essere qui per questo. Declino l’ offerta, e lui insiste, ancora una volta, deviando su una tazza di tè.
«Sono a posto così, signore, vorrei solo che lei mi parlasse di mia madre e mi lasciasse libera di andarmene sul campo da Quidditch» rispondo secca.
Il preside sorride comprensivo e annuisce, mentre Piton prima grugnisce, poi sibila un rimprovero nei miei confronti.
«Temo che abbia ragione lei, Severus» dice Silente senza scomporsi. A quel punto Piton si alza e si congeda.
«Preferirei che rimanessi Severus, dovrai aiutarci a chiarire alcuni punti. Per te è un problema, Amaya?»
«Affatto, tutt’ altro, ne sarei felice» aggiungo senza vergogna. Piton non ha nulla da obbiettare e si risiede, mentre io lo guardo. Provo il folle desiderio di allungare una mano e stringere la sua, o meglio, vorrei che fosse lui a farlo. Sembra che tutte le mie sicurezze si siano sgretolate pian piano, e io non riesco più ad orientarmi. Infondo ho soltanto quattordici anni, anche se mi piace dimenticarlo a volte io sono solo una ragazzina costretta a crescere in fretta, ma crescere non è sinonimo di maturare. Alla fine mi limito a stringere convulsamente il bracciolo di legno di questa sedia. Merlino quant’è scomoda, lo schienale è troppo rigido, i piedi troppo corti, e dopo cinque minuti ho già il culo quadrato.
«Anzitutto, vorrei darti ulteriori rassicurazioni riguardo alla salute dei tuoi amici» comincia il preside
«Tutti i componenti della famiglia Weasley stanno bene, e così anche Harry Potter e la signorina Granger, molto presto conoscerai anche loro»
MI sfugge un sarcastico “non vedo l’ ora” che Silente finge di non aver udito.
«Non ti nasconderò che l’ episodio di ieri sera potrebbe rivelare risvolti ben più gravi, ma non sei tu a dovertene preoccupare»
Cazzi di Harry Potter, insomma.
«Almeno, non per il momento» aggiunge risoluto.
Come scusa?!? Non se ne parla nemmeno. Insomma avrei attraversato l’ Atlantico per impelagarmi in una guerra fra bene e male stile Star Wars? E no vecchio, se lo avessi saputo prima avrei declinato gentilmente l’ offerta e sarei rimasta al calduccio nell’ attico dei Cooper. Devo avere una faccia veramente terrorizzata.
«Personalmente vorrei che questo momento non arrivasse mai» rispondo
Non è che ho paura di morire, solo che non voglio esserci quando accadrà. *
«Ci sono momenti in cui la vita ci impone una scelta, Amaya...»
Da notare il passaggio cognome-nome. No buono.
«...così come è stato per tua madre»
Ed ecco, infine. Mi lascio andare all’ ennesimo, lungo, sospiro.
«Devi essere stanca di andare alla ricerca di frammenti di memoria altrui»
«Come scusi?»
«Parlo di ricordi, Amaya. Ho sempre l’ impressione che tu sia alla ricerca di qualcosa»
«E’ la ricerca del tempo perduto» rivelo, piano e Silente scuote la testa.
«Sai meglio di me che il tempo perduto non ritorna, ma permangono i ricordi. L’assoluta e banale verità è che tua madre vive nei tuoi ricordi, nei nostri e in quelli di tutte le persone che l’ hanno conosciuta. Esistono magie molto antiche e potenti che funzionano allo stesso modo, più semplicemente, si tratta di amore, Amaya»
Cala un silenzio pesante. Piton non ha ancora detto una parola, e quasi non lo sento respirare, ma posso percepire ugualmente la sua presenza. E’ una presenza silenzio che sembra emettere un rumore assordante, perché non riesci proprio ad ignoralo. Lo guardo. E lui mi guarda.

____________________________
Note:
Il titolo è lo stesso di un famoso romanzo di Marcel Proust. Volevo collegarmi al concetto di memoria sensoriale da lui analizzato nell’ opera, ma è venuto fuori uno schifo.
*Tecnicamente l’ uomo nero controlla che non ci sia Chuck Norris sotto il letto. Personalmente reputo Piton molto più
terrorizzante. Chuck Norris gli fa na pippa a Sev!!! (e perdonate il francesismo)
*Tutto quest’ ultimo periodo è una citazione bellissima di un libro bellissimo di Giorgio Faletti, “Io uccido”, se non l’ avete letto fatelo. Ovviamente ho cambiato i nomi dei personaggi.
*Questa è una frase di Woody Allen

La poesia recitata da Silente è, ovviamente, L’ infinito di Leopardi, anche qui cercavo di rendere l’ idea dei ricordi legati ai luoghi e alle sensazioni. Scusate se vi ho ricordato infinite e pallosissime ore scolastiche di Italiano, ma io amo questa poesia. So che l’ immagine di un inglese che biascica Leopardi potrebbe rivelarsi terribile, ma Dustin Hoffman ci riesce benino, quindi non vedo perché non ci possa riuscire lui (anche se personalmente lo vedrei meglio saltellare per Hogsmeade recitando “Il sabato del villaggio”)
La canzone che canta Amaya è, ovviamente, Basket Case dei Green day. Ho dato per scontato che la conosciate e che riusciate a tradurre le strofe, ma in caso contrario vi lascio il link del testo e traduzione perché altrimenti non si capisce la battuta della McGranitt.
www.testimania.com/testi/testi_gree...case_58324.html
Essendo io pignolina, mi sono informata, e i Green day hanno davvero suonato a Trenton (NJ) il 18 marzo del 1994, e Dominated Love Slave risulta in scaletta. Nel CD Kerplunk! viene cantata (ed è anche stata scritta, perché solo lui poteva scrivere una roba del genere) da Frank Edwin Wright III, alias Tré Cool, soprannome che nasce dall’ unione della parola Trés (molto in francese) e Cool (figo). No perché io speravo di avervi strappato un sorriso, ma forse, mancando certe informazioni, me le faccio e me le rido...ma si capiva, no?!? No?!?
Riguardo il problema della mia monotematicità musicale, che rasenta pericolosamente le bimbominkiaggine, ho trovato un’ ottima soluzione: ignorare il problema stesso. Sono un genio del male. Voldie fatti da parte.

Un caloroso applauso a chi è arrivato sin qui!!!
Vi voglio bene
Martina
Grazie ancora :fiore:
Kiss

Edited by *Little girl* - 25/5/2010, 20:02
 
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Elfosnape
view post Posted on 10/5/2010, 13:52




Waaaaaaaaa, ma hai aggiornato!! Fantastico il chap, davvero!!
 
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~ Disturbia
view post Posted on 15/5/2010, 16:15




Mi ero persa qualche capitolo mi sa...il che per me non è esattamente una novità,quindi tutto ok.
Riguardo alla monotematicità(ho avuto problemi a scriverlo xD) musicale non posso che assolverti da tale colpa perchè i Green sono troppo avanti.
E con questa piccola frase da bimbaminkia infoiata da Billie,la smetto
Adoro sopra ogni cosa il tuo modo di scrivere e la facilità con cui inserisci sempre citazioni varie..è una cosa che adorerei fare anche io,ma purtroppo sono incapace!
Detto ciò spero davvero che aggiornarai presto!

Irene
 
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• Shin ~
view post Posted on 12/6/2010, 23:08




Dunque, anche se terribilmente in ritardo!! *sbatte la testa su per il muro* sono quì a commentare come al solito un altro tuo bellisshimo capitolo!! *__*
Partiamo come al solito dalle parti che mi hanno fatto piegare in due dal ridere, davvero, adoro come inserisci certe parti comiche nella storia..XD
CITAZIONE
Improvvisante immagino le madri dei piccoli maghi che li terrorizzano riferendosi alla scura figura del Potion Master.
«Guarda che se non ti comporti bene Piton ti porta via!»
[....]
«Il look alla Madonna degli esordi è stato dichiarato fuori moda nel 1989, fortunatamente»
Parla senza nemmeno voltarsi, e in un attimo è fuori dalla Sala Grande. Mi lascia così, con gli occhi e la bocca spalancati indecorosamente, facendomi dimenticare ogni cosa...la preoccupazione per le sorti di Ron e la sua famiglia...le domande riguardo ad una specie di attentato terroristico di cui non comprendo il senso...
Signori e signore, Severus Piton è a conoscenza dell’ esistenza di una babbana battezzata come Veronica Louise Ciccone. Credo di amarlo. E allora, tutti in coro gente: Like a virgin!! Yeah!

Davvero queste parti sono state il massimo!! xDD
Per non parlare comunque di tutto il capitolo, mi è piaciuto davvero molto...U_U Eeeh già, questa storia mi mancava...*-*
Molto carina la scena finale in cui Amaya è felice della presenza di Piton nell'ufficio del preside... :luv:
E poi, diamine! non è giusto che mi hai bloccato il capitolo così...ç__ç
Voglio il seguito...U_U
Concludendo, ancora complimenti caVa!! ^w^

Baci.
Laura
 
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23 replies since 21/6/2009, 11:58   523 views
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