Finalmente ho finito di tradurre il seguito!Che faticaccia, non finiva più...
A questo punto la storia si fa più interessante!
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Una volta dentro, appoggiò la schiena al muro e sospirò profondamente. Era proprio vero che tutta la sua privacy stava per essere ridotta a questo piccolo camerino?Ascoltò per un momento le risposte monosillabiche e ripetitive che Severus stava dando al bombardamento di domande e chiacchiere di Winifred, cercando di ignorare il fatto che le scatole bianche erano diventate irrequiete, e avevano cominciato a darle insistentemente dei colpetti ai piedi.
“
D’accordo!” sibilò, calciandole indietro.
Si risistemarono in una pila ordinata, mostrandosi tanto affrontate quanto delle semplici scatole bianche potevano. Si accovacciò per aprire la prima scatola, e ne tirò fuori così tanta organza da ritrovarsi attaccata al muro nello spazio ristretto, incapace di vedere niente se non un mare di bianco. Per un momento, pensò che doveva aver cominciato a svenire, ma si rese conto che era solo il vestito che aveva occupato ogni centimetro di spazio disponibile, fino alla punta delle sue ciglia. Con frustrazione crescente, prese a pugni il vestito abbassandolo, finché la sua testa e il suo torso ne furono al di sopra, quindi sfilò il suo abito tirandolo sopra la testa, urtando i gomiti dolorosamente contro le pareti del camerino. Al di fuori della cabina, Severus era comodamente sdraiato sulla sedia a dondolo, ignorando il blaterare di Winifred, e godendosi la nuvola di tessuto bianco che sbucava dalle aperture fra la porta del cubicolo, il soffitto e il pavimento. Il tutto accompagnato dai grugniti e dalle imprecazioni da signora di Hermione. Winifred sparì nel retro per preparare degli “amaretti semplicemente
divini e del thé”, con la completa mancanza di interesse da parte di Severus, che si sdraiò ulteriormente sulla sedia per continuare a guardare la porta della cabina. Era curioso di come diavolo la futura sposa stava lottando per infilarsi in un vestito da sposa in un camerino della
misura del vestito stesso. La sua domanda muta ebbe risposta quando la porta volò improvvisamente aperta, sbattendo contro il muro dietro di essa, e Hermione inciampò fuori di lato come un’ubriaca, con le guance rosse e i capelli scompigliati, nel più grande vestito da sposa che lui avesse mai visto. Era come una meringa con manie di grandezza. Lei rimase immobile riguadagnando l’equilibrio, afferrando la sua gonna ondeggiante e guardandolo ferocemente, sfidandolo a commentare. Cosa che lui ovviamente fece.
“Beh...almeno gli ospiti avranno un posto dove nascondersi quando uno dei fuochi d’artificio di Fred e George esploderà accidentalmente durante la cerimonia.”
Avrebbe giurato che lei stava per balzargli addosso e aggredirlo prima che Winifred ritornasse con un vassoio nelle mani, ancora tubando sugli amaretti.
“Oh, Signorina Granger, cara!Oh, è incantevole!Oh, le avevo detto che può vestire qualsiasi cosa!”
“Può è una cosa,
dovrebbe è un’altra” commentò Severus.
“Forse...” cominciò Hermione, ma dovette fermarsi per tirare un respiro, in parte dovuto al corsetto che aveva preso in antipatia i suoi polmoni, ma dovuto soprattutto al fatto che aveva appena immaginato un pugnale davanti a lei
1.
Beh, se continua a sembrare un dannatissimo corvo, pensò, brutalmente. Il corvo stesso sarà rauco
2 quando avrò finito con lui.
“Forse...” cominciò di nuovo “...forse, qualcosa di un po’ più...contegnoso”
“Letame?” suggerì Severus.
Per prevenire di scagliarsi contro di lui, Hermione afferrò ciecamente gli amaretti, tenendo il suo sguardo velenoso fisso su di lui, e ficcandoseli interi in bocca. Oh, dolce zucchero. Guardò divertito la donna arrabbiata masticare furiosamente nella sua direzione, sommersa dalla voluminosa gonna del vestito. Non gli avevano mai masticato
contro prima. Era una vista stranamente accattivante in realtà. Anche il generoso seno nel corsetto era piuttosto accattivante, a suo parere.
“Si, forse ha ragione, Signorina Granger, perché non prova il prossimo?Sarebbe un peccato nascondere la sua figura in tutta quell’organza!” concordò Winifred in fretta, con un sorriso nervoso alle briciole degli amaretti cadute nel décolleté di Hermione.
Con difficoltà, sparì dietro la porta della cabina ( era troppo sperare in camerino come si deve in un negozio di vestiti? ) e l’abito da sposa venne spinto senza cerimonie nello spazio fra la porta e il tappeto verso la sua scatola, che Hermione aveva lasciato appena fuori. La scatola si lanciò indignata al vestito maltrattato, piegandolo ordinatamente e afferrandolo in un unico movimento efficiente. Severus aveva mangiato cinque amaretti, e detto “Certo” diciannove volte per placare Winifred che continuava a ciarlare, mentre Hermione lottava per infilarsi l’obbrobrio successivo. Questo vestito aveva raggiunto l’impossibile ed era anche più orrendo del primo. Aveva delle maniche lunghe ricoperte interamente di perline che si assottigliavano all’estremità, e delle spalle cascanti. Ogni centimetro quadrato della gonna aveva una rosa cucita sopra, ognuna delle quali era stregata per fiorire al massimo per un breve istante ogni sessanta secondi. E la gonna era...
rotante. Severus la fissò allibito, un amaretto sospeso a metà strada verso la sua bocca aperta, fece allora continuare all’amaretto il suo percorso, riuscendo in qualche modo a sorridere masticando.
“Oh, quella seta è assolutamente
adorabile su di lei!” esclamò Winifred. “E quelle rose fanno risaltare il bellissimo colore delle sue guance!Molly mi ha detto che vi sposerete nel loro giardino. Sarete abbinata ai cespugli di rose!Lei e Ronald avrete una casa con giardino tutta per voi?Suppongo che ne avrete bisogno con tutti quei bambini da far correre qua e là!Sono sicura che ne avrete un bel po’ se sposa un Weasley!Oh, sarà incantevole, con tutte quelle piccole testoline rosse che corrono dappertutto e...”
Hermione la fissò, paralizzata e con gli occhi appannati, mentre Winifred continuava col suo racconto immaginario Weasley-Granger super dettagliato, e Severus notò che le sue guance non avevano più il loro “bellissimo colore”, ma erano diventate di un grigio pallido. E forse era solo un’illusione causata dal vestito, ma sembrava che stesse barcollando in maniera piuttosto allarmante. Si allungò versò il mucchio di amaretti in rapida diminuzione, e gliene lanciò uno, colpendola con uno schiocco in mezzo alla fronte. Lei si riprese all’istante dalla sua fantasticheria e lo fissò in assoluto stupore. Il suo ex-professore le aveva appena lanciato un amaretto in testa!
“...AHI!Perché
diavolo l’ha fatto?” urlò, strofinandosi la fronte, leccando poi le briciole dalle sue dita.
“Si...perché...perché ha lanciato un amaretto alla Signorina Granger, Professore?” chiese Winifred, emettendo una risatina nervosa.
“Pensavo avesse bisogno di un po’ di zucchero” spiegò.
Si, ne ho bisogno, pensò Hermione, reagendo con vergogna al suo non intenzionale e crudo - anche se pronunciato con una voce vellutata - eufemismo.
Oh, Merlino ho davvero bisogno di un po’ di...zucchero. Si vergognò internamente di sé stessa.
Ironico, in realtà, che una persona con una voce così vellutata si trovasse in un negozio di abiti da sposa. Il posto più maledettamente vellutato in cui uno poteva ritrovarsi.“Credo” disse con freddezza, rifiutandosi di svenire “che lo zucchero sia utile solo quando entra in circolazione. Non quando viene lanciato in fronte. Cosa si aspettava, che se lo avesse lanciato con sufficiente forza, la mia pelle non avrebbe avuto scelta che di assorbirlo?”
“Beh, pensavo piuttosto che avreste considerato l’ipotesi di afferrarlo.”
“Beh,
io non avevo pensato che stesse per decidere di lanciarmi un amaretto all’improvviso!”
“Oh, basta, basta” trillò Winifred, saltellando ansiosamente. “Forse farei meglio a riportali nel retro, e Signorina Granger, provi il prossimo vestito.”
Winifred si affrettò oltre l’arco per cercare riparo, proteggendo il vassoio di amaretti col suo corpo. Con un’occhiata oltre la sua spalla, Hermione si precipitò nuovamente dietro la porta del cubicolo e cominciò a lottare per liberarsi dal vestito, diventando sempre più sudata, arrabbiata e stanca più si contorceva, e persino pronta a scoppiare in lacrime.
“Cosa che non farò!” si auto ammonì a voce alta.
“Pardon?” gridò Severus dall’esterno.
“Niente, Professor Piton.”
“Parlare con sé stessi-”
“-è il primo segno della pazzia, lo so!
Lei dovrebbe saperlo, ha passato metà del suo tempo parlando a sé stesso durante le lezioni di Pozioni!”
“Oh, molto divertente, Signorina Granger. Siamo irritabili, vero?Forse vorrebbe un po’ di aiuto lì dentro?”
“No, non è necessario!Posso cavarmela benissimo da sola. Quello che
voglio è che se ne vada fuori di qui con quel fottuto cappello della McGranitt, e mi lasci sola, maledizione!Sadico!”
Se la sarebbe presa di più se non fosse stato per il fatto che le braccia di Hermione erano attualmente bloccate e sporgevano al di sopra della porta, e lei era chiaramente incastrata senza speranze nel vestito. Ci furono un paio di grugniti arrabbiati e poi un mezzo singhiozzo, mezzo grugnito di sconfitta, prima che le braccia smettessero improvvisamente di sbattere ovunque e si accasciassero sconfitte contro la porta. Le braccia sembravano così penose che Severus si alzò dalla sedia a dondolo e mosse due falcate verso la cabina.
“Signorina Granger...”
“
Che c’è?!”
“Siete incastrata.”
“No, non lo sono.”
“Chiaramente, lo siete.”
“No. Non. Lo. Sono.”
“Perdonatemi allora, non mi è familiare quel particolare movimento del braccio. E’ una nuova forma di semaforo?”
Non ci fu risposta, nonostante pensò di aver udito un leggero tirar su col naso. Aprì la porta, causando un grido di sorpresa di Hermione dalla sua nuova casa all’interno del vestito, la quale cadde ciecamente fra le braccia di Severus. Lui la aiutò velocemente a rimettersi in piedi e fece un passo indietro per godersi la vista. Era totalmente ridicola. Il suo intero corpo e la testa erano nel vestito, eccezion fatta per un paio di piedi rivestiti con pesanti stivaletti di un marrone scuro che spuntavano dal fondo della fodera di tulle bianco, ed erano girati l’uno verso l’altro in una posa piuttosto timida; le sue braccia erano ancora puntate verso il soffitto, intrappolate nelle maniche troppo ricamate, con le mani che fuoriuscivano dalla cima penzolando abbattute. Lui afferrò la manica destra e cominciò a sfilarla verso l’alto, il che era sorprendentemente difficile, rigida com’era per il peso delle perline. Sentì di nuovo Hermione tirar su col naso.
Oh-oh, sta per formarsi una cascata, realizzò.
E’ tempo di distrarla.
“Come chiamerete i vostri mini-Weasley...” mormorò, fingendo di pensare ad alta voce. “Forse questo posto può fornire un po’ di ispirazione...Taffettà per la vostra prima figlia, penso.”
Cominciò ad allentare la manica sinistra.
“Si, e forse Cachemire per la successiva?Qualcosa di carino e di gusto come quello...”continuò.
Le braccia ora libere, cominciò ad allentare il corpetto appena sotto la cucitura in vita.
“E Chiffon-Tulle per la più piccola. Un nome delicato per il bebè della famiglia.”
Credette di sentire un risolino soffocato sotto la seta e lo chiffon, ma finse di non notarlo. Sollevò di nuovo le braccia.
“E per quanto riguarda i figli maschi?Supereranno numericamente le femmine naturalmente, sono geni Weasley dopo tutto. Broccato, forse?Per il primo figlio. E’ il massimo della virilità per un nome basato sul ricamo.”
Un altro risolino. Il vestito si stava muovendo ora con più facilità, cominciò a sollevarlo sopra la sua testa.
“E...altri due nomi almeno, se avrete una
nidiata.Shantung?Gazar?Damasco?Gabardina?”
Il vestito finalmente rilasciò la sua prigioniera, rivelando un’Hermione piuttosto sconvolta, con le guance e gli occhi rossi, i capelli scompigliati che sembrava pietosamente dolce nella sua corta sottoveste di seta e gli inappropriati stivaletti. Lei stava facendo del suo meglio per guardarlo in cagnesco, ma lui poteva vedere i resti della sua risatina agli angoli delle sue labbra quando morse quello inferiore, e suoi occhi si schiarirono per il divertimento invece di avere il solito colore nocciola. Lui le sorrise.
“Tutto bene lì dentro, cari?” chiamò Winifred, muovendosi nervosamente nella stanza ma cercando di sembrare efficiente e agile.
Fissò ansiosamente il Professore vestito di nero che torreggiava sulla Signorina Granger, vestita con l’abbigliamento più strano.
“Oh,
no cara, penso che questo sia troppo succinto per un
matrimonio!” esclamò, scrutando la sottoveste di Hermione “No, credo ci voglia qualcosa di più coprente!”
Si mise ad armeggiare in un angolo del negozio vicino ad un piccolo porta abiti e cominciò ad esaminarli. Severus le sorrise compiaciuto.
“Si, Signorina Granger, qualcosa…di più
coprente forse. Non vorrà che la sua giarrettiera si veda.”
“Giarrettiera?Non metterò una giarrettiera!” sibilò.
Lui si inclinò finché le sue labbra furono accanto al suo orecchio.
“La metteresti se io avessi qualcosa a che vederci” mormorò.
Alzò lo sguardo per fissarlo con occhi semichiusi. Tentò di guardarlo male, davvero.
“Oh, sei veramente…”
“Sono cosa?”
“Sei veramente…”
“Si?”
“Veramente osceno”
“Si…splendido, vero?”
Indietreggiò per allineare il suo sguardo con quello annebbiato di Hermione, e lasciò vagare i suoi occhi deliberatamente sulle sue labbra, che lei stava ancora mordendo.
“Questa è una pessima abitudine” disse.
Lei guardò, ipnotizzata, lui che portò lentamente il suo pollice al suo labbro inferiore e lo liberò gentilmente. Tenne il suo labbro delicatamente stretto fra pollice e indice e la fissò, sfidandola a incontrare il suo sguardo. Lei lo avrebbe fatto, ma le sue palpebre sembravano essere diventate terribilmente pigre. Avrebbe avuto due paroline con loro più tardi. La stavano facendo sembrare completamente dissoluta. Che comportamento vergognoso. La voce acuta di Winifred la fece balzare fuori dal suo stato di torpore, e si allontanò velocemente da Severus sentendosi in colpa. Winifred, comunque, era rimasta ignara e si agitava su un vestito che aveva selezionato per Hermione.
“Penso che questo le si addica molto di più, Signorina Granger. L’avorio s’intona meglio al tono chiaro della sua pelle, ed è un vestito molto più semplice - non vogliamo rovinare la linea della sua bellissima figura!”
“Certo che no...” concordò Severus, lasciando che il suo sguardo vagabondasse lentamente dalla cima della testa fino alla punta dei suoi piedi, e poi di nuovo su fino ai suoi occhi.
Hermione arrossì completamente al suo attento esame e si sentiva sciogliere. Lui la guardava maliziosamente. Lei odiava quando gli uomini la guardavano così. Oh, ma lui era così bravo. Prese il vestito da Winifred e cambiò direzione goffamente ritornando al box. Strinse il vestito al petto e appoggiò la schiena al muro, cercando di rallentare i battiti del suo cuore, perché non era particolarmente entusiasta all’idea di affiggerlo alle sue costole, che erano leggermente doloranti dopo aver indossato quell’odioso corpetto.
Questa è tutta colpa di Molly, pensò arrabbiata.
Deve sempre invitare tutti a cena ogni maledetto weekend.
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1) “E’ un pugnale, questo che vedo davanti a me, con l’impugnatura rivolta alla mia mano?” Macbeth, Atto II, Scena I
2) “Il corvo stesso è rauco...” Macbeth, Atto I, Scena V