Ora per favore non scrivetemi che sono una mente malata, che scrivo FF all'una di notte quando dovrei studiare storia...
Ecco il settimo capitolo.
Non ne sono convintissima, però spero di essere riuscita a dare l'idea.
Scusate se è un po' lungo! Cap.7
Il ballo di Halloween
NARRATORE: ERYS LAURENTS
Sapere che Malfoy trama qualcosa e non sapere che cosa è un tormento!
Come se non avessi già abbastanza fastidi per conto mio!
Fra una settimana ci sarà il ballo, e primo: non so cosa mettermi, secondo: vorrei poter fuggire.
Non mi va di passare tutta la sera seduta in un angolo a guardare gli studenti che si divertono mentre io sono a pezzi.
E poi non riesco a togliermi dalla testa quel sogno: era come se fossi di nuovo lì, e ci stavo male come allora...
Ma adesso non pensiamoci più.
Devo andare a Hogsmeade a comprarmi uno straccio di vestito, non posso mica andarci in vestaglia!
Mi avvio svogliata sul sentiero che conduce al villaggio, e mentre cammino mi accorgo di una cosa strana.
Sto piangendo.
E so che non devo.
Non voglio.
Anche se in questo momento non mi vede, non voglio dargli questa soddisfazione.
Cerco di smettere, e ci riesco solamente poco prima di entrare al villaggio.
Cinque minuti dopo entro da Stratchy&Sons, anche se dubito possano avere qualcosa di mio interesse.
Alla fine mi decido per un semplice abito nero lungo, scollato: probabilmente sembrerò
un’ “anima in pena” come ha detto quel cretino di Lucius, ma non me ne importa un accidente.
Mi faccio un giretto anche a Mielandia, così non sarò obbligata a mangiare al tavolo dei professori.
Torno al castello, pensando alle eventuali modifiche per il vestito, e appena arrivata mi chiudo in camera mia, ringraziando il fatto che esiste la domenica.
Non voglio, non devo pensare a Severus. No.
Ma non ci riesco.
Almeno stavolta mi riesco a trattenere dal piangere, però.
Forse sto facendo qualche progresso.
*°*
La settimana trascorse più lenta del previsto, ed Erys uscì dal suo studio solamente per recarsi alla sua aula. Per quel poco che mangiava, le scorte che si era portata da Hogsmeade bastarono abbondantemente. Quando Halloween finalmente arrivò, per i corridoi si potevano notare gruppi di ragazze elettrizzate dall’idea di un vero ballo, e tutto il corpo insegnanti era intento a bloccare il contrabbando di filtri d’amore.
Il ballo sarebbe cominciato alle nove, e alle sette la migrazione verso i dormitori ebbe inizio.
In tutto il castello, solo due persone non erano felici.
Vorrei rimanere in camera mia. E poi il vestito non mi sta neanche bene. Sembro Morticia Addams.
Datti un contegno, ti comporti come una ragazzina. E poi è Halloween, non è un problema se assomigli a Morticia Addams.Però non ci voglio andare, io, ecco!
Ci devi andare. Lo ha detto Silente.Ok, sto diventando anche schizofrenica.
“Ci vado, ma se vedo che non resisto me ne torno in camera.”
Questa specie di patto con me stessa mi conforta, così scendo giù, verso la Sala Grande.
Da come mi guardano non devo stare proprio malissimo. Ma sì dai, forse ce la faccio a reggere per dieci minuti.
No, ho cambiato idea, adesso me ne vado!
Severus mi sta fissando, e io mi sento particolarmente male, come se avessi un pugnale piantato all’altezza dello stomaco.
Sto per andarmene, ma Minerva mi fa segno di sedermi vicino a lei.
Adesso sì che sono nei pasticci. Non posso più andarmene.
Rispondo a monosillabi alle sue domande, e mangio quel poco che riesco a mandare giù.
Quando la musica inizia la mia previsione si avvera:
Sono seduta in un angolo a guardare gli studenti che si divertono mentre io sono a pezzi.
“Professoressa Laurents, venga a ballare, su!, si diverta un po’ anche lei!”
“No, Professor Silente, davvero... Non me la sento... Non credo di stare troppo bene...”
“Allora magari chiedo a Severus di prepararle una pozione... Forse la farà star meglio...”
“NO!... Ripensandoci non sto poi così male... Ma sì, dai, balliamo...” e cerco di sorridere, mentre in realtà vorrei morire.
Comincio a ballare con Silente, ma non credo di ballare troppo bene... Sono troppo distratta.
A un certo punto il cantante esclama: “SCAMBIO COPPIE!”
Perché ho la strana sensazione di sapere già chi sarà il mio cavaliere per il prossimo ballo?Infatti, Silente chiama Severus e mi consegna a lui. Ho l’impressione di non riuscire più a esprimere una volontà mia, mi sento come un pacco regalo, passato di mano in mano.
Lo stomaco ricomincia a farmi male.
Neanche lui sembra sentirsi troppo bene.
Silente mi ha fregata di nuovo. Scommetto che era già d’accordo col cantante.
Per un po’ balliamo, rigidissimi, senza guardarci in faccia.
Non so cosa dirgli.
Perché la mia linguaccia non mi aiuta quando serve?
Per fortuna interviene lui:
“Vedo... vedo che hai smesso di vestirti come la McGranitt” sussurra.
Forse dovrei prenderlo come un complimento, anche se la tentazione di tornare a sedermi è fortissima.
Tutto quello che riesco a balbettare è una sorta di “G-gra-grazie”, molto difficile da riconoscere.
Però sembra che l’abbia capito, perché aggiunge: “Stai bene.”
Sto cominciando a ballare un po’ meglio. Adesso almeno piego le ginocchia.
“Però forse è meglio se non sparliamo di ‘Minnie’ proprio alla sua festa” aggiungo, sottovoce.
Il soprannome deve averlo divertito, perché mi sorride, e ammette:
“Hai ragione, forse non era un gran complimento!”
Ci mettiamo a ridere tutti e due, e ora balliamo in modo molto più naturale.
Attorno a noi alcuni studenti sembrano scioccati, mi gioco il mio set di Gobbiglie se non stanno pensando: “Piton che ride??? E balla, per di più!”
Ma non me ne importa niente.
“Però, se mi ricordo bene, tu sai ballare meglio di così.”
Adesso mi sciolgo completamente, e in effetti stiamo ballando davvero bene.
Si stanno voltando tutti a guardarci.
Ma non m’importa niente nemmeno di questo.
Siamo come una macchia nera al centro della Sala, e non smettiamo di guardarci negli occhi nemmeno per un secondo.
Alla fine della canzone gli concedo un altro ballo.
Domani mi odierò per questo.
La musica riparte, lenta, e Severus mi stringe un po’ di più.
Stavolta non ho la fortuna di avere i capelli sciolti, e le mie orecchie sono in bella vista.
Devono essere più rosse che mai, perché io le sento bollenti.
Mi sorride di nuovo. Perché lo fa?
Pensavo mi odiasse.
NARRATORE: SEVERUS PITON
E pensare che qualche ora fa ho avuto la mezza idea di darmi malato.
Ora siamo vicinissimi. Riesco a sentire il suo respiro, mentre si appoggia alla mia spalla.
Noto una lacrima sul suo viso.
“Perché piangi?”
“Perché sei tremendamente stupido... Ti ci sono voluti QUATTORDICI ANNI prima di riuscire a dirmi qualcosa di carino!”
Mi sorride.
Vorrei guardarla per ore.
Vorrei che stasera non finisse mai.
E’ bellissima.
La abbraccio, impacciato.
I suoi capelli sono morbidi, sembrano seta.
Non so se siamo a tempo con la musica, se stanno ancora suonando, se qualcuno ci sta fissando...
Molto probabilmente neanche lei lo sa.
Ma perché mi comporto così?
Mi sento malissimo, ma allo stesso tempo è come se i miei piedi si sollevassero da terra per la troppa felicità.
Sento che dentro di me qualcosa sta morendo, ma capisco che morirei se decidessi di rinunciare a lei.
Perché sono così complicato?
Mi accorgo che adesso a piangere sono io.