Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

My Potions Master, My Son

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bufy bufy
icon10  view post Posted on 1/12/2008, 18:10




Ragazze. Che dirvi?
Questa credo sia la mia ff più bella in assoluta. Sarà un caso che l'ho scritta in collaborazione con la mia mammina Sara? Credo proprio di no!
E' insolita. Davvero.
E' una Guardian-Pupil fic, e i protagonisti sono Severus Piton ed Harry Potter.
Ma i ruoli, beh, quelli vi stupiranno.
Una precisazione.
Non mi senso assolutamente in colpa di non dirvi che i personagi sono OOC. Perchè... Beh... Credo proprio che non lo siano, date le circostanze!
Che altro dirvi?
Nulla, se no, vi rovino la sorpresa!
E come dicono i miei amici inglesi...
Read & Review!
Che se no, sfodero i rasoi di Sweeney!!




My Potions Master, My Son


Sono qui.
Sul mio divano logoro. In lacrime mentre stringo forte al petto un peluches tutto rattoppato.
Un piccolo serpente.
È incredibile come io, Harry Potter, Capo degli Auror, mago trent'enne mi sia ridotto così. Per mio figlio, Severus Piton.
Tutto cominciò quindici anni fa, a causa di un tremendo incidente con una pozione.
Non so bene cosa successe, so solo che mi ritrovai nei sotterranei della mia Ex-scuola per cercare il Professor Piton.
Ero all'accademia per Auror e ogni tanto capitava che ci assegnassero dei compiti "pratici".
A me era stato assegnato il compito di capire cosa era successo nei sotterranei per ridurli in quello stato pietoso.
Tutto era ricoperto da una sostanza verdastra e putrida. Il Potions Master, scoparso.
Aggirarsi fra i banchi ed il fumo che permeava la stanza, non fu facile.
Mi ero quasi deciso a far dietro-front e tornare più tardi, quando almeno il fumo si fosse dissipato, quando un piccolo pianto attrasse la mia attenzione.
Nascosto sotto la cattedra stava un bambino di circa tre anni con due enormi occhi neri ed i capelli corvini, lisci e lunghi fino alle sue piccole spalle.
Era la copia perfetta del Potions Master solo...più piccola.
Stava piangendo a dirotto, completamente ricoperto da quella strana sostanza che sembrava volergli sciogliere la pelle.
Immediatamente lo ripulii con un paio d'incantesimi, ma questo lo spaventò a morte, facendolo piangere a pieni polmoni, fino a quando, inginocchiato a terra, gli tesi le braccia a mò d'invito.
Lui mi guardò serio, asciugandosi gli occhi con la manica di una camicia logora e più grande di lui di almeno quattro taglie.
Non si mosse. Non disse niente.
"Come ti chiami, piccolo?" gli chiesi gentilmente.
"Severus Tobias Piton, signore." disse lui tutto fiero. "E comunque non sono piccolo!" esclamò spavaldo.
Subito spalancò gli occhi spaventato. Si portò le manine scheletriche sulla bocca.
"Mi dispiace signore. Non lo faccio più. Lo giuro. Lo giuro!" cominciò a scusarsi convulsamente.
"Va tutto bene, non preoccuparti" gli dissi mentre cercavo di arrivare vicino a lui.
C'erano troppi detriti che ancora mi impedivano di afferrarlo e trarlo in salvo.
Quel piccolo bambino era il mio ex insegnante di Pozioni? Com'era possibile? E perchè era tornato bambino?
Dovevo raggiungerlo in un qualsiasi modo.
Vedevo benissimo che stava cercando di trattenere le lacrime perchè c'ero io e sapevo che era terrorizzato.
"Piccolino, ora cercherò di prenderti, ok?"
Non ci misi molto ad arrivare a lui.
Subito lo presi in braccio e lo portai da Albus.
Ma quando vidi quei due enormi occhi neri, spaventati che fissavano il preside, un'onda d'affetto per il piccolo Severus mi travolse.
Fu in quel momento che decisi di sconvolgere la mia vita.
Fu in quell'ufficio che diventai padre.
Già, padre a 19 anni.
Ma non potevo laciare Severus nella mani di Albus.
Quel piccolo scricciolo mi aveva già rubato il cuore e la mente, visto che non facevo altro che pensare alla fragilità di quel corpicino premuto contro il mio torace.
L'alternativa a me erano i Malfoy.
Ma non potevo lasciare Severus nella mani di quei criminali scappati ancora una volta ad Azkaban. Merlino solo sa, cosa gli avrebbero fatto!
Severus aveva solo tre anni. Ed era ancora puro come un bimbo. Come lui non sarebbe più stato, una volta cresciuto.
Non sapevo per quanto il mio ex professore sarebbe rimasto bambino. Ma ero deciso a sfruttare ogni singolo minuto per fargli tutto ciò che lui non aveva avuto nella sua prima infanzia.
"Vuoi rimanere con me Severus?" feci appena in tempo a trattenere il "piccolo", sapedo che a lui non sarebbe piaciuto.
In quel momento era così stretto contro di me, che non capii la risposta e dovetti allontanarlo dalla mia spalla.
"Non voglio tornare dal mio papà." Mi rispose così. Con quella frase enigmatica.
Sorrisi al suo modo di fare. Già a quell'età evitava di dare risposte dirette.
"Allora puoi venire con me." gli sorrisi.
Mi girai verso Albus e gli chiesi: "Dov'è che devo firmare, per portarmelo a casa?"
In meno di dieci minuti, Severus Piton era diventato mio figlio.
In meno di dieci minuti ero diventato padre.
"Ora sono il tuo papà..." mormorai guardando gli enormi occhi neri di Severus.
Sembrava ancora così spaventato che, istintivamente, me lo strinsi al petto, portando il suo faccino contro il mio collo, dandogli delle dolci carezze circolari sulla schiena.
"Come ti chiami, Signore?" mi chiese lui appena fummo nel parco della scuola.
Solo in quell'istante mi accorsi che nella fretta non gli avevo detto chi fossi.
"Harry James Potter. Puoi chiamarmi Harry, se ti va". Gli dissi sorridendo.
Lui mi guardò per un istante.
"Piacere di conoscerti, Harry"
Quasi mi misi a ridere per la sua formalità.
Poi lo presi per mano ed insieme ci avviammo ad Hogsmeade. Dove gli comprai il suo primo giocattolo.
Era un piccolo serpente di peluches. Quello che in questo momento, in cui mi crogiolo nei ricordi felici, sto stringendo.
Gli era piaciuto dal primo istante in cui eravamo entrati nel negozio di giocattoli.
Lo aveva addocchiato subito, senza però dire niente o mostrare qualcosa. Si era limitato a studiarlo, come se volesse imprimersi la forma e il colore nella sua mente.
"Ti piace, piccolo Severus?"
Mi rispose con un secco cenno del capo. Così tipo della sua forma adulta.
Ma nei suoi occhi v'era una luce che non avevo mai visto prima.
Brillavano. Pieni di vita. E di gioia per quel che probabilmente era stato il suo primo regalo.
Lo portai poi a casa. A quella che diventò la nostra casa.
Era così sbalordito dalla sua stanza che rimase in piedi sulla porta per almeno una ventina di minuti.
Tutto serio ad osservarla in ogni minimo particolare, poi la domanda che mi lasciò spiazato:
"Questa bella stanza è veramente per me?"
Mi inginocchiai per essere al suo livello. E posandogli una mano sulla spalla gli dissi:
"Tutta tua Severus! Ed il bello deve ancora arrivare, per dobbiamo decorarla come piace a te!"
Lui sgranò gli occhi e rimase silenzioso per diverso tempo.
Quando poi parlò, lo fece con una vocina piccola, piccola.
"Harry, signore, possiamo mettere quella carta speciale sul muro? Quella coi disegni? Mi piacerebbero gli animali..."
E così, mezz'ora più tardi sulle pareti correvano decine di tigri, leoni e ghepardi.
Mentre io rimasi scioccato nel non vedere nulla riconducibile a Serpeverde.
Effettivamente, quel piccolo bambino non aveva niente di Serpeverde.
Anzi era timido e molto riflessivo. Sembrava quasi un Corvonero per la sua intelligenza.
Riuscivo a stupirlo con poco.
Una carezza, un sorriso, una caramella...
Merlino quanto ho amato quel piccolo esserino!
Silenzioso e pacato non fu mai un peso. E, senza far nulla, si fece amare fin da subito.
Tant'è che solamente per il suo quinto compleanno gli regalai un laboratorio tutto suo, dove giocare con le pozioni.
Perché quello non era cambiato. L'amore, la dedizione, che vi dedicava non era mutato di una briciola. Passava tutto il suo tempo a creare le pozioni già conosciute e a tentare di inventarne di nuove.
Poi, quando aveva all'incirca nove anni, mi maledissi da solo per quel laboratorio.
Ero in cucina a preparare il pranzo, quando all'improvviso sentii una fortissima esplosione.
"Severus!" esclamai, e subito lasciai perdere il pranzo per correre da lui e vedere come stava.
Aveva ridotto il suo piccolo laboratorio ad un cumulo di macerie, ma quello che mi lasciò di stucco, furono le sue lacrime.
Non erano lacrime di spavento o dolore.
Erano lacrime di rabbia.
Rabbia per aver distrutto qualcosa che gli avevo regalato io e perchè la pozione era andata male.
"Stai bene, tesoro?" e mi feci largo tra le macerie.
"Si papà...mi dispiace tanto! Non lo farò più, lo giuro!" disse tra le lacrime, temendo un mio rimprovero.
Papà.
Fu la prima volta che mi chiamò così.
Al suono di quella meravigliosa parola, che tanto avevo agognato, la paura, la rabbia... Tutto fu dimenticato in un istante.
Corsi da lui. Stringendomelo forte al petto.
"Non ti preoccupare amore mio..." gli sussurrai cullandolo "Ne costruiremo uno più bello. Uno più grande, ok?"
"N-non importa...so che è costoso costruire un laboratorio..." Merlino santissimo, che ragazzo d'oro!
Ed è mio figlio!
Non riuscivo a capacitarmi allora del carattere docile ed altruista di quel piccolo ometto.
Da adulto non l'avevo mai notato così premuroso per gli altri.
Anche se, forse, era solo perchè non mi ero mai fermato ad osservarlo. Non mi ero mai dato la pena di conoscerlo. A fondo. Come, invecie, stava facendo ora.
Dopo tutto, se sono ancora vivo oggi, lo devo solo a lui.
E così, un giorno decisi di raccontargli tutto. Senza escludere nessun particolare.
"Severus, tu tanto tempo fa mi odiavi..." iniziai a dirgli, già con gli occhi colmi di lacrime.
"Ti odiavo? Perchè?" sciocche domande della gioventù!
Ma avevo deciso di dirgli tutto e così feci, tra singhiozzi silenziosi e lacrime di dolore.
Severus rimase seduto di fronte a me, ascoltando in silenzio, senza mai interrompermi, senza mai dire una parola. Senza farmi capire cosa gli stava passando per la testa in quel momento.
Fino a quando si alzò.
"Scusami..." mi disse girando sui tacchi. Uscì dalla porta, sbattendola.
Io rimasi in camera sua. Seduto su quella ridicola seggiolina. A piangere lacrime amare, maledicendomi per avergli raccontato tutto.
Ero convinto di averlo perduto.
Ma il mio piccolo Severus, mi sbalordì ancora una volta.
Tornò in camera. Senza dire niente mi spinse in mano la bacchetta che gli avevo comprato due anni prima.
"Ti voglio bene papà. Non potrei mai odiarti. Tieni la mia bacchetta, in segno del mio giuramento."
Non riuscii a dire niente. Un groppo in gola mi impediva di pronunciare anche solo un piccola singola parola.
Non facevo altro che sbattere le palpebre, cariche di lacrime che scorrevano sulle mie guance, le mani strette attorno al legno caldo della bacchetta e il viso di Severus davanti al mio, sereno e pieno d'amore per me.
Era ancora in piedi, il mio piccolo ometto e io gli caddi davanti in ginocchio, affondando il viso contro il suo esile e giovane petto mentre lo stringevo con forza.
Lo sentii sospirare mentre mi accarezzava il capo.
Non disse parole di conforto. Quella semplicemente non era la sua natura.
Nè ora, nè mai.
Abusi o meno, Voldemort o meno, Severus non era un bambino sdolcinato. Ma ora era in grado di mostrare e ricambiare i sentimenti, grazie a tutti gli anni passati insieme a me.
Dopo qualche minuto mi scostai e gli sorrisi mestamente.
Lo avevo messo in imbarazzo, ma non aveva detto niente e non era nemmeno fuggito.
"Scusami..." e mi sollevai in piedi per stringermelo contro e scompigliargli i capelli, sapevo che gli dava fastidio e infatti...
"Papà!" esclamò scostandosi e ridendo.
Ne passammo davvero tanti di bei momenti come questi insieme, noi due.
Comunque, anche se era un bambino calmo ed ubbidiente, Severus fu pur sempre un bambino.
E combinò diverse marachelle.
Ricordo una volta. In cui litigammo per degli ingredienti per una pozione. Era pericolosa ed illegale. Perciò io mi rifiutai di comprarglieli. Così lui scappò di casa.
Me ne accorsi parecchie ore dopo che era fuggito.
Lo chiamai diverse volte perchè scendesse a cena, ma visto che non veniva, decisi di andare io da lui.
E trovai il suo biglietto: "Vado a prendere gli ingredienti. Li voglio e li avrò. Severus"Le ginocchia mi cedettero di colpo, facendomi rovinare a terra, la mano che si chiuse a pugno su quel piccolo foglio di carta.
Severus era uscito per prendere quegli stupidi ingredienti che io gli avevo negato.
Senza dirmi niente.
Era uscito di nascosto, mettendosi in pericolo per colpa mia!
Terrorizzato come non mai corsi fuori casa.
Non mi curai di mettere al sicuro l'abitazione, né di prendere il mantello.
Alla cieca lo cercai.
Ma di Severus non c'era traccia.
Ritornai a casa alle due di notte passate. Stanco, infreddolito e sull'orlo di una crisi di panico.
Severus non si trovata. Ed io non sapevo più che fare.
Quando però rientrai a casa, subito notai qualcosa.
L'odore tipico di pozione arrivava direttamente dalla cucina.
"Severus!" urali, mentre correvo in cucina seguendo il tipico odore della Polisucco.
E li lo vidi. completamente rapito da quello che stava facendo. L'esile mano pallida che mescolava con minuziosa attenzione mentre gli occhi neri erano vigili, attenti a ogni cambiamento.
Stava bene.
Non era morto, non era stato assalito, non era stato rapito, non era stato torturato.
Stava bene.
Già. Stava bene. Ed era in una marea di guai.
Lo presi all'improvviso per le spalle, facendogli cadere il mestolo nel calderone.
Mi sedetti e lo posizionai sulle miei ginocchia.
Gli diedi solo tre sculaccioni. Niente di troppo doloroso. Ma che avrebbe ferito il suo orgoglio. Se lo meritava!
Per la sua incoscienza. Per avermi fatto invecchiare di vent'anni in un paio d'ore.
Non emise nessun suono.
A dir la verità, non disse e non fece niente.
Si limitò a rimanere fermo sulle mie ginocchia anche quando ebbi finito.
Rimase li, fermo, sapeva di meritarsele e non fece niente.
Con le lacrime agli occhi lo misi seduto sulle mie ginocchia e nascosi il viso sulla sua spalla, piangendo.
"Mi hai fatto...morire di paura...Severus..."
Subito le sue braccia si strinsero al mio collo.
"Non lo faccio più. Lo giuro."
Ma quella non fu l'unica volta in cui mi fece morire di paura, o in cui fece delle stupidaggini.
Sembrava che i guai inseguissero il mio piccolo Severus e quello non fece altro che accrescere il mio amore per lui. Per quello che era diventato a tutti gli effetti mio figlio.
Ricordo come se fosse ieri la volta in cui tornò a casa con un occhio nero e non volle dirmi il perchè.
Non riuscii a tirargli fuori la verità con niente.
Solo due giorni dopo scoprii, per caso, che aveva fatto a pugni con Hugo, il bambino di Ron ed Hermione.
Lo misi in punizione, impedendogli di avvicinarsi al suo calderone per due settimane. E non mi lasciai neanche addolcire dai suoi occhioni colmi di lacrime.
Furono le due settimane più lunghe della mia vita.
Severus aveva perennemente il muso, l'umore più in basso dei tacchi delle scarpe, gli occhi neri, lucidi di lacrime di rabbia.
Avrei voluto ritrattare almeno un miglione di volte, ma riuscii a rimanere fermo nelle mie decisioni.
Sapevo che era per il suo bene. E che se soffriva, era parte della punizione.
Ma quando le due settimane finirono, non riuscii a trattenermi.
Gli riconsegnai il suo calderone. Ed insieme gli regalai un set di coltellini d'argento che desiderava tanto.
Non riuscivo proprio a vederlo con il muso e gli occhioni lucidi.
Era più forte di me.
Severus doveva sorridere!
Silenzioso prese in mano l'astuccino con i coltelli.
Li accarezzò piano con la punta dell'indice destro.
"Papà.. Non posso... Non me li merito.." Mormorò piano con le lacrime agli occhi.
Io, troppo scioccato, non fui in grado di fermarlo quando corse in camera sua.
Quando mi resi conto di quelo che era successo, corsi subito alla porta della sua camera.
"Severus...tesoro...cosa succede?"
Perchè aveva reagito in quel modo?
"Non me li merito. Sono un mostro. Sbaglio sempre tutto. Non merito neanche te!" bisbigliò con gli occhi fissi al pavimento.
Quelle parole...
Mi apriroro in due il cuore. Erano troppo simili. Troppo dolorose.
Quello era il mio mantra solo dieci anni prima.
"Tesoro...non è vero...Io ti voglio bene...Ti amo...sei il mio bambino..." piano mi avvicinai e lo strinsi contro di me, senza esagerare.
Quelle parole...troppo adulte per un bambino della sua età.
Erano parole da Professor Piton, non da Severus.
Non mi accorsi di quel che stava realmente succedendo.
Detti colpa all'avvicinarsi dell'adolescenza. Ma in realtà al mio Severus stava succedendo di peggio.
Stava cominciando a riacquistare le sue memorie da adulto.
Quando poi un giorno tentai di prenderlo per mano e lui si scostò di scatto scoprii il più grande orrore.
Sul suo avambraccio sinistro era comparso nuovamente il Marchio Nero.
Rimasi fermo a fissarlo, come inebetito, e finalmente li scorsi.
Gli occhi del Severus adulto.
Gli occhi del mio Professore, non del mio bambino.
Non si mosse. Né lo feci io. Ma già qualcosa era cambiato. Lo si sentiva nell'aria.
"V-vado a chiamare Albus..." feci infine io dandogli le spalle.
Lui allora scattò. Mi supplicò di non farlo. Ma non gli diedi retta. Credevo che a parlare fosse il suo io-bambino. Che fosse un semplice capriccio.
Quando arrivò Albus, con gli Auror ed un Potions Master fresco di dottorato, capii che avrei dovuto ascoltare Severus.
Perché ad aver parlato era stato l'adulto in lui.
Immediatamente gli Auror lo circondarono, bacchette sguainate, e subito vidi reagire Severus, che tentò di correre da me.
Mossa sbagliata, perchè fu subito fermato da due omaccioni.
Lo stavano umiliando, perchè adesso Severus, il mio bambino, stava piangendo chimandomi.
"Papà!!"
Da una parte non nego che mi sentii sollevato. Ancora mi chiamava papà. Da un'altra però ero imbestialito.
Volevo mio figlio. Lo volevo in quell'istante. Ma un'altro auror mi afferrò. Un mio sottoposto mi disubbidì. Gli ordinai di lasciarmi andare. Di lasciare Severus. Ma lui non mi ascoltò. Nessuno lo fece.
E poi. Le parole di Albus.
"Ora che Severus ha di nuovo accesso alle sue vecchie memorie, è arrivato il momento di riportarlo alla sua età. Dobbiamo dargli di nuovo la sua vita.".
Raggelai sul posto.
Non avrei più avuto il mio bambino tra e braccia.
Anche Severus si bloccò di colpo.
Aveva capito, ma non sembrava molto contento.
Lanciò un urlo straziante.
"NO! PAPÀ!!! TI PREGO NO!!!".
Tentai di dimenarmi. Tentai perfino di colpire Jason, l'auror che mi stava tenendo. Ma fu tutto inutile.
Impotente vidi gli altri due auror. McCain e Green. Immobilizzare Severus. Aprirgli la bocca e versargli in gola una pozione.



Da quel momento le forze mi abbandonarono.
Caddi in ginocchio, inerme mentre vedevo il mio bambino svenire tra le braccia di quei due energumeni.
"Posso...posso abbracciarlo un'ultima volta?" disse con le lacrime sul viso e nella voce.
"Forse è meglio se non ti fai vedere quando riprenderà i sensi." mi disse Albus. "Avrà sentimenti troppo contrastanti nei tuoi confronti. Non sappiamo come potrebbe reagire se si svegliasse fra le tue braccia."
Ma non mi interessava. Avrebbe anche potuto uccidermi. Ma non avrei abbandonato il mio bambino in una situazione come quella.
Così restai ad aspettare.
In silenzio lo vegliai.
Finché, finalmente, il suo corpo da bambino di dieci anni cominciò a crescere in quello di uomo adulto.
Era sconvolgente.
Non rimase niente del mio bambino, o meglio, rimase tutto, ma non riuscivo più a distinguerlo dall'uomo.
Orami non era più il mio bambino.
Era il mio Professore.
Severus Piton era tornato.
Era lui. Il professore.
Lo riconobbi quando finalmente aprì gli occhi e si mise in piedi. Malamente scansò di lato la mano che McCain gli aveva offerto per aiutarlo alzarsi.
Con un gesto secco si sistemò addosso la sua vecchia veste da Potions Master che Albus gli aveva passato. E con una mano si sistemò i capelli, sciogliendo la coda di cavallo in cui erano legati. Come io l'avevo abituato a portarli.
Infine i suoi occhi incontrarono i miei. E mi sentii morire.
Niente amore,nessuno sentimento.
Solo odio. E morte.
Senza dire una parola, uscii.
Non sapevo dove andare, anche se quella era casa mia.
Le lacrime scorrevano libere.
Il mio bambino...il mio dolce bambino era morto...
Presi a correre come un'indemoniato, allontanandomi dalla sua camera, uscendo nel parco, sotto la pioggia torrenziale che aveva preso a scendere qualche ora prima.
Dovevo andarmene.
Non potevo resistere sotto quegli occhi pieni di odio verso di me.
Non potevo quando avevo conosciuto tutta la dolcezza di cui lui era capace.
Vagai. Per mesi interi non misi più piede a casa mia.
Quella ora mai era diventata una tomba. Il sepolcro della famiglia felice che avevo costruito con, e per, Severus.
Abbandonai tutto e tutti. Senza preavviso. Divenni un fuggiasco. Un senzatetto.
Vissi di fama. Ancora una volta, il mio titolo di "Prescelto" mi portò privilegi.
Non scambiai più una parola con nessuno. Divenni più schivo di un cervo. Più selvaggio di un cinghiale.
Poi però arrivò il tempo in cui mi sentii costretto tornare a casa.
E la trovai vuota. Ogni traccia di Severus, scomparsa.
Come se lui non avesse mai messo piede in casa mia. In casa nostra.
Ogni più piccola cosa che gli avevo dato era sparita.
Girai tutta la casa e lo trovai.
Il piccolo serpente.
Il suo primo pupazzo...
Il suo primo regalo...
Crollai sul suo lettino e piansi...
Piansi tutte le lacrime che non avevo voluto piangere per il mio bambino morto.
Cercai di tutto. Mi inventai qualsiasi cosa pur di non pensare a niente. A lui.
Ma fu tutto inutile.
Da neonato persi i genitori. E da adulto persi mio figlio.
Un'idea mi sfiorò la mente. Severus, il mio Severus era morto. Ed io l'avrei seguito. Mi sarei abbandonato alla morte. Per seguirlo. O forse aspettarlo.
Decisi che una pozione sarebbe stata la soluzione perfetta. Per tutti i motivi.
Mi recai nella farmacia, intento ad acquistare gli ultimi ingredienti. E lì. Lo incontrai.
Non il mio Severus. Ma il professor Piton. I suoi occhi di tenebra mi penetrarono.
Lui non disse niente. Ma mi colpì. Con uno schiaffo. E se ne andò.
Fu come se mi avesse dato il colpo di grazia.
Lo sguardo della commessa era sbalordito, ma l'unica cosa che feci fu pagare i miei acquisiti e tornare a casa come un'automa.
Lessi per bene le istruzioni, e subito cominciai a distillare la pozione.
Non avevo nessun motivo per continuare a vivere.
Tutto ciò che amavo, lo avevo perso, perchè continuare a soffrire?
Preparai la pozione.
Senza sbagliare niente.
Infondo Severus era riuscito ad impegnarmi qualcosa. Anche se da bambino, e non da adulto.
Le istruzioni dicevano che si doveva aspettare due ore, prima di poterla assumere.
Così mi sedetti in poltrona. Con il suo peluches. Con quel ridicolo serpente. Stretto al petto. Piansi. Ancora. Conscio che quella sarebbe l'ultima volta.
Senza accorgermi di esseremi perso nei miei pensieri. E' così, in questo stato, che lui mi sorprende.
All'improvviso gli incantesimi atti a proteggere casa mia mi avvertono che qualcuno sta per entrare in casa.
Quando vedo Severus entrare in soggiorno, rimango senza parole.
E' livido di rabbia. E sputa parole. Senza senso.
"Vigliacco. Stronzo. Codardo." e di nuovo mi colpisce. Con uno schiaffo. Con un pugno.Lo lascio fare. Magari, alla fine, mi ucciderà lui.
Non faccio niente per difendermi.
Lascio che si sfoghi, pregando che mi rompa una costola e che mi perfori un polmone, uccidendomi.
Mi limito ad incassare, nessun gemito, nessuna lacrima.
Niente.
Solo una cosa proteggo dalla sua furia.
Il piccolo serpente di peluches.
Lo stringo forte al petto, proteggendolo con le mani e con il corpo.
Almeno quel ricordo deve rimanere intatto. Deve testimoniare la presenza del piccolo Severus nella mia vita. Non posso permettere che vada distrutto anche lui.
Ma un calcio ben assestato mi fa perdere la presa e il pupazzo mi scivola di mano.
Lontano.
Severus nemmeno se ne accorge, ma io cerco in ogni modo di raggiungerlo e tenerlo al sicuro contro il mio petto...
Severus continua a colpirmi. Senza sosta.
Mente farnetica.
"Usato. Abbandonato. Illuso." sono quelle le parole che riesco a captare. Ma per me non hanno alcun senso. L'unica cosa importante è proteggere il peluches.
Ma non riusco a salvarlo del tutto. Perché ci vomito sopra. Sangue.
Finalmente qualcosa dentro di me si è rotto.
Certo, avrò una morte agonizzante, ma marirò e raggiungerò il mio bambino.
Quando mi rendo conto di aver sporcato il piccolo serpente, comincio a piangere, cercando di castare un gratta e netta per poterlo pulire, ma mi è praticamente impossibile.
"Ti..ti prego...puliscilo...almeno questo...lasciami il mio Severus...ti...ti prego..." tossisco rivolto a Severus, mentre cerco in ogni modo di togliere il sangue dalla stoffa.
Severus si ferma un momento per guardare cosa gli sto porgendo.
Almeno il serpetello deve lasciarmelo...
Cercao un ultima volta i suoi occhi. E mi accorgo che anche lui sta piangendo. Anche se non ne capisco il perché. Lui deve essere felice! Finalmente può realizzare il suo sogno. Uccidermi.
Ma.
Severus mi stupisce. Non si cura del piccolo serpente di pezza.
Ma si cura di me.
Mi solleva delicatamente da terra. E mi porta in camera mormorando:"Cosa ti ho fatto..."
Mentre gli spasmi del vomito mi vincono un'altra volta, e gli imbratto casacca, camicia e pantaloni di sangue.
"Il...il...se...serpente...." cerco di divincolarmi per tornare a prenderlo, ma sono una massa informe di dolre e muscoli.
Severus...non importa di me, ma ti prego, lasciami quel ricordo intatto, così che io possa portarlo nella morte insieme a me, ti prego...
Vorrei dirglielo, ma l'unica cosa che riesco a fare è vomitare.
Ormai devo avere sì e no un litro di sangue in corpo, con tutto quello che ho buttato fuori.
Le tue braccia forti mi stanno tenendo stretto al tuo petto.
Il tuo battito caridaco...forte e un pò agitato, quasi come quello del mio bambino...
"Bambino mio..." riesco a dire mentre poso con fatica una mano sul tuo viso.
"Non...non piangere...va bene così...il mio bambino non c'è più...."
Perdo conoscenza quasi subito dopo. Ho solo la presenza di spirito di notare la bacchetta di Severus puntata contro di me, all'altezza del cuore. E leggere la determinazione nei suoi occhi.
Poi, il buio.
Rinvengo ore dopo, o forse sono giorni?
Non ne ho idea.
So solo che il serpente di pezza è qui vicino a me, pulito e profumato di sapone.
Provo a muovermi, ma un capogiro e il dolore alle costole è troppo forte, così mi fermo e rimango in attesa di qualcosa.
Qualsiasi cosa...
Sento dei rumori. E un bicchiere d'acqua fresca mi viene posato sulle labbra.
Con fatica apro gli occhi. E mi trovo davanti Albus.
"Se- Severus..." gracchio.
Il Preside mi accarezza piano la testa.
"Non ti preoccupare, ragazzo mio. Piton mi ha confessato quel che ti ha fatto... Quel mostro! Ma non ti preoccupare. Tra poche ore riceverà il Bacio. E tu non dovrai mai più aver paura."
I suoi occhi non brillano. Non è uno scherzo.
"No! Albus, no!"
Scatto seduto e quasi mi rovescio addosso al mago anziano, ma devo fermarlo.
"Albus, non azzardarti a far compiere quella sentenza! Se lo fai, mi ucciderò il secondo dopo!"
"Bambino mio. Calmati. È stato Piton a suggerire questa pena. Ed è il minimo. Quell'animale! Dopo tutto quello che hai fatto per lui..." dice Albus. Una lacrima gli sfugge dalle ciglia e si perde nella folta barba argentea.
Non lo ascolto nemmeno.
Sto male, ma devo raggiungerlo.
Un respiro profondo, mi concentro e...
Sono fuori dalle porte di Azkaban.
"Sono Harry Potter. Voglio vedere subito il signor Piton. Immediatamente!" tuono mentre nascondo abilmente il mio dolore fisico.
Devo salvare Severus. Devo parlargli!
L'Auror non ha intenzione di condurmi da lui. Ma ormai ne ho abbastanza. Non riesco più a controllarmi.
Sento la mia magia liberarsi. Come un'onda anomala distrugge e sommerge ogni cosa. L'auror finisce scagliato contro la parete e perde i sensi.
Senza pensarci, mi addentro in qul labirinto di celle. Riuscirò a trovare Severus in tempo!
Corro come posso, cercando di calamre tutta l'energia che sento, ma ho la mente annebbiata dal mio dolore e dall'amore per il mio bambino.
So che Severus non lo è più, ma non posso permettergli di fuggire da me così.
Lui deve vivere per entrambi!
Per il mio bambino e per se stesso.
E se vorrà io gli rimarrò accanto, nel bene e nel male.
Finalmente, raggiungo l'ala dei detenuti prossimi ad essere giustiziati. La sua cella è l'ultima a destra, in fondo al corridoio.
La sua sagoma è inconfondibile. Si staglia nera e fiera contro le pareti ingrigite.
È appoggiato al muro. Con la testa abbassata, il mento appoggiato sul suo petto. E le mani in tasca.
Il cuore mi si stringe a vederlo.
"Severus..." ti chiamo piano, ma fai finta di non sentirmi.
Piccolo grande uomo, perchè ora fai così?
Piano mi avvicnio alla porta che ci divide, e questa si sgretola al mio arrivo.
Non riesco proprio a trattenere tutta l'energia.
Sollevi gli occhi sorpreso e io faccio un sorriso di scusa.
"Ciao Severus..."
I nostri occhi si incatenano per un istante. Ma subito tu ti volti. E mi dai le spalle.
"Che cosa ci fai qui? Ho rifiutato l'ultimo desiderio. Non ne sono degno."
La tua voce è carica di dolore. Ed io sto a malapena in piedi. Ma devo cercare di farti ragionare. Di salvarti!
Faccio qualche passo, ma inciampo nella maniglia della "fu-porta" e istintivamente mi aggrappo alle tue spalle, ansimando per lo sforzo, premendo il viso cotro la tua schiena.
"Piccolo mio...non...non dire così...tu...sei un bambino...un uomo fantastico...meriti il meglio che il mondo possa darti..." cerco di raccogliere le forze e di allontanarmi.
Devo vedere il tuo volto, ne ho bisogno.
Tu mi guardi. Ed i tuoi occhi mi dicono tutto ciò che ho bisogno di sapere.
Stai soffrendo. Terribilmente.
"Ti ho quasi ucciso, idiota! Ma non capisci? Lasciami in pace. Lasciami morire. Non basta avermi usato per quasi dieci anni, Potter? Ero un bambino. Credevo che mi amassi davvero. Ma non era così, vero? Tu volevi solo un bambolotto. Volevi giocare a fare il padre. Non ti è importato mai nulla. Arrogante! Bastardo come tuo padre! Mi hai preso in giro! Ed io... Io vorrei odiarti. Ma non ci riesco. L'unico che odio è solo me stesso. Per essere stato così sciocco. Per averti creduto. E per averti quasi ucciso. Vattene. Ti prego."
"No Severus...no...Io ti ho amato...io continuo a volerti bene! Credi forse che rischierei la vita per essere qui adesso? Rischierei di rimanere distrutto dai miei stessi poteri se non provassi qualcosa per te? Mi credi così stupido?"
Sono ferito dalle tue parole.
Così è questo che pensi.
Mi faccio forza e cerco di allontanrmi, ma il mio fisico mi tradisce e crollo a terra, tra le schegge.
E tu rimani dove sei. Fermo. Immobile. Mi guardi, oltre il tuo luogo naso.
"Appena sono tornato me stesso, appena sono tornato adulto, sei scappato. Hai ignorato tutti i miei gufi. Non ti sei più fatto sentire. Le prove parlano da sole. Ti facevo di nuovo schifo, mi odiavi di nuovo!"
"Gufi? Tu mi hai mandato dei gufi?"
Cerco di rialzarmi, ma una fitta al costato mi ferma dal mio intento, anzi mi fa sdraiare.
E in quel momento sento i passi nel corridoio.
Di nuovo è la mia energia a prendere il sopravvento e creo uno scudo intorno a noi.
Sento il sangue salire in bocca, a cerco di non fartelo vedere.
"M-mi hai cercato? Nessuno...nessuno mi ha detto niente...a casa non c'è niente...."
Comincio a stare male di nuovo.
Non posso!
Un piccolo muscolo nella tua guancia destra si contrae. Mi guardi. Pensieroso.
"Giuralo. Fa un Voto Magico con me. Se è vero quel che dici, non dovresti aver problemi a farlo..." cerchi di essere sarcastico. Lo sento.
Stai tentando in tutti i modi di non sperare, non è così?
"Va bene...Pronuncialo tu...io...non ce la faccio..."
Comincio ad essere veramente stanco, e le forze mi stanno abbandonando, ma devo convincerti.
Tu sei il mio bambino, ma sei anche un uomo adesso.
Piano cerco di mettermi seduto, ma sembra che per il mio corpo sia troppo in alto stare seduti, così mi limito a guardarti da questa posizione vulnerabile, mentre sento il potere sfrigolare fuori dalla porta, mentre ogni tentativo di raggiungerci viene reso vano.
Sei spiazzato, lo vedo da come boccheggi alla ricerca di parole che esprimano il concetto senza rivelare i tuoi sentimenti. Ma non ci riesci.
Con un enorme sforzo allungo una mano verso te. E tu, sospendentemente la afferri.
Chiudo gli occhi mentre sento la mia aura magica espandersi, cercandoti. Inglobandoti. Legandoti a me. Per sempre.
"E-ecco...ho...ci sono riuscito....chiedi...ciò...che vuoi e io sarò...obbligato...a dire la....verità..." riesco ad ansimare.
Non ce la faccio più, ma vedo le domande nei tuoi occhi e io non voglio che ci siano dubbi tra di noi.
Tutto deve essere chiaro e limpido proprio come quando eri bambino.
Tu mi guardi. Lo stupore grazia per un istante il tuo viso. E poi. Fai l'unica cosa che non credevo più possibile.
Cadi in ginocchio. E mi abbracci. Forte. Stretto a te.
Non riesco a fare altro che rimanere qui, inerme tra le tue braccia, il volto posato contro il tuo torace.
Mi sento così debole...
Piano sollevo una mano e ti sfioro una guancia, sorridendo.
"Severus..."
"Bastardo..." mormori. Sorridendo. Lo sento dal tuo tono di voce.. Dopo tanti anni insieme ho imparato a riconoscere quelle piccole grandi differenze in te.
"Attento a come parli, giovanotto! O ti metto in punizione." ti riprendo. Scherzo, lo sai.
"Attento, Potter. Non tirare troppo la corda..."
Sorrido. Stanco e rassegnato. Forse un pò anche dispiaciuto.
Non mi chiamerai mai più Papà. Ormai lo so.
"Perchè volevi il Bacio?" ti chiedo a bruciapelo, stringendo un lembo delle tue vesti tra le dita.
Ti sento irrigidirti, ma non molli la presa sul mio corpo, e di questo ti ringrazio. Se dovessi cadere, credo proprio che non riuscirei a trattenere un urlo di dolore.
Ci metti molto prima di rispondermi. E quando lo fai, sembri confuso. Smarrito.
"Io... Tu... Ti ho... Picchiato... Non merito... Io..."
Ti zittisco.
Di nuovo mi ero scordato che non sei più il bambino puro che un tempo mi chiamava papà e che sgattaiolava nel mio letto in piena notte.
Dentro di te non c'è più solo purezza. Ma tanto, tanto danno.
"Shhh..." ti metto a tacere. Non sei ancora pronto per esprimermi i tuoi sentimenti. Forse non lo sarai mai.
"Ho capito tesoro, ho capito..." sussurro mentre cerco di mettermi seduto.
Ho bisogno di abbracciarti come facevo un tempo.
Forse se t'insegnassi di nuovo i sentimenti riusciresti a trovare un pò di pace.
Sei così vulnerabile adesso...e pensare che mi hai sempre odiato.
In questo momento sembra che io sia la tua ancora, la tua salvezza per la confusione che regna nel tuo cuore.
"Signor Potter, ci lasci entrare! La sta uccidendo!" mi sento gridare.
"Ma che scemenza" borbotto mentre mi aiuti ad alzarmi e ti tengo stretto tra le braccia, nonostante tu sia molto più alto di me.
Mi stringi forte. Fino a farmi male. Ma non ho intenzione di dirti nulla. Perché so che ti farà stare meglio. Perché so che mi farà stare meglio.
E poi. Sussurri, piano. Come quando eri bambino, il mio bambino, e ti avevo appena disciplinato.
"S-sei ancora arrabbiato con me? Mi vuoi.. Ancora bene?"

"Sempre" ti rispondo.
Ed è la pura e semplice verità.
Quella frase, quella domanda. Sono tutto ciò che mi fanno venir meno. Perché ora lo so. Tu sei ancora il mio piccolo Severus. E ancora mi vuoi bene.
E mentre sento venirmi meno, lascio andare il mio scudo. E compio l'ultima magia.
Ci smaterializziamo. Insieme.
Non so dove finiremo.
Ma saremo insieme e tanto basta.
Per sempre, piccolo mio.
Per sempre.
 
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{Sivra
view post Posted on 1/12/2008, 18:33




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Odio Potter.....
Ma questa ff....
E' troppo dolce ç_ç
 
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QueenSeptiennaSnape
view post Posted on 1/12/2008, 20:21




Ok.
Lo confesso.
Devo ammetterlo.
Ho pianto.
PER POTTER! Dio santo!
Cribbio!
Eì troppo belle, troppo dolceeeeee!! ç____ç

Vi amo ragazze *__*

(potrei farmi piacere il pairing... ma solo se ne fate altre così! XD)
 
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LadySeveraPendergast
view post Posted on 1/12/2008, 21:39




Ragazze..che bella! Mi è piaciuto molto il nuovo rapporto che avete instaurato fra loro...Sev piccolo è tenerissimo..che cucciolo!
Invece Silente mi è stato particolarmente sulle scatole...così cieco...grrrrrrrrrrrrrr!
Cmq è davvero molto bella!
Brave!

Ilaria
 
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~dEnY-Wilson~Snape~}
view post Posted on 1/12/2008, 22:51




ç____ç porca paletta ç___ç

buaaaaaa :T_T:

ma è meravigliosa!!!

emozionante.....Mi piace molto il loro rapporto creato in questo contesto...Veramente originale!!!!!
Sono dolzi dolziiii...*si asciuga le lacrimucce*
e ke dirvi....
Bravissime ad entrambe!!!!!!Mi è piaciuta un sacco!!!!
:cheer:
 
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Vampire charme
view post Posted on 2/12/2008, 15:04




molto bella, davvero.
ottima fanfic, belli i sentimenti che lascia trapelare la scrittura... sarebbe bello leggerne altre su questa coppia, così..^^

Edited by Vampire charme - 24/7/2009, 21:13
 
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sar3tta89
view post Posted on 2/12/2008, 16:08




Ok emozioni forti veramente, tanto che ho odiato Silente per aver fatto tornare Severus adulto, oppure quando l'ha chiamato "Mostro" e "Animale"... non l'ho proprio sopportato -.-

Ma però alla fine, perchè ad Harry non sono mai arrivati i gufi? In sua assenza, sono state fatte sparire le lettere inviate da Severus?
Oppure non sono mai arrivate a destinazione?


Comunque, devo farvi i miei complimenti.
Siete state davvero bravissime! Continuate così!
Un bacione, Sara
 
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°Razorblade_Romance°
view post Posted on 2/12/2008, 16:23




ç_ç ma..ma..ma ç_ç è bellissima TT.TT
Giuro avrei picchiato Silente per quando si è permesso di dare del "mostro" a Sev ma non perchè amo Sev am perchè in questa storia be' ç_ç non si meritava di essere chiamato mostro ç_ç lui..lui soffriva ç_ç
e anche Harry ç_ç soffrivano tutti ç_ç
ç________________________ç
complimentissimi ç_ç è una FF bellissima ç_ç
 
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Evelyn Malfoy
view post Posted on 2/12/2008, 18:47




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Mammamia è meravigliosa!
Complimenti Vivissimi!
Evelyn
 
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snapEly
view post Posted on 3/12/2008, 08:58




ragazze!!!!!
ma è bellissima e originale!
ed è molto triste, in fondo, anche se il finale lascia sperare...
mi piacerebbe leggere il seguito, potrebbe essere una ff a puntate molto, ma molto interessante!

l'unico personaggio OOC è proprio Silente, che str***o!

ancora complimenti! :)
 
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Elizabeth Bluefairy
view post Posted on 3/12/2008, 18:37




Mooolto bella..
il tuo potty mi piace*__________*
e sev piccolo e cosi pucciosooo^^

e silente grrrrrrrrrrrrrrr
+vecchiardo barbutooo*
grrrrrrrrrrrrr
 
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10 replies since 1/12/2008, 18:10   207 views
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