Che domanda interessante!
Premetto che i tre si completano a vicenda e la loro vera forza sta nell'unione delle loro differenze, per cui i deficit dell'uno sono compensati dalle qualità di un altro.
Anche se... soprattutto per quanto riguarda Ron trovo che la Rowling l'abbia un po' maltrattato nell'ultimo libro.
Ma andiamo con ordine:
RON: insicuro ma buono. Leale, sincero sempre, a volte un po' codardo quando cerca la soluzione per lui meno problematica; tuttavia, quando c'è da rischiare ci mette sempre la faccia e vive sulla propria pelle i pericoli.
Amico fedele, paga però la sua insicurezza di fondo con la troppa facilità con cui a volte si incazza, anche se poi si pente subito. Non a caso il Voldemort del medaglione cerca di colpire proprio questo suo punto debolissimo.
La Rowling gli ha prestato la massima attenzione nel 4° libro quando lo fa litigare con Harry (cosa che ho apprezzato davvero tanto perchè rende il rapporto tra i due adolescenti molto credibile e umano) e con Hermione. Il rapporto di amore-odio con la ragazza si perde un po' nel 5° (peccato questo "calo") per poi tornare prepotentemente nel 6°.
Nell'ultimo romanzo della saga invece, quel buco colossale che va dal suo abbandono degli amici al suo ritorno, non è giustamente compensato dal racconto troppo veloce di cosa ha fatto nel frattempo.
Trattandosi di "uno del trio" avrei apprezzato un po' più di attenzione. Il problema è il solito, ovvero che la storia è sempre Harry-centrica.
E' vero, Ron recupera la spada e distrugge un horcrux e ha l'idea delle zanne del basilisco, ma sono eventi trattati quasi come episodi, non so, a me è rimasta la sensazione che la Rowling ogni tanto si sia ricordata di lui e gli abbia dato qualcosa da fare.
Impagabili comunque, nel corso di tutta la saga, i suoi commenti del genere "Harry, se muoriamo per colpa loro, ti uccido!"
HERMIONE: senza di lei i due maschietti sarebbero perduti, tzé
Puntigliosa fino alla troppa rigidità mentale che le rimprovera Xenophilius Lovegood, è comunque l'anima razionale del terzetto, assolutamente indispensabile.
Intelligente, coraggiosa, lealissima (terribile il momento in cui Ron la costringe a scegliere tra lui e Harry ovvero tra lui e la missione)... è un personaggio sempe ricco e che non delude mai.
La sua maniacalità e mania di perfezionismo sono anche fonte di umorismo, per cui il personaggio risulta piacevole.
Personalmente l'ammiro molto per lo stakanovismo e la mente analitica.
E' senza dubbio la più matura dei tre e riesce a capire cose che agli altri sfuggono, anche quando si tratta di sentimenti ed emozioni (ad esempio è l'unica ad aver capito che Sirius vedeva James in Harry e che cercava di rivivere attraverso di loro le avventure vissute da ragazzo con il padre di Harry).
Di negativo ha la troppa rigidità che la spinge ad essere razionale a oltranza (cosa che a volte è utilissima, altre no) e un po' troppo petulante e rompina.
Fantastici i suoi duetti con Ron.
Rimane comunque un'eroina che è anche un bel modello per le lettrici.
HARRY: nasce già sfigato, nel senso che la sua vita è segnata da un destino pesante e difficile prima ancora di venire alla luce. Vittima di eventi più grandi di lui che lo segnano fino al sacrificio finale.
Tra i suoi difetti ci sono un carattere un po' troppo fumino, troppo impetuoso e troppo incazzevole.
Anche se -e questo bisogna tenerlo a mente- la sua storia personale può giustificarli: è orfano, viene cresciuto da persone inqualificabili mantenendo però un carattere buono e gentile, finalmente sembra trovare pace e amici a Hogwarts e poi le cose vanno come vanno. I momenti più difficili credo siano i litigi con Ron, nel 4° e nel 7°.
Mi piace Harry perché
non tollera le ingiustizie (sarà stata la palestra fatta con i Dursley) e si spende senza riserve per combatterle, spesso rimanendo solo contro tutti.
Alle volte si auto-isola per troppa rabbia, ma è sempre pronto a fare marcia indietro quando capisce di aver sbagliato, anche se spesso deve prorpio sbatterci la testa prima di accorgesene.
A sua discolpa c'è l'avere tutti contro, in modo particolare nel 5° libro, e ricordiamoci che lui è solo un ragazzo. Quanti di quell'età, senza genitori, possono sopportare una pressione simile? (Infatti poi sbrocca e sfascia l'ufficio di Silente
)
Per quanto a molti possa stare sulle palle, a me invece piace molto perché gli vengono chieste continuamente cose al di sopra di quello che sarebbe giusto chiedere a un ragazzo. Anche le sue asperità di carattere, le sue insicurezze e i suoi tormenti lo rendono molto umano e vivo, credibile, cosa che ho molto apprezzato.
Harry è una persona qualunque cui viene imposto di fare l'eroe e che svolge egregiamente il compito: aiutato, ok, ma quando ci deve mettere la pelle con una "passeggiata verso la morte", è pronto a farlo.
Anche se è stato una pedina nelle mani del fato e di Silente, alla fine accetta questo suo destino.
Il fato e Voldemort potevano scegliere Neville ed Harry poteva essere un bambino felice, con famiglia e senza cicatrice in fronte.
Un'ultima parola sul suo rapporto con Piton (che alla pari di lui è una marionetta nelle mani di Silente): Piton non fa mai nulla per non farsi odiare, anzi. E' una carogna di prima categoria con Harry e solo quando ne scopriamo le ragioni profonde, possiamo trovare delle giustificazioni a questo comportamento.
In ogni caso, a Piton stava sulle scatole Harry anche prima di vederlo a Hogwarts. Quando Silente gli annuncia la morte di James e Lily e gli rende noto che il loro bambino è vivo, Piton reagisce come per "scacciare una mosca".
Non gliene frega niente del bambino, anche se è parte di Lily (non gliene fregava niente anche quando racconta la profezia a Silente). Probabilmente Piton vede in Harry solo la parte di James o Harry rappresenta tutta la felicità che poteva essere sua e che invece è stata di un altro.
Non sono sicura che Piton si riconcili con Harry quando muore guardando "gli occhi di Lily"... di sicuro Harry si riconcilia con lui quando capisce tutto e sceglie poi di dare il nome Severus al suo secondo figlio, quello con gli occhi verdi.