Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Sogni

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view post Posted on 26/7/2008, 23:00

Erede Universale del prof. Snape

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Bel aggiornamento davvero stupendo lo aspettavo da tanto complimentissimi
 
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view post Posted on 26/7/2008, 23:33
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Erede Universale del prof. Snape

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Odio le malelingue...
Però che dolci che sono Maggie e Sev...
Cosa hanno udito le mie orecchie??? Capitoli spicy in arrivo...uhmmm bene bene... :shifty:
 
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{.BellaCullen•
view post Posted on 27/7/2008, 20:47




Stavo per perdermi l'aggiornamento u.u
Scrivi veramente molto bene,qst ff mi piace sempre di più :D

Aggiorna presto,mi raccomando ^_^
 
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snapEly
view post Posted on 7/8/2008, 15:15




ehilà! se c'è ancora qualcuna che ha voglia di leggere questa ff, ecco un altro aggiornamento. mi ci è voluto un sacco di tempo per scriverlo e forse è un po' noioso, ma mi serve per andare avanti. non sbadigliate troppo :D

come sempre le frasi tra virgolette "" sono pensieri.



8.

- Ehi! tra qualche giorno è il tuo compleanno, Maggie!
Anna stava sfogliando il suo diario e si era fermata sulla pagina del 25 aprile, dove troneggiava una grande scritta colorata:
“Maggie 18 anni”.
Louise sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo e le rivolse un ampio sorriso.
- Allora sarai maggiorenne anche per i babbani! Sapete, per i diciotto anni ho chiesto ai miei di poter prendere la patente... lo so che non mi servirà ad un granché, ma la mia è pur sempre una famiglia babbana ed è una cosa che ho sempre desiderato, fin da piccola!
- E tu, che cosa hai chiesto come regalo? O lascerai che scelga lui come al solito... certo che ha buon gusto! Nessuna di noi ha un cofanetto così ricco...
Maggie sorrise lanciando un’occhiata al portagioie sul ripiano accanto al suo letto. Nel corso degli anni si era riempito di bellissimi braccialetti, ciondoli, orecchini e preziosi di ogni genere. Sembrava che per il professore ogni occasione fosse buona per un piccolo o grande regalo, il segno tangibile di quell’affetto che non sempre riusciva ad esprimere come avrebbe voluto.
Ricordava con particolare emozione il momento in cui le aveva fatto arrivare gli orecchini di perle. Quella notte si era svegliata con un gran mal di pancia. Era andata in bagno e aveva scoperto su sé stessa ciò di cui aveva sentito parlare dalle altre ragazze. Il giorno dopo Madama Chips l’aveva maternamente istruita su tutto ciò che riguardava quel piccolo, periodico, inconveniente e le aveva fornito la pozione adatta a renderlo meno fastidioso. Quella sera, al suo ritorno nel dormitorio, aveva trovato un pacchettino. Sul biglietto che lo accompagnava c’era scritto che la perla è l’unico gioiello prodotto da un essere vivente, un simbolo della vita.
Il primissimo regalo, invece, era stato un ciondolo d’oro con lo stemma di Grifondoro, una specie di benvenuto, pochi giorni dopo essere stata smistata.
Poi c’era la spilla di cammeo. Il professore gliel’aveva consegnata dopo l’ultimo, spiacevole incontro con i suoi genitori.
- Questa era di mia madre - aveva detto con un sorriso appena accennato - E’ stata una buona madre e sono sicuro che vi sareste piaciute...
Ripensando a questo episodio, Maggie disse, più rivolta a sé stessa che alle amiche: - No, penso che quest’anno gli chiederò qualcosa di diverso...
La sera prima del fatidico giorno, all’uscita dalla Sala Grande, dopo cena, il professore aspettò Maggie e le chiese di accompagnarlo nel suo studio.
- Siediti! - le indicò la solita poltroncina sulla quale si era già accomodata tante volte - Domani è il tuo compleanno. Auguri!
C’era un pacchetto, sulla scrivania. Lo prese e glielo porse con un sorriso.
Maggie lo prese e lo aprì velocemente: un braccialetto con tanti ciondoli di forme diverse, alcuni smaltati, altri con pietre incastonate.
- Oh! ...ma è bellissimo! Grazie!
Lo abbracciò forte e gli diede un grande bacio su una guancia. Poi gli porse braccialetto e polso, perché l’aiutasse ad indossarlo.
Mentre lo guardava armeggiare intorno alla sua mano, Maggie si rabbuiò.
- Grazie, Sev, è molto bello... però ci sarebbe un’altra cosa che vorrei, per il mio compleanno...
- ...ma davvero? Stiamo diventando esigenti... - disse Severus in modo scherzosamente irritato - e di cosa si tratta, se posso chiederlo, signorina?
- ... beh... ecco... l’altro giorno nel dormitorio si parlava del fatto che per i babbani si diventa maggiorenni a diciotto anni... così mi domandavo se non sarebbe possibile... visto che non hanno più nessuna possibilità di reclamare alcun diritto su di me... e poi ormai so badare a me stessa...
Il professor Snape ascoltava in silenzio quello sproloquio senza senso, cercando di capire dove volesse andare a parare. Poi finalmente una scintilla illuminò la sua mente e capì.
- Vuoi vedere i tuoi genitori?
Maggie annuì imbarazzata, guardandolo in viso per un attimo e subito abbassando gli occhi.
- Perché?
Si strinse nelle spalle facendo una smorfia.
- Mi capita di pensare che, forse, prima o poi, potrebbero cambiare idea...
- ... e non ti preoccupa il fatto che invece potrebbero di nuovo ferirti?
- A questo sono preparata, adesso. Ma se non facessi almeno un altro tentativo, mi resterebbe sempre il dubbio...
Calò il silenzio tra i due.

“ Ecco, adesso l’ho fatto arrabbiare. Sono davvero egoista a chiedergli una cosa del genere, dopo tutto ciò che ha fatto per proteggermi... ma non posso farne a meno... devo tentare... almeno una volta. Spero che mi capisca...”

“ Sono stato un vero egoista a tenerle nascosto il fatto che hanno continuato a chiedere di lei... e che ho continuato a mandare loro sue notizie... ho visto che hanno incorniciato quella foto che ho spedito con la pagella dello scorso anno... forse non ha tutti i torti ad essere ottimista..., ma perché mi sento stringere lo stomaco? Una volta speravo che si sarebbe allontanata da me, ma adesso mi da fastidio che possa provare affetto per qualcun’altro. Eppure ha tanti amici, tutti quelli che la conoscono le vogliono bene e lei a loro, e non mi da fastidio, anzi, ne sono felice, ma quegli stupidi babbani... perché con loro è diverso?...maledizione, Severus! Fa quello che devi fare, se la ami davvero!”

- Devo confessarti una cosa, Maggie, e ti chiedo di perdonarmi...
Lo guardò interrogativa, senza aprire bocca.
- ...loro... i tuoi genitori, mi hanno scritto molte volte, implorandomi di dar loro un’altra possibilità, di “lasciarti libera”...
Sottolineò le ultime due parole, come a rimarcare che era una loro espressione.
- ... e forse, in fondo, hanno ragione... ti ho tenuta prigioniera, legata a me, non dicendoti ciò che stava succedendo...
- ...e che cosa stava succedendo?
La voce di Maggie tremava, un po’ per la collera, un po’ perché sentiva che la sua speranza, piuttosto vaga fino a quel momento, stava diventando qualcosa di più concreto.
- Non ne sono completamente sicuro... ma li ho osservati e forse... comunque ho cominciato a scrivere loro regolarmente, sono anche andato a trovarli... li ho tenuti informati sui tuoi progressi, sulla tua salute...
- ...e perché non me ne hai mai parlato?
- Io... non potevo sopportare l’idea di vederti di nuovo soffrire come quella volta... e tu non ne hai più parlato. Comunque sapevo che prima o poi sarebbe successo... è solo per questo che l’ho fatto, per darti una possibilità, non certo per le loro insulse e continue richieste! In quel caso li avrei semplicemente ignorati.
Adesso la sua voce era diventata fredda e nei suoi occhi brillava quella luce che lo rendeva così temuto. Ma fu soltanto un momento. Tornò a guardarla con affetto e le rivolse uno di quei sorrisi che riservava soltanto a lei.
- Comunque è il tuo compleanno e sì, ormai sei grande abbastanza per badare a te stessa, quindi...
Maggie sentì una fitta allo stomaco e fu presa da una improvvisa, irrazionale sensazione di vuoto.
- ... ma tu verrai con me, non è vero?
Quei suoi occhi spalancati, l’improvvisa nota di timore nella sua voce... qualcosa dentro il suo petto esultò al pensiero che, in fondo, avesse ancora bisogno di lui.
- Certo... certo che verrò con te, se vuoi...

La signora Reeds stava lavando i piatti. Uno strano ticchettio proveniente dal davanzale esterno attirò la sua attenzione. Scostò le tendine ed fece un piccolo balzo indietro. Al di là del vetro un gufo la guardava con i suoi grandi occhi gialli, per niente intimorito.
Non era la prima volta che succedeva, ma in quel periodo non se l’aspettava proprio.
- Tom... vieni a vedere!
Il marito arrivò ciabattando, con aria annoiata. Appena vide il gufo spalancò gli occhi e raggiunse velocemente la finestra.
- Che cosa vorrà?
La moglie alzò le sopracciglia e cautamente apri la finestra.
L’uccello porse la zampetta e, appena fu liberato dalla pergamena, si alzò in volo e scomparve nella notte.
Il messaggio, su carta intestata della scuola, annunciava una visita del Preside per la domenica successiva.
- Sarà successo qualcosa?
- E’ chiaro! Ma se fosse qualcosa di grave, probabilmente sarebbe venuto subito di persona, senza annunciarsi...
Attesero impazienti per tutta la settimana. Fin dal mattino della domenica cominciarono a guardare ripetutamente dalle finestre che si affacciavano sulla strada, ma all’ora di pranzo nessuno si era ancora presentato alla loro porta.
Anche Maggie era impaziente, ma il professore le aveva dato appuntamento per le 16 in punto all’ingresso, e non c’era modo di anticipare la partenza, così uscì a fare una passeggiata nel parco. Si sedette su una roccia, in riva al lago, e rimase lì a guardare le acque scure, immersa nei propri pensieri. Si era immaginata tutti i possibili scenari, dall’essere accolta con affetto sincero ad un nuovo, stupido tentativo di trattenerla con la forza. E per ciascuna possibilità aveva già pronta la risposta adeguata. Non l’avrebbero colta alla sprovvista, ma sentiva di dover fare questo passo, più per sé stessa che per loro.
All’ora concordata si trovava già nell’atrio. Puntuale il professor Snape la raggiunse e insieme si diressero verso il cancello.
- Senti... che cosa hai scritto nel messaggio che hai mandato loro?
- Ho scritto semplicemente che sarei passato a trovarli oggi... perché?
- Perché... vorrei procedere per gradi... forse sarebbe meglio se dessi un’occhiata a loro insaputa, tanto per farmi un’idea...
Severus si fermò e la guardò preoccupato.
- Se hai cambiato idea possiamo restare... non sei obbligata...
- No! No... voglio vederli, ma...
Esitò, guardandosi la punta delle scarpe. Severus appoggiò una mano sotto il suo mento e le sollevò delicatamente il viso.
- Hai paura...?
Maggie annuì, con una smorfia che sarebbe dovuta essere un sorriso.
- Allora, ecco cosa faremo... so che ti sembrerà una soluzione più vicina al temperamento di un Serpeverde che di una Grifondoro, ma vista la situazione... conosci l’incantesimo che rende invisibili... lascia che sia io a incontrarli e assisti al nostro colloquio a loro insaputa. Deciderai poi se manifestarti o meno.
- ...sì... va bene, d’accordo... facciamolo.
Gli sorrise un po’ sollevata, pensando che era bello avere qualcuno a cui confidare i propri dubbi, qualcuno in grado di trovare sempre una soluzione.
Si materializzarono in un vicolo deserto e la giovane strega praticò subito l’incantesimo di dissimulazione.
-Appoggia la mano sul mio braccio, così saprò dove ti trovi.
Percorsero la via fino alla casa dei signori Reeds.
- E’ esattamente come me la ricordo! Non è cambiato niente...
- Ssst! Non parlare adesso...
Severus suonò il campanello e nel giro di pochi secondi la porta si aprì.
- Si accomodi, prego...
Entrambi i padroni di casa erano sulla soglia ma indietreggiarono per lasciarlo entrare, visibilmente intimoriti. E fu una fortuna che mantenessero una certa distanza, perché Severus sentiva la presa di Maggie farsi sempre più salda intorno al proprio braccio, segno che la giovane strega non intendeva allontanarsi da lui, neanche per riuscire a superare l’ingresso senza incidenti.
Venne fatto accomodare in un salotto e, quando si fu seduto su un piccolo divano al centro della stanza, sentì il tocco lieve di una mano posarsi sulla sua spalla. Adesso si trovava in piedi alle sue spalle e sicuramente aveva la visuale su tutta la stanza e sui presenti.
- A... a cosa dobbiamo questa visita... pr... professore?
- Come ben sapete, Maggie ha appena compiuto diciott’anni. So che vi ho imposto di non contattarla direttamente, ma ritengo che ormai sia arrivato il momento di cambiare le cose...
I due si lanciarono un’occhiata stupita.
- V-vuole dire che possiamo sentirla? Potremmo telefonarle...
- Non ci sono telefoni a Hogwarts - li interruppe seccamente Severus, spazientito - potrete comunicare via gufo. Ma prima ci sono alcune cose che dobbiamo chiarire...
I due lo guardavano sconfortati, in attesa che proseguisse.
- Innanzi tutto voglio sentire dalle vostre labbra ciò che pensate di noi maghi e del nostro mondo... ormai, dopo tutte le informazioni che vi ho mandato e le spiegazioni che vi ho dato, vi sarete fatti un’idea, spero...
Esitarono, ma poi la donna fece un lungo respiro e cominciò, balbettando:
- B-beh... noi abbiamo capito c-che c-ci eravamo fatti un’idea sbagliata, è così non è vero? - alzò lo sguardo supplicante cercando una conferma negli occhi del suo interlocutore, il quale si limitò ad annuire seccamente, restando in silenzio, chiaramente in attesa.
- Abbiamo visto che Maggie è cresciuta in salute, e sembra felice, e ... e noi ci eravamo spaventati tantissimo all’inizio, ma adesso abbiamo capito che le sue capacità non sono una cosa negativa e... e...
La donna scoppiò in lacrime, mentre il marito le circondava le spalle con un braccio.
- Senta, professore, noi vogliamo solo rivederla e le assicuro che non abbiamo secondi fini. Prenda pure tutte le precauzioni che vuole, ma ci permetta di parlarle...
Severus taceva. La mano appoggiata sulla sua spalla sinistra adesso la stringeva con forza. Sentì un sussurro.
- ... ok... va bene...
Ma nulla si mosse. Sembrava che Maggie non sapesse decidersi a compiere quel passo, ma allo stesso tempo non avesse intenzione di andarsene.
Severus alzò la mano destra e la appoggiò sulla propria spalla, accarezzando quella piccola mano invisibile, come per incoraggiarla.
Pochi istanti dopo la ragazza era comparsa al suo fianco, bacchetta alla mano.
- Ciao, mamma... ciao, papà...
I due rimasero senza respiro per diversi secondi, poi la donna ricominciò a piangere.
Maggie cercò di assumere un’espressione allegra.
- Volevate vedermi? Eccomi qua!
Allargò le braccia assumendo la posa di una soubrette al suo ingresso sul palcoscenico.
La madre si precipitò verso di lei, poi però esitò e, cautamente, alzò una mano ad accarezzarle il volto.
- Come sei cresciuta, tesoro! E come sei bella...
Maggie rise e la abbracciò.
- Grazie, mamma...
Suo padre sorrideva impacciato e guardava alternativamente lei e il professore. Anche sua madre gli lanciò un’occhiata preoccupata.
“Deve proprio averli terrorizzati...” pensò Maggie, un po’ divertita.
- Penso che abbiamo tutti bisogno di una tazza di tè... cosa ne dite se vi aiuto a prepararla?
I due non chiedevano di meglio che potersi allontanare da quell’individuo sempre così inquietante. Sorrisero imbarazzati e si diressero velocemente verso la cucina.
- Resta qui e non preoccuparti - disse Maggie a Severus che si era prontamente alzato - ho la situazione sotto controllo.
In cucina la mamma aveva già cominciato ad armeggiare intorno ai fornelli per preparare la bevanda. Maggie si sedette con disinvoltura al tavolo e si rivolse a suo padre con un sorriso.
- E tu come stai, papà? Il lavoro...? sempre lo stesso?
- Sì... sì sì, sempre lo stesso...
Sorrise anche lui, esitante, poi si fece coraggio e disse ciò che gli premeva maggiormente.
- Tu sai che puoi tornare quando vuoi, vero? Ti promettiamo che non ti obbligheremo a fare niente che tu non voglia, ma se lo desideri, adesso che avrai terminato la scuola, ti aiuteremo a trovare un lavoro... c’è giusto il negozio all’angolo che sta cercando una commessa...
Maggie rise, scuotendo la testa e alzando una mano per interromperlo.
Nel frattempo Severus si era nuovamente seduto sul divano, ma aveva resistito sì e no trenta secondi. Uscì cautamente al soggiorno, muovendo un passo nel corridoio. Con suo grande sollievo vide che la porta della cucina era socchiusa. Da quella posizione poteva sentire chiaramente la conversazione che si stava svolgendo nell’altra stanza, senza essere visto. Sorrise tra sé, pensando che la sua Maggie lo conosceva bene, e sicuramente aveva lasciato la porta aperta di proposito. La sentì parlare con tono deciso.
- Forse è meglio che ci chiariamo subito... sono una strega e ho intenzione di continuare a vivere come tale. Questo non toglie che non ci possiamo frequentare. Conosco tanti maghi nati babbani che si dividono senza problemi tra la loro famiglia di origine e il nostro mondo... non vedo perché dovrebbe essere diverso per noi...
-... ma quell’uomo... il professore... adesso che non ci sente ce lo puoi dire sinceramente! ...se è vero che non ti ha fatto un incantesimo, adesso che sei maggiorenne non sei più obbligata a stare con lui... ci siamo qui noi...
Severus , dal corridoio fu seriamente tentato di lanciargli una maledizione.
“Specie di un... Adesso fa il padre disponibile, ma chi c’era con lei, quando era piccola, sola e spaventata, o tutte le volte che ha avuto bisogno di una parola di incoraggiamento o di affetto? Chi l’ha seguita giorno per giorno? Non certo tu, stupido babbano ignorante e superstizioso...”
- Che cosa stai dicendo, papà? Severus è stato tutta la mia famiglia, in questi sei anni. Si è preso cura di me, anche se non era obbligato a farlo, e nonostante tutti i suoi impegni ha sempre trovato il tempo di dedicarsi a me, quando ne ho avuto bisogno.
- Continuo a domandarmi perché l’abbia fatto, che cosa c’è sotto? ...perché quella specie di vampiro si è interessato così tanto a te...?
- Adesso stai esagerando! Non ti permetto di insultarlo! Intanto è il Preside di Hogwarts, che è la più alta carica dopo quella del Ministro, e poi voglio ricordarti che gli sono stata affidata perché ho avuto diverse visioni di lui e della scuola. Hanno deciso, tutti insieme, che stare con lui avrebbe facilitato il mio inserimento, ed è stato così. Poi ci sono altre questioni che vi spiegherò un giorno, forse, se la smetterai con questo atteggiamento. Adesso è meglio che chiudiamo questa discussione e andiamo a prendere il tè.
Senza aspettare una risposta, Maggie afferrò il vassoio che sua madre aveva preparato e si diresse a passo deciso verso il soggiorno.

ho quasi pronta la continuazione. nel frattempo
commenti, grazie
 
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view post Posted on 7/8/2008, 16:10
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Erede Universale del prof. Snape

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Evvaiiii....ho aspettato l'aggiornamento per tanto tempo ma ne è valsa la pena!!! Continua presto....sono davvero curiosa di sapere come procede...Bravissima...
 
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view post Posted on 7/8/2008, 18:20

Erede Universale del prof. Snape

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bellissimo aggiornamento...sono curiosa di sapere il seguitooo
 
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snapEly
view post Posted on 9/8/2008, 20:56




9.


Prontamente Severus era tornato sui propri passi, facendosi trovare seduto come lo avevano lasciato. Rivolse a Maggie un sorriso e uno sguardo colmo di affetto e di gratitudine che lei ricambiò, servendogli la tazza di tè. Si sedette accanto a lui, chiacchierando del più e del meno con la mamma, mentre i due uomini si guardavano silenziosamente in cagnesco.
- Penso che adesso sia ora di rientrare, ma tornerò a trovarvi. In questo periodo sono piuttosto impegnata, devo cominciare a prepararmi per gli esami, ma quest’estate avrò sicuramente tutto il tempo per stare un po’ con voi...
- Sarebbe davvero bellissimo, tesoro...
Severus non aprì bocca, ma si voltò appena a guardarla, stupito.

Si allontanarono dalla villetta prima di smaterializzarsi nuovamente verso Hogwarts. Durante quel breve percorso Maggie camminò
sottobraccio a Severus, stringendosi a lui. Sembrava soddisfatta.
Ma la frase che aveva pronunciato poco prima continuava a ronzare nelle orecchie del mago, e la fitta allo stomaco tornava ad intervalli regolari.
Mancava ancora un po’ all’ora di cena, così si sedettero nel salottino adiacente all’ufficio del Preside.
- Sono abbastanza contenta di come sono andate le cose. Dovremmo ancora lavorarci su, ma almeno sono disposti ad ascoltare. Devi essere stato molto convincente...
- Ho solo mostrato loro la verità, nulla di più...
- Grazie, te ne sono molto grata! Comunque ci vorrà del tempo perché si abituino a te - rise sommessamente - mi sono sembrati ancora piuttosto spaventati... magari quando avranno l’opportunità di vedermi più sovente, si tranquillizzeranno.

Quella sera Severus non riusciva a calmarsi. Non aveva sonno, ma non riusciva a concentrarsi su nulla. Si mise a riordinare la scrivania e trovò una fotografia del loro primo anno al mare. Rimase a contemplarla per diversi minuti, mentre la sua mente tornava a quei momenti. A quel tempo tutto gli sembrava così strano, adesso ricordava che era stato soltanto bello.
“Per quanti anni ho trascorso le estati in solitudine?
A volte è stato un vero sollievo potermi rilassare, smettere la maschera almeno per qualche giorno, per qualche settimana.
Ma sono bastati un paio di anni con lei per cambiare ogni cosa.
Non riesco a capire come, ma il solo pensiero che Maggie possa allontanarsi, anche solo per un breve periodo, mi fa stare male.
Certo, ho sentito con le mie orecchie che non ha intenzione di abbandonare il nostro mondo, eppure...
E se il richiamo della sua vita precedente si facesse più forte?
Cosa succederà quando il legame affettivo con la sua famiglia si sarà rinsaldato?
E chissà, forse, con il tempo, potrebbe trovare più allettante la vita con i babbani, invece di quella che l’aspetta qui con me...
In fondo qual’è la vera alternativa che posso offrirle?”
Questi pensieri lo tormentarono per molti giorni, finché non prese una decisione.
Avrebbe fatto ciò che sarebbe stato necessario per trattenerla presso si sé, impedendole definitivamente di allontanarsi.

Godric’s Hollow all’inizio dell’estate era un giardino fiorito. Il professor Snape aveva incontrato le persone con cui aveva appuntamento e avevano raggiunto un accordo soddisfacente. Prima di tornare alla scuola, aveva ancora un’incombenza da sbrigare.
Era il crepuscolo. Si avvolse nel mantello e raggiunse la chiesetta al centro del paese. Il piccolo cimitero era deserto.
Si diresse senza esitare verso la lapide che conosceva bene. Per tanto tempo non aveva osato mettere piede in quel luogo. L’importanza di tenere segreta la sua scelta era soltanto un misero pretesto. Erano la vergogna insostenibile e il dolore infinito che gli impedivano di avvicinarsi alla tomba di Lily. Ma quando tutto era finito, quando aveva visto e sentito che lei lo aveva perdonato, per quanto non fosse ancora riuscito a perdonare sé stesso, aveva trovato il coraggio di arrivare fin lì. E lo aveva fatto molte altre volte. Quando doveva prendere una decisione difficile, si sedeva sull’erba di quel prato e contemplava il nome inciso sul marmo bianco.
Era uno di quei momenti. Forse il più importante. Con un gesto della bacchetta fece comparire un giglio dal lungo stelo. Piegò un ginocchio a terra e depose il fiore alla base della lapide. Rimase in quella posizione, con le mani appoggiate al ginocchio sollevato.
Poco a poco i dubbi e le paure si dissolsero, come la nebbia mattutina quando il sole si alza, lasciando spazio ad un pensiero semplice e chiaro. Si stupì nel vedersi capace di rendere sempre ogni situazione più complicata di quanto non fosse in realtà. La soluzione era stata sempre lì, davanti ai suoi occhi, chiara, addirittura ovvia, nascosta soltanto dai suoi continui se e ma.
Sorrise tra sé e sussurrò un “Grazie!” rivolto a quel nome tanto amato, poi si sollevò e si allontanò.

In Sala Insegnanti regnava la solita confusione del lunedì pomeriggio. Era il giorno in cui di solito si svolgevano le riunioni e quindi erano praticamente tutti presenti. Ne approfittavano anche per aggiornarsi a vicenda sulle rispettive attività, così si formavano sempre dei gruppetti che discutevano animatamente sulle ultime notizie o a proposito degli ultimi ritrovati. Quel giorno l’argomento che li preoccupava maggiormente era l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico. Ormai quasi tutti gli esami erano stati dati, ma un’ultima fatica attendeva il corpo insegnante.
In occasione delle celebrazioni per il solstizio d’estate, era stato istituito un evento che non faceva parte della tradizione: il ballo di fine anno. Alcuni gruppi di studenti avevano insistito a lungo per ottenere questo privilegio e alla fine, appena un paio di anni prima, il Preside aveva concesso il permesso di introdurlo tra gli appuntamenti annuali della scuola.
Per gli insegnanti si trattava soprattutto di garantire un minimo di disciplina, cosa abbastanza difficile, visto che gli studenti in quel periodo non vedevano l’ora di abbandonare i libri e darsi al divertimento più sfrenato.
La professoressa McGranitt stava mostrando al professor Snape le prove d’esame di Maggie. Un susseguirsi di E in Incantesimi, Trasfigurazione , Aritmanzia, Storia, Divinazione. Il professore scorse lentamente le pergamene con espressione grave. Si soffermò sull’unica O: Pozioni.
- Devi essere orgoglioso di lei, Severus. Si è davvero impegnata molto e, anche se non condivide le tue passioni, questi risultati sono davvero ottimi.
Il professor Snape sorrise.
- Lo sono, Minerva, lo sono... non ho mai pensato che potesse appassionarsi ad una materia come Pozioni. So che i suoi interessi sono altri e spero possa avere la possibilità di svilupparli. Qualunque cosa voglia fare, avrà comunque il mio appoggio. Intanto le sto preparando una sorpresa...
La collega lo guardò con tenerezza quasi materna. Per tanto tempo l’aveva visto solo ed ora era felice che ci fosse qualcuno a riempire la sua vita.
- Un bel regalo di diploma?
- ... diciamo così... è qualcosa che lei desidera da tempo...
 
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view post Posted on 9/8/2008, 21:06

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Bellissimo aggiornamento e poi sei stata velocissima brava davvero.
Questa storia mi appassiona sempre di piùùù
continuaa
 
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snapEly
view post Posted on 10/8/2008, 21:34




altro aggiornamento veloce :D per la mia unica lettrice ( o la sola che commenta?)
spero che sia gradito :)


10.


Maggie non era eccitata quanto le altre ragazze, per il ballo di fine anno. Andy aveva una ragazza adesso e certamente nessun’altro avrebbe osato invitarla. Anche se era la sua ultima possibilità, non aveva nemmeno preso in considerazione l’eventualità di poter partecipare alla festa.
Le amiche cercarono di convincerla.
-... dai, Maggie, vieni lo stesso! Ci divertiremo tutti insieme!
- ... va bene, ma scenderò soltanto più tardi, quando sarà finita quella cosa noiosa del ballo di apertura, con i cavalieri che invitano le dame, eccetera... bleah!- fece una smorfia di disgusto - così nessuno farà caso a me... preferisco passare inosservata.
- Mi sembra che tu stia facendo come la volpe e l’uva - rise Peggy - ma comunque sono d’accordo con te, il bello della festa viene dopo!
Pochi giorni prima dell’avvenimento, però, trovò sul letto una grande scatola, chiusa con un nastro di raso dorato. La rigirò, osservandola da tutti i lati. Finalmente si decise ad aprirla. Tirò con cautela un’estremità del nastro e lentamente aprì il coperchio, come se temesse di veder esplodere uno degli scherzi di Tiri Vispi Weasley. Ma il pacco non conteneva nulla del genere. All’interno trovò un bellissimo vestito di seta azzurra. Insieme, scarpe coordinate e un biglietto:
“ Mi hai reso fiero di te quest’anno. Spero di poterlo essere anche in futuro.
Ti aspetto nell’atrio venerdì sera alle otto.
Severus”
Continuava a leggere e rileggere quelle due righe, senza riuscire a crederci. Le sue compagne di stanza la costrinsero a provare l’abito, che le calzava a pennello. Era della lunghezza giusta, a vita alta, con una generosa scollatura.
- Ma ti rendi conto...? Questa è una dichiarazione ufficiale...
- Non posso crederci... e se faccio qualche stupidaggine? Secondo voi cosa vuol dire “spero di poterlo essere anche in futuro”? Che cosa si aspetterà?
- Magari che tu stia tranquilla e che non scateni una rissa...
- Sì, limitati a stargli accanto e a sorridere...
Risero tutta la sera, ipotizzando tutti i possibili disastri che avrebbe potuto provocare.
Provarono insieme le pettinature più fantasiose, ma alla fine Maggie scelse una semplice acconciatura raccolta, che lasciava vedere chiaramente i suoi orecchini preferiti, quelli di zaffiro del suo sedicesimo compleanno.
Al collo il primo regalo del professore, il ciondolo d’oro con lo stemma di Grifondoro.
Quando, la sera della festa, si affacciò sulla cima della grande scala centrale, l’atrio era già pieno di gente.
Le gambe le tremavano e pensò che sarebbe rotolata giù dalla rampa, quando tutti si voltarono a guardarla.
Individuò subito il professore, elegantissimo nel suo abito nero, non molto diverso da quelli che indossava di solito, ma che, in qualche modo, valorizzava ancora di più la sua figura alta ed elegante. Stava parlando con alcuni insegnanti.
- ...ma Severus, sei sicuro di ciò che stai facendo?
- ...già, non ti sembra una mossa un po’ azzardata?
Sembravano in apprensione, ma il Preside li tranquillizzò con fermezza.
- Non preoccupatevi, è tutto sotto controllo.
Appena la vide si fece largo tra la folla e si fermò ad attenderla sull’ultimo gradino. In qualche modo Maggie riuscì a raggiungerlo incolume. Lui le porse la mano e lei vi appoggiò la sua e insieme si diressero verso la Sala Grande. Gli sguardi di tutti adesso erano puntati su di loro.
“ E dire che volevo passare inosservata...”
Si sentiva terribilmente in imbarazzo, ma voltandosi a guardare il suo accompagnatore, vide che sembrava assolutamente sereno e a proprio agio. Un sorriso appena accennato e la stretta della sua mano le diedero coraggio.
- Grazie per il vestito... hai fatto un’ottima scelta...
- Sono contento che ti piaccia... sei bellissima...
“Sì, pensò, sei davvero fantastica.”
Era felice di aver preso quella decisione ed era determinato, ma doveva fare un certo sforzo per mantenersi rilassato ed apparire sicuro di sé.
Aprirono le danze, sotto gli occhi stupiti di studenti e insegnanti. Le sembrava di sognare: si sentiva come la principessa di una fiaba, volteggiando in mezzo alla sala tra le braccia del suo principe, bellissimo, forte, eppure così dolce.
- Non pensi che sia stata una cosa imprudente? Saremo di nuovo sulla bocca di tutti...
- Non preoccuparti... avranno ben altro di cui parlare... pensa a divertirti. Voglio che ti rimangano soltanto dei bei ricordi di questa festa.
Maggie avrebbe voluto che quel momento magico durasse per sempre, ma dopo il secondo ballo Severus si fermò, senza tuttavia lasciare la sua mano. Le accennò un inchino, come a ringraziarla e le sussurrò:
- Queste cose non fanno per me... ma sono sicuro che riuscirò comunque a renderti la serata interessante.
Con un semplice gesto attirò l’attenzione di tutti i presenti e in pochi secondi ottenne il silenzio.
- Vorrei approfittare di questa lieta occasione per condividere un altro momento felice con tutti voi. Penso sia risaputo il modo in cui la signorina Reeds è giunta alla scuola, ma pochi sanno che quando ci siamo messi in contatto, abbiamo sperimentato anche una visione del futuro: il nostro matrimonio.
Il brusio nella sala divenne quasi un boato. Maggie lo guardò come se fosse impazzito, senza riuscire a dire una parola, né a muoversi. Severus dovette fare uno sforzo per non farsi prendere dal panico, ma nessuno se ne accorse, perché proseguì con voce ferma.
- Abbiamo dovuto aspettare a lungo, con pazienza, ma - e si rivolse a Maggie - visto che da oggi non sei più una studentessa di questa scuola, possiamo dare una svolta decisiva alla situazione.
Estrasse dalla tasca una scatolina di velluto blu e gliela porse. Con occhi spalancati per la sorpresa, Maggie esitò un istante. Poi la prese con la mano che tremava e la aprì. Rimase a bocca aperta e senza parole.
- Maggie Reeds, vuoi sposarmi?
Avrebbe voluto dire subito di sì, anzi, gridarlo, ma era senza respiro. Si limitò a prendere l’anello e a infilarselo all’anulare. Poi alzò gli occhi pieni di lacrime sul viso di Severus e ridendo annuì con trasporto. Gli gettò le braccia al collo e lo baciò, brevemente e ripetutamente sulla bocca.
Intorno, studenti e insegnanti osservavano la scena sbalorditi. Fortunatamente Anna e Peggy, sorprese come tutti gli altri, ma molto felici per la loro amica, ruppero l’imbarazzante silenzio con un applauso entusiasta, che ebbe l’effetto di scuotere e trascinare tutti i presenti.
La festa riprese e continuò come da programma, ma Maggie fu impegnata a ricevere congratulazioni per tutta la serata e diversi gruppi si contesero la sua presenza. Dovette anche subire alcune battute pungenti, ma, ricordandosi della frase scritta sul biglietto, fece finta di non sentire, anche se il sangue le ribolliva e avrebbe volentieri strappato i capelli ad un paio di sue coetanee.
Finalmente la musica si fece più interessante. Maggie e le altre si scatenarono e ballarono fino a non poterne più.
Quando già la folla si stava diradando, Severus la condusse sulla pista, mentre suonavano un lento.
- Ti stai divertendo?
- Sì, ma cominciavo ad essere un po’ stanca.
- Quando vuoi ti riaccompagno...
- No, lasciami stare un po’ con te, per favore...
- Certo - le sorrise - mi sei mancata molto, sai? Ma da oggi sarà tutto diverso...
Maggie appoggiò una guancia sul suo petto e con un sospiro chiuse gli occhi, lasciandosi avvolgere dal suo abbraccio. Ballarono ancora un po’, poi si avviarono verso il dormitorio. Giunti sulla porta, Severus le baciò la mano e le augurò la buona notte.
Si stava allontanando, ma Maggie lo fermò.
- Aspetta... non posso stare con te, questa notte?
Lo guardò con occhi pieni di speranza, ma lui ricambiò piuttosto freddamente.
- Non è ancora il momento... non qui. Buona notte!
Le accarezzò una guancia, accennando un sorriso, poi la fece voltare e la spinse dolcemente oltre la porta del dormitorio.
 
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silvia14
view post Posted on 10/8/2008, 21:56




mi ero dimenticata di questa ff... me rintronata!

comunque ora mi sono rimessa in pari! Che dolce Sev con l'anello e la proposta di matrimonio :wub: (anche se in realtà non ce lo vedo a fare un gesto così plateale, mi sarebbe sembrato più in carattere se glielo avesse chiesto vis-a-vis nel suo ufficio... ma vabbè, sottigliezze!)

bravissima! aggiorna presto!
 
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view post Posted on 11/8/2008, 16:47
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Erede Universale del prof. Snape

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Si sposano...sniff..che emozione!!!
Non riesco a dire altro...sono stati due capitoli dolcissimi....Mi ritiro a piangere...buaaaa!!!
 
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fra_snape
view post Posted on 11/8/2008, 17:00




Che carini questi ultimi due aggiornamenti .Sono molto teneri insieme. Complimenti
 
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view post Posted on 11/8/2008, 20:52
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buaaaaahhh che bellooo!!! :T_T: e che dichiarazione :shifty: fosse capitato a me,penso che sarei diventata..uhmmm..viola dall'emozione,si si ^_^
 
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view post Posted on 11/8/2008, 20:57

Erede Universale del prof. Snape

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è stupendo questo capitolo...dio che dichiarazione io sarei diventata viola o sarei svenuta..
complimenti
 
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snapEly
view post Posted on 16/8/2008, 16:52




grazie a tutte per i commenti!
altro aggiornamento un po' così, ma poi vedrò di movimentare un po' la loro vita... :D

11.

Maggie si sedette sbuffando sul proprio letto. Le amiche la raggiunsero raggianti, ansiose di sapere i particolari.
- Ehi! ma cos’hai adesso? Sei fidanzata, e con lui! Dovresti essere felice! Non è ciò che volevi?
- Sì... sì, certo, sono felicissima, ma speravo che avremmo passato la notte insieme... che c’è?
Anna aveva fatto una strana smorfia.
- Niente... è che ancora non capisco come posa piacerti un uomo del genere... lo so! Lo so! Non c’è bisogno che ce lo ripeti un’altra volta! E’ buono, affettuoso e quando ti abbraccia eccetera, eccetera!
Maggie si lasciò andare sul letto, le braccia spalancate, gli occhi rivolti verso il soffitto.
- ... e non abbiamo ancora parlato dell’estate... prima pensavo che fosse contento di lasciarmi andare per un po’ dai miei genitori, ma adesso mi domando che senso abbia...
- Beh, ragazze... - Peggy sbadigliò sonoramente - non so voi, ma io sono sfinita, e domani si parte... cosa ne direste di dormirci sopra?
Poco dopo erano tutte nei propri letti. Al buio Maggie continuò a pensare allo strano atteggiamento di Severus, in quegli ultimi mesi. Senza rendersene conto, giocherellava con l’anello che portava all’anulare. Quando se ne accorse sorrise tra sé, lo avvicinò alle labbra e si addormentò così.

Il mattino dopo nel dormitorio fervevano i preparativi per la partenza. Maggie aiutò le amiche a riempire i bauli. Per lei si trattava come sempre di spostare le proprie cose nella stanza vicina all’appartamento del Preside, e avrebbe avuto tutto il tempo per farlo in seguito.
- Accidenti, ragazze... ma vi rendete conto che non torneremo l’anno prossimo?
Peggy sembrava essersi resa conto solo allora di quella realtà piuttosto scontata. Le vennero le lacrime agli occhi.
- Questa è stata l’ultima notte che abbiamo dormito qui, tutte insieme...
Si abbracciarono forte e rimasero così, finché Louise non esclamò:
- Ma non stiamo mica partendo per la luna! Ci vedremo sicuramente in giro per il Ministero... mi hanno già detto che dovrò fare diversi mesi di internato, se voglio avere qualche speranza di essere assunta all’Ufficio Uso Improprio dei Manufatti Babbani!
- Già, è vero... invece spero di non doverti vedere sul lavoro, Anna...
Peggy aveva messo su un’aria esageratamente preoccupata, che le fece ridere.
- Ma ci vorrà un bel po’, prima che possa iniziare a far pratica al San Mungo! Per come sei maldestra, ci finirai senz’altro prima!
- E tu saresti un’amica? Bella fiducia hai in me! Solo perché voglio provare a dare l’esame d’ingresso all’Ufficio Auror, non vuol dire che mi butterò subito in prima linea... magari neanche mi ci lasceranno avvicinare... e tu, Maggie? Hai deciso di fare la signora Snape a tempo pieno o pensi di dedicarti a qualcosa di utile per la soc...
Non riuscì a terminare la frase, perché venne colpita in piena faccia da un cuscino lanciato a tutta velocità.
- Qualcosa di utile sarebbe tenere quelle come te lontane dai guai... ma sono sempre più convinta che le Relazioni con i Babbani siano la mia vocazione... accidenti, sarà meglio che vi diate una mossa! Guardate che ora abbiamo fatto...

Era quasi mezzogiorno. Ormai il treno era partito e Maggie si aggirava sola nei corridoi del castello.
- Veritaserum!
Il gargoyle si spostò e la lasciò salire sulla scala a chiocciola, che nel frattempo aveva cominciato a ruotare lentamente su sé stessa.
Stava per bussare all’ufficio del Preside, ma la porta si aprì, come se avesse percepito la sua presenza.
“Che bello! Non ha perso tempo e a già modificato gli incantesimi di protezione...”
La stanza era deserta. Maggie cominciò a curiosare tra i libri e gli oggetti che ormai conosceva bene. Aveva già passato molto tempo in quella torre, soprattutto durante i periodi di vacanza, e aveva avuto l’opportunità di trastullarsi con tutto ciò che non era tenuto sotto chiave. Ma c’era ancora una stanza nella quale non aveva mai avuto il permesso di entrare.
Passeggiando con noncuranza si ritrovò davanti a quella porta. Poggiò la mano sulla maniglia e la serratura scattò. Lentamente la giovane strega si sporse all’interno, piena di curiosità. La camera era illuminata a due grandi finestre. Pesanti tende di un bel blu scuro erano tirate ai lati, lasciando intravedere lo stupendo panorama del castello e del parco. I mobili di legno sembravano antichi e di ottima fattura. Al centro, un grande letto con una bellissima testiera arrotondata , particolarmente lucido e ben rifinito. Era perfettamente rifatto, con un copriletto anch’esso blu a ricami dorati, piccoli disegni geometrici, uguali a quelli del sottile velo che scendeva dal soffitto e lo avvolgeva in un morbido drappeggio. Sui ripiani erano ordinatamente disposti oggetti di ogni genere, alcuni dei quali sembravano fatti di materiali preziosi, ma non capiva a cosa potessero servire. Tra tutti riconobbe diversi regali che lei gli aveva fatto, come una sfera con la miniatura di Hogsmead sotto la neve, alcune boccette di vetro con tappi colorati dalle forme buffe, una cornice di conchiglie, nella quale era stata infilata una loro fotografia scattata un paio di anni prima. Alle pareti erano appesi alcuni suoi disegni incorniciati: il ritratto a matita che aveva fatto di getto, dopo averlo sognato, e un paio di acquarelli che raffiguravano il castello.
Ai lati del letto, due comodini. Su quello di sinistra erano impilati alcuni libri. Ne sfogliò uno e vide che si trattava di una raccolta di poesie. Dai nomi e dai titoli sulle copertine capì che si trattava di letteratura babbana.
“Che strano...”
Ne stava sfogliando un altro, quando dalle pagine scivolò via un fiore secco. Doveva essere lì da molto tempo, perché era già completamente scuro e non si indovinava più il colore originale. Lo raccolse delicatamente e lo rimise tra le pagine.
Sul comodino di destra c’era una scatola di legno. Sembrava un minuscolo baule ed era chiuso.
D’istinto Maggie aprì il cassetto, ma non trovò la chiave.
“Troppo facile...!”
All’interno invece era riposta una scatola di cartone, bassa e larga. Sollevò piano il coperchio con entrambe le mani e vide che conteneva, in modo piuttosto disordinato, fogli di tutte le dimensioni: pagine di lettere, biglietti, una fotografia strappata...
Prese in mano quello che sembrava un pezzo di foglio di quaderno, sul quale c’era scritto:
“Ti aspetto dopo le lezioni vicino all’albero”
In quel momento una mano glielo tolse bruscamente, facendola sobbalzare, lo ripose nella scatola e chiuse con violenza il cassetto.
- Avere il permesso di entrare nel mio appartamento privato ti da il diritto di frugare tra le mie cose?
- N-no, scusa... mi dispiace... non volevo...
- Non volevi entrare nella mia camera da letto e aprire i miei cassetti?
Più che arrabbiato, sembrava deluso e addolorato. Ma ciò che la spaventò maggiormente fu che i suoi occhi sembravano vuoti, due neri pozzi senza fondo. Non l’aveva mai visto così.
- ...io stavo solo guardando in giro... mi stai facendo male!
L’aveva afferrata per un polso e lo stava stringendo con forza. Alla sua protesta si riscosse e la lasciò andare.
- ... e poi vorrei ricordarti che sei stato tu a raccontarmi del tuo passato, l’anno scorso, quindi so benissimo cosa c’è in quella scatola e non mi interessa scoprire se hai altri segreti!
Rimase lì in piedi a fronteggiarlo, con aria di sfida.
- Comunque, visto che passeremo la vita insieme, non mi sembra il caso che continui a tenermi fuori dalla tua vita... privata.
Appoggiò entrambe le mani al letto, piegandosi e premendo per tastarne la consistenza.
- Bello questo letto... è comodo?
- Sì... adesso esci. Fuori!
- No!
E rimase in quella posizione, limitandosi a voltare il capo per guardarlo.
Severus fece un gesto di impazienza e si girò per uscire.
- Fa come vuoi, ma il pranzo si sta raffreddando e io ho fame.
- Oh... già! Il pranzo.
Maggie si ricordò del motivo per cui era salita nel suo appartamento. Si raddrizzò e svelta gli trotterellò dietro.
La tavola era già apparecchiata nello studio, come sempre, quando erano soli al castello.
Avevano quasi finito, quando Maggie si decise a rompere il silenzio. Sapeva che lui non l‘avrebbe fatto.
- Scusa, non dovevo curiosare... ti prometto che non lo farò più.
Gli sorrise, cercando di attirare il suo sguardo facendo gli occhi da cucciolo.
Severus cercò di restare serio, ma non poté fare a meno di ricambiare. Fece un lungo respiro.
- Non ho mai avuto qualcuno così... vicino. Mi devo abituare.
- Posso restare qui con te, oggi?
Rivolse uno sguardo pieno di speranza verso la porta della camera da letto.
- No. Per cominciare devi subito spostare le tue cose, poi faremo una breve uscita... c’è una cosa che devi vedere...
- ...davvero? Dove...
- Niente domande! Se sei curiosa, sbrigati... tra un’ora ti voglio pronta a partire!
“Ma perché non ho preparato il baule stamattina...”
Bacchetta alla mano, cercava di far volare tutte le sue cose nel contenitore aperto il più velocemente possibile.
“Va beh... se ho dimenticato qualcosa, me lo faranno arrivare...”
Lo chiuse in tutta fretta e lo fece levitare giù per le scale del dormitorio e lungo i corridoi.
All’ora stabilita era già sulla porta dello studio con il mantello addosso.
- Eccomi pronta! Adesso mi dici dove andiamo?
- No, visto che tenerti sulle spine è un buon modo per farti essere puntuale...
- Uff... ma sono sempre puntuale! Dillo che ti piace stuzzicarmi!
- Si tratta solo di qualche minuto... puoi tranquillamente resistere...
Severus cercava di avere un’aria seria e autoritaria, ma si vedeva che si stava divertendo.
Appena fuori dal parco la prese saldamente per mano e si smaterializzò.
 
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