Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

L'Ufficio Misteri, La mia prima FF

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pitoncina
view post Posted on 24/4/2008, 15:51




bravissima!!
 
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Severus in Love
view post Posted on 24/4/2008, 18:18




E infatti eccolo qua!
è la 6^ parte di questa storia gente! ^^

Un piccolo avviso: se non vi sentite pronte per ascoltare tutta la storia di un giovane mago Oscuro e dei suoi progetti di conquista con tanto di spiegazione sul suo piano diabolico, allora saltate il 1° pezzo, ma tenete conto che il 2° è cortissimo! Se tuttavia volete scoprire intorno a che accidenti sta ruotando tutta questa FF, allora leggete il 1° pezzo, anche se non vi nascondo che sarà lungo....molto lungo. Il fatto è che ho voluto fare tutto estremamente dettagliato (accidenti a me), e mi sono un pò fatta....prendere la mano.... :unsure:
Comunque, se leggete la 1^ parte, non preoccupatevi: anche se sembrerà tutto un'assurda divagazione dalla storia non mi sono dimenticata di Sev e Lucius, nè del fatto che dovete ancora sentire la profezia!
Vi ricordo infine che un'elevata esposizione ai personaggi di questa storia può provocare la perdita delle proprie facoltà di intendere e di volere, la capacità di distinguere il Bene dal Male e uno smodato desiderio di conquista del mondo magico e non.
Buona lettura.





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Pitia guardò il suo ospite per qualche secondo.

"Già, lo immaginavo" disse "altrimenti non saresti mai venuto da me" e così dicendo versò del tè da una caraffa, assente fino a qualche istante prima, in due tazze finemente decorate. Subito si sedette di fronte a Grindelwald.
"Allora parla. Cosa hai fatto dalla tua partenza dall'Inghilterra? Mi hai parlato di un posto chiamato Godric's Hollow.... e del giovane Albus Silente, giusto? Cos'è successo?"
Grindelwald si rabbuiò un momento.
"Un incidente. Non ho più avuto sue notizie da quando ho lasciato la casa di zia Bathilda. Appoggiava vivamente le mie idee sul Bene Superiore, ma.... abbiamo avuto un diverbio.
Però non importa più, ormai" e il suo volto venne nuovamente deformato da un ghigno minaccioso
"Perchè l'ho trovata." Estrasse dal mantello una bacchetta e la mostrò a Pitia. lei la esaminò attentamente e guardò Grindelwald.
"Sambuco" mormorò "e un pelo della coda di un Thestral. Gellert..."
Il giovane mago annuì, continuando a sorridere, e ripose la Bacchetta Invincibile al suo posto nella tasca del mantello.
"E' così, Pitia. La Stecca del Destino ora è mia. Il primo dei tre Doni della Morte. Ma gli altri non sono un problema" aggiunse dopo un attimo di pausa "La Bacchetta è ciò di cui più ho bisogno. Ed è lo strumento che mi avvicina sempre più al giorno della mia supremazia magica. Sarai fiera, suppongo" disse guardando Pitia negli occhi.
"E' un risultato notevole" disse lei "specialmente considerando il breve tempo in cui l'hai raggiunto. Ma..." e posò la sua tazza vuota sul tavolino "immagino che tu abbia avuto un motivo più valido per venire qui, che il rendermi partecipe del tuo trionfo"
"Ci sto arrivando" disse Grindelwald tranquillo "Vedi, Pitia, avere i Doni della Morte è un risultato che difficilmente potrò raggiungere in un breve arco di tempo, e per il mio progetto è essenziale che io salga al potere il prima possibile. Il recuperamento della Bacchetta è stato quasi un colpo di fortuna, e infatti ne ho preso possesso dopo appena quattro anni, un tempo relativamente breve. Ma una volta presa, mi accorgo di non aver nemmeno bisogno più di tanto degli altri Doni. In effetti, a che mi serve rendermi invisibile con un mantello, quando un incantesimo di Disillusione ben congegnato sortisce precisamente lo stesso effetto? E a cosa mi possono servire dei miseri fantasmi, quand'anche riuscissi a metterne insieme un esercito, eccetto spaventare i Babbani? No, no, no.... la Bacchetta era l'unica cosa di cui avessi effettivo bisogno, Pitia.
Tuttavia" continuò Grindelwald "la mia conquista del potere necessita di qualcosa di più della sola Bacchetta di Sambuco, per quanto speciale possa essere". Si fermò un momento, e guardò intensamente Pitia "Che cosa sai del Deathcraft?" chiese cautamente.
Pitia non sembrò turbata dalla domanda, ma al contrario un sorrisetto le incurvò le labbra.
"Perchè questa domanda, Gellert? Ti sembra troppo lunga la ricerca di altri due Doni della Morte, eppure sei disposto a trovarne... l'Arte?"
Grindelwald si raddrizzò sulla poltrona "Ho ragione di credere... di conoscere il luogo in cui si trova. Un altro colpo di fortuna immagino" aggiunse con un altro ghigno"Evidentemente la Fortuna mi sta offrendo la sua collaborazione....Se riuscissi a mettere le mani su quell'oggetto, il mio potere sarebbe incontrastabile, e la mia ascesa molto più rapida di quanto io non possa sperare. Ma c'è un problema, Pitia...." disse incupendosi di nuovo "Io avevo trovato il Deathcraft già un anno fa. E per quanto mi fossi sforzato, per quanti incantesimi avessi provato, non riuscii nemmeno ad avvicinarmi all'otre che lo conteneva. Ho provato per una settimana, senza mai riposare, a impossessarmene; lì, su una solitaria montagna dei Carpazi. Ma c'è una protezione, una protezione a cui tuttora non sono riuscito a trovare spiegazione. Nemmeno la Bacchetta di Sambuco, di cui mi sono impossessato qualche tempo dopo, è riuscita a eludere l'Incantesimo che protegge il Deathcraft, e non potendo tornare a Durmstrang non ho potuto nemmeno consultare qualche libro a riguardo, per trovare i motivi di questo fenomeno.
Pitia" disse sporgendosi verso di lei "soltanto tu puoi aiutarmi. Cosa sai del Deathcraft che io ignoro? Qual è il segreto intorno all'incanto che lo protegge?"

Silenzio. Poi, lentamente, Pitia iniziò a parlare.
"Si tratta di magia estremamente antica e oscura, Gellert. Perfino a Durmstrang dubito che avresti trovato qualcosa in grado di darti delle risposte.
Inizia tutto molti secoli fa.... All'epoca dei quattro fondatori della Scuola di Hogwarts, in Scozia.
Essi erano due maghi e due streghe dagli straordinari poteri, e la loro amicizia e unità li aveva portati alla fondazione della Scuola, in cui tramandare il sapere magico ai giovani stregoni. Ma presto quell'unità venne intaccata dalle loro divergenze: ognuno prediligeva nei propri allievi diverse qualità, e pretendeva di insegnare solo a chi rispondeva ai propri requisiti. Infine, al culmine di queste tensioni, ci fu una scissione. Uno dei fondatori, Salazar Serpeverde, abbandonò il maniero, perchè sosteneva che il sapere magico andasse condiviso solo con i maghi e le streghe di sangue puro.
E' qui che la storia inizia a interessarci: Serpeverde era noto per la sua tendenza all'uso delle Arti Oscure e per le sue idee sulla purezza del sangue. Ciò che ben pochi sanno, però, è che fosse lui stesso in contatto con alcuni maghi Oscuri del suo tempo. Così, dopo il suo allontanamento dai compagni in Gran Bretagna, Serpeverde attraversò l'intera Europa e il Medio Oriente per giungere infine in Cina, presso un suo vecchio amico che stanziava alla corte dell'imperatore, in veste di Supremo Mago di Corte: Li Xiao Long.
Lì, Salazar si trovò in paradiso: non solo in Oriente i maghi non erano soggetti alle persecuzioni a cui erano sottoposti in Europa, ma potevano perfino usare liberamente le loro arti al servizio della famiglia imperiale!
Presso il sovrano, perciò, Serpeverde imparò delle tecniche magiche fino ad allora sconosciute nella sua terra d'origine, molte delle quali erano invenzioni dello stesso Long, anche lui noto mago Oscuro.
Una di queste era il Deathcraft.
All'inizio l'idea era di creare una pozione che fosse una specie di opposto della Felix Felicis, ossìa qualcosa che avrebbe portato una enorme sfortuna a chiunque la bevesse, in modo da poter rovesciare facilmente l'imperatore allora regnante, che stava creando sempre più restrizioni per l'utilizzo della magia nell'Impero Cinese; ma il progetto non riuscì come previsto e, non sappiamo se intenzionalmente o a causa di un errore (ma l'ipotesi più plausibile è la prima), la pozione si trasformò nel Deathcraft: la nebbia mortale.
Come sai, se viene lasciata a sè stessa non è altro che un immensa massa, simile a una nebbia, che uccide ogni essere vivente si trovi sul suo cammino.
Tuttavia è possibile controllarla, tramite un incantesimo, e allora la si può mandare, obbidiente, alla ricerca di una o più vittime predestinate, come l'angelo della Morte citato nella Bibbia. Agisce come un'anima cosciente, Gellert. ma, essendo portatrice unicamente di distruzione, essendo irrimediabilmente uno spirito del Male, viene definita come l'ombra, di un'anima.
Non sappiamo se Long morì in seguito a questa creazione o se fu giustiziato, ma sta di fatto che Serpeverde volle nascondere per sempre la mostruosa creazione che aveva portato alla morte quello che era sicuramente il suo migliore amico. Riuscì, non si sa come, a imprigionare il Deathcraft nell'otre; una volta messo in un luogo ritenuto sufficientemente sicuro, si occupò di difenderlo con ogni incantesimo di cui fosse a conoscienza, e pare che non abbia mai smesso, durante tutta l'operazione, di pensare a Long.
Dopo aver protetto e maledetto quel luogo sui Carpazi tornò ad Hogwarts, ma scoprì che in tutti quegli anni che aveva trascorso in Cina i suoi vecchi compagni erano deceduti. Anche lui lasciò questo mondo poco tempo dopo, ma tutte le vicende che ti ho narrato resteranno sconosciute alla stragrande maggioranza del mondo magico".

Quando Pitia finì di parlare ci fu un lungo silenzio. Grindelwald stava assimilando tutte le informazioni che gli erano state rivelate in quei pochi minuti: riusciva a vedere il quadro generale, ma ancora non trovava il tassello mancante che lo riguardava. Dopo un pò si rivolse di nuovo a Pitia.
"Ma cosa significa, quindi? Ho scandagliato per sette giorni ogni centimetro di quella vetta;l'otre era in una piccola caverna, riuscivo a vederla.... Ma credevo di aver riconosciuto gli incantesimi che la proteggevano, nonostante li avesse posti Salazar in persona!"
Pitia parlò lentamente, come se stesse riflettendo.
"Non si tratta degli incantesimi in sè, Gellert. Per te, così geniale, così potente, ragazzo mio, per te che hai svelato praticamente ogni segreto delle Arti Oscure, non sono le protezioni magiche a costituire il vero problema, nonostante la loro potenza.
Certo, se le mie informazioni sono corrette, uno degli incanti a guardia del Deathcraft è infrangibile solo utilizzando il Serpentese, lingua che tu non conosci. Ma la magia che differenzia queste protezioni da qualunque altra mai usata da un mago Oscuro, è il risultato, forse quasi involontario, del legame tra Serpeverde e Long.
E' a causa di quel legame che Serpeverde decise di relegare il Deathcraft lontano dal mondo per sempre, invece di utilizzarlo per i suoi scopi!
E' quello stesso legame che lo ha spinto a tornare in patria a cercare gli amici che un tempo lui stesso aveva abbandonato!
Ed è sempre quel legame che lo spinse a rimanere al palazzo dell'imperatore molto più di quanto all'inizio non avesse programmato, Gellert! E' stata la sua amicizia, che nessuno stregone, nè in seguito, nè tra quelli conosciuti prima di lui, ha mai tenuto minimamente in considerazione, ed è precisamente ciò che hai fatto anche tu.
Mi dispiace, ma non potrai mai infrangere la magia di Salazar, una concentrazione immensa di magia Oscura eppure tenuta insieme da un unico brandello di Bene, che eppure è più potente persino del Tempo e della Morte. E' una forza a cui mon sei mai riuscito a far fronte.... Io lo so cos'è successo con il tuo ex- amico Albus, Gellert Grindelwald."

E Grindelwald si alzò di scatto in piedi, fissando quella donna che pareva cieca, che gli aveva appena rivelato il segreto che circondava il Deathcraft e che lui non sarebbe mai riuscito ad aggirare: uno stupido legame di amicizia fra due maghi di mille anni prima, così idioti da non utilizzare un simile potere, e che il più scioco dei due aveva rinchiuso per sempre a causa di un dannatissimo rimpianto!
"E quindi, cosa dovrei fare?" le sibilò furioso il giovane "Tornare in lacrime da Albus e pregarlo di ridiventare amici come prima? Fingere che mi dispiaccia per la sua sorellina matta e quell'idiota del fratello caprofilo? Quel che è fatto è fatto, Pitia! E DEVE esserci un altro modo per aggirare quell'incantesimo."
"No" tagliò corto Pitia "no, non c'è. E non si tratta di FINGERE, Gellert. Per una volta, ciò che ti viene richiesto è di essere sincero con te stesso e con gli altri. Ma è qui il tuo problema. Non ti dispiacerà mai veramente, per questo il tuo sogno di possedere il Deathcraft è irrealizzabile, fattene una ragione".

Grindelwald rimase immobile per qualche istante, dopodichè parlò, sforzandosi di non urlare.
"Se questo è tutto ciò che puoi dirmi, allora non ho più motivo di restare".

"No" rispose Pitia "ma spero solo che in futuro tu possa cambiare, Gellert. Addìo. Ah, e... Buona fortuna con il tuo piano di conquista. Spero che la Bacchetta di Sambuco ti basti per i tuoi scopi" aggiunse amaramente.
Grindelwald non rispose, ma afferrò il mantello e si diresse verso la porta.
Ma proprio quando questa stava per richiudersi dietro di lui con uno schianto, il bel mago si bloccò. Dalla stanza che aveva appena lasciato era venuto uno strano rumore rasposo. Socchiuse un pò la porta in modo da lasciare aperto solo uno spiraglio, e vide che la Veggente era caduta carponi sul pavimento, e i suoi occhi si erano girati in modo da mostrare solo il bianco.
Dopo un Ulteriore rantolo, Pitia Delphican iniziò a parlare con una voce dura che non le apparteneva:

"L'arte della Morte nata di chi volle annientare il potere potrà trovare la sua fine, quando l'Oscurità celata dalla Luce e la Luce celata dall'Oscurità troveranno accordo con le reciproche anime. Entrambi alleati di un più potente vassallo del Male, eppure entrambi celati ai suoi occhi....
Entrambi conoscenti di dolori e sofferenze, e a loro volta portatori....
Ed entrambi con il solo potere che il Deathcraft non distrusse, il solo da cui potrà essere distrutto, se le anime sapranno guardare dove si cela il Tutto... l'arte...della... Morte.... potrà trovare la....sua... fine...."

Gellert guardò la figura coperta di scialli accasciarsi svenuta sul pavimento. Aveva appena udito una Profezia, ma la cosa non lo turbava molto. Aveva solo saputo che il Deathcraft, un giorno o l'altro, avrebbe rischiato l'annientamento a causa di due perfetti sconosciuti. Mentre lasciava l'appartamento e si rituffava nella nebbia di Praga, pensò che probabilmente non valeva nemmeno la pena di cercare quell'otre. Gli sarebbe bastata la Bacchetta. Piuttosto si domandò chi poteva essere il "più potente vassallo del Male", e che razza di strani uomini pieni di contraddizioni erano mai quelli descritti dalla Profezia.........





Nell'Ufficio Misteri, Lucius e Severus avevano appena ascoltato la Profezia che li riguardava.
Si guardarono l'un l'altro: erano entrambi pallidissimi.
Lì non si diceva che non dovevano consegnare il Deathcraft a Voldemort.... erano destinati addirittura a distruggerlo loro personalmente.
Lucius guardò pensieroso i frammenti sul pavimento.
"Secondo te cosa intende con 'Luce celata dall'Oscurità', eccetera?" aveva una mezza idea, ma non gli andava di dirla.
Severus osservò un momento l'aspetto curato di Malfoy, i suoi lisci capelli biondi, considerò le sue ricchezze, il suo potere e la sua fama prima di cadere in disgrazia presso i Mangiamorte..... considerò soprattutto il suo essere Mangiamorte. Forse, con un pò di fantasia.....

"Credo che tu sia... l'Oscurità, l'Oscurità celata dalla, ehm, Luce".

Non gli piaceva molto quella definizione. Perchè se dovevano vederla in quel senso, Severus avrebbe dovuto essere la Luce celata dall'Oscurità, e nonostante le sue operazioni contro Voldemort, la sua lealtà verso Silente, non si vedeva assolutamente come una persona così positiva da definire addirittura come Luce. Anche se in effetti l'essere celato dall'Oscurità calzava a pennello, per lui.
Lucius non era meno turbato. Severus aveva appena espresso il suo stesso pensiero. L'Oscurità era lui. Grandioso.
D'accordo, era una Mangiamorte, ma non si considerava una persona così negativa da essere rappresentato come Oscurità... Stupida Profezia, stupido Deathcraft, stupido Signore Oscuro e stupido Ufficio Misteri! Esternò a Severus le sue sensazioni.
"Accidenti.... non immaginavo che fossi così dissimile da me...." e provò a fare un sorriso, anche se sembrava più che altro un uomo col mal di denti.
Piton lo guardò interrogativo, e Lucius continuò "Insomma, le nostre differenze.... io non sono certo uguale a te, ma non credevo che, a conti fatti, saremmo stati divisi addirittura in Luce e... Ombra. Ecco"
Ci furono alcuni secondi di silenzio, in cui i due amici si squadrarono come se si vedessero per la prima volta.

Poi Severus, lentamente, disse "Nemmeno io, Lucius. Ma entra nell'ordine di idee che noi... siamo molto più diversi di quanto non sembri".
"Lo so" rispose Lucius "E forse e meglio così".
Ci fu un altro attimo di pausa, e poi Malfoy fece la domanda che già altre volte aveva rivoltò a Severus, la domanda che più gli premeva in quel momento.

"Che cosa facciamo?"

Piton non rispose. Per la prima volta da anni, non ne aveva la minima idea.




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Perdonatemi questo poema che è venuto!!! :T_T:
L'ho già detto mi sono fatta prendere un pò la mano, e ho voluto mettere in un unico capitolo tutte quelle informazioni.

Cavoli, molto sentimentale il mio Salazar, non trovate? :blink:
ah, sì, e ho dovuto mostrare Grindelwald versione un pò psycho....
ah, e il nome Li Xiao Long è il nome originale di Bruce Lee ^_^
perchè, se è vero che la saga di HP gira intorno all'amore, questa ricalca un pò lo stesso significato, solo che è relativo all'amicizia ^^
ok, dopo quest'altra parte melensa posso sotterrarmi in pace *si ritira nelle sue stanze*
 
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femke
view post Posted on 24/4/2008, 19:11




a me questo chappy è piaciuto tantissimo!!!!^^

spero aggiornarai presto! e complimenti sei davvero bravissima!!!!! ^_-
 
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MissSP1
view post Posted on 24/4/2008, 19:56




Billo! Mi piacciono tanto i racconti antichi aspetto di sapere anche io cosa faranno i due
 
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silvia14
view post Posted on 24/4/2008, 20:46




bravissima! Bell'aggiornamento!
 
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view post Posted on 24/4/2008, 22:20
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minchia che bella sta FF.L'ho letta tutta solo ora.Fantastica ;)
 
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Severus in Love
view post Posted on 25/4/2008, 11:17




grazie, grazie a tutte dell'appoggio! ^_^

ehi, 62 messaggi!
non è l'età di Rickman? numero fortunato.... :)

Edited by Severus in Love - 25/4/2008, 13:16
 
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Severus in Love
view post Posted on 28/4/2008, 17:49




Eccomi, eccomi, non mi sono dimenticata di voi! :P
Il 7° capitolo appena sfornato, gente!
(ma....7 non è il numero magico più potente? lol)

Questo è un pò più corto e "leggero" rispetto agli altri, e sarà dedicato pure questo al rapporto fra Sev e Lucius... lo so che sta cosa vi sta un pò fracassando le balls perchè volete sapere come si risolverà questa storia, ma fidatevi, sono importanti anche questi capitoli dedicati, appunto, al loro rapporto, che ci tengo a sottolineare è puramente di amicizia, non è una "Snucius" (mmmhh.... adoro questa parola! e se la vogliamo mettere in italiano è quasi meglio: PICIUS!!!!:woot:)...... Ok, basta, here you are!



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Vedendo che Severus era a corto di idee Lucius entrò nel panico: lui non riusciva a rimanere concentrato a lungo sotto pressione, e infatti la sua testa in quel momento era completamente vuota. A causa di ciò, se non veniva qualcosa in mente a Severus, e in fretta anche, allora erano rovinati.
Cercò di prendere in mano la situazione: quella faccenda della Profezia andava ragionata.

"Allora, riflettiamo.... se vogliamo sapere cosa dobbiamo fare per distruggere il Deathcraft, dobbiamo analizzare bene il significato di quelle parole. All'inizio dice che L'arte della Morte potrà trovare la sua fine quando la Luce... insomma, quando noi..."
"...Troveremo accordo con le nostre reciproche anime" completò Severus. Fin lì ci era arrivato. Ma cos'era che dovevano fare, in pratica? Insomma, sembrava quasi che le loro... anime, dovessero trovare un compromesso, ma su cosa?
O forse intendeva dire che si sarebbe dovuto rivelare per ciò che realmente era? Forse era questa la soluzione! Ma se fosse stata la scelta sbagliata rischiava di gettare alle ortiche tanti anni in incognito nel suo ruolo di spia!
Poteva davvero fidarsi di Lucius Malfoy?
"Dannata Profezia..." mormorò stizzito.
"Scusa?"
"Io non ho detto niente. Stavo pensando a cosa può voler dire quella parte, ma non mi viene in mente niente di utile, non ho la più pallida idea di che fare"
"Oh, no!" mormorò stavolta Lucius.
"Che hai detto?"
"No, niente. Anche io stavo riflettendo...senza risultati"

Lucius iniziò a camminare lungo le altre file di scaffali. Ripensando al resto della Profezia un punto in particolare gli diede da pensare.
"Piuttosto" iniziò rivolgendosi verso Severus "direi che siamo nella stessa barca, eh?"
"Lucius, ti prego, non ti ci mettere pure tu! Che vuol dire? E' ovvio che siamo nella stessa barca, visto che la Profezia riguarda entrambi!
"Non mi riferivo a quello" fece Lucius un pò offeso "ma al fatto che siamo entrambi 'alleati di un più potente vassallo del Male... ed entrambi celati ai suoi occhi'. Anche tu, vedo, non sei del tutto sincero con il Signore Oscuro".

'Oh, San Crucio!' fu il primo, allarmato pensiero di Severus. Se quella roba l'avesse sentita qualcun altro, chiunque altro, e ci avesse riflettuto un attimo, Severus avrebbe potuto salutare questo mondo! Ma in quel momento era con Lucius, e sì, si trovavano nella stessa barca. Non c'era nessuna nota di rabbia, o disprezzo, o accusa nel suo tono, sembrava come se stesse parlando del tempo. Tuttavia a Severus non andava giù che ci fosse una persona in più a conoscenza, o quanto meno col sospetto del suo segreto, specialmente una persona imprevedibile come Lucius. Cercò di mantenersi neutrale:
"Beh... tutti noi abbiamo dei segreti, Lucius, perfino nei riguardi dell'Oscuro Signore..."
"Andiamo, Severus! 'Celati ai suoi occhi' vuol dire ben altro che avere dei segreti e basta, e tu lo sai. Non è certamente una cosa che andrò a dire agli altri Mangiamorte, comunque. Sono nella tua stessa situazione".
"Ma se non lo fossi, invece, glielo andresti a dire?"

Ci fu una pausa. Stavolta era Severus a chiedere conferma della lealtà dell'altro.
Lucius restò pochi, lunghi secondi in silenzio: si stava facendo un serio esame di coscenza.
"Forse... forse sì"
Severus abbassò lo sguardo, nervoso. La cosa stava diventando davvero molto rischiosa, con tutte quelle rivelazioni.
"Però... lo farei soltanto se ci fosse di mezzo la mia famiglia. O se fosse una scelta davvero vitale, nel senso di te o me. In quel caso, forse lo farei".

Piton sbattè le ciglia un momento. Sembrava sincero. Utilizzò, per pochi secondi, la Legilimanzia, e vide che non c'era traccia di menzogna in Lucius. Il suo ragionamento era corretto, in fondo. Probabilmente lo avrebbe fatto anche lui... forse.
Severus si sentì improvvisamente esausto. Prima, in tutto quel trambusto con le ombre, e poi i mostri, e poi l'ansia della scoperta della Profezia, non si era accorto di quanto fosse stanco, di quanto avesse faticato quella notte. Ma, ora che lui e Lucius si erano fermati, si accorgeva di aver bisogno di riposarsi per qualche minuto, o non sarebbe riuscito a risolvere niente.
Si sedette appoggiando la schiena a un muro della Sala, e Lucius lo raggiunse, accasciandosi anche lui sul pavimento.
"Comunque, dubito che potremmo risolvere adesso questo enigma... Noi non abbiamo idea di cosa sia successo con questo Deathcraft, come e quando sia nato, qual è il potere che non riuscì a distruggere e da cui può essere distrutto, e che significa che dovremmo 'guardare dove si cela il Tutto'! Senza più dati a disposizione, è un'impresa impossibile".
Severus rimase fermo, con gli occhi chiusi, riflettendo. Aveva ragione. Accidenti se aveva ragione! Ma a quel punto scoprire il significato della Profezia era di vitale importanza, non potevano consegnare l'otre a Voldemort!

"E' vero. Ma che altro possiamo fare? Magari qualcosa possiamo capirla ragionandoci o... chissà, forse il Signore Oscuro ci aveva detto qualcosa sul Deathcraft. Tu... tu non ricordi niente?"
Lucius scosse la testa.
"Grandioso. Siamo davvero in alto mare, allora".
Iniziavano a sentirsi apatici, tutto quell'orrore sembrava scivolargli addosso. Se non fosse stato per la loro tragica situazione avrebbero rischiato di addormentarsi.
Come se non bastasse, Lucius cominciava a pentirsi di aver dissuaso Severus dall'ignorare la Profezia. A quest'ora potevano essere già fuori dal Ministero, e invece eccoli lì, a cercare di decifrare quella roba. Quante complicazioni!

"Senti, Severus... devo dirti una cosa..." iniziò Lucius. Sarebbe stato meglio dirglielo, magari aveva cambiato idea anche lui...
"Che c'è, stai per rivelarmi che mi hai sempre amato?
"No, io... cosa??" fece Lucius sconcertato.
"Niente, dài, stavo scherzando. Ho il cervello in pappa, in questo momento, non far caso a quello che dico"
'Fantastico, lui ha il cervello in pappa' pensò Lucius "Ecco, dicevo..."
"SSSSSSTTTT!" lo zittì subito Severus.
"Cavoli, che hai, prima parti col delirio e poi mi zittisci pure?"
"No, Lucius, ascolta!" fece Piton. Tutti i suoi sensi erano tornati all'erta. Anche Malfoy tornò viglie.
In effetti qualcosa c'era.
Dei rumori striscianti
. Si appoggiarono con l'orecchio alla porta, parlando a voce bassissima.

"Sono Indicibili?"
"Come faccio a saperlo?!"
"Non mi sembrano molto umani, Severus..."
"Non dirmi che quelle creature ti hanno seguito fin qui!"
"Come faccio a saperlo?!"
"Aspetta, aspetta....... non li sento più..."
"Fammi sentire.......no, nemmeno io"
"Grazie al cielo!"
"Già, non mi andava proprio di rimettermi a correre..."
"GUARDA!" urlò Severus a un tratto.
Un'ombra stava filtrando attraverso la porta, come fumo, come una nebbia.
"No... NO! Severus! Sono le Ombre di prima!"
Si allontanarono entrambi dalla porta, arretrando per la stanza. Si accorsero, dopo qualche passo, che le Ombre sembravano dirigersi non tanto verso di loro, ma verso il Deathcraft, che sembrava attirarle come una calamita. Era chiaro che ovunque fosse andato il Deathcraft, quella nebbiolina l'avrebbe seguito, come una scia. Era stata pura fortuna se prima erano riusciti a seminarla.
Ora i due Mangiamorte vedevano che quella massa fumosa fosse come un organismo a sè stante, formato da un branco di Ombre, non un effetto della luce dovuto a veri mostri. Non c'erano creature solide da affrontare stavolta.

"Dimmi che non dobbiamo rimetterci a correre" mormorò Lucius, riprendendo l'otre sottobraccio.
"Oh, San...Crucio..." sussurrò a voce ancora più bassa Severus, mentre pregava di uscire vivo da lì.... e di rimanere vivo anche all'esterno.



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No, no, no, no, NO!

Adesso non pensate quello che state pensando, e cioè "Adesso riprende una nuova corsa per il Ministero inseguiti da qualcosa di oscuro e pericoloso perchè questa qua non sa che inventarsi".... perchè non è così, gente di poca fede! :P

è tutto peeeeeerfettamente studiato e programmato, e per vostra informazione siamo abbastanza vicini a una conclusione della storia, non temete! :)
Un ultimo dettaglio: perdonatemi quel San Crucio che ho inserito un paio di volte, è una mia invenzione, ma una certa Io-so-chi me l'ha fatta inserire nelle FF (san Crucio, che disperazione!)
al prossimo capitolo, Pitoniche! ^^



 
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Ethel Mare
view post Posted on 28/4/2008, 18:38




Oddio questa storia mi intrippa un casino, sia i personaggi che la trama!!! E San Crucio è proprio una bella esclamazione, mi sa che mi metterò a usarla anche io! :lool: Aggiorna presto mi racc!
 
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femke
view post Posted on 28/4/2008, 18:51




questa ficcy è bellissima!!! simpatica e divertente!!! XD

non vedo l'ora di leggere il seguito! aggiorna presto!!!!^_-
 
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Viviana del lago
view post Posted on 28/4/2008, 20:02




ma ma ma come è arrivato il Deathcraft dai Carpazi all'ufficio misteri???? E chi ha stabilito che la profezia si riferiva proprio a loro due?????
A parte questi due dubbi, per il resto la storia mi piace molto e non vedo l'ora di leggere il resto, si si!!!!
 
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Severus in Love
view post Posted on 28/4/2008, 20:12




Bwahahahahahahah, calma, mia lacustre Viviana, Severus in Love (alias Linda, agente 000 e blablabla) ha pensato ANCHE a questo, e credo che lo spiegherò o nel prossimo capitolo o in quello dopo, dipende da come li organizzo, i capitoli.

grazie ancora del sostegno, gente! ^^

 
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Viviana del lago
view post Posted on 28/4/2008, 20:20




Bwahahahahahahah... la risata di Linda riecheggiò nella caverna di Viviana dove lei stava sorseggiando una tazza di tè davanti ad un libro di incantesimi. Viviana impallidì, la tazza cadde e si infranse a terra... l'eco della risata lentamente svanì.
 
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Severus in Love
view post Posted on 28/4/2008, 20:28




CITAZIONE
Bwahahahahahahah... la risata di Linda riecheggiò nella caverna di Viviana dove lei stava sorseggiando una tazza di tè davanti ad un libro di incantesimi. Viviana impallidì, la tazza cadde e si infranse a terra... l'eco della risata lentamente svanì.

................Precisamente.


:lool: :lool: :lool: :lool:
 
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Severus in Love
view post Posted on 7/5/2008, 12:28




Ok! finalmente, dopo tanti giorni di pausa, posso riprendere la FF! ^^


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Lucius e Severus erano fortemente combattuti: la prima, ovvia reazione allo strisciante pericolo era di scappare; ma quel branco Oscuro avrebbe seguito ovunque il Deathcraft, e quindi anche loro, dal momento che avrebbero dovuto portarlo con sè, a tutti i costi.
Scappare era inutile.
Perdipiù c'era qualcosa, qualcosa di strano che non riuscivano a capire, che sembrava attirarli verso le Ombre, la scia che si lasciava dietro l'otre.
Predivilmente, fu Severus a prendere l'iniziativa.
"Non ha senso, fuggire" bisbigliò più a sè stesso che a Lucius "Io sento come... come se dovessimo andare da loro..."
"Stai scherzando?!" ribattè Lucius "Cosa credi che ci faranno se ci avviciniamo, che ci regalino del Whisky Incendiario? Ragiona!"
"Lo sto facendo. E sento che la risposta è lì" lo disse con calma, ma si sentiva molto strano, e aveva ancora paura. Però era certo che stavolta non dovevano scappare dalle Ombre.
"'Sento'? 'Risposta'? che dici? Sei diventato sensitivo, all'improvviso? Torna in te!"

Ma Piton non gli diede retta. Iniziò a camminare lentamente incontro a quella nebbiolina. Era assurdo che ora dicesse di avvicinarcisi quando meno di un paio d'ore prima aveva corso a perdifiato insieme a Lucius per tentare di lasciarsela alle spalle; ma dopo aver sentito la Profezia iniziava a vedere quella situazione da un altro punto di vista.
Anche Lucius avvertiva qualcosa, ma non capiva cosa fosse. Anche a lui pareva che ci fosse una specie di forza proveniente dalle Ombre, ma decisamente non si sentiva in vena di seguire l'esempio di Severus, specialmente considerato che lui stava portando il Deathcraft!
Però, siccome non riusciva a starsene a guardare mentre Severus si avviava da solo incontro a quella scia mostruosa, timidamente, pian piano, cominciò ad avanzare anche lui dietro a Piton, sperando che non stesse trascinando entrambi verso qualcosa di molto spiacevole.

Ora Severus era a poca distanza da quella massa eterea, sentiva il freddo gelido che esalava, proprio come quando aveva estratto l'anima, o quello che era, che stava rinchiusa nell'otre; era una strana Sala, quella dove l'avevano trovato: era enorme, una delle più grandi stanze che avesse visto da quando era entrato nell'Ufficio Misteri; al suo interno c'era una parete rocciosa, in pendenza, sembrava che qualcuno avesse portato un pezzo di montagna all'interno del Ministero. Era stato estremamente difficile portarla via da lì, e aveva fatto quasi tutto Severus... si era trattato di usare incantesimi che avevano dovuto imparare appositamente per la missione, il Signore Oscuro in persona glieli aveva insegnati; si trattava di magia potentissima, della più Oscura che Severus avesse mai visto. Perdipiù avevano dovuto pronunciare una formula tutta in Serpentese, anche questa imparata per filo e per segno soltanto per quel trafugamento, e avevano dovuto ripeterla almeno tre volte perchè funzionasse.
E quando, dopo più di tre quarti d'ora di lavoro ininterrotto, erano riusciti a impossessarsi dell'otre, che era seminascosto in quella che sembrava una piccola caverna, ecco che erano comparse quelle Ombre, che parevano filtrare dalla stessa roccia....
In quel momento gli erano sembrate assolutamente ostili, lo avevano terrorizzato, e ora invece se ne sentiva attratto... Tutto questo era dovuto solo all'aver ascoltato la Profezia?
L'Ombra, quando si trovò Severus piantato davanti (che, in verità, non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare o quale sarebbe la reazione di quella nebbiolina), si fermò.
O, per meglio dire, rimase fluttuando in un unico punto, invece di continuare il suo tragitto verso il Deathcraft come aveva fatto fino a quel momento.
'D'accordo... e ora?' pensò Severus con il cuore in gola.
Il tempo sembrava essersi fermato: il grottesco quadretto pareva sospeso in una dimensione esterna, Severus, Lucius, la nebbia.... Severus, Lucius, la nebbia.... Severus, Lucius, la nebbia....
E a quel punto la nebbia fece qualcosa: dapprima sembrò ritirarsi in sè stessa, poi sembrò salire, poi ridiscendere... stava formando un'immagine. Il branco di Ombre, i tanti spettri che componevano quella nebbiolina, si stavano condensando in un unico, compatto "qualcosa" di semi-solido, in una figura, un essere.... una persona.
Lucius e Severus erano rimasti a bocca aperta, gli occhi sgranati. Conoscevano entrambi quell'uomo, se così si poteva chiamare, avevano visto ritratti e sculture, e illustrazioni nei libri di testo, e non c'era dubbio: di fronte a loro, lì, nel cuore dell'Ufficio Misteri, era comparso Salazar Serpeverde.

Certo, non era lui in carne ed ossa, ma non era nemmeno un fantasma vero e proprio. Sembrava fatto di fumo, ombra e fumo, era piuttosto l'ombra di ciò che era stato Salazar.
Il suo vecchio volto austero, la sua lunga barba grigia, i suoi penetranti occhi grigio-azzurrino, e tutta la sua imponente figura erano uno spettacolo impressionante.
Lucius, che intanto si era avvicinato ed era nello stesso punto in cui si trovava Severus, gli schiaffò il Deathcraft fra le braccia senza tante cerimonie e si gettò a terra.
"Grande Salazar!" diceva mentre si inchinava furiosamente e andava su e giù con la testa "Potente Salazar! O Grande dei Quattro di Hogwarts!"

Severus, che nonostante fosse abituato agli atteggiamenti servili di Lucius ma normalmente gli avrebbe gettato uno sguardo sprezzante, in quel momento aveva avuto la sensazione di doversi inchinare anche lui, o comunque fare un qualche gesto di rispetto. Così chinò la testa e mormorò a sua volta "Grande Salazar..."

E Serpeverde alzò una mano con un gesto elegante per imporre il silenzio.
Guardò Malfoy ancora a terra con vago interesse prima di inarcare un sopracciglio in un modo molto simile a quello di Severus e dire "Alzati tu".
La sua voce era profonda e dura, ma aveva un qualcosa di leggermente sibilante, e sembrava provenire da molto, molto lontano.
Quando Lucius udì quel comando scattò in piedi all'istante, ritrovandosi con i capelli tutti scompigliati: era uno strano spettacolo.

"Ascoltate" iniziò in tono grave "l'otre che voi portate non deve per nessun motivo andare al mago Oscuro che si fa chiamare Voldemort, a Tom Orvoloson Riddle. Per quanto sia il mio unico discendente, il solo e unico erede di Salazar Serpeverde, non è in grado di comandare il Deathcraft, e mai lo sarà. Provocherebbe una catastrofe terribile, al di là di ogni immaginazione se l'otre cadesse nelle sue mani. Io vi ordino" e così dicendo si fece ancora più imponente e minaccioso "in nome di Serpeverde e degli altri fondatori di Hogwarts, di abbandonare il Deathcraft, o ve ne pentirete tutti, e sarete senza via di scampo."
Seguì un lungo silenzio.
Lucius e Severus si guardarono, bianchi come cenci.
Stavolta fu Lucius a parlare per primo, tremando come una foglia: nonostante avesse più di quarant'anni si sentiva un bambino spaurito.
"S-senta, signor -ehm- signor Serpeverde, signore. Ecco, vede, noi non abbiamo intenzione di portare il Deathcraft all'Oscuro Signore, cioè, insomma, Voi-Sapete-Chi. Il fatto è che ci sarebbe una certa Profezia -ehm- che dice in pratica che siamo destinati a distruggere l'otre e il suo c-contenuto, anche se non sappiamo nemmeno come fare, e quindi..."
La sua voce si spense flebilmente a un'altra occhiata cupa di Salazar.
"Una Profezia?" fece lui "Capisco. Sì, tutto quadra. In effetti mi domandavo come abbiate potuto estrarre il Deathcraft dalla riproduzione del monte, difficilmente dei maghi comuni ci sarebbero riusciti"
A queste parole, nonostante non fossero esattamente un complimento, Lucius e Piton si sentirono piuttosto orgogliosi.
Non avevano idea di cosa c'entrasse Serpeverde col Deathcraft, come fosse diventato quella specie di nebbiolina, perchè ci tenesse tanto a non far avere l'otre a Voldemort, ma in qualche modo speravano che il grandissimo stregone potesse dargli una mano in quella faccenda.
"E così siete destinati a distruggere il Deathcraft? Cosa dice quella Profezia?"
I due Mangiamorte gli rivelarono le parole di Pitia Delphican cercando di ricordare tutto il più precisamente possibile.
Salazar si rabbuiò ancora di più. Evidentemente quelle parole avevano un chiaro significato per lui, anche se Piton e Malfoy brancolavano nel buio.

"Forse" disse infine "Forse posso aiutarvi. Ma prima dovete dirmi una cosa" e a quel punto li fissò entrambi negli occhi, dando loro l'impressione di doverli bruciare con quello sguardo "Voi siete amici?"

Era una strana domanda, specialmente fatta da Salazar Serpeverde.
Ma, rifletterono Severus e Lucius, cosa non lo era quella notte, laggiù nell'Ufficio Misteri?
Si guardarono di nuovo, come era già successo altre volte durante quella nottata, ma stavolta lo fecero con più intensità. Sapevano che quella domanda poteva essere di fondamentale importanza, se lo sentivano.

"Sì" rispose Lucius "Sì, lo siamo".

Serpeverde, o la sua ombra, o qualunque cosa fosse, li squadrò ancor più intensamente. Forse qualche speranza c'era.
"Bene, allora" disse "Vi aiuterò. Avrete l'opportunità di dimostrare quanto vale davvero un Serpeverde!"

Severus e Lucius annuirono con la testa. Sapevano che da quel momento la cosa sarebbe diventata molto più difficile di quanto non fosse stata fino ad allora, ma se quella era la strada per adempiere alla Profezia, per quanto rischiosa fosse, allora l'avrebbero percorsa fino alla fine.

Perchè potevano dire ciò che volevano sui Serpeverde, ma per quanto crudeli, o viscidi o imprevedibili o infidi potessero essere, quando c'era da lottare non erano dei codardi.


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Ho voluto concludere l'ottavo (uau! ^^) capitolo con una nota di Slytherin Pride, che non è del tutto vera però, visto che nel 7° libro, durante la battaglia di Hogwarts, la cara Rolla non ha fatto rimanere nemmeno una Serpe a combattere, dando l’impressione che i discendenti di Salazar siano, eccetto rarissime eccezioni come Severus, solo degli inutili vigliacchi. Beh, Jo, io non sono d’accordo! ):||
Comunque, non preoccupatevi, o meglio, non scocciatevi troppo se vi sembra che stia prendendo la storia troppo per le lunghe. Ho nuovamente interrotto il capitolo lasciandolo praticamente appeso, ma solo perchè in seguito ci sarà soprattutto azione, perciò questo era un pò il "respiro" prima che arrivino sul serio le parti "avventurose". In seguito, infatti, non avrei potuto bloccare in questo modo la storia.
Bene, spero che comunque vi sia piaciuto anche questo capitolo...
la cosa positiva è che nonostante sia piuttosto 'buia' come storia, Lucius ci solleva sempre il morale.... ^^
 
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147 replies since 16/4/2008, 20:07   1393 views
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