Quarta parte, signore e signori!
Qui c'è più azione rispetto agli altri episodi....
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Se Lucius si era appena ficcato in un mare di guai, Severus non era certo in una situazione migliore.
Lasciata di corsa la stanza dello Specchio e chiusa la porta alle sue spalle, si ritrovò a galleggiare... nell'Universo.
Non c'erano più il pavimento o le pareti, ma un uniforme nero vellutato, in cui erano concentrate miliardi di stelle, e miliardi di pianeti; riusciva a vedere le spirali delle galassie, scorgeva da qualche parte un minaccioso buco nero, e qualche pigro asteroide di passaggio, e grazie agli studi di Astronomia riuscì a riconoscere molti corpi celesti, alcuni distanti fra loro parecchi anni luce.
Com'era possibile che l'immensità dello Spazio intero riuscisse a essere concentrata in una sala?
Severus guardò la bacchetta: l'Incanto Quattro punti era come impazzito, non riusciva a indicare una sola direzione.
Lo sgomento iniziale fu sostituito dal solito sangue freddo .... non era assolutamente il caso di farsi prendere dall'agitazione solo perchè mancava il pavimento sotto i suoi piedi...
Decise che la cosa migliore fosse tornare indietro, non essendoci porte da aprire...
Peccato che mancasse anche la porta da cui era entrato.
Fissò il punto in cui fino a un attimo prima c'era il varco rettangolare che conduceva all'altra stanza: sparito.
Provò a tastare qua e là, ma sentì solo il vuoto... la porta non era invisibile. Era proprio scomparsa.
Imprecò, frustrato come non mai. Aveva passato tutte quelle disgrazie nella sua vita per morire intrappolato come un topo tra Urano e Plutone?
"Oppure" si disse amaramente "mi troverà qualche stupido impiegato e io finirò ai dissennatori, fantastico!"
Non poteva accettarlo, doveva a tutti i costi trovare un'uscita, così, in preda alla disperazione, iniziò a scagliare tutti gli incantesimi che gli venivano in mente, sperando che accadesse qualcosa.
Qualunque cosa.
Ma gli astri continuavano indisturbati il loro lento percorso, incuranti di Severus Piton.
"Aaaaaahhhrrgg!" urlò con tutta la sua forza "Come si esce da questo posto?!"
Nulla.
Allora iniziò a dirigersi verso una stella per vedere se riusciva a interagire con i corpi celesti. Persino una scottatura alla mano era meglio di niente.
Quando le dita sfiorarono la massa infuocata, sentì un piccolo brivido e... la mano passò attraverso la stella.
Severus aggrottò la fronte. Era una riproduzione solo visuale, come un ologramma babbano. Ma, se i Babbani avevano bisogno di un proiettore, questa magia non necessitava di nessun apparecchio: Severus non riusciva ad annullare il potere di quell'incanto.
Era proprio in trappola.
Le creature che avevano preso vita si erano lanciate contro Lucius con una furia inarrestabile: sembrava che l'unico scopo per il quale fossero stati portati alla vita fosse quello di fare a pezzi il loro creatore.
Stando bene attento a tener saldo l'otre sotto il braccio, si era dato alla fuga a tutta velocità.
Provò a Schiantare qualche mostro, ma erano incredibilmente resistenti, come se la loro pelle fosse rimasta di pietra.
Lucius non vedeva nemmeno quali porte stesse aprendo: i suoi inseguitori erano talmente veloci e feroci che sperava solo di riuscire a seminarli, ovunque si fosse ritrovato.
Passò attraverso una moltitudine di stanze, rovesciando qualunque oggetto potesse ostacolare le creature: aveva fatto inciampare un paio di centauri, e la caduta di uno dei draghi aveva bloccato gli altri per un paio di secondi, ma quelli continuavano a inseguirlo, saltando e scavalcando qualunque cosa si trovassero di fronte.
In una vastissima sala completamente bianca con al centro una vasca di liquido rosso scuro, davanti alla quale oscillava un enorme pendolo, Lucius era stato quasi artigliato da un'arpìa, mentre l'ascia scagliata da un goblin non lo aveva preso per un pelo in un'altra stanza, dove centinaia di pozioni erano poggiate su un tavolo in lengo scuro, sul quale pendevano, attaccate al soffitto, le pelli di molti animali, soprattutto rettili.
Si sentiva stremato, iniziava a rallentare, sentì che presto i mostri lo avrebbero raggiunto....
Mentre correva in un'ulteriore stanza, dove da un fuoco al centro del pavimento saliva l'immagine sfocata di due fenici che combattevano volteggiando su di un teschio umano, vide una porticina nera alla sua destra: era davvero troppo piccola perchè potesse passarci tutto quel branco furioso... perlomeno era certo che i draghi sarebbero rimasti fuori.
Con un'ultimo residuo di energia fece uno scatto verso la sua salvezza: spalancò la porta e vi si gettò all'interno.
Adesso galleggiava anche lui.
"Lucius?!" gridò stupefatta una voce distante.
"Se-Severus...?" ansimò Lucius. Ma non potè aggiungere altro: i suoi inseguitori erano caduti in quel vuoto, ruggendo e gracchiando stravolti; dopo pochi attimi di stordimento tuttavia ripresero, lentamente, ad avvicinarsi a Malfoy.
"AAAHH! Aiutami!" gridò rivolto al suo compagno.
Severus era scioccato da quella situazione. Al grido di aiuto di Lucius, però, rientrò in possesso della situazione. Vide che, anche se all'uscita attendevano molte altre creature, la porta era rimasta aperta.
Quelli entrati nella stanza dell'Universo, invece, galleggiavano grottescamente in direzione di Lucius, che faceva altrettanto, ma nel verso opposto, mulinando le braccia all'impazzata nel tentativo di separarsi dalle belve.
Un orco che, chissà come, era riuscito a entrare per la piccola porta, era arrivato a poca distanza da lui...ancora pochi metri e l'avrebbe portato con sè...
Fece la prima cosa che il cervello gli suggeriva: gli puntò contro la bacchetta e, accompagnato da un fascio di luce, il grosso mostro si ritrovò a testa in giù.
Severus allora cominciò ad agitare la bacchetta all'impazzata, e così faceva anche l'orco, travolgendo chiunque gli stesse intornò, girando all'impazzata.
"Questi mostri saranno anche immuni alle maledizioni inferte da un mago" pensò Lucius, guardando una delle arpìe che prima lo stavano per sfregiare cadere tramortita da un braccio vorticante dell'orco "Ma se vengono attaccati dalle altre creature risvegliate come loro non sono più così invincibili.
Severus!" gridò poi "il grosso ce lo siamo tolto di mezzo, ma fuori gli altri ci aspettano!"
Severus guardò in su, verso la porta, attraverso cui vedeva un paio di Giganti brandire le loro mazze, in attesa. Ciò di cui avevano bisogno era un diversivo.
"Al mio tre, Lucius, dobbiamo aprirci un varco fra quelli!"
Lucius non doveva farselo ripetere, sapeva esattamente cosa fare.
"Uno..." L'orco sotto l'effetto del Levicorpus iniziò a oscillare avanti e indietro.
"Due..." Lucius strinse più forte il prezioso Deathcraft a sè, mentre si preparava per l'incantesimo.
"TRE!" urlò Severus, e con un movimento identico a quello di Lucius, fece volare l'orco verso la porta, sulla quale comparvero molte crepe per il passaggio del grosso mostro.
I Giganti finirono a terra per l'urto con l'orco scagliato a tutta velocità contro di loro, e così facendo schiacciarono e travolsero molte altre creature dietro di loro; Lucius intanto aveva effettuato un incantesimo sulle loro armi primitive, che ora si agitavano verso gli altri per completare il lavoro di scompiglio che avevano cominciato i Giganti: era il caos più totale.
Con un ultimo incantesimo, Lucius e Severus vennero spinti verso il varco.
Diedero uno sguardo alla devastazione che avevano provocato. Si guardarono un momento, tesi....ma le loro labbra si incurvarono in un sorriso, e un momento dopo erano esplosi in urla di esultanza che rimbombavano per la camera.
Scampare a un branco di mostri infuriati mettendoli fuori combattimento e provocando molto disordine era stato, sotto certi punti di vista....decisamente divertente.
"Sai...mi verrebbe quasi da dire.... che lo rifarei ancora!" scherzò Lucius.
"Sono certo che, con tutti i guai che riesci a tirarti addosso, avremo altre occasioni per rischiare la vita" rispose Severus.
Lucius sorrise. Poi disse:
"Adesso come minimo sarà sulle nostre tracce tutto il Ministero. Dobbiamo sbrigarci, e sperare di uscire finalmente da qui".
"L'Incanto Quattropunti ha ripreso a funzionare. Se ho capito bene dovremmo andare di là" disse Severus, e indicò il Nord- Ovest.
"Andiamo allora" replicò Lucius, e spinse un'altra porta, nella direzione più vicina al Nord-Oves che ci fosse.
Quando entrarono rimasero di stucco.
Si erano ritrovati nella Sala delle Profezie.
"Ma...allora l'uscita non è lontana! Spostandoci ci siamo avvicinati sempre di più" esclamò Lucius al settimo cielo.
"Accidenti... ne è rimasto pochino, direi" mormorò Severus, guardandosi intorno: delle centinaia di scaffali che prima riempivano la stanza ora non ne rimanevano che una decina scarsa. La Sala era per gran parte vuota e desolata.
Lucius, sollevato per la loro vicinanza alla salvezza, aveva cominciato a guardarsi intorno, come se rivedere quel posto non potesse che fargli piacere.
Severus, invece, era più teso. Non erano ancora fuori.
"Bene, allora, muoviamoci a lasciare il Ministero. Ho già avuto abbastanza guai per stanotte" e si incamminò verso l'altro lato, dove si aprivano delle altre porte.
"Sbrigati Lucius" sbottò un pò irritato, visto che lui era rimasto a guardare un fila di scaffali. Ma non si mosse.
"Senti, ma ti sembra il momento di fare il turista? Vieni!" Però Lucius era ancora immobile.
Severus iniziò a preoccuparsi.
"Ehi, ma si può sapere cosa...?"
"Severus" mormorò Lucius, con una voce strana.
E Severus si bloccò. Sapeva già cosa stava per dirgli Lucius.
Sperava solo che non lo dicesse.
"Fà che non sia ciò che penso...ti prego, fà che non sia ciò che penso... mi hanno dato fin troppi problemi le profezie, fà che non sia ciò che..."
"Qui ci sono i nostri nomi"
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Colpo di scena, amici!
DUN- DUN -DUUUUUUNNNN!!!!
Uh.... però forse forse la dovrei chiudere questa FF, ora che ci penso. E' un pochino...uhm, boh!
Sono nelle vostre mani, mi dovete dire voi.
intanto, bye bye!