Ok, tenetevi pronte, questo è il 5° capitolo!
La storia qui si fermerà un pò, ma si inizierà a scoprire qualcosa della Profezia.....
--------------------------------
"I... nostri....nomi?" ripetè avvilito Severus.
Lo sapeva. Lo sapeva che era troppo bello per essere vero: quando sperava di riuscire finalmente a uscire da quello stupido Dipartimento, ecco che quello stupido Lucius trovava quella stupida Profezia!
Chi glielo aveva chiesto, poi? Chi gli aveva detto di mettersi a fissare gli scaffali? Era tutta colpa sua!
"Non mi sorprende che tutte le missioni in cui è coinvolto finiscano in un disastro! Non ha il minimo self-control..." pensava Severus rabbioso mentre si avvicinava a Lucius, che era rimasto immobile al suo posto.
Guardò il ripiano dov'era appoggiata la piccola sfera di vetro e lesse ciò che era scritto sull'etichetta ingiallita in una grafia tutta spigolosa:
P.C.D a G.G.
Deathcraft, Lucius Malfoy e Severus Tobias Piton
"D'accordo" pensò Severus sempre più avvilito "Siamo proprio noi".
Per un attimo aveva sperato che Lucius avesse sbagliato a leggere, o magari che si fosse trattato di un caso di omonimia! Invece si trattava proprio di loro. E anche del Deathcraft, come se non bastasse!
"Accidenti.... non poteva essere qualcosa di meno impegnativo?" riflettè di nuovo, furente.
Poi si accorse che Lucius lo stava fissando, e lo guardò di rimando: si accorse che era terrorizzato.
"Senti... Severus...." cominciò Malfoy esitante "Dici che dovremmo...?"
"Assolutamente no!" sbottò Piton "Non voglio averci proprio
niente a che fare, Lucius! Il nostro compito qui era un altro, non avremmo dovuto nemmeno passarci per questa stanza!" e così dicendo si voltò verso la porta. Era vero. Non voleva minimamente invischiarsi in quella faccenda. Aveva già provocato un disastro con l'altra Profezia, e non voleva altre morti sulla coscienza se poteva evitarlo.
Tantomeno non voleva mettere in pericolo altre vite che gli stessero a cuore.
"Ma... ascolta!" lo trattenne Lucius "Non capisci? Non capisci che potrebbe essere
estremamente importante? Magari è stato, come dire.... un colpo del destino farci trovare questa Profezia..."
Severus sbuffò.
"Insomma, io intendo dire che riguarda
noi, e anche lo stesso Deathcraft...E noi...noi lo stiamo per consegnare nelle mani del Signore Oscuro, ti rendi conto di cosa può significare? E se magari nella Profezia sta scritto che non dobbiamo farlo, o qualcosa...?"
"Che cosa vuoi dire, eh, Lucius?" gli chiese Severus con un ghigno "Non dovresti essere contento e onorato di poter servire il tuo Signore? Non ti rende felice l'idea che presto il potere del Deathcraft sarà a sua disposizione? Non sei tu, quello che dice di essere uno dei suoi più fedeli servitori?"
"Smettila." Disse Malfoy con voce improvvisamente ferma. "Tu lo sai bene che... la mia famiglia sta soffrendo a causa del Signore Oscuro. Nessuno di noi sta traendo qualche vantaggio da questa situazione, anzi...io non ho più... alcun legame con la
causa. Non è come l'ultima volta, Severus... le cose sono cambiate".
Tornò a guardare la Profezia.
Piton era sconcertato. Lucius gli aveva praticamente confidato la decisione di
abbandonare Lord Voldemort. Se l'avesse detto a qualunque altro Mangiamorte sarebbe stato immediatamente portato davanti al Signore Oscuro con l'accusa di alto tradimento. L'unica ragione plausibile che Lucius avesse per confidargli una simile idea era che forse...
sapesse.
Con la bocca secca Severus gli chiese "P-perchè mi stai dicendo questo?"
Lucius lo guardò improvvisamente preoccupato "Tu lo riferiresti all'Oscuro Signore?"
"No! Io... certo che no...." rispose subito Severus.
Era soltanto fiducia. Pura e semplice
fiducia. Improvvisamente si sentì un verme. Per Lucius lui era rimasto un caro amico, ed era disposto perfino a rivelargli un segreto di questa portata.... mentre lui per anni lo aveva snobbato, aveva sopportato quasi a fatica la sua presenza. Certo, era stato proprio Lucius ad iniziarlo presso i Mangiamorte, non aveva abbandonato le Arti Oscure ma non aveva nemmeno passato del tempo ad Azkaban dopo la caduta di Voldemort... Era un uomo obiettivamente
malvagio, arrogante e voltagabbana, e Severus avrebbe avuto tutte le ragioni per odiarlo..... Ma era stato anche un compagno leale nei suoi confronti e, ora che ci pensava, era sempre stato dalla sua parte fra i Mangiamorte e anche durante il periodo di pace.
A lungo andare, era cascato anche lui nell'errore che la maggior parte dei Grifondoro commetteva: il dimenticare che una persona, per quanto votata al male, è pur sempre un essere umano.
Lui stesso ne era la dimostrazione vivente.
E ora, guardando verso Lucius, vedeva soltanto un padre di famiglia, un marito, un uomo oppresso da una situazione troppo difficile ormai da gestire.
Un uomo che forse poteva aiutarlo nella battaglia contro Voldemort?
Questa domanda lo aveva colpito all'improvviso.
Non sarebbe stato tanto crudele da trascinare lui, Narcissa e Draco dal lato di Silente, magari condannandoli a morte certa.... Non poteva nemmeno essere sicuro della loro fermezza.... ma ora ecco che compariva quella Profezia sul Deathcraft, ed ecco che Malfoy gli esprimeva il suo stesso timore sul consegnare l'otre a Voldemort....
Se la Profezia avesse rivelato qualcosa di importante sul modo in cui l'Ombra poteva essere distrutta.... non sarebbe stato un passo in più per fermare il Signore Oscuro?....
"Severus?" lo aveva richiamato Lucius. Piton gli prestò di nuovo attenzione.
"Dicevo.... sono sicuro che
dovremmo davvero sentire cosa dice la Profezia. Pensa quello che vuoi, ma sento che dobbiamo".
Severus sospirò. Tanto valeva farlo, se era un'ulteriore possibilità contro Voldemort. Annuì, e vide Lucius rilassarsi.
"Dunque" attaccò Malfoy "Secondo te chi sono il Profeta e il Custode di questa... cosa?
P.C.D. e G.G..... ti dicono qualcosa?"
Piton riflettè. La data segnatasull' etichetta era il 1902.
Qualcuno aveva fatto una predizione su di loro quasi un secolo prima. Ammettendo che almeno uno di quei maghi fosse famoso, a chi potevano corrispondere quelle iniziali?
Gli venne in mente un piccolo indizio.... le date combaciavano....
"Io credo... che quelle due G... potrebbero essere le iniziali di
Gellert Grindelwald".
Lucius lo guardò un momento, poi disse: "E' probabile. Perchè se così fosse, allora P.C.D. potrebbe stare per
Pitia Cassandra Delphican".
Severus aggrottò la fronte. "Dovrei conoscerla?"
"E' stata una Veggente piuttosto capace" gli rispose Lucius semplicemente. "Credo che fosse una parente di Sibilla Cooman.... Sai, è lei che aveva pronunciato la...l'altra Profezia. Lei la conosci?"
"Sì, la conosco... Ora insegna Divinazione a Hogwarts" rispose Piton. Fu con un pò di difficoltà che si trattenne dall'aggiungere "Accidenti a lei e ai suoi antenati!"
In effetti non riusciva a capacitarsi che quella famiglia gli stesse procurando così tante disgrazie!
"La dovremmo... ehm... spaccare, adesso, o qualcosa del genere?" gli domandò Lucius. L'idea di fare altro rumore non lo convinceva troppo, e già gli pareva strano che fino a quel momento non fosse sopraggiunto nessun Indicibile.
Forse erano davvero così isolati dal resto del Ministero che nessuno li aveva sentiti.
"Direi di sì" fece Severus "E' l'unico modo che abbiamo".
"Allora... allora la rompo.... E' troppo importante...."
"Già... già, è così" Fu tutto quello che Piton riuscì a dire.
Lucius Malfoy posò l'otre del Deathcraft sul pavimento. La guardò, e poi fissò Severus.
Divenne improvvisamente più sicuro.
"Daccordo" disse, e scagliò la piccola sfera di vetro sul freddo pavimento della Sala delle Profezie.
Praga, 16 Novembre 1902
L'alta figura incappucciata si stava dirigendo con decisione verso uno squallido appartamentino in periferia. I muri scrostati dell'abitazione, i fumi della città, l'ombra del crepuscolo che si faceva strada oltre i tetti delle case e dei palazzi, con i loro mostri di pietra, rendeva ancora più tetro il profilo dell'appartamento.
Ma l'uomo non era spaventato, anzi: più si avvicinava alla casa, più il sorriso si allargava sul suo volto.
Era lì che avrebbe trovato le risposte.
Salì gli scalini interni del freddo palazzo diroccato. Sembrava impossibile che qualcuno potesse viverci, ma l'uomo sapeva che i maghi sceglievano sempre con cura i loro nascondigli....
Raggiunta la soffitta dell'edificio, bussò alla lurida porta di legno.
Gli aprì una donna sorridente piuttosto giovane, grassottella, dai lunghi capelli castani tutti scarmigliati e coperta di scialli e perline. Alle dita portava numerosi anelli e bracciali, e la testa era parzialmente coperta da una bandana. L’insieme della sua figura era decisamente eccentrico, ma il particolare più evidente era dato dagli occhi: erano di un celeste pallidissimo e luminoso, davano l’impressione che fosse cieca.
La comparsa dell’uomo avvolto nel mantello non sembrò minimamente stupirla…. anzi, sembrava che si aspettasse una sua venuta.
Scuotendo la testa con un sorrisino malizioso disse “Gellert. Gellert Grindelwald! Sei venuto finalmente. Sapevo che l’avresti fatto, ovvio, ma mi domandavo il momento in cui ti saresti deciso, ragazzo mio….Entra, ti prego. Io devo terminare un piccolo lavoro nell’altra stanza” e così dicendo sparì dietro una tenda in fondo alla camera.
La figura incappucciata avanzò, con il solito passo fermo, all’interno dell’abitazione, e si sfilò il mantello.
Era un giovane sui vent’anni dalla pelle pallida, coperta sul mento da un leggero pizzetto, con lunghi capelli biondo grano e luminosi occhi azzurri, che rispecchiavano ancora meglio del suo smagliante sorriso la sua palese felicità. Il suo trionfo.
“È passato del tempo dall’ultima volta, Pitia” considerò mentre guardava la grande stanza coperta di drappi e veli colorati “Ho saputo che hai avuto una bambina. Le mie felicitazioni”.
“Ti ringrazio, Gellert” disse una voce dalla stanza adiacente “Ma gradirei che non mi facessi complimenti non sentiti. Ho sempre odiato l’ipocrisia. Vuoi che ti prepari un tè, in attesa che ti decidi a dirmi lo scopo della tua visita?”
“Certamente… Preferisco parlare stando comodo, in un ambiente accogliente. Ho molto da raccontarti”.
“Non ne dubitavo” disse lei tornando dove si trovava Grindelwald “Ma ciò che più mi preme sapere è ciò che, vedo, tu stesso hai più voglia di raccontarmi.
Dimmi dunque…” continuò, diventando a un tratto seria “Ha avuto successo il tuo progetto?”
Il bel sorriso di Grindelwald si trasformò lentamente in un ghigno “Oh, sì, Pitia. Un successo che neanch’io credevo possibile”. ---------------------------
Eh, no, mi spiace. Non era questo il capitolo dedicato a ciò che la Profezia effettivamente dice.
Qui si inizia solo ad avviare ciò che nel prossimo capitolo spiegherò meglio, ossìa che cos'è questo benedetto Deathcraft e che predizione ha avuto la Delphican (notare il ricercato nome per una degna parente della Cooman
)..... Qui ho voluto approfondire ancora 1 pò il rapporto tra Sev e Lucius (per la serie: uomini con un pò di turbe mentali....)
Uh, sapete..... per quanto lo disegni in modi diversi Gellert esce sempre un gran pezzo di Marcantonio
...