| No. non ho scelto io di nascere e di vivere, ne avrei fatto volentieri a meno. È sempre stato tutto così complicato, ma poi sei arrivata tu a rischiarare la mia vita inutile. Tu. Bella come il sole, con la tua allegria, la tua dolcezza. Tu mi chiedevi sempre cosa mi avesse colpito di te. Di te tutto mi colpì. Ma soprattutto adoravo i tuoi occhi verdi e i tuoi capelli color del tramonto. Poi io ti facevo la stessa domanda, e tu ti divertivi a copiare la mia risposta baciandomi.
Eravamo giovani, avevamo solo 18 anni. Tutti ti prendevano in giro per il fatto che ti fossi innamorata di me. Me Severus Piton chiamato Moccius da quei stupidi Grifondoro. Per me eri stata una dono del cielo. Ogni giorno avevo paura. Eri troppo bella. Eri troppo per me. Ogni volta, avevo paura che tu mi dicessi: “non ti voglio più. Ho trovato qualcuno più interessante di te.”, invece no. Questo non è mai accaduto. Tu mi amavi sempre allo stesso modo e anche io.
Tu mi sei stata sempre vicina e mi hai impedito di fare tante cavolate e di questo te ne sarò sempre grato. Finita la scuola pensavo che sarebbe finito tutto, perché io volevo fare il professore di pozioni, tu volevi prendere un’altra strada. Ero triste. Mi sorprendesti ancora una volta, per amor mio facesti anche tu la professoressa. Piansi di gioia quando me lo dissi. Stavamo vivendo insieme, ogni attimo ogni momento. Eravamo felici, la nostra vita andava avanti senza mai uno screzio una parola brutta, e intanto il tempo passava e tu eri sempre stupenda. Poi qualcosa cambiò. Una visita dal dottore, la solita che facevamo sempre. Una notizia terribile. Eri malata, gravemente. Non ci abbattemmo. Avremmo combattuto insieme contro questa cosa terribile, avremmo vinto ne ero sicuro. Non andò così. La malattia ti stava distruggendo, ti stava corrodendo, dentro e fuori. Eri diventata pelle e ossa non ti potevi più alzare dal letto. Eri senza forze. Tante volte mi pregasti di lasciarti. Non volevi farmi soffrire. Ma io non ti avrei mai lasciato proprio in quel momento. Ti amavo. Per eri ancora la più bella. Anche se, i tuoi occhi non avevano più quella meravigliosa luce come il resto del tuo corpo, io non ti avrei abbandonata mai.
Il tempo passava ma tu non miglioravi mai. Eri sempre stabile. Questo un po’ teneva in vita anche me. Sapere che non soffrivi più di tanto. Tu dolore non ne sentivi. Eri semplicemente lì, un vegetale. Ogni volta che ti vedevo era una stretta al cuore, piangevo per ore chiedendomi il perché Dio mi avesse fatto questa. Poi capii, la vita non ti da mai niente per niente, e se non paghi quello che hai ti viene tolto con la forza. Ma io ero sicuro che tu saresti riuscita a combattare. Maledetta sorte potevi sconfiggerla.
Era una mattina, stavo insegnando come sempre ai ragazzi. Silente venne a chiamarmi. Mi catapultai nella nostra stanza. Eri lì. Ti stavi spegnendo le ultime tue parole furono queste: “Severus ti amerò per sempre. Non essere triste per me”. Poi più niente. Te ne eri andata per sempre. Mi avevi abbandonato. Non eri riuscita a vincere. I tuoi occhi chiusi la pelle candida, le tue labbra formavano un sorriso. Ti eri spenta felicemente, o forse era quello che volevi far credere. Piansi tante lacrime amare. Non mi capacitavo del fatto di non averti più. Nessuno poteva consolarmi. Nessuno. Mi chiusi in me stesso.
Due mesi dopo la tua morte, decisi. A che serviva la mia vita senza te? A niente. Volevo raggiungerti e in fretta. Presi una pistola e mi recai in giardino. Mi girai verso il castello.
- Addio Hogwarst. Addio a tutto e a tutti. Non vi dimenticherò mai. ma senza Margharet io non vivo.- le lacrime gli rigavano il volto. Punto la canna della pistola contro la tempia. Fu un secondo, premette il grilletto e BAM sparò. Cadde a terra. L’unica cosa che riuscì a sentire fu solo Silente gridare NO!
- ADDIO MONDO CRUDELE. ADDIO A TUTTI!-
Se ne era andato. Ora stava raggiungendo la sua Margharet per continuare ad essere felice con lei.
RAGA NON SE VI PIACERà LA HO BUTTATA GIù OGGI NELL'ORA DI ARTE. COMMENTANTE VORREI DEI PARERI
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