Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Shall we dance?

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S'agapò
view post Posted on 24/7/2011, 16:25 by: S'agapò




"Io posso insegnarvi come stregare la mente e irretire i sensi..." :pit4:
Bè, le parole come certe pozioni, possono fare quest'effetto, no? :)
Ancora grazie a tutte voi per i commenti!
E adesso siamo al giro di boa! Buona lettura!

Capitolo III


Corridoi affollati di persone, risate, grida, schiamazzi...
“Ecco. Se esistesse l’inferno sarebbe più o meno qualcosa del genere” pensò Severus Piton bloccato per l’appunto nel corridoio del primo piano, circondato da una moltitudine di studenti in preda all’euforia natalizia. La sua rispettabile autorità conferitagli dal fatto di essere un professore svanì allo stesso modo in cui erano misteriosamente sparite le radici di asfodelo.
L’unica cosa che lo rincuorava in quella situazione era il pensiero che il luogo che doveva raggiungere sarebbe stato sicuramente più tranquillo. Infatti la dispensa dove era solito immagazzinare molti degli ingredienti necessari per la fabbricazione delle pozioni, si trovava in un’ala del castello poco fequentata dove c’erano solamente delle stanze adibite al deposito di vari oggetti e alcune aule dismesse.
E Piton era certo che in quel ripostiglio avrebbe trovato quelle maledette radici necessarie per completare la pozione che ribolliva sulla scrivania del suo laboratorio.
Era quello l’unico pensiero che riusciva a distarlo dalla confusione che lo circondava mentre avanzava a piccoli passi tra la folla di studenti facendo ricorso a tutta la pazienza e alla tolleranza che possedeva in quel momento, sebbenel’idea di prendere la bacchetta e trasformare in un furetto quel ragazzino che passandogli accanto gli aveva appena pestato dolorosamente un piede era stata particolarmente invitante.
Infine, dopo quel lungo e sofferto tagitto, Piton si ritrovò finalmente nell’agognato coridoio del secondo piano che per sua immensa gioia era completamente deserto. Si diresse deciso verso la porta che gli avrebbe consentito di reperire quell’ultimo ingrediente quando la sua attenzione fu catturata da un forte profumo che aleggiava nell’aria. Si fermò un attimo chiudendo gli occhi e respirò profondamente. Liquirizia.
Si guardò attorno sorpreso: in quel periodo dell’anno Hogwarts poteva avere il profumo di biscotti appena sfornati, di abete, di neve fresca ma non certo di liquirizia. E lui adorava la liquirizia, ne teneva sempre qualche rondella nel cassetto della scrivania del suo ufficio ed era una delle poche ragioni che talvolta lo spingevano fino a Mielandia. Scosse la testa come se volesse scacciare via quel pensiero quando fu letteralmente travolto da un altro odore molto intenso. Profumo di libri. Era quell’aroma che si poteva tipicamente ritrovare in biblioteca, l’odore della carta e della pergamena invecchiata nel tempo sugli scaffali polverosi. Piton si portò una mano alla testa e chiuse forzatamente gli occhi. Che diamine gli stava succedendo?! Cos’era quella sensazione di…piacere…che si stava inesorabilmente impossensando del suo corpo e della sua mente?
Anche del suo corpo, sì , perché inconsapevolmente si stava avviando con un passo incerto verso quella che un tempo era stata l’aula di astronomia e dalla quale giungevano quegli invitanti profumi. Solo allora notò che la porta della classe era leggermente aperta e che da essa proveniva anche una travolgente melodia.
Quando aprì quella porta fu di nuovo investito da un dolce profumo che gli inebriò la mente…questa volta si trattava del delicato odore dei fiori di giglio.
Piton non ricordava che quella stanza fosse così luminosa e ampia ma forse quest’effetto era dovuto al fatto che i banchi che in passato occupavano ordinatamente la stanza erano stati ammassati lungo una parete: al centro dell’aula una trentina di coppie di giovani ragazze danzavano elegantemente seguendo le note di un valzer viennese che provenivano da un vecchio grammofono.
“Ah…professor Severùs Pitòn! “ esclamò Madame Maxime, la gigantesca direttrice dell’accademia di Beauxbatons, voltandosi verso l’uomo e storpiando con un terribile accento il suo nome. Solo in quel momento Piton notò che sullo stesso tavolo sul qualche era posato il grammofono vi era anche un barattolo dell’inconfondibile radice di asfodelo e un calderone contenente un fluido rosato che gorgogliava sprigionando nell’aria quella miriade di profumi che lo avevano così tanto affascinato.Solo allora Minerva Mcgranitt, la cui presenza era quasi impercettibile accanto alla mole Madame Maxime, mise un coperchio su calderone rompendo quell’incantesimo di profumi e di sensazioni che si era venuto a creare grazie alle proprietà seducenti dell’Amortentia. Il rumore provocato dalla chiusura della porta alle spalle di Piton lo fece sobbalzare e solo in quel momento l’arcigno professore di pozioni si rese conto di essere appena caduto in una diabolica trappola.
 
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39 replies since 21/7/2011, 00:52   413 views
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