Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Il primo giorno, Seguito de "La prima sera"

« Older   Newer »
  Share  
Camelia.
view post Posted on 5/8/2011, 23:58 by: Camelia.




Ho trovato finalmente il tempo di proseguire, anche se il capitolo è breve. Spero di andare avanti con il primo giorno di Severus al più presto :)


Capitolo 2


L’acqua era fresca, trasparente, pulita.
Severus rimase a torso nudo, mezzo insaponato, a osservarla. La lasciò scorrere dai rubinetti, ascoltandola scrosciare, sentendola gorgogliare nel risucchio dello scarico. Chiuse gli occhi e inspirò, sempre più lentamente, la pelle inumidita che rabbrividiva ad ogni movimento dei suoi polmoni, godendosi quel rumore che pareva lavare via dalla sua mente il ricordo della miseria di Spinner’s End in cui aveva vissuto fino al giorno prima. Una miseria che non era la sola povertà materiale, ma qualcosa di più disumano, la disperazione della solitudine e della paura.
Tobias.
Un’onda bollente e selvaggia si sollevò dentro Severus al pensiero che non avrebbe visto suo padre per mesi; le labbra si stirarono in un sorriso trionfante.
Eppure sentiva che quell’uomo poteva nuocergli anche da lontano. Era un babbano. Il che faceva di lui, Severus, un mezzosangue.
Aveva potuto assaggiare la sera prima quanto fosse importante, essenziale, la purezza di sangue nella sua Casa; aveva avuto a che fare con poche persone, è vero, ma il campione era stato assolutamente unanime sulla questione del sangue e delle famiglie.
Ancora con gli occhi chiusi, strinse la saponetta tra le dita.
Se proprio doveva essere un mezzosangue, sarebbe stato meglio che il babbano fosse sua madre, almeno così lui non avrebbe avuto un cognome così traditore delle proprie origini.
Riaprì gli occhi e vide il proprio volto affilato nello specchio, incorniciato dai capelli lisci.
Oppure, ancora meglio, sarebbe stato magnifico avere il cognome di Eileen! “Mezzo Prince” l’aveva apostrofato Mulciber la sera prima, con il rispetto e la deferenza nella voce.

“Severus Prince” mormorò, osservando il movimento delle proprie labbra riflesso davanti a sé.

Suonava bene, accidenti se suonava bene. “Prince”… Vide la delusione afflosciargli tutti i muscoli del viso.
No, “Piton”. Severus Piton, così si chiamava lui.

Un brivido più forte gli ricordò di essere ancora mezzo nudo e bagnato; posò la saponetta e si accorse di avere del sapone sotto le unghie, l’aveva stretta troppo forte.
Era stato il pensiero di suo padre, si disse stizzito, doveva imparare a chiuderlo fuori da sé, doveva diventarne impermeabile. Nessuna parte del suo corpo doveva minimamente reagire al pensiero di Tobias, senza che lui ne fosse cosciente.
Tolte le morbide schegge di sapone dalle unghie, riprese a lavarsi, aprendo anche il rubinetto dell’acqua calda. Prese da sotto il lavandino un asciugamano pulito -ovviamente color argento e verde e con lo stemma di Serpeverde- e vi si avvolse. Com’era morbido, ed era anche piacevolmente tiepido! Probabilmente gli elfi domestici incantavano gli asciugamani dopo averli accuratamente piegati e ordinati in fila.
Severus affondò il volto nella spugna soffice e quando ne riemerse sussultò. Su un angolo, a lucidi ricami argento, era apparso il suo nome. Stupito, osservò le lettere eleganti, combattuto tra la meraviglia di quella magia inaspettata, l’orgoglio del proprio nome ricamato a identificare una proprietà e il ribrezzo per il proprio cognome che scintillava beffardo sotto i suoi occhi.
Qualcuno si prendeva gioco di lui!
Aveva appena preso la risoluzione di cancellare suo padre dalla mente e un asciugamano (!!!) si prendeva il gusto di sbatterglielo sotto il naso.
Si morse un labbro e serrò gli occhi. No, stavolta non avrebbe ceduto. Doveva essere superiore, quella magia lo stava mettendo alla prova… Lui avrebbe vinto, perché voleva vincere quella sfida lanciatagli dal caso.

Era solo un cognome e lui era molto di più.

Non sarebbe rimasto incastrato nelle cinque lettere del cognome di suo padre, non erano che segni, semplici segni.
“Io sono Severus” si disse con forza. “Io sarò un grande mago e i grandi maghi affrontano sfide molto più grandi di questa.” Immaginò duelli, draghi, magie complesse, pozioni terribilmente complicate, incantesimi potentissimi e micidiali.

Improvvisamente, la pochezza del sentimento che lo aveva investito nel leggere il proprio cognome gli apparve nella sua giusta dimensione. Non era niente, ora era in grado di guardarlo a distanza e poteva chiaramente vedere quanto fosse minuscolo, inconsistente.
E se era riuscito a farlo valere per sé, ci sarebbe riuscito anche con gli altri, tutti gli altri, chiunque altro.
Aggrottò la fronte, deciso.

Severus non lo sapeva, ma pochi bambini di undici anni sarebbero stati capaci di uno sforzo mentale del genere, in pochi secondi. Pochi davvero avrebbero avuto la lucidità di immaginarsi adulti e percepire come “cosa di poco conto” quella bagatella da bambini.
Ma Severus era diverso da tutti gli altri bambini della sua età e presto sarebbe stato evidente a chiunque.

Abbassò lo sguardo sull’asciugamano e una strana pace gli invase tutto il corpo. Lo posò e, come toccò il piano d’appoggio sotto il lavandino, l’asciugamano si piegò da solo, lasciando un lembo piegato, il lembo con il suo nome.
Sorrise, con la determinazione negli occhi.
Sì… lui, Severus-Mezzo-Prince, avrebbe trovato il modo di vincere quella magia.



 
Top
37 replies since 1/7/2011, 23:47   671 views
  Share