Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Leave a Light on., someday it will be time to face the truth.

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Bro<3
view post Posted on 12/12/2010, 23:39




Salve.
PREMESSA: Sono nuova, lo sapete di certo. Non so ancora come funziona esattamente qui. Spero che sia il posto giusto dove postare la mia Fic.

è la prima FF in assoluto che ho il coraggio di postare, nonostante ne abbia scritta più di una. Credo sia giunto il momento di vedere che ne pensate.

Ecco a voi.

PS: Probabilmente non rispetterò tutti gli avvenimenti in ordine temporale e logico visto che la protagonista l'ho creata dal nulla e l'ho infilata nella storia senza troppi complimenti.
Critiche e consigli sono sempre graditi.

This is what you are.

Può un semplice avvenimento di natura indefinita cambiare la vita di un essere umano?
Può una semplice notizia sconvolgere l’esistenza di qualcuno?
Può un incarico qualsiasi avere ripercussioni nette sul modo di essere di un qualsiasi individuo?
Se tutte queste domande fossero state fatte ad America Evans, circa 7 anni fa, avrebbe risposto di no. Ora l’unica risposta che potrebbe venirle alla mente è “certamente”.

Mi chiamo America Evans. È quasi tutto quello che so a proposito di me stessa.
Non so nemmeno chi siano i miei genitori. O meglio ho una mezza idea di chi sia mia madre, perché porto il suo cognome, ma non so nulla su mio padre.
Sono la sorellastra di Harry Potter. Ebbene si. Sono la sorellina bastarda del ragazzo che è sopravvissuto. Non è mai stato un peso per me. Lui ha potuto godere dell’affetto della mamma, io sono stata messa in orfanotrofio, poco dopo la mia nascita. La notte in cui Colui-che-non-deve-essere-nominato uccise mia madre e James Potter, ero altrove. Troppo piccola per ricordare dove fossi, cosa successe, per sempre grata di non trovarmi in quella casa.
Sono cresciuta in un orfanotrofio (credo di averlo già detto) e non mi è mai stato fatto mancare nulla. Sfatiamo il mito degli orfanotrofi dove i bambini sono trattati come piccole bestie, trascurati e denutriti. Io sono cresciuta bene, in mezzo alle attenzioni di persone che si sono sempre prese cura di me.
Nonostante la mia infanzia rilassata (non posso usare l’aggettivo felice perché mi è pur sempre mancato l’affetto dei miei genitori) il ricordo più bello, la prima volta in cui mi sono sentita forse veramente felice, risale a un po’ di anni fa. L’afa di luglio toglieva il respiro. Ero stesa sul mio letto a leggere un libro e ascoltavo le chiacchiere di due compagne di stanza che parlavano di cotte o cose del genere. Quando la porta si aprì, l’aria pesante scivolò dentro la stanza come un serpente minaccioso. Mi voltai. Il rettore dell’orfanotrofio mi fece cenno di seguirlo. Chiusi il mio libro, saltai giù dal letto e lo seguii. L’ufficio del rettore era verde smeraldo, con alti scaffali, contenenti libri e documenti, una semplice e ordinata scrivania al centro della stanza e due poltrone davanti ad essa. I miei occhi di undicenne ingenua si poggiarono sulla schiena di un uomo seduto su una delle due poltrone.
“Siediti Amy.” Il rettore era come un vecchio zio per noi bambini dell’orfanotrofio. Lui e sua moglie si prendevano sempre cura di noi e amano usare diminutivi, chiamandoci. Una volta seduta potei guardare meglio i tratti dell’uomo seduto accanto a me. Aveva una lunga barba argentea, occhiali a mezzaluna sulla punta del lungo naso irregolare e occhi semplicemente sbalorditivi. Non per il colore o la forma, piuttosto avevano qualcosa di calamitico, una forza estranea impossibile da ignorare. Sorrideva, con la sua bocca sottile, simile a un taglio tra la folta barba e a intervalli regolari mi fissava da sopra gli occhiali.
“Amy, ho delle notizie per te. Per prima cosa ti presento Albus Silente.” Quando il rettore ebbe finito di parlare, fissai deliberatamente Silente e soppesai il suo sorriso. Devo ammetterlo, già a 11 anni sapevo il fatto mio. Porsi la mano e lui me la strinse in modo deciso.
“America, giusto?”
Io annuii. Restai in ascolto. Il signor Silente aveva una voce strascicata, ma non stanca, interessata e carica di aspettative.
“Presuppongo che tu non sappia chi siano i tuoi genitori. E posso immaginare la quantità di domande che avranno affollato la tua giovane mente” mi fissò da sopra gli occhiali, valutando la mia espressione, giudicandola interessata, proseguì “Posso darti oggi delle risposte. Bada bene, sono risposte a metà e di questo mi rammarico anche io. Nessuno ti dirà mai chi sei, tuttavia posso dirti con estrema facilità cosa sei. America tu sei una strega. Hai poteri speciali, poteri magici che nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts ti insegneremo a dominare ed utilizzare. A questo ci dedicheremo in seguito, però. Ho, infatti, altre notizie per te.
Conosco il nome di tua madre. Era una donna estremamente coraggiosa e dotata, una strega magnifica, con grandi occhi verdi, come i tuoi e lunghi capelli rossi, il suo nome era Lily Evans. Hai preso da lei il tuo cognome, e probabilmente anche parte dei tuoi poteri..”
Avevo colto una vena di nostalgia nella voce dell’uomo. Mi affrettai ad alzare la mano.
“Signore, perché parla di mia madre al passato?”
“Vedi, America, tua madre ha dato la vita per difendere e salvare tuo fratello, Harry James Potter. Penso che tu non abbia mai sentito parlare di lui, tuttavia scoprirai chi è. Frequenta la tua futura scuola, attualmente al 2 anno.”
Silente attese prima di continuare. Sembrava volermi dare il tempo di capire bene, di metabolizzare la notizia appena ricevuta. Non fu un dolore stravolgente per me. Non ho mai vissuto con una madre presente. Mi colpì la storia di Harry Potter, che non conoscevo ma che percepivo essere importante, dato il tono con cui ne parlava Silente.
“Amy” era il rettore ora a parlare “questa è la lettera di ammissione ad Hogwarts. Il professor Silente si occuperà di farti avere in seguito i dettagli. Manderà qualcuno a prenderti se acconsenti ad andare.”
Rimasi in silenzio e portai le mani davanti agli occhi. I miei lunghi capelli neri, lucidi, divisi in due attente e curate metà si divisero e schermarono il mio viso come due delicate tende. Silente rimase in silenzio tutto il tempo. Quando alzai gli occhi, una scintilla passò nei suoi e io mi alzai e dissi:
“Posso partire anche subito”

Edited by Bro<3 - 13/12/2010, 14:57
 
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Lascivia Lesage ~
view post Posted on 13/12/2010, 02:13




sembra interessante come inizio, ma credo di non aver afferrato una cosa...
Credevo che America fosse più grande di Harry.. se Lily è morta quando Harry aveva un anno, come ha fatto Lily a partorirla a 3 anni di distanza dal fratello? Forse mi sono confusa io leggendo la storia, oppure ci sarà sicuramente una spiegazione più avantixD

 
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Bro<3
view post Posted on 13/12/2010, 03:07




Si, per quella spiegazione ci sarà tempo. Servirà un pò di pazienza =) Non voglio anticipare niente...
=3 (è tutto perfettamente calcolato.^^)
 
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Bro<3
view post Posted on 13/12/2010, 15:00




C'era un'incongruenza, scusate ma io e la matematica non andiamo troppo d'accordo e il chap l'ho scritto a notte fonda. Ringrazio Lascivia che me l'ha fatta notare ;), ho modificato, spero che così sia più chiaro.

Era effettivamente impossibile che Harry fosse al 4 anno e America avesse 11 anni se Lily l'ha avuta dopo Harry. Scusatemi ancora, errore mio.

Eli.
 
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3 replies since 12/12/2010, 23:39   59 views
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