» Natale A Malfoy Manor
Genere: comico/demenziale; parodia (a tratti punteggiato di macabra ironia xD).
Rating: Verde limpido
Personaggi: DeathEaters!
Avvertenze: non mi vogliate male, è un tentativo mal riuscito di far ridere! ç_ç
Giorno di Natale, festa che odiavo per il clima allegro e giocoso, ma il Mio Signore aveva indotto una lussuriosa festa nella villa di famiglia, erano tempi lieti per i Malvagi e quel party cascava proprio a pennello.
Guardai con riluttanza il mio riflesso allo specchio, come se non bastasse l’Oscuro aveva ordinato a tutti noi Mangiamorte di indossare un orrendo costume da elfo verdognolo, a sottolineare la legittima nostra inferiorità a lui, il Sommo, che avrebbe sfoggiato un travestimento da Santa Claus con tanto di barba e cappello con il pon pon.
Cercando di nascondere la vergogna, ripetendomi mentalmente che Lui era l’Unico, l’Eccelso e che ogni suo Verbo era IL Verbo e, per quanto assurdo, era legge, scesi le scale raggiungendo la sala da pranzo vittoriana decorata per l’occasione in modo macabro per la normale tradizione natalizia. Una figura umana incosciente fluttuava a mezz’aria sopra la tavola imbandita, travestita da angelo nero; gli alberi di Natale contavano la presenza di una miniatura del Marchio Nero alla sommità, imitazione molto più lodevole di quelle insignificanti stelle comete tradizionali. Gli elfi domestici che squittivano terrorizzati per il locale, indossavano completi da renne squartate e della neve magica macchiata di sangue cadeva senza infrangersi sul banchetto in modo ipnotico. Persino Nagini era addobbata a dovere: attorno al suo corpo lungo e sinuoso era stato avvolto con maestria un festone dorato che scintillava in modo sinistro ad ogni movimento delle sue minacciose spire.
“Bellatrix, mia cara! Sei arrivata, avanti accomodati lì in centro al fianco di Lucius!” disse la voce fredda e acuta del Mio padrone, che risuonò nelle mie orecchie come una Carola di buon augurio.
“Certo mio Signore!” risposi adulante, mentre come in trance mi accomodavo accanto al marito di Cissy, seduta all’altro lato di Lucius.
“I Cracker!!” disse Voldemort entusiasta, offrendo l’estremità di una caramella d’argento ad un riluttante Piton anch’egli adornato con cappellino elfico e orecchie a punta, che non osò opporsi e tirò. Con un sonoro strappo la confezione si aprì rivelando un serpente di gomma, una bambola woodoo con le fattezze di Potter e una maschera di Voldemort stesso.
“Chi la vuole?” chiese l’Oscuro in tono solenne, sventolando la riproduzione del suo volto con una mano e con l’altra scostando la punta del cappello rosso che gli era finita sugli occhi.
Molti seguaci alzarono timidamente il braccio, più per timore che per volontà, guardandosi intorno di sottecchi come per chiedersi se il troppo potere non avesse fatto saltare qualche rotella al loro malefico Padrone.
Mi sbracciai, con più entusiasmo degli altri, guardando delirante il Sommo, il Solo, l’Onnipotente.. “Io mio Signore, io la indosserò con onore!” articolarono le mie labbra con voce tremante d’ammirazione maniacale.
Voldemort rise, in una lugubre parodia della risata bonaria di Babbo Natale, lanciando con noncuranza la maschera in alto sopra la tavola… Subito i Mangiamorte iniziarono a spingere e saltare nel tentativo di afferrarla, usando ogni genere di violenza e aiutandosi con forchette e coltelli per infilzarsi i palmi tesi delle mani…
Afferrare quella cosa voleva dire gloria…
E SPLASH!
Con uno schizzo ad onda d’urto il faccione plastificato del nostro Signore precipitò nella zuppa di Ippogrifo, macchiando tutti i commensali di sugo e affondando lentamente come un Titanic in miniatura, sotto gli sguardi terrorizzati dei presenti. Un silenzio premonitore calò sulla tavola imbandita, interrotto solo dai mugugni di Avery e Yaxely che si estraevano le posate dai rispettivi palmi e dal rumore di sedie che grattavano il pavimento, mentre tutti quanti riprendevano posto, facendosi sempre più piccoli, come a voler diventare parte integrante dei ricami della tovaglia. Piton ebbe il buonsenso (e mi duole molto ammetterlo) di ripulire la maschera e adagiarla nuovamente sul tavolo, appoggiata ad una bottiglia di vino, e forse fu questo che fece abbassare la bacchetta a Voldemort che l’aveva rapidamente sfoderata preannunciando una strage imminente.
“Molto bene, indegni e inutili seguaci… Non vi ucciderò! A che pro festeggiare le vittorie in solitudine?” disse gelido il Sommo, parlando con voce di scherno e squadrando con un ghigno malefico i presenti che deglutirono intimoriti. “E poi, soprattutto, non avrei più nessuno da Cruciare dopo il dessert.. Chissà a chi toccherà questa volta? Avadakedà, Crucì e Morsmò, tre Mangiamorte io Crucierò..”
E liberò nell’aria la sua soave risata malefica, quel suono idilliaco che mi eccitava più del corpo nudo di Rodolphus. Le mie labbra tremarono e l’occhio destro mi incominciò a pulsare, mentre con sguardo delirante mi godevo la carica erotica di quel momento.
Finalmente il banchetto ebbe inizio, un pranzo coi fiocchi preparato dalle mani di quei sudici ma utili schiavi, che zampettavano frenetici ancora più goffi nei loro costumi da renna. Le prime portate si esaurirono in fretta, senza ulteriori inconvenienti e pian piano arrivammo all’evento tanto atteso, il dolce: Pudding Oscuro.
“Prima del dessert, direi che possiamo scambiarci i regali.. Io vi consegno il mio, miei devoti Mangiamorte! Vi concedo l’onore di vivere, nonostante la metà di voi sia marcia e impura!” disse Voldemort beffardo, mentre apriva le braccia in segno di benevolenza. “Quanto è grande la misericordia di Lord Voldemort, nevvero?”
“Troppo Mio Signore” mormorai sibillina, sorridendo ebete a Lui, il Solo, il Migliore, il Grande. “Ma godete appieno dei nostri regali, la famiglia Black si è impegnata tanto per lodare il Signore”
In fretta estrassi la mia confezione di legno intarsiata, perfetta copia di quelle in mano a Lucius e Narcissa. Aprimmo il coperchio e ci prostrammo adulatori verso il nostro Padrone. “Portiamo in dono Oro, Incenso e Mirra.. Per simboleggiare la regalità, la divinità e l’essere stato uomo del nostro eccelso Signore!” mormorai solenne.
“Vedo che i Black hanno imparato come glorificare la mia magnificente persona”asserì con un ghigno il Magnifico, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime di soddisfazione.
“Sempre Mio Signore, la mia famiglia sa cos’è opportuno” balbettai tirando su col naso.
“Eccellente, cos’avete da offrire in dono?” disse Voldemort rivolto al resto dei commensali, unendo le dita davanti al volto.
Gli altri Mangiamorte estrassero timidi i loro doni, consapevoli di non poter eguagliare quelli dei Black e apparsero oggetti stravaganti di tutti i tipi, tra cui un perizoma nero che recitava “Mudblood Sucks” (di cui nessuno misteriosamente reclamò la proprietà) e la riproduzione in miniatura di Silente che precipitava stecchito dalla Torre di Astronomia (il che divertì molto l’Oscuro).
“Bene miei fedeli Mangiamorte! Possiamo finalmente passare al Pudding! Chi troverà la zanna di drago nella sua fetta, potrà Kadavrizzare la nostra ospite!” eruppe acuto e ironico Lord Voldemort, l’Eccelso, una volta fatti sparire i regali. “Codaliscia, avanti, distribuisci il dolce!”
E Minus, squittendo e strisciando esattamente come un topo (o un verme) eseguì. Calò il silenzio mentre ognuno consumava con avidità la propria porzione, rotto solamente dal rumore delle posate sul piatto, fino a quando con voce acuta Alecto gracchiò: “Mio Signore, l’ho trovata!”
Ed esibì orgogliosa la Zanna di Drago incrostata di cioccolato.
“CODALISCIA!!” tuonò l’Oscuro con ira, fissando con astio velenoso il suo schiavo indegno. “Che terribile mancanza, al posto della mano, avrei dovuto donarti un cervello funzionante! TI AVEVO DETTO CHE DOVEVA FINIRE NEL MIO PIATTO!!!”
Codaliscia squittì qualche parola incomprensibile e si ripiegò su se stesso, diventando tutt’uno con il tavolo, come schiacciato dal solo sguardo mortifero del padrone.
“Ma la nostra cara Miss Carrow cederà la sua fetta al Suo Signore!” esclamò Voldemort con poca gentilezza e una smorfia che doveva rappresentare un sorriso di cortesia.
“Ma veramente.. Mio Signore, insomma! L’ho trovata io!” piagnucolò l’insolente donna corpulenta, piegando le labbra sottili in una smorfia contrariata.
“Ma.. Ma certo” aggiunse subito, dopo aver incrociato lo sguardo dell’Oscuro, che emanava dardi saettanti.
“Molto bene! Allora… AVADA KEDAVRA!” mormorò puntando la bacchetta verso l’angelo inerme, che atterrò rumorosamente sulla tavola, giacendo immobile come un pupazzo di pezza.
“Nagini,
BUON NATALE!”
Fantasticaaa!