Vespertili@ |
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| E' il secondo libro dell'autrice che leggo (l'altro è "Che fine ha fatto Mr. Y") e, a dispetto delle recensioni che ho letto sul web, non l'ho trovato ne insulso ne noioso.
"Giovani brillanti cercasi per grande progetto"
Inizia così la storia per sei ragazzi laureati e già disillusi del mondo. Rispondono all'annuncio e si ritrovano catapultati su un isola, dove c'è una casa e nulla più. Vivendo le prime ore con la paura di scoprire chi si è preso il disturbo di portarli lì senza il loro consenso e perchè, non trovando nulla e nessuno di pericoloso, passano il tempo a cucinare, raccogliere legna per il caminetto, raccontandosi i pensieri, le paure e le fantasie più inconfessabili. I protagonisti si pongono in quell'atteggiamento di attesa che comunque è tipico dell'essere umano: se non è scosso da un'immediata questione contingente, l'animale uomo si adagia ed attende che accada qualcosa. La realtà si fa strada in loro con la scoperta di uno scantinato, basso e muffito, in cui hanno rinvenuto un vecchio e logoro letto in metallo. Subito si sono chiesti a chi era destinato. Ma la verità si affaccia in tutta la sua crudeltà quando uno del gruppo riesce ad aprire la botola della soffitta, scoprendo lo scopo per cui erano stati portati lì.
Mi è piaciuta la profondità dell'autrice nel descrivere il mondo interiore dei protagonisti, ma soprattutto mi ha sorpreso il finale: dopo aver partecipato dei loro sogni, paure ed amori, ti aspetteresti il salvataggio finale nello stile: "e vissero tutti felici e contenti". Ma in agguato c'è sempre un imprevisto che rimescola le carte in modo insospettato. Prorio come nella vita reale.
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