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Royal trilogy: Life is a War, One Shot Conclusa

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Lete Lyoness
view post Posted on 24/3/2010, 15:49




Royal trilogy: Life is a war







Regina fa un passo avanti, assorta. No, non va bene. Avanza ancora di due, tre passi -in modo da essere proprio di fronte ad Alfio Bianchi, insomma- e sbuffa infastidita da quella vicinanza. «Splendida giornata, nevvero?» le chiede l’ufficiale sorridente. Regina lo zittisce con un’occhiata di superiorità e si volta lenta verso l’unico, vero uomo della sua vita. Sergio è così bello in quella posa, con la fronte corrucciata e gli occhi socchiusi... E’ davvero fortunata a essere la sua preferita.

Schiocca le labbra soddisfatta. Bene, Alfio ha capito che non tirava aria e si è ritirato. Si volta lentamente verso sinistra dove nota uno sparuto soldatino che, impacciato, saltella da una gamba all’altra. E’ così piccolo... «Allora, sei pronto alla battaglia?» domanda in modo gentile. Beh, in fondo è sempre Regina, deve rincuorare le sue truppe. Il ragazzino – giovane e inesperto – le sorride imbarazzato, si sistema l’elmo che era calato sulla fronte, si mette sull’attenti. «Signorsì Signora! Siamo pronti allo scontro e alla lotta fino all’ultimo di noi!» Regina sorride compiaciuta, apre il ventaglio e si fa un po’ aria mentre, sognante, torna a fissare il suo vero amore. «Oh, molto, molto bene. E’ bello vedere una tale dedizione al proprio Regno». Il soldatino sorride soddisfatto, gongola un po’ e estrae la corta spada. «Lo promettiamo! Riusciremo a sconfiggere il nemico e ci impossesseremo del campo di battaglia!» Uff, che noia. Regina chiude stizzita il ventaglio e si volta accigliata verso l’interlocutore. Certo, all’inizio è anche bello scambiare due chiacchiere con i Soldati Semplici. Il brutto è che subito si gasano. «No mio caro. Tu non vincerai proprio nulla. Perché credi di essere stato messo in prima fila? Sarai il primo a morire, il primo a essere sacrificato, l’ultimo ad avere gloria e onore in caso di vittoria. Io, io trionferò! Sai chi sono? Sai come mi chiama il nostro dio? Regina, la sua preferita! Io trionferò in questa battaglia, non tu! Io conosco le arti magiche per sconfiggere il nemico mentre tu, tu cosa possiedi come arma di offesa? Quel misero spadino...». Il soldatino trema, piagnucola un po’, si volta disperato verso i compagni d’armi e chiede conforto. Nanerottoli senza spina dorsale pensa Regina altera.

Fa qualche passo verso destra. Oh no! Quell’antipatica di Blanche! «Salve, Regina». «Oh, Blanche! Da quanto tempo...» le sorride falsamente di rimando, masticando un’imprecazione.«Domenica scorsa?» le domanda l’altra Dama, lisciandosi l’elegante vestito. «Sì, domenica» conferma lei, lanciando occhiate scettiche ai fiocchi chiari e vezzosi che adornano il vestito della nemica. «Ti trovo sciupata mia cara... forse qualcosa non va?» Blanche le accarezza un gomito con fare falsamente materno «Tutto benissimo invece. Tu piuttosto, con la tua carnagione, lo sai, non dovresti muoverti». Regina ridacchia dietro il ventaglio notando le pallidissime gote dell’altra imporporarsi leggermente. «Già, beh, non tutte hanno la fortuna di avere la tua abbronzatura» Brutta-troia-razzista. «Gli uomini amano la pelle scura. Sergio, almeno, la ama. E io sono la sua preferita, sai?». Blanche si volta scettica verso il ragazzo che, adesso, sta ridendo romanticamente a una battuta poco simpatica della moglie. «Dici? Beh, Cristina, la nostra amata dea, invece preferisce la pelle lattea, nivea. Sembra più... aristocratica, ecco.» Regina squadra con aria scettica quella sciacquetta che Sergio ha avuto la disgrazie di sposare. «Aristocratica dice? Beh, qui siamo su un campo di battaglia, non servono a molto le buone maniere». «Le buone maniere servono a distinguere una Dama da una... oh! Guarda! Abbiamo conquistato una vostra Torre». Blanche indica un punto abbastanza lontano del campo dove un elegante destriero bianco s’impenna felice per la distruzione causata e un denso fumo sale dalle macerie della Torre Est. Regina si morde un labbro e stringe convulsamente il ventaglio, terribilmente irritata. «Scusa, devo andare!» Cinguetta poi Blanche, dirigendosi minacciosa verso il piccolo soldatino di prima.

Oh, dannazione!

La Torre, la Torre di Est! Come faranno adesso? Hanno esposto completamente il fianco destro, lasciando un pericoloso spiraglio per il nemico! Sospira rincuorata. Un soldatino ha ucciso il destriero di Blanche e adesso, gasato, lo sta facendo a pezzi e lo distribuisce ai compagni d’armi. Però suo marito così rimane del tutto scoperto agli attacchi nemici. Potrebbe essere ucciso da Alfio, in fondo è sulla sua traiettoria e... «Non dovete corrucciarvi, Regina» La dama si volta veloce, incontrando lo sguardo profondo e sicuro del prelato giunto alle sue spalle. «Sua santità, la prego...!» Mormora agitata. «Abbiate fede, Regina. La volontà di Sergio, nostro unico e vero dio, trionferà. Non vi fidate più di lui forse? Proprio voi, la sua prediletta?». Il Vescovo (1) Cristiano fa il segno della croce sulla sua fronte, benedice il campo, si sposta appena di lato e, con il bastone pastorale, spacca la testa a un soldato dell’armata nemica. Regina chiude la bocca, fissa l’espressione concentrata di Sergio. «Lei crede che vinceremo?» domanda poi, leggermente rassicurata, mentre il soldatino soffre gli ultimi spasmi. «Ne sono certo». Il Vescovo pulisce lento il bastone sul mantello scuro, apre il breviario e inizia a declamare sottovoce qualche passo. «E mio marito? Mio marito come sta?» Regina si volta verso il marito che, adesso, risulta protetto dalla Cavalleria. «E’ al sicuro al momento, non avete nulla da temere» riesce appena a dire il Vescovo un attimo prima di sparire dalla vista della Dama.

Regina muove qualche passo apparentemente a vuoto, intima gli avversari, evita la perdita di quell’insulso nanerottolo di prima, osserva da lontano il corpo esamine di Alfio –deve ricordarsi di dare un aumento al Vescovo Ebreo, lo merita proprio dopo aver ucciso quell’impiastro. Si volta di lato, sorpresa di vedere avvicinarsi lui. «Oh, Kaku (2)! Qual gioia vederti!» L’ufficiale le fa un inchino veloce, controllando con la coda dell’occhio che Blanche non lo veda. «La gioia è mia, Regina, anche se, devo ammettere che preferisco le circostanze clandestine in cui ci incontriamo ogni notte che queste, su due schieramenti diversi» mormora poi, lanciando occhiate severe al campo di battaglia, spogliato di molti guerrieri, e all’Inferno, arricchito di nuove anime. «Oh, Kaku! Tuo fratello Alfio è stato così cattivo con me prima! E hai visto la nostra Torre Est? Perduta, l’avete conquistata! Cosa ne sarà adesso di me e di mio marito?» Regina piagnucola, estrae un elegante fazzoletto dalla tasca, si tampona appena il naso. Kaku le tende la mano ma quei pochi passi che li separano impediscono un contatto fra i due. «Regina, lo sai che non posso fare alcun tipo di preferenze sul campo. Stanotte, se vorrai...» «No, non vorrò se uccidi il mio Cavallo!» Regina stringe il pugno lungo il fianco mentre, con l’altra mano, indica l’elegante destriero che respira concitato poco lontano da loro. Kaku scuote dispiaciuto la testa. «Purtroppo non sono io a decidere. La nostra dea Cristina...» Un attimo e l’elegante ventaglio di Regina tocca il petto dell’ufficiale. Kaku si accascia a terra, contorcendosi alla ricerca di fiato. La bocca spalancata, il volto cianotico, le labbra viola. Un’ultima, languida occhiata all’amante di tante notti, per poi spegnersi nel nulla. Regina saltella sul posto, soddisfatta. «Così impari a voler uccidere il mio cavallo e a voler sconfiggere il mio dio!» sentenzia mentre, da lontano, intravede il marito farle un gesto di approvazione. La dama sorride, alza lo sguardo verso Sergio che, evidentemente, ha individuato la strategia vincente. Sergio-caro, hai visto? Ho ucciso il mio amante! L’ho fatto per te!

Avanza di diverse postazioni, osserva il Vescovo Ebreo sacrificarsi dopo aver conquistato una torre e aver posto in pericolo Blanche. Il Cristiano le sta dietro, pronto all’azione. Non ci mette molto ad individuare il marito di Blanche, quell’antipatico Albinus. Fa un veloce cenno con il capo al soldatino di prima che, esaltato, le fa notare che, ancora un passo, e avrà terminato la sua missione. Blanche si avvicina alla nemica di sempre, brandendo quel suo ridicolo nastrino e mostrando un’aria particolarmente ostile. «E’ la resa dei conti, Regina». «Sono pronta, Blanche». Sorride, sicura e determinata. Finché non nota l’espressione trionfale di Sergio, la posizione di Albinus, quella di Cristiano, la Torre d’Ovest pronta all’accatto.

«Hai capito, adesso?» Blanche ridacchia e le avvolge l’elegante nastro attorno al collo. Stringe, stringe, sempre più forte. Un rivolo di bava le scende dal lato della bocca. Cerca di difendersi, colpisce con violenza Blanche con il ventaglio ma no, la sua magia non funziona adesso. Gli dei hanno voluto così, non può ribellarsi. Lascia andare le braccia lungo il corpo, smette di opporre resistenza. Se questo servirà a far vincere il dio Sergio, se questo davvero servirà per la sua vittoria, allora così sia. Lancia un’occhiata a Cristiano che, serio, ha iniziato a intonare un’orazione per i defunti.







«Scacco matto!» «Oh no! Non è possibile...» Sergio ridacchia dell’espressione della moglie che, testarda, continua a fissare il suo Re Bianco, bloccato tra una Torre, un Pedone e un Alfiere, nell’illusoria speranza di individuare un’inesistente via di fuga.

«Sergio, ti odio» sentenzia poi, sdraiandosi supina sul letto. Il ragazzo ride, si avvicina gattoni alla moglie, la bacia con lentezza. «Dai Cri, sei stata brava, davvero!» La moglie lo guarda storto, sbuffa, arriccia il naso. «Sì - sì, come no... Promemoria per me: non sposare mai più il campione nazionale di scacchi».

Sergio ride della sua espressione imbronciata mentre Cristina torna seduta e fissa la scacchiera. «Proprio non me l’aspettavo» continua, giocherellando con la sua Regina Bianca, appena mangiata dall’Alfiere del marito. «Che cosa?» domanda Sergio, curioso, mentre sorride a quel Pedone che, così piccolo, è riuscito ad arrivare fino in fondo alla scacchiera incolume. «Che avresti sacrificato la Regina» continua Cristina, prendendo la Regina Nera, sdraiata al bordo del letto insieme a tutte le altre pedine che è riuscita a mangiare al marito. «Non era il tuo pezzo preferito?» domanda incuriosita prima di passare la Regina a Sergio. Il ragazzo ci giocherella un po’, accarezza i contorni smussati della corona, la raffigurazione del ventaglio, il naso appena pronunciato.
«Cri, è solo una pedina».






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1) Vescovo: in inglese Bishop, vescovo, per l’appunto, è il nome del nostro Alfiere.

2) Kaku: Pedina del gioco Shogi giapponese. Significa “carro con corno”.




 
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~ R o m a n i a .
view post Posted on 24/3/2010, 17:00




Inizialmente ero li che cercavo di capire chi fossere questi "Dio Sergio" e "Dea Cristina", ma poi si è capito tutto.
Mi piace molto il modo che hai di raccontare una storia, sempre molto originale, semplice e...strano anche...XD
Davvero molto brava...^^

Baci.
Laura
 
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try-try
view post Posted on 1/4/2010, 23:46




Che spettacolo
Una storia basata sul gioco degli scacchi.
Appena ho sentito il nome di Sergio mi ha preso un colpo: il mio ragazzo campione di scacchi?XD
La Regina è diventata il mio pezzo preferitoXD
Bravissima come sempre, non c'è quasi bisogno di dirlo!
 
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Lunatica_Lovegood
view post Posted on 7/11/2010, 11:25




affascinante...
 
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3 replies since 24/3/2010, 15:49   93 views
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