Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

OCCHI DI GHIACCIO

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Serpe89
view post Posted on 22/2/2010, 22:26 by: Serpe89




Ancora ci vorrà un po' per delineare bene il personaggio...la storia deve ancora prendere forma! Tra l'altro avrà diversi punti di vista, come potrete notare dal 3° capitolo...
Aggiorno due capitoli...

Capitolo 2

Riconciliazione

Appena finito di parlare, Piton fu nuovamente invaso da un fiume di sensazioni. Mentre parlava si era sentito stranamente leggero, come se narrare tutte quelle terribili vicende gli avesse tolto un peso che gli opprimeva il cuore. Ora, però, era pervaso dai dubbi. “Caspita, ho fatto una pessima figura…non potevo raccontarla in modo peggiore…cosa penserà di me adesso?Certo sei proprio un cretino…ora mi dirà che sua madre non si era affatto sbagliata e se ne andrà!Non mi vorrà più parlare né vedere…e allora avrò perso tutte le speranze di riavvicinarmi a lei!”
Corin guardava il padre e lo fissava con gli occhi umidi, trattenendo le lacrime che ormai lottavano per non uscire e che le bruciavano gli occhi,arrossandoli.
“Papà…io…io non immaginavo che la vostra storia fosse così triste e terribile…la mamma non me la aveva mai raccontata in questo modo. Aveva sempre omesso tanti particolari e tanti fatti che tu invece mi hai detto subito, pur non conoscendomi affatto. Questo mi ha fatto molto piacere.”
Piton annuì:”Va avanti. Vedo dai tuoi occhi che hai altro da dirmi.”
“Sono veramente colpita! Non mi aspettavo tanta sincerità da parte tua! Certo ti sei comportato in maniera davvero riprovevole! Tutto sommato mia madre non mi ha poi mentito…anche io mi sarei comportata come lei!”
“Dunque ora che sai la verità te ne andrai?”
“No…non ne ho alcuna intenzione. Sicuramente sei stato un cattivo marito e padre da giovane….”
“Ero solo uno stupido che cercava gloria in mezzo ad un branco di pazzi! Ero così giovane e immaturo che non ho neppure saputo capire quali erano le persone che amavo, tanto ero ammaliato dal potere oscuro! E l’ho capito solo quando vi ho perse entrambe.”
“Papà mi lasci parlare?”
“Scusami…”
“Nonostante il tuo passato, oggi sono venuta qui per conoscerti. E anche se il tuo comportamento mi ha deluso, io credo nella tua storia…”
“Dici sul serio?”esclamò Piton. Si sentiva raggiante.
“Sì…sono convinta che tu abbia finalmente scelto la parte giusta e che forse giorno per giorno cominceremo a costruire un rapporto.”
“Non sai quanto sia felice di sentire queste parole.”
Corin sorrise.”Anche io sono tanto contenta, papà. Mi dispiace solo che tu e la mamma non vi parliate più…lei non ti ha più voluto perché l’avevi delusa troppo, perché lei ti aveva amato davvero e tu l’avevi solo presa in giro:”
“Lo so. Anche se io credevo di amarla veramente e di proteggerla. Poi ho capito che non ero più degno di una come lei…o forse non lo ero mai stato.”
Si guardarono a lungo pieni di sentimenti contrastanti…dentro di loro la gioia del presente e la tristezza del passato erano quasi palpabili.
Poi Corin scoppiò a piangere. “Oh,papà! Ti posso abbracciare?”
Piton stese semplicemente le braccia verso di lei. Allora lei gli corse incontro e si gettò letteralmente nel suo abbraccio, desiderosa di sentire per la prima volta il calore della stretta paterna. Si mise a singhiozzare sulla sua spalla e a stringerlo con forza, come se avesse avuto paura che la figura del padre potesse sfuggirgli.
Piton la teneva teneramente e sentiva le sue calde lacrime cadergli sul collo. Non voleva dirle nulla…sapeva bene che la sua piccola doveva sfogarsi. E poi voleva godersi quel momento magico…sentire l’affetto di sua figlia, il suo calore, il suo abbraccio gli riempirono il cuore di un sentimento da lungo tempo mai provato. Dopo molti anni si sentiva di nuovo amato.
Quando Corin smise di piangere, si asciugò gli occhi con il dorso della mano e sorrise.”Basta, non voglio più piangere. Abbiamo così tante cose da dirci e da fare...devi farmi visitare la scuola, presentarmi ai tuoi studenti,ma soprattutto dobbiamo conoscerci un po’! Voglio sapere quello che ti piace e quello che odi, cosa mangi, cosa fai nel tempo libero e io devo raccontarti tante cose di me!”
“Sono perfettamente d’accordo. Allora dimmi…come va la scuola?Ho saputo tramite Silente che frequenti le lezioni a Durmstrang. Come ti trovi?”
“Piuttosto bene…i ragazzi sono a posto, anche se Karkaroff non è granchè come preside! Comunque ce la caviamo bene…ci sono molti insegnanti davvero in gamba!Io sono abbastanza brava in tutte le materie,soprattutto in Trasfigurazione, anche se sicuramente tu eri uno studente molto più brillante di me!”
“Uhm…bene!Anche se avrei preferito averti qui a Hogwarts…e poi è la scuola migliore in assoluto!E non lo dico perché ci insegno…”
“Lo so…mi è dispiaciuto molto non poter studiare qui,ma mia madre è stata assolutamente irremovibile su questo punto!”
“Già, immagino…”disse Piton con una vena di sarcasmo nella voce.
In quel momento gli occhi di Severus indugiarono sull’orologio che era appeso sulla parete accanto alla scrivania. Strabuzzò gli occhi e si alzò con uno scatto.”Accidenti è tardissimo!Tra pochi minuti ho una lezione con i ragazzi del quinto anno! Non mi ero neppure reso conto di quanto il tempo fosse passato in fretta! Se vuoi accompagnarmi fino all’aula…poi possiamo continuare a parlare più tardi!”
“Ok papà….sbrighiamoci allora! Non voglio che tu faccia tardi per colpa mia!”
Così uscirono dall’ufficio e si diressero verso l’aula di Pozioni. Corin guardava affascinata la scuola e mormorava ad ogni angolo per lo stupore e la bellezza di quell’edificio. “Caspita…Durmstrang non è così bella!E’ molto più austera…”
“Ancora non hai visto le parti migliori…più tardi ti porto in Sala Grande e poi nei giardini. Ti piacerà tantissimo, vedrai.”
Quando arrivarono davanti all’aula, rimasero ancora un po’ a confabulare davanti alla porta. Gli studenti stavano entrando lentamente,ma nessuno fece particolarmente caso alla ragazza che parlava fitto fitto con Piton. Nessuno tranne un ragazzo che si trascinava svogliato verso l’aula e che rimase colpito dalla bellezza della ragazza, nonché dal fatto che, pur avendo all’incirca la sua età, non l’avesse mai vista nella scuola. Quel ragazzo era Harry Potter.

Capitolo 3

Una giornata terribile…oppure no?

Harry, fino a quel momento, aveva avuto davvero una giornataccia.
Durante la notte aveva dormito malissimo:si era svegliato più volte a causa degli incubi. Capitava spesso che i suoi sogni non fossero affatto tranquilli, ma popolati da orribili creature, nonché da Lord Voldemort in persona o dai suoi genitori. Nella maggior parte dei casi si svegliava sudato e accaldato, con il letto disfatto e le coperte per terra, con il cuore che batteva all’impazzata…ci metteva sempre molto tempo a riprendere sonno. Quando era suonata la sveglia, dopo quella tremenda nottata, si era alzato talmente di fretta che aveva inciampato nel baule di Ron, dimenticato dal ragazzo in mezzo alla stanza. Non l’aveva neppure visto…aveva sentito una fitta alla gamba e poi era finito lungo disteso per terra,sbattendo la faccia sul pavimento della stanza. Si era rialzato gemendo e sbuffando, maledicendo Ron e imprecando: “Ah, quando si dice… alzarsi con il piede sbagliato!!!”
Poi era corso in fretta giù in Sala Grande per fare colazione, ma siccome si era attardato a mettere a posto la stanza, il cibo era già quasi tutto finito!
Si avvicinò furente al suo solito posto. “Ron, come mai il tuo baule era in mezzo alla stanza?E perché non mi hai tenuto niente da parte per la colazione, quando non mi hai visto arrivare?”
Ron si girò mentre stava addentando l’ultimo gigantesco boccone della brioche preferita di Harry. Un po’ di marmellata gli macchiava una guancia e il contorno delle labbra. “Mi dippiace…Hally…mi fono dimenticato!” disse Ron con la bocca ancora piena.
“Sei proprio un cretino…”
Hermione si fece avanti: “Harry, anche io sono arrivata un po’ tardi ma sono riuscita a prenderti questa.” E gli porse una brioche incartata in un tovagliolino.
“Grazie. Se non ci avessi pensato tu! Se fosse per quello stordito, farei in tempo a crepare di fame!!!” E guardò con astio Ron che sicuramente si era rimpinzato come un maiale, a giudicare dalle dimensioni della sua pancia.
Finita la colazione, Harry si era precipitato a lezione di Storia della Magia. Il professor Ruf aveva l’incredibile dono di essere tremendamente soporifero e Harry era riuscito ad ascoltare solamente i primi cinque minuti della lezione, poi era rimasto ad osservare gli spostamenti di una mosca per tutto il resto dell’ora. Quei movimenti rapidi e circolari lo avevano come ipnotizzato e portato in una sorta di trance.
Al termine dell’ora raccolse il libro e si guardò attorno con espressione vacua.
Praticamente tutti gli studenti stavano scappando a gambe levate, perché nessuno poteva stare in quell’aula un minuto di più. A giudicare dalle facce pallide e smunte degli altri ragazzi, la lezione doveva essere stata davvero terribile.
Solo Hermione, seduta accanto a lui, era ancora china a prendere gli ultimi appunti.
“Un giorno mi spiegherai come fai” disse Harry sorridendo.
Hermione lo guardò con l’aria di una che aveva una voglia tremenda di fargli una ramanzina, perché non aveva seguito la lezione. “Piuttosto pensa a svegliare quel morto di sonno, che dobbiamo andare a lezione di Pozioni. Se arriviamo in ritardo, Piton ci ammazza!”
Harry si voltò stupito dall’altra parte. Ron era profondamente addormentato: aveva la testa appoggiata al banco, la bocca semiaperta e russava piuttosto rumorosamente.
“ROOOON! Ma sei impazzito a russare così? Svegliati che dobbiamo andare a Pozioni. Glielo dici tu a Piton che stavi schiacciando un sonnellino? Si può sapere cos’hai oggi? Ne stai combinando una dietro l’altra!”
Ron aprì gli occhi e squadrò Harry, come se avesse appena visto un alieno venuto per rapirlo. “Sì…ora andiamo! Mi dispiace…mi ero appisolato…Comunque non credo che Piton si arrabbierebbe! Di sicuro mi avrebbe scusato…chiunque si sarebbe addormentato con una lezione così! Persino lui!”
Harry guardò Ron per un momento poi entrambi scoppiarono a ridere. Non riusciva ad essere arrabbiato con il suo amico…neppure quando lo faceva letteralmente impazzire come quella mattina!
Una volta raccolte tutte le loro cose, si incamminarono piuttosto svogliati verso l’aula di Pozioni. I Grifondoro odiavano le ore di lezione con il professor Piton…l’insegnante non perdeva occasione per mettere loro i bastoni tra le ruote, per togliere punti, per denigrare il loro impegno e il loro lavoro.
Quando giunsero nei sotterranei, Harry si allontanò da Ron ed Hermione dicendo:”Ehi ragazzi! Tenetemi un posto in aula! Vado solo un minuto in bagno!”
Così mentre i suoi amici si dirigevano all’aula, Harry si avvicinò ad uno dei lavandini ed aprì il getto freddo al massimo. Si lavò la faccia con l’acqua gelida, sperando di svegliarsi un po’…quella notte non aveva praticamente chiuso occhio! Non voleva neppure fare un disastro completo, durante l’ora successiva e permettere a Piton di togliergli come minimo dieci punti! Rimase qualche istante a fissare il suo viso grondante d’acqua riflesso nello specchio. Poi si asciugò, uscì e si avviò all’aula. Fu una volta giunto lì davanti che notò qualcosa di strano. Piton parlava con una studentessa e sembrava molto interessato a tutti i discorsi della ragazza.
“Un’altra leccapiedi in stile Malfoy!”pensò Harry con palese disgusto.
Ma non fece in tempo a finire questo pensiero, che la ragazza si voltò un attimo e lui poté osservarla con attenzione. La sua bellezza lo colpì come un pugno in pieno stomaco, togliendogli per un attimo il respiro. Aveva un fisico invidiabile, bellissimi capelli, lunghi e corvini, la pelle chiara, le labbra rosee e sottili e dei meravigliosi e profondi occhi color del ghiaccio.
Indossava una tunica nera simile a quella di Hogwarts, ma non era certamente quella della scuola, perché sul petto aveva appuntato un elaborato ricamo dorato raffigurante un dragone. Aveva inoltre notato che dalla borsa a tracolla spuntava una sciarpa a righe rosse e verdi. “Chi era mai quella ragazza?E perché parlava con Piton?” si domandava tormentandosi. All’improvviso si accorse che Piton stava sorridendo alla ragazza. Per lo stupore di quella scena inaudita, tutti i libri e le pergamene che aveva in mano caddero per terra con un tonfo sordo. Piton e la misteriosa ragazza si voltarono immediatamente. Harry era vistosamente imbarazzato e chinò immediatamente la testa, iniziando a raccogliere i libri.
Piton lo guardò con evidente disprezzo. “Potter, sei sempre il solito imbranato!”
Corin, invece, si avvicinò prontamente ad Harry e lo aiutò a raccogliere alcuni testi.
Harry cercava di guardarla senza farsi notare e quando lei alzava la testa, lui la abbassava velocemente, cercando di non incontrare il suo sguardo. Quella ragazza lo attraeva…e voleva svelare l’alone di mistero che la circondava!
“Mi raccomando, fai attenzione la prossima volta o ti si rovineranno tutti i libri e le pergamene!”
“Grazie mille” disse Harry visibilmente imbarazzato.
“Allora a presto e buona lezione!” rispose lei con voce argentina.
Poi senza aggiungere gli voltò le spalle e tornò rapida da Piton.
“Cosa aspetti ad entrare Potter?” ruggì il professore.
Harry non se lo fece ripetere due volte ed entrò di corsa in aula, andando a sedersi accanto a Ron e ad Hermione, nel posto che i due ragazzi gli avevano tenuto occupato.
“L’avete vista?”chiese Harry ansante.
“Chi?” chiesero i suoi amici all’unisono.
“Quella ragazza che parlava fuori con Piton.”
“Ah…sì! Penso sia una Serpeverde…perché?” chiese Hermione subito curiosa.
“Invece ti sbagli…”disse Harry, fiero del suo scoop, “non è una studentessa di Hogwarts! La sua divisa è diversa.”
“Com’è?”
“Ha un dragone dorato sul petto e una sciarpa a righe verdi e rosse.”
“Umh…il dragone dorato sul petto non lascia alcun dubbio!”disse Hermione con aria saccente. “Se aveste letto qualche libro in merito o se aveste fatto un briciolo di attenzione durante lo scorso anno al Torneo Tremaghi, sapreste che quello è lo stemma di Durmstrang.”
“Cosa?!?!?!”Harry era incredulo.
“Caspita! Quante cose sai Hermione!” disse Ron per prenderla in giro. “Allora toglimi una curiosità…cosa ci fa una studentessa di Durmstrang nei sotterranei di Hogwarts a parlare con il professor Piton?”
“Ron, se sapessi tutto sarei una veggente.”
“Come la professoressa Cooman? Allora siamo messi bene! Hermione-Cooman!Ahahahah…”e si mise a sghignazzare.
“Ron…sei veramente stupido! Mai una volta che fai un complimento a qualcuno! Sempre a prendere in giro! Sai una cosa? Spero che tu oggi sappia fare la pozione, perché da parte mia non arriverà neppure un piccolo aiuto!” disse girandosi stizzita dall’altra parte.
“Ahi, ahi” esclamò Harry ridendo “oggi ti sei giocato male le tue carte!”
Pochi istanti dopo, entrò Piton e l’aula cadde immediatamente nel silenzio, tanto che si riuscivano a percepire persino i respiri degli studenti.
“Allora…oggi voglio che prepariate questa pozione” disse con voce melliflua e scrivendo le istruzioni alla lavagna con un colpo di bacchetta.
Harry cominciò subito a farla, ma si accorse ben presto di avere la testa da un’altra parte. Continuava a pensare a quella ragazza…si domandava chi fosse, cosa facesse a Hogwarts, cosa volesse da Piton. E poi era così tremendamente bella! Chissà se l’avrebbe rivista! Avrebbe parlato volentieri con lei!
Mentre pensava a tutto questo, non si era accorto che la sanguisuga che doveva tagliare era lentamente sfuggita alla sua presa e si era arrampicata sul suo viso. Ora era attaccata alla sua guancia e stava succhiando avidamente il suo sangue.
“Potter! Cosa diamine stai combinando? Sei sveglio?” Il professore si avvicinò furente.
Harry rinvenne dai suoi pensieri con uno scossone, trovandosi di fronte Piton.
“Sta’ fermo” gli intimò Piton. Poi tirò fuori dalla veste un coltello da lavoro e lo puntò verso il viso di Harry.
Istintivamente il ragazzo si ritrasse. “Si può sapere cosa fa con quel coltello?”
“Potter, ti tolgo la sanguisuga! Non so se te ne sei accorto mentre dormivi, ma ti è salita una sanguisuga in faccia e ormai si è attaccata ben bene!”
Tutti i ragazzi si misero a ridere, mentre Harry si portava con disgusto una mano al volto e sentiva con le sue dita la consistenza molle e appiccicosa della sanguisuga.
Con una smorfia porse la guancia a Piton.
Lui, con mani esperte, la staccò facilmente facendo leva con il coltello, poi lo pulì con un disinfettante, perché il contatto con l’animale non gli procurasse infezione.
“Potter, dieci punti in meno per la tua sbadataggine, degna di Paciock devo dire, e per avermi fatto perdere tempo nel togliertela!”
Harry abbassò lo sguardo. Si sentiva avvampare e continuò a fare il suo intruglio, cercando di non distrarsi più per il resto della lezione.
Hermione, come suo solito, era molto avanti con il lavoro e la sua pozione stava venendo davvero benissimo. Ron invece era disperato. Continuava a sporgersi a destra e a sinistra, cercando di copiare dai vicini. “Psss…Hermione….ti prego aiutami! Prima non volevo essere scortese con te…ti prego…scusami!!”
Ma Hermione era irremovibile e non si voltava neppure per rispondergli un secco “no”.
Ron era sempre più nel panico. Non sapeva assolutamente come procedere senza un aiuto. Harry gli diede qualche piccolo suggerimento senza farsi vedere e quando la lezione finì, guardò il suo lavoro: non era perfetto come quello di Hermione, ma non era neppure terribile come quelli di Ron o Neville. Tutto sommato era abbastanza soddisfatto.
Consegnata la provetta a Piton e raccolte le loro cose, uscirono di corsa dall’aula, soprattutto Harry, che voleva vedere se quella strana ragazza fosse ancora lì fuori…ma non c’era più nessuno! “Che peccato!”pensò, avrei tanto voluto rivederla.
Ron era caduto in depressione: “Oh, Harry! Mi darà sicuramente una T! E se proprio mi va bene una S! Ho fatto una schifezza terribile! Figurati che tutta la mia pozione puzzava tremendamente! Quando il prof aprirà la provetta gli verrà sicuramente da vomitare! Almeno questo mi rallegra… Ehi, Harry, ma mi stai ascoltando?”
“Sì, sì…scusa! Stavo ancora pensando a quella ragazza…”
“Perché era carina, vero?”
Harry arrossì. “Ma che dici? Sono solo curioso di sapere chi è e cosa ci fa qui.”
“Sarà…secondo me, non la racconti giusta!”
Chiacchierando si avviarono verso i dormitori, mentre Hermione, ancora offesa, li seguiva in silenzio a qualche passo di distanza.
Il resto della giornata trascorse velocemente tra le ultime lezioni e i compiti.
Dopo la cena Harry, dovendo finire di studiare, rimase in Sala Comune. Per un po’ era riuscito ad impegnarsi, ma in seguito aveva cominciato a distrarsi e a guardare il caminetto acceso, osservando le forme stravaganti che assumevano le lingue di fuoco. Perciò quando si accorse che ormai era inutile tentare di studiare anche solo un'altra pagina, decise di salire nel dormitorio. Una bella dormita gli avrebbe certamente schiarito le idee. Quando fu in pigiama, si coricò nel letto cercando di addormentarsi subito; invece rimase a lungo disteso a pensare, con lo sguardo rivolto al soffitto.
Non si era concentrato molto durante il giorno perché aveva continuato a pensare a quella bella studentessa. Il pensiero di lei lo tormentava. Non sarebbe mai riuscito a prendere sonno. Allora prese una decisione: sarebbe andato a cercarla in giro per la scuola!
Si rivestì in fretta, cercando di non svegliare i suoi compagni di stanza e uscì furtivo dal ritratto della Signora Grassa, nascosto sotto il Mantello dell’ Invisibilità.


Spero di aggiornare presto (appena finisce la sessione esami!!)
 
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39 replies since 17/2/2010, 12:15   721 views
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