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Rimani Nei Miei Pensieri, Sempre.

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ValVal
view post Posted on 21/1/2010, 20:50




Buonasera people!
Allora, prima di tutto vi faccio notare il cambio di nick da Rebecca Knight a ValVal.

Dopo questa piccola annotazione, vi lascio una nuova one shot, sperando di riuscire a continuare anche l'altra!


Ah, un grazie particolare alla cara Try: lei sa il perchè. :]


Rimani Nei Miei Pensieri, Sempre.



Mercoledì 20, ore 10:10

Ed ora, come sempre, mi manchi.

Due ore e dieci minuti fa cercavo di concentrarmi sul foglio che avevo davanti, ma le azioni della profe mi distraggono: sta per chiudere la porta, quando inizia a parlare con qualcuno in fondo al corridoio.
Stai arrivando, lo so.
Torno a guardare i numeri neri che riempiono il foglio, ma la tua voce mi chiama a sé.
Ti affacci alla porta e inizi a scherzare, sostenendo che facciamo troppe verifiche. Ci trovi d’accordo, ridiamo.
Rido, ma non solo per le battute che seguono. Il sorriso mi compare e io non posso fermarlo; le labbra si tendono al solo vederti.
Ridi, sorridi: mi sciolgo. I pensieri vanno in tilt, concentrati su di te.
Passano cinque minuti, ora forse riesco a trovare la concentrazione. Te ne sei andato in classe lasciando un groviglio nel mio stomaco.
Salto i primi due esercizi, sono troppo persa per capirli. Gli altri sembrano più semplici. Arrivano le otto e quaranta, i primi problemi mi paiono assurdi. Ti maledico. Ti penso e ti maledico.
Mi hai destabilizzato, hai mandato in crisi la mia parte razionale. Credo sia anche per questo che affogo in ciò che provo per te.

Ed ora, manchi da morire.



Giovedì 21, ore 12:30

Perfetto, i tuoi occhi marroni che mi guardano sono vividi in me.
Un’ora e mezza fa stavo andando in palestra, facendo come sempre il giro più lungo... giro che porta a te.
Ogni benedetto giovedì esco dalla classe e giro a destra, poi sinistra, imbocco le scale e scendo al piano terra. Ancora sinistra e mi si blocca il cuore. Il respiro si annoda in gola, le parole mi abbandonano.
Stai parlando con un ragazzo, che ora invidio tremendamente. Ti fisso, non posso fare altrimenti; te ne accorgi ma il mio sguardo si sposta con la mia attenzione, richiamata dall’amica che mi cammina accanto.
La faccio parlare, mentre i muscoli di collo si tendono. I miei occhi ancora su di te, poi incatenati ai tuoi.
Cinque infiniti secondi così, quando quel dannatissimo muro giallo interrompe il contatto. Torno a parlare con la mia amica che mi chiede se ho capito il suo discorso.
«Certo» cerco di caricare la risposta con tutta la sicurezza che posso. Ci aggiungo un abbozzo di sorriso.
Lei non mi crede: «Guarda che ho notato la tua totale distrazione. Ah, la matematica ti rovinerà!».
Quest’allusione mi fa ridere, divertita. Decido di risponderle a tono: «Già, ma non mi lamento affatto di una tale rovina». Si blocca in mezzo al corridoio, guardandomi scettica. Le prendo il polso e la trascino fuori, verso la palestra.
«Ma si nota tanto?» riprendo il discorso, congelato dall’aria gelida.
Il suo sorriso è il tipico pieno di tenerezza: «Cara, dipende. Io ho capito come leggere i tuoi occhi. Quando lo vedi, brillano; se non c’è, sono vuoti. Inoltre, diciamo che sapere ciò che provi mi aiuta parecchio» non faccio in tempo a risponderle, sparisce nello spogliatoio. Io mi perdo a parlare con quella cara donna che dovrebbe valutare le nostre prestazioni fisiche ma che, per mia fortuna, preferisce giocare con noi a pallavolo.
«Allora è tutto pronto» il tono con cui lo dice è strano, lei non dovrebbe sapere.
«Sì, profe. Abbiamo finito la coreografia lunedì. Ma i professori non dovrebbero essere all’oscuro delle prove e tutto il resto?» la mia fronte è aggrottata, a causa della mia curiosità.
«Eh Vale, sapessi! Ho le mie fonti io!» mi sorride e inizia a sfogliare il registro. Giro i tacchi e vado a cambiarmi, decisa a non insistere subito.
Due minuti dopo mi ritrovo accucciata accanto alla sedia della profe, che mi guarda sorridente.
«Suvvia profe! Non le costa nulla dirmi le sue fonti» ci ritento.
«Non credo tu l’abbia detto a molte persone. O sì?» mi chiede retorica.
Ok, questo non mi aiuta. Ho spifferato il nostro progetto artistico a mezza scuola.
Il sorriso sul volto della donna non scompare, ma ha sfogo in una risatina quando si accorge della mia espressione concentrata per la ricerca della fonte di quella soffiata.
Dopo cinque minuti, metà della classe ancora a cambiarsi e, probabilmente, stanca di sorbirsi un elenco di nomi che non centrano nulla, decide di soddisfare la mia curiosità.
«Va bene, hai rotto» sempre gentile lei. Dopotutto, è per questo che noi l’adoriamo.
«Lo prendo come un complimento. Comunque, chi è quella personcina così simpatica che le ha detto tutto?» la mia ironia avvolge la domanda.
Mi sorride: «Beh, se vuoi prendertela con qualcuno, vai a lamentarti con Michele».
Un tuffo al cuore. Perché deve chiamarti per nome?
Oh, ecco i miei cari compagni che arrivano al momento giusto, evitandomi di dover spiegare alla profe la mia espressione ebete.
Manca solo mezz’ora alla fine dell’ora e quella sottospecie di balletto è pronto, quindi decidiamo di darci al dolce far nulla. Mi sdraio su un tappetino e i miei pensieri iniziano a volare. La voce di un’amica seduta accanto a me fa da sottofondo.
Ripenso al discorso appena finito con la profe. Mi mordo il labbro inferiore: hai parlato di me.
Non puoi nemmeno immaginare quanto questo mi renda felice.

Ti prego, rimani nei miei pensieri. Sempre.
 
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try-try
view post Posted on 21/1/2010, 22:23




ovio che so il percheeeee
sono il tuo cupido ormai!
che bello! vedi che funziona!
e che bella ff!*_*quasi un bellissimo diario
continua cosi in tutti e due i campi! chissa che ne esce fuori ;]
 
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1 replies since 21/1/2010, 20:50   50 views
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