Ecco un'altr FF, ormai sto avendo un'overdose d'amore.
Capita.
Spero vi piaccia.
E Se Ti Dicessi Che Ti Amo?
Giovedì, 17 Dicemebre 2009.
Ore 9.00
E se ti dicessi che ti amo?
Immaginiamo un venerdì qualunque, a ricreazione appena iniziata.
Io appostata al calorifero, come quasi ogni venerdì, solo per vederti, sperando in un sorriso; tu che percorri il corridoio e sbirci in classe, facendo una delle tue solite battute. Rido. Rido e ti guardo.
Ti accorgi dei mie occhi su di te, vai avanti. Il mio sguardo supplichevole incontrano quelli dell' amica che sa. Mi prende il braccio e mi trascina via, dietro di te.
Cammino per i corridoi senza guardarmi intorno, vedo solo te. Quando entri in quella stanza, io salgo le scale.
Ma se quel venerdì qualunque io ti seguissi anche dentro?
Ti bloccherei la strada, probabilmente sentendo il sangue scorrere veloce nelle vene e arrivare alle guance.
Reggerei il tuo sguardo? Non lo so. Forse.
In ogni caso, impiegherei due secondi a dirti tutto ciò che voglio farti sapere. Un secondo a parola: «Ti amo».
Il terreno mi mancherebbe sotto i piedi, mi sentirei sprofondare. Allo stesso tempo, però, mi sentirei meglio senza questo peso.
Ma tu, come reagiresti? Non sono sicura di volerci pensare.
Ora come ora, l’unica cosa che voglio è che tu lo sappia, ma mi è impossibile. Voglio che tu sappia che sei il mio unico pensiero, che quando ho il sorriso è solo merito tuo, che ho una dannata voglia di abbracciarti, baciarti, parlarti, stare con te. Insomma, voglio che tu sappia che ti amo.
Ore 11.00
Dopo due ore, eccomi ancora a scrivere.
La spiegazione della rivoluzione industriale serve solo da sottofondo, non m’interessa seguirla.
Ti ho visto uscire, andartene a casa. Manchi. Non posso fare a meno di te, ti voglio e basta.
Il cuore aumenta i battiti al solo pensiero di te, perché è questo l’effetto che fai. Tachicardia e vuoto.
Felicità e dolore.
Quando ci sei le mie labbra si tirano in un sorriso. Torno a casa e mi viene da piangere. Un gesto mi ricorda te, sorrido nuovamente. Penso che non sei con me, la malinconia mi assale. Alterno continuamente gioia e tristezza.
Il tuo cognome risuona nella classe. Perché con tutti gli animali esistenti, gli esempi si fanno sempre con gli equini?
Voglio stare con te; voglio fare l’impossibile per te; voglio ridere con te; stare sdraiata sul divano con te; parlare, scherzare, riflettere, discutere di matematica con te; litigare e fare pace con te. Voglio amare te.
Cosa direbbe la gente? Non m’interessa. Ti amo e del resto non m’importa assolutamente nulla.
Mi hanno detto che vado avanti con un’illusione: si sbagliano. Sono perfettamente cosciente del fatto che tutto ciò è assurdo, quello che provo per te sembra essere ingiustificato, dopotutto di te so poco o niente.
Eppure mi manchi, ti penso, il cuore impazzisce quando ti vedo, le parole mi abbandonano, ti desidero, ti amo.
Non ho nemmeno idealizzato nulla, so chi è la causa di tutti questo e non è una mia idealizzazione.
L’unica domanda che posso pormi è: ‘’perché proprio te?’’
Tra migliaia di persone, il mio pensiero ha deciso di rivolgersi a te e il mio cuore vuole battere solo per te.
Ora come ora, Bukowski ha la mia piena comprensione:
Come diavolo fai a dire che ami una persona sola, quando al mondo ce ne sono milioni che potresti amare molto di più, e la sola stronzata che ti fa parlare è il fatto che non le conoscerai mai nella tua vita?
L'amore è una forma di pregiudizio, si ama ciò di cui si ha bisogno.
Tra gli altri motivi, ti amo perché di te ho
bisogno.
