Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Soulmate

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sar3tta89
view post Posted on 10/10/2009, 19:55




Ok, eccomi nuovamente qui con una fanfiction.. avendo momentaneamente mollato Silent Screams (attualmente "cestinata" sotto mia richiesta per mancanza di idee) mi sono dedicata ad una fanfiction di cui avevo scritto la trama già molto tempo addietro.. e data la mia passione per i triangoli, eccovi un'altra storia d'amore.. premetto che il titolo proviene da una canzone che ho sentito un giorno per caso e "Anima gemella" non poteva che essere il titolo più adatto.


Per qualunque possibile somiglianza ad altre ff o storie, la cosa è assolutamente casuale. Poichè non approvo io stessa chi copia le storie altrui.


Buona lettura a chi la leggerà :)








1. Capitolo





2 anni prima

“Sarà il più bel natale che passeremo insieme” disse Julian guardandomi con occhi diversi. Era così dolce con me.. anche se del resto, lo era sempre stato. Julian era il mio migliore amico, il tipico ragazzo della tua stessa città, del tuo stesso quartiere, che cresce con te e ti vede cambiare giorno per giorno.
Julian non era solo il mio migliore amico, era anche la persona più importante della mia vita.. la mia seconda famiglia – quella che in fondo non avevo mai avuto.
Abitavo con i nonni fin dalla nascita, in quanto la mia povera madre era morta dandomi alla luce e di mio padre non sapevo nulla, se non che aveva lasciato mia madre per scappare il più lontano possibile da me e dalla possibilità di avere una famiglia.
Julian invece, al contrario mio, aveva il sostegno di due genitori splendidi a cui era impossibile non volere bene. Travis Foster era l’evidente copia del figlio, un uomo di alta statura dai capelli brizzolati – una volta scurissimi – e dagli occhi verdi come l’agata. Un uomo forte che nella sua carriera di strada ne aveva fatta, in quanto gestiva tutt’ora due aziende farmaceutiche di grande importanza. Invece Helen Trigger Foster era una donna molto snella (sicuramente da giovane doveva essere stata un vero figurino!) e di alta statura come il marito – non per questo il figlio era sempre stato molto più alto dei suoi amici e cugini , dagli occhi azzurri e i capelli biondi.. lei al contrario del marito era sempre stata una casalinga e tutt’ora lo era.
In ogni caso Julian era il frutto del loro amore, e possedeva la bontà e la bellezza dei suoi genitori: capelli scuri portati cortissimi e occhi azzurri tendenti al grigio.
Era sempre stata una persona importante, ma una volta che diventò avvocato lo fu ancor di più.. era fatto per quel mestiere e lo dimostrava in ogni occasione.
Lo guardai sorridendogli: “Sarà anche l’ultimo.” Mormorai.
Lui colse la mia frase e con disappunto si alzò dal divano di casa sua e mi guardò con aria di chi è stato appena colpito in piena faccia – sofferente e arrabbiato.
“L’ultimo?” chiese come cercando di assimilare la notizia.
“Sono stata licenziata due settimane fa.. non te l’ho detto, per non farti preoccupare.. ma ho già rimediato! Ho trovato qualcosa fuori città.” Sorrisi cercando di mostrare la mia soddisfazione.
Lo vidi rilassarsi e risedersi affianco a me. “Non posso vederti andare via..” disse con evidente frustrazione mentre mi abbracciava con dolcezza.
“Tranquillo, ti chiamerò ogni volta che potrò! Sai benissimo che non posso fare a meno di te fratellino!”
“Fratellino?” chiese improvvisamente spaesato cercando di posare la sua attenzione altrove ed evitando il mio sguardo indagatore.
Dopo un po’ abbassai lo sguardo e cambiai discorso. “Beh che cosa guardiamo stasera?”
“Un vecchio film possibilmente..” sospirò, “scegli tu.. sono lì sul tavolino accanto al televisore.
“D’accordo”.



2 anni dopo


All’aeroporto quella mattina c’era un via vai continuo di gente, forse era dovuto al fatto che eravamo sotto le feste. Ero stata via così tanto tempo.
Non molto lontano dall’uscita del gate intravidi mia nonna sventolare la mano spasmodicamente, e sorrisi trascinandomi dietro la mia piccola valigia a mano.
“Nonna!” l’abbracciai stringendola forte a me.
“Oh cara! Che bello riabbracciarti.. il nonno ci sta aspettando, vieni!”
Mi prese per mano e mi trascinò via verso l’uscita principale dell’aeroporto.
Vidi la macchina del nonno, una vecchia fiat panda dal colore sbiadito e sporca di terriccio ovunque.
Il nonno scese dalla macchina e dopo un abbraccio sbrigativo, mise la mia valigia nel portabagagli e mi aprì la portiera per farmi entrare.
Il viaggio fu lungo, contornato dalle chiacchiere della nonna e del nonno, mentre io pensavo una sola cosa con un mezzo sorriso sul viso.
“Un pensiero felice cara?” chiese improvvisamente il nonno fissandomi con uno sguardo indagatore dallo specchietto retrovisore.
La nonna si voltò con fare incuriosito e mi sorrise invitandomi ad aprirmi con loro.
“Oh, niente.. pensavo a quanto sono felice di essere tornata.”
“Julian sarà felice di sapere che sei tornata!” commentò estasiata la nonna cogliendo la natura dei miei pensieri.
Certo, Julian.
Il mio sorriso era per lui. Avevo capito così tanto in quel periodo di lontananza.. ero così sicura di me stessa, che sapevo cosa gli avrei detto rivedendolo, riabbracciandolo.
Una volta arrivati nella piccola campagna di famiglia, mi congedai dai miei nonni e dissi loro che volevo fare un giro per la città. Ma il sorriso incoraggiante della nonna, mi fece capire che lei sapeva già dove mi sarei diretta con così tanta fretta.
Mi lasciarono la mia vecchia auto, un pick-up nero sfondato e dal rumore frastornante. Avviando il motore il pick-up sbuffò rumorosamente e partì con un colpo secco. Percorsi un paio di strade secondarie, finché non entrai su una stradina privata dove sulla collinetta si stagliava una grande villa. Quando fermai il pick-up nel vialetto, raggiunsi il retro della casa sapendo dove cercare quello per cui ero venuta.
Nell’ombra della casa, lo vidi. Chiacchierava con qualcuno. Mi avvicinai lentamente con il cuore balzato in gola per l’emozione. Iniziai a correre e quando lui si voltò al rumore dei passi il suo volto prima parve sorpreso e poi si illuminò di un’inaspettata felicità, ma notai l’incertezza nel manifestarla.
Arrivata ad un passo di distanza da lui, lo guardai confusa, ansimante e felice allo stesso tempo. “Claire” spezzò il silenzio calato su di noi poco prima e tagliò quella distanza tra di noi abbracciandomi.
Lo strinsi, finché l’occhio non mi cadde sulla persona alla sue spalle. Una donna molto bella, dalla pelle dorata, dai capelli e gli occhi neri come la pece.
Julian si accorse del mio allontanamento improvviso e si voltò verso la donna allungando una mano dietro il fianco. La donna la prese e le loro dita si intrecciarono stringendosi forte.
“Lei è Claire, te ne ho parlato.” Lo disse con un moto di tristezza, che mi strinse il cuore.
“Piacere, sono Brenda. Ho sentito parlare molto di te, Claire.” la donna allungò la mano libera per stringermela e io la guardai per un attimo, sentendomi cadere.
“Piacere” dissi svuotata e guardando fisso il viso di Julian mentre stringevo la mano di Brenda.
Quest’ultima se ne accorse e mi strinse più vigorosamente la mano, riportando la mia attenzione su di lei.
Julian tossì: “Brenda è la mia fidanzata, Claire.” E cercò di sorridere sforzandosi fin troppo evidentemente.
“Oh..” riuscii a dire, con la voce priva di felicità.
Brenda al contrario mio era entusiasta di poter dare la notizia.
“Ma tesoro, dalle anche il grande annuncio!”
Julian scosse la testa risvegliandosi da un lungo stato di catalessi e con un moto di frustrazione tentò di prendere un lungo respiro prima di riprendere a parlare.
“Ehm, io e Brenda ci sposiamo..”
Cercai di riprendermi e mostrando un sorriso dissi: “Sono felice per voi.. davvero!”
Julian sembrò essere meno teso e sorrise: “Grazie, Claire. Ci terrei che tu fossi presente alle nozze. Si terranno nella notte della vigilia.”
Un duro colpo sferzato in aria, raggiunse il mio stomaco e rimasi senza fiato.
“Ah.. ne sarei.. lieta..” dissi a stento. “Ora devo scappare” mi voltai e affrettai il passo lungo il giardino verde della vecchia casa, che una volta potevo considerare la mia casa. Ma ora.. non lo era più.

♪ Dimmi Dimmi – Anna Tatangelo

“Claire!” sentii una voce strascicata e i passi svelti. Una volta nel vialetto Julian mi prese una mano e mi fece voltare di scatto.
“Claire..” ripeté, alzandomi il viso con l’altra mano.
“Cosa..?” chiesi disperatamente. “Sono felice per voi.. ora lasciami andare”
“Non è questo..” mi guardò oltre i suoi occhi azzurro/grigi e si avvicinò più a me. “Mi sei mancata.. e Brenda lo sa.. lei sa tutto..”
“Tutto? Tutto cosa Julian?”
“Del fatto che..”
“Che..?” l’impazienza prese il posto della disperazione. “Dillo, Julian.”
“Sono passati due anni.. ho scelto di prendere una strada diversa la tua.. aspettarti è stato difficile.. e ora, sei tornata sulla mia strada. Perché mi fai questo?”
“Non ti ho mai chiesto di aspettarmi.”
“No è vero, ma io..”
“Tu..? Non sei più bravo con le parole?”
“No, con te non lo sono mai stato. Se no a quest’ora saresti tu..”
“Sarei io?”
“Sì, saresti tu la donna che dovrei sposare.”
“No.. io Julian.. non ti..”
“Dillo, Claire. Dimmi che non eri venuta qui per rivedermi.. dimmi che non eri venuta a parlarmi.. dillo dannazione” mi scosse per le spalle.
Scossi la testa e mi liberai dalla sua presa.
“Ammetto di essere venuta qui per vederti, ma non ho altre motivazioni oltre a questa. Julian.. io non ti amo.”
“Ma io, sì.. Dannato me e il mio stupido amore non corrisposto. Sposerò un’altra donna, ma non la amerò mai come adesso amo te.”
“Mi spiace per lei.” E salii sul pick-up accendendolo il più velocemente possibile, prima che Julian mi fermasse ancora. Prima che mi ripetesse che mi amava e io rovinassi il suo fidanzamento scappando tra le sue braccia, e desiderandolo finché non fosse stato mio.

♪ Due innamorati come noi – Laura Pausini

Premetti l’acceleratore e il vecchio pick-up superò appena gli 80km/h.
Sfrecciai sulla strada, quasi fossi la più veloce di tutte le altre auto.. ripensai agli attimi di qualche minuto prima.
E piansi, crollai in un pianto sonoro consolandomi di non essere udita da nessuno se non dalla mia auto.
Più tardi quando tornai in campagna, corsi nella mia stanza e quando entrai nel bagno di servizio vidi il mio viso. Gli occhi arrossati spiccavano sulla mia pelle olivastra e apparivano opachi alla luce sbiadita della stanza. Quando tornai nella mia camera, abbraccia il cuscino e mi addormentai con il mal di stomaco; sapete quella sensazione che si prova quando il mondo ti è caduto addosso e non c’è niente che possa farti stare meglio, se non la persona che avete perduto? Ebbene, avevo il cuore a pezzi e nello stomaco non sentivo le farfalle, ma i loro resti che morivano dentro di me.




SPOILER (click to view)
Le canzoni segnate, sono quelle che ascoltavo mentre scrivevo.. volevo semplicemente inserirle nel contesto.. mi piaceva l'idea.

 
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RoxasJJ
view post Posted on 11/10/2009, 17:54




Bella. Complimenti. image image image ;) :zeze: :asd: :sisi:
 
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sar3tta89
view post Posted on 11/10/2009, 20:10




ti ringrazioooo!^^
 
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sar3tta89
view post Posted on 2/11/2009, 15:22




2. Capitolo




Il negozio gremiva e quella mattina l’aria all’interno era davvero irrespirabile. Mi scusai con la nonna e mi allontanai dalla cassa dove stava facendo la fila. Estrassi un pacchetto di sigarette e uscii fuori, la guardai per un attimo sofferente. Qualche mese prima avevo promesso che avrei smesso, e invece mi trovavo ancora lì con una sigaretta in procinto di essere accesa e fumata.
“Non sapevo fumassi” disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Julian con una busta della spesa.
“Non ti ho visto dentro..” commentai guardando all’interno del negozio. La nonna non mi aveva vista: una fortuna, non avrebbe di certo approvato.
Guardai appena la sigaretta che tenevo tra le dita e alzai lo sguardo verso Julian: “Ho ripreso oggi. Avevo smesso un po’ di tempo fa.”
“Mi spiace per ieri.. non avrei dovuto..”
“Dirmi cosa provavi?” chiesi avanzando la sigaretta alle labbra per aspirarne una boccata.
“Sì.. non è giusto.. nei confronti di Brenda. E’ una bella persona.”
“Solo questo?”
“La amo.”
“Mi fa piacere” dissi espirando il fumo dai polmoni.
“Già.. Adesso devo andare.” Fece per andarsene, ma poco dopo si voltò a guardarmi.

♪ Everything – Lifehouse

“Ciao Julian..” gli dissi automaticamente, reprimendo il desiderio di crollare nuovamente in lacrime. Portai nervosamente la sigaretta alle labbra e mi voltai nella direzione opposta a quella di Julian.
“Claire, ci tengo davvero ad averti alle mie nozze.” Detto questo lo vidi nel riflesso della porta scorrevole, che avanzava verso la sua lussuosa macchina nera, dai vetri oscurati.
Socchiudendo gli occhi sbuffai dell’altro fumo e gettai la sigaretta, ma proprio mentre si aprivano le porte scorrevoli vidi mia nonna davanti che mi guardava preoccupata.
“Cara.. hai ripreso a fumare?”
Presi le buste e senza rispondere mi diressi verso l’auto del nonno, quella mattina ci aveva concesso la sua auto poiché aveva del lavoro da fare in campagna.
“Ho ripreso oggi nonna.. non so cosa fare.. io..”
“E’ a causa di Julian?” chiese sedendosi in auto.
Girai la chiave nel quadro e guardai per un attimo le spie accese della macchina.
“Credo di sì..” e piansi mentre la nonna mi accoglieva tra le sue braccia e mi sussurrava “Piccola mia.. povera piccola mia”.


“E’ molto carina la tua amica” commentò Brenda, quando salii in macchina dopo aver lasciato Claire.
“Sì” risposi quasi automaticamente.
Brenda mi fissò a lungo prima di proseguire.
“Cosa c’è stato tra voi?”
“Niente. Assolutamente niente”
“Sembri frustrato..” si limitò a constatare Brenda, avvicinandosi il burro cacao - che aveva tolto dalla borsetta – alle labbra.
Scossi la testa e strinsi con maggior vigore il volante, accelerando appena.
“No, tesoro. Forse un tempo la volevo per me, ma ora..” guardai Brenda e le sfiorai la guancia per un bacio “..ho te. E non c’è niente che desidero di più al mondo.”
Brenda si rasserenò e ricambiò il mio bacio.


Quando rincasai nella mia stanza, mi gettai nel mio letto cercando la consolazione tra le mie lenzuola. Proprio quando stavo per addormentarmi squillò il telefono accanto al letto sul comodino.
Lanciai un braccio fuori dalle coperte e afferrai la cornetta avvicinandola appena all’orecchio.
“Pronto?”
“Claire” riconobbi immediatamente la voce calda e avvolgente di Julian.
“Hey..”
Perché mi aveva chiamata? Il mio cuore batteva forte.
“Scusa se ti disturbo.. so che ci siamo visti prima..”
“Julian, parla. Sii diretto, per favore.” Chiesi esasperata stringendo sempre più forte la cornetta.
“Volevo chiederti, siccome Brenda deve partire per qualche giorno se potevi accompagnarmi a fare qualche commissione per il matrimonio. Il giudizio di una donna, mi farebbe comodo. Sempre che questo non ti pesi..”
“No, perché dovrebbe?” chiesi con finta allegria.
“Ok.. Allora domani mattina, ti andrebbe bene vederci?”
“Sì.”
Dopo aver riattaccato, non riuscii a smettere di pensare che Julian e io saremmo stati soli il giorno dopo, cosa che non accadeva da troppo tempo ormai.
 
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SaRa_EvAnS
view post Posted on 5/11/2009, 13:16




bella... complimenti... :P
 
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sar3tta89
view post Posted on 6/11/2009, 21:22




Graaazie ^^
 
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sar3tta89
view post Posted on 24/12/2009, 02:19




Ok, per un attimo ho creduto di non riuscire più a mettere due parole insieme nella stessa frase.. un vero e proprio blocco, forse causato dalle mille sensazioni contrastanti.. dal momento difficile che ho vissuto.
Non so a quanti interessi questa ff, ma continuo a scriverla in un certo senso perchè voglio dimostrare che so ancora scrivere qualcosa che mi piace... che non ho perso niente, che quel blocco è stato soltanto un ostacolo a qualcosa che mi piace fare veramente. Scrivere.

Quindi rieccomi qui, con il capitolo tre. Carico di aspettative e soprattutto di speranze.
Per le festività vi auguro le più serene feste, e che ogni giorno sia pieno di novità e di felicità, che ogni giorno vi porti ciò che di più desiderate al mondo.. vi auguro un caro natale.


Con questo, passo alla ff. Prima di tutto questo capitolo è diviso in tre parti.
- Prima parte: si svolge in terza persona.
- Seconda parte: molto breve, e un POV di Claire.
- Terza parte: POV di Julian.
Perchè questa divisione? Non lo so, mi è girato proprio sul momento di scrivere il tutto. Quindi scusate la presenza di eventuali errori ortografici, ma sono priva di una reader.. o meglio, la mia è clamorosamente scomparsa. u.u'
Dunque mi è difficile trovarne un'altra di fiducia a cui affidare il compito di criticarmi e correggere i miei "orrori".
E con questo vi auguro buona lettura, a chi dopo aver letto il mio monologo avrà già deciso di cambiare pagina e dire: "Ma che noia questa!", nonostante ciò spero non lo abbiate fatto.. e attendo qualche commento, dato che finora non ne ho suscitato più di uno per capitolo.

Un bacione, Sara



3. Capitolo




Sebbene non fosse ancora giunto il natale, novembre era identificato come il mese dove l’aria del natale iniziava a circolare nelle case, nelle città, nei negozi.
Era una giornata molto fredda, e Claire si era avvolta nel suo caldo giubbotto dal color cioccolato prima di uscire di casa e affrontare il gelo.
Julian l’aspettava nel suo SUV nero, puntuale come al solito.
Una volta convinta di non aver lasciato nulla, corse velocemente alla macchina, ed entrata nell’abitacolo iniziò a strofinarsi le mani evidentemente congelate.
“Brr! Che freddo!” rabbrividii.
Julian le sorrise dolce e caloroso come sempre. Fu un tuffo per il suo cuore.
Accese la macchina e senza proferire alcuna parola, partì.
Entrambi non parlarono, forse troppo spaventati dall’essere soli. Era passato troppo tempo da quegli scambi complici che avevano osato scambiarsi in passato. Ma i loro sguardi ad intervalli regolari s’incontravano e ogni volta che questo succedeva, Julian accelerava un poco come se i muscoli fossero troppo tesi e il piede si lasciasse andare pesantemente contro il pedale.
Ad ogni modo, molto più tardi, dopo quelle ore di silenzio, Julian tossì rumorosamente prima di iniziare a parlare.
“E’ stato molto gentile da parte tua, venire a farmi compagnia! In tutta sincerità non ho i gusti raffinati di Brenda, e avevo proprio bisogno di una donna come te in sua assenza.” proferì imbarazzato e ammiccando uno splendido sorriso.
“Spero di esserti utile” disse scherzosamente Claire, guardandosi le mani strette tra le ginocchia, “Dove si va?” aggiunse guardandolo un attimo appena.
“Dovremo iniziare dal mio abito.. L’appuntamento è tra un’ora, che dici se andiamo prenderci un caffè?”
“Oh non c’è problema” rispose lei guardando i profili dei palazzi che scorrevano accanto a loro.

Qualche minuto più tardi, entravano filati in una piccola caffetteria.
L’ambiente era caldo, sereno e soprattutto confortevole. Le pareti color crema diffondevano luce e le cameriere risplendevano nelle loro tenute giallo canarino e con i loro sorrisi carichi di aspettative.
Una giovane cameriera dai capelli biondi come l’oro si avvicinò con un taccuino e una penna in mano e sorridendo ci chiese: “Benvenuti all’Olly’s, che volete ordinare?”
Li guardò sorridente e i suoi occhi verdi rifletterò la luce del sole, che filtrava nella finestra accanto a Claire e Julian.
“Per me un caffè lungo, molto lungo..” disse Claire rendendosi corto del suo disperato bisogno di caffeina.
La cameriera gettò un’occhiata a Julian che aggiunge: “Anche per me, grazie.”
Una volta che si fu allontana, Julian intrecciando le mani sulla tavolata che ci divideva guardò a lungo Claire, che a sua volta fu costretta a guardare altrove.
“Com’è andata in questi due anni.. lontano da qui?” mi chiese abbassando lo sguardo.
Vorresti dire: lontano da me? – si disse Claire per un attimo, mentre scuoteva la testa con un sorriso sornione stampato sulla faccia per aver pensato ad una simile assurdità.
“Bene, direi di aver avuto i due anni più lunghi della mia vita.. e ancora mi stupisco di quanto le cose cambino in così poco tempo” concluse lanciandogli un’occhiata incalzante.
“Sì, hai ragione. Sono contento che sarai presente nel giorno più importante della mia vita. Mia madre e mio padre ne sono orgogliosi.”
“Fa piacere anche a me.” disse con molto sforzo “Ma dimmi.. un po’, come hai incontrato Brenda.”
Finalmente gli occhi di Julian tornarono su Claire e ne studiarono i lineamenti, gli occhi, gli zigomi, il mento dolce e tondo, le labbra.. cercò di studiare quel suo “finto” interesse, ma non ne trovò la fonte.
“Due anni fa, eri partita da pochi giorni..” incominciò.
Ma bene, ti sei consolato subito!
“Brenda è procuratrice distrettuale, e ci siamo conosciuti per un caso. E’ stata da subito mia amica, sebbene ci fosse di mezzo principalmente il lavoro nel nostro rapporto e un giorno vinta la causa, lei mi ha invitato a bere una birra. Ho notato da subito che era speciale, ma non l’avrei mai creduta ragazza da birra.” Rise sopito nei suoi ricordi passati.
“Quella sera mi baciò, ma stupendomi di me stesso, la respinsi. Non avrei potuto.”
I loro occhi si incontrarono.
Claire non gli chiese il perché, in cuor suo conosceva la risposta già da tempo.
“L’ho fatta aspettare.. ma lei è stata paziente. E dopo un anno e mezzo ho capito che dovevo andare avanti, non potevo aspettare e perdere un occasione così. Perché ci tenevo e non volevo perderla. Nonostante tutto ciò che le avevo fatto passare, tutto il tempo in cui aveva aspettato.. dopo avermi ascoltato a lungo, mi dimostrò di essere la persona di cui avevo bisogno in quel momento. Sono stato fragile e non me ne vergogno, perché ho conosciuto lei ed è stato ciò che di più bello poteva capitarmi.”
Claire prese un respiro. L’aveva osservato a lungo, anche mentre le raccontava di Brenda, era seriamente preso e questo la sprofondò in uno stato comatoso. Doveva abbandonare le sue speranze, doveva fermare il ciclo delle sue emozioni.. ma tutto questo flusso di pensieri frenò, quando Julian le strinse la mano.
Claire disorientata alzò gli occhi e guardò incerta Julian che disse: “Dobbiamo andare.” Detto questo si alzò e trascinò Claire con sé.

*Claire POV*
La prova d’abito fu lunga ed estenuante, Julian era affascinante in qualunque abito indossasse e dargli un consiglio su quale abito scegliere, mi sembrò un compito ingrato. A dispetto di questo, Julian alla fine scelse un abito blu notte, molto scuro che gli garantiva l’effetto “principe”.
Quando fummo fuori dal negozio, mi prese per mano e contento mi scortò fino ad un altro negozio: quello dei fiori.
Guardammo un enorme varietà di fiori, ma nessuno sembrava rispecchiare il fiore adatto, quello che rappresentava il loro amore basato sulla forza reciproca.
Mentre guardavo l’ultimo negozio di fiori, posai gli occhi su una meravigliosa orchidea di un color bianco candido. Era davvero bellissima.
La commessa intercettò il mio sguardo e mi si avvicinò: “è davvero un fiore bellissimo, non crede?” chiese dolcemente accarezzando il fiore con la punta delle dita.
“Sì”
Julian poco dopo, attirato dai nostri sguardi persi notò la mia attenzione per quel magnifico fiore ed esclamò felice: “Bravissima Claire, questo è sicuramente adatto per la cerimonia.”
Lo guardai improvvisamente e senza capire più niente, arrivai alla conclusione che il mio fiore preferito, il fiore più bello, non sarebbe stato altro che il simbolo dell’unione tra Julian e Brenda. E che da quel momento in poi, guardare un’orchidea avrebbe significato ricordarlo per sempre.
Annuii, e la commessa ancora una volta comprese senza bisogno di scambiarci nemmeno una parola. Posò una mano sulla mia e disse: “Lei lo ama, non è così?”
“Pensa che sia tanto sbagliato.. provare gelosia nei confronti della donna che sposerà?” chiesi suscitando un sorriso malizioso nella commessa.
“Non credo. E’ normale.” Dicendo così mi diede l’orchidea che aveva conquistato la mia attenzione, “Questa non deve ricordarti per forza quando hai perso.. ma quanto ancora tu hai. Il tempo scorre troppo veloce perché tu possa permetterti il tempo di tornare indietro.. vai avanti, pensa al tuo futuro.. solo allora ti renderai conto di quanto il mondo ha da darti e quanto tu devi a lui.”
La guardai esterrefatta da quella sapienza e infinita dolcezza con cui mi aveva dato i suoi consigli e con sé la sua orchidea, così la presi e pensai che quell’orchidea sarebbe potuto essere il significato che davo a ciò che stavo per fare, ovvero, provare ad andare avanti. E con questo non significava dover tagliare Julian, fuori dalla mia vita, ma a provare a far rientrare lui - e la sua nuova vita - nella mia.

*Julian POV*
Mentre guidavo, notai lo sguardo sereno di Claire, mentre si posava sull’orchidea che la commessa le aveva donato. Sembrava risplendere della luce che il fiore le emanava, e mi trovai a pensare che era davvero molto bella. Scrollai immediatamente il capo e mi accorsi che lei aveva intercettato quel mio movimento improvviso, e concentrandomi sulla guida la ignorai.
“Hey” mi disse improvvisamente con la voce dolce, carica di entusiasmo.
“Mmm?”
“Grazie.”
“Di cosa?” dissi lanciandole un’occhiata perplessa.
“Di avermi fatto passare una bella giornata.” Ricambiò lo sguardo diretta e con serenità.
Tossii e le dissi che non doveva ringraziarmi, che era stato un piacere. Dopotutto non era altro che la verità. Avevo atteso quel momento tanto a lungo, che vivendolo non mi era sembrato altro che un sogno.
Arrivati di fronte alla casa dei suoi nonni, mi riscoprii a desiderare di poterla anche solo abbracciare e lei come leggendomi nel pensiero mi abbraccio. I nostri corpi caldi, avvolti dai vestiti, erano finalmente vicini. Potevo sentire il suo respiro alitarmi sotto l’orecchio e il suo profumo invadermi le narici. Quando ci scostammo appena i nostri visi erano ad un palmo di distanza l’uno dall’altro.
Sorridemmo. E una volta scesa dalla macchina, la guardai allontanarsi, sapendo che lei non era soltanto la mia migliore amica, la ragazza che era cresciuta insieme a me, la ragazza che avevo visto con i brufoli o piangere perché era piatta come una tavola da surf – e i ragazzi la prendevano in giro; non era la ragazza che avevo visto uscire con i suoi primi ragazzi e alle prese con le prime cotte.. lei era Claire, la ragazza di ieri e la donna di oggi che in vita mia non avevo amato come nessun altro, nemmeno Brenda.
Tornato a casa, aprii la porta e stancamente mi lasciai andare sul divano. Qualcuno arrivò dietro di me, coprendomi gli occhi con delle delicate mani gelide.
“Brenda” dissi soave. Brenda rise e corse immediatamente tra le mie braccia, avvolgendomi piacevolmente delle sue attenzioni.
“Com’è andata oggi? Sei andato con Steven alla prova d’abito?”
La guardai trattenendo la sensazione di colpevolezza che mi si stringeva dentro.
“Sì, ho scelto sia abito che fiori. Steven è il solito romanticone! Ha saputo consigliarmi alla perfezione. E domani pensavamo di fare una gita fuori città.. se a te non dispiace.”
Brenda socchiuse gli occhi appena, mostrandomi un poco del suo disappunto, ma infine mi stampò un bacio sulla guancia e sussurrò: “Va bene, ma la notte sarai mio.” E maliziosa mi lasciò seduto sul divano, facendomi capire che l’unica cosa che desiderava in quel momento era che le dedicassi abbastanza attenzioni di quante lei ne aveva dedicate a me. Estenuante, se ti rendi conto che la tua futura moglie non è la donna che hai amato in tutta una vita.
Mi alzai frustrato e mi imposi un sorriso sulla faccia prima di salire al piano di sopra. Raggiunta la stanza la osservai, mentre girata di spalle indossava un abito intimo in raso. Cercai di ritrovare la voglia di avanzare, ma qualcosa dentro di me, mi disse che era sbagliato. Così quella sera uscii di casa e rientrai soltanto a notte inoltrata, con la speranza di aver le idee più chiare. Quando mi sdraiai nel letto accanto a Brenda, notai che aveva un fazzoletto in mano ed era umido. Evidentemente aveva pianto a causa mia. Si poteva rendere tanto fragile, una persona che a noi sembrava incredibilmente forte? I sentimenti alle volte sono dei grandi bastardi, si prendono gioco di noi, ci riducono a fantasmi viventi, ci prosciugano delle nostre energie e ci fanno perdere la nostra autostima – ciò che ci rende forti e convinti di ciò che siamo e soprattutto di chi siamo. Fermo sulle mie convinzioni, sprofondo in un sonno tale, da sperare che al mio risveglio i problemi possano essere solo l’ombra di un ricordo.

 
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• Shin ~
view post Posted on 24/12/2009, 12:44




E finalmente sono riuscita a leggere questa ff...u.ù
Per mancanza di tempo non ero mai riuscita a concluderla..ç__ç
Ciemmecu...passando a commentare la tua storia...*-*
Mi piace molto, è una storia semplice ma ben costruita.
Ci sono i dettagli indispinsabili ed è molto piacevole e scorrevole da leggere...*annuisce*
Vorrei picchiare Julian *che tra l'altro è un nome bellissimo*...Direi anche che lo vorrei pestare a sangue... .-. Peccato che però il carattere dei ragazzi è così...non aspettano mai gli stronzi...>.>
Detto questo...^^
Molto bella e non vedo l'ora di leggere il seguito...*-*
Baci.
Laura
 
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sar3tta89
view post Posted on 24/12/2009, 21:32




Mi fa davvero piacere aver letto un tuo commento carissima ^^ e sono contenta che ti piaccia image quindi non mi resta che dirti grazie di aver letto i primi 3 capitoli!!! ^^
 
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• Shin ~
view post Posted on 24/12/2009, 22:01




Di nulla...XD
Mi piace come scrivi...*annuisce*
Ah già...dimenticavo, la fioraia è un genio... :felix:
Aspetto con impazienza e il prossimo capitolo...*-*
E già che ci sono ti faccio gli auguri di Buon Natale..XD

Chu.
 
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sar3tta89
view post Posted on 24/12/2009, 23:43




Grazie ancora, ti auguro un felice natale anche a te!


Un Bacione, Sara^^




Diventerò un'aggiornatrice notturna di questo passo.. ieri alle 2 oggi alle 3. Evviva.
u.u'

Aggiornamento natalizio, chissà che tra lo studio e le feste riuscirò a postarne qualche altro in seguito.

Con questo, auguro vivamente una buona lettura e naturalmente un buon natale!

Notte, ai "notturni" navigatori del forum ;)




4. Capitolo




*Claire POV*
Guardavo ormai da diversi minuti i raggi del sole filtrare oltre le tende che andavano a posarsi sulla candida orchidea, che solo la sera prima riposava in un negozio di fiori. Era davvero incantevole quel biancore splendente che riluccicava tra i petali.
Ma distratta poco dopo dal frastuono sottostante di pentole, scesi svogliatamente – ma piuttosto incuriosita. Che aveva la nonna da far tanto baccano di prima mattina?
Una volta entrata nel piccolo angolo cottura vidi la nonna sbatacchiare il pentolame alla ricerca di qualche cosa di importante dentro un’anta del piccolo cucinotto in legno massello. Poggiata allo stipite della porta, incrociai le braccia per osservarla meglio e attendere - nel frattempo – che notasse la mia presenza silenziosa.
Ma la nonna troppo distratta, borbotta da sola, finché – poco dopo – non toglie fuori un piccolo tegame in rame e gioisce soddisfatta.
Non riesco a trattenermi dal ridere: tanto baccano per cosa? Una pentola in rame.
“Pensi che questo pentolino ti renderà la felicità, nonna?”
La nonna si volta e annuisce senza bisogno di aggiungere una sola parola.
“Cara, siediti in cucina. Ti preparo la colazione!”
Questa volta sono io ad annuire e mi accomodo nell’isolotto della cucina. Lo adoro, e l’ho sempre adorato a quanto mi ricordi. Perché?
Non lo so, credo il motivo fosse legato ai ricordi che avevo delle chiacchierate con mia zia (sorella della mia madre passata a miglior vita) prima che morisse. Una volta pensavo che niente potesse accaderle, perché lei era forte. Così forte da superare ogni tipo di tempesta, ogni malignità sul suo conto, di stroncare l’insorgere di qualsiasi cosa. Era la donna che faceva da modello al mio stile di vita e vivevo dei suoi consigli, delle nostre chiacchierate e delle nostre uscite a far spese “pazze” – come le chiamava lei. L’amavo più di me stessa, e quando arrivò quell’ictus che me la portò via, ogni cosa di lei era andata perduta. La sua determinazione, la sua creatività, la sua voglia di vivere e con questo anche una parte di me.
“Ecco qui, cara. Devi uscire stamane?” la nonna dispone l’isolotto con un eleganza tale da rendermi ogni mattina, la colazione più piacevole. Non ho una spiegazione, ma il suo ordine dolce e armonioso mi rilassa. La sua pace diventa la mia pace. Frase fatta, forse. Ma non è proprio così.
Non per me.
“Sì, faccio una gita fuori città con Julian.” sorrido con il cuore a mille, stringendo la tazza rossa - trasbordante di latte bianco – tra le mani.
La nonna mi osserva un attimo prima di scuotere appena la testa, non propriamente convinta. E concentrandosi su di me, mi parla con tono serio, carico di timori che portano una ventata d’aria gelida tra noi.
“Posso darti un consiglio, Claire?”
Claire.. usava il mio nome quando voleva farmi notare un errore irreparabile, che poteva portare scompiglio nella nostra famiglia. Era raro che succedesse, non le avevo mai dato modo di preoccuparsi se non sporadici episodi dimenticati in chissà quale cassetto.


*Julian POV*
Al mio risveglio, Brenda non c’era già più nel suo letto, ma di lei era rimasto un biglietto firmato con il mio nome.
Lo apro ancora un po’ stordito dal sonno e pensando più al niente che a leggere ciò che contiene il biglietto.
“Non fare tardi stasera e divertiti. Dobbiamo parlare. Brenda.”
Dobbiamo parlare.. che bello iniziare la giornata con due parole come queste, cariche di preavviso su quello che mi sarebbe toccato quella sera stessa.

*Claire POV*
“Certo nonna” annuisco facendo finta di nulla, mentre immergo un biscotto di riso nel latte ancora fumante. Lancio un’occhiata di completa attenzione.
“Credo che tu debba capire certe cose. Julian è un uomo, e questo tu lo sai. Come tale, potrebbe comportarsi in una maniera un po’..” cercò la parola adatta.
“Un po’ da bastardo?” chiesi timidamente.
La nonna scosse la testa, sconcertata. “Non credo sia il termine che avrei utilizzato, ma supponiamo che questo lo sia. Dunque, io credo che tu possa fraintendere certi suoi comportamenti. Dopotutto è sul punto di fare il passo più importante della sua vita, e potrebbe aver paura e decidere in una qualche maniera una via di fuga.. Bene, io non vorrei che ti usasse. Temo che se continui a stargli così vicino, potresti soffrire ancora e molto ancora se gli permetti di raggirarti. Con questo non intendo influenzare la tua vita, ne ogni scelta che farai in futuro. Ci tengo solo a farti sapere la mia opinione.”
Detto questo prende uno strofinaccio e si sposta nell’angolo cottura. La raggiungo immediatamente e l’abbraccio.
“So che mi vuoi bene, e so che vuoi proteggermi. Ma devo capire ciò che è giusto, da sola. Devo fare degli sbagli per poter proseguire sulla strada giusta. Non voglio essere la via di fuga per nessun uomo, ne tanto meno per Julian dal suo matrimonio. Non voglio essere la scelta che porta fine alla sua storia con Brenda. Desidero essere più di questo, desidero essere la strada che potrebbe percorrere se non la sposasse o meglio che avrebbe potuto percorrere se non l’avesse mai conosciuta.”


*Julian POV*
Guardando un’ultima volta quelle due ultime parole su quel foglio bianco, mi decido a lasciar cadere quest’ultimo in fondo ad un cassetto. Non voglio fraintendere il significato di quelle parole, ne tantomeno voglio credere al fatto che Brenda voglia prendere seri provvedimenti per la nostra situazione altalenante per una serata sola.
Getto un’occhiata al telefono, e mi avvicino per comporre il numero che meglio conosco a memoria. Quello di Claire.
“Pronto?” risponde lei poco dopo dall’altra parte del telefono.
“Buongiorno, pronta per il grande giorno?”
“Oh certo, scout!” ride Claire, infondendomi un’innata voglia di stringerla a me in quel medesimo momento.
“Bene, passo da te tra un’oretta circa. Non farmi aspettare.”
Lei dà l’ok e io chiudo a malincuore. Ricordo ancora le lunghe telefonate che ci facevamo tempo addietro, quando i nostri problemi erano semplicemente come vivere la giornata. La spensieratezza delle nostre chiacchierate, mi ricordava come avevo potuto innamorarmi di una ragazza come Claire. La sua carica, la sua gioia, la sua determinatezza e testardaggine che la rendevano così bella agli occhi di ogni ragazzo.
Nella nostra adolescenza avevo tentato di allontanarle ogni rospo che le ronzasse intorno senza mai riuscirci pienamente, lei non mi notava mai. Claire aveva sempre visto in me, il fratello che non aveva mai avuto e questo non m’incoraggiava a farmi avanti essendo il più timido sulla faccia della Terra. Ma lei sapeva come prendermi, sapeva che c’era qualcosa che non le dicevo e non mi sforzava mai di scoprire cosa fosse – per quanto la sua curiosità fosse incorreggibile, anzi tentava in ogni modo di distrarmi da ciò che più mi attanagliava lo stomaco. Ed era questa una delle motivazioni, per cui mi accontentavo di esserle anche soltanto amico.


*Claire POV*
Una volta pronta, decido di scendere al piano di sotto per un saluto alla nonna prima di uscire. Nell’ultimo periodo è molto prevenuta nei miei confronti, teme una mia imminente delusione e forse ha ragione, sto andando a scontrarmi con un macigno più grande di me. Forse ne uscirò illesa, o forse non ne uscirò proprio. Rimpiango la spensieratezza di quando si è più giovani, quando l’unica a cosa a cui si deve pensare è come vivere la giornata.


*Julian POV*
Ed eccomi davanti a casa sua, con l’ansia di un ragazzo alle prime armi con la sua cotta. Eccomi ad aspirare di poterla sfiorare anche solo per un attimo, non appena varcherà la portiera della mia auto. Eccola salire, con quel suo sorriso dolce trapassarmi. Un brivido mi percorre le braccia, successivamente tutto il corpo.
“Buongiorno” mi dice stampandomi un bacio sulla guancia. “Dove si va?”
Sorridendole le accarezzo una guancia - quasi trattenendo il fiato - e accendendo la macchina le dico: “Non te lo dico. È una sorpresa.”
Quando parto, noto dallo specchietto retrovisore che la nonna di Claire ci osserva allontanarci da una finestra che ricordo bene essere quella dell’angolo cottura. Credo di aver passato così tanto tempo in quella casa, da poter dire di conoscerne ogni angolo. Ripensando al viso della signora Corney, avevo notato il disappunto nella sua espressione.
Forse era contraria al fatto che io e sua nipote dividessimo un viaggio così lontano dai suoi occhi indagatori? Può darsi, conclusi proseguendo la corsa sull’autostrada.
“Bene, direi che per il viaggio potremmo fare qualche gioco” incominciò Claire sistemandosi agiatamente sul sedile.
“Quale?” le getto un’occhiata divertita e ripenso a quanti viaggi abbiamo condiviso cantando e scherzando.
“Il gioco della verità.”
“Mmm, è piuttosto pericoloso dir la verità.”
“No, se non hai niente da nascondere!” scaltramente, “Inizia tu!”
La nostra gita era appena iniziata, e già qualcosa premetteva che quel gioco non sarebbe stato semplicemente tale. La verità si nasconde dietro l’angolo e sta agli altri svelarne il contenuto.
Volevo sapere la verità? E piuttosto: qual’era la mia verità?
Stavo scappando da Brenda perché non l’amavo più, o ero semplicemente spaventato e cercavo una via di fuga nella donna che avevo amato così a lungo nella mia giovane vita?
A volte la verità è solo sopita dentro di noi, ma per qualche ragione quando tentiamo di risvegliarla, questa salta fuori e incasina ogni singola cosa, ogni singolo rapporto oppure riappacifica gli animi e riunisce i cuori, e io speravo sinceramente nella seconda - se avevo anche solo la minima possibilità di scegliere, era chiaro.

Se ti perdo cosa perdo
Questo lo so già
è crudele il mio gioco della verità
[*]





[*] Il gioco della verità, Eros Ramazzotti


Edited by sar3tta89 - 25/12/2009, 03:06
 
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• Shin ~
view post Posted on 25/12/2009, 11:50




Molto bello questo capitolo Sara...^w^
I tuoi personaggi hanno sempre delle perle di saggezza da dare agli altri...** Fantastico...XD
Julian continuo a volerlo picchiare... .-. Spero vivamente che non stia cercando in Claire una semplice via di fuga...ç__ç
Claire invece è molto dolce...*annuisce* E spero non si lascierà andare con Julian, almeno non finchè lui resterà con Brenda...u.ù
Grandissima per aver aggiornato così velocemente...*-*

Chu.
Laura
 
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sar3tta89
view post Posted on 28/12/2009, 23:47




Me è tanto contenta che tu legga la mia ff*-* hai sempre delle parole bellissime da regalarmi nei tuoi commenti. Grassie mille!!!
:T_T:

Con questo, spero che il prossimo capitolo ti piaccia! Ci ho messo impegno e vorrei tanto che esprimesse ciò che provano i personaggi. Le canzoni che ho scelto, hanno un significato più che attinente alle parti in cui sono state collocate.

Mamma miaaaa, temo un qualsiasi commento°_° per questo capitolo!


BUONA LETTURA(o almeno spero!) :X_X:




5. Capitolo




*Julian POV*


“Hai mai creduto di conoscere una persona fino in fondo, quando invece non era così?” le ho chiesto, e lì ho visto i suoi occhi rabbuiarsi.
“Non è divertente, Julian.” mi ha risposto, girandosi verso il finestrino e rifiutandosi di rispondermi.
Inizialmente, mi sembrava più che lecito quel silenzio.. sicuramente la mia era stata una frecciatina nei suoi confronti, e forse lei l’aveva colta in pieno. Ma così facendo avevo appena rovinato l’atmosfera dolce e allo stesso tempo morbida che si era instaurata tra di noi.

*Claire POV*


Fissando il paesaggio scorrere davanti ai miei occhi, non riuscii a pensare che quella domanda potesse essere stata rivolta volutamente nei miei confronti. Per quanto potesse anche non essere così, io non riuscivo a non sentirla una frecciatina nei miei confronti.
Odiavo quella sensazione di disagio, ma non potevo sentirmi altrimenti.


*Brenda POV*


Mi sentivo uno straccio. Una donna dalla grande personalità e dal carattere forte trattata come uno straccio.. uno zerbino.
Voltando distrattamente la pagina del fascicolo del mio nuovo caso, mi perdo tra le parole, ripensando a quanto poteva essere spaventato Julian dal comportarsi in quella maniera.
Forse il matrimonio per un uomo, non era il realizzarsi di un sogno o il coronamento di un amore, ma semplicemente un vincolo giuridico, una semplice comunione legale, che lo terrà legato a me per tutta la vita.
Devo assolutamente fare qualcosa, mi dicevo sottovoce da ormai qualche ora. Ma cosa?

*Claire POV*


“Perché ti fermi?”
Julian incrocia il mio sguardo e levando la chiave dal quadro, esce dalla portiera.
Scendo infervorata per inseguirlo, mentre lui si insedia in mezzo a dei cespugli, lasciando la macchina sul ciglio della strada.
“HEY!” urlo, seguendolo a falcate in mezzo alla sterpaglia.
Lo vedo fermarsi, voltarsi – e quando lo fa, quasi mi manca il respiro.
I raggi del sole scolpiscono i suoi lineamenti, i suoi occhi azzurri diventano grigi e autentico ghiaccio. Quasi trattengo il fiato, stupendomi di quanto sia bello.

As reason clouds my eyes, with splendor fading
Illusions of the sunlight
And the reflection of a lie will keep me waiting
Love gone for so long[1]



*Julian POV*


Mi volto, con il cuore in gola.. con la voglia di urlarle che è difficile. Che vivo in una vita che sembra non appartenermi più, e che combatto nonostante tutto. Che sto per fare un passo più lungo della gamba, ma che allo stesso tempo non penso altro che a lei, che vorrei baciarla, stringerla, e anche solo restarle accanto mi basterebbe.
Ma quando incontro il suo viso, che sembra aver realizzato qualcosa, non mi vien più voglia di dirle niente. Le vado semplicemente incontro vedendola ferma, con il fiatone, con la fronte imperlata di sudore, con lo sguardo corrugato e gli occhioni nocciola esprimere mille emozioni, mille sensazioni. Indietreggia di un solo passo, mentre io avanzo ancora.
A dividerci non resta che un sassolino. Siamo così vicini da poter sentire l’uno il profumo dell’altro. Così vicini da far male a noi stessi.

*Brenda POV*


Mi balena improvvisamente un pensiero passeggero. Il problema non dovrebbe per forza essere il nostro matrimonio, ma la donna che è tornata nella sua vita. La donna per cui l’ho consolato così a lungo, la donna che potrebbe essere ancora presente nel suo cuore. La donna per cui lo sento così distante. Claire.
Si può provare gelosia, per un passato già vissuto?

*Claire POV*


Perché ci voleva ferire così? Questa vicinanza era troppo.
Volto la faccia per non guardarlo, sapendo benissimo che si apprestava a cingermi tra le sue braccia. Dentro di me, dentro il mio cuore c’era una tempesta di fuoco che infiammava ogni parte di me, facendomi sentire viva. Ma d’altra parte, chi ero io per approfittare dei suoi sentimenti?
Sono sua amica, una sua amica.. continuavo a ripetermi.
Amarlo e non poterlo fare mio, era ingiusto.

Why my heart is so broken?[2]



*Julian POV*


Spezzando la poca distanza che rimaneva tra di noi, l’abbraccio. La sento irrigidirsi, ma continuo a cingerla tra le mie braccia.
Le accarezzo i capelli, gioco con i suoi ciuffi boccolosi, guardo i suoi capelli color rame giocare con i raggi del sole, provocando ogni sorta di riflesso. Aspiro il suo profumo, come non ho fatto mai.
“Claire” le sussurro all’orecchio “mi spiace.”

'Coz I'm broken, when I'm lonesome
And I don't feel right when you're gone away[3]



“Mi spiace davvero” continuo a ripeterle, mentre ci culliamo in una danza lenta e senza musica.
Finalmente mi guarda, incrocia il mio sguardo e vedo le sue labbra incresparsi in un mezzo sorriso.
“Ti odio, quando fai così” dice con la voce spezzata, mentre le riporto un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
“E’ pur sempre un sentimento” le rispondo continuando a seguire i contorni del suo viso e quando sto per avvicinarmi di più a lei, mentre la sento sospirare sul mio viso, sento il trillo del mio cellulare risuonare nella mia tasca.

*Brenda POV*


“Ti disturbo?” gli domando.
“No” mi sussurra distante, mentre reprimo le lacrime.
Perché riusciva a ridurmi così?
“Non potevo aspettare stasera..” lascio le parole cadere in un silenzio carico di dolore.
“Sì dimmi” sento il silenzio intorno a lui, a parte il cinguettio degli uccellini e il fragore del vento.
“Vorrei sapere, cosa ti sta spaventando.. la paura del matrimonio o il fatto che non sarai più di nessun altra donna?”
“Stai scherzando vero?” mi chiede secco “E’ normale che io abbia paura! E normale che io giunga alla conclusione che mai nessun altra donna mi apparterrà e io stesso non le apparterrò.. sposandoti sarò solo..”

*Julian POV*


“.. tuo..!” concludo.
Improvvisamente realizzo, che di fronte a me c’è Claire.

*Claire POV*


Tuo, Brenda.
Tuo.
Una cosa che non sarà mai mia, che non mi apparterrà mai.
Nemmeno se lo bacio questa sera, nemmeno se gli prego di restare.
Lui stesso l’ha detto. E’ tuo, con le sue paure, i suoi difetti, i suoi pregi.
Sposerà te, Brenda. Non me.
Emergo dai miei pensieri e guardo Julian che a sua volta guarda me.
Abbiamo realizzato entrambi, forse, che è giusto così. Le nostre scelte ci hanno diviso da tempo, portandoci in strade differenti. E per quanto ci sforziamo di farle coincidere, le nostre strade ci porteranno sempre su due treni differenti. Incamminandoci alla macchina, non proferiamo alcuna parola. Non ce n’è bisogno. Non con questa giornata che è appena andata in frantumi, dopo un lungo ed estenuante viaggio.

*Julian POV*


Una volta saliti in macchina, siamo privi di qualunque espressione. Guardiamo entrambi la strada davanti a noi, e per quanto tentiamo di tenerci su frequenze diverse, so che le nostre menti pensano la stessa cosa. Che la nostra giornata non solo è andata a pezzi, ma anche i nostri desideri. Sto per sposare un’altra donna, e le apparterrò per sempre.
Freno di colpo. Il motore si spegne con una sbuffata violenta da parte del motore.
Claire urla. “Cosa ti è preso?!”
“Non deve per forza andare così, Claire!”
Scuote la testa confusa, e la sua espressione è un grande punto interrogativo.
“C-co…”
Le premo un dito contro le labbra, e mi avvicino a lei.

Oramai
Mi consola
Oramai
Mi sorvola[4]



Quando sono ad un passo dalle sue labbra, la bacio a fior di labbra, sentendola pietrificata.
“Dannazione..” la sento mormorare quando riparto.

L’amore invano
Così leggero[5]



Sorrido tra me e me.
Brenda, perdonami, ma è una scelta difficile quella che ho preso.

Sinceramente
Così leggero[6]





[1,2] Shattered, Trading Yesterday
[3] Broken, Amy Lee feat. Seether
[4,5,6] Indaco Dagli Occhi del Cielo, Zucchero


 
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• Shin ~
view post Posted on 29/12/2009, 19:42




Bè, tranquilla Sara, questo capitolo ti è riuscito veramente bene e hai espresso bene i sentimenti di tutti... *annuisce*
Questo aggiornamento mi ha coinvolto molto, e l'ho letto tutto d'un fiato...** E mi è dispiaciuto parecchio quando è finito...ç__ç
Julian inizia a farmi un pò pena... .-. E' così combattutto tra quelle due donne, che mi sa fra un pò diventerà pazzo... :susu:
E' incredibile quanto Claire riesca a trattenersi quando è con Julian... .-. Ora però mi sa che si lascierà andare...lui è troppo vicino a lei per respingerlo... Forse... .-. *rotola*
Brenda, poverina anche lei *patta* spero non rimanga troppo ferita...ç__ç
Complimenti come al solito e mi raccomando, aggiorna presto...^w^
E davvero, hai reso questo aggiornamento molto bello...XD

Chu.
Laura
 
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sar3tta89
view post Posted on 22/1/2010, 20:16




Graaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaazie Laura :*:*




6. Capitolo




*Claire POV*
Di una passione così? Non credo di averne vissuta nessuna. Non veramente, non profondamente. Così tante sensazioni nella mia mente, incancellabili nella mia anima.

Come stai?
Come sto?
Maledettamente bene
Penso a te penso a noi e non vivo più

[1]

Quel bacio era stato il risvegliante di ogni mio senso, di ogni parte del mio corpo che lo bramava, lo desiderava. Mi aveva svegliata dentro, come il passare della corrente fa illuminare una lampadina.
Ecco! Io mi sentivo elettricità allo stato puro e mi rendevo conto che la mia vita dipendeva da lui, dalla sua felicità che era ance la mia, dal suo dolore che sentivo in me, dal suo desiderio che bramavo intensamente.
Ogni parte di me reclamava Julian e sapevo che nel bene e nel male, ciò che era successo solo la sera prima, dimostrava l’autenticità dei nostri sentimenti.
È tutto reale, scuoto la testa, con lo sguardo che lentamente vaga tra le lenzuola.
Certo, mi dispiace molto per Brenda... ma purtroppo la vita da e toglie, prende e a volte non restituisce, e la mia felicità determinava la sua infelicità. Come si dice, la mia felicità è inversamente proporzionale alla sua: all’aumentare della sua felicità, vi era una diminuzione della mia e viceversa.
Vorrei pensare di non essere la vera e propria “causa” della loro sempre più prossima rottura … ma nonostante ciò, la nonna non è fiera di me e mi ha posto di fronte ad un bivio: o scelgo lui, o la salvezza della mia anima (e con essa, la possibilità di tornare nelle sue grazie).
La risposta mi sembrava abbastanza scontata. Il mio cuore aveva deciso, il mio cervello non lo contrastava più.
Ma la mia anima potrà mai valere tanto? Un uomo, poteva mai valerne una?
E detta tutta: Julian la meritava? Mi meritava?
Quante domande.
“E chi ti dice che non farà a te, ciò che ora sta facendo a Brenda?”
La nonna mi stava ponendo davanti ad un altro quesito. Non incrocio il suo sguardo, è così difficile guardarla negli occhi.
Mi snerva l’idea. Odio dover riflettere sulle mie paure, perché mi prende una paura dentro e mi vien sempre voglia di scappare lontano. L’avevo già fatto in passato.
Cosa crede? Che io non ci abbia riflettuto su?
“Nonna” la prego in un sussurro.
“No, Claire” quando mi chiamava per nome, era segno di disapprovazione totale – ovvero, la stavo deludendo, “Tu non hai idea delle scelte difficili che stai prendendo e delle altrettante conseguenze a cui incorrerai. Mi preme questa situazione, quanto più credo di doverti dire…. Mi preme la tua felicità. Devi aprire gli occhi, bambina mia!”
Mi ritrovo a sorriderle, beffandomi della vita, di lei e dei suoi consigli. Se il fato mi aveva regalato un bacio, aveva fatto ciò perché forse – e ripeto forse – eravamo destinati a stare insieme.
Il fato ci aveva legato nel tempo, solo che noi ci avevamo messo del tempo per arrivarci.
“NO!” le urlo, stringo i pugni.. “TU” le punto un dito senza sfiorarla “tu, che non volevi influenzare le mie scelte, tu che sai più ogni altra persona quanto io sia stata male, e quanto io ancora stia soffrendo, dovresti sapere che ogni scelta che ho preso, ogni scelta che ho fatto è stato per seguire il mio cuore.”
Rido tra le lacrime, furibonda e consapevole di ciò che sto per dire: “Io.. amo Julian! E lui ama me. Questo non si può cambiare!”
La mia è rabbia, risentimento, dolore.
La guardo prima di voltarmi vedendo il suo dolore trasparire dai suoi occhi, dalle sue rughe scolpite dal tempo, con una mano premuta sul cuore e l’altra a coprirla.

Dolore.

Forse, dice una preghiera per salvarmi.. come se chiedesse per me, perdono alle mie parole, come se fossero così difficili da accettare.
“Io più di tutti, credo di doverti mettere di fronte alla cruda verità. Non rimpiango i miei consigli e mi addolora che la situazione sia questa. Tua madre non avrebbe voluto questo per te. E con questo, credo andrò a letto e consiglio a te di fare altrettanto. Medita su ciò che ti è stato detto.”
Mi sento tradita, sola, incompresa da chi più caro mi è rimasto al mondo.

Perché non comprendeva l’infinita gioia che provavo?

*Julian POV*
Ed eccomi di fronte alla mia casa, la mia dolce casa dalle persiane color ciliegio che risaltano sul colore giallo canarino. Una casa pronta a riunire la mia famiglia, a dar luce alla mia vita e pronta a soffiare via la patina di polvere che alleggiava su di essa. Volevo finalmente vivere ciò che il destino aveva riservato per me.
Ma affrontare Brenda, si presentava come una cosa impossibile.. significava affrontare un pilastro, quando io non ero altro che il soffitto sorretto da esso… portando così il rischio di far crollare tutto, e con quel pilastro anche me.
Guardo ancora la casa dall’esterno. Guardo dentro al mio cuore e mi chiedo: Come posso dirle che la sto per lasciare, quando non sono davvero pronto a farlo? Come posso non farle pensare, che non sono troppo spaventato per fare il grande passo.

Paura.

E’ tutto così difficile, tutto così buio. Un tunnel che non ha uscite, una domanda che non risposte. Batte solo il passare dei secondi, quei secondi in cui ti chiedi se quando arriverà il momento sarai abbastanza capace e coraggioso da varcare la soglia del proprio inferno.
Un inferno, che ha risvolti al gusto di miele. Ma non per Brenda.

Molte volte l'unico modo per andare
in paradiso è passare per l'inferno.

[2]

*Brenda POV*
Perché l’unica cosa che sentivo, era un male sconsiderato all’altezza del petto?
… Suonavano alla porta? No, ho sentito male.
La voglia di vederlo e abbracciarlo mi stava mangiando dentro, e più lo volevo lì e più non arrivava mai.
Questa sensazione andava oltre la paura di perderlo.
Lo volevo lì per me, pronto a dirmi che tutto andava bene e che mi sbagliavo. Che non dovevo aver paura.
Andare e indietro per la stanza non mi avrebbe portato a niente, se non a una crisi isterica.
Mi siedo con la testa tra le mani, soffermandomi a guardare la moquette linda e splendente.

Dubbio.

Sento suonare il campanello. Forse per l’ennesima volta mi sbaglio.
No.. continua a suonare. Guardo oltre la finestra, ha iniziato a piovere.
Corro alla porta, la apro senza esitazione. E’ lui.
Gli salto al collo, lo bacio tra le lacrime.

I die each time you look away
My heart, my life will never be the same
This love will take my everything
One breath, one touch will be the end of me

[3]

Ho paura, così paura Julian. Non voglio vivere nel dubbio che una mia paura possa realizzarsi.

♪ Maybe someday love

[4]




[1] In nome dell'Amore, Paolo Meneguzzi
[2] Citazione, Van Helsing
[3,4] Love Song Requiem, Trading Yesterday

 
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15 replies since 10/10/2009, 19:55   174 views
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