Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Fuori dall'oscurità, una nuova professoressa ad hogwarts...che riuscirà a tenere testa al nostro Sev!!!

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principessa mezzosangue
view post Posted on 1/7/2009, 17:02 by: principessa mezzosangue




ma ciaoooooooooooooooo!!! ehm ehm.....ok....
allora..questo è il terzo cap....l'ho scritto con l'intenzione di far bisticciare i due personaggi... :lool: anke per farvi conoscere meglio questa nuova prof!!!
spero che vi possa interessare............e mi raccomando...
COMMENTATEEEEEEEEEEE!!!!!

ps: grazie per i commenti! :wii:

pps: sev sei grandeeeeeeeeeeeee!!



CAPITOLO 3


Toc toc toc.
Anna aprì gli occhi di scatto e portò istintivamente la mano alla bacchetta, sotto il cuscino, il battito improvvisamente accelerato.
Trattenendo il respiro si alzò dal letto per raggiungere la porta e, nell'oscurità della stanza andò a sbattere contro uno spigolo.
"Cretina!!!" imprecò sottovoce. L'auror, abituata a stare sempre sulle spine ogni qualvolta qualcuno bussasse alla porta di casa sua, si era ricordata solo in quel momento di essere ad Hogwarts. Un senso di sollievo pervase il suo corpo, come se una scarica positiva l'avesse attraversato da capo a piedi.
Altri colpi alla porta. -Arrivo arrivo!-
Con un colpo di bacchetta spalancò le finestre facendo così entrare il sole mattutino, accompagnato da un vento prepotente che fece sbattere le imposte. Anna rabbrividì e tentò di scaldarsi stringendo a se il leggero pigiama di cotone azzurro che portava addosso.
Passando per il salotto arrivò davanti alla porta d'ingresso e fece scattare la maniglia, gli occhi assonnati e il viso pallido, e si trovò davanti una giovane donna dai capelli color castano caldo, gli occhi nocciola e un sorriso smagliante.
-Ciao, scusa se ti ho disturbato ma non ti ho visto a colazione e ho pensato che stessi poco bene!- La nuova professoressa di Babbanologia, l'aria un po' imbarazzata per aver svegliato la collega, stringeva a se un pacchettino verde, continuando a tormentare con le sottili dita i bottoncini del lungo abito verde smeraldo che aveva addosso. Notando che la giovane di fronte stava osservando il pacchetto rispose alla tacita domanda -Ti ho portato qualcosa da mangiare...se ti va.- e così dicendo glielo porse.
-Oh...grazie! Vieni, entra!-Anna, piuttosto stupita dalla cortesia e dall'interessamento della donna, le fece spazio per lasciarla passare.
-Comunque sto benissimo...solo ho lavorato molto in questi giorni e volevo approfittare dei minuti della colazione per riposarmi un po'.-
Vedendo la collega mortificata per aver rovinato i suoi piani, si affrettò subito ad aggiungere -Ma non ti devi preoccupare...- "Driiin" -...ecco, volevo dire che la sveglia stava per suonare!-
-Vieni accomodati...Claire, giusto? Scusa per il disordine ma non ho fatto in tempo a sistemare tutto- disse, indicando il divano bianco al centro della piccola sala.
Claire, guardandosi curiosamente attorno, farneticò una serie di complimenti sul buon gusto con cui erano state arredate le stanze.
Anna rimase incantata nell' osservare quanto entusiasmo avesse quella donna, come fosse a suo agio lì, in mezzo a valanghe di scatoloni pieni di libri, ampolle, vestiti e oggetti vari, con lei di fronte tutta spettinata e con le pantofole addosso.
Cercando di darsi un' aria da buona padrona di casa, cosa che non le era mai riuscita, disse a Claire che se aspettava qualche minuto, giusto il tempo di farsi una doccia e vestirsi, sarebbero potute uscire insieme. Inutile dire che, essendo così presa dal mobilio, la ragazza non fece più di tanto caso alle parole della collega, e continuò ad aggirarsi con disinvoltura tra i vari pacchi impilati in giro per la stanza.
Scartando il pacchetto che aveva tra le mani, e addentando il toast ancora tiepido che c'era dentro, Anna raccolse un paio di indumenti da uno scatolone posto sopra la poltrona bianca, posizionata accanto al divano, e si diresse verso il bagno.
Dopo una doccia veloce si asciugò i capelli con la bacchetta, spruzzò alla base del collo del profumo e si mise un filo di trucco.
Entrò nuovamente nella sala sistemandosi il pullover color panna che aveva indossato e abbottonandosi i jeans marroni.
"Dove le ho messe??" sussurrava frugando tra scatoloni e valigie, mentre camminava scalza in giro per la stanza.
-Ah..eccovi qua!!- disse estraendo da un pacco un paio di mocassini neri.
Attirata dall'esclamazione, Claire si avvicinò alla collega. Solo in quel momento Anna si accorse del portafoto che teneva in mano.
Come a leggerle il pensiero, con un sorriso malizioso Claire le sventolò sotto il naso la foto -E questo bel ragazzo chi sarebbe? E non dirmi tuo fratello, perché non ti assomiglia per niente!!-
Prendendola dalle sue mani , Anna osservò la sua stessa immagine abbracciata ad un giovane ragazzo, i capelli castani e gli occhi verde chiaro, tutti e due sorridenti e felici.
-No, non è mio fratello, anche perché sono figlia unica.-
Il tono di voce di Anna stupì Claire, che, alzando il volto dalla foto, vide gli occhi della ragazza di fronte velarsi leggermente di grigio, come se una nuvola temporalesca fosse appena piombata sopra la sua testa.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Riscuotendosi dai suoi ricordi, Anna le rivolse un timido sorriso.
-No, e solo che...è morto qualche anno fa e non sono ancora riuscita a superare la cosa.-
Claire rimase spiazzata da quelle parole, non sicura di aver capito bene.
-Anche lui era un Auror, come me. Lavoravamo insieme.- Dopo una lunga pausa proseguì -Una domenica mattina qualcuno bussò alla porta di casa nostra (eravamo andati ad abitare insieme). Mi disse di continuare a dormire, che ci avrebbe pensato lui a quegli scocciatori.
Ho sentito la porta aprirsi, poi un tonfo. Così ho impugnato la bacchetta e mi sono nascosta dietro la porta della camera. Sentivo dei passi che venivano verso di me. Poi un uomo è entrato nella stanza. Io glielo avevo detto di non muoversi, di buttare la bacchetta a terra. Non mi ha ascoltato. Ha cominciato a lanciarmi un sacco di maledizioni contro. Alla fine ho dovuto ucciderlo.-
Anna camminò lentamente verso la finestra, guardando fuori con aria nostalgica.
-Era un tizio su cui io stavo indagando. Evidentemente non gli era piaciuto il fatto che avessi messo in naso negli affari suoi.-
Sentendo una mano poggiarsi sulla sua spalla, l'Auror si irrigidì.
-Mi dispiace, non volevo far riaffiorare ricordi dolorosi.- Sussurrò Claire, mortificata.
Vedendo la collega così in pena, Anna le diede una pacca sul braccio, tentando di sollevarle un po' il morale.
-Tranquilla, nessun problema. Anzi mi ha fatto bene parlarne.- Guardando l'orologio a muro che aveva di fronte per poco non le veniva un colpo. -Oh Merlino è tardissimo!! Se non arrivo puntuale quel Piton è capace di mettermi in punizione!!-
Ridendo di gusto le due donne uscirono in corridoio e si diressero ognuna verso le rispettive aule.
-Claire!- La giovane si voltò al suono del suo nome -Grazie della colazione!!- E con un sorriso Anna voltò l'angolo.




Quasi correndo, Anna si buttò in mezzo alla folla di ragazzi urlanti che, come lei, tentavano di arrivare puntuali a lezione.
Percorrendo il tragitto tra la sua camera e l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, Anna ricordò i tempi in cui indossava ancora la divisa della scuola con il grifone dorato sul petto, e la curiosità con cui ogni mattina si recava a lezione di DCAO.
"Speriamo di riuscire ad appassionare anche queste piccole pesti" si disse, schivando per un pelo due studenti del secondo anno che correndo come pazzi si fiondavano giù per una rampa di scale.
Scuotendo la testa divertita percorse ancora un paio di corridoi, fino a che non giunse di fronte alla porta della sua classe.
Una ventina di ragazzini impauriti stavano ammucchiati davanti alla porta sussurrando eccitati, le pesanti borse piene di libri poggiate a terra oppure su di una spalla.
-Buongiorno!- dissi ad alta voce per sovrastare il vocio. Quelli più vicini a lei sussultarono e biascicarono qualche " 'giorno " o " salve ". -Allora chi abbiamo qui: Grifondoro e.. Tassorosso.- aggiunse, facendo scorrere lo sguardo sui piccoli Grifondoro.
-Consiglio spassionato: state lontani dalla porta, se non volete finire in infermeria con il naso rotto il primo giorno di scuola.-
Tutti si allontanarono dalla porta immediatamente, ed Anna si sforzò di nascondere il sorriso divertito che le si era dipinto sul volto.
Proprio in quello suonò la campanella. -Prego ragazzi, il primo giorno ha inizio!- E così dicendo aprì la porta.



Come tutte le mattine, Severus Piton si era svegliato molto presto. Senza bisogno di sveglie, alle sei e mezzo era in piedi.
Per prima cosa una doccia calda, poi indossava uno dei soliti abiti neri e andava a fare colazione.
Prima arrivava in sala grande meglio era: meno gente con cui parlare, e un po di pace in più per leggere tranquillamente la Gazzetta del Profeta.
Quel giorno però non riusciva a concentrarsi sul giornale. Mentre sorseggiava il suo succo di zucca pensava alla sera precedente. La nuova insegnante, quell'auror, sembrava proprio un osso duro. Era probabile che quel genere di lavoro l'avesse temprata, ragion per cui il suo sarcasmo non aveva effetto. Ma quella mattina glielo avrebbe fatto capire chiaramente con chi aveva a che fare! Eh sì!
Con un'espressione soddisfatta sul volto si alzò dal tavolo e passò tra i tavoli delle case, gettando occhiate sprezzanti ad un gruppetto di ragazzine di Tassorosso che spettegolavano ad alta voce.
Avvolgendosi nel suo mantello passò velocemente il portone d'ingresso della scuola, uscendo fuori nel parco. Camminò velocemente sull'erba, ignorando Hagrid che portava a spasso quel suo cane bavoso. Passando davanti all'orto di erbologia sentì un gridolino, proveniente dall'interno di una delle serre. Pensando di avere a che fare con uno dei soliti studenti idioti che, curiosando in giro senza permesso, si facevano mordere da una pianta carnivora o una delle tante diavolerie che la Sprite teneva la dentro, Severus aprì la porta e mise dentro la testa. Già elettrizzato dall'idea di poter affibbiare una punizione alle sette di mattina, rimase piuttosto deluso nel vedere che l'insegnate di Erbologia era stata presa per i capelli da una delle sue "amorevoli piantine". Doveva ammettere, però, che la scena era piuttosto divertente, dopotutto.
-Ah, Piton! Capiti proprio a fagiolo! Non è che potresti darmi una mano? Sai oggi è piuttosto nervosetta..ero venuta a darle un salutino prima delle lezioni, ma mi sono impigliata. Chissà, forse è un po' sofferente perchè non ha mangiato abbastanza. Dovrò ricordare ad Hagrid di procurarmi qualcosa di più sostanzioso delle bacche...forse qualche animaletto...tu che ne dici?-
Insofferente alle chiacchiere della collega, Severus si affrettò a liberarla dai rami della pianta, e senza darle il tempo di aggiungere altro, corse fuori dalla serra.
Pensando tra se che la pianta avrebbe fatto meglio a mangiarsela, continuò la sua passeggiata.
Facendo attenzione a non essere visto da nessuno, raccolse una timida primula, che spuntava solitaria vicino ad un cespuglio.
L'avrebbe lasciata sopra la tomba di marmo bianco, come tutte le mattine; dopotutto a Silente piacevano i fiori.
A pochi metri dalla lapide, Severus si bloccò di botto: Potter, la Granger e i due Weasley stavano in piedi davanti alla tomba, parlando ad alta voce.
-Bene ragazzi..andiamo a fare colazione? Io avrei un certo languorino...-
-Ron, sei una cosa impossibile! Come fai a pensare soltanto al cibo??-
-Ma io non penso soltanto al cibo...penso anche a te amore mio!!!-
Un coro di risa si levò dai ragazzi, che sghignazzando e prendendosi in giro si allontanarono dal parco per andare in Sala Grande.
Severus era ancora lì, fermo, con quel fiore in mano, il vento che faceva frusciare il mantello.
Potter. Non ci aveva ancora parlato. Da quella notte alla stamberga strillante. Non avrebbe mai pensato di uscirne vivo. Gli aveva consegnato i suoi ricordi, sapendo che era indispensabile perchè portasse a termine il suo compito.In quel momento si era sentito sollevato, come se tutte le sue colpe verso quel ragazzo si fossero in qualche modo alleggerite, fossero diventate meno atroci. Ora, invece, non era più tanto certo.
Prima o poi avrebbe dovuto incontrarlo. Non avrebbe potuto evitarlo per il resto dell'anno.
"Non voglio rovinarmi la giornata. Ci penserò in un altro momento."
Senza scervellarsi ulteriormente, avanzò ancora di qualche passo fino a trovarsi di fronte alla lucida superficie candida. Forse avrebbe potuto chiedere a lui. O meglio, al suo ritratto. Pose delicatamente il fiore sulla lapide, e stringendo a se il mantello, girò i tacchi e se ne andò.



Mancava poco al suono della campanella, che indicava l'inizio delle lezioni.
Severus era seduto alla scrivania del suo studio, sfogliando distrattamente il volume di DCAO per il primo anno.
Guardando l'orologio appeso alla parete difronte, arricciò le labbra "Ha proprio l'abitudine di arrivare in ritardo. Vedrò di farle passare questo vizio."
Si alzò dalla sedia, a momenti avrebbe dovuto aprire la porta dell'aula agli studenti, e si guardò attorno soddisfatto: aveva arredato personalmente il suo studio, pur sapendo che avrebbe dovuto condividerlo con la Martini. La scrivania di legno scuro, un basso divano in pelle nera, delle librerie e qualche scaffale, tutti rigorosamente colmi di libri e ampolle di vetro. Lo stesso valeva per l'aula di sotto. Mentre ammirava i frutti del suo lavoro, la campanella urlò l'inizio delle lezioni.
Il professore scese velocemente le scale a chiocciola, e si diresse verso la porta.
Ma non fece in tempo a fare un altro passo che quella si spalancò, facendo entrare una fila di ragazzini spauriti, chiusa da una figura ben più alta e sicura.
-Prendete pure posto dove desiderate, ma senza fare chiasso. Buongiorno Professor Piton- Accorgendosi di lui, tutti i ragazzini cercano di accaparrarsi i posti più lontani dalla cattedra.
-Ragazzi, venite avanti, su. Ehi, la in fondo, c'è posto anche qui, dai.- Obbedienti, gli studenti si sedettero, con uno stridio di panche.
Severus sollevò un sopracciglio e storse la bocca, come in un sorriso di scherno, in risposta al saluto di Anna.
Notando l'unica sedia dietro alla cattedra, Anna fece segno al collega di sedersi.
- Oh no.. prego! Ci mancherebbe..- Rispose lui, con la solita voce melliflua.
Sussurrando un grazie, la donna si sedette e, incrociando le mani, aspettò che il professore iniziasse la lezione, come avevano stabilito la sera prima.
Piton cominciò a girare per l'aula, sommersa in una penombra nonostante il sole fuori.
-Bene. Questa è la prima lezione di Difesa Contro le Arti oscure che voi affrontate, giusto? Quindi penso che la professoressa Martini, che lavora peraltro nel campo, sia la più adatta ad introdurvi l'argomento. Prego professoressa, a lei la parola.- concluse con un cenno del capo Severus, un sorriso stirato sul volto. "Non te l'aspettavi vero?"
Anna rimase per un attimo basita dalle parole del professore, a cui rivolse uno sguardo interrogativo.
"Ok, questo mi sta prendendo in giro. Cosa crede, che non sia in grado di parlare senza aver preparato il discorso?"
-D'accordo. Prima, però apriamo un po' queste finestre: col sole che c'è fuori è un peccato stare al buio- e con un movimento della bacchetta tutti i battenti si spalancarono sbatacchiando.
-Allora...come ha detto il professore, io lavoro a stretto contatto con le Arti Oscure. Penso che il punto fondamentale da prendere in considerazione, se si desidera studiare la disciplina di DCAO, sia conoscere le Arti Oscure, in tutte le loro varianti. Per combattere il proprio nemico, è necessario sapere quali sono i suoi punti deboli, e anche che punti ha a favore.
Le Arti Oscure sono un po' come una grande piovra. Avete mai sentito parlare della piovra gigante che c'è qui al lago?- qualche sì si levò dagli studenti.-Ecco. Immaginate questa piovra: la si combatte, si riesce a stroncarle un tentacolo, ma questo ricresce ancor più forte ed aggressivo di prima. Queste sono le Arti Oscure. Possiamo definirle come il mezzo più potente che la criminalità del mondo magico possiede. Probabilmente non è possibile annientarle del tutto, ma si può cercare di fare in modo che non provochino troppi danni.
Ora, aprite il vostro libro. Come vuole procedere, Professor Piton?-
Sentendo il suo nome, Severus si riscosse. Il discorso della collega lo aveva stupito. Non tanto perché avesse superato presto lo stupore di essere interpellata, quanto il fatto che le sue parole corrispondessero alla sua stessa visione dell'argomento.
-Sì. Aprite il libro a pagina 10. Cominciate a leggere, in silenzio.- rispose l'uomo, dirigendosi verso la cattedra. Prese un libro dallo scaffale lì accanto, fece apparire una sedia uguale a quella su cui era seduta Anna, e vi si accomodò.
-Perdoni la curiosità: perché ha voluto che iniziassi io la lezione?-
Senza distogliere lo sguardo dal testo, Severus rispose con tono sarcastico -Perché, come ho detto prima, sono dell'opinione che lei sia la persona più adatta.-
-Mi sta prendendo in giro?- chiese Anna a bassa voce, con un sorriso sbilenco sulle labbra, che ricordava molto quello dell'uomo che aveva di fronte.
-Ma le pare??!- fu la risposta di Piton, che inarcando le sopracciglia guardò con un espressione di finta sorpresa la collega sedutagli accanto.
-Senta, ho l'impressione di non starle molto simpatica...-
-Ma come le è venuta questa idea??..-
-..comunque- aggiunse sovrastando le parole di Piton -vorrei che fosse chiaro che io non ho nulla contro di lei, d'accordo?-
-Mi sembra piuttosto ovvio, anche perché non saprei proprio perché dovrebbe avercela con me....-
-Scusi..- un braccio si levò in mezzo alle teste degli studenti, e Anna vide un giovane Tassorosso guardare verso di lei, e nel contempo gettare delle occhiate spaurite all'oscuro professore.
-Arrivo!!-rispose ad alta voce lei, alzandosi da dietro la cattedra.
-E ora, se non le dispiace, vado a rispondere alle domande degli studenti...- sussurrò rivolgendosi a Severus -..a meno che..- e così dicendo si sporse verso di lui, avvicinando il proprio volto a quello del professore-..non preferisca farlo lei..che sembra specializzato nell'avere sempre una risposta pronta...- concluse, con una punta di acidità ben udibile nella voce.
Severus guardò la collega avvicinarsi al ragazzo che l'aveva chiamata, e chinarsi sopra il libro, parlando sottovoce, seguendo il testo con l'indice della mano.
Non si aspettava di sentire quella rabbia nel suo commento...in qualche modo ne era rimasto spiazzato. "Beh, pazienza. Imparerà presto a scaldarsi un po' di meno" si disse sovrappensiero, voltando distrattamente le pagine del libro. "Di certo non è un mio problema".



-Qui dice che non ci soffermeremo ad analizzare le maledizioni... perchè.. come è che c'è scritto? Ah sì!.."in quanto alcune di esse producono effetti troppo raccapriccianti anche solo per essere descritti a parole" Ma lei ci ha detto che dobbiamo conoscere le Arti Oscure per combatterle!- il giovane Tassorosso, dopo aver preso un po di coraggio, aveva posto la domanda, e lui e il suo compagno di banco sembravano piuttosto eletrizzati dalla questione.
-Beh..voi siete ancora al primo anno..è ovvio che tra tre o quattro anni anche voi affronterete l'argomento. Per ora ci limteremo a nozioni più elementari..è necessario partire dalle basi se si vuole fare un buon lavoro.- rispose cortesemente Anna, che vedendo l'aria delusa dei due, si affrettò ad aggiungere, con una finta aria sospettosa - Perchè, non avrete mica intenzione di scagliare una maledizione contro qualche Serpeverde??- I due sorrisero e si guardarono, dando ad Anna l'impressione che, se solo ne avessero conosciuta almeno una, non avrebbero esitato a provarla contro il primo scocciatore Serpeverde che si fosse presentato a tiro. Si fece appunto mentale di tenere d'occhio i due ragazzini.
-Comunque, non temete. Anche al primo anno si impara qualche incantesimo di difesa..per lo più verso la fine. Ma temo dovrete attendere un bel po' prima di potervi esibire in duelli mozzafiato nel mezzo dei corridoi...- I due la guardarono stupiti, e un po' in imbarazzo, non capendo come avesse potuto sapere a cosa stavano pensando.
Soddisfatta dell'effetto ottenuto, Anna lasciò che i due ragazzi continuassero a leggere.
In realtà, non le era ancora passata la voglia di appioppare uno schiaffo a quell'insolente del suo collega. D'altronde, non le capitava molto spesso di perdere le staffe a lavoro, solamente con i sospettati più straffottenti.
Eppure Piton...quel suo essere sarcastico a tutti i costi, proprio non lo soffriva. Anna aveva tre anni in meno di lui, per cui se lo ricordava bene ai tempi della scuola, silenzioso, sempre da solo, i capelli lunghi a coprirgli il viso e quel suo camminare veloce e rasente ai muri, come per non essere visto. Ricordava bene anche i suoi compagni di casa, James ei suoi compari. Non poteva sopportare di assistere alle sceneggiate di Potter, proprio come Lily. Nonostante Piton ispirasse una certa antipatia, lei aveva da sempre provato una sorta di tenerezza nei suoi confronti. Forse il fatto che non fosse in grado di difendersi da solo, che non riuscisse a tirare fuori le unghie.
Invece ora, dopo tutti quegli anni, Severus Piton non era più quel ragazzino spaurito, fragile ed indifeso. Aveva trovato sicurezza ed appoggio nel Signore oscuro e nei suoi seguaci. Nonostante poi avesse rinnegato il suo padrone, tradendolo ed imbrogliandolo, di quell'esperienza ne era rimasta la cicatrice, segno indelebile che nemmeno il tempo era riuscito a cancellare. Dentro di sè aveva ancora la certezza che l'unico modo per farsi rispettare e considerare dalla gente fosse intimorirle, denigrarle.
"Provocare timore nelle persone non equivale ad avere il loro rispetto. Ci si illude che possa essere così, che ci piaccia evitare la gente che non gradiamo, quando, invece, sono gli altri ad evitare noi; ci convinciamo che stiamo bene da soli, solamente perchè non abbiamo scelte, se non quella di passare le giornate seduti sulla nostra poltrona preferita, magari a leggere un libro, e con a farci compagnia solo la nostra anima, ormai lacerata da quel silenizio insopportabile, che però a noi piace tanto. Non è forse così? Oh, io li conosco bene quelli come te, Severus Piton. So che hai una coscenza anche tu, i tuoi rimorsi, i vizi e i dispiaceri, le aspettative e le delusioni. So che hai un cuore, come tutti noi. Sono certa che sarà un impresa ardua, ma giuro che da ora in poi cercherò di farlo uscire fuori, quel cuore.
Certo che, però, la prossima volta che mi rispondi così, un ceffone non te lo leva nessuno!!!".
Driiiin. Anna si riscosse dai suoi pensieri e guardò il suo orologio da polso. La prima ora della giornata era finita.
Scoccò un occhiata fugace a Severus, che senza alzare la testa dalle pagine del libro, aveva urlato in malomodo i compiti da portare per la settimana seguente.
"Ho il sospetto che questa sarà una giornata molto molto lunga!". Facendosi forza si diresse verso la cattedra, preparandosi a ricevere una classe del quinto anno, che sarebbe stata di sicuro molto meno diligente di quella appena uscita.
 
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19 replies since 28/6/2009, 01:10   327 views
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