| QueenSeptiennaSnape |
| | E torno con il secondo capitolo di questa ff, stavolta nei pensieri di James... lo troverete abbastanza egoista, ma si sa, quando si ama... Questo chap contiene una piccola scena di sesso assolutamente NON descrittivo, quindi leggete pure, anche a chi non piace lo yaoi non rimarrà turbato per nulla JAMES POV
Quindici anni passati in un letto non sono uno scherzo. Soprattutto quando la tua mente si trova in un punto indefinito nel nulla e tu non riesci a fare altro che stare lì, rannicchiato nel niente a guardarti in giro. Ma non sei solo, no. Almeno, io non mi sentivo tale. Sentivo la voce di quest’uomo ogni giorno, raccontarmi l’evoluzione del mondo, i suoi sentimenti per me. E sapere che io potevo sentirlo, ma il mio corpo non reagiva è stato un tormento che difficilmente riuscirò a superare. E quando mi sono svegliato, la coscienza che lui non era lì al mio fianco mi ha quasi fatto venire voglia di tornare nel mio limbo. Ma era presente Silente. Buon vecchio ed efficiente Albus, così premuroso nei miei confronti! Gli sono bastati pochi incantesimi ed un paio di pozioni per fare in modo che il mio cervello non rimanesse quello di un ventenne. E poi ha parlato. Per tre interi giorni. Giorni in cui ho appreso che il mio migliore amico è rinchiuso in galera con l’accusa di avermi ucciso, giorni in cui ho appreso che Regulus è scomparso, giorni in cui ho appreso la morte di Lily e che Severus è il cavallo di Troia usato contro Voldemort. Sono stato informato di tutto questo. Ma il mio primo desiderio non è stato vedere mio figlio cresciuto (e tenuto all’oscuro della mia sopravvivenza), ne andare a trovare Sirius in prigione. Il mio primo pensiero è stato per quello che ormai è un uomo. Severus. Sulle mie labbra il suo nome non è la bestemmia che sembra. Ora vedo i suoi occhi lucidi, lottare contro il desiderio di piangere nel vedermi qui, di nuovo insieme a lui. Lo guardo, è diventato grande. Non è più il ragazzetto patetico e sfigato di cui mi ero innamorato. Le sue spalle sono più larghe, il torace più pieno. -Cambiato shampoo, Snivellus?- lo prendo in giro. Ringhia qualcosa che prevede un litigio in piena regola, proprio come una volta, e io sorrido, perchè allora nulla è cambiato. Faccio il giro e mi metto davanti a lui. –Alzati.- Mi fissa con quegli occhi neri brucianti, neri come il limbo in cui mi trovavo, neri come il colore dei suoi abiti, neri come i suoi capelli. Il nero è il colore che lo caratterizza, Severus è ammantato di esso, portandolo dietro come il segno che mi permette di ritrovarlo ovunque. Appoggiò le mani sul suo viso, scorrendo i pollici sugli angoli della bocca. -Una volta mi sorridevi.- dico, ma so già che dopo questi quindici anni, i suoi muscoli facciali fanno molta fatica a sollevarsi. -Una volta non eri steso in un letto di ospedale colpito di riflesso da una Maledizione senza Perdono.- replica, con la voce fredda come il ghiaccio, ghiaccio bollente che mi entra sottopelle proprio come una volta. Un suono indistinto mi fa alzare la testa, piove. Ma sarà che i miei occhi riflettono il battito impazzito del mio cuore, e quella pioggia io la vedo rossa, come il sangue che ha ripreso a correre autonomamente nel mio corpo. -Non mi interessa. Voglio riprendere da dove eravamo rimasti.- mi impunto, come sempre. -Non vuoi vedere Harry, prima?- chiede, piegando la testa da un lato. Sei sempre uguale, Snivellus. Un finto bastardo con il cuore di un re. -No, Harry può aspettare.- -C’è anche Lupin, insegna anche lui, quest’anno.- insiste. –Non vuoi incontrarlo?- -No.- dico seccato. –Dopo.- Mi spiace dirlo, è da egoisti, ma non mi importa un fico secco di ognuno di loro. Mi importa solo di lui. Lo afferro per i polsi e lo faccio stendere sopra il tavolo, facendo evanescere i nostri vestiti. Lascio che le mie mani riprendano confidenza con questo corpo che per anni mi è stato accanto e non ho mai potuto toccare, se non nei sogni del nulla in cui ero relegato. Le mie mani ricordano ogni dettaglio di Severus Snape, si imprimono sulla sua pelle lasciando gli stessi segni che lasciavano quando ci siamo messi insieme, al settimo anno di scuola. Ci era voluto Sirius e la sua rabbia tale da spezzargli un polso per avvicinarmi a lui, per potermi prendere cura di lui. -Sei sempre mio?- gli domando, mentre un improvviso nodo mi sale alla gola, occludendo il mio cuore e la mia mente, spargendo il terrore in ogni fibra del mio corpo. -Sempre tuo, Jamie.- risponde, allungando le mani sul mio collo e stringendomi a sè. -Dopo quindici anni di inattività farà male.- lo informo, lasciando che anche il mio naso raccolga tutte le informazioni note, inspirando il delicato profumo della sua pelle. -Sarà di nuovo come la prima volta.- dice, facendomi scoppiare a ridere, una risata vera, la prima da una vita. Mi ricordo bene la nostra prima volta, quando incastrati in quel letto della Torre del Grifondoro, ci siamo uniti per la prima volta. Fu splendido, anche se la mia foga di possederlo rischiava di rovinare tutto, facendoci solo un gran male. Però ti ho avuto, come ti sto avendo ora, nel buio, sopra il tavolo del Grifondoro nella Sala Grande, proprio davanti al posto che una volta era mio e che ora è di mio figlio. La penombra fa risplendere i nostri corpi sudati nel momento in cui facciamo l’amore ed infine, esausti, ci lasciamo andare. E come la volta che Sirius ci ha beccati, sono di nuovo qui incastrato fra le sue gambe. Volto appena la testa e scopro lo sguardo sconvolto di Remus fissarci. Remus, Remus... Mio caro amico licantropo, tu che quando sorridi, non permetti mai al sorriso di allargarti anche ai tuoi occhi. Calmo e tranquillo, viso d’angelo e lingua di vipera. Amico mio, stasera non ho tempo per te, chiudi quella porta e vattene. Perchè stasera, come tutte le sere della mia vita da adesso, sono di nuovo per Severus, così come è giusto che sia.
***Continua...***Edited by QueenSeptiennaSnape - 8/2/2009, 00:11
| | |
| |
|