| salve salve ^__^ ecco che vengo (auaua) a queste assurde ore per dirvi che il mio pc è guarito! ma, siccome non gliene frega a nessuno del mio pc XD (T.T Nda pc) posto anche il secondo capitolo! cel'ho già scritto da un pò e non resisto a non portarlo *_* giusto per trarre qualche delucidazione, Ambra è la mia migliore amica, Amos è il lovvo e....*_* io sono io XDXD (ok perdonatemi ma sono in crisi da esame auaaua). siccome non siamo qui a pettinare i babbuini, vi posto questo capitoluzzo ^__^ il terzo è già pronto ma penso lo posterò quando anche il prossimo capitolo di Boulvard sarà pronto = 3 detto questo, ringrazio ancora le care Ire, Giò e Dany che mi sopportano nei miei sfoghi depressivi e di follia durante la notte nel group, la Fla che mi sopporta sempre e comunque (ti lovvo tesshora mia <3 graccie di betare i miai chappy) epoi ringrazio anche la Emilyuccia che mi tira su anche lei con le sue lettere e chiamate *_* insomma, vi lovvo! graccie die commenti ^__^ Buona lettura lovve mie *manda baci in omaggio*
Capitolo 2 Riuscii a tornare a casa ad un orario decente. Ai miei dissi solo che ero andata ad un colloquio. In quanto Amos, era uscito dal lavoro, ma non aveva commentato il mio gesto nemmeno con una parola. Così mi cambiai infilandomi nel pigiama primaverile e, con una buona tazza di caffè, mi piazzai al pc. Ricontrollai più volte le e-mail, ma nulla ancora dai possibili editori. Arresa, accesi msn. Come immaginavo, le ragazze mi stavano aspettando. La prima ad aprirmi la conversazione fu Flavia, con il solito trillo di preavviso. Le risposi subito. Poi, immediatamente dopo di lei venne Giorgia. Ed Irene. Convincendomi così a sbloccare il contatto in comune del forum. Le ragazze erano ancora un punto d’appoggio per me. Come del resto lo erano state per tutti quegli anni. E nonostante non potessi averle lì con me, le sentivo vicine. Passai la serata a cercare di buttar giù qualche riga e a parlare con loro. Anche se l’immagine così autoritaria di Manuela mi rimase impressa nella mente. Non sapevo perché, ma in cuor mio speravo di venir assunta. Non solo per i soldi. Forse perché era la professione che volevo fare da quando ero in prima superiore. E non m’importava cos’avessero pensato tutti. In realtà non sapevo nemmeno io cosa pensare. Di questo mio colloquio avevo avvertito Amos, Ambra, Tania, Simona e le ragazze del forum. E anche Marco ovviamente. Quello era il più trepidante di tutti! Nessuno aveva deluso le mie aspettative. Così i loro commenti favorevoli mi portarono a dormire sonni tranquilli quella notte. Il giorno dopo, decisi di mettermi al lavoro, impugnando tastiera e nuovo foglio di word. Il cellulare acceso e pronto a ricevere chiamate. Passai la giornata appostata al pc a farmi calare ulteriori diottrie. Essendo giovedì, di norma avrei avuto danza. Ma da quando il nostro gruppo si era sciolto definitivamente, introducendo Ambra nel mondo del vero hip hop, io mi ero data alla sedentarietà di casa mia. Il cellulare squillò un paio di volte. Solo per mano di Tania e Simona però. Di Manuela ancora nessuna traccia. Però era solo giovedì. Quindi, come ripeteva la cara Mrs Lovett a Sweeney nel film, dovevo solo stare calma ed aspettare. Così feci. Ed anche il giorno successivo passò. Era sabato pomeriggio, quando per l’ennesima volta la mia suoneria iniziò ad imperversare per casa. Oramai sconsolata andai a rispondere con la mia solita calma. Era un numero sconosciuto. “Pronto?” dissi titubante. Sobbalzai nel sentire la voce di Manuela dall’altra parte. Quando poi mi sentii dire senza giri di parole il motivo della telefonata, un altro colpo mi assalì. Dopo i soliti saluti, buttai il cellulare sul divano ed iniziai a saltellare a mo di pazza schizofrenica per casa. Manuela mi aveva invitato ad andare al Club per concludere le ultime formalità. Dopodiché, sarei stata una Mistress. Certo, alle prime armi, ma pur sempre Mistress ero! Decisi però di comunicare questa notizia solo alle ragazze del forum. Ne accennai qualcosa ad Ambra e Amos. E ne tenni all’oscuro Marco. Volevo fare una sorpresa a tutti. E ci sarei riuscita! Eccome! Senza perdere tempo Manuela mi aveva dato appuntamento al Club quel lunedì sera stesso. Che venne in un lampo. Ero partita da casa in anticipo. In modo da riuscire a trovare un parcheggio più vicino. Compiuta questa prima missione, mi toccò aggirarmi per quegli intricati viottoli. Fino ad arrivare alla agognata porta. Bussai senza nemmeno rendermene conto. Fu l’uomo dell’altra volta ad aprirmi. E a guidarmi attraverso il corridoio dalle luci soffuse. Arrivando così nella sala d’aspetto. Come immaginavo era vuota. O almeno, così pensavo. Finchè notai un uomo seduto su una poltrona. In mano il solito giornale spiegazzato. Cercai di non degnarlo di uno sguardo. Però non ci riuscii. Notando così che anche lui soleva rivolgermi parecchie occhiate. Doveva avere una quarantina d’anni. Fronte larga e stempiata. Prima che potessi analizzarlo meglio, Manuela comparve dallo stanzino. Per portarmi via dai miei pensieri. E dagli sguardi quantomeno inquietanti di quell’uomo. Mi mettevano ansia. Seguii felice la donna per il corridoio e le scale fino ad arrivare all’ufficio. Mi accomodai sulla stesse poltrona dell’altra volta. Manuela iniziò con i soliti saluti obbligati. Per poi accavallare le gambe e prendere un profondo respiro. Così inizio a spiegare. Tutte cose che avessi avuto il bisogno di sapere evidentemente. Mi passò un foglio con scritto il regolamento. Lo avevo già visto. Era affisso su un muro della sala d’aspetto. La donna iniziò a parafrasare ogni singolo punto. Venni a sapere così che non ero la sola ragazza oltre a lei a lavorare li. Ce n’erano altre due, che si alternavano i turni. Inoltre notai con piacere che i prezzi erano sopra a quello che avevo pensato. Avrei avuto i soldi per l’appartamento in meno di due mesi! Scoprii anche che io ero una Mistress “novellina”. Potevo concedere solo certi tipi di servizi (che Manuela si preoccupò di elencarmi). Ed infine, tirai un sospiro di sollievo, nel notare la regola numero dieci. “Nessuna Mistress può intraprendere rapporti completi con un cliente…nemmeno se è egli stesso a chiederne…dopo i sei mesi di appartenenza al Club, la Mistress sarà autorizzata a decidere se accettare o no tale richiesta. La proposta, in tal caso, sarà esposta prima alla padrona…” lesse imparziale Manuela. Annuii. E sorrisi rincuorata. Vidi la donna scuotere la testa divertita. “Bada bene…non mi si nasconde nulla…è la regola principale del rapporto di fiducia padrona-Mistress che vige qui dentro…” iniziò a dettare poi. Annuii ancora. Io e le bugie avevamo entrambe le gambe corte. Non ci andavo per nulla d’accordo. Quindi non sarebbe stato un problema rispettare quella regola aggiuntiva. “Inoltre Miriam, sappi che ci tengo alle mie ragazze…sono come sorelline per me, pertanto, è mio dovere proteggerle…Carlo è qui per questo…scacciare i clienti troppo rozzi ed impertinenti…” continuò a spiegare. Sorrisi. Così avevo guadagnato un’altra sorella maggiore. Anche se la mia sen’era andata a vivere con il suo ragazzo già da quando avevo diciannove anni. “Manuela…posso chiederti una cosa?” dissi all’improvviso. La donna annuì. “Chi è l’uomo seduto di sopra?” chiesi, curiosa. Lei scosse la testa. Poi si portò una mano sugli occhi. Quando se li scoprì, mi guardò divertita. “È Moruzzi…un cliente abituale…” rispose spiccia. Però io non ero ancora soddisfatta. “Ma…è lunedì…” osservai. Manuela annuì. “Vedi…diciamo che lui è un cliente particolare…di solito lo sevo io personalmente…anche se devo confessarti che ha una predilezione per le novelline…ecco perché è qui…voleva vedere cosa c’è di nuovo sul mercato…” spiegò, guardandomi negli occhi. Sobbalzai. “Predilezione per le novelline?” ripetei intimidita. Manuela si alzò dalla poltrona. “Si…riserva un’iniziazione speciale ad ognuna…” ghignò. Sbarrai gli occhi incredula. Quel lavoro iniziava davvero bene! Il primo cliente che mi sarebbe capitato era un maniaco dalle tendenze troppo marcate! Però poi notai che Manuela aveva preso a ridere. “Bambina che faccia che hai! Chissà che hai pensato! Non crederai che gli conceda di mettere mano alle mie care sorelline vero?” commentò ancora fra le risate. “Però…hai detto…” cercai di giustificarmi. Manuela scosse la testa, cercando di tornare seria. “Lui vorrebbe, però gli ho concesso di vedere le tue coetanee solo dopo che entrambe avevano trascorso almeno tre mesi al Club…in modo da essere preparate e decise…” spiegò ancora. Annuii imbarazzata per la pessima figura. Dopo questo equivoco, non ci furono particolari argomenti di conversazione sul lavoro. Così Manuela si buttò alla scoperta della mia vita. E, dopo una chiacchierata, mi congedò. Accompagnandomi lei stessa alla porta. Mi salutò sorridendo. “Allora, benvenuta Mistress Miriam…” esclamò, porgendomi la mano. Ricambiai il sorriso e la stretta di mano. Per poi allontanarmi in vista della mia macchina. Tra le stradine di Udine. Cuffie premute nelle orecchie. Ed espressione soddisfatta in viso.
|