Erede Universale del prof. Snape
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| Eccomi qua, in una delle tante giornate in cui finisco tardi di lavorare e non ho voglia di fare nulla, solo tanta voglia di dormire.
Forse avrai dovuto restare a vivere con mamma un pò di più, in fondo ho compiuto vent'anni solo due mesi fa.
Lavoro alla reception di un Hotel londinese e stare sempre in piedi non mi fa di certo bene.
La mia vita è quasi totalmente solitaria non esco più, il fidanzato che avevo mi ha lasciato...insomma uno schifo!
Apro il cassetto del comodino per mettere via l'orologio e stranamente osservo con maggiore interesse il quadernino color nero posto sotto una scatolina.
Lo afferro e ne accarezzò i ricami verdi e argento che formano un serpente, il simbolo di Serpeverde..quanto tempo ci avevo messo per cucire quei ricami, notti intere con una candela affianco.
Il solo vederlo mi procura un nodo alla gola, tanti ricordi sono legati a quel diario,momenti belli e brutti, voti, fotografie, disegni.
Ci scrivevo le cose che per me erano importanti, quelle che avrei voluto restassero sempre nel mio cuore. Finito il settimo anno di scuola però, mi ero ripromessa di non toccarlo più.
Lo apro lentamente, la prima pagina l'ho scritta nel 2000, sono passati otto anni, eppure leggendo le prime due righe mi passano dvanti agli occhi le immagini di quella giornata. Scuoto la testa facendo scorrere le pagine e trovo attaccata con un pezzetto di scotch dentro la copertina una chiave, è piccola ma importante.
Sento gli occhi bruciare, perchè diamine ho preso questo diario?!
Mi abbasso a gattoni e allungo la mano sotto il letto, afferrando uno scrigno rosso, deglutisco risedendomi sul letto e inserendo la chiavetta faccio scattare il piccolo meccanismo della chiusura.
Il coperchio si alza di scatto e dentro vi trovo l'ennesimo quadernino, questa volta color viola.
Lo prendo mordendomi le labbra, sotto la targetta con scritto "Diary", si vedono due iniziali una S ed una C...
Da dentro le pagne sbucano alcuni fogli, sono lettere di quando ero una studentessa e qualche rara risposta.
Prendo la prima, la tua calligrafia elegante che riempie il foglio riesce a far scorrere delle lacrime ancora una volta, vorrei morire.
Se solo avessi avuto il coraggio di dirti quello che volevo invece di rendermi odiosa ai tuoi occhi ora tu forse saresti qui con me, e la mia vita avrebbe preso una piega diversa.
Scorro le altre lettere piangendo senza ritegno, ho solo queste di te e null'altro.
Le rimetto via, non posso continuare a farmi del male, mi starebbe un semplice schiocco di dita per venire da te, per parlarti finalmente.
Non voglio farlo però, non posso farlo, di umiliazioni ne ho avute abbastanza e non sopporterei l'ennesima da parte tua.
Infilo le scarpe ed esco, anche se è tardi ho bisogno di una boccata d'aria per dimenticare.
Cammino per la via principale della città, con tanti piccoli lampioncini e qualche panchina qua e là.
L'atmosfera è bellissima e riesce a distrami un pò.
Mi appoggio alla ringhiera che da sul Tamigi, a volte qua sotto c'è un ristorante sull'acqua, ma non questa sera.
Mi rilasso chiudendo gli occhi, quando inizio a sentire un profumo fin troppo familiare..
No, non può essere Lui non era persona da girare per la Londra babbana e caotica, i ricordi mi stanno dando alla testa.
"Bella serata Crystel non trovi?", sbarro gli occhi come se qualcuno mi avesse puntat un coltello alla gola e intimato di dargli tutto ciò che avevo.
"Non è lei...non può essere lei...", stringo la ringhierà fino a farmi diventare le nocche bianche.
"Puoi anche smettere di essere così formale, non sono più il tuo professore, ora sono solo la persona che ami".
A quelle parole mi girò di scatto colpendolo in pieno con uno schiaffo.
"Però...cattiva la piccola...", della gente si è fermata a guardarci, ma me ne frego altamente, la frase che ha pronunciato stà a significare solo una cosa, lui lo sapeva! Aveva capito che lo amavo e vedeva quanto soffrivo, ma non si è mai degnato di fare o dire nulla.
Sento la rabbia crescermi in corpo in una maniera sconcerante
"Io non ti amo più, Severus Tobias Piton!"
Lo supero con una spallata rifacendo la strada verso casa.
Perchè è venuto a cercarmi? Cosa vuole da me?
Cammino a passo di soldato, ma mi sento afferrare per una spalla e sono costretta a voltarmi verso Severus che mi fissa serio.
"E allora?", prendo un respiro profondo
"E allora io non ti amo! Vuoi mettertelo in quella testaccia?!"
Severus scuote la testa tirandomi di più verso di se, per quanto io cerchi di opporre resistenza non riesco ad andarmene, scalpito come un cavallo fino a quando non sento le sue labbra sulle mie.
Resto paralizzata per un secondo, tutti i miei sogni si stanno avverando?
Lo sento stringermi con forza, cerco comunque di opporre resistenza e lui si discosta sentendolo.
Mi fissa e poi si gira per andarsene.
Le lascio il vantaggio di qualche metro ancora frastornata, poi capisco cosa devo fare.
Corro, fino a che non lo raggiungo e lo volto verso di me.
"Ebbene Crystel? Devi dirmi qualcosa?"
Io annuisco e alzandomi in punta di piedi gli restituisco il bacio, ma questa volta non scappo, mi appoggiò alla ringhiera continuando a baciarlo e sale in me la paura che sia tutto un sogno.
Severus si stacca di qualche centimetro fissandomi negli occhi.
"Ti amo Crystel, e mi sentirò sempre in colpa per avertelo detto solo ora e averti fatto soffrire", mi tiene le mani. Mi fa quasi tenerezza, scuoto leggermente la testa sorridendo.
Piano ci incamminiamo verso nella stradina dei lampioni.
Insieme.
Per sempre.
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Che caruuucci! 
