Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Leave a Scar, naaaaa è solo un miraggio *-*

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~ Disturbia
view post Posted on 21/6/2010, 00:13




Mia adorata gnoccola...eccomi giunta alla fine!Ho perso ormai completamente la vista e nemmeno gli occhiali del banco 3 mi aiuteranno XD si invecchia male irene eh sì!
Come ti ho già detto la citazione del the e dei cadaveri dei brick mi ha commosso XD io e te siamo malate e mooolto dipendenti!!Dovremmo farci aiutare! Sì,sì!!
Anyway...tornando a noi...per quanto riguarda ATWA...significa Air, Trees, Water, Animals (Aria, Alberi, Acqua, Animali) e parla delle idee di Charles Manson riguardo l'ambiente...almeno così ho letto secoli orsono da qualche parte!
Passando al capitolozzo posso dirti solo che la storia non mi viene mai a noia,ogni nuovo aggiornamento è sempre così fresco,allegro...anche le dosi abbondanti di diabete si sopportano piacevolmente!
Spero davvero che i corsi non ti rubino troppo tempo...in ogni caso in bocca al lupo!!
Kisu "ucciditrice di the"XDDD
 
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Je Evans
view post Posted on 21/6/2010, 00:36




Davvero stupendo *-*
Triste però.. Povera Hermione.. =(
E poi devo dire che io adoro Mark *-* Mi piacerebbe vederli insieme.. Lui è tanto caro :)
Complimenti, questa fic mi prende sempre di più!! :D
 
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miss_preston
view post Posted on 21/6/2010, 12:42




aaaaaa che capitolo fantastico!!!!!!!!!!!!! Io queste ragazze le adoro. Non smetterò mai di dirti quanto amo la descrizione così realistica che fai della loro amicizia,dei loro rapporti con la famiglia e con l'altro sesso. Quello che scrivi si concilia benissimo con la storia originale senza creare traumi e sembra come un qualcosa di parallelo che effettivamente potrebbe esserci stato. ora sono curiosa di vedere la vita alla Tana!

ps. la scena della maglietta è stata sublime! I Serpeverde lo fanno meglio...il quidditch,chiaro...e infatti Mark ha distribuito le magliette dp la partita x ribadire il concetto

pps. la presa in giro amichevole del "piccionare" è carinissima

al prossimo aggiornamento anima mia: siamo ormai delle incallite scrittrici notturne
 
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kikyo91
view post Posted on 26/6/2010, 15:55




ma buongiornoooo *_* anzi, buon pomeriggio xD essendomi svegliata due ore fa sono ancora convinta che sia mattina *-*"
beneee i corsi di recupero sono finalmente finiti ù.ù (le dieci ore più lunghe della mia vita o.o) e fra compiti di tedesco, overdose di ff su EFP, inizio di lettura delle avventure nella "storia di esther preston" ho finalmente trovato il tempo di aggiornare *-*
in verità come al solito il capitolo l'avevo già pronto, ma volevo arrivare almeno a metà del prossimo per aggiornare ù.ù
Avvertenze: diabetanza, tutto il parentado Weasley (la Rolla doveva dire a Molly e Arthur che esistono dei metodi per evitare di sfornare figli come conigli <.<), acidià francese (chi mai sarà xDD) con conseguente massa di errori grammaticali e ricordi tragici/memorabili.
In questo capitolo troviamo Set Apart This Dream (dei Flyleaf, di cui consiglio l'ultimo cd che è stupendo *-*) e Senza Parole (del grande Vasco *_*/).
Detto questo vi lascio alla lettura ^__^
un grazie per tutti i commenti, sono commossa T___T <3 vi amo
Spero vi piaccia *w*

Decimo Capitolo
Dopo l’imbarazzo iniziale Hermione si riprese. Bill, Ron e Fred aiutarono le tre a portare su i bagagli. Arrivati alla camera non notarono tutta questa differenza. Come l’anno prima i letti erano messi su due file. Come in un collegio. Appena Ginny si tuffò sul primo letto alla sua sinistra i tre uragani ebbero un déjà vu. In automatico Mary Kate prese in mezzo vicino alla rossa. L’ultimo infondo era occupato da un enorme cappello azzurro tutto pizzi e paglia. Schifata Anna si posizionò nel solito posticino in mezzo. Giulia andò vicino alla finestra. E come sempre Hermione si dovette accontentare di quello vicino alla porta. “Certo che Fleur poteva benissimo dormire con Bill…almeno ci sarebbe stato più spazio…” sbuffò Mary Kate. All’udire di quelle parola la castana si rizzò a sedere. Come fosse stata presa da una scossa elettrica. La sorellina ghignò. “Infondo sono quasi sposati…avranno già dormito assieme…” ribadì. Ginny sospirò affranta. Anna poteva anche aver dato la sua benedizione al matrimonio. Però non aveva pensato al piccolo particolare della notte. Non le dava tanto fastidio il fatto che la Barbie dormisse con Bill. Anche se lui era il suo fratellone non voleva certo dire che non poteva avere nessun’altra ragazza. Però questo equivaleva a dire che lei non avrebbe più potuto dormire con lui. L’anno prima non ne era capitata occasione. La castana era troppo agitata per Draco. Oppressa da Molly e nevrotica nei confronti di Fleur. Se solo avesse osato dormirci assieme l’avrebbe fucilata come minimo. “Perfetto…mi è entrata in crisi la sorella…” gongolò ironica Mary Kate. Giulia le tirò un cuscino. “Per favore…non iniziamo i traumi già da subito…sono passati solo quindici minuti…” sospirò esasperata Hermione. “Traumi?” esclamò la castana. Per poi iniziare a fare l’imitazione di baci. Il prefetto arrossì. “Ma non eri in crisi tu?!” squittì irritata. Anna ghignò. “Ero…” precisò. “Fleur…Bill…dormire assieme…” scandì soltanto Mary Kate. La castana tornò nello stato di apparente trance. “Grazie Mary Kate…” la ringraziò Hermione. “Baci…Ron…davanti a tutti…” ricordò la baby Haliwell. Il prefetto tornò di un colore variabile al pomodoro. Giulia sospirò e si voltò in cerca di aiuto verso Ginny. “Andiamo miss Discordia…devi aggiornarmi su un po’ di cose…” disse all’improvviso quest’ultima. Alzandosi e prendendo la compare per la camicia. Mary Kate si lasciò trascinare via senza opposizioni. I tre uragani si trovarono da soli. Hermione in iperventilazione. Anna in trance. “Hey voi due!!! Potreste tornare umane, grazie!” le richiamò Giulia battendo le mani. Le amiche saltarono sulla propria postazione. “Allora?” le chiamò ancora la ragazza. Alzando un sopracciglio alla perfetta maniera Piton. Il prefetto alzò una mano. “Ci sono…ci sono…” biascicò. Giulia tossicchiò verso la castana. Che però non diede segni di vita. Così ci rinunciò. “Allora…non sei contenta Herm? Ron sembra essere felicissimo di vederti…” osservò poi. Hermione si nascose il viso fra le mani. “Anche troppo! È…è…è esagitato!” squittì stizzita. “Sbaglio o si è fatto di steroidi?! Non era mingherlino quando l’abbiamo visto un mese fa?” esclamò d’improvviso Anna. Giulia alzò le spalle. “Per essere precisi Ron si è fatto muscoloso già da almeno un anno…considerando che poi gli allenamenti di Quiddich di quest’anno sono stati particolarmente duri è ovvio che sia più muscoloso…” spiegò il prefetto. La castana la guardò scettica. “Grazie per la spiegazione Watson…” sbottò. “Per me qualcosa non va…prima era timido…ora è…è…” ricominciò Hermione. “…un mandrillo!” completò Anna. Giulia scoppiò a ridere. “Ecco, ora Anna si è svegliata!” commentò. Il prefetto la investì d’insulti. “Eddai…si è visto lontano un miglio che non vedeva l’ora di averti tutta per se…ad Hogwarts c’era sempre Harry fra le scatole…ora si che si darà alla pazza gioia!” continuò la castana. Hermione si mise le mani sulle orecchie. “Non voglio sentire!” protestò. “Qualcosa non va Herm? Ti da fastidio il termine “mandrillo”? Mandrillo!” ripetè Anna. Sillabando accuratamente l’ultima parola. Nel frattempo Giulia era piegata in due dalle risate. “Non ti ascolto…non ti ascolto…lalala…” iniziò a canticchiare il prefetto. Ma la castana non demordeva. La porta si aprì senza far rumore. Ginny rimase sulla soglia a godersi la singolare scenetta. Una cantava cose senza senso. Un’altra ripeteva una parola al quando dubbia. La terza minacciava di cadere dal letto presa dalle risate. Appena i tre uragani la videro si bloccarono. “Ero venuta su solo per prendere una cosa…ma credevo che questa fosse la mia stanza…non il manicomio…” commentò allibita. Le tre tossicchiarono innocenti. Mentre la rossa prese qualcosa dal baule. Per poi uscire ridacchiando. Hermione si gettò sul letto con il cuscino sopra alla testa. “Voglio tornare a casa!” si lamentò. Anna aprì il suo baule ed iniziò a frugare. Fino a che trovò il tanto nominato pacchetto rosso e bianco. Bastò un’occhiata di volata del prefetto per farla rizzare a sedere. “Non dovevi ridarle a Draco?” sbottò. La castana iniziò ad aprire le borsette che si era portata dietro. “Draco non le vuole…o almeno non le ha reclamate…” rispose. Giulia la guardò curiosa. “Dalle a Mary Kate…così le può rimandare a Blaise…” propose. Anna la guardò scettica. “Mia sorella non vuole che Blaise fumi…se lo sa potrebbe tagliargli la testa…” rimbeccò. Hermione la guardò male. “È quello che ti faremo noi se non te ne sbarazzerai al più presto…” la minacciò. La castana sbuffò irritata. “Ma vi danno così tanto fastidio queste Marlboro?!” ringhiò. Giulia alzò le spalle. “A me non danno fastidio…però preferirei che non fumassi…ti fa male…” confessò timida. Il prefetto annuì. “A me danno fastidio! E poi pensa se le scoprisse qualcuno…finiresti nei guai…” commentò. Anna sollevò la testa. “Herm…tu vivi nella continua ansia di venire scoperta…hai proprio la paranoia insita in te! Se mai Ron dovesse tentare di portarti a letto sarebbe la volta buona che ti prende una crisi isterica!” osservò. Hermione arrossì a dismisura. “Ma non Ron lo farà! Non nominare mai più “letto” e “Ron” nella stessa frase, intesi?! E…e poi…non può provarci qui…con tutto il parentado riunito…no! Il discorso è chiuso!” sparò senza prendere fiato. Giulia le fece aria con una mano. “Herm calmati…altrimenti ti viene davvero una crisi isterica…” le consigliò preoccupata. Anna scosse la testa. Poi infilò il pacchetto nella sua borsa a bara. Per farla finire sotto a tutti gli abiti. “Ecco fatto…nascoste per bene! Così nessuno le scoprirà…felice Herm?” concluse. Il prefetto annuì. “In questa casa c’è un’agitazione nell’aria che fa uscire pazzi…” notò ancora Giulia. La castana si rituffò sul suo letto. “Chissà a cena che casino ci sarà…mi passa perfino la voglia di uscire da questa camera…” ipotizzò. L’amica rabbrividì. Si sarebbe dovuta sopportare tutti i commenti malevoli su Severus. E sarebbero stati solo i primi. Avrebbero convissuto in quella casa per altri due mesi. Tanto valeva spararsi! “Speriamo che dopo cena la Barbie se ne stia in cucina con le comari…così posso farmi coccolare un po’ da Bill…ho bisogno d’affetto…” esordì ancora Anna. “Io penso tornerò qui…oppure me ne andrò nel solito angolo con l’mp3…anche se spero che Fred si trattenga un po’…non gli ho nemmeno chiesto come sta…” aggiunse Giulia. Hermione sospirò. “Io andrò a leggere in giardino…mi serve almeno un’ora di decompressione lontana da tutto…” decretò. La castana la guardò poco convinta. “Dubito che avrai anche solo un’ora di solitudine Herm…ora che Ron ti ha ritrovata ti starà attaccato come la cozza al suo scoglio…e per la precisione, tu sei lo scoglio…” la corresse. Il prefetto la fulminò con lo sguardo. “Senti chi parla! Ma se a scuola tu e Draco eravate appiccicati con la colla!” ribatté. Anna annuì. “Però Draco sapeva ance quando era il momento di sparire…non è mai stato un ragazzo pesante…” lo lodò. Hermione abbassò lo sguardo. Probabilmente anche Mark avrebbe fatto lo stesso. “Herm…non pensare a Mark…” la richiamò Giulia. Il prefetto sobbalzò. “Non…non stavo pensando a lui!” squittì. Le amiche la guardarono poco convinta. “Ok…forse ci stavo pensando…” ammise. La castana scosse la testa esasperata. “Herm…sai che io patteggio per Mark da quando si è presentato…però voglio anche la tua felicità…quindi Santo Manson , smettila di pensare a lui…Ron è il tuo ragazzo! L’hai deciso tu! Hai lottato per anni per raggiungere il rapporto che avete ora!” esordì. Giulia annuì d’accordo. “Ti fai condizionare troppo da Mark…anche io ammetto che è il ragazzo perfetto però tu ami Ron…ed è inutile che lo metti in dubbio perché si vede che lo ami…devi solo riabituarti alla sua compagnia…pensare ai bei momenti vissuti assieme…come al ballo di Halloween…quanto hai aspettato quel bacio?” aggiunse. Hermione abbassò lo sguardo. Era vero. Che cavolo stava facendo?! Aveva voluto per anni che Ron si dimostrasse un po’ più intraprendente. E ora si scandalizzava per l’esternazione di quella che era la mancanza che nutriva per lei. Gli aveva scritto una sola lettera dalla fine della scuola. Non l’aveva nemmeno salutato come si deve. Con un bacio frettoloso a King’s Cross. In mezzo al casino. Anna e Giulia si guardarono soddisfatte. Era arrivata l’ora che mettessero ordine nei sentimenti dell’amica. Sapevano che lei non sarebbe mai venuta a capo di niente. Era l’unico argomento in cui il prefetto si perdeva senza ricavare nemmeno una soluzione. Ci fu una silenziosa pausa. Le due giurarono quasi di poter sentire i meccanismi del cervello della terza in azione. Prima che potesse esprimere eventuali congetture la porta si aprì. “Che hai dimenticato stavolta?” sbottò infastidita la castana. Fermamente convinta che fosse Ginny. Appena vide la chioma rosa vivace però si dovette ricredere. “Che bell’accoglienza che riservate ad una vecchia amica! Grazie mille!” commentò Tonks divertita. I tre uragani rimasero a bocca aperta. Giulia balzò giù dal suo letto per abbracciarla. Anna si stiracchiò e le raggiunse. Hermione fece lo stesso. “Non ci vediamo da nemmeno un mese ed ecco che vi dimenticate già di me…” si lamentò l’Auror. La castana scosse la testa sicura. “Non ti abbiamo mica dimenticata! Sapevamo che ti avremmo rivista qui!” si giustificò. La donna la guardò scettica. Poi le scompigliò i capelli. “Sempre la battuta pronta tu eh?” la prese in giro. Anna si sistemò subito la frangia. “Ti sei rifatta i capelli rosa shocking!” esclamò Giulia affascinata. Tonks annuì fiera. Per poi passarsi una mano fra le spine ribelli. “Tutto quel rosa mi acceca!” esclamò ancora la castana. Il prefetto si bloccò. L’unica cosa che aveva accecato lei invece stava al suo anulare. D’improvviso le prese la mano tutta agitata. “Tonks! Ma questo è un anello stupendo!” boccheggiò. Un’enorme sorriso si aprì sul volto della diretta interessata. “Fa vedere!” ordinarono Anna e Giulia all’unisono. Portando la mano vicino a loro. “Ma…ma…tu e Lupin...vi siete sposati?! E quando?” commentò ancora la seconda. La donna gongolò. “In verità è fresco fresco…due settimane fa…cerimonia intima a casa dei miei…non abbiamo invitato quasi nessuno…” spiegò. La castana la guardò delusa. “Grazie mille per la considerazione…” sbuffò. Hermione le diede uno spintone. “Oh non fare la lagna Anna! È una cosa meravigliosa!” squittì. Tonks le sorrise. Giulia annuì d’accordo. “C’è anche Lupin? Rimanete a cena?” chiese poi quest’ultima. La donna rise. “Certo che c’è anche lui…e certo, Molly ci ha invitati…” ripose. Le tre si guardarono rincuorate. “E a proposito, ha detto che fra mezzora è pronto in tavola…e che un vostro aiuto ad apparecchiare sarebbe utile…Hermione credo che Ron ti stia cercando disperatamente…come anche Fleur con Anna…non so davvero cosa stia succedendo in questa casa…” aggiunse Tonks. Il prefetto e la castana si guardarono. “Ricevuto il messaggio…andiamo Herm…” concluse la seconda. Prendendo per mano la prima. “Ti aspettiamo giù Giulia…” la salutò quest’ultima. Lasciandosi trascinare fuori. Così le due rimasero da sole. “Sono felice per te e per Lupin…” esordì la ragazza. La donna sorrise intenerita. “Grazie…mi sembra ancora che sia tutto un sogno…anche se è un peccato essere innamorati in tempi come questi…non puoi nemmeno crogiolarti dalla gioia che qualcuno ti ricorda quanta disgrazia ci sia fuori…” osservò. Guardandola negli occhi. Giulia non riuscì a sostenerlo. Ed abbassò i suoi. Per fissarli sulla punta delle Converse. Aveva colto in pieno l’allusione. “Giulia…so che cosa stai passando…io…io so di te e Piton…l’ho capito molto prima degli altri…” confessò Tonks. La ragazza andò a sedersi sul suo letto. L’Auror la seguì senza dire nulla. “Chi altri lo sa dell’Ordine?” chiese spiccia Giulia. La donna la guardò perplessa. “Bhe…solo io…non l’ho detto a nessuno…e poi anche Fred…ma questo lo saprai già immagino…” rispose. La ragazza annuì. “Non fraintendermi Tonks…non mi vergogno di me e Severus…però vorrei evitare che si scatenassero polemiche…mio padre non vuole capire come stanno le cose e credo che nemmeno Harry mi renderà vita facile quando arriverà…” spiegò. Tonks si morse il labbro inferiore. “Non è una situazione facile…però…tu credi in lui vero? In Piton intendo…” le chiese. Giulia annuì convinta. “E su cosa ti basi? Semplici sensazioni? Oppure sai qualcosa che noi non sappiamo?” completò la donna. La ragazza sorrise amara. Alzando gli occhi al cielo. “È ciò che mi chiedono tutti…e si, mi baso sui miei sentimenti…ma anche su qualcosa che mi ha detto Silente e non posso rivelare…qualcosa che nemmeno Severus ha voluto dirmi fino alla fine…Silente ha sempre creduto in noi…ci ha sempre aiutati nonostante fossimo professore e studentessa…” raccontò. Tonks l’ascoltava rapita. Le sue supposizioni erano esatte. “Ma…da…da quanto andava avanti questa sorta di relazione fra voi?” si lasciò sfuggire curiosa. Stavolta Giulia si aprì in un sorriso. Aveva capito che le domande dell’amica non avevano fini per l’Ordine. Ma semplice curiosità. “A me Severus è piaciuto dal secondo anno…però non ho mai avuto il coraggio di dire nulla…pensavo fosse solo adorazione…al quarto anno scoprii che andava a leggere in giardino delle determinate sere…così iniziai a spiarlo…una sera persi il mio bracciale preferito e lui lo trovò e mi scoprì…così iniziammo a parlare...o meglio, io mi lamentavo e lui cercava di ricacciarmi in dormitorio…” iniziò a raccontare. Mentre una mano giocherellava involontariamente con quel preciso bracciale viola. La donna annuì estasiata. “Alla fine del quarto anno decisi di confessargli i miei sentimenti…però non riuscivo proprio a farlo…ero troppo timida…prima mi lesse nella mente…ma Severus non mi disse che sapeva…poi Silente mi fece provare una pozione ultimata dalla Sprite…mi invogliò ad andare nel pensatoio per modificare il peggior ricordo di Sev…così mi ritrovai catapultata ad Hogwarts molti anni prima…in mezzo ai Malandrini…alla fine ci ritrovammo a scappare da James Potter e a rifugiarci sulle scale della Guferia…li avvenne ciò che avevo sempre sognato…il nostro primo bacio…” continuò la ragazza. Sentiva il cuore battere forte nel ripercorrere quei momenti. Tonks la guardava persa. Giulia aveva gli occhi illuminati dalla felicità. “Dopo questo fatto Severus mi promise…mi promise che ci saremmo sposati appena avessi preso il diploma…così iniziai ad aspettare speranzosa…ed arrivò il quinto anno…era una tarda sera di febbraio…l’avevo convinto a fare una passeggiata in giardino…la neve ci aveva sorpresi…ed io ero felice…piroettavo e cantavo…fu allora che le nostre mani si strinsero…e avvenne il nostro secondo bacio…stavolta eravamo noi stessi…me lo ricordo come fosse stato ieri…è stato…meraviglioso…” proseguì. Gli occhi lucidi. Tonks si avvicinò. “In quell’anno avvennero molte disavventure…Josh, la Umbridge…la battaglia al Ministero...il Crucio…però Severus mi è sempre stato vicino…a curarmi…a proteggermi…sempre…” sussurrò ancora Giulia. La donna le prese una mano. “Anche se non eravamo assieme ufficialmente io e lui sentivamo che era così…legati nel cuore…al sesto anno improvvisamente le cose migliorarono…Severus mi accompagnò al ballo di Halloween, sempre con l’aiuto di Silente e qualche mese più tardi iniziò a chiedermi di uscire il sabato sera…mi portò per le vie di Londra…al cinema…in sala giochi…perfino a vedere il mare…sembravano una vera coppia…eravamo felici…fino a che arrivò il mio compleanno…lui…partecipò alla mia festa usando la stessa pozione che aveva usato al ballo…per diventare un mio coetaneo…e la sera dopo…mi fece il regalo più grande che potesse esserci…così ci unimmo nel corpo e nell’anima, per essere sempre assieme…eternamente tuo...eternamente mia…eternamente nostri…” esordì la ragazza. Sussurrando le ultime parole. Piano le lacrime iniziarono a scorrere sulle sue guance. Rosse d’imbarazzo. Tonks ne rimase colpita. Non credeva Severus capace di tutto ciò. Non l’aveva mai visto come un uomo passionale. Non l’aveva nemmeno mai visto come un uomo. Era un essere inanimato per lei. Però a quanto pareva per Giulia era una delle cose più importanti della sua vita. Piano la donna si avvicinò. E abbracciò la ragazza. “È una storia bellissima Giulia…tu si che hai un valido motivo per credere in Piton…e io ti sosterrò…” le disse. Giulia si asciugò le lacrime. Nonostante fossero passate solo due settimane da quella giornata a Spinner’s End. Sentiva che il vuoto dentro di lei si stava riaprendo. E si sarebbe squarciato ancora di più sentendo di commenti degli altri. Non cel’avrebbe fatta a stare zitta. Non era nella sua indole. Il suo cuore non gliel’avrebbe permesso. Le due rimasero in silenzio per qualche minuto. La ragazza prese un profondo respiro e si alzò. “Ora andiamo…altrimenti Molly ci striglierà…” disse. Tonks annuì e le sorrise. Facendole una carezza sulla testa. Giulia era davvero cresciuta. Piano le due uscirono dalla camera e raggiunsero il piano di sotto. Anna ed Hermione stavano finendo di preparare la tavola. Gli uomini conversavano in salotto. Mentre Mary Kate e Ginny erano impegnate nel loro solito chiacchiericcio nel giardino sul retro. Fleur, Molly, Mary e Ilary volteggiavano fra i fornelli. Giulia raggiunse le sue amiche. Pochi minuti dopo la signora Weasley annunciò che la cena era pronta. I tre uragani si sedettero al solito posto. Hermione tenne la sedia libera alla sua destra per Ron. Che la occupò volentieri. Per quella sera Bill era stato messo a capotavola. Alla sua sinistra Fleur. Alla sua destra Anna. Giulia stava seduta fra le sue amiche. Sembrano i posti che erano solite occupare alla tavolata Grifondoro. Appena tutti furono sulla propria sedia si diede il via al pasto. Molly si era lasciata andare come al solito. A tavola c’era una vasta gamma di pietanze. Ognuno si servì con ciò che preferiva. Fleur lasciò vagare lo sguardo sul piatto della castana. Aveva preso una fetta di polpettone. E funghi al vapore. Anna si fermò con la forchetta a mezz’aria. “Vuoi qualcosa Fleur?” le chiese cortese. Per il bene del suo Bill si era auto convinta a trattarla umanamente. La Veela tornò a puntare gli occhi azzurri sul suo piatto. Aveva almeno il doppio della roba. Il futuro marito lo notò e ridacchiò. “Anna…non è che vuoi qualche patata arrosto? Mi sa che Fleur ne ha prese troppe e non credo riesca a finirle…” le chiese. La bionda arrossì. La castana scosse la testa divertita. Le porse il piatto e lei si liberò di qualche patata arrosto. “Annà…mansci sempre così poco?” sussurrò poi timida. “Non ti far condizionare da lei Fleur…mangia tutto quello che vuoi…Anna è un caso particolare per quando riguarda il cibo…figurati che quando era più piccola saltava perfino la cena…” raccontò Bill. Fleur strabuzzò gli occhi. “Quando sono nervosa mi si chiuse lo stomaco…” spiegò solo Anna. “Però ad Hogwarts mangia sempre come un tricheco a digiuno da secoli…” si introdusse Giulia. La castana le diede una gomitata. La bionda cominciò a mangiare la sua cena. Qualche sedia più in la Hermione stava assistendo ad un brutale omicidio. Ron tentava di tagliare in modo umano la fetta di polpettone. Con scarsi risultati. Dopo il quinto pezzo ridotto in poltiglia il prefetto si decise. “Fatti da parte Ron…se continui così mangerai frullato di polpettone…” sbottò. Il rosso la guardò divertito tagliare la carne con assoluta precisione. “Ecco qua…sei incredibile certe volte!” esclamò spazientita. Ron sorrise. “E tu sei bellissima Mione…” commentò. Il prefetto arrossì e si fece piccola piccola sulla propria sedia. Dall’altra parte del tavolo i gemelli avevano iniziato a mimare i due piccioncini. Anna li guardava ridacchiando. La cena continuò apparentemente bene. Fino ad arrivare al caffè con dolce. L’aveva fatto Ginny quella mattina. Una torta al limone morbida e saporita. La cuoca ricevette complimenti immediati da tutta la tavolata. “Se non ti dispiace domani Giulia potresti preparare i tuoi biscotti?” esordì poi Molly. La ragazza sobbalzò sulla sedia. “C…certo…non vedo perché no…” l’assecondò. Fred battè le mani. Pregustandosi già i biscotti. Fleur alzò la mano. “Veramonte…ecco…vorrei preparare anche io qualcosa...un…un dolsce…” propose. Ginny e Mary Kate si guardarono trattenendo una risata. La castana si morse il labbro per rimanere seria. “Bhe cara…certo…prima o poi…potrai prepararlo anche tu…” la liquidò Molly. La Veela non disse nulla. Nonostante la futura suocera avesse aggiunto molti punti simpatia per lei dopo l’incidente con Greyback non la teneva ancora molto in considerazione. Appena finirono il caffè la baby Haliwell e la rossa furono obbligate a lavare i piatti. Mentre i rimanenti adulti stavano a tavola o in giardino a conversare. Hermione si era seduta sulle scale per godersi un momento di solitudine. Giulia giocava a carte con Tonks. E Anna bighellonava di sopra. In verità era curiosa di sbirciare le stanze. Voleva vedere se cen’era una più piccola della loro. Trovò subito quella di Ron. Era stato aggiunto un letto in più per Harry ma non essendo ancora arrivato si poteva tecnicamente dire che fosse la stanza più libera. Era l’unica in cui ci fosse una sola persona. Fred e George erano rimasti nella loro stanza. In attesa di essere spostati con Ron e Harry per l’imminente arrivo dei genitori di Fleur. La castana era quasi arrivata all’ennesima stanza quando qualcuno la chiamò. “Hey tu! È ancora presto per fare il fantasma…non spaventerai nessuno…” la punzecchiò Bill. Anna si fermò e gli fece a linguaccia. “Sempre più curiosa eh?” commentò ancora il rosso. La castana gongolò. Fece qualche passo e si ritrovò nell’altra camera. “Così hai avuto la fortuna di capitare nella stanza con mio fratello…” osservò. Scrutando i due letti. Quello di Christian era ordinato. La valigia poggiata sul materasso. Senza chiedere permesso Anna si tuffò su quello di Bill. Che la seguì oramai arreso. “Si bussa prima di entrare nelle stanze altrui…nessuno tel’ha mai detto?” le fece notare divertito. La castana alzò le spalle. “Si…forse un vecchio lupo me lo ha accennato una volta…però la stanza era comunque vuota! Si bussa solo quando c’è qualcuno dentro!” precisò saccente. Il rosso la guardò scettico. “Che mocciosa impertinente…e io che credevo di averti insegnato le buone maniere!” esclamò. Anna fece finta di nulla. In meno di un minuto Bill le fu addosso. Iniziando a farle il solletico. Close your eyes little girl, you're a princess now, you own this world. “Questo è un colpo basso!” si lamentò lei fra le risa. Il rosso scosse la testa. “Così impari a mancare di rispetto a fratellone lupo!” rimbeccò. Continuando la sua tortura. Anna si armò di cuscino ed iniziò a colpirlo. All’improvviso Bill si bloccò e cadde sul letto accanto a lei. “Ah mi hanno colpito! Povero me! Ferito dal mio stesso sangue!” si lamentò. A mo di vittima caduta in battaglia. La castana sbuffò. Ripose l’arma del delitto e gli si avvicinò. Poi gli diede un bacio sulla guancia. “Ora va meglio fratellone lupo?” gli chiese. Il rosso smise di agonizzare. “Si…direi di si…” concluse. Facendo una faccia buffa. Anna rise. “Allora, come sta la mia bella ragazza preferita?” le chiese poi lui. Abbracciandola. La castana arrossì. Twirling in your twirly dress, you're the loveliest far above the rest. “Quando la vedo glielo chiedo…” rispose acida. Bill le scompigliò i capelli. “Stavo parlando di te sciocca…” precisò. Anna ghignò. “Io pensavo parlassi della tua futura moglie…” gongolò. Il rosso si bloccò. Era talmente abituato a rivolgersi a lei così che si era dimenticato di quella che sarebbe dovuta essere l’unica bella ragazza preferita. Fleur. “Eh no caro mio…non vanno bene certe gaffe…pensa se ti sentisse il tuo usignolo…” lo rimproverò ancora la castana. Anche se era chiaro che ci godeva immensamente di quel piccolo errore. “Giusto…chiedo ammenda…non lo farò più…promesso…” disse subito Bill. Anna scosse la testa. “Lo farai lo stesso…come continuerai a fare tutto ciò che hai fatto fino adesso…anche se sarai sposato con lei…” rimbeccò. Più per convincere se stessa che lui. Il rosso la guardò poco convinto. “Ti sembro così poco affidabile?” commentò. La castana alzò le spalle. “Devi ammettere che un po’ di cose cambieranno…” sottolineò Bill. Anna si irrigidì. You build your castles in the skies, stars reflecting off your eyes and angels sing on silver clouds and no one cries, screams, or shouts'. “Non mi piacciono questi discorsi…” sbuffò. E si tirò su a sedere per andarsene. Ma il rosso fu più veloce e le prese una mano. Per farla tornare distesa accanto a lui. “Anna hai diciassette anni oramai…certe cose dovresti capirle da sola…” osservò. La castana lo fulminò con lo sguardo. “Del tipo?” chiese acida. “Del tipo…che ora non ci sei solo tu di ragazza nella mia vita…anzi, Fleur dovrebbe avere la priorità…” iniziò a spiegare. Anna rimase a bocca aperta. Bill si diede una pacca in testa da solo con una mano. Avesse mai deciso di starsene zitto! Oh set apart this dream, oh set apart this dream for me, set apart this dream for me. “Perfetto…lascio te e l’usignolo alla vita amorosa allora…” soffiò la castana. Ma il rosso la teneva ancora ferma. “Anna…sai benissimo che non volevo dire quello che sembra…” cercò di recuperare. Anna lo guardò scettica. “Fleur diventerà mia moglie è vero…andremo a vivere insieme ed avremo una famiglia…ma lo sai che quello che provo per te non cambierà mai…non mettermi in dubbio così facilmente…” la pregò Bill. La castana abbassò lo sguardo. “Lo so che sei sconsolata, che pensi che ti stia facendo un torto…ti conosco…so quanto tu sia testarda e quanto tu sia gelosa…e sai che non vorrei mai lasciarti andare per la tua strada…ma funziona così il gioco...” continuò il rosso. Anna sospirò. “E se io non volessi giocare?” esordì. Lui scosse la testa. “Io non voglio che tu preferisca quella Barbie a me...se inizi ad ignorarmi lo sai che divento isterica…” sussurrò lei. Bill rise e la tirò a se. “Ignorarti? Ti pare che io lo abbia mai fatto? Nemmeno sotto tortura potrebbero impedirmi di preoccuparmi per te…sei come una sorella…non faccio tante storie nemmeno a Ginny!” le ricordò. Close your eyes pretty girl, cause its easier when you brace yourself, set your thoughts on a world far off where we only cry from joy. La castana arrossì. Si sentì immensamente stupida per tutti i capricci che stava facendo. “Però se tu ti sposi con Fleur non potrò più dormire con te…non ti dispiace nemmeno un po’?” gli chiese. Il rosso annuì. “Mi ricordo ancora di quando hai dormito con me la prima volta…ti ho sorpresa in un angolo del corridoio nel bel mezzo della notte…stavi…” iniziò a ricordare. “…piangendo…” completò Anna. Prendendo il cuscino e nascondendovi il viso. Bill scosse la testa e glielo tolse. “Ti avevo spaventato…mi ricordo ancora il salto che hai fatto quando ti ho messo una mano sulla spalla…e tu singhiozzavi…volevi tornare a casa e chiuderti nella tua cameretta…” continuò. La castana sbarrò gli occhi. “Te…te lo ricordi ancora?” boccheggiò. Il rosso le scompigliò i capelli. “Certo bambolina…ogni singola parola…” sorrise. Anna rimase con lo sguardo fisso su di lui. Oh set apart this dream, oh set apart this dream for me, set apart this dream for me. “‘È tardi…torna a dormire…’ ma tu non ne volevi sapere…ti sentivi sola anche se eri in camera con le altre…così ti chiesi se volevi dormire con i tuoi genitori…ma tu rispondesti che era dai sette anni che non te lo permettevano…così mi decisi…” proseguì l’uomo. La castana rivedeva tutte le immagini. Come fosse un film. Era spaventata. Tutti sembravano così ostili in quella grande casa. Ogni cosa che facesse era sbagliata. Lei era sbagliata. Si sentiva sbagliata. Già a soli undici anni. “Ti proposi di venire a dormire con me…e tu diventasti rossa peggio di un peperone…anche se era buio lo vedevo…ti avevo spiazzata…mi inginocchiai davanti a te e ti guardai…‘sai Anna…non devi piangere…’” ripetè ancora Bill. Anna sentiva un nodo in gola. “E perché dovrei?” sillabò. Come fosse tornata quella bambina nell’angolo buio. Il rosso la guardò intenerito. Le fece una carezza sulla guancia e le spostò una ciocca di capelli dal viso. La frangia si inclinò da un lato. Scoprendo gli occhi contornati da un abbondante strato di matita nera. “Perché quando sorridi sei più bella…” rispose Bill. Oh lovely and beautiful, precious and priceless, you're so much more than you know, heart of the purest gold, pure clean and white as snow, clothed in such splendor. Anna sentì il fiato bloccarsi in gola. Il cuore smettere di battere. Ed un senso di nostalgia salirle alla testa. Propagarsi come fosse sangue nelle sue vene. Senza dire nulla gli si getto addosso. Abbracciandolo forte. Oh what a beauty for me. “Hey bambolina…così mi stritoli…” commentò il rosso. La castana non allentò la prima. Le spalle le tremavano. Gli occhi nascosti nel suo petto. “Non voglio che tu smetta di essere il mio fratellone…non devi…” singhiozzò. Bill scosse la testa. Ricambiando l’abbraccio. “Avanti sciocca non fare così…non muoio mica…mi trasferisco soltanto…e poi durante l’anno non ci vediamo mai…tu hai la scuola…però potrai venirmi a trovare durante le vacanze…quanto vuoi…” cercò di consolarla. Ma Anna gli prese un lembo della camicia. Doveva diglielo. Come Hermione aveva fatto coi suoi. Non ci sarebbe stata nessuna scuola. Nessuna lettera di notizie. Niente vacanze. “Bill…io...” iniziò a dire. Il rosso la guardo. Aveva iniziato a far scorrere le dita nei suoi lunghi capelli. Così morbidi. “Si bambolina?” rispose. La castana sospirò. Chiuse gli occhi. “Non abbandonarmi mai…mai…nemmeno per lei…” lo pregò. Bill annuì. “Non lo farò piccola…non ti abbandonerei mai e lo sai…” promise. Chinandosi e dandole un bacio sulla fronte. D’improvviso si sentì un rumore. La porta cigolò. Un paio di occhi azzurri fissavano la scena spalancati. Lucidi. “Lo sapevo…lo sapevo che proferivi lei a moi…” pigolò Fleur. Il rosso si alzò a sedere stupito. “Tesoro…ma…” boccheggiò. La Veela stringeva le mani a pugno ed aveva ridotto gli occhi a fessure. Anna si tirò su placidamente. Troppo cullata nella beatitudine del momento famigliare per riprendersi. “Mi sono stufota di lei! Non voglio che ti si avvicini! Quella è un demone tentatore!” strillò Fleur. Al sentire l’epiteto la castana sbarrò gli occhi. Come se si fosse appena svegliata. Poi si indicò. “Tesoro non so che cosa tu abbia capito…era un discorso stretto fra me e Anna…” iniziò a spiegare Bill. Anna si morse la lingua per evitare di precisare che lei non avrebbe dovuto origliare. La Veela si morse il labbro. E corse via. Con un fruscio di mille fili d’oro nell’aria. Il rosso si ributtò esasperato sul letto. “Voi mi ucciderete prima o poi…” sospirò affranto. La castana rimase con lo sguardo puntato dove poco prima era scomparsa Fleur. “Non le vai a parlare?” chiese. Bill scosse la testa. “Non servirebbe a nulla…mi tirerebbe ogni cosa che le capita a tiro insultandomi in francese…la conosco oramai…” spiegò. Anna poggiò i piedi a terra. “Una bella personcina eh…” commentò sarcastica. Il rosso storse la bocca. “Fleur non è solo questo…lei è gentile, calma…è stare in questa casa la fa diventare isterica! Lei cerca sempre di compiacere tutti perché vuole essere amata da ogni persona…” la descrisse. La castana si alzò. Rimanendo ferma in piedi davanti a lui. “Non si vive per accontentare gli altri…tantomeno non si può essere benvoluti da tutti…” sbottò. Bill sospirò. “Tu e lei avete più cose in comune di quanto pensi…anche tu eri così Anna…” le fece notare. Anna si irrigidì. “Prima che arrivassi io anche tu facevi lo stesso…eri insicura, avevi paura di deludere gli altri…” le ricordò il rosso. La castana si mise le mani sulle orecchie. Ma lui gliele tolse a forza. “Lei è quella che ho scelto per la vita…la amo e credo sia giusto che voi andiate d’accordo…” aggiunse. Anna alzò gli occhi al soffitto. “E cosa dovrei fare? Andare la a pigolare come un pulcino ferito? Non sono io…non riesco ad essere falsa fino a questo punto…” soffiò. “No Anna…devi solo parlarle…falle capire che non sei una minaccia ma un’amica…però non ora…lascia che si calmi un po’…” spiegò Bill. La castana alzò le spalle. Si liberò dalla sua presa ed avanzò verso la porta. Lo guardò ancora una volta. Non più gli occhi di quella bambina spaventata di sei anni fa. Il rosso sostenne le iridi scure sulle sue grigie. E dopo un ultimo sospiro Anna uscì dalla stanza. Resasi conto che l’ennesima sicurezza della sua vita era svanita come una bolla di sapone.
Mentre di sopra la tragedia greca prendeva pieno atto, sulle scale, qualcuno aveva già perso i suoi propositi rimuginativi. Hermione non aveva avuto nemmeno il tempo di pensare una sillaba che Ron le si era fiondato accanto. Tutto gongolante per giunta. Il prefetto si appellò a tutta la sua buona volontà. “Di sotto c’è proprio una noia…sono tutti così seri…” si lagnò il rosso. Hermione roteò gli occhi al soffitto. Si era dimenticata di quanto potesse darle irritazione quel modo bambinesco. Ho guardato dentro una bugia e ho capito che è una malattia dalla quale non si può guarire mai e ho cercato di convincermi...che tu non ce l'hai. “Di cosa parlano?” chiese. Cercando un minimo di interesse. Ron alzò le spalle. “Non stavo a sentire…sono rimasto per cinque minuti sperando che mamma mi desse il bis del dolce ma quando ho capito che non avevo speranze sono andato via…” spiegò. Il prefetto appoggiò le spalle al muro. Allungando le gambe sul gradino. Aveva una voglia immensa di chiudere gli occhi e attaccarsi all’mp3. “Mione?” la chiamò Ron. La ragazza si voltò quasi infastidita. Il suo umore era cambiato di netto dalla cena. Come diceva Anna. Il bradipo avrebbe dovuto sapere che voleva stare sola. “Dimmi Ron…” rispose. Il rosso la guardò per qualche minuto. “Mi sei mancata un sacco in queste settimane…” confessò. Hermione arrossì. “È…è stato solo un mese…non è passato poi così tanto…” sbottò. Cercando di ritrovare il suo controllo. Ron scosse la testa deciso. Veloce scattò in pieni. Poi si chinò su di lei. Strappandole un bacio. E poi ancora uno. Il prefetto era visibilmente imbarazzata. Eppure le piaceva. Infondo l’eccessiva dimostrazione d’amore di Ron non era così male. E ho guardato dentro casa tua e ho capito che era una follia avere pensato che fossi soltanto mia e ho cercato di dimenticare di non guardare. Quando si staccarono fu la volta della ragazza di parlare. “Ron…ti…ti devo chiedere scusa…” esordì. Il rosso la guardò dubbioso. Con quella sua solita espressione da bradipo confuso. Era buffo. “Io…ti ho trattato male…mi dispiace e me ne vergogno un sacco…sei sempre stato gentile con me, anche se ti ho salutato frettolosamente in stazione…però ultimamente ho certi cambi d’umore che non so nemmeno io da cosa derivino…” si scusò. Ritirando le gambe al petto. Ron si inginocchiò nel piccolo spazio di gradino ora libero. Appoggiò le mani al muro e le sorrise. “Non ti preoccupare Mione…so che voi donne avete quel periodo ogni mese in cui cambiate umore e siete più intrattabili di uno Schiopodo incavolato…” la giustificò. Hermione lo guardò qualche secondo. Poi scoppiò a ridere. E ho guardato la televisione e mi è venuta come l'impressione che mi stessero rubando il tempo e che tu...che tu mi rubi l'amore. “Ron…ti consiglio di non fare mai certi paragoni quando hai davanti una donna nel pieno del periodo…rischi…rischi di essere cruciato…” gli consigliò. Fra le risa. Il rosso sorrise ebete. Quanto era bella la sua Hermione. “Però ti ho fatto ridere…era quello il mio scopo…” osservò. Il prefetto prese un profondo respiro. Ron si chinò e le diede ancora un bacio. Poi poggiò la fronte sulla sua. Avvicinandosi qualche volta per far si che i loro nasi si schiacciassero. Hermione ricominciò a ridere. “Sembri un piccione!” lo prese in giro. Il rosso alzò gli occhi al soffitto arreso. “Mione il tuo romanticismo lo devi ancora tirare fuori dal baule eh?” commentò. Il prefetto si tappò la bocca con le mani. Rossa in viso. “S…scusa…” sussurrò. Ma poi ho camminato tanto e fuori c'era un gran rumore...che non ho più pensato a tutte queste cose. Ron sospirò. Non poteva crederci che fosse finalmente li con lui. Stava per chinarsi e darle l’ennesimo bacio. Quando dei passi veloci sul pavimento del corridoio di sopra segnalarono che qualcuno stava arrivando. Nemmeno il tempo di lasciare una piccola via che una voce squittiva irritata. “Pormesso! Devo possare!” intimò stridula Fleur. Quasi buttando in la Ron. La furia bionda scese gli scalini con violenza. Di fretta. E borbottando insulti probabilmente in francese. Hermione smise di decifrarli dopo il secondo. quello ed il primo le erano bastati. “Crisi prematrimoniale?” commentò dubbioso il rosso. Il prefetto scosse la testa. Ci avrebbe messo lo zampino che Anna centrava qualcosa. Ma per il momento decise di non pensarci. E portò a se il bel giovane davanti a lei. Per scoccargli un dolce bacio a fior di labbra. Rossa in viso ma con una nuova pace interiore. E ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore.
La Veela aveva attraversato il salotto a grandi passi. Evitò apposta la cucina per risparmiarsi la faccia inquisitoria di Molly. E rigò dritta in veranda. Avrebbe fatto il giro della casa e si sarebbe sistemata nel giardino sul retro. Senza badare minimamente alle restanti spettatrici di quella marcia nervosa. Giulia e Tonks avevano alzato per un attimo la testa dagli scacchi. Avevano optato di cambiare gioco e di stabilirsi in salotto. La prima era decisamente in vantaggio. Dalla cucina si sentiva il gran vociare. Mary Kate e Ginny avevano finito in poco tempo il lavaggio piatti e si erano fiondate nel loro angolino. Un posto fra i mille nascondigli della Tana. Per poter parlare in santa pace e senza che qualcuno potesse rifilare all’una o all’altra qualcosa da fare. Tonks era annoiata da tutte quelle chiacchiere di sciagure. Preferiva stare in compagnia dell’amica. Gli acuti della dolce vocina di Molly però si sarebbero sentiti anche a distanza di cento metri. Le due scambiarono uno sguardo divertito. Che scomparse dal viso di Tonks quando Giulia le mangiò la Torre. Il vociare nell’altra stanza aumentò. Si aggiunsero voci maschili. Gli uomini dovevano essere entrati in cucina dopo la chiacchierata in giardino. Oppure erano stati sfrattati dalla Veela infuriata. La Metamorfomagus drizzò le orecchie nel sentire la voce di suo marito. “Ti sono diventate le punte tutte rosse Tonks…” ridacchiò la compare. Indicando i capelli. “Non è vero!” negò questa. Senza un tono convinto. Giulia le mangiò un altro pedone. “Certo che è avanzato del caffè! Ma caro, se ne bevi ancora poi non riuscirai a dormire e ti rigirerai nel letto tutta la notte…” trillò ancora Molly. Tonks sbuffò. Doveva assolutamente concentrarsi! “Diamoci al Whisky incendiario allora!” propose George. Dal silenzio le due dedussero che la madre lo avesse messo a tacere con uno sguardo. “Fuori c’è Fleur che borbotta in francese…non sarà il caso di andare a vedere se va tutto bene?” chiese ancora Arthur premuroso. “Avrò litigato con Bill…lasciamola in pace e si calmerà…” lo liquidò la moglie. Più con pigrizia che con saggezza. L’ultima cosa che voleva era alzarsi e andare a far piangere la bionda sulla sua spalla. Questo Tonks e Giulia l’avevano intuito. Non ci voleva un genio per capirlo. “Moody quando arriverà?” intervenne quella che doveva essere Ilary. “Fra qualche giorno…deve finire di sbrigare degli affari…” rispose semplicemente Sebastian. “Però dobbiamo ammettere che ora siamo incompleti…la sua sedia vuota mette tristezza…” sospirò Mary. Giulia tese le orecchie. Si sentì il rumore di una tazzina poggiata con troppa foga sul piattino. “Se ti stai riferendo a chi so io, devo proprio dire che non mi manca per nulla…già prima valeva quanto la tappezzeria, ma dopo quello che ha fatto vale meno di zero…” soffiò ovviamente la dolce voce della verità di Molly. La madre di Giulia sbuffò. “Perché devi sempre sminuire tutti così Molly?” osservò irritata. “Io non sminuisco tutti…e comunque Mary non c’è nessun motivo per difendere un essere come lui…piuttosto, quella buon’anima di Silente! Che Dio l’abbia in gloria pover’uomo…” rimbeccò convinta la Weasley. Tonks congiunse le mani in segno di preghiera e imitò la donna. Giulia trattenne una risata. Nel mentre Mary si morse la lingua. Un motivo per difendere quell’uomo cel’aveva. E anche bello pesante. La figlia l’avrebbe confermato in pieno. “Comunque meno parliamo di lui meglio è in questa casa…” continuò ancora Molly. “Per una volta sono d’accordo con te mamma…” asserì Fred. Sapeva che dal salotto si poteva sentire tutto. Non voleva che l’argomento sfociasse in qualcosa di peggio. E che Giulia venisse ferita più di quanto non lo fosse già. “Non riesco a credere di aver fatto educare i miei figli da lui!” trillò puntuale la rossa. Si sentì qualche sbuffo. “Non dovevamo parlarne più?” la rimproverò stufa Mary. “Mi pare che ne abbiamo parlato fino ad ora…perché evitare l’argomento oramai?” si introdusse Christian. “Non potete negare che sia stato un buon professore però…ha fatto entrare nella zucca di Anna formule complicate e l’ha fatta studiare…” lo difese Ilary. “A maggior ragione credo che abbia utilizzato qualche sorta di tortura psicologica…” si lasciò scappare Molly. La donna la fulminò con lo sguardo. Christian si portò una mano davanti alla bocca per ridacchiare. “Stai forse insinuando qualcosa su mia figlia?” soffiò ancora Ilary. Giulia ascoltava qualche sprazzo di conversazione. Mentre la madre di Anna parlava lei fece a Tonks il tipico segno di decapitazione passandosi il pollice sul collo. Ilary era molto esigente dalle sue figlie. La castana era quella che le aveva fatto sudare più di sette camicie. Forse due armadi interi. Però se osavano solo fare un commento negativo su di lei per l’interlocutore era finita. Peggio di un Dissennatore nel giorno nazionale del bacio. Molly ebbe la buona idea di non approfondire l’argomento. Liquidandola con un cenno negativo della testa. Si sentì il rumore di tazze poggiate. “Non dovremo parlarne bene…infondo Molly ha ragione, ci ha traditi!” esclamò all’improvviso Sebastian. Questa sua uscita fece sobbalzare Giulia. Mary si ancorò alla sedia per evitare di tirare qualcosa in testa al marito. “Ora è un nostro nemico…ci imbatteremo sicuramente in lui molto presto…noi siamo su una sponda e lui nell’altra…” decretò duro Lupin. Tonks sospirò. Eccolo tornato in modalità obbiettiva. “Ma Remus…non possiamo dimenticarti di tutti gli anni passati…Severus è stato un nostro compagno di scuola!” ribatté Mary. All’udire di quel nome Giulia alzò d’istinto la testa. “Anche Lucius se non ricordo male…” commentò pronto Sebastian. La moglie scosse la testa. “Piton è sempre stato così…riservato, passivo, uno che si sposta dove gli fa comodo…” sentenziò Molly. Giulia mangiò l’altra Torre di Tonks con più accanimento del resto della partita. “Da quando è un male essere timidi e riservati mamma?” la contraddisse Fred. L’intera tavolata rimase di sasso. Non si era mai sentito che uno dei gemelli difendesse un professore. Tantomeno Piton! “Fred ha ragione…Piton è sempre stato riservato…però vigliacco era e vigliacco è rimasto…” esordì Christian malevolo. Molly annuì convinta. Mary sbatté un pugno sul tavolo. “Severus non è mai stato vigliacco! Ha commesso qualche sbaglio, ma chi non ne fa? Santo cielo è umano!” sbottò. “Credi che sia umano uccidere colui che ti ha teso una mano quando eri nel buio totale?” chiese Lupin. “Ecco appunto…” gracchiò Molly. “Tu dovresti essere il primo a tacere Remus…sei di parte…nettamente di parte…” lo rimproverò Ilary. Lupin la guardò esasperato. “Oh andiamo Ilary! È successo anni e anni fa! Eravamo adolescenti!” rispose. “Forse tu non avrai partecipato attivamente ai misfatti di James e Sirius, però c’eri…stavi puntualmente a guardare mentre lo maltrattavano…non credi Severus avrebbe potuto reagire diversamente al mondo che lo circonda se voi l’aveste lasciato in pace?” gli ricordò ancora Mary. Si stava innervosendo. Sebastian la fece sedere a forza. Non capiva come mai la moglie si fosse impuntata tanto. “Se qualcuno è cattivo lo è già dalla nascita Mary…non puoi attribuire a loro una condizione che aveva premeditato già il fato!” esclamò finta saggia Molly. Mary rimase a bocca aperta. Stava per replicare quando dei colpi di tosse fecero voltare l’intera cucina. “Io e Tonks staremmo giocando a scacchi e vorremmo concentrarci…per colpa dei vostri urli lei sta perdendo in modo poco dignitoso…” esordì Giulia. La voce secca. Era in piedi sulla soglia e li guardava tutti. Uno per uno. Soffermandosi su Molly. Avrebbe voluto prenderla seriamente a schiaffi. “Scusa tesoro…non volevamo disturbarvi…faremo più piano…” si scusò Sebastian. La ragazza spostò le iridi nocciola a Lupin. “E comunque nessuno nasce cattivo…è ciò che lo circonda che influenza cosa diventa…sempre se la persona in questione possa essere veramente considerata cattiva…” aggiunse. Molly boccheggiò per qualche secondo. Non avevano mai visto Giulia così statica e fredda. Come se nulla fosse tornò da Tonks. Sperando che tutti avessero capito il concetto.
Lupin e consorte se ne andarono verso mezzanotte. Fleur era rientrata e si era buttata sul suo letto senza parlare con nessuno. Mary Kate e Ginny la consideravano una vera benedizione. Anna si era rintanata in soffitta. Nella stanza che l’anno prima era stata data a Piton per un giorno quando era tornato a salutare Giulia. Aveva inforcato le cuffie. E si era persa fra pensieri e il suo Manson. Giulia non era più intervenuta nei discorsi dell’Ordine. Si era imposta di non sentire. Hermione e Ron erano rimasti accoccolati sulle scale. Fino a quando i gemelli non li scacciarono a forza di prese in giro al fratello. I due piccioncini si salutarono. La castana non andò a dare la buonanotte a Bill. Giulia invece stampò il solito bacio di sogni d’oro sulla guancia di Fred. Quando tutte le ragazze si trovarono in camera trovarono la luce spenta. La Veela si era già addormentata. Stringendo il cuscino. Ancora bagnato di lacrime. Hermione la guardò attentamente. Sarà stata l’abbondante dose di coccole ricevute o la melassa che le aveva annegato il cervello. Che la fecero avvicinare per rimboccarle la coperta in modo che non prendesse freddo. Le altre la guardarono basite. “L’amore ha dato di testa perfino ad Hermione…” sghignazzò Mary Kate. Lei e Ginny si cambiarono svelte senza dirsi nulla. Avevano parlato per tutta la sera! “Si può sapere che le hai fatto?” chiese ancora il prefetto sottovoce. Rivolta ad Anna. Questa buttò con un calcio la gonna nel baule. E si mise la camicia da notte. “Io non ho fatto nulla…” rispose innocente. Hermione la guardò poco convinta. Così decise di riformulare la domanda. “Che è successo?” riprovò. La castana tossicchiò. Infilandosi sotto le coperte. “Ma nulla! È lei che…bo…” rimbeccò lacunosa. Poi con un colpo di bacchetta si struccò. “Grazie Anna, molto utile devo dire…” sbottò ironico il prefetto. Nel frattempo Giulia aveva lasciato andare la testa pesantemente sul cuscino. Sentiva la testa piena di tutte quelle sciocchezze che avevano detto in cucina. Aveva solo voglia di chiudere gli occhi e dormire. “Ora dormiamo…Giulia sta già collassando…” decise infine la castana. Hermione sbuffò insoddisfatta. Così le voci tacquero. Ovviamente Giulia fu la prima ad andare nel bel mondo dei sogni. Seguita dal prefetto. Crogiolata nel suo mondo di cuoricini. L’unica rimasta a sopportare il russare di Mary Kate fu Anna. Stranamente non riusciva a prendere sonno. Si rigirò nel letto. Una. Due. Tre volte. Poi decise di dormire senza lenzuolo. Però aveva freddo. Si coprì fino alla fronte. Ma aveva troppo caldo. Tentò perfino di dormire con la faccia schiacciata nel cuscino. Solo che la paura che Fleur la bloccasse in quella posizione in un tentato omicidio le fecero bocciare anche quest’opzione. Meditò di scendere a farsi un caffèlatte. Dopo mezzora finalmente la castana chiuse gli occhi. Per ritrovarsi in un incubo bello e buono. Con risultato di svegliarsi col respiro affannato e gli occhi sbarrati. Se ci fosse stato Bill le avrebbe di sicuro detto che erano i sensi di colpa. Ma sensi di colpa per cosa? Anna si tirò su a sedere e lanciò un’occhiata a Fleur. Poi scosse la testa sicura. Non aveva fatto nulla di male! Era quella Barbie che aveva sentito le parole sbagliate nel momento sbagliato. E ne aveva tratto conclusioni ancora più sbagliate. La castana iniziò a prendere a pugni il cuscino. “Che palle, che palle, che palle!” sibilò in serpentese. Oramai la povera vittima sembrava la brutta copia di qualcosa che era stato schiacciato da un camion. Se fosse stata a casa sua si sarebbe andata a prendere un lecca lecca al sangue. Anzi. Se fosse stata a casa sua a quell’ora sarebbe ancora sveglia. Attaccata al pc magari. Per un attimo Anna fu tentata di frugare nel baule di Giulia per trovare il portatile. Poi però si arrese. Guardò affranta la piccola porzione di letto che rimaneva libera accanto a lei. Dopo qualche minuto si alzò. In punta di piedi attraversò la stanza. Scorgendo nell’ombra Fleur. In posizione fetale. In una mano stretto un fazzoletto. Ed il pollice in bocca. Come fosse una bambina. Normalmente avrebbe dovuto usare questa cosa per prenderla in giro. Però le faceva solo tenerezza. Perché anche lei lo faceva. Ancora più convinta di prima uscì socchiudendo la porta. Piano percorse il corridoio. Arrivando alla camera predestinata. Entrò ancora in punta di piedi. E si fermò accanto al suo letto. Bill dormiva tranquillo. La coperta fino ai fianchi. Una vecchia canottiera bianca a coprirli i pettorali marcati. Anna fissò il suo sguardo su di lui. Ridusse gli occhi a fessure per poter distinguere qualcosa. Si era anche dimenticata gli occhiali in camera! Eccolo. Il suo fratellone. Anche se aveva quella brutta cicatrice era pur sempre un bel ragazzo. Senza contare che era premuroso, affettuoso e gentile. Chissà se le stesse attenzioni che rivolgeva a lei le dava anche a Fleur. Ma certo che si! Era la sua fidanzata. Probabilmente lui conosceva anche quante cicatrici aveva la Veela su quel bel corpicino. Come d’altronde la castana di Draco. D’improvviso le venne in mente lui. Il suo Schiopodo platinato. Era la prima volta che paragonava lei e il biondo e Bill e Fleur. La cosa le era alquanto strana. Un rumore la distrasse dai suoi pensieri. Il rosso si era mosso. Ed ora la guardava con quei suoi occhi grigi. Un gomito a fargli leva per alzarlo un po’. Mano a pugno poggiata sul mento per sostenerlo. Anna sobbalzò ed arrossì. “Ora si che credo che a qualcuno verrebbe un colpo se ti incontrasse in corridoio…” commentò a bassa voce Bill. La castana riprese il suo autocontrollo. “Spiritoso…” gli fece il verso. Il rosso la scrutò. La sua piccola bambolina. Gli anni erano passati anche per lei. Era cresciuta. Eppure ritornava irrimediabilmente in piedi vicino a quel letto. “Cosa c’è mostriciattolo? Sei venuta solo per spiarmi mentre dormo?” la prese in giro. Anna storse il naso all’udire il nuovo soprannome. Poi si fece coraggio. “Non…non riesco a dormire…” confessò. Bill sorrise sornione. “Senso di colpa?” ipotizzò. Come lei aveva previsto. La castana scosse la testa convinta. Poi lanciò un’occhiata al letto. Il rosso la guardò divertito. “Vuoi dormire con me bambolina?” intuì. Anna non disse nulla. Bill si appiattì contro il muro e le fece spazio. Alzando il lenzuolo. La castana gli si sdraiò vicino. Inspirando il suo profumo. Era dappertutto. Sul cuscino. Sulle coperte. E presto si sarebbe attaccato anche su di lei. Una volta messa comoda il rosso le si avvicinò. Erano viso davanti a viso. “Fleur ha pianto fino a che non si è addormentata…” sussurrò d’improvviso Anna. Bill sentì qualcosa muoversi nel petto. La coinquilina di letto lo capì. “Domani le parlerò…però non credo che ci andrà leggera con te…” disse sincero lui. La castana storse il naso. “Non riesco a capire perché cel’ha con me…” sbottò. Il rosso scosse la testa. “Ti piacerebbe se una ragazza più giovane di te stesse continuamente con Draco? Saresti tranquilla mentre lei lo abbraccia, si fa coccolare, dorme con lui?” le chiese. Anna si morse il labbro inferiore. Nemmeno morta permetterebbe una cosa simile. “Ma io sono la tua sorellina…non sono una ragazza a caso…” precisò. Bill le rimboccò la coperta. “Il punto è che non sei mia sorella di sangue…ora potremmo anche essere un qualsiasi uomo e una qualsiasi ragazza…dovresti essere nel letto di Christian, non nel mio…” osservò. Anna si voltò di poco verso il fratello. Stranamente dormire con lui non le sembrava una cosa molto affascinante. Nonostante da piccoli lo avessero fatto. Nonostante Christian fosse stato un bravo fratello in tenera età. Ora era freddo. Non la abbracciava. A volte non si parlavamo nemmeno. Non perché fosse successo qualcosa in particolare. Lui era così. “Fleur ha paura che tu mi porti via da lei…” aggiunse il rosso. La castana corrucciò la fronte. “…che poi è la stessa paura che tu hai nei suoi confronti…che lei mi porti via da te…siete uguali!” concluse ancora lui. Anna scosse la testa. Lei uguale alla Barbie? Ma quando mai! “Quindi…vuoi forse dirmi che Fleur Delacourt è…gelosa di…me?” tentò di elaborare. Bill le fece una carezza sulla testa. Evidentemente si. Alla castana ci volle qualche minuto per realizzare ciò che aveva appena intuito. Il rosso la guardò intenerito. “Avanti…ora dormiamo mostriciattolo…” le disse. Anna sbuffò. “Mi piaceva di più quando mi chiamavi bambolina…” commentò. Bill si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte. “Allora buonanotte…bambolina…” si corresse. La castana sorrise. “Notte fratellone lupo…” ricambiò. Il rosso le mise una mano sulla schiena e la trascinò più vicino. Abbracciandola. Anna si accoccolò fra le sue braccia. Sapeva che quella era una delle ultime notte passate a dormire con Bill. Se non proprio l’ultima. E finalmente, placato il suo senso di inquietudine, la vampira si addormentò. Appoggiata al petto del suo fratellone lupo.

Edited by kikyo91 - 26/6/2010, 17:11
 
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~ Disturbia
view post Posted on 27/6/2010, 00:18




*Standing ovation*
Questo aggiornamento mi è piaciuto moltissimo *-*
Il casino alla Tana,i discorsi tra Bill e Anna (tra l'altro cucciolosissimi)...Giulia che prende le difese di Sev...tutto perfetto!
Molly certo è simpatica come un mal di denti!
Che odio quella hobbit alle volte...uff
Per il resto brava brava...non farmi aspettare troppo per il seguito!
 
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miss_preston
view post Posted on 29/6/2010, 09:11




Ah l'ho letto. Allora. Mi è piaciuto molto questo capitolo,come sempre riesci a conciliare bene la fict cn l'origininale. Mi è piaciuto tutto questo casino a casa. Tanta gente alla tana,come una famiglia allargata. Molto bello tutto. I dialoghi sono fatti bene e anche le situazioni,mi hanno comunicato molto. Si vede che ti ci impegni tanto. * ______ *
Mi è piaciuto vedere che sei riuscita a dare a tutti delle cose da fare,senza trascurare la presenza di nessun personaggio. Mi sono divertita all'inizio,a leggere delle paranoie di Mione. Mi sono piaciuti il momento della cena con lo sgozzamento del polpettone e gli sfottò dei gemelli all'indirizzo dei piccioncini,poi il momento di riconciliazione definitiva fra i due con Herm che getta alle ortiche ogni dubbio. E ancora i rapporto fra Giulia e Tonks e l'intervento della prima sul dialogo del gruppo di adulti. QUesta parte mi ha molto presa (cm tt il capitolo) xk mi sn immedesimata e ho pensato a lei,a quanto potesse stare male e sentirsi impotente nn potendo intervenire in modo diretto. Ma è stato comunque bellissimo il suo modo indiretto di intervenire. Poche parole fredde come nessuno gliele aveva mai sentite dire. E' come se fosse emersa una parte nuova,forte,adulta di Giulia (che di solito è una ragazzina dolce e un pò timida),una parte che c'è grazie all'amore di/per Severus.
Per quanto riguarda il triangolo Anna- Bill- Fleur,devo ammettere che in un primo momento mi sono sentita un pò dalla parte di Fleur e sono stata contenta di leggere del cambiamento di posizione delle ragazze: Anna che la vede indifesa e si sente in colpa, Bill che le fa il paragone cn Draco ( cosa che avevo pensato io stesso). Sarà che io sono molto gelosa di natura e allora ho pensato: come mi sentirei io al posto di Fleur? Come lei,come si sentirebbe qualunque donna,quindi anche Anna che giustamente,grazie a Bill e al suo buon senso,ha anche capito che ,fermo restando l'amore di Bill per lei,dovrà alleggerire il rapporto per il bene del suo fratellone,per rispetto del suo matrimonio e di Fleur. In fondo Anna considera Bill un fratello e Draco il suo grande amore. Quindi è giusto che Bill possa farsi la sua strada. Che poi loro sono sempre stati come fratello e sorella e che Anna abbia agito in buona fede ( certa del loro rapporto pulito) e timorosa di perdere l'amico-fratello,è fuor di dubbio. Ma come ha detto giustamente Bill "non siamo fratelli di sangue,adesso potremmo essere qualsiasi uomo e qualsiasi donna". Bellissimo capitolo. Mi è piaciuto da morire. Commento troppo lungo? Maybe. Complimenti: S T U P E N D O. Mi piace quando qualcosa suscita il mio senso critico: molte emozioni trasmesse. Thank u.

ps. cmq bono il Bill che hai descritto--->> lo immagina che dorme come da te narrato ---->>> * sbav*
 
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kikyo91
view post Posted on 13/7/2010, 14:23




ma buonpomeriggiooooo *w*
per farmi perdonare per il ritardo dell'aggiornamento vi ho portato un regalo ù.ù *indica banco tre rifornito di ghiaccioli tutti i gusti+1 e ventilatori* la cara Ire li distribuirà a tutte voi *-*
finalmente tornata a casa dopo vari viaggi spezzettati mi sono decisa a postare il nuovo capitolo (che ho pronto da prima di andare via X°D). lo so sono sadica ù.ù
grazie mille per i commenti bimbe, mi fanno un sacco piacere *.* vi adoro <3
Avvertenze: elevata presenza francese, lunghezza back ai vecchi capitoli stile boulevard xD, allegramente sviato il momento privato Ron/Herm per la salute mia e di tutte voi XD
in questo cappy troviamo Never Think (di Rob Pattirson *-*) ed Everytime (dei Simple Plan *.*)
spero che vi piaccia e vi distragga un pò da questo caldo odioso e dalle zanzare *_* *spruzza autan*
fatta la solita introduzione chilometrica vi lascio alla lettura <3

Undicesimo Capitolo
La mattina i primi raggi del sole entrarono insidiosi nelle camere. Un piacevole caldo estivo trapelava dalle finestre. Anna venne investita dalla luce. D’istinto sgusciò sotto la coperta. Troppo tardi. Gli occhi le si erano già aperti. Ancora sotto il lenzuolo se li strofinò con le mani. Poi sbadigliò. Tornò alla luce come una talpa appena risorta dal letargo. Il che in effetti si adattava perfettamente. Dato che la castana aveva lasciato gli occhiali nella sua stanza. Iniziò a fare ogni genere di espressione per riuscire a vedere meno sfocato. Appena si ricordò della notte si voltò di scatto. Ma vicino a lei non c’era nessuno. Da quello che riusciva a vedere anche il letto di suo fratello era vuoto e rifatto alla perfezione. Anna scese dal letto e appoggiò una mano alla parete. Imprecando per quella sua stupida miopia mista ad astigmatismo. Quando arrivò alla porta la riconobbe subito. Ci sbatté in pieno il naso. Veloce la aprì e proseguì a tentoni. Vedeva il corridoio. Una delle stanze infondo era la sua. Riconobbe le scale e filò dritta. Vide una macchia avvicinarsi ma non capì di cosa si trattasse finché dei capelli biondi le frustarono il viso. Fleur evitò accuratamente di salutarla. Dopo altre cinque passi arrivò alla stanza. Era in penombra. Fantastico. Un impedimento in più. Fece un passo in avanti. “Acqua…” sentì dire. Una macchia arancione gongolava sul letto. “Mostro, prendimi gli occhiali, muoviti!” le ordinò. Mary Kate scosse la testa. “Dai che sei vicina…ti guido io…” ghignò. Anna sbuffò. Ricominciò ad andare avanti. La sorella continuava a dare indicazioni come il gioco dell’acqua e del fuoco. Solo che era ancora al livello “acquolina”. Mary Kate la fece avvicinare. Nemmeno il tempo di fare due passi che si inciampò su qualcosa di abbastanza grande. Finendo a faccia in giù dall’altra parte. Spazientita la castana imprecò. “Che succede? Hey Anna che ci fai li?” sbadigliò Giulia. Tirandosi su a sedere. “Mi ha investito…” gracchiò infastidita e ancora assonnata Hermione. “E perché hai investito Herm?” chiese ancora la ragazza. Anna sbuffò esasperata. “Perché quella cretina che ho per sorella invece di guidarmi al mio letto mi ha fatto andare su di lei!” esclamò. Indicando un punto impreciso in cui sarebbe dovuta esserci Mary Kate. Le amiche si guardarono in giro. “Qui non c’ nessuno a parte noi…” commentò il prefetto. La castana tirò un gridolino spazientita. “Se la prendo la crucio!” soffiò. Hermione si passò una mano sugli occhi traumatizzata. Giulia si ributtò con la schiena sul materasso. “Ma come mai te ne vai in giro senza occhiali?” notò la prima. Anna si tirò su e striscò fino al suo letto. Una volta arrivata al comodino tirò fuori i suoi salvatori dalla custodia. Appena se li inforcò riaprì e chiuse gli occhi per qualche secondo. Per riabituare la vista. “Perché ieri sera, quando sono uscita, li avevo già messi via e ho avuto la fortuna di appendermi al muro arrivando sana e salva…” rispose seccata. Il prefetto balzò giù dal letto. Poi poggiò un piede sul materasso ed iniziò a fare stretching. “Sei uscita? Ti ha chiamato Draco?” chiese speranzosa Giulia. La castana scosse la testa. “Non avrai…mica…dormito con Bill…spero…” commentò Hermione. Scandendo lentamente le parole per via dello sforzo fisico. Anna alzò gli occhi al soffitto finta innocente. “Anna! Hai visto in che condizioni era Flebo…ehm…Fleur ieri sera! E se ti avesse visto?” squittì spazientito il prefetto. Cambiando gamba dell’allungamento. La castana la guardò scettica. “Se ci avesse visto probabilmente io non sarei qui a parlare con voi…” osservò. Giulia si stiracchiò ed annuì d’accordo. “Saresti già seppellita in giardino o in qualche angolo ridotta in polvere…” precisò. Anna storse il naso. “Oppure mi avrebbe lasciato a morir di fame in soffitta…” ipotizzò ancora. Hermione la guardò poco convinta. “In tal caso avrebbe aspettato in eterno…anche se non mangi per una settimana rimani viva e senza fame…” sbuffò. Con un pizzico d’invidia. La castana alzò le spalle. “Affari suoi…è da quando ero piccola che dormo con Bill…perciò se ha problemi che se li risolva…non cambierò di certo le mie abitudini perché una Barbie con la puzza sotto al naso è gelosa…” soffiò acida. Il prefetto riappoggiò a terra la gamba. Decretando la fine dello stretching mattutino. Poi le puntò contro un dito. “Devi ricordati però, cara la mia signorina, che sei cresciuta! A undici anni dormire con qualcuno più grande poteva anche essere normale…però a diciassette diventa una cosa ambigua!” commentò. Anna alzò un sopracciglio quasi indignata. “Intanto metti via il dito inquisitore…e comunque che cosa ambigua e cosa ambigua! Io e Bill non facciamo niente di male! Non sto mia cercando di sedurlo!” sbottò. Al pensiero però di lei in vestaglia nera e il rosso già sul letto divampò. Hermione la scrutò a mo di membro dell’inquisizione spagnola. “Herm non trarre subito le conclusioni…anche io ho sempre dormito con Fred quando eravamo alla Tana…” le ricordò d’improvviso Giulia. Il prefetto si rizzò come se avesse ricevuto una scossa elettrica. “Però da quando stai con Piton non ci hai più dormito…” notò ancora. La ragazza sospirò. “Io e Sev stiamo assieme solo da nemmeno un anno ufficialmente…che poi non è nemmeno ufficiale…e comunque chi ti dice che io non lo rifarò? Non è mica un reato Herm…” si giustificò. Stavolta fu il turno di Anna si scattare. “Vuoi forse una rinfrescatina di memoria Herm? Rimembri il tuo migliore amico Serpeverde? Quello da cui sei rimasta a dormire parecchie volte a scuola? E anche l’altra notte? Eppure stai con Ron mi pare…” espose. Con un ghigno malefico in viso. Hermione impallidì. Colpita ed affondata. La castana gongolò vittoriosa. Così iniziò a cambiarsi. Giulia era già immersa nel baule da cinque minuti. Avrebbe dovuto cercare dei vestiti da mettersi. Però l’osservazione che aveva fatto Hermione l’aveva rapita. Era davvero da così tanto che non dormiva con Fred? Normalmente sarebbe sembrata una cosa di poco conto. Ora lei aveva Severus. Però dormire con lui non era la stessa cosa. Infondo da quando il gemello non era più ad Hogwarts non si vedevano tanto spesso. E quando si vedevano o era come conseguenza all’esplosione di un cataclisma, oppure erano nel mezzo del tram tram della Tana. Non si ricordava di aver dormito con lui nemmeno l’estate prima. Da quanto era che non se ne stavano tranquilla a chiacchierare come quando erano tutti e due studenti? Questa cosa non le piaceva affatto. La crescita ci poteva stare. L’allontanamento però la terrorizzava. Veloce la ragazza prese una maglia leggera viola smanicata. Fatta a mo di camicia. La gonna a fantasia scozzese viola e nera. E le Converse. Mettendosi tutto automaticamente. Anna si strinse in uno dei suoi corpetti. Precisamente quello che le amiche le avevano regalato al compleanno. Con nastri di raso incrociati sul davanti. In bella mostra i due tatuaggi. Poi si infilò una delle tante gonne. Corta piena di tulle e pizzi. Si mise le calze e allacciò gli anfibi. Lei e Giulia fecero a turno a tenere lo specchietto della prima mentre l’altra si truccava. Hermione intanto si era ripresa dalla sconfitta e aveva messo i suoi jeans preferiti. Ballerine azzurre. Camicia ancora azzurra con le maniche a tre quarti. Il cerchietto portafortuna nei capelli. E per una volta decise di concedersi un pizzico di ombretto. Quando furono tutte e tre pronte scesero per la colazione. Scoprendo così che erano le dieci e mezza Mary armeggiava ancora con padelle. “Buongiorno ragazze! Dormito bene?” sorrise cordiale. Giulia la guardò. Ricordandola per un attimo come la donna che sbraitava contro Molly la sera prima. “Bene grazie…” rispose poi Hermione. Anna si sedette sulla sedia di peso. “Ho una fame atroce!” esclamò. Passandosi una mano sullo stomaco brontolante. La donna ai fornelli la guardò divertita. In men che non si dica del bacon croccante seguito da thè freddo planarono davanti alla castana. Seguiti da delle cialde con sciroppo al cioccolato per Giulia. E un bicchiere di latte con torta allo yogurt per il prefetto. La castana non se lo fece ripetere e planò sul bacon come fosse un caccia militare sulla zona da bombardare. Hermione la guardò esasperata. La terza iniziò a mangiare la prima cialda. Mary si appoggiò al lavello osservando le tre con soddisfazione. Quel giorno era toccato a lei cucinare la colazione. Magari si sarebbe offerta anche per il pranzo. “Dove sono tutti mamma?” chiese Giulia. Storpiando le parole a causa della bocca piena. “Giulia si inghiotte prima di parlare!” la rimproverò Hermione. per poi mangiare un boccone di torta. La donna ridacchiò. “I baldi uomini sono al lavoro…o al Ministero…non ho ben capito la divisione…Fleur sta appendendo i panni in giardino…Molly vuole tenerla lontana dai fornelli per impedirle di cucinare il dolce per stasera…povera creatura…” spiegò. Anna trasalì. “Oggi sembra davvero di pessimo umore…oggi ho visto che lei e Bill hanno avuto una lunga conversazione dopo colazione…spero non abbiano litigato…” commentò ancora Mary. Il prefetto tirò una gomitata nel fianco alla castana. Che la scacciò come fosse una mosca fastidiosa. Giulia nel frattempo aveva dimezzato la pila di cialde. “E Fred? È già tornato al negozio?” chiese ancora. La madre annuì. Lei sospirò delusa. “Torneranno a cena stasera…anche se siamo in periodo nero, i loro scherzi sono molto apprezzati…” aggiunse poi la donna. La figlia tornò alla sua colazione. “Molly e mia madre che fine hanno fatto?” intervenne Anna. Mary fece levitare il suo piatto oramai vuoto nel lavello. “A fare la spesa…con Ginny, Mary Kate e Ron…serviva qualcuno che portasse le provviste più pesanti e a rischio di rottura…ah Giulia, tesoro…Molly continua a blaterare che vuole i tuoi biscotti…mi ha pregato di dirti se dopo pranzo puoi iniziare subito a cucinarli, così tu-sai-chi non potrà avvicinarsi più di tanto…” spiegò. La castana e l’amica si guardarono. “Perché Voldemort dovrebbe venire a cucinare dai Weasley?” chiesero in coro stupite. Mary scoppiò a ridere. Hermione si bevve tutto il latte d’un fiato per evitare di prendere a calci le sue amiche. “Ma no! Intendevo…un tu-sai-chi biondo…” precisò la donna. Giulia annuì finalmente. Anna storse la bocca. “Finalmente Voldie ha deciso di comprarsi una parrucca? Ma perché biondo? Vuole copiare Lucius?” sbottò. Le due Wyspet non poterono fare a meno di ridere. Hermione le tirò uno scappellotto dietro la testa. “Oh per Merlino! Stanno parlando di Fleur!” strillò quasi. La castana rimase a bocca aperta. “Ah…e ditelo prima no!” sbuffò. Mary raccolse gli altri due piatti vuoti. “Bhe, grazie Anna…devo dire che la visione di Voldemort con parrucca bionda mi rimarrà in pressa fino a stasera almeno…” ridacchiò. Anna si drizzò a sedere fiera. “Magari che balla pure come quella cantante italiana…quella che fa i gesti con le mani!” aggiunse Giulia. La madre la guardò pensierosa. Grazie a Mary Kate, di musica italiana se ne intendeva. La figlia imitò i gesti in questione. Unendo i pollici delle due mani per far si che queste assomiglino a due ali. Mary sobbalzò. “Lorella Cuccarini!” la riconobbe. Giulia annuì convinta. La castana ghignò. Hermione oramai era disperata. “E vola, con quanto fiato hai in gola, il buio ti innamora, qualcuno ti consolala notte vola!” iniziò a canticchiare la madre. “All'ombra di un respiro, io ti sarò vicino, ti prego resta sempre bambino!” completò la figlia. Anna rise. “Vi immaginate che la canta ad Harry?” commentò. Le due iniziarono a ridere ancora. Per questa volta anche al prefetto sfuggì un sorriso. Mentre loro ancora scherzavano entrò qualcuno in cucina. Fleur teneva fra le mani la bacinella vuota. Prima strabordava di roba appena lavata. Affaticata la poggiò di peso sul tavolo. Il respiro irregolare. “Fa un sacco caldo fuori eh Fleur? Ti va un bicchiere fresco di succo?” le propose Mary. La ragazza annuì. Anna iniziò ad osservarla con la coda dell’occhio. Pur essendo sotto sforzo. Pur avendo la pelle imperlata di sudore. Pur avendo fatto fatica. Quella Barbie era ancora perfetta. Il trucco non le era colato. I capelli le stavano perfettamente composti dietro le spalle. La donna le porse il bicchiere. “Grossie mille signora Wyspet…” la ringraziò. Per berla poi tutta d’un fiato. Anche facendo un geto così secco sembrava aggraziata. Ad Anna fece un po’ invidia. Lei sarebbe stata in tutt’altre condizioni. Per non parlare dei suoi modi già poco fini di loro. “Scè qualcosa che posso fare ancora signora Wyspet?” pigolò poi la Veela. Mary si guardò intorno. Molly non le aveva lasciato altri compiti in particolare. “Potresti rifare i letti della vostra camera e quelli della camera di Christian e Bill…le ragazze ti daranno una mano…poi fino a pranzo siete libere…” propose. I tre uragani si alzarono. Insieme alla bionda salirono le scale. “Io vado a rifare quelli di la…voi fate quosti…ne comprenez-vous?” ordinò nemmeno varcata la soglia della loro stanza. Hermione, l’unica che sapeva il francese, annuì. Così si divisero. La castana la seguì con lo sguardo. Doveva avercela ancora a morte con lei. Veloce si fiondò a rifare il suo letto e quello della sorella. Alle amiche lasciò i rimanenti e si spostò nella camera del fratello. Senza dire nulla entrò. E vide che Fleur aveva messo all’aria cuscini e coperte. Anna cominciò da quello di Christian. “Qui scè un odore insopportabile! Veramonte disgustoso!” squittì all’improvviso inorridita la prima. La castana si voltò. Sbaglio o non avrebbe dovuto rivolgerle la parola? Così si limitò a continuare a fare ciò che stava facendo. “Sci vorranno almeno due lavasci per farlo andare via!” sbottò ancora la Veela. Sventolando il lenzuolo con una mano. Anna la guardò dubbiosa. Lei veramente non sentiva questo odoraccio. La lasciò alla sua sceneggiata. Per tornare a sistemare il suo lenzuolo. “Sembra qualcosa di dolsce… estremamente dolsce…appiccicoso…insupportable! Qualcosa come…scioccolato…no…scianduia…disgustoso!” concluse infine Fleur. Sogghignando in direzione della castana. Questa si irrigidì. Ovvio che non sentiva nulla. Era il suo profumo! E lei lo aveva definito disgustoso! Appiccicoso! Insopportabile! Lasciò andare il cuscino che stava sprimacciando e si voltò. La Veela aveva anche lei fra le mani un cuscino. Lo stava sbatacchiando ben bene. Fin quando si fermò. Notando una macchia nera sulla federa immacolata. La riconobbe subito. Anna trasalì. Maledicendo l’incantesimo struccante usato quella sera prima. Probabilmente non aveva tolto tutta la matita e il mascara e lei non si era nemmeno specchiata per controllare. Fleur tremò di poco. “Sai Annà…il profumo di una persona disce molte cose…la maggior parte delle volte la rappresenta appieno…vous comprenez?” soffiò. Con la solita voce vellutata. Il doppio significato però era tagliente come una lama. La castana strinse i pugni. La Veela temette che si avventasse su di lei e la riempisse di pugni. Invece buttò tutte le coperte sul letto ancora sfatto di Christian. Senza dire nulla si avviò a grandi passi fuori dalla camera. Per tornare dalle sue amiche. Aprì il cassetto del suo comodino con violenza. Hermione e Giulia si guardarono preoccupate. “Anna tutto ok?” chiese la seconda. “Ho solo avuto una discussione con Flebo…” sbottò. Il prefetto si avvicinò. “Che le hai fatto?” sospirò esasperata. Anna la fulminò con lo sguardo. “A quanto pare la signorina non trova buono il mio profumo…dice che è disgustoso…appiccicoso…e che il più delle volte il profumo rispecchia la persona in se…” sibilò. Hermione spalancò la bocca allibita. Giulia strabuzzò gli occhi. “E…e lei sta bene? Cioè…le hai lasciato qualche organo funzionante?” boccheggiò quest’ultima. Il prefetto era oramai pronto a ricomporre la Veela con ago e filo. “Certo…è di la che cinguetta sistemando le lenzuola del suo amato…macchiate del mio impuro mascara…” rispose acida Anna. Ancora le amiche si guardarono perplesse. Nessuno aveva mai detto una cosa simile alla castana ed era rimasta almeno riconoscibile di viso! La diretta interessata aveva finalmente trovato la fonte della sua ricerca. In mano stringeva il piccolo mp3 nero. Come una furia uscì decisa dalla camera. Urtando la spalla di Fleur che stava entrando. Andò a sbattere contro lo stipite della porta. Anna non si voltò nemmeno e scese le scale. Diretta al suo solito albero in giardino. Doveva sbollire. Pensare. Rimuginare. La bionda intanto era entrata e si era diretta al suo letto massaggiandosi la spalla. Hermione e Giulia la guardavano attonite. In effetti si sentiva molto a disagio a stare li in mezzo. Però doveva ammettere che dopo la scenetta di qualche minuto prima, lo spintone era la cosa meno grave che avesse potuto farsi. I rimanenti due uragani finirono il letto di Ginny e tornarono in cucina ad aiutare Mary. Fleur rimase di sopra seduta sul letto. La castana aveva l’mp3 al massimo volume. Ginocchia al petto. Era confusa. Non si aspettava un atteggiamento simile da Fleur. Non che ci fosse rimasta male. Più che altro era shockata. La Veela doveva essere davvero arrabbiata a morte. A tal punto da voleva distruggere psicologicamente. E che diamine, questa era la sua strategia! Ovviamente prima Anna veniva alle mani. Però non poteva di certo fare a fettine Fleur. Bill sarebbe stato vedovo ancora prima di sposarsi. Certo, poteva capire le varie motivazioni della Veela. Probabilmente sarebbe anche andata a pigolare dal rosso perché l’aveva spinta. Sperava proprio che le spuntasse un grosso livido blu su quella pelle bianca e perfetta. Però a quel punto anche lei si sarebbe dovuta lamentare dei maltrattamenti. Sentiva le parole disgustate della francese rimbombare nelle orecchie. Da piccola sarebbe di sicuro corsa fra le braccia del suo fratellone. Però non era più piccola. La castana tirò un pugno al terreno. Bill aveva proprio ragione. Lei e Fleur erano dannatamente simili. E questo l’aveva sconvolta più che mai.
Il pranzo arrivò in un baleno. Gli uomini tornarono come anche le inviate alla spesa. Mary cucinò il suo famoso pasticcio. Molly non faceva che pregare Giulia per i biscotti. Era quasi infastidita. Bill non era venuto a conoscenza né della scena in camera. Né dello spintone. Altra sorprendente rivelazione constatò Anna. Forse la Veela aveva in serbo per lei qualcosa di peggiore? Dopotutto lei teneva in mano una delle persone a cui teneva di più. Dal canto suo Fleur non rivolse nemmeno una parola al rosso. Né lo salutò con il consueto bacio. Finito anche il caffè gli uomini tornarono al lavoro. Molly infilò a Giulia il grembiule quasi a forza. Ma fu troppo tardi. La Veela era stata più veloce ed aveva già disposto tutti gli ingredienti sul tavolo. La donna sospirò arresa. Pensando che si sarebbe dovuta ricordare l’incantesimo equivalente alla lavanda gastrica babbana per i poveri commensali della sera. Giulia fu sollevata di non dover preparare dolci. Rimase a leggere tutto il pomeriggio fuori con le ragazze. Ogni tanto Anna entrava a prendere qualche biscotto per le altre. E vedeva la bionda tutta sporca di farina. Testarda non aveva voluto usare la magia. Lavorava la pasta con talmente tanta violenza che la castana si dileguò subito. Molly allungava il collo ogni tanto per vedere cosa stesse accadendo nella sua cucina. Il pomeriggio passò così. La cena fortunatamente venne ancora cucinata da Mary. Erano quasi le otto quando tutti si erano finalmente accomodati a tavola. Lupin e Tonks non erano passati. “Che bello! Non vedo l’ora di gustarmi i biscotti di Giulia!” esclamò leccandosi i baffi Fred. La madre tossicchiò. “In verità Fred…il dolsce oggi l’ho cucinato io…” precisò Fleur. Metà tavolata trattenne il respiro. L’arma del delitto era stata chiusa in forno dalla padrona. Alcuni optarono per riempirsi fino allo sfinimento di polpettone e pollo così da non dover assaggiare il dolce. Tolti i piatti la Veela trotterellò aggraziata verso il forno. Prese la teglia e la poggiò in centro al tavolo. La torta era verde. I presenti si guardarono perplessi. “Ehm…tesoro…è una torta alla menta?” chiese speranzosa Ilary. Fleur scosse la testa. “È alla crema pasticcera, limone e nosciole!” rivelò. Gli altri si guardarono allibiti. La Veela prese il coltello ed iniziò a tagliare le fette. Però man mano che chiedeva tutti la rifiutavano. Chi con la scusa di essere troppo pieno. Chi facendo finta di avere un’allergia a uno degli ingredienti. Prima di arrivare a Bill la francese era abbastanza sconsolata. Rimanendo nel suo solito contegno alzò il naso. “Vogliate scusormi…vado un attimo in bagno a rinfrescormi…” sussurrò. Per poi uscire dalla stanza veloce. Era chiaro che c’era rimasta male. Ginny e Mary Kate guardavano il dolce con sospetto. Hermione abbassò la testa in colpa. Giulia sospirò dispiaciuta. Anna scosse la testa. Sarebbe dovuta gioire. Ma stavolta non fu il suo spirito Serpeverde ad avere la meglio. Così si alzò dalla sedia e seguì il percorso fatto dalla Veela. Le amiche rimasero a bocca aperta. Lei salì le scale e vide subito la luce della loro stanza accesa. La porta socchiusa. Dei singhiozzi sommessi. La castana si sporse per vedere meglio. Ma le borchie lunghe del suo bracciale urtarono la porta che si aprì con uno scricchiolio. Fleur era seduta sul suo letto. All’udire del rumore si era voltata e poi si era girata ancora di schiena. Anna si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò piano. Poi si sedette vicino a lei. Era una situazione così strana. Rimasero in silenzio per qualche minuto. Però il singhiozzare della Veela era straziante. Così la castana decise di farla finita. “Non credo che la tua torta sia così male…” esordì stupidamente. Fleur non alzò nemmeno la testa. “Io…io vi odio! Vi odio tutti…odio l’Inghilterra…odio questa casa…e odio te!” sbottò fra le lacrime. Anna la guardò quasi ovvia. “Questo l’avevo notato…” puntualizzò. In verità non sapeva cosa fare. Non sapeva nemmeno perché era andata li. Stupidi geni da Grifondoro dal cuore grande, anche detta Ilary McGuire! Dopo altri minuti interminabili la Veela si calmò. Si soffiò piano il naso in un fazzoletto ricamato. Poi ne estrasse un altro e si asciugò gli occhi. La castana non rimase stupida dallo scoprire il trucco palesemente intatto. D’improvviso il salice piangente parlò. “Si può sapere come fai?” gracchiò con la voce tremula. Anna strabuzzò gli occhi. “Come faccio…a fare che?” ripetè sconcertata. Fleur abbandonò per un attimo il contengo e tirò su con il naso. “Come fai a…a essere così…benvoluta da tutti…” biascicò. In un inglese quasi corretto. La castana la guardò ancora più perplessa degli altri prima davanti al dolce. Le sembrava un altro insulto. “Ho capito che sei nel momento depressivo, ma un altro insulto no eh…” sbottò infastidita. Fleur scosse la testa. “Cioè…tu credi davvero che tutti qui mi vogliano bene?” ripetè incredula Anna. La bionda annuì. “Ti sbagli di grosso cara mia francesina…” commentò l’altra. La Veela sbuffò. “Hai due migliori amiche che sono come fossero sorelle…i loro scenitori ti adorano…i gemelli ti adorano…porfino Molly ti adora...” elencò. La castana rimase sempre più allibita. I should never think what's in your heart, what's in our home. “Se pensi che Molly Weasley mi adori allora devi avere uno strano concetto dell’adorazione in generale…” esordì. Fleur abbassò lo sguardo. “Bill stravede per te…basta guardare il suo sguordo…quando i suoi occhi sono puntoti su di te sono…dolsci…adoronti…” aggiunse. Anna arrossì. Era già un’impresa cercare di capire quell’inglese francesizzato. Senza che lei si mettesse anche a dire cose del genere. “Perché scusa…come credi che guardi te?” rimbeccò subito. La Veela spostò le iridi azzurre sulla castana. So I won't. “Non è la stessa cosa…” sussurrò depressa. Anna prese un profondo respiro. “È logico che non lo è! Io e te abbiamo due rapporti completamente diversi…io sono come una sorella…tu sei la sua…ragazza…” le fece notare. Non riuscendo però a definirla come “futura moglie”. Fleur scosse la testa. “Lui si comportà con te come con me…e scio non lo soporto…” si lagnò ancora. La castana si morse la lingua per non correggerle ogni singola sillaba della frase. Odiava gli errori grammaticali. “Ti pare che Bill mi abbia mai baciato sulla bocca? Ti pare che mi abbia mai invitato ad uscire? Ti pare che mi abbia mai fatto le cose che fa con te come foste in luna di miele?” sbottò. All’ultimo particolare la Veela arrossì. “Però…ti fa dormire con luì…vi ho visti stomattina…sono venuta a svegliarlo io…eravate abbrasciati…” aggiunse poi. Con tono acido. Fu il turno di Anna di arrossire. Non sapeva davvero più cosa inventarsi per spiegare alla Barbie che non aveva nulla da temere. You'll learn to hate me but still call me baby. “Ti piascerebbe lo so…stare con lui come sci sto io…” osservò ancora lei. Con una punta di acido nella voce. La castana sospirò esasperata. Non le sembrava così complicato da capire! D’improvviso allungò la mano sinistra in modo da ficcarle sotto gli occhi l’anulare. “Vedi questo? È un anello di fidanzamento…io il ragazzo cel’ho già…” spiegò. Fleur la guardò. “Stai ancora con quel Malfoy? Ma non è scappato con i Mansciamorte?” chiese. La castana deglutì. “Ecco…quello è un piccolo particolare…sta di fatto che lo amo…e non lo tradirei mai nemmeno se è a metri e metri di distanza…lui sa che Bill è come un fratello e fra noi non succederebbe nulla…e lo stesso dovresti fare anche tu…Bill ti ama davvero, altrimenti non ti vorrebbe portare all’altare no?” espose. Fleur si morse il labbro inferiore. Poi abbassò lo sguardo puntandolo sulle ballerine azzurre. Il fazzoletto rigirato fra le mani. Anna attese qualche cenno. Oh love so call me by my name. “Io non so come fai…a essere così…così…perfettà…fino ad ora non avevo mai provato una simile…insicurezza…” sospirò affranta la Veela. La castana la guardò dubbiosa. “Perfetta? Io?” boccheggiò. Fleur la guardò. Gli occhi annacquati dalle lacrime. “Forse non ti sai proprio vestire bene…sei lugubre e rozza…però…sei così magra e non mansci nulla…se vuoi qualcosa lo ottieni sensa sbattere i piedi a terra…” iniziò a dire. Anna alzò gli occhi al soffitto. “Che grande considerazione che hai di me…e comunque grazie eh…lo so già di mio che sono poco femminile…e per la cronaca sono magra perché ho il metabolismo veloce…quello che ottengo, lo ottengo perché me lo merito…ho sempre lottato per ciò che voglio…e lo sto ancora facendo e non smetterò mai di farlo…” raccontò. Fleur non disse nulla. Tirò ancora su col naso. “Io scerco di essere scentile e disponibile…ma tutti mi deridono qui…divento nervosa fascilmente e penso che vorrei tornore in Franscia…però poi penso a Bill e tutto passa…” aggiunse poi. La castana annuì. And save your soul, save your soul, before your to far gone before nothing can be done. “Quando tu sei andata via lui mi ha detto una cosa su cui ho riflettuto molto…ha detto…che io e te siamo più simili di quanto crediamo…” confessò. La Veela parve essere sconcertata. “Si, si…anche io ho fatto quella faccia…cosa vuoi che abbia io in comune con una Barbie francese dal naso all’insù…” si lasciò sfuggire Anna. Fleur storse il naso. “Tu sei la tipica ragazza che ho sempre detestato…anche quando sei venuta ad Hogwarts per il Torneo non mi stavi per nulla simpatica…così come l’anno scorso…ma ho voluto fare uno sforzo perché Bill me lo aveva chiesto…voleva che diventassimo amiche…così ci ho provato ed ho scoperto che non sei così male…o almeno lo credevo fino a stamattina…” aggiunse la castana. Una vena triste nella voce. La Veela stropicciò il fazzoletto fra le mani. In imbarazzo. “Quando ho conosciuto Bill avevo undici anni…era il primo Natale che passavo qui…io, Giulia ed Herm ci eravamo conosciute tre mesi prima e non eravamo così legate come ora…i Weasley avevano invitato le famiglie a passare le feste unite…figurati se mia madre, che la conosceva dai tempi della scuola, poteva dire di no a Molly…” iniziò a raccontare Anna. Fleur si soffiò il naso. Senza produrre quella pernacchia fastidiosa che di solito caratterizza questo gesto. “Ero una bambina che si faceva problemi per tutto…non volevo passare il mio Natale con gente sconosciuta…volevo passarlo a casa mia con la mia famiglia…litigai anche con mia madre ma ci trasferimmo qui comunque…mia sorella conobbe Ginny e mio fratello si aggregò alla prole Weasley…io avevo vicino Harry, Ron, Giulia ed Herm…però mi sentivo a disagio…in più Molly mi guardava continuamente male o mi ignorava…volevo avere attenzioni e a nessuno sembrava importare della mia presenza…non mi piaceva…” continuò a dire la castana. La Veela sospirò. Si trattenne dal dire che sapeva benissimo cosa intendeva. I'll try to decide when she'll lie in the end, I ain't got no fight in me. “A due giorni da Natale gli ultimi figli Weasley arrivarono…così conobbi Bill…mi sembrò subito un bel ragazzo…a cena non mangiai quasi nulla, come mio solito…quando sono nervosa il mio stomaco si chiude…non sento la fame già di mio…Herm si preoccupa sempre un sacco per questo…dice che mangio troppo poco…ma se mangio troppo finisco per stare male quindi preferisco regolarmi…” puntualizzò Anna. Fleur annuì concentrata nella narrazione. “Sta di fatto che mia madre si accorse di questa cosa…avevo passato metà cena a Giulia…mi rimproverò e io a disagio andai uscii dalla stanza con la scusa di un mal di pancia…mi raggomitolai sul divano tristissima…fu allora che Bill venne da me…e capì com’ero…avevo bisogno di qualcuno vicino…qualcuno che mi considerasse per com’ero, senza pressarmi per cambiarmi, che apprezzasse i miei sforzi per compiacerli…ma la gente che stava con me in quella casa non lo sembrava capire…perfino i miei genitori…lui mi parlò…rifiutò il dolce per farmi compagnia…e quando arrivò l’ora di andare a dormire mi staccai da lui a malincuore…però ero troppo timida per chiedergli di stare con me ancora un pò...” proseguì la castana. La Veela strabuzzò gli occhi. Quella ragazza non le sembrava di certo timida. Era così sicura di se. Se ne fregava del giudizio altrui e faceva tutto quello che voleva prendendosene la responsabilità. In this whole damn world so hold off, she should hold off it's the one thing that I've known. “Quella stessa notte non riuscii a chiudere occhio…mi sentivo incredibilmente sola…così mi rintanai nel corridoio e iniziai a piangere…Bill mi trovò per caso…non voleva che io piangessi…così mi propose di dormire con lui…aveva capito come stavo…e anche se mi imbarazzava un sacco la sua soluzione accettai…mi feci prendere in braccio e mi addormentai accanto a lui…non me lo scorderò mai il suo bacio sulla fronte prima di chiudere gli occhi…‘buonanotte bambolina…non ti preoccupare…veglierò io da stanotte su di te…’…” concluse Anna. Alzando veloce la testa per evitare che le lacrime scendessero. Fleur rimase a bocca aperta. Non aveva mai immaginato che una ragazza come lei potesse abbandonarsi a simili gesti. In effetti aveva una visione troppo legata all’apparenza. Era sempre stato così. Valutava le persone in base a come apparissero. Lo aveva fatto anche con il suo Bill. Once I put my coat on, I coming out in this all wrong, she standing outside holding me, saying oh please I'm in love. “Annà…mi…mi dispiasce per come ti ho trattato stomattina…sono stata scortese e ascida…” si scusò d’improvviso la Veela. “E anche terribilmente odiosa…per un attimo ho veramente pensato di spaccarti quel bel faccino che ti ritrovi…poi però ho pensato che Bill si sarebbe dispiaciuto…lui ti ama e non è giusto che io rovini ciò a cui tiene…” ragionò la castana. Fleur sospirò ancora più in colpa. “Però il l’ho fatto…ti ho ferita…e tu non sei andata a lamentorti con lui…” osservò. Anna alzò le spalle. “Questa era una faccenda che riguardava solo noi due…non volevo dare un dispiacere in più a Bill…e poi ho diciassette anni…non credo sia molto maturo andare a frignare dal fratellone perchè un’altra mi ha fatto un dispetto…” spiegò. La Veela annuì. I'm in love. “Tutte le cose che ho detto…sono state davvero brutte…mi dispiasce…non è vero che tu sei…” iniziò a dire. “Disgustosa? Appiccicosa? Insopportabile?” elencò la castana con un ghigno. Fleur arrossì. “Si…non è vero…e il tuo profumo è buono…” si corresse. Anna sospirò sollevata. Il nodo in gola che l’aveva resa nervosa per tutto il giorno si era finalmente sciolto. “Anche a me dispiace Fleur…per tutte le incomprensioni che si sono create…io e Bill siamo tanto legati ed ho paura che sposando te finisca per…dimenticarsi…di…me…” confessò. Stavolta fu la Veela a strabuzzare gli occhi. Girl save your soul, go on save your soul before it's to far gone and before nothing can be done. “Non dire sciocchezze Annà…Bill ti vorrà sempre bene…stomattina mi ha parlato…anche lui mi ha raccontato sciò che mi hai raccontato tu prima…ti vuole un bene dell’anima e non ti abbondonerà mai…chissà quonte storie farà quanto sarai tu a sposorti!” rimbeccò. La castana sorrise. “Già…è un sacco geloso di me…” le diede ragione. Ci fu un momento di silenzio. Cause without me you got it all, so hold on. “Ah Fleur…comunque anche io lo facevo…dormire succhiando il pollice…poi quando ho iniziato a dormire con Bill ho smesso…” confidò poi Anna. Fleur arrossì imbarazzata. La castana si alzò divertita. “Ora andiamo…” decise. Ma la Veela scosse la testa. Without me you got it all, so hold on. “Non voglio tornare di la…” protestò. Anna sospirò. I ruoli erano decisamente invertiti. Era lei la più grande delle due! Without me you got it all, without me you got it all. “Avanti Barbie…sbaglio o c’è una fetta di torta con il mio nome che mi aspetta? Rimango insoddisfatta se dopo cena non mangio il dolce…” sbottò. Fleur la guardò sorpresa. E grata. Senza dire nulla si alzò. So hold on. Di sotto si era levato un silenzio di tomba. Bill era abbastanza preoccupato. Chissà cosa potevano combinare quelle due si sopra. Specialmente dopo gli ultimi sviluppi. Giulia aveva fissato lo sguardo sulla torta e moriva dalla voglia di assaggiarla. Ma non si azzardava ad allungare un braccio. Finalmente un rumore distrasse la tavolata. Anna stava scendendo le scale. I pesanti anfibi provocavano uno scricchiolio dietro l’altro. I passi di Fleur erano talmente leggeri che non si sentivano nemmeno. Quasi volasse. Le due entrarono in cucina e si risedettero nei posti. La Veela aveva gli occhi leggermente arrossati. Ma ovviamente era sempre presentabile. La castana si guardò intorno e sbuffò. “Allora? Nessuno mangia il dolce?” chiese. Nessuno rispose. Anna scoccò un’occhiata a Fleur. Sapeva quanto ci fosse rimasta male. Così appellò tutto il suo buon cuore e allungò una mano. “Tanto meglio…più torta per me…” ghignò. Prendendone una fetta e poggiandola su un tovagliolo. “Devo deluderti bambolina…ma anche io sto morendo dalla voglia…” esclamò di seguito Bill. Che imitò la castana. Giulia fece lo stesso. Presa da uno sprazzo di bontà anche Hermione si unì. La Veela fece a metà della fetta con il futuro marito. Mentre guardava gli altri divorare la loro in un sol boccone. “Complimenti Fleur! È davvero buona! Ricetta francese?” chiese Giulia. Fleur sorrise. “È una riscetta di nonna Delacourt…” rispose. Così la tensione di quella cena finì. E tutta l’allegra brigata si spostò in salotto. Arthur sistemò le poltrone quasi ai bordi della sala. La moglie lo guardò curioso. Con un colpo di bacchetta lui attivò il vecchio grammofono sistemato su un mobile in un angolo. Una vecchia canzone iniziò a diffondersi nell’aria. Sembrava un valzer. Mary Kate e Ginny si guardarono sofferenti. Avrebbero preferito lavare i piatti. Arthur si avvicinò piano alla consorte. Fece un piccolo inchino e le porse una mano. “Vuole concedermi l’onore madame?” la invitò. Molly ridacchiò e accettò. I due iniziarono a volteggiare. Sebastian si avvicinò alla moglie. Senza dire nulla Mary gli prese la mano. A seguito li raggiunsero gli Haliwell. I rimanenti giovani si guardarono. Per quella sera si sarebbero dovuti adeguare. Bill si avvicinò a Fleur. Che accettò di buon grado. George prese Mary Kate per un braccio e la trascinò via. Christian si avvicinò a Ginny e imitò il gemello Weasley. Fred invitò Giulia. Anna se ne rimase da sola appoggiata allo stipite della porta. Guardando gli altri danzare. Non si sentiva esclusa. Anzi. Batteva le mani a tempo dei volteggi. In verità sperava che Bill si staccasse dalla Barbie e la invitasse. Però era meglio non mettere zizzania ora che tutto sembrava sistemato. Il suo fratellone sembrava felice mentre faceva girare Fleur su se stessa. Talmente concentrata non si accorse che Christian aveva liberato Ginny. E si era avvicinato. “Vuole concedermi l’onore miss Haliwell?” recitò. La castana ne rimase sorpresa. Era già tanto se suo fratello le rivolgeva la parola. Così non se lo fece ripetere ed accettò. Ginny puntò gli occhi vicino a lei. Hermione e Ron se ne stavano mano nella mano. Un po’ isolati da tutti. La rossa si avvicinò e li spintonò in pista. Ci volle qualche minuto perché i due si decidessero. Però una volta preso il via non erano così male. Ora però era lei che era rimasta sola. Quanto avrebbe voluto che Harry fosse li. Un giro di danza non gliel’avrebbe tolto nessuno. Appena finito il valer la musica cambiò. Era più veloce e cadenzata. Cantata in spagnolo. Una baciata. Mary e Sebastian continuarono senza interrompersi. Accogliendo gli applausi dei presenti. Giulia era fiera. Sapeva quanto fossero bravi ballerini. Andrew e Ilary faticavano un po’. Ma si adattarono. Fleur si fermò. Lei la baciata non la sapeva ballare. Subito Bill trotterellò da Anna. Che accettò volentieri. Vedeva la Veela guardarli di sottecchi. Quando la prima canzone finì ne seguì un’altra sempre dello stesso genere. Bill non accennava a cambiare ballerina. Fu la castana a dover fare uno sforzo. Lasciò il rosso in mezzo al salotto e andò da Fleur. Senza dare particolari delucidazioni iniziò a spiegarle come si ballava la baciata. La francese all’inizio la guardò allibita. Poi accettò di buon grado. La serata danzante andò avanti a suon di valzer e vecchie canzoni. Quando iniziò una polka saltata Fred e Giulia ebbero la buona idea di defilarsi. Trotterellando si allontanarono. Per salire le scale veloci. Ancora col fiatone si rinchiusero nella camera del gemello. La ragazza si buttò sul letto di George. Fred la guardò quasi offeso. “Da quando ti fai scrupoli a rubarmi il letto?” sbottò. Giulia rise divertita e con un balzò lo accontentò. Spapparazzandosi sul suo. Il rosso sorrise soddisfatto e la raggiunse. It was 3 AM when you woke me up and we jumped in the car and drove as far as we could go just to get away. I due stavano distesi l’uno accanto all’altra. Lei dalla parte del muro. Lui teneva le mani poggiate dietro la testa. “Com’è andata al negozio oggi?” chiese la ragazza. Fred sospirò. “Solito…un sacco di gente…però sempre meno di quella che c’era qualche mese fa…però io e George ci riteniamo già fortunati così…tante vetrine sono state sbarrate a Diagon Alley…” spiegò. Giulia sbarrò gli occhi. “Sbarrate? Da chi? E quali?” esclamò stupita. Tirandosi su a sedere. Il ragazzo sorrise amaro. “Dai Mangiamorte…durante la notte si introducono nei negozi e distruggono tutto…addirittura appaiono durante il giorno a prelevare i proprietari…hanno chiuso due gelaterie vicino a noi…” rispose. We talked about our lives until the sun came out and now I’m thinking about how I wish I could go back just for one more day. La ragazza rituffò la testa sul cuscino. Chiudendo gli occhi. Prese un profondo respiro. Poi si rianimò. Come se si fosse ricaricata. “Stai attento Fred…ti prego…” lo pregò. Il gemello la guardò spavaldo. Alzò un braccio e le fece vedere i muscoli. Che in verità non c’erano. Fred era alto e smilzo. “Guarda qua che forza! Non mi faccio acchiappare io!” precisò. Giulia scosse la testa arresa. One more day with you. “E tu piccola…com’è andato il mese?” le chiese a sua volta Fred. La ragazza alzò le spalle. Iniziando a giocare con la collana con la sua iniziale. “Noioso…non c’è molto da fare…stavo sempre con Anna ed Herm…computer…niente di nuovo…” riassunse lacunosa. Il rosso la guardò poco convinto. “Io in realtà…intendevo…come va con il vecchio gufo…” precisò. Parlando a bassa voce. Giulia arrossì. Tutte le immagini della giornata a Spinner’s End le passarono davanti. Gli abbracci. Lei che girava per casa come un’ispettrice. La pizza davanti alla tv. Il bagno fra mille bolle blu. Fred ghignò. Everytime I see your face. everytime you look my way, it’s like it all falls into place, everything feels right. “Devo dedurre che si è fatto sentire…almeno questo è un progresso…quando tutto finirà mi deve dei soldi…ci sto rimettendo la mia reputazione a difenderlo da mia madre…” si lamentò. La ragazza si mise su un fianco. Si avvicinò e abbracciò l’amico. Dandogli un bacio sulla guancia. “Questo è il ringraziamento per quello che hai fatto fino ad ora…” esordì. Il rosso gongolò. “Devo confessare che lo preferisco a qualsiasi ricompensa mi possa dare il tuo cobra…” commentò. Giulia si lasciò sfuggire una risata. “Ma come siamo maliziose qui! Non va per nulla bene…” la prese in giro Fred. Per punizione approfittò del momento di calma per avventarsi su di lei. Come arma il solletico. La ragazza ricominciò a ridere. Cercando di difendersi. Senza molti risultati però. Lo soffriva terribilmente. Ever since you walked away it left my life in disarray, all I want is one more day. Quando il gemello decretò di averla punita abbastanza smise. Giulia gli diede un pugno sul braccio. “E questo è niente eh…ti risparmio solo perché sei come un fratello…” lo minacciò. Il rosso la guardò scettico. “Giusto, dimenticavo la grande potenza di Giulia Wyspet!” esclamò finto impaurito. La ragazza gli fece la linguaccia. “Ti ricordi di quando in seconda mi hai sollevata per il colletto della camicia per evitare che io uccidessi un Serpeverde del terzo anno?” ricordò poi. Fred rabbrividì. “Eri una piccola furia assetata di sangue…” precisò. Giulia arrossì. “Non che ora tu sia cambiata di molto eh…” aggiunse ancora il gemello. La ragazza lo spinse in la. “E ti ricordi all’inizio del terzo anno?” riprese a dire lui. La compare si bloccò. A quella locuzione temporale per lei corrispondeva una ricorrenza importante. It’s all I need is one more day with you. “Quando mio fratello ed Harry presero la macchina e si schiantarono sul platano…poi…” ridacchiò ancora Fred. Arrivato però al ricordo dell’amica si bloccò. Poi si voltò rosso in viso. E dire che era stato tutto a causa sua. Giulia aveva le guance colorate quanto le sue. Si ricordava tutto perfettamente. Era stato un placido venerdì di ottobre. Tre uragani stavano camminando nel corridoio per tornare alla Torre. Ad un certo punto erano sbucati i gemelli ed avevano rubato il volume di Rune ad Hermione. Lei aveva iniziato a inveire contro di loro e George l’aveva lanciato fra le braccia di Anna. Essendo centimetri sotto del prefetto non ci volle molto per quest’ultimo a riprendersi il libro. Fred era rimasto accanto a Giulia. When the car broke down we just kept walking along ‘til we hit this town. Era così carina tutta trotterellante nella sua uniforme rosso oro. Sul cravattino aveva le solite spille dei Green Day. Così era stato un attimo. Il rosso l’aveva chiamata. Lei aveva alzato il viso. Lui si era chinato e le aveva dato un bacio. Non un innocuo bacio a stampo. Ma un dolce bacio a labbra unite. Quando si erano staccati Giulia variava dalle più svariate tonalità di fucsia. Solo dopo lui venne a sapere che quello era il suo primo bacio. Si sentì un sacco in colpa per averle fatto quello scherzo. Dopotutto era la sua migliore amica. Nonché quasi una sorella. Non gli era sembrato così cattivo come gesto. Mentre ripercorreva ogni singolo minuto di quell’episodio Fred aveva fissato gli occhi chiari sulla ragazza. There was nothing there at all but that was all ok. Aveva ancora il faccino dolce di quella bambina. Il ciuffo ribelle fra gli occhi. Il fermaglio a teschio. Però non era la stessa cosa. Era cresciuta veramente. “Fred…” lo chiamò lei. Il gemello sbatté le palpebre preso di sorpresa. “Si?” le rispose. Giulia nascose il viso nel cuscino. “Stavi pensando anche tu a…” iniziò a dire. Timida. Fred annuì divertito. “Eri così piccola e innocente…altro che ora…” la prese in giro. La ragazza sbuffò. “Guarda che non sono cambiata di molto…” sbottò. Il rosso la guardò poco convinto. “Tu non te ne sei accorta forse…ma io che ti conosco da quando avevi undici anni posso dirti sicuramente che è successo…sei rimasta sempre la solita piccola pasticciona, rissosa ma incredibilmente dolce Giulia…però si vede che ora sei più grande…più matura…” le spiegò. Giulia non disse nulla. Anche Severus le aveva detto le stesse cose tempo prima. Eppure lei si sentiva sempre la solita. We spent all our money on stupid things but if I look back now I’d probably give it all away, just for one more day. “Sai…mi dispiace un po’ averlo notato…sei capace di cavartela da sola in ogni situazione…e per il resto c’è quel pipistrellone…io non ti servo più…” osservò con malinconia Fred. La ragazza scosse subito la testa. “Non è vero! Tu a me servirai sempre Fred…sei il fratellone che non ho mai avuto…” lo corresse. Il rosso fu rincuorato da quelle parole. Veloce prese la bacchetta e fece apparire due bricchetti di thè al limone. Giulia si illuminò a vederli. Fred gliene passò uno. “Ho la mia scorta personale…” si vantò. La ragazza iniziò a litigare con l’involucro della cannuccia. Dopo svariati tentativi era sul punto di aprirlo con i denti. One more day with you. Ma il gemello glielo prese e con uno scatto di dita glielo aprì. Giulia gli sorrise. “Vedi che mi servi ancora scemo?” lo prese in giro. Fred le scompigliò i capelli. I due iniziarono a sorseggiare il thè.. “Sentimi un po’ pulce molesta…ma…il Pitonchio è davvero un bravo compagno come dici?” le chiese d’improvviso. La ragazza annuì sicura. Ridacchiando sentendone il nuovo soprannome. Everytime I see your face, everytime you look my way it’s like it all falls into place, everything feels right. “Sev è gentile e disponibile…non mi fa mai mancare nulla e oramai ho imparato che le battute che fa non sono di cattiveria…o almeno quelle che rivolge a me…anche se finisco sempre per prenderlo troppo sul serio…” rispose. Fred annuì. Ancora non ci credeva che quel becchino in borghese potesse avere una relazione con la sua piccola. Erano due persone troppo differenti per piacersi. Giulia era solare, dolce, affettuosa con tutti. Piton era burbero, acido, spento. Come facevano ad andare d’accordo? Ever since you walked away it left my life in disarray, all I want is one more day. “Giulia…posso farti un’altra domanda?” esordì ancora. Girandosi anche lui su un lato. Arrivando ad essere faccia a faccia con lei. La diretta interessata annuì. “Cos’è che vi tiene uniti? Cioè…siete così…diversi…a parte l’età…però…caratterialmente siete quasi gli opposti…” osservò il gemello. Giulia bevve un lungo sorso di thè. “Penso sia la complicità che abbiamo…o forse sono io che lo trascino sempre nei casini…ma Sev è così…deve mantenere il suo contegno però quando è con me sorride sempre…ridiamo, scherziamo e ci coccoliamo… è…bello…” raccontò. Arrossendo a dismisura. Fred ebbe un fremito ai verbi “sorridere” e “coccolare”. “Mi fa uno strano effetto sentire parlare di lui in questo modo…ma penso sia normale dato che è stato un mio professore…uno dei più odiati per di più…sentirlo chiamare “Sev” rimarrà sempre strano…” commentò. Giulia sorrise. It’s all I need is one more day with you. Oramai si era abituata a chiamarlo così. Piton nemmeno la correggeva più. “Però di una cosa devo dargliene atto…si è aggiudicato una bella ragazza molto più giovane di lui…hai capito il professore marpione!” lo prese in giro il rosso. La ragazza scosse la testa divertita. “A me lui piace lo stesso…che sia un mio professore non fa differenza…o che sia andato a scuola con i miei genitori…non me ne vergogno…alla fin fine è amore, non mi ha traviata o cose del genere…è un’unione condivisa fra due persone che si amano…” spiegò. Le guance oramai perennemente arrossate. Fred sospirò e le prese una mano. Poi la tirò a se e l’abbracciò. Now I’m sitting here like we used to do, I think about my life and now there’s nothing I won’t do just for one more day. “Vorrei che tu mi confidassi tutto, però non sono pronto a scendere in particolari intimi…immaginare Piton in determinati contesti potrebbe bloccarmi la crescita…” confessò. Giulia rise. “Mi fa sentire a mio agio…solo questo…non ci sono particolari confessioni da fare…anche tu mi metti a mio agio Fred…per questo abbiamo legato così tanto…” disse poi. Il gemello la guardò ammiccando. “Stai forse cercando di lanciarmi messaggi subliminali?” le tentò. La ragazza scosse convinta la testa. Le sue parole in effetti potevano sembrare molto dubbie. “Guarda che potrei essere anche io un buon amante…chiedilo ad Angelina Johnson! Mi è sembrata molto soddisfatta della nostra seppur breve relazione al quarto anno!” si vantò Fred. Stavolta fu Giulia a guardarlo scettica. “Ecco…ora sono io che non sono pronta a scendere in particolari intimi…immaginare Angelina in determinati contesti potrebbe bloccarmi la crescita…” gli fece il verso. In verità lei sapeva tutto della vita amorosa di dell’amico. Si confidavano tutto. Il rosso le scompigliò i capelli. “Ma che mocciosa impertinente!” la richiamò. Buttandosi poi su di lei per un’altra vendetta a base di solletico. Dopo cinque minuti buoni Giulia stava già perendo. Arrivata al limite del fiato. “Ok! Basta Fred! Ti devo dire una cosa seria!!!” lo pregò. Il gemello si fermò e la guardò in attesa. Erano finiti con le gambe incrociate. One more day with you. “Sai…vorrei che tu…tu fossi il padrino di Eveline…” gli propose lei. Fred la guardò dubbioso. “Chi è questa Eveline?” le chiese perplesso. Giulia si tirò uno schiaffo mentale. Non gliene aveva nemmeno parlato! “Eveline…sarà…la figlia mia e di Sev…” spiegò timida. Il rosso strabuzzò gli occhi. “Vuol dire che tu…sei…sei incinta? E quello sen’è scappato lasciandoti così? Ma io lo crucio!” inveì. Posando una mano sulla pancia dell’amica. La ragazza sospirò affranta. “Scemo! Non sono incinta…non ancora almeno…Eveline è la nostra futura figlia…io l’ho visto nello Specchio delle Brame ad Hogwarts…quando ci saremo sposati avremo una bambina…” spiegò. Fred tirò un sospiro di sollievo. “Mi hai fatto venire i capelli bianchi piccola…ti immagini a dire a Sebastian che eri incinta? E di chi per di più! Gli sarebbe venuto un infarto bello e buono…” si tranquillizzò. Giulia alzò gli occhi al cielo esasperata. “Sei catastrofico peggio di Herm…e comunque, accetterai di essere il suo padrino?” ripetè. Stavolta rosso si limitò ad annuire. “E sentiamo, futura mammina, come sarà la mia nipotina?” le chiese poi. Senza farsi vedere la ragazza fece le corna per scaramanzia. Aveva preso la pozione anticoncezionale e di certo non ci teneva a diventare madre in mezzo alla guerra! Everytime I see your face, everytime you look my way it’s like it all falls into place. “Sarà una bellissima bambina…i capelli neri come quelli del papà e gli occhi nocciola come la mamma…” rispose. Fred storse il naso. “Eveline Piton…quel cognome stona un sacco sulla mia futura piccola principessa…” decretò. Giulia gli tirò un pugno sulla spalla. “Siamo messi davvero bene…” aggiunse il rosso. La ragazza lo guardò un poco delusa. “Ma…non ero io la tua piccola principessa?” osservò. Fred si irrigidì nel vedere gli occhioni dell’amica spalancarsi. Veloce l’abbracciò forte. Everything feels right. “Certamente pulce! Tu lo sarai sempre…anche perché se continuo così credo che rimarrò zitello…tu e il negozio mi date troppo da fare…” precisò. Giulia rise. In quel momento la porta della camera si aprì. “Ah eccoti bimba…mi sembrava strano fossi già andata a dormire…” commentò Sebastian. Subito si bloccò e realizzò la scena. Poi fulminò Fred. La figlia trattenne una risata. “Non avevo voglia di stare in mezzo al chiasso papà…dovevo parlare un po’ con Fred…” spiegò. L’uomo annuì poco convinto. “Sicuri che non volete venire giù? La torta di Fleur è ancora disponibile…e fra poco Molly farà dell'altro caffè…” cercò di convincerli. Stavolta fu il rosso a prendere parola. “No grazie signor Wyspet…dobbiamo discutere ancora un po’…grazie lo stesso…” rifiutò cortese. Appellandosi a tutta la sua buona educazione per uscire da quella situazione così dubbia. Sebastian borbottò qualcosa e richiuse la porta. Everytime I hear your name, everytime I feel the same, it’s like it all falls into place. I due si guardarono e scoppiarono a ridere. “Che figure di cacca di drago!” esclamò Giulia. Fred annuì d’accordo. “E ha reagito così sorprendendo me…dovrebbe essere palese oramai che siamo migliori amici…ma se beccava te e Piton, magari in atteggiamenti ancora peggiori che faceva? A lui lo cruciava sicuramente!” ipotizzò. La ragazza rabbrividì ed arrossì allo stesso tempo. “Fred smettila!” lo richiamò. Dandogli un pugno sul braccio. Il rosso ghignò. Everything, everything feels right. “Aspettati un bel discorsetto domani caro il mio Weasley…” lo avvisò poi lei. Fred alzò le spalle. “Eh quanti problemi che mi crei signorinella…dovrò muovermi a chiedere a Sebastian la tua mano allora…” sospirò finto stanco. Giulia lo spintonò. Il rosso le scompigliò i capelli poi la tenne ferma stretta stretta a lui. “A pensare che rischio la morte due volte mi viene quasi voglia di diventare un’eremita…” osservò ancora. L’amica lo guardò dubbiosa. “Tuo padre vorrebbe maledirmi volentieri…e pensa se Piton sapesse che ti sto coccolando al suo posto…mi vengono i brividi…” spiegò lui. Giulia ridacchiò. “Scemo di un Weasley…nessuno di loro due ti crucerà…perché sei il mio migliore amico…e io non lo permetterò…” lo difese. Fred gongolò. You walked away, just one more day. “Oh mia dolce Giulietta! Sei la luce che illumina il balcone della mia vita!” recitò. La ragazza scosse la testa divertita. Era sempre stato così. Anche prima che arrivasse Severus. Fred la faceva sempre ridere. La faceva tornare di buon umore e la calmava. “Fred…io…ti voglio davvero bene…mi sei mancato un sacco a scuola…” confessò imbarazzata. Il rosso sorrise intenerito. “Anche tu piccola mi sei mancata…però un altro anno in quella gabbia di matti non sarei riuscito a stare…l’importante è che riesca a vederti ogni tanto…sai che puoi passare al negozio ogni volta che vuoi…” ricambiò. Giulia annuì e appoggiò la fronte contro il suo mento. Poi chiuse gli occhi placida. “Anche se Piton non mi ha nominato tuo protettore ufficiale in sua assenza, e non credo che mai lo farà, ti difenderò io piccina…” le disse piano Fred. Iniziando a passarle le dita fra i morbidi capelli. La ragazza arrossì. It’s all I need, is one more day with you. “Lo hai sempre fatto Fred…io mi fido di te…” sussurrò. Il rosso sorrise. Sapeva che avrebbe dovuto imparare a sopportare quel gufaccio per il bene di Giulia. Sarebbe stato il suo cognato dopotutto. Il padre della sua nipotina. E anche se ciò lo ingelosiva un pochino doveva accettarlo. L’importante era che la sua Giulia fosse felice. Ma nel caso Piton avesse fatto qualcosa di sbagliato o l’avesse fatta soffrire. Sarebbe stata la sua fine. Parola di Fred Weasley.
Di sotto i balli continuavano ad imperversare. Un alquanto perplesso Sebastian stava scendendo le scale. Mary si era concessa un ballo con Arthur nel frattempo. Il consorte si sedette di peso sulla prima poltrona utile. Volteggiando la moglie si congedò dal compagno ballerino e lo raggiunse. Sedendosi aggraziata sul poggiolo. Anna si era rifugiata dietro la parete della cucina. Che combaciava al luogo più vicino alla poltrona. “Qualcosa non va caro? Hai trovato Giulia?” gli chiese curiosa la donna. La castana allungò le orecchie. Oramai era diventata un’origliatrice professionista. Il marito annuì. “Ho bisogno di un Whisky Incendiario…” sospirò. Mary lo guardò visibilmente stupita. “A cosa devo questo accanimento sull’alcool? Avete litigato un’altra volta?” chiese ancora. Sebastian scosse la testa. Puntando gli occhi sulla pista. George stava facendo piroettare Ginny. Esattamente la copia del bell’imbusto che aveva sorpreso poco prima in compagnia di sua figlia. La moglie notò lo sguardo vagamente assassino. Solo allora vide che oltre a Giulia era sparito anche Fred. “Penso che la nostra bimba sia stata traviata da quel mascalzone dai capelli rossi…” soffiò affranto l’uomo. Mary scosse la testa incredula. “Ne sono sicuro Mary…li ho visti con questi occhi da faina!” esclamò sicuro Sebastian. Indicandosi gli occhi. La donna si morse la lingua per evitare di correggerlo. Occhi da avvoltoio semmai. “Erano stesi sul letto di quel…quella volpe travestita da ragazzo…sai gli atteggiamenti lascivi da adolescente no? Gambe incrociate…sguardi incatenati…occhi languidi…” elencò allibito l’uomo. Mary ridacchiò. Fra volpi, avvoltoi e faine pensava di essere finita allo zoo. “Tesoro sei sicuro di non aver letto troppi romanzi romantici quando eri giovane?” lo prese in giro. Sebastian la guardò truce. “Io so che cos’ho visto! A te dice tutto, stanno assieme vero?” le chiese. La donna lo guardò poco convinta. “Chi, Fred e Giulia? Santo Cielo no! Sono solo amici…migliori amici se proprio vuoi saperlo…e non è certo la prima volta che se ne stanno sul letto a parlare…davvero non te ne sei mai accorto in sei anni?” esclamò poi quasi incredula. Dall’altra parte del muro Anna si stava trattenendo dalle risate. Se aveva mai avuto un briciolo di stima per il padre di Giulia in quel momento l’aveva persa del tutto. Il diretto interessato guardò la moglie dubbioso. “Giulia si è sempre comportata nello stesso modo con Fred…sono come fratello e sorella…credimi tesoro, lui non la toccherebbe nemmeno con un dito nel senso che intendi tu…” cercò di rassicurarlo lei. Sebastian storse il naso. “Non ne sarei così sicuro sai cara? Le mani di Fred non erano esattamente sul cuscino…” sbottò. Mary scosse la testa esasperata. “E dov’erano, sentiamo…” sospirò. “La stava abbracciando! Ed erano ad alto contatto fisico!” rimbeccò quasi con voce stridula l’uomo. La moglie lo guardò spazientita. “Oddio che cosa orrenda! Si stavano abbracciando! Peccato mortale! Tesoro, ti ricordo che noi abbiamo fatto di peggio alla loro età…e fra le mura scolastiche…loro sono solo amici…” gli ricordò. Anna fece un ghigno superiore anche a quello del Grinch. Se solo il padre avesse saputo con chi se la filava veramente Giulia. E a che punto erano arrivati. Altro che whisky incendiario! Si sarebbe scolato Assenzio puro a litri! “Quel damerino da due soldi potrà raccontarla a Giulia, ma non mi inganna! È solo una scusa!” si impuntò Sebastian. Mary si accasciò sulla sua spalla. Ora era lei ad essere affranta. “Oh certo tesoro…sei anni di amicizia fittizi per poter farsela con la sua migliore amica…chiaro no!” ribatté ironica. Il marito la guardò pensieroso. “E comunque te lo dico e te lo ripeterò all’infinito…Fred prova solo un grande affetto per nostra figlia…da quando era piccola la cura e la protegge come fosse sua sorella…l’ha sempre fatto anche ad Hogwarts e hanno sempre passato le sere parlando e scherzando assieme…mi ricordo tutte le volte qui alla Tana in cui trovavo Giulia addormentata accanto a lui…che carini…” sospirò ancora intenerita Mary. L’uomo si drizzò sulla poltrona. Anna scosse la testa a mo di rimprovero. “Eh proprio no mamma Wyspet…non dovevi mettere nella stessa frase Fred, Giulia e il verbo dormire…mossa sbagliata…” sussurrò. “Vuol dire che quei due hanno dormito assieme?” boccheggiò incredulo il marito. La donna per poco cadde dal bracciolo. Ma dove diamine aveva vissuto quei sei anni Sebastian?! “Fino all’anno scorso si…e non iniziare con le tue paranoie tesoro…potrei schiantarti se vai su a disturbarli…sai che ne sarei capace…” lo minacciò. Sebastian non si mosse. Dentro però sentiva un grosso cane nero ringhiare furiosamente. Un gramo bello e buono. “Giulia considera Fred solo un amico…un fratello ecco…e poi lei ha già qualcuno che le piace…non lo tradirebbe così…” si lasciò sfuggire Mary. Lo stomaco del marito si contrasse. La donna si portò subito le mani alla bocca. “E chi sarebbe questo?” soffiò ancora più interdetto Sebastian. Mary si guardò in giro innocente. “Oh Andrew è libero! Un ballo, un ballo!” cinguettò poi. Alzandosi e dirigendosi verso mr Haliwell. Sebastian si alzò di rimando. “Hey tu! Moglie degenere! Torna qui e parla!” la richiamò. Anna scosse la testa spazientita. Perfetto. Nei giorni seguenti il padre sarebbe stato addosso a lei e Hermione con le domande. “Che foi qui Annà?” disse all’improvviso una voce. La castana sobbalzò. Quando si voltò ebbe la tentazione di tirare una testata alla perfetta fronte di Fleur. “Stavi origliondo?” chiese curiosa. Anna fece finta di nulla. “Chi? Io? Ma figurati Fleb…Fleur! Io…ecco…mi è venuto un certo languorino…volevo prendere un altro pezzo di torta!” inventò sul colpo. Primo passo per essere credibili. Inventarsi una scusa plausibile che faccia gongolare lo scopritore della malefatta. Subito gli occhi della Veela si illuminarono. La castana ghignò senza farsi vedere. Missione compiuta. Poi si avvicinò al tavolo. Dove il dolce stava placido. Non aveva nessuna voglia di un’altra fetta. Era piena. Quindi faceva tutto molto lentamente in modo che appena Fleur sparisse lei se la potesse svignare senza mangiare. Ma la francese non si mosse. La stava fissando insistentemente. Anna odiava avere gli occhi così puntati addosso. Ci aveva fatto pace da solo un’ora ma se ne stava già pentendo. “Scusa Annà…potrei…potrei chiederti una cosa importonte?” la chiamo la Veela. La castana si voltò seccata. “Avanti…” sospirò arresa. Fleur spostò lo sguardo intorno a se. Sembrava titubante. “Ecco…sull’invito scera scritto che il matrimonio si svolscerà ad agosto ed ecco…io mi chiedevo se…se ti andrebbe di farmi da damiscella d’onore…” propose. Anna rimase a bocca aperta. Ora si che si era pentita di averci fatto pace. “L’altra damiscella sarà mia sorella Gabrielle…e mi farebbe piascere se la seconda fossi tu…l’ho proposto anche a Bill e mi è sembrato felisce…” spiegò ancora Fleur. Stavolta era stata messa davvero alle strette. Certo alla castana sarebbe piaciuto fare da damigella al suo fratellone. Però. Considerando i gusti nel vestire della futura moglie. “Gra…grazie per la proposta Fleur…davvero sono lusingata ma…” iniziò a dire Anna. Immaginandosi infiocchettata in un abito tutto tulle rosa. La Veela la guardava speranzosa. La castana gettò una veloce occhiata nel salotto. Bill stava ballando con Mary Kate. Ci sarebbe rimasto male ad un suo rifiuto. Però non voleva diventare una meringa! “Accetto ad una sola condizione…” esordì d’improvviso. Fleur la guardò perplessa. “Niente vestiti troppo leziosi…mi hai vista no? Niente cose che facciano somigliare a delle meringhe…e soprattutto, niente rosa…nessuna tonalità…” dettò convinta Anna. la Veela rimase un po’ dubbiosa. “E voglio poter tenere il collare e non nascondere i tatuaggi…il trucco non lo cambio manco morta…” aggiunse ancora la castana. Fleur tirò un sospiro quasi esasperato. L’altra gongolò. Forse si era tirata fuori dalla proposta. Come scusa poteva sempre dire a Bill che l’adorata futura mogliettina non aveva condiviso i suoi gusti. “Su questo si potrà trattare quando andremo a provare gli abiti…quindi ascetti?” cinguettò la Veela. Anna rimase stupita. Non poteva fare altro che arrendersi. “E va bene…però voglio un paio di scarpe col tacco…altre…” ghignò. Fleur sorrise di rimando. “Ti sci vorranno proprio…mia sorella è più alta di te e dovrete almeno essere ugualì…” la prese in giro. La castana la fulminò con lo sguardo. La Veela trattenne una risata. Rimasero qualche minuto in silenzio. In cui Anna continuò a guardarsi intorno insistente. “Mi è passata la fame…penso che andrò in camera…” disse all’improvviso. Un po’ la voglia di defilarsi cel’aveva. Fleur annuì comprensiva. “Io sto ancora un po’ qui…magari ti rasciungo dopo…così chiacchieriamo…” propose. La castana sentì uno strano brivido all’udire dell’ultimo verbo. Pace fatta, ok. Ma comportarsi come sorelle non era ancora il caso! Nonostante lo pensasse non disse nulla. Si vedeva che la francese era entusiasmata per la nuova conquista. “Certo…come no…sempre se non starò già dormendo…sono un po’ stanca…” la liquidò. Mentendo spudoratamente. “In quol caso buonanotte Annà…rêves d’or…” la salutò la Veela. Non ci volle molto ad Anna per capire cosa volesse dire. “Notte Fleur…” rispose. Per poi allontanarsi quatta quatta senza farsi vedere dal resto della folla. Quando le sarebbe venuto sonno sarebbe scesa e avrebbe salutato Bill. Il resto non le interessava. Scorrendo con gli sguardi i famigliari danzanti notò la mancanza di un’altra coppia. Hermione e Ron erano magicamente spariti. “E brava Herm!” ghignò la castana trionfante. Salendo le scale con passo saltellato. Passando per il corridoio vide la porta di una stanza socchiusa. La luce si proiettava sul pavimento. Anna ci buttò un occhio e scosse la testa divertita. Fred e Giulia si erano addormentati. Stretti stretti come li aveva trovati Sebastian. Piano allungò una mano nella stanza e spense la luce. Poi chiuse la porta. Per evitare ulteriori distrazioni filò diritta in camera sua. Almeno si sarebbe goduta un po’ di tempo solitario. Dopo aver avuto attorno così tante persone e fatti era arrivata l’ora di mettere in standby il suo cervellino.
La stanza appena assopita non era l’unica ad essere occupata. Infatti qualche porta più in la una scenetta omonima si stava manifestando. Come aveva ben notato Anna un’altra coppietta sen’era andata dalla serata di ballo. Hermione e Ron si erano stufati di rimanere in mezzo alla famiglia al completo. Quindi il rosso aveva preso la compagna per mano e l’aveva trascinata via. Per chiudersi in camera sua. Tecnicamente c’erano due letti ma era ancora solo sua. I due stavano comodi sul letto già fatto. Il prefetto si guardava in giro curioso. Non era la prima volta che entrava però ora le sembrava di guardare tutto in un’altra prospettiva. Ron si era pure premurato di sistemare le sue cose in modo umano. Almeno per fare bella figura con la sua ragazza. Ogni volta che ci pensava non riusciva a crederci. Hermione la sua ragazza! In confronto al periodo con Lavanda era tutto così diverso. Niente baci-mangia-faccia. Più che altro erano diversivi per non sentirla starnazzare. A quei temibili ricordi Ron ebbe uno slancio di beatitudine. Quindi si avvicinò e abbracciò forte Hermione. Che arrossì a dismisura. Senza farsi notare il rosso la osservò. L’azzurro era un colore che le donava particolarmente. In confronto ai maglioncini che metteva qualche anno prima la camicia che aveva addosso gli piaceva di più. “Sai Mione…questo look più libero ti dona un sacco…” commentò. La ragazza sorrise. Gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie mille Ron…mi fa piacere che lo apprezzi…” rispose. In verità erano ancora troppo freddi. Ron si azzardò e vedendola di buon umore la baciò. Impacciata il prefetto gli avvolse il collo con le braccia. Ricambiando. I due rimasero incollati per un bel po’. Si staccarono solo per evitare di strozzarsi per mancanza di fiato. Hermione si sventolò con una mano. Faceva improvvisamente caldo. Il rosso la osservò divertito. “Mione…rimani a dormire qui…” le propose. Il prefetto divenne bordeaux. “Ma ti pare?!” si lasciò sfuggire. Ron scoppiò a ridere. “Sei perfido…lo fai apposta per farmi arrossire…” sbottò arrabbiata Hermione. Il rosso scosse la testa e la abbracciò ancora. “Sei così carina quanto ti imbarazzi Mione…” la lodò. Il prefetto lo spintonò. D’improvviso Ron si rattristò. “Sai…sarà brutto non tornare a scuola con voi…mi mancherai…” esordì. Hermione scosse la testa spazientita. Era davvero un bradipo cretino! “Scemo…io e le ragazze verremo con te ed Harry…ne dubitavi forse?” sorrise. Il rosso rimase piacevolmente stupito. Le saltò quasi addosso felice. “È una notizia fantastica Mione!” urlò quasi. Il prefetto si lasciò travolgere dall’uragano Weasley. Infondo anche lei provava le stesse cose. Sperando che le amiche non avessero cambiato idea.
Anna era rimasta sola in camera. Ciò non le dispiaceva. Se ne stava distesa sul suo letto a pancia in giù. La musica che veniva da sotto era fin troppo allegra per lei. Così si era infilata le cuffie e l’aveva sostituita con il suo caro Manson. Aveva impostato la riproduzione dei brani su cd. Le note di una canzone troppo famigliare la rapirono. Lenta la castana prese il ciondolo a croce più grande e lo portò davanti a se. Rigirandoselo fra le mani. Non se lo toglieva mai. Nemmeno a dormire. La pietra nera era ancora lucida come quando l’aveva vista la prima volta da dentro la scatola appena aperta. Poteva sembrare un oggetto pesante. Però a lei quello che pesava era il suo significato. Draco si era sempre divertito a farle regali. Di certo soldi non gli mancavano. E sapeva che lei adorava gli articoli di Magie Sinister. L’aveva trovata a curiosare una volta. Prima che iniziasse il terzo anno. Anna stava flirtando con un candelabro quando il biondo gliel’aveva soffiato senza particolari complimenti. “Forse hai sbagliato negozio Haliwell, qui non vendono bare…” le aveva risposto acido. La castana scosse la testa. Sembravano tempi così lontani. E quando aveva scoperto che Draco ascoltava la sua stessa musica. Proprio non lo sospettava. Infondo erano più simili di quando lei credesse. Il piccolo viziato rampollo di casa Malfoy appassionato di Nirvana e Sex Pistols. Anna sorrise a ricordarsi della sera in cui l’aveva sorpreso in tenuta da camera. Svogliato. La maglietta di Anarchy in the UK. Pantaloni neri di pigiama. E vecchie Converse blu usate. Chi se lo sarebbe mai aspettato da Draco Malfoy? La castana lesse veloce l’incisione sul retro della croce. ‘Io...Tu…semplicemente noi. Anna e Draco per sempre’. “I love you, so much you must kill me now…” ripetè all’unisono con Manson. Come aveva fatto quella sera di Vigilia. Stufa lascò andare il ciondolo e si alzò. Buttando l’mp3 sul letto. Senza pensarci si tolse il corpetto e la gonna. Rimasta in biancheria si stiracchiò. Poi lanciò un’occhiata nel baule. La sua camicia da notte se ne stava già piegata infondo al suo letto. Anna storse il naso. Allungò una mano e la affondò fra i vestiti. Fino a trovare ciò che cercava. Proprio la maglietta di cui si era ricordata prima. Mentre faceva i bagagli aveva messo gran parte della roba di Draco nel suo. Chissà quando sarebbe potuta tornare a casa. Doveva anche allargare una sua borsetta per farci stare tutto. Si portò la t-shirt al cuore e la strinse. “Sono davvero patetica…” si insultò. Poi la infilò senza troppi complimenti. Se la stava tirando giù ben bene quando bussarono alla porta. “Posso bambolina?” chiese Bill. Facendo capolino. Anna tirò fuori i lunghi capelli. E li lisciò facendoli ricadere sul davanti. “Disturbo?” esordì ancora il rosso. La castana scosse la testa. “Mi stavo sistemando per andare a dormire…” rispose solo. Bill annuì e si avvicinò. “Non si nota che hai la maglia di Draco addosso sai?” la prese in giro. Anna sorrise divertita. Era più grande delle solite maglie dei suoi gruppi musicali. “Fleur ha detto che andavi a dormire…così sono venuto a salutarti…” spiegò ancora il rosso. Poi si sedette sul letto. Continuando a guardare la ragazza. Le gambe sottili facevano capolino da sotto la t-shirt. Che arrivava a metà coscia. Per finire con i piedi dalle unghie laccate di smalto nero. La castana arrossì di poco. Poi si avvicinò. “Sono contento che tu e Fleur abbiate fatto pace…e che sarai la sua damigella…” disse ancora lui. “Ma niente rosa o cose meringose sia chiaro…” ribadì. Bill annuì divertito. Allungò una mano e prese una di Anna. Per trascinarla da lui. Ed abbracciarla. Poggiando la testa sulla sua pancia. “Smettila di crescere bambolina…così basta…” la pregò ancora. La castana gli fece una carezza sulla testa. Soffermandosi poi a scorrere le dita nei lunghi capelli. “Quando mi sposerò sarà il finimondo devo dedurre…” commentò. Il rosso la strinse. Guaendo al verbo ‘sposare’. Rimasero così per qualche minuto. Poi Bill si alzò. Si chinò e le diede un bacio sulla fronte. “Rimani qui a dormire…” lo pregò. Ma lui scosse la testa. “Notte bambolina…e non metterti a camminare per i corridoi stanotte…ti voglio bene…” la salutò. Anna sospirò esasperata. “E tu non ululare lupaccio…ti voglio bene…” rispose. Il rosso le scompigliò i capelli ed uscì dalla stanza. La castana fermò lo sguardo sulla porta chiusa. Infondo tutta quell’aria casalinga non le dispiaceva. Non aveva ancora litigato con la madre da quando era tornata dalla giornata ad Hogsmeade. Perfino la compagnia di sua sorella non le dava fastidio. Passare le giornate con le sue amiche. Essere coccolata da Bill. Mancavano solo le uscite serali con Draco e tutto sarebbe stato perfetto. Anna si sedette sul letto di peso. Sembrava la tipica vita di una ragazza babbana. A pensare che nel giro di un mese se la sarebbe dovuta svignare. Niente più casa sicura. Niente più fratellone lupo. Niente più battibecchi con Mary Kate. Essere continuamente additata da Harry e vedere Hermione e Ron scambiarsi effusioni. Le faceva venire la nausea. Non voleva più unirsi a quella stupida missione suicida contro Voldemort. Non voleva più cercare gli Horcrux. Tanto Draco l’avrebbe rivisto a breve. Voleva solo tornare a scuola. Tornare alla solita routine. La castana si lasciò andare con la testa sul cuscino. Tirò su le gambe placidamente. Forse era solo un capriccio. Un rumore dal suo stomaco la distrasse da tutti quei pensieri. Aveva decisamente mangiato troppo a cena. Anna imprecò sottovoce. Chiuse gli occhi. E si lasciò andare al sonno. Sperando di non doversi svegliare a metà notte. Colta da attacchi di mal di pancia. O di ansia.

Edited by kikyo91 - 13/7/2010, 16:19
 
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chocola91
view post Posted on 13/7/2010, 15:41




bel capitolo...sono stati carini fred e giulia...xrò rivoglio sevvvvvvvvvvvvvvv.... :<3: :<3: :luv2: :felix: non vedo l'ora di leggere il prox aggiornamento.....con sev e giulia...non vedo l'ora che si sposano e nasce eveline-............
 
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~ Disturbia
view post Posted on 14/7/2010, 21:11




Ho letto ieri ma ero stancherrima e incapace di formulare un discorso...così eccomi qui adesso.
Anche se ho sentito la mancanza di Sev in questo capitolo mi è piaciuto lo stesso tanto.Hai descritto molto bene il periodo alla tana...perfetta atmosfera.I siparietti di ogni personaggio sono deliziosi....e il discorso tra Anna e Fleur è riuscito benissimo!
Go on!

Irene
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 15/7/2010, 14:23




Eccomi a commentare... mi ero persa tre capitoli e sono praticamente cieca ora!
Ma passiamo ai capitoli... posso essere spietatamente sincera? in questi capitoli Anna non mi è piaciuta, fossi stata Fleur l'avrei uccisa!! Un'altra donna che dorme con il mio uomo? che lo coccola e lo abbraccia? penso che mi trasformerei in un super-sayan e la farei fuori!!
Giulia e Fred mi sono piaciuti tantissimo e anche Ron ed Herm infatti continuo a fare il tifo per loro!!!
Mark... non so... mi risulta troppo perfettino...quasi finto
Mi è piaciuta tutta la convivenza alla Tana e sinceramente trovo comprensibili i discorsi dell'Ordine, anche se mi dispiace davvero tanto per Giulia.
Spero che quando arriverà Harry non lo disegnerai troppo odioso, mi dispiacerebbe!
Concludo dicendoti: Aggiorna presto!!
 
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kikyo91
view post Posted on 3/8/2010, 15:18




Buongiornooo *_* nono non mi sono sciolta al sole xD e nemmeno sono affogata nello studio *-* (anche se dovrei u_u).
lo sapete che sono una writer decisamente sadica e che rinvio sempre il postaggio dei capitoli anche se li ho già pronti no? Potete frustarmi u_u *indica fruste al banco 3*
Comunque vi ho già fatto aspettare abbastanza *-* quindi procediamoooh *_*/
Avvertenze: OOCtà, discorsi sgraditi, cruda realtà *-*
In questo capitolo troviamo Transylvania (dei McFly ù.ù) e Brick by Boring Brick (dei Paramore *ç*).
Spero che l'aggiornamento vi piaccia e vi ringrazio tantissimo per i vostri commenti ** vi adoro
Buona lettura : *

Dodicesimo Capitolo
Anche per quella mattina un placido sole si elevò a scaldare la popolazione. Era un vero miracolo secondo contando lo stereotipo del clima londinese. Nonostante il bel clima però non tutti erano così tranquilli. Sebastian si alzò di malumore. Mary aveva tenuto le labbra serrate sull’identità del misterioso ragazzo di Giulia. Ed in più sapeva perfettamente che la sua bambina era rimasta a dormire da quel volpone Weasley. Appena alzato si vestì e corse nella camera dei gemelli. Le sette erano scoccate da poco. Sua moglie non aveva nemmeno avuto il tempo di aprire gli occhi. Il padre aprì la porta con uno scatto. Da una parte George dormicchiava tranquillo. Il lenzuolo tirato su fino alla testa. Russava quasi. Dall’altra Fred se ne stava beato. Giulia stretta a lui. La testa sul suo petto. Il braccio del volpone a cingerle le spalle. La sua guancia sulla testa di lei. Sebastian gli riservò uno sguardo di fuoco. Con un colpo di bacchetta tirò su le persiane della finestra. Facendo inondare la stanza di luce. George non se ne accorse subito. Fred si mosse infastidito. Giulia mugugnò qualcosa. Sebastian tossicchiò indispettito. “Avanti uomini! È ora di svegliarsi!” li chiamò. George cacciò la testa sotto al cuscino. “Si mamma…ora mi alzo…” biascicò. Fred strizzò gli occhi ma non li aprì. Si limitò a stringere a se Giulia e a tornare a dormire. La ragazza non fece una piena e continuò a sonnecchiare. L’uomo ebbe la forte tentazione di scagliare al volpone un incantesimo. Però Molly lo avrebbe ucciso come minimo. Quindi dovette cambiare strategia. Iniziò quindi a battere le mani e a fare più rumore possibile. Stavolta Giulia aprì di poco gli occhi. “Piccola controlla se è arrivato Voldemort in camera per favore…” le chiese Fred. La ragazza cercò di mettere a fuoco qualcosa. Non avendo risposta il gemello aprì gli occhi a sua volta. Vedendosi davanti lei. Si lasciò andare ad un sorriso intenerito. “Buongiorno piccola…” la salutò. Chinandosi e dandole un bacio sulla fronte. Giulia arrossì e si stropicciò gli occhi. “Giorno Fred…ma…mi sono addormentata qui…” osservò sorpresa. Il gemello le sorrise. Sistemandole una ciocca di capelli. “A quanto sembra si…” si intromise Sebastian. Il tuonare della sua voce fece quasi cadere i due dal letto. “Ma papà! Santo Billy Joe che spavento!” esclamò la ragazza. Fred sbadigliò. “Giorno signor Wyspet…” lo salutò. L’uomo lo guardò scettico. La figlia tornò ad accucciarsi con gli occhi chiusi. Il rosso scosse la testa divertito. Anche se una certa inquietudine lo aveva preso da quando aveva visto quel padre minaccioso davanti a se. “Ma che ora è?” chiese George. Senza nemmeno uscire dal suo lenzuolo. “Le sette passate! La colazione vi aspetta! Non vorrete fare tardi al lavoro no?” li richiamò ancora Sebastian. Per i gemelli il lavoro era l’ultima delle preoccupazioni. “Apriamo alle 9 stamattina Fred?” sbadigliò uno. L’altro annuì senza troppi complimenti. Tornando ad abbandonare la testa su quella della ragazza. Sebastian sospirò irritato. Avrebbe voluto ribaltare il letto a Fred. Ma la presenza di sua figlia glielo impedì. Così ricominciò a fare chiasso. “Papà piantala di fare casino! Sono solo le sette…voglio dormire!!” lo pregò Giulia. Prendendo il lenzuolo e portandoselo alla testa. Imitando George. “Io concordo con la tesi di Giulia…buone argomentazioni…” biascicò quest’ultimo. Sebastian oramai era livido in viso. Non sopportava di vedere sua figlia così vicina a quel volpone. Per nulla arreso si avvicinò al letto dei due. “Tesoro…non sarebbe il caso che tornassi nel tuo letto?” la invitò. La ragazza sbuffò imperterrita. “Sto bene qui…lasciami dormire…” si lagnò. Il padre si portò una mano alla fronte. A mali estremi, estremi rimedi. Così con un gesto di bacchetta una cascata d’acqua gelida iniziò a scendere su Fred. “Ma che diavolo?!” imprecò il diretto interessato. Levandosi subito a sedere. L’acqua investì la compare che tirò un urletto esasperato. George aveva ricominciato a russare beato. “Ecco, ora che sei sveglio puoi anche andare a colazione non credi?” suggerì Sebastian. Fred gli scoccò uno sguardo di fuoco. Giulia aveva nascosto la testa sotto al cuscino per ripararsi dalla cascata. Per risparmiarla il gemello prese la bacchetta e la spostò mandandola a suo fratello. Il padre intanto sogghignava soddisfatto. La figlia si tirò su a sedere. Odiava essere svegliata presto. Oramai arreso Fred si alzò. “Direi che la doccia me la sono già fatta…” sbottò irritato. “È colpa mia…scusa…” si scusò in colpa Giulia. Il rosso scosse la testa. Le scompigliò i capelli. “Vatti a sistemare mostriciattolo…ci vediamo giù a colazione…” le disse. La ragazza si alzò di poco e gli diede un bacio sulla guancia. Dall’altra parte George aveva fatto evanescere la cascata e strisciava già verso la porta. Di malo modo anche la ragazza li imitò. Guardando il padre esasperata. “Puoi sempre tornare a dormire tesoro…” osservò angelico lui. La figlia ridusse gli occhi a fessure. “Ma vai a cantare con i Tokyo Hotel papà…” sibilò. A mo di imprecazione. Sebastian storse il naso. Giulia trascinò le sue traumatizzate membra in camera per prendere la bacchetta. Si asciugò poi andò in bagno a pettinarsi. Infine scese in cucina per la colazione. Quando sua madre la vide rimase abbastanza sorpresa. “Come mai già sveglia tesoro?” le chiese. La ragazza grugnì. “Chiedilo a papà…ha svegliato me e Fred con una doccia gelata…” sbottò. Mary fulminò il marito con lo sguardo. “Non preferiresti tornare a dormire cara?” le chiese Molly. Giulia scosse la testa arresa. “Con questo caldo non riesco a riprendere sonno…” sospirò affranta. La donna sorrise intenerita. Poi le passò una tazza formato gigante di caffè e una fetta di dolce della sera prima. Passando dietro a Sebastian ed approfittando per mollargli uno scappellotto sul collo. Mary ghignò trionfante. “Grazie…se ci sono delle faccende da fare le farò io…tanto prima che si sveglino le altre ci vorrà tutta la mattina…” si propose la ragazza. Ringraziando sia per il caffè che per lo scappellotto. Molly si avvicinò e le diede due pacche affettuose sulla testa. “Che carina che sei cara! Non c’è molto da fare, ma vedrai che troverò qualcosa…” cinguettò. Giulia si tuffò nel suo caffè. Poco dopo scesero anche Andrew, Bill, Christian e Arthur. Alle otto, compresi i gemelli, uscirono per andare al lavoro. Ilary, Mary e Molly dovevano andare a far la spesa ad un mercatino frutticolo allestito qualche collina più in la. Così in poco tempo Giulia si ritrovò a casa da sola. O almeno l’unica sveglia. A farle compagnia una lista di faccende che la signora Weasley non aveva esitato a trovarle. Maledetto suo padre e la sua gelosia! La ragazza iniziò con la cucina. Lavare i piatti, spazzare a terra. L’aveva fatto anche l’anno prima. Con la differenza che al tavolo seduto c’era Severus. Che attendeva per avere la sua colazione. Quelli si che erano bei tempi. Mentre osservava la scopa ondeggiare per tutta la cucina Giulia iniziò a pensare al futuro. Non a solito futuro tutto rosa e fiori che si immaginava. Dopo la guerra, dopo il matrimonio, dopo la conquista della felicità. Un futuro più imminente. Lei e le altre si erano ripromesse di seguire Harry nella ricerca degli Horcrux. Il motivo principale era quello di incrociare la loro strada con quella dei Mangiamorte. E quindi con Draco, Mark e Severus. Ma a questo punto la decisione valeva ancora? Infondo avevano scoperto che c’erano altri modi per vederli. Meno pericolosi. Il biondo aveva dato ad Anna un mezzo per rimanere in contatto. E magari avrebbero potuto rivedersi come era già successo due settimane prima. Non era necessario lasciare tutto. Lei voleva tornare a scuola. L’idea di vagare per lande desolate alla ricerca di qualcosa non la attraeva. Non era mai stata schizzinosa in fatto di avvenute. Ma questa era davvero una missione impegnativa. Sarebbero stati cinque ragazzi adolescenti a portarla avanti. Loro di certo non si univano alla scoperta per il bene dell’umanità. Anzi. Forse era un pensiero egoistico quella che Giulia stava considerando. Però ora che sapevano di poter vedere i loro uomini quando volevano perché arrischiarsi nell’impresa? Per amicizia di Harry. Questa poteva essere una risposta. Certo gli voleva bene. Ma così tanto da abbandonare tutto per cacciarsi in qualcosa più grande di loro? Per Anna l’avrebbe fatto. Anche per Hermione. Per Harry però? Un rumore la distrasse dai suoi pensieri. La scopa aveva quasi spolverato via Grattastinchi. Bloccandola con una magia la ragazza raggiunse il felino. Lo prese in braccio e lo spostò in salotto. O almeno cercò. Quel gatto era più un bisonte. Doveva ricordarsi di dire ad Herm di non rimpinzarlo così tanto. Tornata in cucina finì di spazzare poi tornò alla lista. Doveva stendere i panni. Appena messo fuori un piede quasi si sciolse. Giulia sospirò ed iniziò ad appendere le lenzuola al filo del bucato. Da quando in Inghilterra d’estate faceva così caldo? Che il buco dell’ozono si fosse messo in combutta con Voldemort per far morire tutti i comuni mortali di afa? A questo pensiero la ragazza ridacchiò. Doveva ammettere che era un po’ noioso fare le faccende da sola. Avrebbe voluto salire e svegliare le sue amiche. Però se avesse svegliato Anna prima delle 10 avrebbe rischiato morte certa. Sperava perfino che Fleur si alzasse prima per tenerle compagnia. Arresa la ragazza iniziò a canticchiare. Chissà se si sarebbe annoiata anche nella sua futura vita da casalinga. Dopotutto Severus sarebbe stato a scuola. Eveline sarebbe andava via di casa a undici anni. E lei? Non aveva mai pensato veramente a trovare un lavoro adatto. Non aveva le idee chiare come Hermione. E nemmeno tante possibilità come Anna. La prima sarebbe diventata un alto funzionario del ministero. La seconda sarebbe stata una modella di grande fama sia babbana che magica. Lei cosa sarebbe diventata? L’idea di essere una professoressa come suo marito non la disgustava. Babbanologia non sarebbe stato male. Oppure volo. Nemmeno professoressa Wyspet suonava male. Oppure professoressa Piton. Al pensiero Giulia arrossì. Di certo non avrebbe mai fatto l’Auror. Purtroppo suo padre non l’avrebbe avuta vinta. Doveva ammettere che si era crogiolata fin troppo nelle prospettive future. Tutto quello che aveva programmato era incentrato su Severus. Non era una bella cosa. Doveva trovare un mestiere adatto per lei. Così, continuando le sue congetture, Giulia occupò la mente mentre le mani erano occupate con i panni. Verso le dieci e mezza non fu più sola. Fleur trotterellò in cucina e lei le preparò la colazione. Intanto che la francese finiva il suo tè al limone con pane tostato la ragazza sistemò le ultime faccende. Poi la raggiunse ed iniziarono a conversare. Parlarono un po’ del disastro fra lei e Anna dei giorni prima. Finendo a parare sul matrimonio. Giulia rimase stupita sapendo che la castana aveva accettato di fare da damigella. “Ovviamonte vuole i suoi compromessi…però sono così felisce che abbia ascettato che troverò qualcosa che la faccia contonta!” aveva cinguettato la Veela. La ragazza sorrise divertita. Che la moglie del fratellone lupo si fosse davvero affezionata alla sorellina vampira? “Bisognerà descidere quando andare a vedere il vestito e il resto…dovrei aspettare l’arrivo di mia sorella però non scè un minuto da perdere! Quando andremo a fare gli acquisti nescesari siete invitate anche tu e Hermiòn ovviamonte…” precisò Fleur. Giulia annuì. Almeno avrebbero contenuto Anna. La Veela continuò ad osservarla. “Sai Giulià…avrei un favore da chiedere anche a te…” iniziò a dire. La ragazza strabuzzò gli occhi. “Dimmi pure Fleur…” la invitò. La francese sorrise gentile. “Ecco…vorrei che fossi tu a cantare nel riscevimento, dopo il pranzo…” le chiese. Giulia arrossì stupita. Poi si indicò. “Scerto, tu…ti ho sentita cantare e hai una bella vosce…basta che sci accordiamo per le canzoni…” spiegò Fleur. La ragazza si trovò spiazzata. Aveva sempre cantato solo per Severus. Per le sue amiche. Per se stessa. E per Silente al funerale. “Sono lusingata Fleur…ma…non credo di poter…” cercò di rifiutare. Ma la Veela si era impuntata. “Per favore…mi farebbe enormemonte piascere che sia tu a cantare al mio matrimonio…” la pregò ancora. Giulia si bloccò. Odiava quando qualcuno la pregava in quel modo. Il suo lato buono non ce la faceva a dire di no. “E va bene…una di queste sere ci accorderemo per le canzoni…” la accontentò. Fleur battè le mani entusiasta. E senza contenersi la abbracciò felice. La ragazza ricambiò. Se bastava questo per farla contenta non vedeva cosa ci fosse di male. Le due continuarono a parlare del matrimonio. Per poi passare a dopo il matrimonio. E finire a imbarazzanti domande sull’identità del misterioso uomo di Giulia. Che riuscì a sviare abilmente. Subito si aggiunsero Ginny e Mary Kate. La ragazza preparò qualcosa anche a loro. Poco dopo tornarono Ilary, Mary e Molly. Che fece i complimenti alla ragazza per i lavori. Iniziarono a preparare il pranzo. E a lei venne affidato il compito di svegliare le sue amiche. Impresa non facile. Con Hermione bastò iniziare a dire che erano in ritardo per le lezioni. Con Anna fu più complesso. Giulia finì per buttarla giù di peso dal letto. Probabilmente come suo padre avrebbe fatto volentieri con Fred. La ragazza aspettò le amiche mentre si vestivano. Ed intanto raccontava della tranquilla sveglia. Scesero a pranzo e appena giunte le 14.00 salutarono i padri per farli tornare al lavoro. Il pomeriggio il caldo aumentò. I tre uragani optarono per piazzare una coperta nel giardino. Ci sarebbe voluta una piscina! A loro si aggiunsero anche Fleur, Mary Kate e Ginny. Anna si era fissata sotto il suo ombrellino da sola per ripararsi dai raggi. Hermione leggeva fitta fitta uno dei suoi pesanti libri. Giulia ascoltava musica annoiata. “Ma che caldo! Voglio il mare!” si lagnò Mary Kate all’improvviso. La castana si voltò con un ghigno in viso. Prese la bacchetta e con un incantesimo non verbale fece scendere una cascata d’acqua sulla sorella. Molto più violenta di quella che la mattina aveva usato Sebastian. Ginny si scansò ed iniziò a ridere. La baby Haliwell iniziò a schizzarla. Per poi passare anche alla sorella. Che si riparò con l’ombrellino. Il prefetto per poco vide il libro inzuppato. Fleur le guardava fra il divertito e lo schizzinoso. “Ragazze non bagnatevi! Ci sono già abbastanza panni da lavare!” le richiamò Ilary. Ma Mary Kate era già in procinto vendicarsi sulla sorella maggiore. “Se vi andaste a mettere il costume sarebbe più pratico no?” consigliò ancora la madre. Ginny e la baby Haliwell si guardarono complici. Anche se la seconda era zuppa corsero di filato in camera a cambiarsi. Hermione scosse la testa esasperata. Anna tentò di asciugare l’ombrellino. Giulia si limitò a trasfigurare i suoi vestiti nel suo bikini viola a teschietti. “Fareste meglio a cambiarvi anche voi…quando quelle due torneranno succederà il finimondo…” osservò. La castana sospirò arresa. Anche lei trasfigurò i vestiti nel suo bikini e si preparò alla battaglia. Poi sogghignò verso il prefetto. E con un colpo di bacchetta le tramutò i pantaloncini e la canotta in una bel bikini blu. La diretta interessata arrossì. Anche Fleur si cambiò. La sua pelle faceva quasi concorrenza a quella di Anna. Il fisico minuto stretto in un costumino azzurro semplice. La cascata fatta apparire dove prima c’era Mary Kate continuava a zampillare acqua. Giulia doveva ammettere che l’attraeva molto. L’afa era insopportabile. Nemmeno il tempo di considerare di mettersi sotto al getto che le due pesti tornarono. Investendo le altre deviando il flusso della cascata con le mano. Anna venne presa in pieno. Il trucco però non si scompose. La baby Haliwell risultò decisamente interdetta. “Matita e mascara waterproof! Alla faccia tua Mary Kate!” esclamò trionfante. Facendole vedere una panoramica del dito medio. La sorellina non se lo fece ripetere e si avventò sulla maggiore. Trascinandola sotto il getto d’acqua. Ginny intanto si era avvicinata ad Hermione. Le aveva rubato il libro. Facendola così alzare e iniziare a correrle appresso. Giulia scosse la testa divertita. Con un movimento di bacchetta spruzzò Fleur. Che rispose subito allo stesso modo. Pian piano iniziò una battaglia acquatica tutte contro tutte. Ginny tenne la testa di Giulia sotto l’acqua per cinque minuti buoni. Hermione bagnò dalla testa ai piedi Fleur. E Anna e Mary Kate continuarono la faida famigliare. Le madri guardavano divertite. Ron stava in piedi sullo stipite della porta con l’aria più beata del mondo. Non capitava spesso di avere sei belle ragazze in costume che facevano la lotta d’acqua in giardino. Cosa si stavano perdendo i suoi fratelli ed Harry! “Hey bradipo di un Ron! Chiudi la bocca che stai sbavando!” lo richiamò Ginny. Il rosso fece finta di nulla. Ma la sorellina non si fermò. Prese dell’acqua ed andò a inondare il fratello. Senza obbiettare anche Ron si tuffò nella mischia. Trascinò la sorella sotto l’acqua gelata fino a farle quasi venire le branchie. Poi ovviamente venne il turno di Hermione. Che fu presa in braccio e bersagliata dal ragazzo. Anna e Giulia si coalizzarono e tentarono di riprendersi l’amica. Ma Ron ebbe la meglio anche su di loro. Erano oramai giunte le 18.00 quando il gruppo crollò stremato a terra. Mary e Ilary portarono una carrellata di asciugamani. Molly era già indaffarata in cucina. All’interno si sentirono delle voci. “C’è stata una guerra di piovre in giardino mamma?” commentò Bill divertito. A sentirne la voce Fleur tentò di sistemarsi al meglio. Subito i gemelli e il rosso si affacciarono verso il gruppetto. “Potevate chiamarci!” si lamentò Fred. Ginny e Giulia si guardarono complici. “Sei sempre in tempo per unirti fratellino caro!” pigolò la prima. La cascata non si era ancora fermata. Il fratello la guardò con un certo timore. La sorella prese dell’acqua e, come aveva già fatto con Ron, corse a bagnare Fred. Ma questo fu più veloce e si mise dietro a George. Che diventò la vittima. Decretò quindi vendetta e si spogliò rimanendo in boxer. Poi prese la sorella in spalla e la gettò sotto la cascata. Giulia guardò l’altro finta innocente. Fred aveva notato lo sguardo d’intesa fra lei e Ginny. Quindi non esitò ad imitare il fratello. E a prendere in braccio la ragazza. Facendole fare la stessa fine della sorella. L’ultimo asciutto era rimasto Bill. Anna si avvicinò con un ghigno malefico in viso. Il rosso rimase fermo senza paura. La castana roteò la bacchetta e degli schizzi investirono in pieno il malcapitato. “Che ragazzina maleducata…non le ho proprio insegnato nulla…mai provocare i più grandi…” sospirò finto saggio Bill. Togliendosi la giacca ed i pantaloni. A quella visione i componenti femminili presenti ebbero un afflusso di bile. La castana rimase bloccata da quella bella visione. Rendendo facile al rosso il suo scopo. La alzò per i fianchi e se la poggiò il spalla. Anna iniziò a scalciare. Fleur andò in suo aiuto. Tentò di colpirlo con altra acqua ma non funzionò. Come fosse un animaletto Bill prese sottobraccio anche la Veela. Mise sott’acqua entrambe. Decretando l’inizio di una nuova battaglia. Mancavano dieci minuti alle sette che Molly li interruppe strepitando. “Ora basta! Abbiamo ospiti a cena, è il caso che vi sistemiate!” li richiamò. Con un incantesimo tutti si asciugarono e trasfigurarono i costumi in vestiti puliti. Mentre i gemelli raccoglievano i vestiti da terra il campanello suonò. Ilary andò ad aprire. Vennero riconosciute le voce di Andrew, Sebastian e Arthur. Ma non erano soli. C’erano altre due voci maschili ed una femminile. Una chioma fucsia si vide far capolino già dal salotto. Era Tonks. Con lei il consorte Lupin. Ed infine una presenza famigliare. Bassa. Tarchiata. E con un occhio matto che si agitava guardando tutta la sala. Le ragazze corsero ad abbracciare Tonks. Salutarono Lupin. Ed infine si misero in riga come perfetti soldatini. “Buonasera professor Moody!” esclamarono in coro. Malocchio sorrise compiaciuto. Anche se sembrava di più un ghigno. Dopo i vari convenevoli si misero a tavola. Finita anche l’ultima coscia di pollo venne il momento del caffè. Fu allora che l’allegria del pomeriggio passato a giocare venne messa da parte. “Ora che siamo tutti riuniti, dobbiamo discutere di una cosa molto importante…” tuonò all’improvviso Moody. Che invece del caffè aveva fra le mani un bicchiere di Whisky Incendiario. Tutti si voltarono verso di lui. “Fra poco la barriera che protegge Harry cadrà e il Signore Oscuro sta aspettando solo questo…dobbiamo trovare un modo per portalo qui sano e salvo…” spiegò spiccio Malocchio. Una certa ansia salì fra i presenti. “E scommetto che tu hai già un piano vero?” intervenne Sebastian. L’occhio di Moody roteò e si puntò su i tre uragani. “Certamente…ma per adempierlo ci serve ogni membro dell’Ordine…” commentò. “Che intendi dire Moody?” chiese subito Andrew. Malocchio bevve un lungo sorso dal suo bicchiere. “Proprio quello che avete capito…ci servono tutti i maghi maggiorenni che possiamo trovare nell’Ordine…” osservò. Anna e Giulia si guardarono. Bill si alzò di scatto e sbatté un pugno sul tavolo. “Non esiste! Maggiorenne o no Anna a combattere non ci andrà per nessun motivo!” si oppose. La castana strabuzzò gli occhi. Andrew era rimasto leggermente interdetto per aver perso la sua autorità di padre. Fred imitò suo fratello maggiore. “Nemmeno Giulia ci andrà! Nemmeno per sogno!” concordò. Malocchio spostò l’iride azzurra su di loro. “Io non manderò mia figlia fra le braccia dei Mangiamorte Moody! Sia chiaro!” gridò Ilary stizzita. Mary annuì. Lupin si alzò a sua volta. “Ora calmiamoci tutti…non alziamo i toni già dall’inizio della discussione…” cercò di sedarli. Giulia si voltò verso l’amica. Lo sguardo era eloquente. Cos’avrebbero dovuto fare? “Voldemort sta aspettando Harry, l’hai detto tu stesso! Potrebbe prendere di mira Anna…o Giulia…o Ron…non possiamo rischiare così…” commentò apprensiva Ilary. Lupin si voltò verso Malocchio. “Ha ragione Moody…il Signore Oscuro non è un pivello…e nemmeno i suoi Mangiamorte lo sono…hanno visto i ragazzi al Ministero due anni fa…Bellatrix ha cruciato Giulia e non aspetta altro che rifarlo…” osservò obbiettivo. La ragazza si drizzò a sedere come fosse stata presa da una scossa. “Non hanno nemmeno finito la scuola…non sono preparate per questo genere di cose…” intervenne Mary. Moody puntò ancora l’occhio sulle due interessate. Ad Anna dava enormemente fastidio quella cosa che saettava da un angolo all’altro. Le scrutava intensamente. Come se volesse leggere nei loro pensieri. “Il vero rischio non è la loro preparazione…ma come si contrapporrebbero a chi hanno davanti…” commentò secco. La castana strinse i pugni. Sapeva dove quel meschino voleva andare a parare. Tutti lo sapevano. “Cos’è, hai paura che io passi dall’altra parte Moody?” sibilò furente la castana. La tavolata trattenne il respiro. “In questa missione non può andare storto nulla ragazza mia…il tuo ex ragazzo è un Mangiamorte…rivedendolo ti faresti prendere dalle emozioni e falliresti il tuo compito mettendo tutti in pericolo…non è forse così?” la accusò Malocchio. Anna digrignò i denti. “Per prima cosa, Draco è ancora il mio ragazzo…e si, non gli farei del male…come non lo farei alle mie amiche o alle persone che amo…per questo motivo io non sono entrata ufficialmente nell’Ordine…anche Giulia ed Hermione non sono dei membri ufficiali…” puntualizzò. Giulia dava piena ragione all’amica. “Metteresti quindi in pericolo la vita di tutta la tua famiglia per evitare di colpire il tuo…ragazzo?” esordì ancora Malocchio. Sottolineando l’ultima parola con disprezzo. La castana tenne fermo lo sguardo sul suo. Non poteva essere arrivata già l’ora di una scelta. “Devi accettare le cose come stanno Anna…tu sei da una parte, Draco è dall’altra…deciditi…” intervenne Christian. Mary Kate lo guardò male. Era in questi momenti che ringraziava Blaise di non essere diventato un Mangiamorte. Giulia osservava l’amica rimuginare. Lei però era nella stessa situazione. Sapeva che anche in caso di battaglia Severus e Draco non avrebbero fatto del male a nessuna di loro tre. Però a qualcun altro dell’Ordine si. Che si trattasse di Fred o Bill. Di sua madre o dei loro fratelli e sorelle. Solo loro erano protette. “Anche…io…anche io non credo sarei capace di far del male…a…qualcuno…di loro…” intervenne. Rimanendo sul vago. Mary sospirò in colpa. Era una situazione così difficile. “Il problema è risolto allora…Giulia ed Anna non combattono…” riassunse deciso Fred. Moody scosse la testa. “Non stiamo parlando di un estraneo santo cielo! È Harry quello che dobbiamo proteggere! Ragazze, non è forse vostro amico?” squittì Molly. Anna e Giulia si guardarono. “Mi dispiace, ma Mark, Draco e Piton non li colpirò nemmeno sotto tortura…” decretò la prima. Molly rimase a bocca aperta. La seconda annuì. “Anche Draco e Mark sono nostri amici…e Piton è stato un nostro professore…io lo rispetto ancora…” commentò. Stavolta anche Lupin rimase senza parole. “Questo è ridicolo! Decidete da che parte stare e fatela finita! Se non volete stare nell’Ordine credo Voldemort vi accoglierà a braccia aperte…” sibilò Christian. Nemmeno il tempo di replicare che Bill gli mollò un pugno in pieno naso. “Smettila di aprire la bocca solo per darle aria Christian…le ragazze non se la sentono, ed è lecito…” le difese. L’altro barcollò per il colpo. “Il piano andrà avanti anche senza di loro… e ora, spiega cosa avevi in mente Moody…” riprese il controllo Lupin. Giulia ed Anna rimasero zitte ad ascoltare. Loro volevano combattere. Ma non a costo di ferire delle persone a loro care. Cruciare una Bellatrix Lestrange si. Fare del male Draco, Mark o Piton no. Malocchio iniziò ad esporre la base del piano. Ci sarebbero dovuti essere sette differenti Harry, ottenuti con la pozione Polisucco, accompagnati da altrettanti Auror. Ognuno si sarebbe diverso in un punto diverso. L’Harry originare si sarebbe recato a casa dei genitori di Tonks. Poi con una Passaporta si sarebbero ritrovati tutti alla Tana. Rimasero a discutere dei pro e contro per un’ora buona. Dopo aver sentito lo stretto necessario, Ginny e Mary Kate si dileguarono. Quando ne ebbero abbastanza, anche i tre uragani salirono. Si chiusero in camera. Ognuna seduta sul proprio letto. “Che nervoso mi fa Moody! Lo vorrei prendere a schiaffi!” sibilò Anna. Hermione scosse la testa. Lei era l’unica che non era stata presa in causa. “Quanto vorrei essere minorenne…non sai che fortuna hai Herm…” aggiunse ancora la castana. Il prefetto la fulminò con lo sguardo. “Certo, vedere le mie amiche che combattono e non poter far nulla per aiutarle è una gran fortuna!” sbottò ironica. Giulia sospirò. “Che schifo…voglio aiutare Harry ma non voglio combattere contro Sev…” sussurrò. Anna tirò un urlo esasperato. “E questo è solo l’inizio…ma ci rendiamo conto?! Un mese fa abbiamo deciso che avremmo abbandonato la scuola e seguito il Prescelto per cercare gli Horcrux…peccato che: a. a noi degli Horcrux non importa una beneamata mazza, b. l’abbiamo scelto solo perché era l’unico modo per vedere Draco e gli altri…ma ora abbiamo un’altra via d’uscita!” esclamò. Hermione la guardò atterrita. “Possiamo vederli quando vogliamo, non siamo costrette ad andare via con Harry e Ron…possiamo tornare a scuola e vivere normalmente…” riassunse ancora la castana. Il prefetto deglutì a fatica. Giulia la guardò curiosa. Erano le stesse cose che aveva pensato quella mattina. “Ci ho pensato anche io in effetti…non sarebbe male rimanere qui invece che scappare…” concordò. Hermione prese il cuscino fra le braccia e lo strinse. “Non potete farmi questo ragazze!” pigolò. Le amiche si voltarono dubbiose. “Ho detto ieri sera a Ron che saremo andati con loro…non posso ritrattare tutto…” sospirò colpevole. Anna imprecò. “Quindi noi dovremmo intraprendere un viaggio in cui non centriamo nemmeno per caso solo perché hai promesso al tuo fidanzatino che saremmo andate con loro?” commentò stizzita. Il prefetto si fece piccola piccola sul suo letto. Ed annuì. Giulia lasciò cadere la testa all’indietro. “Dopotutto non ti possiamo mica lasciare andare da sola no?” osservò. Ora vedeva le altre due sottosopra. Sembrava che stessero sedute sul soffitto. “L’abbiamo giurato…ogni volta lo giuriamo…I Tre Uragani sempre insieme…e questa volta non sarà diverso…” sospirò arresa Anna. Hermione strabuzzò gli occhi. “Veramente? Grazie amiche mie grazie!” iniziò a ringraziare. La castana la bloccò con uno sguardo. “Ma ti avverto cara mia, al minimo rompimento di scatole di Harry però ce ne torniamo di filato a casa, sia chiaro eh…” patteggiò. Il prefetto annuì subito. Giulia tornò a sedersi diritta. Il sangue le stava andando alla testa. Con un balzo raggiunse Hermione sul suo letto. Anna fece lo stesso. Le tre rimasero in camera per tutta la sera. Di sotto c’era ancora aria di discorsi seri e loro ne avevano avuto abbastanza. In uno slancio di solidarietà si erano unite che Ginny e Mary Kate. Così intrapresero una lunga partita a Uno. Quando Fleur salì di sopra capirono che era arrivato il momento di andare a dormire. Nonostante le luci spente però ognuna aveva molte cose a cui pensare. Anna si rigirava nel letto di continuo. Spazientita si alzò. Inforcò gli occhiali e scese. Controllando accuratamente che non ci fosse nessuno. Passò per la cucina e andò nel portico malandato del giardino sul retro. Quello in cui non c’erano finestre che davano sul cortile. La castana si stiracchiò. Anche se era in camicia da notte non aveva freddo. Anzi faceva anche troppo caldo per i suoi gusti. Si sedette sul secondo gradino. La luna splendeva alta nel cielo. Non c’era nemmeno una nube. Piano Anna estrasse il suo piccolo tesoro dalla scollatura dove l’aveva nascosto. Nel caso in cui l’avessero sorpresa ad aggirarsi per il corridoio. Con un colpo di bacchetta accese la Marlboro e la portò alle labbra. Si era ripromessa che appena il pacchetto fosse finito non avrebbe fumato più. Anche se aveva detto a Draco che non l’avrebbe fatto ne sentiva il bisogno. La rilassava. E comunque lui non era li a controllarla. Come non era li per parlarle o stare con lei. Quindi la castana era giunta alla conclusione del “occhio non vede, cuore non duole”. Ann Boleyn she kept a tin which all her hopes and dreams were in, she plans to run away with him forever (Never to be seen again). Anna diede una prima boccata. Il fumo si librò in aria come fosse una nuvoletta di nebbia. Era ancora nervosa per il discorso con Moody. Aveva torto. Al mondo non esistevano solo bianco e nero. E lei in quel momento era decisamente in una fase grigia. Avrebbe tanto voluto rapire Draco e trascinare lui e le sue amiche in Transilvania dalla nonna Artemisia fino alla fine della guerra. Al massimo tornare per dare una cruciatina a Bellatrix. Però era solo un’illusione. Uno stupido capriccio che non sarebbe stato giusto nei confronti degli altri membri della sua famiglia. Il futuro per cui l’Ordine stava lottando era il suo. Erano le nuove generazioni e dover prendere il potere. Come avevano fatto i suoi genitori per garantire ad Anna e i suoi amici una vita sicura. Leaves a note and starts to choke, can feel the lump that's in her throat, it's raining and she leaves her coat in silence. La castana diede un’altra boccata. Poi poggiò il braccio su un ginocchio ripiegato verso di lei. Fra le dita la sigaretta accesa. Gli occhi scuri puntati alla luna. Era strano come le cose fossero cambiate così. Ci aveva pensato spesso. Se si fosse vista sei anni prima non si sarebbe riconosciuta. Seduta in cortile a fumare. Struccata e a piedi nudi. Eppure anche se era cresciuta non capiva tante cose. Per lei era tutto così semplice. Niente più Voldemort equivaleva a niente più guerra. Non capiva nemmeno perché Christian si accanisse su di lei come aveva fatto prima. Lei e suo fratello non si erano mai capiti fino infondo. Lui non sapeva nulla di lei e viceversa. Anna si ricordava solo che quando era a scuola era un gran rompiscatole. Andava su tutte le furie ogni volta che lei faceva gli occhi dolci a Percy per farsi perdonare qualcosa. La rimproverava sempre. E poi all’ultimo anno non l’aveva più considerata. Non si sprecava nemmeno a litigare con lei come faceva Mary Kate. In verità nemmeno con lei era un grande fratello. La castana scosse la testa. Come diavolo riusciva a fare collegamenti mentali così intricati? We're sorry but we disagree, the boy is vermin can't you see? We'll drown your sins in misery and rip him out of history. Un’altra boccata alla Marlboro. Anna la scosse di poco. E la cenere cadde ai suoi piedi. Doveva ammettere che il dover scappare per lei era una bella seccatura. Se poi si fossero dovuti accampare in foreste o simili. La castana rabbrividì. Odiava la natura. Zanzare a non finire. Caldo o freddo ai limiti. Condizioni da barboni sopravvissuti per miracolo. Niente civiltà. E nessuna possibilità di comunicare con Draco perché Harry le avrebbe tenuto gli occhi addosso per tutto il tempo. “Che schifo…” soffiò acida. Immergendosi nel pieno della prospettiva. Da dietro di lei venne un rumore. Le assi del portico avevano cigolato. “Mi era sembrato di sentire una voce famigliare…” osservò Ilary. Bloccando lo sguardo sulla figlia. Quest’ultima non provò né a nascondere la sigaretta ne a dare eventuali spiegazioni o giustificazioni. Rimase così. Placida. People marching to the drums, everybody's having fun to the sound of love. “Sera mamma…” disse solo. La madre storse in naso in segno di disappunto. Ma non la rimproverò. Con sorpresa di Anna si sedette vicino a lei. “Non riuscivi a dormire?” le chiese. La ragazza alzò le spalle. Si portò la sigaretta alle labbra e aspirò. Poi lasciò andare il fumo. “Quando eri piccola bastava una tazza di latte e biscotti per farti addormentare…ora l’hai rimpiazzato con il fumo?” le chiese Ilary. Nessun tono isterico o altro. Era quasi divertita. La castana abbozzò un sorriso. Non sapeva perché sua madre fosse così tranquilla. In genere credeva che se l’avesse trovata a fumare le avrebbe spento la sigaretta in fronte come minimo. “No…fumare mi rilassa…non ho bisogno di un sonnifero ma di un calmante…” spiegò. La donna annuì. “Ancora nervosa per il litigio con Moody tesoro?” chiese ancora. Anna sorrise ironica. Ugly is the world we're on, if I'm right then prove me wrong I'm stunned to find a place I belong. “Lo immaginavo…non ti rimprovererò ne faro gesti tragici come pensi…infondo i polmoni sono i tuoi…se ti tranquillizza fumare ti lascerò fare…almeno hai avuto il buonsenso di venire fuori a farlo…” le disse Ilary. Ancora una volta la castana rimase a bocca aperta. La donna scosse la testa divertita. “Non sono un generale dell’esercito tesoro…non sono costretta a bacchettarti ogni volta che fai qualcosa che non mi piace…questo compito l’ho lasciato a tuo padre semmai…” commentò. “Ah davvero? Io pensavo che la carica di generalessa l’avessi ancora tu…” ghignò Anna. Ilary le diede un piccolo spintone. Per poi allontanarsi subito in seguito all’ennesima nuvoletta di fumo. Who-oo is your lover? I never tell. “Comunque non sono le mie…Blaise le aveva mollate a Draco già quest’inverno…Mary Kate odia il fumo…però il suo amato se le è scordate e siccome prima di andare via da scuola ho raccolto tutte le cose di Draco c’era anche il pacchetto…” spiegò poi la castana. La madre sospirò rincuorata. When hell freezes over? That's when I'll tell. “Quando finisce il pacchetto non le ricomprerò…Draco mi farebbe la paternale se mi vedesse fumare…dice che già sono malandata di mio…se poi peggioro la situazione morirò prima di aver compiuto i trent’anni…” aggiunse Anna. Ad Ilary sfuggì un sorriso. Non era mai stata così vicina alla figlia come in quel momento. Loro due litigavano spesso. Più che con suo padre. Lui non si immischiava molto negli affari della figlia. Lei però era davvero un’impicciona. Lo riconosceva. Ma era solo perché teneva molto alla ragazza. Anche se aveva quel caratteraccio ribelle. Quello stile strano e diverso dai suoi coetanei. Perfino le maniere poco fini. Però se doveva darle atto di una cosa era l’amore per Draco. Così intenso da arrivare al suo per Andrew. Ooo means is your lover? I couldn't tell when will this stop?? Ilary lasciò vagare lo sguardo sulla castana. Da lei aveva preso i capelli scuri e il fisico minuto. Da suo padre invece gli occhi e il carattere così difficile. D’improvviso si ricordò di quanto avesse temuto aspettando l’esito dello Smistamento al primo anno. “Sai tesoro…lo so che spesso e volentieri sembra che faccia di tutto per litigare con te…” iniziò a dire. “Sembra? Solo?” rimbeccò subito Anna. La madre la guardò truce. “Si Anna, sembra…il fatto è che abbiamo idee che cozzano su molte cose…io dico bianco e tu dici nero…hai preso tutto da tuo padre…all’inizio non ci sopportavamo nemmeno io e lui…devo anche ammettere che quando è arrivata la lettera per Hogwarts ero immensamente preoccupata per te…” ricominciò. La castana la guardò dubbiosa. “Avevo paura che finissi fra i Serpeverde…lo so che i miei pregiudizi non li sopporti però è stato così…purtroppo io associo ancora quella casata alla parte oscura di noi…e io vedevo che eri una bambina diversa…non facevi male a nessuno certo, però il serpentese…la propensione per il macabro…avevo paura…per tuo fratello era stato facile…non sai che gioia quando mi hai scritto che eri una Grifondoro!” raccontò. Racing pacing in the dark, she's searching for a lonely heart, she finds him but his heart has stopped, she breaks down. All’inizio Anna fece un’espressione corrucciata. Quasi di rimprovero mista ad esasperazione. Poi però si tranquillizzò. “Credi che se fossi stata una Serpeverde ora sarei fra le fila di Voldemort?” chiese secca. Ilary sospirò. Ma scosse la testa. “Certo che no tesoro! Tu sei buona…lo sei sempre stata…forse un po’ violenta…però niente di così esagerato…” le rispose. La castana diede una delle ultime boccate alla sigaretta. “Non sono buona mamma…credimi, non lo sono…Draco lo è più di me…eppure non è qui con noi…” sbottò acida. La donna si avvicinò. E le circondò le spalle con un braccio. “Infatti non ho detto che Draco sia cattivo…si è solo trovato nella famiglia sbagliata…con un padre troppo egocentrico e avido di potere per accorgersi che il figlio non sarebbe dovuto passare per lo stesso sentiero…” le disse. Anna diede l’ultima boccata alla sigaretta e la buttò nel giardino. Ilary la fece evanescere con la bacchetta. We're sorry but your majesty, refusing orders from the Queen results in a monstrosity. La castana non disse nulla. Avevano litigato troppe volte per quell’argomento. Così tante che lei aveva istintivamente pensato che a sua madre Draco non piacesse. Invece ora si scopriva essere tutto il contrario. “Io lo so…lo so che vi siete visti bambina…” confessò d’improvviso Ilary. Anna si voltò. “E so anche che è apparso in camera tua quando sei tornata dal servizio fotografico…è per questo che sei scappata da Giulia…” aggiunse. La castana rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire. Fu Ilary a fare la prima mossa. La avvicinò e la strinse in un abbraccio. La guancia posata sulla sua testa. Una mano ad accarezzarle i lunghi capelli. “Tesoro so che è difficile anche se non mi credi…quando la prima guerra è iniziata io e tuo padre eravamo già sposati…ma lui si dovette nascondere…abbiamo vissuto separati per qualche mese e per me è stato terribile…” le sussurrò. Quasi come fosse una canzone. Anna sbarrò gli occhi. Suo padre era un Mezzosangue. Era stato in pericolo. Remembers a voice and hears him sing. “Ho combattuto anche per lui e così faro ancora questa volta…so che tu farai lo stesso…non ascoltare quello che dice Moody o tuo fratello…io allora ascoltai solo il mio cuore e tu ora sei chiamata a fare lo stesso…quando tutto sarà finito potrai stare con Draco…” le consigliò Ilary. La castana annuì piano. Non sapeva perché sua madre avesse cominciato a stare dalla sua parte. A difenderla. “Mamma…perché mi dici queste cose?” le chiese. La donna sorrise intenerita. Si chinò e le diede un piccolo bacio sulla fronte. “Perché ti voglio bene e voglio che tu sia felice…” rispose semplicemente. Anna sentì un groppo in gola formarsi. Delle stupide lacrime le stavano montando fino agli occhi. People marching to the drums, everybody's having fun to the sound of love. “Mamma…lo so che sono in pericolo…però non mi perderai…te lo prometto…” esordì. Ilary si morse il labbro inferiore. La sua bambina capiva sempre tutto. Aveva una paura incredibile di non poterla più vedere. Come non poter più vedere Mary Kate. Christian. E nemmeno Andrew. Della famiglia l’unica veramente sicura era lei. Avrebbe dato tutto il suo sangue di buona stirpe per renderli immuni dalle minacce di Voldemort. Ugly is the world we're on, if I'm right then prove me wrong I'm stunned to find a place I belong. “Lo sai che non potrai tornare a scuola vero?” le chiese ancora Ilary. Anna sorrise ironica. “Non ci sarei tornata comunque…parto mamma…mi unisco alla missione che Silente ha affidato ad Harry…anche Giulia ed Herm verranno con me…i genitori di Giulia non lo sanno ancora quindi tu fai finta di nulla…riguardo a Bill glielo dirò io…promesso…” spiegò. La madre rimase un attimo interdetta. “Possibile che tu ti butti sempre fra le braccia del pericolo Anna?” commentò. La castana ghignò. “Mica è colpa mia se il pericolo ha le braccia belle aperte e spaziose…e poi sono tanto affettuose…” sbottò. Ilary scosse la testa. Who-oo is your lover? I couldn't tell. “Non faro cazzate mamma…giuro…” la rassicurò. La madre la guardò poco convinta. “In primis non usare certe parole…e poi tesoro ti conosco oramai…ti guardo crescere da diciassette anni, vuoi forse che io creda che non farai sciocchezze?” rimbeccò. Anna gongolò. “Diciassette anni? E non sei stufa di sentirmi parlare da diciassette anni?” osservò divertita. Ilary sospirò finta affranta. “E lo so…diciassette anni sono tanti…sto seriamente pensando di darti in adozione…” rispose. La castana la guardò indignata. Di rimando la madre la strinse ancora di più a se. “Che stupida che sei Anna…lo sai che non ti cambierei per nulla al mondo! Ti ho tenuta mezza Serpeverde e con due tatuaggi…ma infondo sei sempre la mia piccola gothic lolita…” si corresse. Anna sorrise. Finalmente uno dei suoi sorrisi sinceri. Senza vena di ironia o ghigno. When hell freezes over? That's when I'll tell. Per quante incomprensioni ci potessero essere. Per quante litigate potessero fare. Per quanti insulti si potessero lanciare. Per quante minacce potessero soffiarsi. Rimanevano sempre madre e figlia. Stesso sangue. Differenti idee. Ma lo stesso cuore. Oooo means you love her? I couldn't tell. Ilary si alzò. “Andiamo…è tardi…fila a letto signorina…” le ordinò Ilary. La castana la guardò scettica. Così la madre le diede un leggero scappellotto sulla testa. “Santo Manson mamma! Mi hai fatto male!” si lagnò. Ilary scosse la testa spazientita. Anna le fece la linguaccia e si allontanò dalla portata di un altro scappellotto. La madre si passò una mano sugli occhi esasperata. La castana ghignò e salutando corse via. Finendo inghiottita nel buio della casa. Ilary la seguì con lo sguardo. Mentre un sorriso le si stampava sul viso. Per quando gli altri ne dicessero di Anna, lei la considerava sempre una ragazza speciale. E anche se glielo diceva raramente le voleva bene. Avrebbe fatto di tutto per proteggerla. A costo di usare qualche Avada Kedavra. Appellandosi al suo mancato spirito Serpeverde. When will this stop?
Poco più in la un’altra mente era stata sottratta al sonno. Giulia se ne stava seduta su una sedia. Una di quelle alte accanto al lavabo. Dondolava i piedi nudi per evitare che toccassero il pavimento. Era seduta di lato. Una spalla poggiata al piccolo schienale in ferro. La testa inclinata. Una piccola fiamma azzurra le aleggiava intorno. Non voleva accendere la luce. Era da cinque minuti che se ne stava seduta li. Era partita con l’idea di farsi un buon thè caldo. Per inzupparci i biscotti al cioccolato che Fred le aveva dato dalla sua scorta personale. Eppure si era accoccolata li ed era come se tutto il suo corpo si fosse messo in stand by. Tutto tranne il suo cervello. Che continuava a rimuginare su ogni minima cosa intorno a lei. Perfino sul numero di crepe nell’angolo della parete. Si sentiva svuotata. L’atmosfera giocosa del pomeriggio l’aveva ricaricata. Ma erano bastate le semplici constatazioni di Moody a farle sparire tutta la grinta. Tutta la voglia di saltellare da una stanza all’altra o di rincorrersi con le amiche. Forse erano desideri infantili. La calma lo era? Il voler tornare a quei giorni in cui nessuno sbatteva pugni sul tavolo per tranquillizzare la situazione. in cui non servivano lunghe ore di inutili parole fra famigliari per decidere del proprio destino. Un colpo distrasse la ragazza dai suoi pensieri. Aveva inclinato troppo la testa ed aveva sbattuto sullo schienale di ferro. Giulia si rizzò a sedere. Con aria ebete si massaggiò il punto colpito. Poi passò almeno cinque minuti aprendo e chiudendo gli occhi per riprendere tutte le sue facoltà celebrali. She lives in a fairy tale somewhere too far for us to find, forgotten the taste and smell of the world that she's left behind. “Tesoro…che ci fai appollaiata li?” esclamò una voce. La ragazza si voltò con un occhio chiuso per il dolore. Mary se ne stava in piedi sulla porta. Le braccia incrociate al petto. La morbida camicia da notte verde smeraldo le ricadeva sinuosa sulle lunghe gambe. I capelli oramai lunghi lasciati ondeggiare sulle spalle. I suoi stessi occhi nocciola la guardavano divertiti. “Non ho sonno…volevo farmi un thè ma mi sono imbambolata…” confessò la figlia imbarazzata. La donna scosse la testa. E si avvicinò a lei. Come fosse una bambina si chinò e le diede un leggero bacio dove aveva picchiato contro la sedia. It's all about the exposure the lens I told her the angles were all wrong now, she's ripping wings off of butterflies. Giulia arrossì. Avrebbe tanto voluto essere bella come sua madre. Aveva visto le sue foto da giovane. Non si stupiva che suo padre se ne fosse innamorato. “Solo tu puoi volere del thè caldo in pieno luglio…” la prese in giro Mary. La ragazza arrossì. Poi tirò fuori la scatola di biscotti che aveva appoggiato sulla credenza. “Ci sono i biscotti al cioccolato...” precisò. La donna li guardò. “Quelli con una parte di biscotto con su attaccata una tavoletta di cioccolato al latte?” chiese interessata. Giulia annuì. Mary la osservò per qualche secondo. Poi sorrise. “Preparo il thè per tutte e due così ti faccio compagnia…” propose. La figlia scosse la testa divertita. Erano anche i suoi biscotti preferiti. Keep your feet on the ground when your head's in the clouds. Mentre la madre trafficava con acqua calda, bustine e teiere la ragazza scese dalla sedia e si accomodò su una di quelle del tavolo. Aprì piano la confezione di biscotti per non far rumore. “Quindi non riuscivi a dormire eh…come mai? Che cosa frulla in quel cervellino?” le chiese d’improvviso Mary. Giulia sobbalzò. “Niente…” rispose vaga. La donna la guardò poco convinta. “Preoccupata per qualcosa? O meglio, per qualcuno?” cercò di indovinare. La ragazza arrossì ma scosse la testa. Per la prima volta non era in pena per Severus. La madre versò l’acqua bollente nella teiera. Seguita da una bustina al limone. Poi chiuse il coperchio. Well go get your shovel and we'll dig a deep hole to bury the castle, bury the castle. “Non dare troppa importanza alle parole di Moody…tu cerchi sempre di fare cosa è giusto per gli altri tesoro, ma per stavolta devi arrenderti a seguire solo il tuo cuore…non puoi rischiare tutto per una missione suicida…” sentenziò ancora. Giulia alzò le spalle. “Harry è mio amico…però non credo di essere pronta ad affrontare i Mangiamorte…potrei morire dentro se venissi a sapere che nello scontro ho colpito Draco o Mark…o peggio…Severus…” sospirò. Mary annuì comprensiva. Versò il thè in due tazze alte e strette e le poggiò sul tavolo. Lei si sedette alla sinistra della figlia. Well go get your shovel and we'll dig a deep hole to bury the castle, bury the castle. “Anche io preferirei tirarmi fuori da tutta questa storia…ma non posso…sono legata all’Ordine e devo sottostare ai piani di Moody…tu piccola no…sei ancora libera, perciò tiratene fuori finché puoi…e ti prego, te lo chiedo da madre, non combattere…” la pregò. Giulia sbarrò gli occhi. Non l’aveva mai sentita dire qualcosa con quel tono di voce. Sembrava. Spaventato. Ba da ba da ba. “Io so come sei fatta tesoro…so che tu e le tue amiche siete delle incoscienti di prima categoria…nemmeno il buonsenso di Hermione vi tiene ferme…però questo non è un gioco…non voglio immaginarti ancora sotto Crucio o chissà cosa come quella volta al Ministero…” continuò a dire Mary. La ragazza prese un biscotto e abbassò la testa. Era vero. Avevano fatto preoccupare tutti al quinto anno. Quando sua madre aveva saputo che era stata crucciata era quasi svenuta. Era anche vero che però aveva un conto in sospeso con Bellatrix. So one day he found her crying coiled up on the dirty ground, her prince finally came to save her and the rest you can figure out but it was a trick and the clock struck 12. “Non ti chiedo di promettermi di non farlo perché so che non potresti mantenerlo...quindi ti prego di ragionare bene…qualunque cosa tu voglia fare nei mesi che seguiranno…” concluse la donna. Immergendo anche lei un biscotto nel thè caldo. Giulia fissò lo sguardo sul cioccolato che pian piano si scioglieva. Well make sure to build your house brick by boring brick or the wolves gonna blow it down. “Voglio fare qualcosa di nuovo…voglio variare…” disse all’improvviso. La madre la guardò dubbiosa. Mentre addentava il proprio biscotto. “Nulla di drastico…magari un tatuaggio…o un percing…o cambiare colore ai capelli…” spiegò seria la ragazza. Mary tirò un sospiro interiore. Poi sorrise divertita. “Lo sai che se fai una di queste cose a Severus prenderà un colpo vero?” le ricordò. Giulia sbuffò. Sel’era appena ricordato che quando aveva nominato i tatuaggi di Anna Piton era quasi andato in embolia perché aveva paura che se ne fosse fatto uno anche lei. Però una S sul fianco magari ci sarebbe stata. Keep your feet on the ground when your head's in the clouds. Oppure un percing sul labbro inferiore. Tanto quello l’avrebbe tolto se si fosse stufata. Però era anche vero che era abbastanza triste farsi solo la lettera del suo uomo e lasciare fuori le sue amiche. Anna aveva anche loro sulla pelle. “Potresti fare un bracciale che gira intorno alla spalla…in mezzo le lettere delle tue amiche e la sua…” propose Mary. La ragazza si illuminò. Sua madre capiva già tutto prima che potesse dire una sola parola. “Ci penserò…magari mi faccio un percing al labbro…” osservò la figlia. Ricominciando ad affogare un altro biscotto. Le due rimasero in silenzio per qualche minuto. Well go get your shovel and we'll dig a deep hole to bury the castle, bury the castle. “Mamma…io vado in missione con Harry…non torno a scuola…” confessò d’un tratto Giulia. Mary rimase un attimo allibita. Poi ci ragionò su. Hermione ed Anna non avrebbero potuto girare libere per la scuola quell’anno. E sicuramente da sola sua figlia non ci sarebbe stata volentieri. Forse era la soluzione migliore. “Sei arrabbiata con me?” le chiese la ragazza. Candida come una bambina che aveva appena confessato una marachella. Mary sorrise e scosse la testa. Well go get your shovel and we'll dig a deep hole to bury the castle, bury the castle. “Però a tuo padre lo dirò io…è meglio…” la avvertì subito. Giulia trascinò la sedia più vicino alla madre. E l’abbracciò. “Grazie mamma…ti voglio bene…” sussurrò. La donna si strinse in quel piccolo gesto d’affetto. Sapeva che quando sarebbe partita ne avrebbe sentito un sacco la mancanza. Quella piccoletta che da bambina la faceva sempre disperare perché aveva preso a botte un suo coetaneo. Quella piccoletta che si metteva sempre nei guai più pericolosi. Quella piccoletta che dava tutta se stessa per lei e suo marito. Quella piccoletta che oramai era cresciuta ed era diventata solo una piccola donna. Well you built up a world of magic because your real life is tragic, yeah you built up a world of magic. Le due continuarono a mangiare i biscotti e a chiacchierare. Era tarda ora quando bevvero l’ultimo goccio di the oramai freddo. Si abbracciarono ancora. E Giulia tornò in camera. Un po’ più leggera. Ma tremendamente dispiaciuta per quello che la aspettava. Dover abbandonare per un tempo indeterminato la madre.
 
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~ Disturbia
view post Posted on 3/8/2010, 22:33




Lovvola ç_ç
Mi hai fatto piangere con questo capitolo.Mi ci sono volute ore e 10/10 di vista ma sono arrivata fino in fondo,stoicamente.
Era da un secolo che volevo un aggiornamento e finalmente eccolo qui,devo dire che mi hai soddisfatto al 100%
Mi sono piaciute molto le scene madre-figlia...molto dolci,vere e con quel pò di zucchero che ogni tanto serve.
Bravissima...adesso aspetto Sev però...^^

Irene
 
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miss_preston
view post Posted on 5/8/2010, 10:26




alla fine ho recuperato...molto bello come sempre...carico di emozioni. Come sempre apprezzo i dialoghi,i rapporti fra i protagonisti e le cose che racconti,queste puntate all'originale nel contesto della tua fiction. Per esempio mi attira molto la storia della prima missione e il conflitto che questa prospettiva genera nelle ragazze. Mi sono piaciute anche le parentesi di Anna e Giulia con le rispettive mamme e i pensieri di Giulia sullo stacco fra la situazione drammatica e un momento tranquillo come la battaglia d'acqua del pomeriggio. E' giusto che lei desideri la spensieratezza pur essendo consapevole di averla persa,di non poterla più riavere come prima...in fondo ,al di là della ff,è il dramma che si vive quando si cresce...desiderio di tornare bambini contro responsabilità.
Bellissimo capitolo Tesora, à la prochain fois ( si scrive-dice così?)
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 6/8/2010, 22:30




bel capitolo tessora! brava!!
 
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kikyo91
view post Posted on 22/8/2010, 22:48




Gute abend mi chicas <3 (miscuglio premeditato di lingue derivante dal ripasso per i debiti u_u chi indovina che lingue sto studiando per gli esami vince un buono sconto da usufruire al banco tre xD).
siccome sono arrivata ad avere tre capitoli in più pronti mi son detta di lasciar stare il mio sadismo e farvi contente postando *-* si avvicinano gli eventi succulenti *.*
Avvertenze: luoghi e fatti potrebbero essere surreali (tanto per cambiare xD), l'irritanza francese c'è u_u
in questo capitolo troviamo Look at Me I'm Sandra De ( da Grease il film, ecco il epzzettino *-* www.youtube.com/watch?v=HGLxJRq-jIY). sbaglio o il fatto che il mio mp3 sia perito e che io non abbia l'audio nel pc abbiano fatto calare drasticamente le canzoni nei chapters? ç_ç pregate per il mio audio please ç__ç *disperazione*
comunque bando alle chiacchiere u.u ah grazie mille dei commenti ** vi lovvo <3
buona lettura **

Tredicesimo Capitolo
Anna e Giulia richiusero gli occhi con la speranza di colmare il sonno perso durante la mattinata. Nessuno le aveva avvistate però dell’uragano francese. Fleur aprì le tapparelle che erano appena le otto. “Sveglia, sveglia ragosse! È l’ora della colasion!” cinguettò. D’istinto la castana le tirò un cuscino. Giulia strisciò sotto il lenzuolo. Mary Kate e Ginny si guardarono ancora ad occhi semi chiusi e presero la coppia di tappi per orecchie poggiati sul comodino. Così poterono tornare a dormire beatamente. Stessa sorte non attendeva i tre uragani. La Veela continuò a fare chiasso. Stavolta fu Hermione a reagire. “Ma insomma Fleur che succede?!” strillò spazientita. La francese si fermò con lo sguardo più ovvio del mondo. “Dovete svegliarvi! Presto è scià tardi!” esclamò. Il prefetto ricadde esasperata sul cuscino. “Sono le otto! Perché?!” guaì quasi Anna. Giulia si era avvolta nel lenzuolo stile bozzolo. “Dobbiamo andare a Hogsmeade e Diagon Alley!” precisò ancora vaga Fleur. “Non vogliamo venire a fare la spesa!” sospirò esausta Hermione. Aveva dormito pessimamente quella notte. Con le altre due che andavano e venivano poi. Sperava per la prima volta nella sua vita di poter rimanere a riposare fino a tardi. “Non è la spesa! Andiamo a fare le compere per il matrimonio!” confessò infine la Veela. Il sangue dei tre uragani si gelò in contemporanea nella vene. “Ora avonti! Vi aspetto sciù entro diesci minuti! Altrimenti partiremo senza fare colasione!” le minacciò Fleur. E senza aspettare risposta girò i tacchi delle ballerine ed uscì dalla camera. La castana tirò un urlo talmente agghiacciante da sembrare tutto fuorché umano. Giulia fece finta di essere nella fase bozzolo. Il prefetto si dimenò per qualche minuto come fosse un pesce. “Io la strangolo…anzi no, la crucio, la avadakedavrizzo e poi do i suoi resti in pasto alla piovra di Hogwarts…” soffiò ancora Anna. I tre uragani rimasero ad agonizzare per almeno cinque minuti. La prima a farsi forza come al solito fu Hermione. Pian piano svegliò anche le altre e le trascinò in bagno. Erano già arrivate le otto e mezza. Questione di minuti e la generalessa francese le avrebbe davvero rapite saltando la colazione. Una volta arrivate in cucina tirarono un sospiro di sollievo nel vedere che anche quella mattina Mary si era data da fare fra pentole ed aveva preparato loro la colazione. Ognuna il suo piatto preferito di quando si fermavano a casa Wyspet a dormire. Fleur era indaffarata fra bucato a stendere di fuori e un listino di cose necessarie. Tutto mentre illustrava il programma della giornata alle tre malcapitate. Anna doveva andare perché era una damigella. Successivamente sarebbe arrivata tramite metro polvere al negozio anche Gabrielle. Giulia era la cantante ufficiale del matrimonio, per cui le serviva un vestito adatto. Infine Hermione era una semplice vittima del fatto che le sue amiche fossero impegnate con la Veela. Avrebbe preferito mille volte starsene a casa a dormire che accompagnarle. Quindi come primo luogo si sarebbero recate a Hogsmeade fino all’Ufficio Postale. Un gufo addestrato le stava già aspettando per recapitare a tutti gli invitati l’invito ufficiale all’evento. Dopo Hogsmeade si sarebbero spostate a Diagon Alley per iniziare le vere compere. Ovviamente le tre speravano di approfittare della visita alla prima tappa per defilarsi e fare una capatina al negozio di Armony e anche a quello di Astrid. Anna era curiosa di sapere se era uscito il catalogo con le sue foto. E se magari avevano bisogno di altre prestazioni da modella. Infondo si era divertita e aveva guadagnato bene. Fleur spiegò tutto di fretta. Giulia riuscì ad afferrare solo qualche parola. Sua madre le traduceva in un inglese più corretto e meno veloce. L’unica cosa che capirono tutte e tre però era che l’idea di buttarsi nelle compere matrimoniali era stata di Moody. “Bisogna sistemare tutto prima dell’arrivo di Harry! Non potremmo avere così tanta calma e libertà di movimento dopo!” aveva spiegato quella stessa mattina a colazione. E così alla Veela era venuta la balorda idea di andare a svegliare le sue vittime designate. Aveva chiamato sua sorella tramite Passaporta e la aveva imposto di essere al negozio entro l’ora di pranzo per la prova vestito. La povera Gabrielle stava ancora dormendo e si era presentata alla maggiore con gli occhi ancora socchiusi. Quando aveva capito che si sarebbe dovuta rendere presentabile ed accontentare per la millesima volta l’altra aveva iniziato a piagnucolare in francese. Ma Fleur non aveva ammesso repliche. Così alle 8.45 i tre uragani erano tornati in camera per cambiarsi. Hermione si infilò una gonna di jeans e polo a righe azzurra e bianca. Ballerine blu. Giulia una gonna a pieghe nera e canottiera viola con il disegno di un simpatico muffin sorridente. Ovviamente Converse ai piedi. Anna si mise una canottiera larga che le lasciava scoperto un pezzo di reggiseno sul davanti. Era a teschietti bianchi. Sulla canotta invece c’era l’immagina di un cantante piuttosto androgino. Capelli fucsia sparati all’insù a cresta. Sotto un paio di pantaloncini talmente corti da dubitare della loro esistenza. Ai piedi Converse a teschietti quasi in abbinamento col reggiseno. “Jeffree Star…Cupcakes tastes like violence…” lesse schifata il prefetto. La castana prese la borsetta a bara e la guardò quasi ovvia. “Che c’è Herm?” chiese. Hermione distolse gli occhi e alzò le spalle. “Sta ampliando i tuoi orizzonti musicali?” esordì divertita Giulia. Anna ghignò. Anche se la musica di quel cantante andava più il pop elettronico le parole la attizzavano un sacco. Il prefetto rimase stizzita. “Sono canzoni volgarissime…” squittì. La castana si avvicinò. “I wanna hear you say…love my pink knife…” canticchiò apposta. Mimando gesti sconci. Hermione per poco la esorcizzò. “E poi non sei un pò troppo…nuda? Non stiamo mica andando in spiaggia…” rimbeccò ancora. Anna sbuffò esasperata. “Certo che no…mammina…e comunque non nuda più del solito…” rispose a tono. Giulia scosse la testa. Se già di prima mattina si iniziava così entro sera sarebbe stata strage certa. “Piantatela di litigare…dobbiamo rimanere unite contro la generalessa francese…se ci separiamo è finita…” le richiamò all’ordine. Hermione prese la borsetta a tracolla e si diresse verso la porta con le braccia incrociate al petto. La castana le fece la linguaccia. “Peggio di lei non c’è nessuna…se apriamo il suo cassetto troviamo il regolamento dell’ordine monastico…” le sibilò dietro. Il prefetto era oramai uscito dalla stanza. Giulia ridacchiò. “Guarda che ti ho sentito…e comunque un po’ di quelle regole farebbero al caso tuo…” sbottò Hermione. Anna sbuffò. L’amica la prese a braccetto e scesero. Fleur non commentò i vari abbigliamenti. Secondo la tabella di marcia erano già in ritardo. Il prefetto si aggrappò al braccio di Giulia. E tutte insieme si smaterializzarono alla volta di Hogsmeade. L’Ufficio postale era il terzo edificio della via. La Veela ci filò diritta mentre i tra uragani indugiarono. “Fleur…noi…andiamo a salutare una persona…torniamo subito!” la liquidò Giulia. Senza aspettare risposta le ragazze filarono via. Correndo verso un piccolo negozietto infossato in un angolo. Nella vetrina aveva alcuni gioielli che richiamavano pietre marine. Alcuni ocra a fare da sabbia. Le tre entrarono. Era da un sacco che non andavano a trovare Astrid. La vecchietta se ne stava come al solito al bancone. Forse aveva appena aperto. Quando le vide spalancò gli occhi incredula. “Le mie bambine!” esclamò. Correndo ad abbracciarle. “Piano Astrid! Rischi di farci diventare dei Mollicci!” cercò di contenerla Giulia. Ridendo. La donna si stacco intenerita. Poi le osservò una per una. “Ogni volta crescete sempre di più! Anna tesoro, mangia un po’ sei tutta ossa! E tu Giulia, sistemati quel ciuffo che ti copre gli occhi! Hermione cara, non dormi? Hai un faccino!” commentò. Le tre si guardarono divertite. “In verità siamo state svegliate in modo pessimo…” si lamentò la castana. Astrid la guardò dubbiosa. In effetti non sapeva nemmeno come mai fossero ad Hogsmeade. “Colpa di un mezza Veela isterica e francese…” precisò il prefetto. La vecchietta sobbalzò. “Siete venute a fare le compere per il matrimonio di Bill e Fleur?” chiese. Giulia annuì. “Anna sarà la damigella d’onore, mentre io canterò al ricevimento…” spiegò fiera. Anna sbuffò. Meno si sapeva che faceva da damigella meglio stava. Astrid le guardò con aria quasi commossa. Hermione iniziò a guardarsi in giro. Gli scaffali erano quasi tutti pieni. “Come mai è così vuoto il negozio?” chiese. L’amica le tirò una gomitata nel fianco. La vecchietta alzò le spalle. “Di questi tempi gli studenti non girano da soli per Hogsmeade…i genitori sono diffidenti…non c’è mai molto da fare in effetti…” spiegò rammaricata. D’improvviso il prefetto notò qualcosa. Una credenza era stata spaccata a metà. E riparata alla meglio. “Che è successo li?” commentò ancora. Le altre due sbirciarono. Stavolta Astrid sospirò. Anna andò a controllare meglio. Il legno era ancora tutto bruciacchiato. E a guardare meglio anche sui muri c’erano crepe che prima non c’erano. I tre uragani pensarono la stessa cosa. “Sono venuti i Mangiamorte?” sentenziò la castana. La vecchietta trasalì. Ma non poté fare altro che annuire. Hermione si portò le mani alla bocca. Giulia si morse il labbro. “E…tu…stai bene vero?” chiese verso la proprietaria. Questa annuì. “State tranquille bambine…non è successo nulla…” cercò di tranquillizzarle. I tre uragani si guardarono preoccupate. “Senti Astrid…se ricapita, chiudi il negozio e sparisci dalla circolazione…se quelli son venuti già una volta qualcosa non va…” esordì Anna. Astrid scosse la testa. “Mi dispiace tesoro…non posso lasciare il negozio…è casa mia…quelli lo distruggerebbero…” sospirò affranta. La castana le puntò le iridi scure addosso. “Il negozio si può ricostruire…una Astrid no…” rimbeccò. “Ha ragione Anna…ascoltaci…noi ti vogliamo bene e non vogliamo che ti facciano del male…” le diede ragione Giulia. La vecchietta si appoggiò al bancone. “Ma come mai sono venuti proprio qui?” chiese sospettosa Hermione. La proprietaria abbassò lo sguardo. “Probabilmente il mio negozio è sul loro territorio…non lo so…Bellatrix è entrata iniziando a incendiare tutto…c’è mancato poco che mi distruggesse tutto…se non fosse stato per…” iniziò a raccontare. Bloccandosi. “…per?” cercò di farla continuare Anna. Astrid alzò gli occhi quasi intimidita. “…per…per Draco…è lui che ha fermato quella pazza…l’ha portata fuori con una scusa e si è accertato che stessi bene…” concluse. La castana sobbalzò. Quindi il biondo era stato arruolato anche nelle spedizioni. “È davvero un caro ragazzo…non so davvero cosa ci faccia in mezzo a quei barbari…” sospirò ancora la vecchietta. Le labbra della castana di aprirono in un sorriso. Draco avrebbe fatto qualunque cosa per impedire a chiunque di fare del male alle persone a cui teneva. Ed Astrid era come una nonna anche per lui. “Comunque anche ammesso che io debba andare…dove potrei stare? La mia casa è qui sopra…” sospirò quest’ultima. Anna scosse la testa sicura. “Se dovesse ricapitare o semplicemente senti che c’è aria di tempesta, smaterializzati in Transilvania…mia nonna Artemisia è a stare dal conte Dracula per qualche mese, se le dici che sei nostra amica e sei in difficoltà ti assicurerà alloggio…la è neutro e non dovrai combattere…” la invitò. La vecchietta rimase a bocca aperta. Poi annuì piano. Guardò le tre con immensa gratitudine. Ed subito le abbracciò più forte di quando le aveva salutate. “Mi sembrava ieri quando vi ho visto per la prima volta entrare nel mio negozio…tre piccoli scriccioli tredicenni e sperduti in mezzo ai luccichii dei gioielli…ho pensato subito che foste speciali…” sussurrò. Hermione sbatté gli occhi per cercare di non commuoversi. Giulia la strinse forte. Anna si immerse in quel caldo abbraccio. Dopo qualche minuto da fuori si sentì una voce quasi strillare. “Ragosse ma insomma! Eccovi finalmonte!” sbottò Fleur. Le tre si voltarono. “Oh Fleur cara! Da quanto non ti vedo!” esclamò la vecchietta. La Veela fece un piccolo inchino. Poi entrò e passò alla proprietaria un foglio. Era l’invito per il matrimonio. Dopo cinque minuti passati in convenevoli i tre uragani e Astrid si dovettero separare. Mentre camminavano per le vie Anna non poté fare a meno di votarsi verso la via in cui stava la ‘Locanda del Salice’. Tornando verso la stazione passarono davanti ad un altro negozio. Il gruppetto si bloccò quando vide un cartellone. Una Anna a grandezza quasi naturale ammiccava fuori dalla vetrina di Armony. Era stretta nel completino in pelle dai pantaloni a vita bassa. E un mini top in latex. “Ma…quella…sei tu…” boccheggiò incredula Fleur. La castana si precipitò nel negozio. “Oh il cartellone si è mosso!” la prese in giro Armony una volta vista. Anna saltellò agitata. La donna capì subito e prese i tre cataloghi per loro. La diretta interessata lo sfogliò con curiosità. Sembrava una modella professionista! “Molti ragazzi volevano portarsi via il tuo cartellone sai?” sogghignò Armony. La castana era sempre più esagitata. “E non è finita! Indovina chi ha anche visto le foto!” cinguettò l’altra. Anna la guardò dubbiosa. Le amiche intanto perlustravano il catalogo alla ricerca delle loro foto. “I rappresentanti dell’Alchemic Gothic che ci forniscono i vestiti sono stati entusiasti di te…se mi lasci un recapito può darsi che ti ricontattino per fare un altro servizio…” le spiegò la donna. La castana sbarrò gli occhi. Non ci poteva credere! Lei, piaciuta come modella! “Anna accetta dai!” le suggerì Giulia. “Ha ragione lei…guardati, sembri una modella vera!” concordò Hermione. Indicandola sul catalogo. Anna arrossì. Fleur intanto assisteva a tutto il discorso col naso all’insù. Aveva sempre pensato di avere un fisico da modella. Ma non le era mai stato offerto nulla. “La mia mail può andare come recapito?” propose la castana. Armony annuì e lei gliela dettò. Rimasero a parlare del possibile affare per quasi dieci minuti. Fino a che la pazienza della Veela venne meno. E trascinò fuori le tre a forza. “Abbiamo perso un sacco di tempo!” squittì stizzita. Appena trovato un punto adatto il gruppetto si smaterializzò. Per arrivare a Diagon Alley. Era ancora più spettrale dell’ultima volta. Come aveva detto Fred molte vetrine erano state serrate. Anche quella della gelateria di Fortebraccio. A passo di marcia Fleur le condusse ad un negozio dalle mille tonalità di bianco. Talmente luminoso che faceva sfigurare tutto il quartiere. Fuori una piccola figura si dondolava sulle punte in attesa. Era una bambina dai lunghi boccoli d’oro e la frangetta liscia. Gli occhi di un blu intenso. Stretta da un abito molto simile a quelli delle Sweet Lolita. Dai più svariati toni di azzurro pastello. La gonna ampia al ginocchio e ai piedi delle ballerine. Fleur le trotterellò incontro e la abbracciò forte. Le due pigolarono in francese per qualche minuto. “Le plaisir, je suis Hermione!” si presentò il prefetto. Gabrielle alzò un sopracciglio. “Molto bene…ma la pronuncia è da migliorare…” commentò. In un inglese eccellente. Le altre due si guardarono stupite. “Loro sono Annà e Giulia…” completò la Veela indicandole. La baby Delacourt le squadrò. “Tu devi essere l’altra damigella…” ipotizzò verso la prima. La castana annuì. Quel mostriciattolo aveva si e no undici anni ed era alta solo qualche centimetro meno di lei! “Menomale che mia sorella sceglie i vestiti…speriamo di riuscire a coprire lo squallore…” soffiò maligna Gabriella. Sorpassandole ed entrando. Giulia tenne ferma l’amica prima che le strappasse i capelli. Fleur andò subito a chiamare la commessa. Le portò un sacco di abiti appesi a grucce levitanti. La seguente ora passò con la sposa che provava vestiti. I tre uragani sedevano stufe in un angolo. Una accasciata sull’altra. Gabrielle invece continuava a riservare occhiatacce ad Anna e alla sua mise non proprio pudica. Finalmente, prima di uno scatto di nervi della commessa, Fleur scelse l’abito. Era un vestito semplice dal corpetto bianco con fiori ricamati. In vita era stretto da un nastro azzurro e la gonna era liscia e finiva a strascico. Venne quindi il turno delle damigelle. I primi vestiti proposti avevano tutti i toni del rosa. La castana incrociò le braccia al petto ricordando la promessa alla Veela. La seconda ondata di vestiti era di un azzurro confetto molto gradito a Gabrielle. Ma vennero bocciati anche questi sempre grazie al patto. Anna stava quasi per dar forfè come damigella quando vide la sua salvezza. Un vestito blu se ne stava solo soletto in mezzo agli altri. La castana ci si buttò quasi su. Era arricciato sul seno e la gonna cadeva morbida fino a metà coscia. Gabrielle fece una faccia visibilmente schifata. Non adorava particolarmente i colori scuri. Si voltò implorante verso la sorella. Questa però stava analizzando il vestito. Con un cenno della testa mandò Anna a cambiarsi. La baby Delacourt sbuffò spazientita. Fleur cambiò il nastro del suo vestito da sposa in blu così da fare abbinamento con il colore dell’altra damigella. Per sorte a Gabrielle toccò un vestito bianco. Stesso modello di quello della castana. Quando quest’ultima uscì dal camerino la Veela tirò un sospiro di sollievo. Non c’era bisogno di ritocchi. Il tessuto cadeva morbido sulla figura snella della ragazza. Anna fece una piroetta soddisfatta. Portava ancora la croce di Draco e il collare. Senza contare i tatuaggi. La Veela rimuginò per qualche minuto. Non erano eleganti. Però non poteva farglieli nascondere. L’aveva promesso. Accanto a lei si piazzò la baby Delacourt. Che scosse i biondi riccioli facendoli ballonzolare sulla schiena. Lanciò un’occhiata d’invidia alle forme della compare. Lei aveva solo undici anni. E anche se le curve dell’altra non erano questa enormità al confronto lei sembrava una tavola da surf. “Allora che dici sposina?” chiese la castana. In un attimo di ottimismo. Fleur battè le mani. “Mi piasce…devo ammettere che è stata una buona scelta Annà…riguardo ai tatuaggi puoi tenerli…però il collare va sostituito…” cercò di imporsi. La castana si morse la lingua. Infondo poteva scendere anche lei a compromessi. “Collarino in pizzo?” propose. La Veela sorrise soddisfatta. La terza però tossì energicamente. “Che scè Gabrielle, qualcosa non va?” le chiese. La piccola gonfiò le guance a palloncino. Incrociò le braccia al petto e tirò su il nasino. “A me non piace…” sbottò. Lo sguardo di Anna andò subito alla pianura che stava sul petto della undicenne. Si trattenne dal gongolare apertamente. Fleur scosse la testa. “Eppure ti è sempre piasciuto il bianco…tu ed Annà dovete essere vestite coordinate…” provò a spiegarle. Ma Gabrielle puntò i piedi. Anche se il matrimonio era della sorella lei voleva apparire al meglio. C’era tutto il parentado! “Perché lasci scegliere tutto a lei?” si lagnò ancora. Indicando la castana. Dal loro posticino Hermione e Giulia osservavano la scena. La prima teneva la testa appoggiata sulla spalla dell’amica. Questa pregava perché la bambina smettesse di fare i capricci. Dovevano scegliere ancora il suo abito. E lei sentiva già un certo languorino. “Io e Annà abbiamo fatto un patto...” ripetè Fleur. La sorellina fulminò con lo sguardo Anna. “Perché deve fare lei la damigella? Non è nemmeno una parente!” protestò ancora. La Veela iniziò a picchiettare il piede contro il pavimento. “Di sangue no…però Bill ci tiene molto che sia lei e anche io…le vogliamo bene e abbiamo deciso, io in primis, che Annà sarà l’altra nostra damigella…che tu lo voglia o no…” esordì secca. La castana rimase a bocca aperta. Gabrielle guardò incredula la sorella. “Ma…non c’era qualcuno…qualcuno di più normale?!” gracchiò irritata. Anna si riprese e si avvicinò piano. Un ghigno sul viso. Fleur tirò un urletto esasperato. “I vestiti saranno questi, è scià stabilito…ora andatevi a cambiare…” ordinò. La biondina sorpassò la castana cercando di pestarle un piede. Ma questa lo schivò. “Tesoro non provare a provocarmi…non sai di cosa posso essere capace…” sogghignò ancora. Gabrielle cercò di pestarle il piede a mo di sfida. La castana la schivò ancora. Le puntò le iridi scure sulle sue chiare e le sibilò qualche parola in serpentese. La biondina rimase pietrificata. Corse immediatamente nella cabina. “Anna non spaventarla così…” la rimproverò Hermione. Anna gongolò fiera. “Che le hai detto?” chiese curiosa Giulia. L’amica alzò le spalle. “Le ho solo chiesto come stava…non è colpa mia se tutto sembra minaccioso detto in serpentese…” spiegò. La ragazza ridacchiò. “Come in tedesco insomma…” aggiunse. Il prefetto scosse la testa sconsolato e si riaccomodò a sedere. La castana andò a cambiarsi. Lasciando Giulia con la sua esecutrice francese. “Devo dedurre che il tuo colore preferito è il viola…” iniziò a dire Fleur. La ragazza annuì speranzosa. La commessa arrivò con un'altra dozzina di abiti. Il tulle era d’obbligo. Giulia ci si tuffò alla ricerca di qualcosa che le piacesse. La Veela l’aiutò. Ne tirò fuori un vestito dalle spalline svolazzanti. La scollatura a v non molto profonda. E due nastri ai lati che si allacciavano sul dietro. A Giulia non schifava così andò a cambiarsi. Alla prima visione la sposina decise che la nuova veste della cantante poteva andare. Per le scarpe si optarono tacchi. Blu e bianchi per le damigelle. Tacco dieci ovvio. L’unica che rimase col dubbio del vestiario fu Hermione. Ma era troppo assonnata per immedesimarsi nel problema. Svolte le compere principali il gruppetto si diresse verso un posto dove mangiare. Era arrivato oramai mezzogiorno. Non avevano molto tempo perciò Giulia propose una semplice pizzeria verso la fine della strada. I maghi che la gestivano erano mezzi babbani. Italiani per la precisione. Tanto valeva sfruttare il ristorante fintanto che era aperto. Il pranzo proseguì tranquillo. Fleur illustrò i prossimi negozi da visitare e le cose da comprare, come il rinfresco, la torta, i fiori, il complesso che avrebbe fatto da accompagnamento. Dopo aver bevuto anche il caffè tornarono in marcia. I tre uragani stavano a braccetto. Davanti zampettavano Fleur e Gabrielle. Ad un certo punto Hermione diede una gomitata in un fianco alle amiche. “Hey avete visto? Cos’è tutta questa gente che se ne va verso Notturn Alley?” osservò. In effetti c’erano più maghi che si indirizzavano verso la via oscura che nella strada primaria. Giulia la guardò in modo abbastanza eloquente. Anna invece allungò il collo per sbirciare. Era da almeno un anno che non andava da Magie Sinister. “Non ci pensare nemmeno Anna! Siamo in pericolo solo stando qui in mezzo!” la bloccò da subito il prefetto. La castana sbuffò. “Scusa Herm…sai, tendo a dimenticarmi che ora per chi è Mezzosangue non è consentito nemmeno respirare…” sibilò. L’amica la strattonò per farla tacere. Giulia scosse la testa esasperata. Avrebbe voluto fare un salto a trovare i gemelli. Però non aveva senso, li avrebbe visti la sera stessa a cena. Mentre loro erano perse nelle constatazioni Fleur si era infilata in un negozio di fiori. Gabrielle era rimasta sulla porta. Senza volerlo Anna aveva puntato lo sguardo sulla via buia di prima. Tutti i maghi che ci entravano erano incappucciati. “Piantala di fissarli così…non vogliamo avere guai…” la rimproverò la baby Delacourt. Per una volta d’accordo Hermione annuì. D’improvviso una figura incappucciata si bloccò. Non potevano vedere il suo viso però era palese che le stesse fissando a sua volta. Il prefetto strattonò la castana per un braccio. “Anna piantala…” mugolò. Subito un’altra figura la raggiunse. Giulia ridusse gli occhi a fessure per vedere meglio. Questa era più alta. E andava a passo più spedito. Veloce prese quello di prima per il mantello e lo trascinò nel buio. Hermione e Gabrielle tirarono un sospiro di sollievo. Anna però non si arrendeva. Aveva visto qualcosa. Quelle due figure le sembravano famigliari. Però non poteva prendere e infiltrarsi così a Notturn Alley. O poteva? Nemmeno le leggesse nel pensiero il prefetto le arpionò un braccio. Fleur uscì in tempo dal negozio e si spostarono a quello di fronte. Da li la prospettiva era ancora meglio. Stavolta le due Delacourt entrarono entrambe. Giulia rimase appoggiata allo stipite. Hermione continuava a fare dentro e fuori. Anna era a braccia incrociate al petto. Iridi fisse su Notturn. Qualcosa la fece irrigidire. La prima figura era tornata. Era più circospetta. La castana non tolse lo sguardo. L’incappucciato si voltò verso di lei. Il cappuccio si mosse. Sembrava un segno. Come se volesse essere seguito. Vedendo che Anna non si muoveva ripetè il gesto. Così la castana ne fu certa. Iniziò a sgusciare via dall’entrata. Giulia se ne accorse. “Anna dove vai?” le sussurrò. L’amica le fece segno di silenzio con un dito davanti alla bocca. “Torno subito!” la liquidò solo. Iniziando poi a correre verso il vicolo. La ragazza scosse la testa. Si voltò versione Hermione. Poi seguì la castana. Il prefetto le vide appena in tempo. Tirò un urletto esasperato. Gabrielle la guardò dubbiosa. “Fai qualcosa di utile e coprici…di a Fleur che siamo a fare compere nostre…” le ordinò spiccia. Ma la baby Delacourt non sembrò molto convinta. Senza aspettare conferma il prefetto uscì alla volta delle amiche. Anna era in testa. Era entrata nella via senza alcun problema. Il suo abbigliamento era scuro come quello dei presenti. Solo. Aveva perso il tipo misterioso. A dire la verità aveva svoltato un angolo di troppo. Era tentata di chiedere informazioni però ogni strega che le passava vicino aveva un foruncolo sempre più grande sul naso. E ogni mago sembrava un vecchio bavoso. Arresa prese a camminare diritta. Arrivata all’ennesimo angolo si bloccò. Nemmeno il tempo per pensare che qualcuno la prese per un braccio e le tappò la bocca. La tirò verso un vicolo cieco e la sbatté con le spalle al muro. Per tutta riposta Anna iniziò a dibattersi furiosamente. Tirando caldi e pugni ovunque. La figura incappucciata che la teneva però sembrava essere forte. Anche se la teneva con una mano sola. “E piantala di dimenarti Morticia che non sei altro!” sbottò quest’ultima. La castana si bloccò ad udire il soprannome. E soprattutto. La voce. Dall’interno del cappuccio vide un sorriso di denti bianchi aprirsi. “Ora ti lascio andare però stai ferma ok?” le ordinò. Anna annuì incredula. Come promesso la figura la liberò e si tolse il cappuccio. “È consolante sapere che la propria ragazza segue ogni sconosciuto che glielo chiede…” commentò sarcastico Draco. La castana gli tirò un pugno sulla spalla. “È consolante sapere che il proprio ragazzo se ne va in giro vestito come una comparsa de ‘Il Signore degli Anelli’…” gli fece il verso. Il biondo scosse la testa e appoggiò le mani al muro dietro di lei. Senza aspettare replica si chinò e la baciò. Anna scosse la testa divertita. “Ma si può sapere che ci fai qui?” le chiese. Lei alzò le spalle. “Compere con la francesina…sono la damigella d’onore…” gongolò. Draco quasi le scoppiò a ridere in faccia. “E tu invece? Voldemort ti ha dato la lista della spesa da fare?” lo prese in giro. Il biondo la guardò scettica. “Siamo in vena di battute oggi, eh Haliwell?” rimbeccò. La castana ghignò. Era così strana tutta quella situazione. “Sei da solo?” gli chiese ancora. Draco scosse la testa. Anna sospirò. Si stava già per inventare una balla per defilarsi dalla compagnia delle sorelle francesi e passare il pomeriggio con il suo Schiopodo. “Ti avrei chiamato a giorni…” esordì all’improvviso quest’ultimo. Stavolta toccò alla castana guardarlo scettica. “Certo Malfoy…sempre le solite scuse…” soffiò. Draco si chinò verso di lei e appoggiò la fronte alla sua. “Ho buone notizie…” sorrise. Anna rimase in silenzio in attesa. “Ho trovato il modo di vederci praticamente sempre…da settembre…” spiegò ancora il biondo. La castana non ci arrivò subito. Rimase dubbiosa. Draco scosse la testa spazientito. “A scuola scema!” rivelò. Anna si passò una mano sugli occhi esasperata. “Gran bella idea…si da il caso però che, mio caro Schiopodo platinato, io non ci possa mettere piede ad Hogwarts…il tuo capo li vuole morti quelli come me…” sbottò. Il biondo storse la bocca. “Ah già…i Mezzosangue non verranno più ammessi…” sussurrò in colpa. La castana annuì. “A quanto pare la riforma scolastica di Voldemort sta già iniziando…” osservò. Draco rimase con lo sguardo basso. “Torna lo stesso…” commentò. Anna rise ironica. “Non ci tengo a diventare la cavia per gli esperimenti del prossimo professore di Difesa…anzi di Arti Oscure…chi sarà il fortunato quest’anno?” chiese ancora. Il biondo sospirò. “Non si sa ancora con certezza…però i candidati sono Alecto o…mia zia Bellatrix…” raccontò. La castana si irrigidì. Quella vecchia pazza come professoressa?! Il mondo stava davvero andando a scatafascio. Draco alzò lo sguardo sulla ragazza. Era già abbastanza dura sopportare la convivenza con il resto del gruppo a casa sua. Pensava che almeno una volta tornato a scuola le cose sarebbero somigliate ai vecchi tempi. Però senza Anna nulla poteva più essere così. “Niente ‘Haliwell in punizione perché trovata nel dormitorio maschile Serpeverde’ quest’anno eh?” osservò ancora quest’ultima. Il biondo la staccò dal muro e la strinse a se. “Se tu non ci sei, io che cavolo ci torno a fare a scuola?” rimbeccò. La castana scosse la testa. “Che scemo che sei…devi farti un’istruzione…tua madre non credo sarebbe felice se abbandonassi scuola sai?” rispose. Come se parlasse ad un bambino capriccioso. Draco sbuffò. “Mia madre non è felice già ora…non credo che la mia decisione di lasciare scuola la sconvolgerebbe più di tanto…” confessò. Anna sospirò affranta. Si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla fronte. Poi gli prese il viso fra le mani. “Draco Malfoy…non perdere la calma e non ti abbattere…vedrai che le cose si sistemeranno…ovunque saremo troveremo il modo di sentirci…presto tutto questo finirà e a ripensarci sembrerà soltanto un brutto sogno…” lo consolò. Il biondo sbarrò gli occhi. “Sei diventata più saggia…da quando?” sorrise. La castana alzò le spalle. “Da quando ho promesso al mio Schiopodo platinato di essere con lui nella buona e nella cattiva sorte…” rispose. Draco non disse nulla. Si limitò a baciarla ancora. Ed ancora. Anche se tutto sembrava davvero strano. Quel vedersi così a caso ed in segreto. Gli ricordava ogni volta che per lei avrebbe mosso mari e monti. “Peccato…non ti vedrò marciare vestita tutta elegante come damigella…il vestito com’è, rosa?” la prese in giro poi. Anna lo spintonò. “È blu…ed avrò delle scarpe altissime…sembrerò una vera stangona…” ghignò. Il biondo scosse la testa divertito. “Ah me ne stavo quasi dimenticando! Guarda!” esclamò ancora lei. Tirando fuori il catalogo dalla borsa. Draco rimase quasi a bocca aperta. “Forse ho un altro ingaggio…” gongolò poi Anna. Il biondo sorrise incredulo. “Sono fidanzato con una modella…” ghignò. La castana sorrise soddisfatta. “Ora non esageriamo…” lo rimproverò. Ma Draco oramai si era impuntato. “Una modella sexy per giunta…” aggiunse. Facendo scivolare una mano sul sedere della ragazza. Anna sospirò arresa. “Ti lascio in astinenza per tre settimane e guarda in che stati sei…guai a te se a scuola provi a portarti a letto la Parkinson o la Bullstrode eh! Ti crucio senza problemi e lo sai…” lo minacciò. Il biondo fece un’espressione alquanto schifata. La castana rise e si sporse per baciarlo un’altra volta. Poco più in la anche un’altra ragazza si era persa. Giulia aveva seguito di getto Anna ma l’aveva persa. C’era troppa gente in poco spazio. Così ora se ne stava li da sola. Mentre ogni tipo di mago oscuro le passava accanto. Certi le rifilavano certe occhiate da far gelare il sangue. Sperava con tutto il cuore che Hermione non le avesse seguite. Forse doveva provare a chiedere indicazioni. Infondo bastava descrivere l’amica. Non era un tipo comune. Si voltò verso il primo mago meno minaccioso che ci fosse. Aprì la bocca per chiedere indicazioni. Ma questo le presentò davanti tre mini teste appartenute a qualche indigeno. “Erano babbani questi! Hanno provato a rubarmi la magia!” iniziò a dire in modo spiritato. Giulia fece un sorriso cortese e se la filò verso il primo angolo libero. Voleva evitare di diventare parte di una collezione come quella. Oramai arresa a provare a tornare indietro senza l’amica qualcosa la bloccò. Una mano uscì dal vicolo buio e la trascinò. D’istinto la ragazza tirò un pugno verso lo stomaco dell’aggressore. Ma questo lo parò senza problemi. Giulia si preparò a sferrare un altro colpo. Ma si bloccò quando il cappuccio della figura cadde. “Si può sapere che diavolo ti salta in testa Giulia?! Che ci fai in questo posto, da sola poi?!” la rimproverò. La ragazza non rispose e gli si gettò fra le braccia. “Il fatto che sia io non ti esonera dal rispondermi signorina…” la richiamò ancora Piton. Staccandola da lui. Giulia arrossì. “Ecco io…facevo…un giro…” provò a spiegare. Severus la guardò incredulo. “A Notturn Alley?!” esalò al culmine della perdita di pazienza. La ragazza scosse la testa. “Cioè…facevo un giro a Diagon…poi Anna se ne è corsa qui e l’ho seguita…ma l’ho persa…stavo cercando lei…” raccontò. Il professore scosse la testa esasperato. “Quell’incosciente di Draco ha fatto di testa sua come ogni volta…è davvero un irresponsabile…” esordì. Giulia tirò un sospiro di sollievo. Sapendo che l’amica era con il biondo le cose cambiavano di molto. “E voi che ci fate qui?” chiese poi timida. Severus le scoccò un’occhiata che chiaramente le negava la risposta. Giulia moriva dalla voglia di abbracciarlo. Ma era un’occasione troppo strana. Una coincidenza troppo fortunata. “Sev…quando…quando potremo rivederci ancora?” sussurrò. Piton la osservò. “Sbaglio o ci stiamo già vedendo?” precisò. La ragazza scosse la testa. “No…non così…vederci noi due…soli…come quel pomeriggio a Spinner’s End…” specificò. Severus sospirò. Si passò una mano sugli occhi stanco. “Temo che quello sia stato un caso isolato Giulia…non penso ci saranno altre occasioni simili…è troppo pericoloso e io sono sommerso da incarichi…se ne trascurassi anche solo uno per vedermi con te sarebbe una mossa davvero stupida…ti metterei a rischio…” le spiegò. Giulia si sentì morire. Dopo il matrimonio sarebbe partita con il gruppo probabilmente. Li si che avrebbe perso tutti i contatti con il suo professore. E ora lui le diceva questo. Non andava bene. Affatto. “Ma…ma…non mi importa Severus…non mi importa se io sono in pericolo…me la so cavare da sola…io voglio stare con te…anche solo un pomeriggio…” lo pregò. Piton si avvicinò. Gli faceva male pronunciare certe parole. Però era la verità. “Non posso permettermi di farti correre dei rischi…le scelte sono state mie e non vedo perché tu dovresti esserci invischiata…” rimbeccò. La ragazza abbassò lo sguardo. Il pensiero di non poterlo più vedere per un tempo indeterminato le stringeva il cuore. Sentiva un vuoto dentro di se. “Allora noi…non ci vedremo più?” biascicò dispiaciuta. Severus sobbalzò. “Certo che no sciocca…non ci vedremo per un po’…” la corresse. Giulia rimase con gli occhi bassi. “Un po’ quanto?” chiese ancora. Come una bambina. Il professore non rispose. Non lo sapeva nemmeno lui per quanto. La ragazza alzò gli occhi e cercò i suoi color pece. “E se…se non ci vedessimo per tanto tempo…ma tanto…e tu…smettessi di volermi bene?” commentò. Stavolta Piton si lasciò sfuggire un sorriso. Era come quando la sera lei non se ne voleva andare dal suo ufficio. Gli faceva sempre la stessa domanda. E come quelle volte ora lui allungò una mano. Per farle una carezza sulla testa. Giulia chiuse gli occhi. “Te lo ripeterò sempre Giulia…non potrei mai smettere di volerti bene…lo sai…l’amore non può essere spento così facilmente e quello che provo per te è chiaro…” le disse Severus. La ragazza non si trattenne più e gli si buttò ancora fra le braccia. “A settembre tornerai ad essere il professore di Difesa?” gli chiese poi. Piton ci pensò su qualche minuto. “No…ha altri piani per me…” rispose solo. Forse avrebbe dovuto dirle subito la verità. In un primo momento Giulia sembrò sollevata. “Vedi…sono stato promosso…da settembre sarò…” ricominciò a dire lui. Però una voce famigliare lo interruppe. La ragazza si voltò. Era Hermione. In mezzo a quella gentaglia si sentiva persa. Fuori posto. Non trovava le sue amiche e i maghi intorno a lei sembravano capire che lei era in difficoltà. Aveva paura. Qualcuno la prese per un polso. “Salve graziosa ragazzina…hai degli occhi molto belli sai?” disse languida una vecchia strega. Il prefetto si irrigidì. Le stava facendo male. “Ti andrebbe di seguirmi? Sarebbero perfetti nella mia collezione…” gracchiò ancora. Hermione deglutì a fatica. “No…no grazie…davvero…penso che…che mi servano i miei occhi…” sussurrò. E si liberò dalla stretta della vecchia. Poi si allontanò di qualche passo massaggiandosi il polso. Si sentì toccare i capelli. E spaventata iniziò a correre in una direzione a caso. Era arrivata dall’ennesimo angolo da svoltare. C’era meno gente. Due figure stavano uscendo da un negozio. Il prefetto non riuscì a frenare e andò addosso a una delle due. Aveva il fiatone e gli occhi spalancati. Il cappuccio della figura cadde. Rivelando una cascata di capelli biondo castano. Mossi. Talmente lucenti da poter illuminare tutta la via. Degli occhi grigi la squadravano. Ad Hermione sembravano tremendamente famigliari. “Mi…mi scusi…io…” balbettò. L’altra figura si era bloccata. “Herm…ma…sei tu veramente?” boccheggiò d’improvviso. Il prefetto sentiva il cuore battere a mille. Pregava perché si trattasse di qualcuno amico. “Mark la conosci?” chiese la donna. Ad udire quel nome Hermione sentì il cuore calmarsi. La figura annuì. Prese la ragazza per mano e la nascose sotto al mantello. I tre si nascosero dietro l’angolo. Una volta al sicuro anche il ragazzo si smascherò. Il prefetto si sentì rincuorata. Aveva il labbro inferiore che le tremava. “Che ci fai qui in mezzo Herm?! È pericoloso!” la rimproverò Mark. Hermione provò a rispondere ma le parole le morirono in gola. La donna si avvicinò preoccupata. “Lasciala respirare tesoro…non vedi, è spaventata…” esordì. Poi le mise le mani sulle spalle. Il prefetto aspettò qualche minuto. “Gra…grazie…” riuscì solo a sussurrare. La donna le sorrise cortese. “E così tu sei la famosa Hermione eh…Mark mi ha parlato tanto di te lo sai?” le disse. Hermione arrossì. “Ora non esagerare! Questa è mia madre…” precisò il ragazzo. Il prefetto strabuzzò gli occhi. La donna le porse la mano. “Aurora Wright…molto piacere di fare la tua conoscenza…” si presentò. Hermione accettò la mano. “Hermione Granger…il…il piacere è tutto mio…” rispose. Mark le guardava divertito. Aveva sempre voluto presentare sua madre alla sua migliore amica. “Che ci fai qui tutta sola?” le chiese ancora lei. Aveva una voce così melodiosa. Forse era il fattore mezza Veela che contribuiva. Niente a che vedere con Fleur. “Stavo facendo delle compere per un matrimonio a Diagon Alley…ma le mie amiche si sono precipitate qui e io le ho seguite…solo che mi sono persa…” raccontò a grandi linee il prefetto. Aurora annuì comprensiva. “Mi sono presa uno spavento assurdo…” sospirò poi la ragazza. Mark l’abbracciò piano. Stava per parlare ancora quando dovette staccarsi da Hermione. Per bloccare un calcio diretto alla schiena. Giulia si ritrovò con il piede placcato a mezz’aria. “Vacci piano Kung Fu Panda…” la prese in giro il Serpeverde. La ragazza spalancò la bocca. “Mi…mi dispiace Mark…non credevo fossi tu…” esclamò dispiaciuta. Piton li raggiunse subito. “Questo non è il luogo per esercitarti a picchiare chiunque Giulia!” la rimproverò. La diretta interessata tossicchiò. “Menomale che ti ho sentita Herm! Non avresti dovuto seguirci!” disse ancora. Il prefetto la fulminò con lo sguardo. “Ma senti da che pulpito! Tu hai fatto lo stesso se non sbaglio! Che vi salta in mente a te e Anna eh?! Lei dov’è?” disse d’un fiato e con tono vagamente isterico. Severus sospirò spazientito. “Sarà in atteggiamenti lascivi con Draco…rintanati in uno dei vicoli…che due irresponsabili…” sbottò. Poi si sentì tirare per il mantello. “Irresponsabili a chi prof? A noi?” commentò ironica Anna. Il biondo era dietro di lei e la teneva per mano. Il cappuccio tirato su. “Si, proprio a voi Anna…soprattutto a lui…” ripetè Piton. La madre di Mark ridacchiò divertita dalla situazione. “Ora è meglio che torniate a Diagon Alley…prima che vi facciate troppo notare…” suggerì ancora Severus. Giulia gli si strinse vicino. “Dobbiamo proprio?” si lagnò la castana. “E che cosa vorresti fare, sentiamo…una bella scampagnata per l’allegra Notturn Alley?” rimbeccò sarcastico il professore. Come fossero stati a lezione. Anna ghignò. “Andiamo a bere qualcosa tutti assieme!” propose. Piton si posò una mano sugli occhi. “Mi sa che il prof non è molto d’accordo…” si unì Draco. “In effetti avrei sete…” gli diede corda Giulia. Hermione scosse la testa implorante. “Torniamocene nella zona meno oscura vi prego!” le pregò. “Finalmente qualcuna che ragiona…” la assecondò il professore. Giulia, Draco e Anna si guardarono delusi. I due piccioncini ne approfittarono e si unirono in un lungo bacio di saluto. Il prefetto chiacchierò un po’ con Aurora e Mark. “Anche se è stato un gesto avventato sono contenta di aver seguito Anna qui…” sussurrò d’improvviso Giulia. Lei e Piton si erano allontanati dalle effusioni Haliwell-Malfoy. L’uomo le fece un carezza sulla testa. “Non fare altre sciocchezze…vorrei vederti intera la prossima volta…” rispose. La ragazza alzò le spalle. “Chissà quando ci sarà una prossima volta…” osservò. Con tono amaro. Severus si arrese e l’abbracciò. “Non fare così Giulia…lo sai che dispiace anche a me non poterci vedere…ti prometto che appena sarà sicuro ti contatterò…” cercò di consolarla. Gli occhi di Giulia si illuminarono un po’ confortati. “Davvero?” chiese. Piton sorrise ed annuì. “Ti sembra che io abbia mai mancato ad una promessa?” le ricordò. La ragazza finalmente si aprì in un sorriso. Lo strinse forte. E spinta dal fatto che non si sarebbero visti per molto tempo si levò in punta di piedi. Per scoccargli un candido bacio sulle labbra. Il professore ricambiò volentieri. Pochi minuti dopo Aurora aveva preso per mano i tre uragani e li stava conducendo fra le strette vie. Fino ad arrivare allo sbocco su Diagon Alley. Non erano state via molto. Giusto una mezzoretta. Fortunatamente Fleur era ancora al negozio di fiori. Quando le si presentarono davanti però le aspettò una brutta sorpresa. “Finalmonte! Ma vi sembra il modo di sparire così?” iniziò a stillare. Giulia si mise le mani sulle orecchie per evitare che le cadessero. “Hey Fleur piano! Non sento gli ultrasuoni!” sbottò Anna. “E poi avevamo avvertito Gabrielle che ci saremmo assentate un po’…” precisò Hermione. La Veela incrociò le braccia al petto. A mo di madre arrabbiata. “Assentate un po’! E per andare a Notturn Alley!” gracchiò ancora. Le tre spalancarono la bocca incredule. Quella piccola peste aveva fatto la spia! “Stasera lo dirò ai vostri scenitori…non sci si comporta in modo così pericoloso!” le rimproverò ancora Fleur. Gabrielle se ne stava gongolante dietro di lei. Sul viso un sorrisone pari a quello di una serpe. “Fleur senti…è tutta colpa mia ok? Credevo di aver visto una persona che conoscevo ma invece mi sono sbagliata…Giulia ed Herm mi hanno seguito per portarmi indietro…solo che ci siamo perse…” raccontò Anna. La Veela la guardò scettica. “Chi mai potevi aver visto sentiamo…” la punzecchiò. La castana appellò tutte le sue attitudini di attrice. Così abbassò lo sguardo. Posando le iridi sul suo anello. “Ecco io…credevo di aver visto…Draco…” sussurrò. Finta malinconica. Stavolta Fleur si bloccò. “Mi…mi dispiasce di essere stata così dura Annà…ma non potete sparire così…siete state delle irresponsabili...se vi fosse suscesso qualcosa?” commentò. Con un tono più dolce. “Siamo state sconsiderate…ci dispiace Fleur…non accadrà più…” recitò Hermione. Che in realtà era d’accordo con lei. La Veela sospirò. “E va bene…non dirò nulla ai vostri scenitori… “ concluse. Gabrielle spalancò la bocca. “Che ne dici se ora andiamo a finire le compere e dopo ti offriamo un gelato per farci perdonare?” propose ancora Giulia. Fleur sorrise ed annuì. Le due rimasero in testa al gruppetto. Discutendo delle canzoni del matrimonio. Dietro di loro stava Hermione, ancora mezza sconquassata dalla breve avventura. E ancora dietro Gabrielle e Anna. “Io non ci casco alla vostra recita sai?” sibilò la prima. La seconda ghignò. “E chi ti dice che sia una recita?” rimbeccò. La francesina tirò un sospirò irritato. “E comunque si da il caso ce io e Draco siamo fidanzati…appena tutto finirà ci sposeremo, quindi, cocca mia, scordatelo…” aggiunse la castana. Si ricordava benissimo che, quando era venuta ad Hogwarts ai tempi del torneo, la baby Delacourt aveva dimostrato un’estrema passione per il biondo. Gabrielle si irrigidì. “Che cosa vuoi che mi possa interessare…” gracchiò. Per poi aggiungere qualche parola in francese. Probabilmente insulti pensò Anna. Il gruppetto portò a termine le compere e come promesso mangiò il gelato. Finalmente venne il momento dei saluti per Gabrielle. Lei e Fleur rimasero abbracciate per minuti e minuti. Parlando in francese. La baby Delacourt guardò le altre tre. “Con mio immenso piacere devo salutarti a quanto pare…” esordì verso Anna. Quest’ultima ghignò. “Ci vediamo al matrimonio…e ricorda di portare il reggiseno imbottito…” la salutò maligna. La biondina per poco le tirò i capelli. Giulia ed Hermione la salutarono alla svelta in modo da potersene liberare e allontanare la castana dalla possibile rissa. Tornate finalmente in quattro si smaterializzarono verso casa. Erano tutte stanche. Quella sera il turno di cucinare era di Molly. Almeno con tutto quel camminare era venuta abbastanza fame a tutte. Dopo cena Fleur si piazzò sul divano del salotto con Bill. Per raccontargli tutta la giornata. I tre uragani tornarono in camera. “Mai più compere di matrimonio…mai più…” sospirò sfinita Anna. Buttandosi sul suo letto. Le amiche fecero lo stesso. “E quella piccola peste…che nervi!” si lamentò ancora la castana. “Credo che sia felice che la sorella si sposi con Bill come te Anna…” osservò divertita Giulia. “Magari si sente solo un po’ trascurata…infondo Fleur rimarrà qui a vivere e loro sono in Francia…” la difese Hermione. Anna la guardò scettica. “Infondo però coprirci non è che le sarebbe costato tanto…” commentò ancora Giulia. La castana si tirò su a sedere. “È una piccola moralista tutta bon ton…speriamo che non tutti gli invitati siano così…” esordì. Le tre rabbrividirono. “Odio le bamboline con i boccoli biondi e il naso all’insù…” soffiò Anna maligna. Il prefetto la guardò. “Tutta invidia…” canticchiò. La castana la guardò scettica. “Ma nemmeno per sogno!” sbottò. Giulia scosse la testa divertita. Anna ghignò. Si alzò in piedi sul letto. “Mi ricorda molto Sandy…quella di Grease…” precisò. Facendo finta di vomitare. Hermione le tirò un cuscino. La castana lo evitò. “Look at me, I'm Sandra Dee, lousy with virginity…” iniziò a cantare. Giulia sorrise. Il prefetto sbuffò. “Won't go to bed till I'm legally wed, I can't, I'm Sandra Dee!” continuò Anna. La ragazza iniziò a dondolare le gambe a tempo. Hermione tentò di tirarle un altro cuscino per farla smettere. La castana si spostò e si sedette sul bordo del letto con aria finta sognante. Le gambe elegantemente accavallate. “Watch it, hey, I'm Doris Day...I was not brought up that way won't come across, even Rock…Hudson lost his heart to Doris Day!” proseguì sbattendo le ciglia. Hermione si lasciò scivolare sul letto arresa. Giulia guardava l’amica divertita. Anna le osservò a sua volta. “I don't drink or swear, I won't white my hair, I get ill from one cigarette…” elencò. Tossicchiando mentre faceva finta di fumare. Giulia si alzò e si sedette vicino a lei. L’altra la guardò indignata. La ragazza l’abbracciò apposta. “Keep your filthy paws off my silky drawers. Would you pull that crap with Annette?” sbottò ancora la castana. Spingendo via Giulia. Il prefetto non poté trattenere una risata. “As for you, Troy Donahue, I know what you wanna do, you got your crust, I'm no object of lust!” comment ancora Anna. Guardando male quest’ultima. Come fosse un altro pretendente. Poi i tre uragani incrociarono gli sguardi. “I'm just plain Sandra Dee!” cantarono in coro. Scoppiando in una risata. La castana si alzò e si avvicinò al peluche sul letto di Ginny. Con le mani sui fianchi. “Elvis, Elvis, let me be, keep that pelvis far from me!” si lamentò. Per poi imitare il movimento pelvico di Elvis Presley. Hermione scosse la testa divertita. Giulia battè le mani. Anna saltò ancora con un balzo sul suo letto. “Just keep your cool, now you're starting to drool…hey, fungu, I'm Sandra Dee!” concluse. Levando il naso all’insù per imitare Gabrielle. Le amiche scoppiarono ancora a ridere. “Eri uguale!” ammise il prefetto fra le risa. La castana fece un inchino. Giulia era tornata sul suo letto. “Che ne dite se ora ci vedessimo un film?” propose. Hermione si rotolò fra le coperte. “Ok…a patto che non sia un horror…mi è bastata la visita a Notturn per oggi…” commentò. La castana strisciò fino al suo baule. “E se vediamo ‘La Ragazza che giocava col fuoco’?” provò. “È la continuazione del film con la tipa che ti somiglia?” chiese il prefetto. Anna scodinzolò. “La mia Lisbeth!” sospirò quasi innamorata. L’amica scosse subito la testa. La castana tornò a tuffarsi fra i dvd. “Se optassimo per il caro vecchio Tim Burton? ‘Coraline e la porta magica’…” propose ancora. Hermione e Giulia si guardarono. “Questo ci manca…dai attacca…” proclamò la seconda. Così Anna posizionò la tv e mise il dvd. Durò un’ora e mezza circa. Ai titoli di coda il prefetto e la ragazza sonnecchiavano già. La castana invece cambiò dvd e mise il primo che aveva trovato. Abbassò il volume e se lo guardò da sola. Fino alla fine. Quando arrivarono Mary Kate e Ginny si era appena rimessa a letto. Era mezzanotte e mezza che finalmente anche Anna aveva chiuso gli occhi. Raggiungendo con le altre il mondo dei sogni.
 
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124 replies since 15/12/2009, 19:27   4788 views
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