| ma buonpomeriggiooooo *w* per farmi perdonare per il ritardo dell'aggiornamento vi ho portato un regalo ù.ù *indica banco tre rifornito di ghiaccioli tutti i gusti+1 e ventilatori* la cara Ire li distribuirà a tutte voi *-* finalmente tornata a casa dopo vari viaggi spezzettati mi sono decisa a postare il nuovo capitolo (che ho pronto da prima di andare via X°D). lo so sono sadica ù.ù grazie mille per i commenti bimbe, mi fanno un sacco piacere *.* vi adoro <3 Avvertenze: elevata presenza francese, lunghezza back ai vecchi capitoli stile boulevard xD, allegramente sviato il momento privato Ron/Herm per la salute mia e di tutte voi XD in questo cappy troviamo Never Think (di Rob Pattirson *-*) ed Everytime (dei Simple Plan *.*) spero che vi piaccia e vi distragga un pò da questo caldo odioso e dalle zanzare *_* *spruzza autan* fatta la solita introduzione chilometrica vi lascio alla lettura <3
Undicesimo Capitolo La mattina i primi raggi del sole entrarono insidiosi nelle camere. Un piacevole caldo estivo trapelava dalle finestre. Anna venne investita dalla luce. D’istinto sgusciò sotto la coperta. Troppo tardi. Gli occhi le si erano già aperti. Ancora sotto il lenzuolo se li strofinò con le mani. Poi sbadigliò. Tornò alla luce come una talpa appena risorta dal letargo. Il che in effetti si adattava perfettamente. Dato che la castana aveva lasciato gli occhiali nella sua stanza. Iniziò a fare ogni genere di espressione per riuscire a vedere meno sfocato. Appena si ricordò della notte si voltò di scatto. Ma vicino a lei non c’era nessuno. Da quello che riusciva a vedere anche il letto di suo fratello era vuoto e rifatto alla perfezione. Anna scese dal letto e appoggiò una mano alla parete. Imprecando per quella sua stupida miopia mista ad astigmatismo. Quando arrivò alla porta la riconobbe subito. Ci sbatté in pieno il naso. Veloce la aprì e proseguì a tentoni. Vedeva il corridoio. Una delle stanze infondo era la sua. Riconobbe le scale e filò dritta. Vide una macchia avvicinarsi ma non capì di cosa si trattasse finché dei capelli biondi le frustarono il viso. Fleur evitò accuratamente di salutarla. Dopo altre cinque passi arrivò alla stanza. Era in penombra. Fantastico. Un impedimento in più. Fece un passo in avanti. “Acqua…” sentì dire. Una macchia arancione gongolava sul letto. “Mostro, prendimi gli occhiali, muoviti!” le ordinò. Mary Kate scosse la testa. “Dai che sei vicina…ti guido io…” ghignò. Anna sbuffò. Ricominciò ad andare avanti. La sorella continuava a dare indicazioni come il gioco dell’acqua e del fuoco. Solo che era ancora al livello “acquolina”. Mary Kate la fece avvicinare. Nemmeno il tempo di fare due passi che si inciampò su qualcosa di abbastanza grande. Finendo a faccia in giù dall’altra parte. Spazientita la castana imprecò. “Che succede? Hey Anna che ci fai li?” sbadigliò Giulia. Tirandosi su a sedere. “Mi ha investito…” gracchiò infastidita e ancora assonnata Hermione. “E perché hai investito Herm?” chiese ancora la ragazza. Anna sbuffò esasperata. “Perché quella cretina che ho per sorella invece di guidarmi al mio letto mi ha fatto andare su di lei!” esclamò. Indicando un punto impreciso in cui sarebbe dovuta esserci Mary Kate. Le amiche si guardarono in giro. “Qui non c’ nessuno a parte noi…” commentò il prefetto. La castana tirò un gridolino spazientita. “Se la prendo la crucio!” soffiò. Hermione si passò una mano sugli occhi traumatizzata. Giulia si ributtò con la schiena sul materasso. “Ma come mai te ne vai in giro senza occhiali?” notò la prima. Anna si tirò su e striscò fino al suo letto. Una volta arrivata al comodino tirò fuori i suoi salvatori dalla custodia. Appena se li inforcò riaprì e chiuse gli occhi per qualche secondo. Per riabituare la vista. “Perché ieri sera, quando sono uscita, li avevo già messi via e ho avuto la fortuna di appendermi al muro arrivando sana e salva…” rispose seccata. Il prefetto balzò giù dal letto. Poi poggiò un piede sul materasso ed iniziò a fare stretching. “Sei uscita? Ti ha chiamato Draco?” chiese speranzosa Giulia. La castana scosse la testa. “Non avrai…mica…dormito con Bill…spero…” commentò Hermione. Scandendo lentamente le parole per via dello sforzo fisico. Anna alzò gli occhi al soffitto finta innocente. “Anna! Hai visto in che condizioni era Flebo…ehm…Fleur ieri sera! E se ti avesse visto?” squittì spazientito il prefetto. Cambiando gamba dell’allungamento. La castana la guardò scettica. “Se ci avesse visto probabilmente io non sarei qui a parlare con voi…” osservò. Giulia si stiracchiò ed annuì d’accordo. “Saresti già seppellita in giardino o in qualche angolo ridotta in polvere…” precisò. Anna storse il naso. “Oppure mi avrebbe lasciato a morir di fame in soffitta…” ipotizzò ancora. Hermione la guardò poco convinta. “In tal caso avrebbe aspettato in eterno…anche se non mangi per una settimana rimani viva e senza fame…” sbuffò. Con un pizzico d’invidia. La castana alzò le spalle. “Affari suoi…è da quando ero piccola che dormo con Bill…perciò se ha problemi che se li risolva…non cambierò di certo le mie abitudini perché una Barbie con la puzza sotto al naso è gelosa…” soffiò acida. Il prefetto riappoggiò a terra la gamba. Decretando la fine dello stretching mattutino. Poi le puntò contro un dito. “Devi ricordati però, cara la mia signorina, che sei cresciuta! A undici anni dormire con qualcuno più grande poteva anche essere normale…però a diciassette diventa una cosa ambigua!” commentò. Anna alzò un sopracciglio quasi indignata. “Intanto metti via il dito inquisitore…e comunque che cosa ambigua e cosa ambigua! Io e Bill non facciamo niente di male! Non sto mia cercando di sedurlo!” sbottò. Al pensiero però di lei in vestaglia nera e il rosso già sul letto divampò. Hermione la scrutò a mo di membro dell’inquisizione spagnola. “Herm non trarre subito le conclusioni…anche io ho sempre dormito con Fred quando eravamo alla Tana…” le ricordò d’improvviso Giulia. Il prefetto si rizzò come se avesse ricevuto una scossa elettrica. “Però da quando stai con Piton non ci hai più dormito…” notò ancora. La ragazza sospirò. “Io e Sev stiamo assieme solo da nemmeno un anno ufficialmente…che poi non è nemmeno ufficiale…e comunque chi ti dice che io non lo rifarò? Non è mica un reato Herm…” si giustificò. Stavolta fu il turno di Anna si scattare. “Vuoi forse una rinfrescatina di memoria Herm? Rimembri il tuo migliore amico Serpeverde? Quello da cui sei rimasta a dormire parecchie volte a scuola? E anche l’altra notte? Eppure stai con Ron mi pare…” espose. Con un ghigno malefico in viso. Hermione impallidì. Colpita ed affondata. La castana gongolò vittoriosa. Così iniziò a cambiarsi. Giulia era già immersa nel baule da cinque minuti. Avrebbe dovuto cercare dei vestiti da mettersi. Però l’osservazione che aveva fatto Hermione l’aveva rapita. Era davvero da così tanto che non dormiva con Fred? Normalmente sarebbe sembrata una cosa di poco conto. Ora lei aveva Severus. Però dormire con lui non era la stessa cosa. Infondo da quando il gemello non era più ad Hogwarts non si vedevano tanto spesso. E quando si vedevano o era come conseguenza all’esplosione di un cataclisma, oppure erano nel mezzo del tram tram della Tana. Non si ricordava di aver dormito con lui nemmeno l’estate prima. Da quanto era che non se ne stavano tranquilla a chiacchierare come quando erano tutti e due studenti? Questa cosa non le piaceva affatto. La crescita ci poteva stare. L’allontanamento però la terrorizzava. Veloce la ragazza prese una maglia leggera viola smanicata. Fatta a mo di camicia. La gonna a fantasia scozzese viola e nera. E le Converse. Mettendosi tutto automaticamente. Anna si strinse in uno dei suoi corpetti. Precisamente quello che le amiche le avevano regalato al compleanno. Con nastri di raso incrociati sul davanti. In bella mostra i due tatuaggi. Poi si infilò una delle tante gonne. Corta piena di tulle e pizzi. Si mise le calze e allacciò gli anfibi. Lei e Giulia fecero a turno a tenere lo specchietto della prima mentre l’altra si truccava. Hermione intanto si era ripresa dalla sconfitta e aveva messo i suoi jeans preferiti. Ballerine azzurre. Camicia ancora azzurra con le maniche a tre quarti. Il cerchietto portafortuna nei capelli. E per una volta decise di concedersi un pizzico di ombretto. Quando furono tutte e tre pronte scesero per la colazione. Scoprendo così che erano le dieci e mezza Mary armeggiava ancora con padelle. “Buongiorno ragazze! Dormito bene?” sorrise cordiale. Giulia la guardò. Ricordandola per un attimo come la donna che sbraitava contro Molly la sera prima. “Bene grazie…” rispose poi Hermione. Anna si sedette sulla sedia di peso. “Ho una fame atroce!” esclamò. Passandosi una mano sullo stomaco brontolante. La donna ai fornelli la guardò divertita. In men che non si dica del bacon croccante seguito da thè freddo planarono davanti alla castana. Seguiti da delle cialde con sciroppo al cioccolato per Giulia. E un bicchiere di latte con torta allo yogurt per il prefetto. La castana non se lo fece ripetere e planò sul bacon come fosse un caccia militare sulla zona da bombardare. Hermione la guardò esasperata. La terza iniziò a mangiare la prima cialda. Mary si appoggiò al lavello osservando le tre con soddisfazione. Quel giorno era toccato a lei cucinare la colazione. Magari si sarebbe offerta anche per il pranzo. “Dove sono tutti mamma?” chiese Giulia. Storpiando le parole a causa della bocca piena. “Giulia si inghiotte prima di parlare!” la rimproverò Hermione. per poi mangiare un boccone di torta. La donna ridacchiò. “I baldi uomini sono al lavoro…o al Ministero…non ho ben capito la divisione…Fleur sta appendendo i panni in giardino…Molly vuole tenerla lontana dai fornelli per impedirle di cucinare il dolce per stasera…povera creatura…” spiegò. Anna trasalì. “Oggi sembra davvero di pessimo umore…oggi ho visto che lei e Bill hanno avuto una lunga conversazione dopo colazione…spero non abbiano litigato…” commentò ancora Mary. Il prefetto tirò una gomitata nel fianco alla castana. Che la scacciò come fosse una mosca fastidiosa. Giulia nel frattempo aveva dimezzato la pila di cialde. “E Fred? È già tornato al negozio?” chiese ancora. La madre annuì. Lei sospirò delusa. “Torneranno a cena stasera…anche se siamo in periodo nero, i loro scherzi sono molto apprezzati…” aggiunse poi la donna. La figlia tornò alla sua colazione. “Molly e mia madre che fine hanno fatto?” intervenne Anna. Mary fece levitare il suo piatto oramai vuoto nel lavello. “A fare la spesa…con Ginny, Mary Kate e Ron…serviva qualcuno che portasse le provviste più pesanti e a rischio di rottura…ah Giulia, tesoro…Molly continua a blaterare che vuole i tuoi biscotti…mi ha pregato di dirti se dopo pranzo puoi iniziare subito a cucinarli, così tu-sai-chi non potrà avvicinarsi più di tanto…” spiegò. La castana e l’amica si guardarono. “Perché Voldemort dovrebbe venire a cucinare dai Weasley?” chiesero in coro stupite. Mary scoppiò a ridere. Hermione si bevve tutto il latte d’un fiato per evitare di prendere a calci le sue amiche. “Ma no! Intendevo…un tu-sai-chi biondo…” precisò la donna. Giulia annuì finalmente. Anna storse la bocca. “Finalmente Voldie ha deciso di comprarsi una parrucca? Ma perché biondo? Vuole copiare Lucius?” sbottò. Le due Wyspet non poterono fare a meno di ridere. Hermione le tirò uno scappellotto dietro la testa. “Oh per Merlino! Stanno parlando di Fleur!” strillò quasi. La castana rimase a bocca aperta. “Ah…e ditelo prima no!” sbuffò. Mary raccolse gli altri due piatti vuoti. “Bhe, grazie Anna…devo dire che la visione di Voldemort con parrucca bionda mi rimarrà in pressa fino a stasera almeno…” ridacchiò. Anna si drizzò a sedere fiera. “Magari che balla pure come quella cantante italiana…quella che fa i gesti con le mani!” aggiunse Giulia. La madre la guardò pensierosa. Grazie a Mary Kate, di musica italiana se ne intendeva. La figlia imitò i gesti in questione. Unendo i pollici delle due mani per far si che queste assomiglino a due ali. Mary sobbalzò. “Lorella Cuccarini!” la riconobbe. Giulia annuì convinta. La castana ghignò. Hermione oramai era disperata. “E vola, con quanto fiato hai in gola, il buio ti innamora, qualcuno ti consolala notte vola!” iniziò a canticchiare la madre. “All'ombra di un respiro, io ti sarò vicino, ti prego resta sempre bambino!” completò la figlia. Anna rise. “Vi immaginate che la canta ad Harry?” commentò. Le due iniziarono a ridere ancora. Per questa volta anche al prefetto sfuggì un sorriso. Mentre loro ancora scherzavano entrò qualcuno in cucina. Fleur teneva fra le mani la bacinella vuota. Prima strabordava di roba appena lavata. Affaticata la poggiò di peso sul tavolo. Il respiro irregolare. “Fa un sacco caldo fuori eh Fleur? Ti va un bicchiere fresco di succo?” le propose Mary. La ragazza annuì. Anna iniziò ad osservarla con la coda dell’occhio. Pur essendo sotto sforzo. Pur avendo la pelle imperlata di sudore. Pur avendo fatto fatica. Quella Barbie era ancora perfetta. Il trucco non le era colato. I capelli le stavano perfettamente composti dietro le spalle. La donna le porse il bicchiere. “Grossie mille signora Wyspet…” la ringraziò. Per berla poi tutta d’un fiato. Anche facendo un geto così secco sembrava aggraziata. Ad Anna fece un po’ invidia. Lei sarebbe stata in tutt’altre condizioni. Per non parlare dei suoi modi già poco fini di loro. “Scè qualcosa che posso fare ancora signora Wyspet?” pigolò poi la Veela. Mary si guardò intorno. Molly non le aveva lasciato altri compiti in particolare. “Potresti rifare i letti della vostra camera e quelli della camera di Christian e Bill…le ragazze ti daranno una mano…poi fino a pranzo siete libere…” propose. I tre uragani si alzarono. Insieme alla bionda salirono le scale. “Io vado a rifare quelli di la…voi fate quosti…ne comprenez-vous?” ordinò nemmeno varcata la soglia della loro stanza. Hermione, l’unica che sapeva il francese, annuì. Così si divisero. La castana la seguì con lo sguardo. Doveva avercela ancora a morte con lei. Veloce si fiondò a rifare il suo letto e quello della sorella. Alle amiche lasciò i rimanenti e si spostò nella camera del fratello. Senza dire nulla entrò. E vide che Fleur aveva messo all’aria cuscini e coperte. Anna cominciò da quello di Christian. “Qui scè un odore insopportabile! Veramonte disgustoso!” squittì all’improvviso inorridita la prima. La castana si voltò. Sbaglio o non avrebbe dovuto rivolgerle la parola? Così si limitò a continuare a fare ciò che stava facendo. “Sci vorranno almeno due lavasci per farlo andare via!” sbottò ancora la Veela. Sventolando il lenzuolo con una mano. Anna la guardò dubbiosa. Lei veramente non sentiva questo odoraccio. La lasciò alla sua sceneggiata. Per tornare a sistemare il suo lenzuolo. “Sembra qualcosa di dolsce… estremamente dolsce…appiccicoso…insupportable! Qualcosa come…scioccolato…no…scianduia…disgustoso!” concluse infine Fleur. Sogghignando in direzione della castana. Questa si irrigidì. Ovvio che non sentiva nulla. Era il suo profumo! E lei lo aveva definito disgustoso! Appiccicoso! Insopportabile! Lasciò andare il cuscino che stava sprimacciando e si voltò. La Veela aveva anche lei fra le mani un cuscino. Lo stava sbatacchiando ben bene. Fin quando si fermò. Notando una macchia nera sulla federa immacolata. La riconobbe subito. Anna trasalì. Maledicendo l’incantesimo struccante usato quella sera prima. Probabilmente non aveva tolto tutta la matita e il mascara e lei non si era nemmeno specchiata per controllare. Fleur tremò di poco. “Sai Annà…il profumo di una persona disce molte cose…la maggior parte delle volte la rappresenta appieno…vous comprenez?” soffiò. Con la solita voce vellutata. Il doppio significato però era tagliente come una lama. La castana strinse i pugni. La Veela temette che si avventasse su di lei e la riempisse di pugni. Invece buttò tutte le coperte sul letto ancora sfatto di Christian. Senza dire nulla si avviò a grandi passi fuori dalla camera. Per tornare dalle sue amiche. Aprì il cassetto del suo comodino con violenza. Hermione e Giulia si guardarono preoccupate. “Anna tutto ok?” chiese la seconda. “Ho solo avuto una discussione con Flebo…” sbottò. Il prefetto si avvicinò. “Che le hai fatto?” sospirò esasperata. Anna la fulminò con lo sguardo. “A quanto pare la signorina non trova buono il mio profumo…dice che è disgustoso…appiccicoso…e che il più delle volte il profumo rispecchia la persona in se…” sibilò. Hermione spalancò la bocca allibita. Giulia strabuzzò gli occhi. “E…e lei sta bene? Cioè…le hai lasciato qualche organo funzionante?” boccheggiò quest’ultima. Il prefetto era oramai pronto a ricomporre la Veela con ago e filo. “Certo…è di la che cinguetta sistemando le lenzuola del suo amato…macchiate del mio impuro mascara…” rispose acida Anna. Ancora le amiche si guardarono perplesse. Nessuno aveva mai detto una cosa simile alla castana ed era rimasta almeno riconoscibile di viso! La diretta interessata aveva finalmente trovato la fonte della sua ricerca. In mano stringeva il piccolo mp3 nero. Come una furia uscì decisa dalla camera. Urtando la spalla di Fleur che stava entrando. Andò a sbattere contro lo stipite della porta. Anna non si voltò nemmeno e scese le scale. Diretta al suo solito albero in giardino. Doveva sbollire. Pensare. Rimuginare. La bionda intanto era entrata e si era diretta al suo letto massaggiandosi la spalla. Hermione e Giulia la guardavano attonite. In effetti si sentiva molto a disagio a stare li in mezzo. Però doveva ammettere che dopo la scenetta di qualche minuto prima, lo spintone era la cosa meno grave che avesse potuto farsi. I rimanenti due uragani finirono il letto di Ginny e tornarono in cucina ad aiutare Mary. Fleur rimase di sopra seduta sul letto. La castana aveva l’mp3 al massimo volume. Ginocchia al petto. Era confusa. Non si aspettava un atteggiamento simile da Fleur. Non che ci fosse rimasta male. Più che altro era shockata. La Veela doveva essere davvero arrabbiata a morte. A tal punto da voleva distruggere psicologicamente. E che diamine, questa era la sua strategia! Ovviamente prima Anna veniva alle mani. Però non poteva di certo fare a fettine Fleur. Bill sarebbe stato vedovo ancora prima di sposarsi. Certo, poteva capire le varie motivazioni della Veela. Probabilmente sarebbe anche andata a pigolare dal rosso perché l’aveva spinta. Sperava proprio che le spuntasse un grosso livido blu su quella pelle bianca e perfetta. Però a quel punto anche lei si sarebbe dovuta lamentare dei maltrattamenti. Sentiva le parole disgustate della francese rimbombare nelle orecchie. Da piccola sarebbe di sicuro corsa fra le braccia del suo fratellone. Però non era più piccola. La castana tirò un pugno al terreno. Bill aveva proprio ragione. Lei e Fleur erano dannatamente simili. E questo l’aveva sconvolta più che mai. Il pranzo arrivò in un baleno. Gli uomini tornarono come anche le inviate alla spesa. Mary cucinò il suo famoso pasticcio. Molly non faceva che pregare Giulia per i biscotti. Era quasi infastidita. Bill non era venuto a conoscenza né della scena in camera. Né dello spintone. Altra sorprendente rivelazione constatò Anna. Forse la Veela aveva in serbo per lei qualcosa di peggiore? Dopotutto lei teneva in mano una delle persone a cui teneva di più. Dal canto suo Fleur non rivolse nemmeno una parola al rosso. Né lo salutò con il consueto bacio. Finito anche il caffè gli uomini tornarono al lavoro. Molly infilò a Giulia il grembiule quasi a forza. Ma fu troppo tardi. La Veela era stata più veloce ed aveva già disposto tutti gli ingredienti sul tavolo. La donna sospirò arresa. Pensando che si sarebbe dovuta ricordare l’incantesimo equivalente alla lavanda gastrica babbana per i poveri commensali della sera. Giulia fu sollevata di non dover preparare dolci. Rimase a leggere tutto il pomeriggio fuori con le ragazze. Ogni tanto Anna entrava a prendere qualche biscotto per le altre. E vedeva la bionda tutta sporca di farina. Testarda non aveva voluto usare la magia. Lavorava la pasta con talmente tanta violenza che la castana si dileguò subito. Molly allungava il collo ogni tanto per vedere cosa stesse accadendo nella sua cucina. Il pomeriggio passò così. La cena fortunatamente venne ancora cucinata da Mary. Erano quasi le otto quando tutti si erano finalmente accomodati a tavola. Lupin e Tonks non erano passati. “Che bello! Non vedo l’ora di gustarmi i biscotti di Giulia!” esclamò leccandosi i baffi Fred. La madre tossicchiò. “In verità Fred…il dolsce oggi l’ho cucinato io…” precisò Fleur. Metà tavolata trattenne il respiro. L’arma del delitto era stata chiusa in forno dalla padrona. Alcuni optarono per riempirsi fino allo sfinimento di polpettone e pollo così da non dover assaggiare il dolce. Tolti i piatti la Veela trotterellò aggraziata verso il forno. Prese la teglia e la poggiò in centro al tavolo. La torta era verde. I presenti si guardarono perplessi. “Ehm…tesoro…è una torta alla menta?” chiese speranzosa Ilary. Fleur scosse la testa. “È alla crema pasticcera, limone e nosciole!” rivelò. Gli altri si guardarono allibiti. La Veela prese il coltello ed iniziò a tagliare le fette. Però man mano che chiedeva tutti la rifiutavano. Chi con la scusa di essere troppo pieno. Chi facendo finta di avere un’allergia a uno degli ingredienti. Prima di arrivare a Bill la francese era abbastanza sconsolata. Rimanendo nel suo solito contegno alzò il naso. “Vogliate scusormi…vado un attimo in bagno a rinfrescormi…” sussurrò. Per poi uscire dalla stanza veloce. Era chiaro che c’era rimasta male. Ginny e Mary Kate guardavano il dolce con sospetto. Hermione abbassò la testa in colpa. Giulia sospirò dispiaciuta. Anna scosse la testa. Sarebbe dovuta gioire. Ma stavolta non fu il suo spirito Serpeverde ad avere la meglio. Così si alzò dalla sedia e seguì il percorso fatto dalla Veela. Le amiche rimasero a bocca aperta. Lei salì le scale e vide subito la luce della loro stanza accesa. La porta socchiusa. Dei singhiozzi sommessi. La castana si sporse per vedere meglio. Ma le borchie lunghe del suo bracciale urtarono la porta che si aprì con uno scricchiolio. Fleur era seduta sul suo letto. All’udire del rumore si era voltata e poi si era girata ancora di schiena. Anna si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò piano. Poi si sedette vicino a lei. Era una situazione così strana. Rimasero in silenzio per qualche minuto. Però il singhiozzare della Veela era straziante. Così la castana decise di farla finita. “Non credo che la tua torta sia così male…” esordì stupidamente. Fleur non alzò nemmeno la testa. “Io…io vi odio! Vi odio tutti…odio l’Inghilterra…odio questa casa…e odio te!” sbottò fra le lacrime. Anna la guardò quasi ovvia. “Questo l’avevo notato…” puntualizzò. In verità non sapeva cosa fare. Non sapeva nemmeno perché era andata li. Stupidi geni da Grifondoro dal cuore grande, anche detta Ilary McGuire! Dopo altri minuti interminabili la Veela si calmò. Si soffiò piano il naso in un fazzoletto ricamato. Poi ne estrasse un altro e si asciugò gli occhi. La castana non rimase stupida dallo scoprire il trucco palesemente intatto. D’improvviso il salice piangente parlò. “Si può sapere come fai?” gracchiò con la voce tremula. Anna strabuzzò gli occhi. “Come faccio…a fare che?” ripetè sconcertata. Fleur abbandonò per un attimo il contengo e tirò su con il naso. “Come fai a…a essere così…benvoluta da tutti…” biascicò. In un inglese quasi corretto. La castana la guardò ancora più perplessa degli altri prima davanti al dolce. Le sembrava un altro insulto. “Ho capito che sei nel momento depressivo, ma un altro insulto no eh…” sbottò infastidita. Fleur scosse la testa. “Cioè…tu credi davvero che tutti qui mi vogliano bene?” ripetè incredula Anna. La bionda annuì. “Ti sbagli di grosso cara mia francesina…” commentò l’altra. La Veela sbuffò. “Hai due migliori amiche che sono come fossero sorelle…i loro scenitori ti adorano…i gemelli ti adorano…porfino Molly ti adora...” elencò. La castana rimase sempre più allibita. I should never think what's in your heart, what's in our home. “Se pensi che Molly Weasley mi adori allora devi avere uno strano concetto dell’adorazione in generale…” esordì. Fleur abbassò lo sguardo. “Bill stravede per te…basta guardare il suo sguordo…quando i suoi occhi sono puntoti su di te sono…dolsci…adoronti…” aggiunse. Anna arrossì. Era già un’impresa cercare di capire quell’inglese francesizzato. Senza che lei si mettesse anche a dire cose del genere. “Perché scusa…come credi che guardi te?” rimbeccò subito. La Veela spostò le iridi azzurre sulla castana. So I won't. “Non è la stessa cosa…” sussurrò depressa. Anna prese un profondo respiro. “È logico che non lo è! Io e te abbiamo due rapporti completamente diversi…io sono come una sorella…tu sei la sua…ragazza…” le fece notare. Non riuscendo però a definirla come “futura moglie”. Fleur scosse la testa. “Lui si comportà con te come con me…e scio non lo soporto…” si lagnò ancora. La castana si morse la lingua per non correggerle ogni singola sillaba della frase. Odiava gli errori grammaticali. “Ti pare che Bill mi abbia mai baciato sulla bocca? Ti pare che mi abbia mai invitato ad uscire? Ti pare che mi abbia mai fatto le cose che fa con te come foste in luna di miele?” sbottò. All’ultimo particolare la Veela arrossì. “Però…ti fa dormire con luì…vi ho visti stomattina…sono venuta a svegliarlo io…eravate abbrasciati…” aggiunse poi. Con tono acido. Fu il turno di Anna di arrossire. Non sapeva davvero più cosa inventarsi per spiegare alla Barbie che non aveva nulla da temere. You'll learn to hate me but still call me baby. “Ti piascerebbe lo so…stare con lui come sci sto io…” osservò ancora lei. Con una punta di acido nella voce. La castana sospirò esasperata. Non le sembrava così complicato da capire! D’improvviso allungò la mano sinistra in modo da ficcarle sotto gli occhi l’anulare. “Vedi questo? È un anello di fidanzamento…io il ragazzo cel’ho già…” spiegò. Fleur la guardò. “Stai ancora con quel Malfoy? Ma non è scappato con i Mansciamorte?” chiese. La castana deglutì. “Ecco…quello è un piccolo particolare…sta di fatto che lo amo…e non lo tradirei mai nemmeno se è a metri e metri di distanza…lui sa che Bill è come un fratello e fra noi non succederebbe nulla…e lo stesso dovresti fare anche tu…Bill ti ama davvero, altrimenti non ti vorrebbe portare all’altare no?” espose. Fleur si morse il labbro inferiore. Poi abbassò lo sguardo puntandolo sulle ballerine azzurre. Il fazzoletto rigirato fra le mani. Anna attese qualche cenno. Oh love so call me by my name. “Io non so come fai…a essere così…così…perfettà…fino ad ora non avevo mai provato una simile…insicurezza…” sospirò affranta la Veela. La castana la guardò dubbiosa. “Perfetta? Io?” boccheggiò. Fleur la guardò. Gli occhi annacquati dalle lacrime. “Forse non ti sai proprio vestire bene…sei lugubre e rozza…però…sei così magra e non mansci nulla…se vuoi qualcosa lo ottieni sensa sbattere i piedi a terra…” iniziò a dire. Anna alzò gli occhi al soffitto. “Che grande considerazione che hai di me…e comunque grazie eh…lo so già di mio che sono poco femminile…e per la cronaca sono magra perché ho il metabolismo veloce…quello che ottengo, lo ottengo perché me lo merito…ho sempre lottato per ciò che voglio…e lo sto ancora facendo e non smetterò mai di farlo…” raccontò. Fleur non disse nulla. Tirò ancora su col naso. “Io scerco di essere scentile e disponibile…ma tutti mi deridono qui…divento nervosa fascilmente e penso che vorrei tornore in Franscia…però poi penso a Bill e tutto passa…” aggiunse poi. La castana annuì. And save your soul, save your soul, before your to far gone before nothing can be done. “Quando tu sei andata via lui mi ha detto una cosa su cui ho riflettuto molto…ha detto…che io e te siamo più simili di quanto crediamo…” confessò. La Veela parve essere sconcertata. “Si, si…anche io ho fatto quella faccia…cosa vuoi che abbia io in comune con una Barbie francese dal naso all’insù…” si lasciò sfuggire Anna. Fleur storse il naso. “Tu sei la tipica ragazza che ho sempre detestato…anche quando sei venuta ad Hogwarts per il Torneo non mi stavi per nulla simpatica…così come l’anno scorso…ma ho voluto fare uno sforzo perché Bill me lo aveva chiesto…voleva che diventassimo amiche…così ci ho provato ed ho scoperto che non sei così male…o almeno lo credevo fino a stamattina…” aggiunse la castana. Una vena triste nella voce. La Veela stropicciò il fazzoletto fra le mani. In imbarazzo. “Quando ho conosciuto Bill avevo undici anni…era il primo Natale che passavo qui…io, Giulia ed Herm ci eravamo conosciute tre mesi prima e non eravamo così legate come ora…i Weasley avevano invitato le famiglie a passare le feste unite…figurati se mia madre, che la conosceva dai tempi della scuola, poteva dire di no a Molly…” iniziò a raccontare Anna. Fleur si soffiò il naso. Senza produrre quella pernacchia fastidiosa che di solito caratterizza questo gesto. “Ero una bambina che si faceva problemi per tutto…non volevo passare il mio Natale con gente sconosciuta…volevo passarlo a casa mia con la mia famiglia…litigai anche con mia madre ma ci trasferimmo qui comunque…mia sorella conobbe Ginny e mio fratello si aggregò alla prole Weasley…io avevo vicino Harry, Ron, Giulia ed Herm…però mi sentivo a disagio…in più Molly mi guardava continuamente male o mi ignorava…volevo avere attenzioni e a nessuno sembrava importare della mia presenza…non mi piaceva…” continuò a dire la castana. La Veela sospirò. Si trattenne dal dire che sapeva benissimo cosa intendeva. I'll try to decide when she'll lie in the end, I ain't got no fight in me. “A due giorni da Natale gli ultimi figli Weasley arrivarono…così conobbi Bill…mi sembrò subito un bel ragazzo…a cena non mangiai quasi nulla, come mio solito…quando sono nervosa il mio stomaco si chiude…non sento la fame già di mio…Herm si preoccupa sempre un sacco per questo…dice che mangio troppo poco…ma se mangio troppo finisco per stare male quindi preferisco regolarmi…” puntualizzò Anna. Fleur annuì concentrata nella narrazione. “Sta di fatto che mia madre si accorse di questa cosa…avevo passato metà cena a Giulia…mi rimproverò e io a disagio andai uscii dalla stanza con la scusa di un mal di pancia…mi raggomitolai sul divano tristissima…fu allora che Bill venne da me…e capì com’ero…avevo bisogno di qualcuno vicino…qualcuno che mi considerasse per com’ero, senza pressarmi per cambiarmi, che apprezzasse i miei sforzi per compiacerli…ma la gente che stava con me in quella casa non lo sembrava capire…perfino i miei genitori…lui mi parlò…rifiutò il dolce per farmi compagnia…e quando arrivò l’ora di andare a dormire mi staccai da lui a malincuore…però ero troppo timida per chiedergli di stare con me ancora un pò...” proseguì la castana. La Veela strabuzzò gli occhi. Quella ragazza non le sembrava di certo timida. Era così sicura di se. Se ne fregava del giudizio altrui e faceva tutto quello che voleva prendendosene la responsabilità. In this whole damn world so hold off, she should hold off it's the one thing that I've known. “Quella stessa notte non riuscii a chiudere occhio…mi sentivo incredibilmente sola…così mi rintanai nel corridoio e iniziai a piangere…Bill mi trovò per caso…non voleva che io piangessi…così mi propose di dormire con lui…aveva capito come stavo…e anche se mi imbarazzava un sacco la sua soluzione accettai…mi feci prendere in braccio e mi addormentai accanto a lui…non me lo scorderò mai il suo bacio sulla fronte prima di chiudere gli occhi…‘buonanotte bambolina…non ti preoccupare…veglierò io da stanotte su di te…’…” concluse Anna. Alzando veloce la testa per evitare che le lacrime scendessero. Fleur rimase a bocca aperta. Non aveva mai immaginato che una ragazza come lei potesse abbandonarsi a simili gesti. In effetti aveva una visione troppo legata all’apparenza. Era sempre stato così. Valutava le persone in base a come apparissero. Lo aveva fatto anche con il suo Bill. Once I put my coat on, I coming out in this all wrong, she standing outside holding me, saying oh please I'm in love. “Annà…mi…mi dispiasce per come ti ho trattato stomattina…sono stata scortese e ascida…” si scusò d’improvviso la Veela. “E anche terribilmente odiosa…per un attimo ho veramente pensato di spaccarti quel bel faccino che ti ritrovi…poi però ho pensato che Bill si sarebbe dispiaciuto…lui ti ama e non è giusto che io rovini ciò a cui tiene…” ragionò la castana. Fleur sospirò ancora più in colpa. “Però il l’ho fatto…ti ho ferita…e tu non sei andata a lamentorti con lui…” osservò. Anna alzò le spalle. “Questa era una faccenda che riguardava solo noi due…non volevo dare un dispiacere in più a Bill…e poi ho diciassette anni…non credo sia molto maturo andare a frignare dal fratellone perchè un’altra mi ha fatto un dispetto…” spiegò. La Veela annuì. I'm in love. “Tutte le cose che ho detto…sono state davvero brutte…mi dispiasce…non è vero che tu sei…” iniziò a dire. “Disgustosa? Appiccicosa? Insopportabile?” elencò la castana con un ghigno. Fleur arrossì. “Si…non è vero…e il tuo profumo è buono…” si corresse. Anna sospirò sollevata. Il nodo in gola che l’aveva resa nervosa per tutto il giorno si era finalmente sciolto. “Anche a me dispiace Fleur…per tutte le incomprensioni che si sono create…io e Bill siamo tanto legati ed ho paura che sposando te finisca per…dimenticarsi…di…me…” confessò. Stavolta fu la Veela a strabuzzare gli occhi. Girl save your soul, go on save your soul before it's to far gone and before nothing can be done. “Non dire sciocchezze Annà…Bill ti vorrà sempre bene…stomattina mi ha parlato…anche lui mi ha raccontato sciò che mi hai raccontato tu prima…ti vuole un bene dell’anima e non ti abbondonerà mai…chissà quonte storie farà quanto sarai tu a sposorti!” rimbeccò. La castana sorrise. “Già…è un sacco geloso di me…” le diede ragione. Ci fu un momento di silenzio. Cause without me you got it all, so hold on. “Ah Fleur…comunque anche io lo facevo…dormire succhiando il pollice…poi quando ho iniziato a dormire con Bill ho smesso…” confidò poi Anna. Fleur arrossì imbarazzata. La castana si alzò divertita. “Ora andiamo…” decise. Ma la Veela scosse la testa. Without me you got it all, so hold on. “Non voglio tornare di la…” protestò. Anna sospirò. I ruoli erano decisamente invertiti. Era lei la più grande delle due! Without me you got it all, without me you got it all. “Avanti Barbie…sbaglio o c’è una fetta di torta con il mio nome che mi aspetta? Rimango insoddisfatta se dopo cena non mangio il dolce…” sbottò. Fleur la guardò sorpresa. E grata. Senza dire nulla si alzò. So hold on. Di sotto si era levato un silenzio di tomba. Bill era abbastanza preoccupato. Chissà cosa potevano combinare quelle due si sopra. Specialmente dopo gli ultimi sviluppi. Giulia aveva fissato lo sguardo sulla torta e moriva dalla voglia di assaggiarla. Ma non si azzardava ad allungare un braccio. Finalmente un rumore distrasse la tavolata. Anna stava scendendo le scale. I pesanti anfibi provocavano uno scricchiolio dietro l’altro. I passi di Fleur erano talmente leggeri che non si sentivano nemmeno. Quasi volasse. Le due entrarono in cucina e si risedettero nei posti. La Veela aveva gli occhi leggermente arrossati. Ma ovviamente era sempre presentabile. La castana si guardò intorno e sbuffò. “Allora? Nessuno mangia il dolce?” chiese. Nessuno rispose. Anna scoccò un’occhiata a Fleur. Sapeva quanto ci fosse rimasta male. Così appellò tutto il suo buon cuore e allungò una mano. “Tanto meglio…più torta per me…” ghignò. Prendendone una fetta e poggiandola su un tovagliolo. “Devo deluderti bambolina…ma anche io sto morendo dalla voglia…” esclamò di seguito Bill. Che imitò la castana. Giulia fece lo stesso. Presa da uno sprazzo di bontà anche Hermione si unì. La Veela fece a metà della fetta con il futuro marito. Mentre guardava gli altri divorare la loro in un sol boccone. “Complimenti Fleur! È davvero buona! Ricetta francese?” chiese Giulia. Fleur sorrise. “È una riscetta di nonna Delacourt…” rispose. Così la tensione di quella cena finì. E tutta l’allegra brigata si spostò in salotto. Arthur sistemò le poltrone quasi ai bordi della sala. La moglie lo guardò curioso. Con un colpo di bacchetta lui attivò il vecchio grammofono sistemato su un mobile in un angolo. Una vecchia canzone iniziò a diffondersi nell’aria. Sembrava un valzer. Mary Kate e Ginny si guardarono sofferenti. Avrebbero preferito lavare i piatti. Arthur si avvicinò piano alla consorte. Fece un piccolo inchino e le porse una mano. “Vuole concedermi l’onore madame?” la invitò. Molly ridacchiò e accettò. I due iniziarono a volteggiare. Sebastian si avvicinò alla moglie. Senza dire nulla Mary gli prese la mano. A seguito li raggiunsero gli Haliwell. I rimanenti giovani si guardarono. Per quella sera si sarebbero dovuti adeguare. Bill si avvicinò a Fleur. Che accettò di buon grado. George prese Mary Kate per un braccio e la trascinò via. Christian si avvicinò a Ginny e imitò il gemello Weasley. Fred invitò Giulia. Anna se ne rimase da sola appoggiata allo stipite della porta. Guardando gli altri danzare. Non si sentiva esclusa. Anzi. Batteva le mani a tempo dei volteggi. In verità sperava che Bill si staccasse dalla Barbie e la invitasse. Però era meglio non mettere zizzania ora che tutto sembrava sistemato. Il suo fratellone sembrava felice mentre faceva girare Fleur su se stessa. Talmente concentrata non si accorse che Christian aveva liberato Ginny. E si era avvicinato. “Vuole concedermi l’onore miss Haliwell?” recitò. La castana ne rimase sorpresa. Era già tanto se suo fratello le rivolgeva la parola. Così non se lo fece ripetere ed accettò. Ginny puntò gli occhi vicino a lei. Hermione e Ron se ne stavano mano nella mano. Un po’ isolati da tutti. La rossa si avvicinò e li spintonò in pista. Ci volle qualche minuto perché i due si decidessero. Però una volta preso il via non erano così male. Ora però era lei che era rimasta sola. Quanto avrebbe voluto che Harry fosse li. Un giro di danza non gliel’avrebbe tolto nessuno. Appena finito il valer la musica cambiò. Era più veloce e cadenzata. Cantata in spagnolo. Una baciata. Mary e Sebastian continuarono senza interrompersi. Accogliendo gli applausi dei presenti. Giulia era fiera. Sapeva quanto fossero bravi ballerini. Andrew e Ilary faticavano un po’. Ma si adattarono. Fleur si fermò. Lei la baciata non la sapeva ballare. Subito Bill trotterellò da Anna. Che accettò volentieri. Vedeva la Veela guardarli di sottecchi. Quando la prima canzone finì ne seguì un’altra sempre dello stesso genere. Bill non accennava a cambiare ballerina. Fu la castana a dover fare uno sforzo. Lasciò il rosso in mezzo al salotto e andò da Fleur. Senza dare particolari delucidazioni iniziò a spiegarle come si ballava la baciata. La francese all’inizio la guardò allibita. Poi accettò di buon grado. La serata danzante andò avanti a suon di valzer e vecchie canzoni. Quando iniziò una polka saltata Fred e Giulia ebbero la buona idea di defilarsi. Trotterellando si allontanarono. Per salire le scale veloci. Ancora col fiatone si rinchiusero nella camera del gemello. La ragazza si buttò sul letto di George. Fred la guardò quasi offeso. “Da quando ti fai scrupoli a rubarmi il letto?” sbottò. Giulia rise divertita e con un balzò lo accontentò. Spapparazzandosi sul suo. Il rosso sorrise soddisfatto e la raggiunse. It was 3 AM when you woke me up and we jumped in the car and drove as far as we could go just to get away. I due stavano distesi l’uno accanto all’altra. Lei dalla parte del muro. Lui teneva le mani poggiate dietro la testa. “Com’è andata al negozio oggi?” chiese la ragazza. Fred sospirò. “Solito…un sacco di gente…però sempre meno di quella che c’era qualche mese fa…però io e George ci riteniamo già fortunati così…tante vetrine sono state sbarrate a Diagon Alley…” spiegò. Giulia sbarrò gli occhi. “Sbarrate? Da chi? E quali?” esclamò stupita. Tirandosi su a sedere. Il ragazzo sorrise amaro. “Dai Mangiamorte…durante la notte si introducono nei negozi e distruggono tutto…addirittura appaiono durante il giorno a prelevare i proprietari…hanno chiuso due gelaterie vicino a noi…” rispose. We talked about our lives until the sun came out and now I’m thinking about how I wish I could go back just for one more day. La ragazza rituffò la testa sul cuscino. Chiudendo gli occhi. Prese un profondo respiro. Poi si rianimò. Come se si fosse ricaricata. “Stai attento Fred…ti prego…” lo pregò. Il gemello la guardò spavaldo. Alzò un braccio e le fece vedere i muscoli. Che in verità non c’erano. Fred era alto e smilzo. “Guarda qua che forza! Non mi faccio acchiappare io!” precisò. Giulia scosse la testa arresa. One more day with you. “E tu piccola…com’è andato il mese?” le chiese a sua volta Fred. La ragazza alzò le spalle. Iniziando a giocare con la collana con la sua iniziale. “Noioso…non c’è molto da fare…stavo sempre con Anna ed Herm…computer…niente di nuovo…” riassunse lacunosa. Il rosso la guardò poco convinto. “Io in realtà…intendevo…come va con il vecchio gufo…” precisò. Parlando a bassa voce. Giulia arrossì. Tutte le immagini della giornata a Spinner’s End le passarono davanti. Gli abbracci. Lei che girava per casa come un’ispettrice. La pizza davanti alla tv. Il bagno fra mille bolle blu. Fred ghignò. Everytime I see your face. everytime you look my way, it’s like it all falls into place, everything feels right. “Devo dedurre che si è fatto sentire…almeno questo è un progresso…quando tutto finirà mi deve dei soldi…ci sto rimettendo la mia reputazione a difenderlo da mia madre…” si lamentò. La ragazza si mise su un fianco. Si avvicinò e abbracciò l’amico. Dandogli un bacio sulla guancia. “Questo è il ringraziamento per quello che hai fatto fino ad ora…” esordì. Il rosso gongolò. “Devo confessare che lo preferisco a qualsiasi ricompensa mi possa dare il tuo cobra…” commentò. Giulia si lasciò sfuggire una risata. “Ma come siamo maliziose qui! Non va per nulla bene…” la prese in giro Fred. Per punizione approfittò del momento di calma per avventarsi su di lei. Come arma il solletico. La ragazza ricominciò a ridere. Cercando di difendersi. Senza molti risultati però. Lo soffriva terribilmente. Ever since you walked away it left my life in disarray, all I want is one more day. Quando il gemello decretò di averla punita abbastanza smise. Giulia gli diede un pugno sul braccio. “E questo è niente eh…ti risparmio solo perché sei come un fratello…” lo minacciò. Il rosso la guardò scettico. “Giusto, dimenticavo la grande potenza di Giulia Wyspet!” esclamò finto impaurito. La ragazza gli fece la linguaccia. “Ti ricordi di quando in seconda mi hai sollevata per il colletto della camicia per evitare che io uccidessi un Serpeverde del terzo anno?” ricordò poi. Fred rabbrividì. “Eri una piccola furia assetata di sangue…” precisò. Giulia arrossì. “Non che ora tu sia cambiata di molto eh…” aggiunse ancora il gemello. La ragazza lo spinse in la. “E ti ricordi all’inizio del terzo anno?” riprese a dire lui. La compare si bloccò. A quella locuzione temporale per lei corrispondeva una ricorrenza importante. It’s all I need is one more day with you. “Quando mio fratello ed Harry presero la macchina e si schiantarono sul platano…poi…” ridacchiò ancora Fred. Arrivato però al ricordo dell’amica si bloccò. Poi si voltò rosso in viso. E dire che era stato tutto a causa sua. Giulia aveva le guance colorate quanto le sue. Si ricordava tutto perfettamente. Era stato un placido venerdì di ottobre. Tre uragani stavano camminando nel corridoio per tornare alla Torre. Ad un certo punto erano sbucati i gemelli ed avevano rubato il volume di Rune ad Hermione. Lei aveva iniziato a inveire contro di loro e George l’aveva lanciato fra le braccia di Anna. Essendo centimetri sotto del prefetto non ci volle molto per quest’ultimo a riprendersi il libro. Fred era rimasto accanto a Giulia. When the car broke down we just kept walking along ‘til we hit this town. Era così carina tutta trotterellante nella sua uniforme rosso oro. Sul cravattino aveva le solite spille dei Green Day. Così era stato un attimo. Il rosso l’aveva chiamata. Lei aveva alzato il viso. Lui si era chinato e le aveva dato un bacio. Non un innocuo bacio a stampo. Ma un dolce bacio a labbra unite. Quando si erano staccati Giulia variava dalle più svariate tonalità di fucsia. Solo dopo lui venne a sapere che quello era il suo primo bacio. Si sentì un sacco in colpa per averle fatto quello scherzo. Dopotutto era la sua migliore amica. Nonché quasi una sorella. Non gli era sembrato così cattivo come gesto. Mentre ripercorreva ogni singolo minuto di quell’episodio Fred aveva fissato gli occhi chiari sulla ragazza. There was nothing there at all but that was all ok. Aveva ancora il faccino dolce di quella bambina. Il ciuffo ribelle fra gli occhi. Il fermaglio a teschio. Però non era la stessa cosa. Era cresciuta veramente. “Fred…” lo chiamò lei. Il gemello sbatté le palpebre preso di sorpresa. “Si?” le rispose. Giulia nascose il viso nel cuscino. “Stavi pensando anche tu a…” iniziò a dire. Timida. Fred annuì divertito. “Eri così piccola e innocente…altro che ora…” la prese in giro. La ragazza sbuffò. “Guarda che non sono cambiata di molto…” sbottò. Il rosso la guardò poco convinto. “Tu non te ne sei accorta forse…ma io che ti conosco da quando avevi undici anni posso dirti sicuramente che è successo…sei rimasta sempre la solita piccola pasticciona, rissosa ma incredibilmente dolce Giulia…però si vede che ora sei più grande…più matura…” le spiegò. Giulia non disse nulla. Anche Severus le aveva detto le stesse cose tempo prima. Eppure lei si sentiva sempre la solita. We spent all our money on stupid things but if I look back now I’d probably give it all away, just for one more day. “Sai…mi dispiace un po’ averlo notato…sei capace di cavartela da sola in ogni situazione…e per il resto c’è quel pipistrellone…io non ti servo più…” osservò con malinconia Fred. La ragazza scosse subito la testa. “Non è vero! Tu a me servirai sempre Fred…sei il fratellone che non ho mai avuto…” lo corresse. Il rosso fu rincuorato da quelle parole. Veloce prese la bacchetta e fece apparire due bricchetti di thè al limone. Giulia si illuminò a vederli. Fred gliene passò uno. “Ho la mia scorta personale…” si vantò. La ragazza iniziò a litigare con l’involucro della cannuccia. Dopo svariati tentativi era sul punto di aprirlo con i denti. One more day with you. Ma il gemello glielo prese e con uno scatto di dita glielo aprì. Giulia gli sorrise. “Vedi che mi servi ancora scemo?” lo prese in giro. Fred le scompigliò i capelli. I due iniziarono a sorseggiare il thè.. “Sentimi un po’ pulce molesta…ma…il Pitonchio è davvero un bravo compagno come dici?” le chiese d’improvviso. La ragazza annuì sicura. Ridacchiando sentendone il nuovo soprannome. Everytime I see your face, everytime you look my way it’s like it all falls into place, everything feels right. “Sev è gentile e disponibile…non mi fa mai mancare nulla e oramai ho imparato che le battute che fa non sono di cattiveria…o almeno quelle che rivolge a me…anche se finisco sempre per prenderlo troppo sul serio…” rispose. Fred annuì. Ancora non ci credeva che quel becchino in borghese potesse avere una relazione con la sua piccola. Erano due persone troppo differenti per piacersi. Giulia era solare, dolce, affettuosa con tutti. Piton era burbero, acido, spento. Come facevano ad andare d’accordo? Ever since you walked away it left my life in disarray, all I want is one more day. “Giulia…posso farti un’altra domanda?” esordì ancora. Girandosi anche lui su un lato. Arrivando ad essere faccia a faccia con lei. La diretta interessata annuì. “Cos’è che vi tiene uniti? Cioè…siete così…diversi…a parte l’età…però…caratterialmente siete quasi gli opposti…” osservò il gemello. Giulia bevve un lungo sorso di thè. “Penso sia la complicità che abbiamo…o forse sono io che lo trascino sempre nei casini…ma Sev è così…deve mantenere il suo contegno però quando è con me sorride sempre…ridiamo, scherziamo e ci coccoliamo… è…bello…” raccontò. Arrossendo a dismisura. Fred ebbe un fremito ai verbi “sorridere” e “coccolare”. “Mi fa uno strano effetto sentire parlare di lui in questo modo…ma penso sia normale dato che è stato un mio professore…uno dei più odiati per di più…sentirlo chiamare “Sev” rimarrà sempre strano…” commentò. Giulia sorrise. It’s all I need is one more day with you. Oramai si era abituata a chiamarlo così. Piton nemmeno la correggeva più. “Però di una cosa devo dargliene atto…si è aggiudicato una bella ragazza molto più giovane di lui…hai capito il professore marpione!” lo prese in giro il rosso. La ragazza scosse la testa divertita. “A me lui piace lo stesso…che sia un mio professore non fa differenza…o che sia andato a scuola con i miei genitori…non me ne vergogno…alla fin fine è amore, non mi ha traviata o cose del genere…è un’unione condivisa fra due persone che si amano…” spiegò. Le guance oramai perennemente arrossate. Fred sospirò e le prese una mano. Poi la tirò a se e l’abbracciò. Now I’m sitting here like we used to do, I think about my life and now there’s nothing I won’t do just for one more day. “Vorrei che tu mi confidassi tutto, però non sono pronto a scendere in particolari intimi…immaginare Piton in determinati contesti potrebbe bloccarmi la crescita…” confessò. Giulia rise. “Mi fa sentire a mio agio…solo questo…non ci sono particolari confessioni da fare…anche tu mi metti a mio agio Fred…per questo abbiamo legato così tanto…” disse poi. Il gemello la guardò ammiccando. “Stai forse cercando di lanciarmi messaggi subliminali?” le tentò. La ragazza scosse convinta la testa. Le sue parole in effetti potevano sembrare molto dubbie. “Guarda che potrei essere anche io un buon amante…chiedilo ad Angelina Johnson! Mi è sembrata molto soddisfatta della nostra seppur breve relazione al quarto anno!” si vantò Fred. Stavolta fu Giulia a guardarlo scettica. “Ecco…ora sono io che non sono pronta a scendere in particolari intimi…immaginare Angelina in determinati contesti potrebbe bloccarmi la crescita…” gli fece il verso. In verità lei sapeva tutto della vita amorosa di dell’amico. Si confidavano tutto. Il rosso le scompigliò i capelli. “Ma che mocciosa impertinente!” la richiamò. Buttandosi poi su di lei per un’altra vendetta a base di solletico. Dopo cinque minuti buoni Giulia stava già perendo. Arrivata al limite del fiato. “Ok! Basta Fred! Ti devo dire una cosa seria!!!” lo pregò. Il gemello si fermò e la guardò in attesa. Erano finiti con le gambe incrociate. One more day with you. “Sai…vorrei che tu…tu fossi il padrino di Eveline…” gli propose lei. Fred la guardò dubbioso. “Chi è questa Eveline?” le chiese perplesso. Giulia si tirò uno schiaffo mentale. Non gliene aveva nemmeno parlato! “Eveline…sarà…la figlia mia e di Sev…” spiegò timida. Il rosso strabuzzò gli occhi. “Vuol dire che tu…sei…sei incinta? E quello sen’è scappato lasciandoti così? Ma io lo crucio!” inveì. Posando una mano sulla pancia dell’amica. La ragazza sospirò affranta. “Scemo! Non sono incinta…non ancora almeno…Eveline è la nostra futura figlia…io l’ho visto nello Specchio delle Brame ad Hogwarts…quando ci saremo sposati avremo una bambina…” spiegò. Fred tirò un sospiro di sollievo. “Mi hai fatto venire i capelli bianchi piccola…ti immagini a dire a Sebastian che eri incinta? E di chi per di più! Gli sarebbe venuto un infarto bello e buono…” si tranquillizzò. Giulia alzò gli occhi al cielo esasperata. “Sei catastrofico peggio di Herm…e comunque, accetterai di essere il suo padrino?” ripetè. Stavolta rosso si limitò ad annuire. “E sentiamo, futura mammina, come sarà la mia nipotina?” le chiese poi. Senza farsi vedere la ragazza fece le corna per scaramanzia. Aveva preso la pozione anticoncezionale e di certo non ci teneva a diventare madre in mezzo alla guerra! Everytime I see your face, everytime you look my way it’s like it all falls into place. “Sarà una bellissima bambina…i capelli neri come quelli del papà e gli occhi nocciola come la mamma…” rispose. Fred storse il naso. “Eveline Piton…quel cognome stona un sacco sulla mia futura piccola principessa…” decretò. Giulia gli tirò un pugno sulla spalla. “Siamo messi davvero bene…” aggiunse il rosso. La ragazza lo guardò un poco delusa. “Ma…non ero io la tua piccola principessa?” osservò. Fred si irrigidì nel vedere gli occhioni dell’amica spalancarsi. Veloce l’abbracciò forte. Everything feels right. “Certamente pulce! Tu lo sarai sempre…anche perché se continuo così credo che rimarrò zitello…tu e il negozio mi date troppo da fare…” precisò. Giulia rise. In quel momento la porta della camera si aprì. “Ah eccoti bimba…mi sembrava strano fossi già andata a dormire…” commentò Sebastian. Subito si bloccò e realizzò la scena. Poi fulminò Fred. La figlia trattenne una risata. “Non avevo voglia di stare in mezzo al chiasso papà…dovevo parlare un po’ con Fred…” spiegò. L’uomo annuì poco convinto. “Sicuri che non volete venire giù? La torta di Fleur è ancora disponibile…e fra poco Molly farà dell'altro caffè…” cercò di convincerli. Stavolta fu il rosso a prendere parola. “No grazie signor Wyspet…dobbiamo discutere ancora un po’…grazie lo stesso…” rifiutò cortese. Appellandosi a tutta la sua buona educazione per uscire da quella situazione così dubbia. Sebastian borbottò qualcosa e richiuse la porta. Everytime I hear your name, everytime I feel the same, it’s like it all falls into place. I due si guardarono e scoppiarono a ridere. “Che figure di cacca di drago!” esclamò Giulia. Fred annuì d’accordo. “E ha reagito così sorprendendo me…dovrebbe essere palese oramai che siamo migliori amici…ma se beccava te e Piton, magari in atteggiamenti ancora peggiori che faceva? A lui lo cruciava sicuramente!” ipotizzò. La ragazza rabbrividì ed arrossì allo stesso tempo. “Fred smettila!” lo richiamò. Dandogli un pugno sul braccio. Il rosso ghignò. Everything, everything feels right. “Aspettati un bel discorsetto domani caro il mio Weasley…” lo avvisò poi lei. Fred alzò le spalle. “Eh quanti problemi che mi crei signorinella…dovrò muovermi a chiedere a Sebastian la tua mano allora…” sospirò finto stanco. Giulia lo spintonò. Il rosso le scompigliò i capelli poi la tenne ferma stretta stretta a lui. “A pensare che rischio la morte due volte mi viene quasi voglia di diventare un’eremita…” osservò ancora. L’amica lo guardò dubbiosa. “Tuo padre vorrebbe maledirmi volentieri…e pensa se Piton sapesse che ti sto coccolando al suo posto…mi vengono i brividi…” spiegò lui. Giulia ridacchiò. “Scemo di un Weasley…nessuno di loro due ti crucerà…perché sei il mio migliore amico…e io non lo permetterò…” lo difese. Fred gongolò. You walked away, just one more day. “Oh mia dolce Giulietta! Sei la luce che illumina il balcone della mia vita!” recitò. La ragazza scosse la testa divertita. Era sempre stato così. Anche prima che arrivasse Severus. Fred la faceva sempre ridere. La faceva tornare di buon umore e la calmava. “Fred…io…ti voglio davvero bene…mi sei mancato un sacco a scuola…” confessò imbarazzata. Il rosso sorrise intenerito. “Anche tu piccola mi sei mancata…però un altro anno in quella gabbia di matti non sarei riuscito a stare…l’importante è che riesca a vederti ogni tanto…sai che puoi passare al negozio ogni volta che vuoi…” ricambiò. Giulia annuì e appoggiò la fronte contro il suo mento. Poi chiuse gli occhi placida. “Anche se Piton non mi ha nominato tuo protettore ufficiale in sua assenza, e non credo che mai lo farà, ti difenderò io piccina…” le disse piano Fred. Iniziando a passarle le dita fra i morbidi capelli. La ragazza arrossì. It’s all I need, is one more day with you. “Lo hai sempre fatto Fred…io mi fido di te…” sussurrò. Il rosso sorrise. Sapeva che avrebbe dovuto imparare a sopportare quel gufaccio per il bene di Giulia. Sarebbe stato il suo cognato dopotutto. Il padre della sua nipotina. E anche se ciò lo ingelosiva un pochino doveva accettarlo. L’importante era che la sua Giulia fosse felice. Ma nel caso Piton avesse fatto qualcosa di sbagliato o l’avesse fatta soffrire. Sarebbe stata la sua fine. Parola di Fred Weasley. Di sotto i balli continuavano ad imperversare. Un alquanto perplesso Sebastian stava scendendo le scale. Mary si era concessa un ballo con Arthur nel frattempo. Il consorte si sedette di peso sulla prima poltrona utile. Volteggiando la moglie si congedò dal compagno ballerino e lo raggiunse. Sedendosi aggraziata sul poggiolo. Anna si era rifugiata dietro la parete della cucina. Che combaciava al luogo più vicino alla poltrona. “Qualcosa non va caro? Hai trovato Giulia?” gli chiese curiosa la donna. La castana allungò le orecchie. Oramai era diventata un’origliatrice professionista. Il marito annuì. “Ho bisogno di un Whisky Incendiario…” sospirò. Mary lo guardò visibilmente stupita. “A cosa devo questo accanimento sull’alcool? Avete litigato un’altra volta?” chiese ancora. Sebastian scosse la testa. Puntando gli occhi sulla pista. George stava facendo piroettare Ginny. Esattamente la copia del bell’imbusto che aveva sorpreso poco prima in compagnia di sua figlia. La moglie notò lo sguardo vagamente assassino. Solo allora vide che oltre a Giulia era sparito anche Fred. “Penso che la nostra bimba sia stata traviata da quel mascalzone dai capelli rossi…” soffiò affranto l’uomo. Mary scosse la testa incredula. “Ne sono sicuro Mary…li ho visti con questi occhi da faina!” esclamò sicuro Sebastian. Indicandosi gli occhi. La donna si morse la lingua per evitare di correggerlo. Occhi da avvoltoio semmai. “Erano stesi sul letto di quel…quella volpe travestita da ragazzo…sai gli atteggiamenti lascivi da adolescente no? Gambe incrociate…sguardi incatenati…occhi languidi…” elencò allibito l’uomo. Mary ridacchiò. Fra volpi, avvoltoi e faine pensava di essere finita allo zoo. “Tesoro sei sicuro di non aver letto troppi romanzi romantici quando eri giovane?” lo prese in giro. Sebastian la guardò truce. “Io so che cos’ho visto! A te dice tutto, stanno assieme vero?” le chiese. La donna lo guardò poco convinta. “Chi, Fred e Giulia? Santo Cielo no! Sono solo amici…migliori amici se proprio vuoi saperlo…e non è certo la prima volta che se ne stanno sul letto a parlare…davvero non te ne sei mai accorto in sei anni?” esclamò poi quasi incredula. Dall’altra parte del muro Anna si stava trattenendo dalle risate. Se aveva mai avuto un briciolo di stima per il padre di Giulia in quel momento l’aveva persa del tutto. Il diretto interessato guardò la moglie dubbioso. “Giulia si è sempre comportata nello stesso modo con Fred…sono come fratello e sorella…credimi tesoro, lui non la toccherebbe nemmeno con un dito nel senso che intendi tu…” cercò di rassicurarlo lei. Sebastian storse il naso. “Non ne sarei così sicuro sai cara? Le mani di Fred non erano esattamente sul cuscino…” sbottò. Mary scosse la testa esasperata. “E dov’erano, sentiamo…” sospirò. “La stava abbracciando! Ed erano ad alto contatto fisico!” rimbeccò quasi con voce stridula l’uomo. La moglie lo guardò spazientita. “Oddio che cosa orrenda! Si stavano abbracciando! Peccato mortale! Tesoro, ti ricordo che noi abbiamo fatto di peggio alla loro età…e fra le mura scolastiche…loro sono solo amici…” gli ricordò. Anna fece un ghigno superiore anche a quello del Grinch. Se solo il padre avesse saputo con chi se la filava veramente Giulia. E a che punto erano arrivati. Altro che whisky incendiario! Si sarebbe scolato Assenzio puro a litri! “Quel damerino da due soldi potrà raccontarla a Giulia, ma non mi inganna! È solo una scusa!” si impuntò Sebastian. Mary si accasciò sulla sua spalla. Ora era lei ad essere affranta. “Oh certo tesoro…sei anni di amicizia fittizi per poter farsela con la sua migliore amica…chiaro no!” ribatté ironica. Il marito la guardò pensieroso. “E comunque te lo dico e te lo ripeterò all’infinito…Fred prova solo un grande affetto per nostra figlia…da quando era piccola la cura e la protegge come fosse sua sorella…l’ha sempre fatto anche ad Hogwarts e hanno sempre passato le sere parlando e scherzando assieme…mi ricordo tutte le volte qui alla Tana in cui trovavo Giulia addormentata accanto a lui…che carini…” sospirò ancora intenerita Mary. L’uomo si drizzò sulla poltrona. Anna scosse la testa a mo di rimprovero. “Eh proprio no mamma Wyspet…non dovevi mettere nella stessa frase Fred, Giulia e il verbo dormire…mossa sbagliata…” sussurrò. “Vuol dire che quei due hanno dormito assieme?” boccheggiò incredulo il marito. La donna per poco cadde dal bracciolo. Ma dove diamine aveva vissuto quei sei anni Sebastian?! “Fino all’anno scorso si…e non iniziare con le tue paranoie tesoro…potrei schiantarti se vai su a disturbarli…sai che ne sarei capace…” lo minacciò. Sebastian non si mosse. Dentro però sentiva un grosso cane nero ringhiare furiosamente. Un gramo bello e buono. “Giulia considera Fred solo un amico…un fratello ecco…e poi lei ha già qualcuno che le piace…non lo tradirebbe così…” si lasciò sfuggire Mary. Lo stomaco del marito si contrasse. La donna si portò subito le mani alla bocca. “E chi sarebbe questo?” soffiò ancora più interdetto Sebastian. Mary si guardò in giro innocente. “Oh Andrew è libero! Un ballo, un ballo!” cinguettò poi. Alzandosi e dirigendosi verso mr Haliwell. Sebastian si alzò di rimando. “Hey tu! Moglie degenere! Torna qui e parla!” la richiamò. Anna scosse la testa spazientita. Perfetto. Nei giorni seguenti il padre sarebbe stato addosso a lei e Hermione con le domande. “Che foi qui Annà?” disse all’improvviso una voce. La castana sobbalzò. Quando si voltò ebbe la tentazione di tirare una testata alla perfetta fronte di Fleur. “Stavi origliondo?” chiese curiosa. Anna fece finta di nulla. “Chi? Io? Ma figurati Fleb…Fleur! Io…ecco…mi è venuto un certo languorino…volevo prendere un altro pezzo di torta!” inventò sul colpo. Primo passo per essere credibili. Inventarsi una scusa plausibile che faccia gongolare lo scopritore della malefatta. Subito gli occhi della Veela si illuminarono. La castana ghignò senza farsi vedere. Missione compiuta. Poi si avvicinò al tavolo. Dove il dolce stava placido. Non aveva nessuna voglia di un’altra fetta. Era piena. Quindi faceva tutto molto lentamente in modo che appena Fleur sparisse lei se la potesse svignare senza mangiare. Ma la francese non si mosse. La stava fissando insistentemente. Anna odiava avere gli occhi così puntati addosso. Ci aveva fatto pace da solo un’ora ma se ne stava già pentendo. “Scusa Annà…potrei…potrei chiederti una cosa importonte?” la chiamo la Veela. La castana si voltò seccata. “Avanti…” sospirò arresa. Fleur spostò lo sguardo intorno a se. Sembrava titubante. “Ecco…sull’invito scera scritto che il matrimonio si svolscerà ad agosto ed ecco…io mi chiedevo se…se ti andrebbe di farmi da damiscella d’onore…” propose. Anna rimase a bocca aperta. Ora si che si era pentita di averci fatto pace. “L’altra damiscella sarà mia sorella Gabrielle…e mi farebbe piascere se la seconda fossi tu…l’ho proposto anche a Bill e mi è sembrato felisce…” spiegò ancora Fleur. Stavolta era stata messa davvero alle strette. Certo alla castana sarebbe piaciuto fare da damigella al suo fratellone. Però. Considerando i gusti nel vestire della futura moglie. “Gra…grazie per la proposta Fleur…davvero sono lusingata ma…” iniziò a dire Anna. Immaginandosi infiocchettata in un abito tutto tulle rosa. La Veela la guardava speranzosa. La castana gettò una veloce occhiata nel salotto. Bill stava ballando con Mary Kate. Ci sarebbe rimasto male ad un suo rifiuto. Però non voleva diventare una meringa! “Accetto ad una sola condizione…” esordì d’improvviso. Fleur la guardò perplessa. “Niente vestiti troppo leziosi…mi hai vista no? Niente cose che facciano somigliare a delle meringhe…e soprattutto, niente rosa…nessuna tonalità…” dettò convinta Anna. la Veela rimase un po’ dubbiosa. “E voglio poter tenere il collare e non nascondere i tatuaggi…il trucco non lo cambio manco morta…” aggiunse ancora la castana. Fleur tirò un sospiro quasi esasperato. L’altra gongolò. Forse si era tirata fuori dalla proposta. Come scusa poteva sempre dire a Bill che l’adorata futura mogliettina non aveva condiviso i suoi gusti. “Su questo si potrà trattare quando andremo a provare gli abiti…quindi ascetti?” cinguettò la Veela. Anna rimase stupita. Non poteva fare altro che arrendersi. “E va bene…però voglio un paio di scarpe col tacco…altre…” ghignò. Fleur sorrise di rimando. “Ti sci vorranno proprio…mia sorella è più alta di te e dovrete almeno essere ugualì…” la prese in giro. La castana la fulminò con lo sguardo. La Veela trattenne una risata. Rimasero qualche minuto in silenzio. In cui Anna continuò a guardarsi intorno insistente. “Mi è passata la fame…penso che andrò in camera…” disse all’improvviso. Un po’ la voglia di defilarsi cel’aveva. Fleur annuì comprensiva. “Io sto ancora un po’ qui…magari ti rasciungo dopo…così chiacchieriamo…” propose. La castana sentì uno strano brivido all’udire dell’ultimo verbo. Pace fatta, ok. Ma comportarsi come sorelle non era ancora il caso! Nonostante lo pensasse non disse nulla. Si vedeva che la francese era entusiasmata per la nuova conquista. “Certo…come no…sempre se non starò già dormendo…sono un po’ stanca…” la liquidò. Mentendo spudoratamente. “In quol caso buonanotte Annà…rêves d’or…” la salutò la Veela. Non ci volle molto ad Anna per capire cosa volesse dire. “Notte Fleur…” rispose. Per poi allontanarsi quatta quatta senza farsi vedere dal resto della folla. Quando le sarebbe venuto sonno sarebbe scesa e avrebbe salutato Bill. Il resto non le interessava. Scorrendo con gli sguardi i famigliari danzanti notò la mancanza di un’altra coppia. Hermione e Ron erano magicamente spariti. “E brava Herm!” ghignò la castana trionfante. Salendo le scale con passo saltellato. Passando per il corridoio vide la porta di una stanza socchiusa. La luce si proiettava sul pavimento. Anna ci buttò un occhio e scosse la testa divertita. Fred e Giulia si erano addormentati. Stretti stretti come li aveva trovati Sebastian. Piano allungò una mano nella stanza e spense la luce. Poi chiuse la porta. Per evitare ulteriori distrazioni filò diritta in camera sua. Almeno si sarebbe goduta un po’ di tempo solitario. Dopo aver avuto attorno così tante persone e fatti era arrivata l’ora di mettere in standby il suo cervellino. La stanza appena assopita non era l’unica ad essere occupata. Infatti qualche porta più in la una scenetta omonima si stava manifestando. Come aveva ben notato Anna un’altra coppietta sen’era andata dalla serata di ballo. Hermione e Ron si erano stufati di rimanere in mezzo alla famiglia al completo. Quindi il rosso aveva preso la compagna per mano e l’aveva trascinata via. Per chiudersi in camera sua. Tecnicamente c’erano due letti ma era ancora solo sua. I due stavano comodi sul letto già fatto. Il prefetto si guardava in giro curioso. Non era la prima volta che entrava però ora le sembrava di guardare tutto in un’altra prospettiva. Ron si era pure premurato di sistemare le sue cose in modo umano. Almeno per fare bella figura con la sua ragazza. Ogni volta che ci pensava non riusciva a crederci. Hermione la sua ragazza! In confronto al periodo con Lavanda era tutto così diverso. Niente baci-mangia-faccia. Più che altro erano diversivi per non sentirla starnazzare. A quei temibili ricordi Ron ebbe uno slancio di beatitudine. Quindi si avvicinò e abbracciò forte Hermione. Che arrossì a dismisura. Senza farsi notare il rosso la osservò. L’azzurro era un colore che le donava particolarmente. In confronto ai maglioncini che metteva qualche anno prima la camicia che aveva addosso gli piaceva di più. “Sai Mione…questo look più libero ti dona un sacco…” commentò. La ragazza sorrise. Gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie mille Ron…mi fa piacere che lo apprezzi…” rispose. In verità erano ancora troppo freddi. Ron si azzardò e vedendola di buon umore la baciò. Impacciata il prefetto gli avvolse il collo con le braccia. Ricambiando. I due rimasero incollati per un bel po’. Si staccarono solo per evitare di strozzarsi per mancanza di fiato. Hermione si sventolò con una mano. Faceva improvvisamente caldo. Il rosso la osservò divertito. “Mione…rimani a dormire qui…” le propose. Il prefetto divenne bordeaux. “Ma ti pare?!” si lasciò sfuggire. Ron scoppiò a ridere. “Sei perfido…lo fai apposta per farmi arrossire…” sbottò arrabbiata Hermione. Il rosso scosse la testa e la abbracciò ancora. “Sei così carina quanto ti imbarazzi Mione…” la lodò. Il prefetto lo spintonò. D’improvviso Ron si rattristò. “Sai…sarà brutto non tornare a scuola con voi…mi mancherai…” esordì. Hermione scosse la testa spazientita. Era davvero un bradipo cretino! “Scemo…io e le ragazze verremo con te ed Harry…ne dubitavi forse?” sorrise. Il rosso rimase piacevolmente stupito. Le saltò quasi addosso felice. “È una notizia fantastica Mione!” urlò quasi. Il prefetto si lasciò travolgere dall’uragano Weasley. Infondo anche lei provava le stesse cose. Sperando che le amiche non avessero cambiato idea. Anna era rimasta sola in camera. Ciò non le dispiaceva. Se ne stava distesa sul suo letto a pancia in giù. La musica che veniva da sotto era fin troppo allegra per lei. Così si era infilata le cuffie e l’aveva sostituita con il suo caro Manson. Aveva impostato la riproduzione dei brani su cd. Le note di una canzone troppo famigliare la rapirono. Lenta la castana prese il ciondolo a croce più grande e lo portò davanti a se. Rigirandoselo fra le mani. Non se lo toglieva mai. Nemmeno a dormire. La pietra nera era ancora lucida come quando l’aveva vista la prima volta da dentro la scatola appena aperta. Poteva sembrare un oggetto pesante. Però a lei quello che pesava era il suo significato. Draco si era sempre divertito a farle regali. Di certo soldi non gli mancavano. E sapeva che lei adorava gli articoli di Magie Sinister. L’aveva trovata a curiosare una volta. Prima che iniziasse il terzo anno. Anna stava flirtando con un candelabro quando il biondo gliel’aveva soffiato senza particolari complimenti. “Forse hai sbagliato negozio Haliwell, qui non vendono bare…” le aveva risposto acido. La castana scosse la testa. Sembravano tempi così lontani. E quando aveva scoperto che Draco ascoltava la sua stessa musica. Proprio non lo sospettava. Infondo erano più simili di quando lei credesse. Il piccolo viziato rampollo di casa Malfoy appassionato di Nirvana e Sex Pistols. Anna sorrise a ricordarsi della sera in cui l’aveva sorpreso in tenuta da camera. Svogliato. La maglietta di Anarchy in the UK. Pantaloni neri di pigiama. E vecchie Converse blu usate. Chi se lo sarebbe mai aspettato da Draco Malfoy? La castana lesse veloce l’incisione sul retro della croce. ‘Io...Tu…semplicemente noi. Anna e Draco per sempre’. “I love you, so much you must kill me now…” ripetè all’unisono con Manson. Come aveva fatto quella sera di Vigilia. Stufa lascò andare il ciondolo e si alzò. Buttando l’mp3 sul letto. Senza pensarci si tolse il corpetto e la gonna. Rimasta in biancheria si stiracchiò. Poi lanciò un’occhiata nel baule. La sua camicia da notte se ne stava già piegata infondo al suo letto. Anna storse il naso. Allungò una mano e la affondò fra i vestiti. Fino a trovare ciò che cercava. Proprio la maglietta di cui si era ricordata prima. Mentre faceva i bagagli aveva messo gran parte della roba di Draco nel suo. Chissà quando sarebbe potuta tornare a casa. Doveva anche allargare una sua borsetta per farci stare tutto. Si portò la t-shirt al cuore e la strinse. “Sono davvero patetica…” si insultò. Poi la infilò senza troppi complimenti. Se la stava tirando giù ben bene quando bussarono alla porta. “Posso bambolina?” chiese Bill. Facendo capolino. Anna tirò fuori i lunghi capelli. E li lisciò facendoli ricadere sul davanti. “Disturbo?” esordì ancora il rosso. La castana scosse la testa. “Mi stavo sistemando per andare a dormire…” rispose solo. Bill annuì e si avvicinò. “Non si nota che hai la maglia di Draco addosso sai?” la prese in giro. Anna sorrise divertita. Era più grande delle solite maglie dei suoi gruppi musicali. “Fleur ha detto che andavi a dormire…così sono venuto a salutarti…” spiegò ancora il rosso. Poi si sedette sul letto. Continuando a guardare la ragazza. Le gambe sottili facevano capolino da sotto la t-shirt. Che arrivava a metà coscia. Per finire con i piedi dalle unghie laccate di smalto nero. La castana arrossì di poco. Poi si avvicinò. “Sono contento che tu e Fleur abbiate fatto pace…e che sarai la sua damigella…” disse ancora lui. “Ma niente rosa o cose meringose sia chiaro…” ribadì. Bill annuì divertito. Allungò una mano e prese una di Anna. Per trascinarla da lui. Ed abbracciarla. Poggiando la testa sulla sua pancia. “Smettila di crescere bambolina…così basta…” la pregò ancora. La castana gli fece una carezza sulla testa. Soffermandosi poi a scorrere le dita nei lunghi capelli. “Quando mi sposerò sarà il finimondo devo dedurre…” commentò. Il rosso la strinse. Guaendo al verbo ‘sposare’. Rimasero così per qualche minuto. Poi Bill si alzò. Si chinò e le diede un bacio sulla fronte. “Rimani qui a dormire…” lo pregò. Ma lui scosse la testa. “Notte bambolina…e non metterti a camminare per i corridoi stanotte…ti voglio bene…” la salutò. Anna sospirò esasperata. “E tu non ululare lupaccio…ti voglio bene…” rispose. Il rosso le scompigliò i capelli ed uscì dalla stanza. La castana fermò lo sguardo sulla porta chiusa. Infondo tutta quell’aria casalinga non le dispiaceva. Non aveva ancora litigato con la madre da quando era tornata dalla giornata ad Hogsmeade. Perfino la compagnia di sua sorella non le dava fastidio. Passare le giornate con le sue amiche. Essere coccolata da Bill. Mancavano solo le uscite serali con Draco e tutto sarebbe stato perfetto. Anna si sedette sul letto di peso. Sembrava la tipica vita di una ragazza babbana. A pensare che nel giro di un mese se la sarebbe dovuta svignare. Niente più casa sicura. Niente più fratellone lupo. Niente più battibecchi con Mary Kate. Essere continuamente additata da Harry e vedere Hermione e Ron scambiarsi effusioni. Le faceva venire la nausea. Non voleva più unirsi a quella stupida missione suicida contro Voldemort. Non voleva più cercare gli Horcrux. Tanto Draco l’avrebbe rivisto a breve. Voleva solo tornare a scuola. Tornare alla solita routine. La castana si lasciò andare con la testa sul cuscino. Tirò su le gambe placidamente. Forse era solo un capriccio. Un rumore dal suo stomaco la distrasse da tutti quei pensieri. Aveva decisamente mangiato troppo a cena. Anna imprecò sottovoce. Chiuse gli occhi. E si lasciò andare al sonno. Sperando di non doversi svegliare a metà notte. Colta da attacchi di mal di pancia. O di ansia.
Edited by kikyo91 - 13/7/2010, 16:19
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