| Chiariamo subito:
La storia così com'era non mi piaceva. O meglio. Mi piaceva ma sentivo che andava perfezionata. Ed è stato fatto. Ma non ho continuato ad aggiornare. Perchè? Ok, di solito sono sadica, ma non questa volta. Diciamo che è stata un'estate particolamente difficile e che agosto non è stato un mese da ricordare (etra nella top ten dei mesi più merdosi della mia vita). Settembre è andato così così: da schifo i primi quindici giorni (esatti), benissimo i seguenti. Speriamo che ottobre prometta se non bene, abbastanza. Beh, costante negli aggiornamenti non sono, lo avrete capito. Tutto questo per cosa? Per dire che pensavo di conitnuare a postare. Un po' per Astor che si è presa la briga di betare questo parto malsano della mia mente. Un po' perrchè se no Asmodai mi tiene a stecchetto. Un po' per Try che mi ha seguita assiduamente, un po' per Nuit che è tornata fra noi e un po' per Elythestrange che si è aggiunta ai commentatori. Grazie a tutte!
Capitolo 17
Spinner’s End, 15 agosto 1996
-Aspettami Zar!- Lo scoiattolino squittì allegro davanti a lei, saltellando sul posto, mentre Perdita finiva di mangiare l’enorme gelato. Ormai erano quasi le dieci di sera, Piton doveva essere rientrato. Lei era uscita nel pomeriggio subito dopo l’insegnante, verso le quattro e mezza, per fare due passi ma dopo non aveva avuto voglia di tornare in quel tugurio e aveva allora continuato il suo giro. Ormai poteva stare senza medicazione per circa sei, sette ore. Piton così non era più costretto a fare continui avanti e indietro per vederla e lei poteva fare quello che voleva. Zar saltellando le indicò la casa giusta. Fortunatamente quell’esserino aveva un senso dell’orientamento sviluppato, altrimenti si sarebbe persa in mezzo a quelle case tutte uguali. Sì, Piton era sicuramente rientrato. C’era la luce accesa in soggiorno. Spensierata salì saltellando gli ultimi gradini, bussando allegramente mentre Zar saliva sulla sua spalla, accoccolandovisi beato. Ecco dei movimenti, dei passi concitati. Strano. Era così contento di vederla? La porta si aprì per uno spiraglio. -Sì?- No, quella non era la voce di Piton. Troppo acuta. Troppo viscida. Perdita indietreggiò lentamente, guardando la facciata della casa. In effetti non le sembrava che avesse un’aria così spettrale quella del professore. Quello stupido criceto doveva aver sbagliato. Perdita fece un sorrisino di circostanza verso la porta da dove, circa alla sua altezza, riusciva a intravedere un solo occhio che la fissava. -Mi scusi! Devo aver sbagliato casa ...- Degli altri passi si avvicinarono alla porta, più pesanti e cadenzati. -Chi è?- Piton? La voce che le aveva risposto prima squittì veloce. -Non so, forse tua figlia ma se non si avvicina non sono sicuro di riconoscerla e ... - Perdita distinse chiaramente una famigliare imprecazione lanciata a mezza voce dal professore e il rumore stridulo della chiave che girava nella porta. Dopo un attimo Piton vi si affacciò, spazientito. -Muoviti.- Perdita entrò senza farselo ripetere due volte, fissando corrucciata l’altro uomo. Basso, magrolino, con occhi piccoli e un sorriso sgradevole. Così, ad un primo impatto, le sembrava simpatico. E lei si fidava delle prime sensazioni. Con Malfoy, ad esempio, aveva funzionato. -A quanto pare questa è la serata delle visite.- La ragazza aggrottò la fronte, non capendo cosa il professore volesse dire ma le bastò girare appena la testa verso il soggiorno per notare altre due figure voltate verso di lei. Una la riconobbe subito e istintivamente si portò una mano alla spalla. Lastrange. Bellatrix Lastrange la guardava con la solita aria di sufficienza e i capelli in quello stato orribile. Come dimenticarla? -Buonasera Perdita.- Là vicino, seduta compostamente sul divano, un’irriconoscibile Narcissa Malfoy si stava sforzando di sorriderle. L’aveva vista la prima volta alla villa di Draco, durante le vacanze invernali del primo anno. Il suo compagno di casa aveva invitato tutti i ragazzi del gruppo a passare lì alcuni giorni e lei era fra le fortunate. Si ricordava ancora la figuraccia che aveva fatto con Draco chiedendogli se quella fosse sua zia. Il Serpeverde le aveva risposto scandalizzato e leggermente offeso, dicendo che quella era sua madre. Beh, non era colpa sua se marito e moglie si assomigliavano tanto da sembrare fratelli. Per fortuna aveva recuperato con qualche moina a Malfoy sulla straordinaria bellezza della madre e la prestanza del padre. Complimenti ai quali la Signora aveva risposto con un sorriso e il padrone di casa con un’occhiata ... particolare. Non sapeva in che altro modo definirla. Di simpatia? Certo non poteva negare di non essere piaciuta subito a Lucius Malfoy che, da come si comportava, sembrava preferirla perfino a Pansy, cosa che turbava non poco la pace della sua stanza a Hogawarts. La Serpeverde si voltò scettica verso il professore che ricambiò impassibile il suo sguardo. Cielo, non si poteva allontanare un attimo da quella casa che accadeva il finimondo. Aveva forse interrotto qualcosa? Voleva davvero sapere se aveva interrotto un incontro amoroso fra Mangiamorte in cui era coinvolto suo padre e la madre di Draco Malfoy? No, decisamente no. -A quanto pare l’educazione non è fra le tue già poche qualità.- Minus sghignazzò in un angolo del corridoio mentre Bellatrix sbuffava vicino al camino spento. -Oh, mi ... mi scusi Signora Mafoy, ma ... ecco ...vede ... io non mi aspettavo di trovarla qui ... - Il sorriso tirato di Narcissa si allargò dolcemente, lasciando intravedere i denti bianchi e perfetti. Era pallida, terribilmente pallida. Cadaverica. -Non essere troppo duro con lei Severus.- Piton e Perdita si lanciarono un’occhiata di sfuggita, scettici. Perché diavolo Narcissa Malfoy usava un tono di voce così dolce e melenso? -Bellatrix Lastrange, credo non ci sia bisogno di presentartela ... - -No, infatti.- Perdita tagliò corto senza salutarla e Bellatrix la fissò spavalda. La ragazza, perso all’improvviso il coraggio di un secondo prima, distolse lo sguardo velocemente, provocando un riso sommesso alla donna un brusio di Piton. Beh, che poteva farci se le faceva male lo stomaco solo a guardarla? La Serpeverde si voltò poi sorridente verso l’uomo, appoggiato alla parete che rispose gentile al sorriso. -E lui è ...- -Codaliscia ... Nessuno di importante. Resterà con noi per un po’ di tempo, come aiuto.- L’ometto borbottò qualcosa, nascondendo un gesto poco gentile nei confronti del professore. -Abbiamo ancora un’ora di tempo prima della medicazione, vero?- -Mezz’ora ... - Perché Piton tendeva sempre ad allungare i tempi? -Un’ora. Bene. Vai in camera tua. Ti raggiungerò al momento. Codaliscia intanto ...- Perdita non se lo fece ripetere due volte e schizzò in camera, correndo veloce su per le scale e rinchiudendosi in camera sentendo alle spalle un veloce cambio di battute fra gli uomini ma senza distinguerne le parole. ________________________________________________________________________________ Narcissa sorrise a Piton che, dopo lo scambio di battute con Minus, era tornato a sedere sulla sua poltrona. -E’ molto carina Severus- Pitona alzò appena un sopracciglio scettico mentre Lastrange leggeva distrattamente i titoli dei libri sugli scaffali. -Tienila in casa due ore e potremo riparlarne, Narcissa.- Quella sciocca ragazzina. Poteva almeno lasciargli scritto che era uscita. Quando era tornato gli era sembrato strano non trovarla nella sua camera in adorazione di compromettenti foto di Allock o in posizioni assurde sul suo divano intenta a leggere melensi e noiosi romanzi d’amore. E dire che ad inizio estate gli sembrava invece strano trovare qualcuno a casa. Beh, non si era comunque preoccupato anche se non c’era. Aveva diciassette anni. Sapeva badare a se stessa. E comunque quello che faceva non lo riguardava. -Sai come reagirà Lucius quando lo verrà a sapere?- Sul volto della donna si dipinse un dolce sorriso al pensiero del marito. Piton sbuffò, contrariato da tanto sentimentalismo. -E’ figlia di due Mezzosangue, non dimenticarlo.- Piton ghignò mentre la Signora Malfoy lo fissò con rimprovero, contorcendosi le mani nel mantello. -Non essere ingiusto con Lucius. Sai quanto ti è affezionato. Nonostante le tue origini ti ha sempre considerato come il suo più caro amico. Ma tu lo conosci, sai com’è fatto. Se Perdita fosse nata in un altro contesto sarebbe stato a tutti i costi il suo Padrino, come tu lo sei stato per Draco. E avrebbe insistito perché i due, col tempo, si “conoscessero” meglio.- Narcissa non riuscì a nascondere un sorriso per quella vita alternativa, lontana da celle o condanne a morte. Piton sospirò, fissando un punto imprecisato della parete. Lucius. *** Malfoy Manor, 30 settembre 1981
-Allora, come va la tua carriera accademica?- Piton sbuffò, lanciando a Lucius un’occhiata d’avvertimento. Non era il caso di scherzare. -Non capisco perché i ragazzi d’oggi siano così ritrosi allo studio.- Malfoy ghignò, riempiendo due bicchieri di vino ma lasciandoli stranamente sul tavolo, senza offrirglieli. Quella giornata di settembre si preannunciava buia e piovosa. Solo Lucius sembrava particolarmente entusiasta, e senza un motivo speciale. Regulus Black li raggiunse alle spalle, appropriandosi di uno dei bicchieri e interrompendo Lucius che sembrava in procinto di iniziare a parlare. Mantenendo la calma, Malfoy riempì un altro bicchiere, fissando negli occhi Severus. Non aveva mai visto quegli occhi così luminosi. -Hogwarts termina sempre la terza settimana di giugno?- Piton alzò un sopracciglio, spiazzato. Dove voleva arrivare? -Ovviamente. Perché?- -La terza settimana di giugno … no, non va bene.- Lo odiava quando faceva così. Fremeva dalla voglia di dire qualcosa ma, come imposto dal codice genetico dei Malfoy, non poteva scomporsi. Severus finse indifferenza nonostante la curiosità. Insistere o chiedere direttamente non serviva. Conosceva il suo amico. -Credi che il vecchio ti concederà qualche giorno di permesso a inizio giugno?- Piton afferrò l’elegante bicchiere che Lucius gli porgeva, pensieroso. -Sì, credo di sì. Perché?- Ci sarebbe stata una missione? Era la data dell’attacco ai Potter? Malfoy gli sorrise. Uno di quei sorrisi sinceri, rari da vedere sul suo volto. -Per vedere mio figlio.- Piton spalancò gli occhi, incredulo, mentre Lucius gonfiava il petto e alzava il mento, orgoglioso, svuotando il bicchiere tutto d’un fiato. -Vuoi dire che Nacissa ... ?- -Sì, da due settimane. E’ previsto per gli inizi di giugno. E tu devi esserci!- Severus gli sorrise debolmente, contagiato da quella composta euforia. Lucius era davvero suo amico. Anche adesso che lo stava tradendo iniziando a lavorare come spia per Silente sentiva felicità per lui. Incapace di esprimere qualsiasi parola, Piton si limitò a battergli due colpi sulla spalla, fissando il rosso del vino nel suo bicchiere. -Vedrò di fare il possibile.- Lucius ricambiò lo sguardo del moro, sicuro di sé come non mai. -No, non mi basta. Devi assicurarmi che ci sarai. Voglio che mio figlio conosca subito il suo Padrino.- Quella fu una delle poche volte in cui Severus dimostrò di essere sorpreso. Davvero. Piton, afferrata la notizia, mosse ripetutamente la testa in segno di diniego. -No Lucius. Non è il caso. Lo sai.- -Narcissa e io vogliamo così. E tu non hai nulla da invidiare a nessun altro della cerchia dell’Oscuro Signore.- Davvero non gli importava che suo figlio, il discendente dei Malfoy, avesse un Mezzosangue come Padrino? Piton accennò di sì, fissando con il volto corrucciato fuori dalla finestra. Quella era la prova d’amicizia più grande che Lucius potesse dargli. Lo sapeva. -Però devi farmi una promessa.- Severus si voltò, osservando con aria falsamente preoccupata l’amico che ridacchiava. -Cioè?- Il sorriso di Lucius si allargò e i suoi occhi grigi e luminosi incontrarono quelli neri e malinconici del professore. -Mi restituirai il favore quando nascerà tua figlia.- *** ________________________________________________________________________________ Lastrange. Oh merda. Bellatrix Lastrange lì. A casa sua. Cioè ... di Piton. Perdita lanciò la giacca sul letto, avvicinandosi alla porta. Sentiva delle voci ... Piton e ... e quell’uomo di prima, ma non riusciva a distinguere bene di cosa parlassero. Poi silenzio ... Si raggomitolò per terra, stringendosi la spalla, mentre Zar squittiva verso la porta. -Scordatelo roditore. IO non esco.- Certo, era curiosa, ma c’era Bellatrix Lastrange al piano di sotto. BELLATRIX. LASTRANGE. Quella che l’aveva Cruciata, porco Godric! No, non poteva uscire. Uno sbattere di porte la fece sobbalzare e, calpestando senza ritegno la coda di Zar, aprì appena la porta, infilando fuori la testa. -Ssst!- L’ometto di prima era seduto sulle scale, vicino alla porta nascosta che portava sul soggiorno. Sì, quell’uomo le stava davvero simpatico. Non le faceva affatto paura, anzi. Era perfino divertente. Lentamente iniziò a scendere le scale in silenzio e si sedette vicino all’uomo che la guardava di sottecchi. -Si sente qualcosa?- Minus avvicinò l’orecchio alla porta, cautamente. -No, nulla. Ma non credo stiano parlando.- Perdita lo imitò, concentrandosi. - ... Oscuro!- La Serpeverde spalancò gli occhi, incontrando quelli acquosi dell’uomo che le sorrise. Parlavano del Signore Oscuro dunque ... -Quando sono arrivate?- Minus si avvicinò alla ragazza, cercando di mantenere il tono di voce più basso possibile. -Appena qualche minuto fa.- Perdita fece cenno di aver capito mentre Zar, alle loro spalle, emise un debole squittio accarezzandosi la coda e fissando con aria di rimprovero la Serpeverde che, per tutta risposta, gli fece una linguaccia. -E’ un Ratatoskr?- -Sì. L’ho chiamato Zar, in onore di Salazar Serpeverde.- -Bel nome ... - Minus annuì sorridendole appena e, quasi accordatisi, si avvicinarono assieme alla porta, cercando di capire se stessero parlando. Sì, Perdita credeva di sentire qualcosa ... la voce della Signora Malfoy forse ... no, basta, nient’altro ... Un rumore improvviso fece sussultare i due. La ragazza si premette con forza le mani sulla bocca per evitare di gridare mentre Zar, colpito alla coda dal debole incantesimo, squittiva sofferente e Minus risaliva le scale di corsa. Solo dopo un po’ Perdita si convinse che poteva ricominciare a respirare e si riacquattò contro la finta parete. Accidenti, si sentiva davvero poco però! -Che succede?- Minus le aveva toccato una spalla, facendola spaventare per poi tornare a sedersi accanto a lei. -Piton e la Lestrange stanno discutendo.- -Non è una novità.- La Serpeverde gli sorrise. Sì, le era davvero simpatico. C’era una strana e innata complicità fra i due. -E questo rumore cos’è?- -Narcissa ... è come ...come se stesse piangendo.- Addirittura? Cosa diavolo le aveva detto Piton? -Lei sa perché sono qui?- Minus aggrottò la fronte, iniziando meditabondo ad accarezzarsi la mano destra, coperta da un guanto. -Penso c’entri qualcosa con il giovane Malfoy. Lo conosci vero?- Perdita tossicchiò, alzando il mento come era solita fare Daphne quando stava per dire qualcosa di importante. -Certo. Sono una sua amica.- Peter la fissò con un sorrisino divertito e scherzoso sul volto. -E’ vero!- Il sorriso dell’uomo si allargò e iniziò a passare gli occhi su tutta la figura della ragazza, trattenendo le risate. -No, non in quel senso.- Certo, non ci andava a letto. Magari. Ma a Malfoy sarebbe venuto un infarto solo sentendo la proposta. Minus fece finta di niente, tornando ad origliare alla porta ma continuando a guardarla. Perdita sbuffò tornando nella sua solita posizione ingobbita. -E va bene! Gli faccio i compiti di Trasfigurazione e Incantesimi!- Peter ridacchiò, contagiando anche lei. -Il gesto!- Bellatrix aveva alzato spropositatamente la voce facendo sobbalzare la ragazza e allontanare dalla porta anche Codaliscia. -Oh-oh ... Bella si è arrabbiata.- -Spero solo non lo uccida prima che mi abbia fatto la medicazione.- Codaliscia stiracchiò un sorriso, fissando il braccio bendato della ragazzina e toccandosi di riflesso la mano destra. -Fa male?- Perdita fece spallucce. -Un po’.- -Ogni quanto va spurgato?- -Sei, sette ore.- -Addirittura? Ormai è da un mese che hai superato la Prova! Dovresti resistere almeno dodici ore.- La Serpeverde lo fissò sorpresa. E lui come diavolo ...? -C’ero anch’io.- Ah, perfetto. -A proposito, complimenti. Un buon Avada Kedavra.- -Ehm. Grazie.- -Oh. Prego.- Ma che bei discorsi. -Penso che poi tu volessi sapere ... - Piton aveva alzato la voce a sua volta, ma a parte queste poche frasi spezzate, non riuscivano a capire altro. Perdita sbuffò spazientita. Era dannatamente curiosa! Che ci faceva la bellissima Narcissa Malfoy a Spinner’s End? Anche Minus iniziava a dare segni di nervosismo e si appoggiò con i gomiti al gradino dietro di loro. -Comunque io sono Peter Minus. Piton ti avrà parlato di me.- -Mai sentito prima.- Minus si avvicinò al volto della ragazza. -Vuoi forse dire che il tuo Garante non ti ha mai detto che il Signore Oscuro deve a me il suo ritorno?- Perdita rabbrividì, fissando con occhi spalancati l’uomo che, erroneamente, scambiò quel gesto per ammirazione. -Ma non da te!- Accidenti, a quanto pareva la Lastrange si stava davvero arrabbiando. -Mi sembra strano che Piton non ti abbia detto niente ...- Minus sembrava aver momentaneamente perso interesse per i tre che parlavano in soggiorno e aver rivolto tutta la sua attenzione alla ragazza. Meglio inventarsi qualcosa. -Sì sì, mi aveva parlato di un importante Mangiamorte che era stato indispensabile a Lei-sa-chi, ma non mi aveva mai detto il suo nome ... - Minus trattenne una risatina isterica, allontanandosi dalla ragazza. -Ti avrà detto Codaliscia.- -Ecco, esatto! Codaliscia! Ma davvero è lei? Da quel che mi ha detto il professore deve essere un Mangiamorte molto potente!- Perdita lo guardò ammirata. Codaliscia? Ma perché diavolo Piton lo chiamava in un modo così assurdo? Peter sorrise, orgoglioso mentre Zar, attratto da chissà cosa, stava annusando interessato i capelli bianchicci dell’uomo. -Sì, sono io. Ma forse il tuo Garante non ti aveva detto che sono anche stato insignito dell’Ordine di Merlino, prima classe.- C’era caduto in pieno. Ma d’altronde nessuno era bravo come lei ad arruffianarsi la gente. Quella era sicuramente la sua dote migliore. In fondo faceva parte del gruppo di Malfoy. Dopo aver inspirato per bene sfoderò due occhioni languidi e ammirati. La sua arma segreta. -Sul ... sul serio? E’... è fantastico!- Promemoria: chiedere a Piton cosa fosse un ordine di Merlino. E quante classi ci fossero. -Harry Potter.- Uff, lo Sfregiato la perseguitava anche qui. Ma cosa c’entrava lui adesso? Minus si zittì di colpo, smettendo anche di accarezzarsi la mano. -Cosa c’entra Potter adesso?- Codaliscia continuò a ignorarla, completamente assorto nei suoi pensieri e irrigidito sul posto. Potter ... quanti ricordi a sentire quel nome. Ramoso che gli insegnava a volare correttamente. Lunastorta che gli passava i compiti di Storia. Felpato che gli presentava delle ragazze. Lily che gli stringeva la mano dolcemente. E Harry che gli salvava la vita. -E’ per questo che ha scelto Draco non è vero? Per punire Lucius?- E cosa c’entrava adesso Draco? L’unica consolazione in quel momento era vedere che, per una volta, non era l’unica a non capire. Minus aveva il suo stesso sguardo vacuo e assente. Era confortante, davvero. -Lei ha capito qualcosa?- Codaliscia, già bendisposto verso quella giovane mente in sua adorazione, si sentì ancora più venerato dal fatto che, finalmente, qualcuno chiedesse spiegazioni. A lui. Davvero, quella ragazzina non aveva preso niente da Piton. Fortunatamente. -Probabilmente il Signore Oscuro vuole vendicarsi su Draco per il fiasco di Lucius al Ministero. Quindi a Draco sarà stata data una qualche missione e ora Narcissa chiederà l’aiuto di Piton per qualche motivo.- Ma cosa doveva fare Draco? E, soprattutto, in che modo poteva aiutarlo Piton? Un gridolino acuto poco dopo fece rabbrividire la ragazza. Si sentiva gelare il sangue. Era da un mese che non sentiva qualcuno gridare. Ma cosa stava accadendo nel soggiorno? Si strinse la spalla, forte. Aveva paura. Paura. Paura. -Sta tranquilla. Narcissa ha spesso queste uscite isteriche, come la sorella. Da quando poi Lucius è ad Azkaban la situazione è peggiorata. Sono certo che non sia niente di grave.- Perdita annuì, sorridendogli debolmente. Peter fece un segno a Zar che, lasciando perdere all’istante i suoi capelli, si arrampicò sulla padrona, iniziando a giocare con la coda dei capelli. Inutile, Codaliscia lo aveva capito da quando Piton l’aveva portata con sé la prima volta. Quella ragazza gli piaceva. Se la avesse conosciuta prima si sarebbe proposto lui come suo Garante. Era perfetta. Servizievole, efficiente, attenta. Certo un po’ paurosa, ma in fondo aveva sedici anni. Mai prima il Signore Oscuro aveva accettato degli adepti così giovani. Certo aveva fatto un’eccezione per ricompensare Piton e per il piano che avevano in mente ma, davvero, se lo era proprio meritato quell’onore quella ragazza. Gli ricordava tanto lui molti anni prima. -... Infrangibile?- Perdita si irrigidì preoccupata più che per la parola usata, per il tono serio e grave di chi l’ aveva espressa. Minus aggrottò le sopracciglia. -Vogliono fare il Voto Infrangibile?- -Cos’è il Voto Infrangibile?- Non suonava come una cosa molto positiva. Anzi. Codaliscia rimase in silenzio, incredulo. No, non potevano voler fare il Voto. -Signor Minus ... cosa ... ? Ah!- Perdita si tappò di nuovo la bocca, evitando di urlare. Una luce infuocata era trapelata da sotto la porta, illuminando debolmente il primo scalino, per poi scomparire. Peter spalancò gli occhi. -Stiamo andando a fuoco?- Perdita iniziò a strattonare una manica del Mangiamorte, cercando di attirare la sua attenzione. Inutilmente. L’attenzione dell’Animagus era rivolta a tutt’altro. Se non aveva visto male e se aveva capito bene adesso ci sarebbe stata una seconda lingua di fuoco che ... eccola! -Il Voto Infrangibile ... - -Cos’è? Stanno mandando a fuoco il soggiorno? Perché non intervengono? Cosa sta succedendo? La prego, lei ha di sicuro capito di cosa si tratta!- Minus si voltò altero verso di lei. Sì, quella ragazza decisamente gli piaceva. Difficile pensare che fosse la figlia della Bryson. Quella puttana lo aveva chiamato “sudicio sterco di topo” quando la cruciava. Sua figlia invece lo venerava. Una terza lingua di fuoco illuminò debolmente le due figure rannicchiate sulle scale. Codaliscia alzò in mento e lo appoggiò su una mano, in una posa particolarmente saccente e superiore. -E’ un incantesimo tipico delle Arti Oscure mediante il quale un mago vincola un altro mago a compiere una determinata azione. E’ necessaria quindi la presenza di due maghi, lo Stipulante, chi cioè richiede l’azione, e il Contraente, il soggetto cioè che si impegna. Oltre a questi deve esserci una terza persona detta Suggello che esegue l’incantesimo legando le mani delle due persone.- Perdita lo ascoltava attentamente, cercando di capire. Ma tutto quello cosa c’entrava con Malfoy e Piton? Cosa? -La caratteristica peculiare del Voto Infrangibile resta comunque ... - Zar saltò sulla testa di Minus che dovette interrompere contrariato la sua prima e unica lezione. Lo scoiattolino iniziò a correre su e giù per il corpo dell’uomo, cercando di catturare l’attenzione della ragazza. -Zar! Zar che ti prende? Che succede?- -Forse voleva avvisarvi che le Signore Malfoy e Lastrange ci hanno appena lasciati.- Piton aprì la porta nascosta, fissando con aria truce e di rimprovero le due figure. Ci hanno appena lasciati? Le aveva uccise? Tutte e due? Perdita schizzò in piedi e, scansando facilmente Piton grazie alla sua limitata altezza, si fiondò in soggiorno seguita a ruota da Zar. Niente. Nessun cadavere. Nessun segno di incendio. Era stato incredibilmente veloce a nascondere le prove. Solo un bicchiere rotto sul pavimento e altri due, praticamente vuoti, sul tavolino. -Se volevi salutarle Adams dovevi uscire dalla porta. A quest’ora si saranno già Smaterializzate.- Smaterializzate? Allora erano vive! Stancamente si sedette sul divano, sospirando. Per Salazar, stava diventando più apprensiva di una Tassorosso durante il ciclo. Anche fossero morte? Forse poteva essere un po’ dispiaciuta per la Signora Malfoy, certo, ma per quell’altra ... cosa le importava? Piton si sedette vicino a lei sul divano, osservandola attentamente. No, non voleva sapere a cosa stesse pensando. Sentiva che era meglio per lui non saperlo. -Codaliscia, porta via questi bicchieri e sistema quello rotto. Ma prima portami la borsa che c’è all’ingresso.- Certo, la medicazione! Se n’era dimenticata! Ormai dovevano aver accumulato un bel ritardo. Eppure non si era neanche accorta del bruciore crescente. -Fallo fare a lei!- Minus, recuperato un po’ di orgoglio, indicò la ragazza sul divano.- -Io?- Perdita fece per alzarsi, ancora assorta nei suoi pensieri sulla gentilezza che Narcissa Malfoy aveva mostrato nei suoi confronti e la Cruciatus inflittale dalla Lastrange. -No Adams.- Piton le afferrò il gomito, obbligandola a risedersi e iniziando a disfarle la fasciatura. -Codaliscia è stato mandato qui dal Signore Oscuro apposta per aiutarmi. Il prossimo anno non sarà facile e oltre ai miei piani dovremo anche stabilire molte precauzioni per la tua copertura. Lascia che Codaliscia si renda utile in qualche modo. E poi, Minus, dov’è finita la tua storica cavalleria?- Perdita alzò le spalle in direzione dell’uomo che, con una camminata isterica, prese la borsa all’entrata e la lanciò ai piedi del divano causando un sinistro rumore di vetri che cozzavano. -L’ho fatto per fare un favore a lei, non a te, Piton. Sia chiaro!- -Certo- Piton ghignò, incominciando a spalmare l’unguento sul Marchio, ora rosso scuro. L’indomani avrebbe parlato a Silente di quell’incontro e avrebbero stabilito il da farsi. -Che cosa voleva la Signora Malfoy?- Perdita lo fissava dubbiosa, cercando di catturare gli occhi dell’insegnante troppo attenti alla ferita. -E’ successo qualcosa? Prima, sulle scale, ho sentito che parlavate di Draco ... - Piton alzò gli occhi al cielo, spazientito. -Codaliscia, sei a casa mia da meno di tre ore e già sei riuscito a corrompere la mia Protetta.- Minus si affacciò dalla cucina, contrariato. -Io non ho fatto proprio un bel niente Piton! E se proprio vuoi saperlo quella di origliare la vostra conversazione è stata un’idea sua!- Perdita lo fissò sconvolta. Ma brutto stronzo! Prima sulle scale fa tutto il carino e poi la pugnalava così, alle spalle? -Cosa??? No prof, non è vero! Io l’ho incontrato sulle scale! Era già lì pronto ad ascoltare tutto!- Minus entrò nel soggiorno mentre Piton iniziava impassibile a bendare nuovamente il Marchio. -Severus, non crederai alle fantasie di una sedicenne mi auguro!- Zar muoveva confuso la testa fra Minus e Perdita, indeciso se dare ragione alla padroncina o a quel buffo uomo con un odore così buono. Decise quindi, per la pace comune, di accoccolarsi vicino al fianco di Piton, accarezzandosi la sua povera coda così tanto maltrattata quella sera. -Beh, questa sedicenne è la più giovane Mangiamorte che abbiate avuto!- Fantastico. Fino al mese prima si piangeva addosso per quella situazione e adesso se ne vantava? -Lo sei diventata solo grazie all’intercessione di Piton!- Severus non sapeva dire chi dei due fosse peggio. Adams che faceva i capricci o Minus che le dava corda. -Senza di me non avreste mai scoperto chi vi tradiva!- -Basta. Tutti. E. Due.- Piton strinse la benda con forza, facendo gemere la ragazza e scoccando un’occhiata di avvertimento a Codaliscia. -A letto. Subito. Non voglio sentir volare una mosca.- -Ma ... - Piton fulminò Minus con lo sguardo mentre Perdita si alzava sbuffando e, preso Zar sulla spalla, afferrava il braccio di Codaliscia trascinandolo su per le scale. Voleva restare solo, lo aveva capito. Severus sbuffò, versandosi un bicchiere di vino. Draco. Il suo figlioccio, Quel bambino biondo piangente fra le sue mani. Quel suo sorriso distaccato da Malofy durante i Natali a casa loro. Quella parlantina snervante e ipocrita. Doveva salvarlo. Non poteva rischiare che la sua anima venisse compromessa. Lucius stava già pagando per il suo fallimento. E da anni i sensi di colpa lo tormentavano in silenzio per quella scelta sbagliata di anni prima. Ma non si poteva tornare indietro. E non si poteva scappare. Si sarebbe finiti come Karkaroff, braccati come selvaggina e uccisi o dalla paura o dalle successive torture. No, doveva salvare Draco. Non c’entrava niente né con quell’insulsa guerra né con le decisioni sbagliate del padre. E adesso che aveva stretto il Voto Infrangibile lo avrebbe aiutato. Doveva aiutarlo. Ormai era certo che avrebbe dovuto uccidere Silente. Dannazione! Aveva sperato di trovare un’altra soluzione al suo omicidio. Forse c’era ancora qualche speranza per la maledizione dell’Anello di Gaunt. Poteva trovarla. Ma anche l’avesse trovata che avrebbe fatto? Draco doveva uccidere Silente se non voleva essere ucciso a sua volta. Ma se non ce l’avesse fatta avrebbe dovuto farlo lui. Ma forse neanche lui ne aveva il coraggio. Era davvero caduto così in basso da sperare che un ragazzino di appena sedici anni vivesse tutto il resto della vita nel rimorso per un omicidio pur di non sacrificarsi lui? In fondo lui era già compromesso. Le morti che aveva causato non sarebbero mai scomparse. La sofferenza che aveva provocato era eterna e indelebile nella sua anima. Cosa aveva da perdere? -Ehi Piton! La stanza della ragazzina è più grande della mia!- -Beh, quella prima era la camera di Tifa ... però era più piccola! Avete applicato un incantesimo di Estensione?- -PITON! Mi hai messo nella camera della tua elfa domestica???- -SI.LEN.ZIO!- Le voci si spensero subito. Per Salazar. Che razza di estate.
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