| Beh, visto l'etusiasmo credo vi meritiate un altro capitolo!!!^^
Capitolo 10
Spinner’s End, 29 giugno 1996, mattina presto
Ma perchè Piton la svegliava così presto? Perché doveva esercitarsi dall’alba? Non era meglio dormire la mattina e andare a letto più tardi la sera? Sbadigliando, Perdita immerse l’ennesima fetta di pane nel caffè lungo, pensierosa. Meno sedici. Fra sedici giorni sarebbe morta. O, nel migliore dei casi, sarebbe diventata una fuorilegge e nel giro di poco sarebbe andata ad Azkaban e sarebbe morta lì. Improvvisamente l’idea di fare colazione non la entusiasmava più. Piton, naturalmente, era già in salotto e stava spostando i mobili per la lezione di Occlumanzia. Era incredibile come non fosse possibile, secondo lui, fare lezione comodamente seduti sul divano. Fra l’altro, viste tutte le volte che cadeva a terra, almeno sarebbe caduta sul morbido. E poi, quando diavolo aveva intenzione di insegnarle l’Anatema che Uccide? Era stufa di agitare nell’aria la bacchetta imitandolo tutti i pomeriggi ... -Tifaaa ...- Stupida elfa, non c’era mai quando serviva. Il caffè si era raffreddato. Non vorrà pure che se lo scaldi lei? -TIFAAA ... - Niente. Imbevibile. Aveva bisogno di forze, per Salazar! Si alzò accigliata, affacciandosi alla porta del soggiorno. Piton era inginocchiato a terra, vicino al divano dov’era sdraiata l’elfa. Perdita si avvicinò a quello strano quadretto con circospezione. -L’ha uccisa?- -No.- La solita voce annoiata di Piton la rassicurò. Certo, non che le importasse di quell’elfa. Però ... insomma, sarebbe stato il suo primo cadavere di elfa! Elegantemente Piton stava estraendo sottili fili argentati dalla mente della creaturina per poi deporli senza attenzione in un piccolo calderone. Da questo, ogni volta che il docente compiva quel gesto, usciva un debole fumo giallognolo dall’odore di zolfo e il contenuto ribolliva. -Mettiti laggiù e inizia a svuotare la mente, ho quasi finito.- Perdita si diresse in fondo alla piccola stanza, continuando a sbirciare nella loro direzione. -Ma che sta facendo?- Ma perché non faceva quello che le aveva detto? Avevano poco tempo e già non era molto brava. -Le modifico la memoria. Adesso, se non hai altre domande inopportune da pormi, concentrati.- Se non fosse stato per quella stupida elfa adesso sarebbe lì, da SOLO. Non costretto a fare da bambinaia alla figlia di Bryson. *** Covo dei Mangiamorte, 1 marzo 1996
-Che cosa succede?- Piton avanzava a testa alta fra i Mangiamorte radunati in quella sala. Non indossava il mantello ma solo la solita tunica nera che portava a Hogwarts. -Grosse novità Severus, grosse novità!- Magnifico. Come se non avesse già abbastanza problemi. Fra i vari decreti della Umbridge e la momentanea sparizione di Silente in giro per il mondo per le sue ricerche ne aveva abbastanza di pensieri. Primo fra tutti Harry. Lanciò uno sguardo poco rassicurante a Bellatrix mentre Lucius gli si avvicinava agitato. -Mulciber ha trovato un’elfa.- -La cosa mi dovrebbe rendere particolarmente felice?- -Avanti Severus, rilassati!- -Non posso rilassarmi, Lucius. Io a quest’ora dovrei essere ad Hogwarts. Se qualcuno notasse la mia assenza sarebbe davvero difficile trovare una scusa plausibile.- Malfoy ghignò e proprio quando stava per rispondere, Mulciber entrò nella stanza strattonando per un braccio un’elfa. Piton alzò appena un sopracciglio, incontrando lo sguardo argenteo di Lucius. Cosa diavolo...? Il Signore Oscuro scese in quel momento le scale della villa, zittendo il sordo brusio che si era creato. Mulciber, terribilmente estasiato, spinse l’elfa ai piedi di Voldemort che la fissò impassibile. -Allora Mulciber, è lei?- -Sì mio Signore, è lei.- L’elfa, apparentemente sorda a tutte quelle frasi, si rialzò dolorante da terra e iniziò a spolverare con cura il sudicio grembiulino, prestando particolare attenzione a togliere tutti i pelucchi che vi si erano fermati sopra. -Allora avanti, facci sentire cosa sa.- Voldemort si sedette su una sedia dallo schienale alto, in attesa, mentre Bellatrix, servizievole, gli si pose devotamente al fianco. Severus non capiva. Ma non dovevano entrare nell’Ufficio Misteri, di lì a qualche mese? Perché non stavano allora lì ad organizzare tutto? O a inventarsi modi per nascondersi, visto che molti dei presenti erano appena evasi da Azkaban? Cosa c’era di così eccitante in quell’elfa? Mulciber intanto si era abbassato all’altezza dell’elfa, sorridente. -L’ha comprata mia moglie qualche settimana fa. All’inizio non ci ho dato molta importanza, come tutti del resto, ma poi ho sentito che questa stupida continuava a ripetere strane cose...- -Tifa non è stupida. Tifa è solo vecchia. E Tifa non ripete strane cose. Padrona Lulu non avrebbe mai trattato Tifa così, né tenuto la casa in quel modo.- L’elfa, offesa, continuava indifferente a lisciarsi il grembiule, incurante di trovarsi di fronte al più grande mago oscuro di tutti i tempi. Coraggio o follia? Il Mangiamorte ghignò, guardando verso i suoi compagni. -Avanti Tifa, parlaci ancora di questa “Lulu”...- Dove voleva arrivare Mulciber? Piton fissò i volti degli altri presenti, alcuni increduli come lui, altri divertiti. Tifa alzò le orecchie in segno di felicità mentre gli occhioni si inumidivano piano. -Padrona Lulu era tanto buona con Tifa. Padrona sapeva che Tifa era vecchia e allora non faceva fare tanto a Tifa. Padrona teneva la casa ordinata, così Tifa poteva dedicarsi alla Padroncina... Tifa ha anche visto nascere la Padroncina! Era così piccola... Se solo Tifa fosse stata a casa quella sera. Padrona Lulu aveva detto a Tifa di andare a prendere cose per la Padroncina. Tifa aveva lasciato a casa la Padroncina da sola che dormiva. A Tifa non piaceva lasciarla a casa da sola ma Padrona Lulu non voleva che Padroncina uscisse. Ma quando Tifa è tornata la casa di Padrona Lulu bruciava ... - -Che cos’è questa storia Mulciber? Vorresti spiegarti meglio?- -Padrona Lulu non avrebbe mai interrotto in modo così maleducato Tifa!- Tutti i Mangiamorte risero mentre Rosier estraeva la bacchetta, indirizzandola verso l’elfa. -Sta calmo Evan, ci serve ancora per un po’... Ma non avete ancora capito? La fantomatica “Lulu” altri non è che quella puttana di Lucrece Bryson!- Bryson? Piton represse la sorpresa, nascondendo il rimorso e i ricordi nell’angolo più lontano e nascosto della sua mente. Ecco allora chi era quella “Titi” che la figlia di Bryson gli aveva nominato anni prima! Dannazione! Un’elfa! Perché non si era interessato di più a quell’argomento? Tifa, intanto, si era incamminata con fare minaccioso verso il Mangiamorte, indice alzato -Padron Mulciber non parla così di Padrona Lulu! Cattivo Padrone!- Con un calcio poco gentile Mulciber allontanò da sé l’elfa, ridendo divertito. -Non vedo però come questa informazione possa aiutarci Mulciber... Anche se l’elfa è stata sua domestica, come può tornarci utile questa notizia? A meno che... a meno che tu non intenda dire che la lista ce l’abbia lei!- Emmeline Vance avanzò dalla fila dei Mangiamorte, tenendo gli occhi puntati su Tifa che, tranquilla, si era rimessa a pulirsi il grembiulino mentre bofonchiava qualche scusa nei confronti di “Padrona Lulu”. -No, la Bryson non era così sprovveduta. Era troppo rischioso affidare un documento simile a un’elfa. Invece...- Malfoy avanzò verso il compagno con aria incuriosita. Tipico dei Malfoy: capivano tutto in anticipo rispetto agli altri. -Ma non avete sentito quello che ha detto prima? Lei si dedicava alla “Padroncina”! Ho usato la Legilimanzia su di lei e ormai non ho più dubbi. Bryson aveva una figlia.- I mormorii aumentarono fra i seguaci del Signore Oscuro mentre Voldemort teneva gli occhi fissi sul Mangiamorte. Piton, nascosto dietro le spalle di Malfoy, strinse una mano a pugno. Dannazione. -Credi che sua figlia abbia la lista?- Mulciber annuì vigorosamente alla richiesta del suo padrone. -Basandomi sugli ultimi ricordi dell’elfa posso dire che adesso la ragazzina avrà quindici, sedici anni...- -Sono solo congetture. E le informazioni in nostro possesso troppo poche.- Piton superò Malfoy, fronteggiando Mulciber. -Perché sei così pessimista Severus?- Piton si voltò lentamente verso il Mangiamorte, concentrato. -Non sono pessimista, ma realista. Secondo te la Bryson avrebbe tenuto nascosta la bambina per poi affidarle la lista?- Rabastan Lastrange avanzò lentamente, contrariato. -E’ una traccia! E’ la prima traccia che abbiamo da anni!- Severus cercò di mantenere la calma. Doveva trovare un piano. Doveva trovarlo SUBITO. -Sono solo ipotesi. La bambina non può avere la lista. In base a quanto dici tu al momento della morte della madre aveva due anni. E’ illogico pensare che sia riuscita a fuggire con l’elenco- Yaxley affincò Mulciber, agitato. -Avrebbe senso se considerassimo l’ipotesi che qualcuno l’abbia aiutata. Ma adesso questo non ha importanza! L’importate è trovare la lettera e scoprire chi era la spia fra noi. Sperando che non sia ANCORA qui con noi.- Tutti i Mangiamorte si guardarono l’uni l’altro, insospettiti, mentre Voldemort contemplava in meditabondo silenzio tutta la scena. -E come credi di farlo? Sai quante ragazzine quindicenni ci sono in Gran Bretagna? Le controllerai una per una?- La voce di Piton non aveva cambiato espressione sempre calma e riflessiva, mentre i suoi occhi vagavano per la stanza trafiggendo tutti i presenti. Malfoy si avvicinò all’amico, cercando di capire cosa avesse in mente. -Severus ha ragione. Le informazioni che abbiamo sono importanti ma non sufficienti. Potrebbe essere morta, potrebbe essersi trasferita, potrebbe essere perfino una Maganò...- Piton allontanò la mano che Lucius gli aveva posto sulla spalla, avvicinandosi a passi lenti verso l’elfa. -I Magonò sono pochi e registrati al Ministero. Basterà controllare se c’è qualcuno che corrisponde all’età e andare a controllare. Rokwood lavora ancora al Ministero, sarebbe facile per lui controllare i registri. Per il resto, Hogwarts è un ottimo punto di partenza. Se ha sviluppato dei poteri magici e non è stata portata chissà dove certamente frequenterà la scuola e con altrettanta certezza posso dire che sia mia alunna. Se così non fosse, potremmo iniziare le ricerche nelle altre scuole. Di Durmstrang se ne potrà occupare Karkaroff mentre di Beauxbatons Rosier. Se non risulterà nulla, potremmo dire con certezza che sia morta e di aver perduto la lista. Della ricerca ad Hogwarts mi occuperò, ovviamente, io visto che qui sono l’unico che può entrarvi indisturbato... Nel caso le mie ricerche non daranno frutti, cosa che dubito, potrete iniziare voi.- Rokwood, contrariato di sentirsi dare ordini, avanzò minaccioso verso Piton, fermato però da Mulciber che tentò di convincere, senza grande successo, gli altri della buona idea. -E come pensi di riconoscerla?- La voce profonda del Signore Oscuro smorzò i toni, facendo calare un gelido silenzio nella stanza. Piton si voltò piano, fissandolo negli occhi. -L’elfa. Sembra che le elfe domestiche con il ruolo di nutrici sembra abbiano la particolare capacità di riconoscere il “Padroncino” di cui si sono prese cura ad anni di distanza.- Bellatrix scattò, irritata dall’interesse che Piton stava suscitando nei presenti e in particolar modo a Voldemort. -E’ solo una teoria! Non hai alcuna certezza che...- -E’ l’unica possibilità in nostro possesso, al momento. Se hai altre idee, Bellatrix, non devi fare altro che farti avanti e io mi libererò di questo insulso compito.- La Mangiamorte ringhiò fra i denti qualche maledizione mentre Piton si voltava a fissare Tifa che, incurante di tutto, continuava ad accarezzare amorevolmente il grembiulino rosa che in origine, non era stato altro che una copertina della culla della piccola Bryson. *** Piton estrasse anche l’ultimo ricordo dall’elfa, cancellandolo completamente. La avrebbe portata ad Hogwarts quella sera, quando sarebbe andato a trovare Silente, e l’avrebbe lasciata lì a lavorare. A Mulciber bastava dire che era morta. In fondo era solo una vecchia elfa, nessuno si sarebbe preso la briga di andare a controllare e a Hogwarts era al sicuro. Si alzò da terra, preparandosi mentalmente alla lezione. All’ennesima, disastrosa lezione. Certo Bellatrix aveva avuto ragione. La mente della ragazzina sembrava predisposta all’Occlumanzia e questo era un vantaggio notevole. Peccato che i progressi fino a quel momento fossero stati minimi a causa dell’incompetenza della giovane. Si domandò se veramente ce l’avrebbe fatta a insegnarle tutto quello che doveva sapere. Potter, anche se era un disastro, almeno aveva una grande forza di volontà, dono di Lily. Oltre però a un’ insana pigrizia, ereditata dal padre... Però Harry, certamente in quella situazione, ce l’avrebbe fatta. Se la sarebbe cavata, ne era certo. E lei? Si voltò verso la ragazza che, invece che fare quello che le aveva detto, guardava distrattamente fuori dalla finestra. ______________________________________
Perdita che piangeva nelle braccia di una donna che le spiegava cos’era esattamente il “menarca”, Perdita che camminava sotto l’ombrello abbracciata a un uomo che le sorrideva, Perdita che estraeva da una busta rosata una foto per poi stracciare la lettera senza leggerla... -Adams. Alzati.- Perdita sgranò gli occhi, ansimando. Piton, in piedi di fronte a lei, la fissava con la solita aria di sufficienza mentre lei, in ginocchio sul pavimento, cercava di far cessare quel doloroso martellare che sentiva nella sua testa. -Sono stanca....- -Muoviti.- Lentamente Perdita si alzò in piedi, appoggiandosi con la schiena alla parete di fondo del soggiorno, massaggiandosi la spalla. Ormai fuori era notte e la luce fastidiosa del vecchio lampadario illuminava tristemente l’ambiente. Tifa, ancora addormentata, sonnecchiava allegramente stringendo con le ossute manine il grembiulino e mormorando ogni tanto qualche parola senza senso. Piton sbuffò. Niente. Erano ancora in alto mare. Perfino Minus sarebbe riuscito a leggerle nella mente. Certo qualche piccolo, PICCOLO progresso c’era stato, ma non era sufficiente. Dovevano sbrigarsi o non sarebbe mai stata pronta in tempo. Per non parlare poi dell’Anatema che Uccide... -Su, avanti. Riproviamo. Questa volta cerca di restare più rilassata. Se ti agiti quando mi senti penetrarti la mente le sensazioni hanno il sopravento ed è più facile per un Legilimante scoprire i tuoi pensieri.- Perdita alzò gli occhi al soffitto, fingendo di non sentirlo. Era distrutta. Voleva dormire. Voleva andare a casa Parkinson a provare i magnifici vestiti di Pansy, troppo larghi di seno e lunghi per lei, ma comunque irresistibili. Voleva andare a villa Zabini a sentire le storie esotiche che raccontava loro la madre di Blaise quando erano ospiti... Voleva fare quello che faceva tutte le estati. Non voleva fare il conto alla rovescia dei giorni che le restavano da vivere. Non voleva passare così, in una casa squallida in compagnia di un professore misogino, i suoi ultimi giorni. Si strinse la spalla, cercando di calmarsi. -Adams, sto per attaccarti. Sei pronta?- Ma quando ci metteva a mettersi in posizione di difesa, quella sciocca? Quante storie! Debole, lagnosa e piagnucolante. Davvero, DAVVERO, insopportabile. -Un attimo...- -No Adams, non abbiamo attimi. Quando il Signore Oscuro vuole leggere una mente non aspetta che la persona in questione si prepari e non l’avverte. La maggior parte delle volte usa un incantesimo non verbale per cui devi essere sempre pronta, alla prima parvenza di Legilimanzia, a chiudere la mente.- -Ma sono stanca!- -Non credi che sia proprio questo il momento migliore per l’Oscuro Signore per leggere i tuoi pensieri?- Perdita sospirò piano, reprimendo un moto di stizza e paura. Odiava quando parlava così. Riusciva solo a farla agitare. E poi, perché si impegnava tanto con la Legilimanzia? Lei non doveva uccidere qualcuno a metà luglio? -Perché invece non mi insegna l’Avada Kedavra?- Ecco, anche voce isterica doveva aggiungere nella lunga lista di difetti della Serpeverde. Quella voce che lo aveva insultato così tanto... -Se permetti spetta a me stabilire quando sarai pronta per quello e non lo sarai finché non riuscirai a chiudere la mente.- -Vuole solo che impari a difendere i miei ricordi perché così Lei-sa-chi non scoprirà qualcosa su di lei! Il suo piano è quello di portarmi lì e farmi uccidere senza che nessuno venga a sapere che è lei il traditore!- Piton alzò appena un sopracciglio, irritato. Quanta impazienza per imparare la Maledizione che Uccide... -Bene, se adesso hai finito il tuo patetico sfogo direi che potremmo proseguire con...- Una luce argentata comparve all’improvviso fra i due, causando un urlo isterico alla Serpeverde e un brutto presentimento al Professore. Una fenice argentata volò leggiadra verso Piton, fermandosi a pochi centimetri dal suo volto e iniziando a parlare con la stessa voce di Silente. -Severus, mi dispiace disturbarti così all’improvviso ma avrei bisogno che tu mi raggiungessi subito qui a Hogwarts. Non ti disturberei a quest’ora se non fosse una questione così urgente...- Piton imprecò, fiondandosi all’entrata a prendere il mantello e una piccola borsa che teneva vicino all’appendiabiti dove conservava alcune delle sue pozioni. Quello stupido vecchio. Quello. Stupido. Vecchiaccio. Che davvero fosse stato così poco intelligente da toccare l’anello? Se davvero fosse stato così non ci sarebbe stato molto da fare ... ma Silente non poteva essere davvero COSI’ stupido! Tornò velocemente in soggiorno dove afferrò con mala grazia l’elfa, ancora addormentata. Appena poco prima di Smaterializzarsi, si ricordò della ragazza. Le si avvicinò velocemente, strappandole di mano la bacchetta. -Continua ad allenarti nello svuotare la mente e va a dormire presto. Domani mattina riprenderemo gli allenamenti con tre ore di anticipo visto che le perderemo questa sera.- -Ma ... - Prima che Perdita potesse chiedere una qualsiasi cosa, Piton era già sparito dalla stanza. Dove diavolo era andato? E cosa diavolo era quella sottospecie di tacchino che era comparso all’improvviso? E a lei cosa importava poi? Piton non c’era e non sarebbe tornato tanto presto stando a quello che aveva detto. Poteva finalmente riposarsi un po’! Si avvicinò alla parete contro la quale c’era la poltrona di Piton e vi si sedette con poca grazia. Certo, di solito lei andava sul divano, ma dopo che c’era stata quell’elfa bavosa non avrebbe più potuto sedervisi sopra. Si stiracchiò dolcemente, accoccolandosi contro lo schienale e abbracciandosi le spalle. Certo, era contenta che Piton avesse portato via quella stupida. Peccato che così, adesso, non ci sarebbe più stato nessuno a cucinare per lei quando Piton non c’era. E lei, di usare i fornelli, non voleva neanche sentirne parlare. E poi, adesso, sarebbe rimasta sola con Piton tutti i giorni. Tutti ... insomma, per quelli che le rimanevano. Almeno Tifa la viziava un po’. Piton invece la trattava sempre come la peggiore dei Tassorosso... Si accoccolò sulla poltrona. Allenarsi? Fuori discussione. Se proprio il quindici luglio doveva morire, meglio farlo dopo aver dormito. Possibilmente bene. Rabbrividì per i pensieri appena fatti. Meglio non pensare a quello che sarebbe accaduto. Adesso lei era lì, sola, abbastanza al sicuro, con tutti gli arti al posto giusto, senza qualcuno che cercava di ammazzarla o di invaderle la mente o di assaggiarla. Era tutto perfetto. Se avesse potuto congelare il tempo, lo avrebbe fatto. Al diavolo Tu-sai-chi, al diavolo i Mangiamorte, al diavolo gli Adams, al diavolo Piton. Solo lei. ________________________________________ Si chiuse la porta alle spalle, stancamente. Silente era davvero pazzo. Piton lasciò cadere pesantemente la borsa, ormai quasi vuota, all’ingresso e a fatica si appoggiò al tavolino del corridoio. Era stremato. Fermare la maledizione che aveva colpito Silente gli aveva prosciugato quasi tutte le energie. E poi quei discorsi… Severus si avviò stancamente verso il soggiorno, pensieroso e triste. Un rumore regolare e antipatico gli fece alzare appena gli occhi sulla sua poltrona dove, sdraiata in una posizione assurda, Perdita russava debolmente. Imprecò a bassa voce. Fantastico. Dormiva. Dor.mi.va. Di certo non aveva fatto alcun esercizio come le aveva detto lui. Beh, se ci teneva tanto a morire, pazienza! Era una scelta sua! Chi era lui? Non poteva salvare tutti, non ci sarebbe mai riuscito! E se poi quella stupida e Silente sembravano così felici di andare all’altro mondo, perché lui doveva opporsi? E, soprattutto, perché i rimorsi e i sensi di colpa dovevano toccare proprio a lui??? Con stizza si sedette sul divano, nascondendo il volto nelle mani. Uccidere Silente al posto di Draco. Non riusciva a pensare ad altro. Entro un anno Silente sarebbe morto certamente lo stesso, grazie alla sua azione avventata di quella notte. Toccare l’anello senza essersi assicurato che non ci fosse una maledizione! Un errore sciocco, stupido! Anche un mago di terza categoria non si sarebbe lasciato abbindolare così facilmente! E Silente??? Il GRANDE Silente, uno dei più grandi maghi di tutti i tempi, era stato sconfitto in questo modo banale e stupido. Ma cosa diavolo aveva in mente in quel momento? Era riuscito a fatica a bloccare la maledizione nella mano del Preside, ma se solo lo avesse chiamato prima avrebbe potuto fare di più. Certo, Severus aveva riferito al Preside del piano di Lord Voldemort di quel pomeriggio, e, certamente Silente, aveva intuito dalle sue parole che volesse fosse lui a ucciderlo. Ma proprio per salvare la vita di Albus lui glielo aveva detto! Non per confermare la sua condanna a morte! Per mano sua poi! Era in momenti come quelli che credeva che Voldemort e Silente fossero d’accordo e che lui non fosse altro che un semplice burattino nelle loro mani. Una marionetta a cui far fare tutto il lavoro sporco, senza temere per quell’essere senz’anima. Ma lui un’anima ce l’aveva, dannazione! Martoriata e colpevole, ma che gli faceva ancora male, ricordandogli così, con insistenza, che esisteva. Che c’era ancora. E per questo stava pagando. Piton alzò appena lo sguardo, osservando Perdita che si rigirava sulla sua poltrona, ignara di tutto e con una terribile espressione stupida sul volto. Si massaggiò lentamente la fronte, cercando di recuperare un filo di razionalità. Draco avrebbe cercato di uccidere Silente e lui avrebbe cercato di capire come, evitando che qualcuno si facesse del male. Draco però non si fidava più di lui dopo quello che era successo a Lucius al Ministero. E comunque, Draco non sarebbe mai riuscito nel suo intento e allora sarebbe toccato a lui porre fine alla vita di Albus. Così però Voldemort non avrebbe più avuto spie al suo servizio ... Con uno scatto Piton tornò a fissare la Serpeverde. Ma certo! Era stato proprio lui, LUI a suggerire a Lord Voldemort indirettamente quel piano. Adams. Se riuscirà a entrare nei Mangiamorte e ad avvicinarsi a Potter sarebbe una spia certamente più preziosa di lui. Una volta morto Silente tutta Hogwarts sarà nelle mani di Voldemort e lui potrebbe venire allo scoperto, facendo credere a tutti che solo lui fosse l’infiltrato... Nessuno penserebbe mai che ci fossero due spie... e così il controllo su Hogwarts sarebbe totale visto che la ragazzina fornirebbe loro tutte le informazioni necessarie per smascherare possibili sobillatori. Voldemort aveva pensato a tutto... Lui, Piton, uccide Silente. Hogwarts è nelle mani dei Mangiamorte. Adams passa loro informazioni che riguardano gli studenti e Potter cosicché possano controllare quelli e uccidere lui. Così Voldemort otterrà tutto quello che voleva: la punizione per i Malfoy, la morte di Silente, la conquista di Hogwarts e il controllo sui suoi studenti oltre che preziosi informazioni su Harry. E tutto perché lui gli aveva suggerito di far diventare la ragazza Mangiamorte. Se così non fosse stato, lui non dovrebbe adesso uccidere Silente? No, non poteva dirlo con certezza... E poi, che importanza aveva? Non era con i “se” che avrebbe salvato l’anima di Draco. E sicuramente ormai più nulla avrebbe potuto salvare Silente. Lui, proprio lui doveva ucciderlo. Doveva uccidere l’unica persona che conoscesse la sua reale indole e la sua reale fedeltà. L’unica persona che poteva dire di conoscerlo veramente. L’unico uomo che conosceva le sue debolezze. LA sua debolezza. Lily... Lei avrebbe certamente saputo cosa dirgli in quel momento. Avrebbe saputo consolarlo, come sempre. Aiutarlo. Amarlo? Sorrise. Mai come in quel momento aveva sentito la sua mancanza. Se avesse potuto fare qualcosa, qualunque cosa per tornare indietro o per riportarla in vita... Avrebbe fatto di tutto per averla lì con sé in quel momento. E invece... Alzò lentamente gli occhi, osservando nell’ombra della stanza il sorrisino idiota sul volto della ragazza. Era così impaziente di imparare l’Avada Kedavra? Bene, lo avrebbe imparato. Lui aveva rimandato il più possibile, ma ormai era giunto il momento. E poi, mentre lui tentava in tutti i modi di ridurre al minimo il suo contatto con l’Anatema che uccide, lei sembrava non vedere l’ora di impararlo. Perfetto. -Adams.- Perdita mugugnò qualcosa, contraria ad abbandonare così presto quel bel tepore e quelle rassicuranti immagini. -ADAMS.- Perdita aprì lentamente gli occhi, sbadigliando. Non poteva già essere l’ora di alzarsi... Si guardò un po’ attorno, aprendo e chiudendo la bocca impastata mentre si umettava le labbra secche. Finalmente riuscì a vedere una figura seduta sul divano poco distante da lei. Strinse un po’ gli occhi... -Prof...?- Piton sbuffò. -Chi altri ti aspettavi di trovare?- Un buongiorno davvero fantastico, non c’era che dire. Perdita si sistemò meglio sulla poltrona, stropicciandosi gli occhi e reprimendo l’ennesimo sbadiglio mentre Piton, da parte sua, reprimeva l’ennesima scarica di rabbia contro quella ragazzina sciocca e superficiale. -Va' a dormire.- La Serpeverde stiracchiò il collo... porco Godric, che male! Ma in che posizione assurda aveva dormito? Cercò di trovare nel buoi gli occhi dell’insegnante anche se era già difficile distinguere la sua ombra dalla parete. Era... strano. Aveva una voce... strana. Stanca? Piton POTEVA essere stanco? -Prof, tutto bene?- Piton contrasse la mascella. Tutto bene? Certo, doveva solo salvare la vita a un’insulsa ragazzina, salvare l’anima di un borioso e arrogante bamboccio e uccidere l’uomo che lo conosceva meglio di chiunque altro. Cosa c’era nella sua vita che non andava bene? -Su.bi.to.- Perdita, spaventata dall’improvviso tono minaccioso, si alzò velocemente dalla poltrona per poi sbattere contro l’angolo della porta del soggiorno e sparire, dolorante, sulle scale.
Piccolo spioler: Nel prossimo capitolo ci sarà una delle mie scene preferite quindi ... non lasciatemi sola! P.S. Voldy che ri-scende le scale è dedicato ad Astor!!!
Bacio a tutte!!!
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