Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Jealousy, Siamo gelosi quando vediamo l'altro troppo perfetto e noi troppo imperfetti. (G. Soresina)

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beazìn
view post Posted on 13/10/2009, 22:33




Olàà sono beussina96 ù.ù
BELLISSIMO!
Continua por favor *-*
continua continua continua ti preeego >.<
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 19/10/2009, 21:38




*arriva di corsa*
eccomii anche se in ritardo a commentare questa stupenderrima ff...che dirti? hai ragione ora la poverella mi fa ancora più pena T_T!
Comunque dolcissimo Sev che si piglia male pensando che Cody l'abbia toccata *rabbrividisce al sol pensiero*
Un altro fantastico Chappy!! Bravissimaa!!!
 
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Lete Lyoness
view post Posted on 11/11/2009, 21:24




Della serie: ogni tanto risorge!
Ebbene sì, rieccomi.
Non sono morta. Non ancora.
Umorismo macabro stasera, che volete farci.
Sarà Marte nel mio segno o il rincaro dei prezzi della benzina.
Sarà che son prigra. Terribilmente pigra.
Motivo per cui faccio ringraziamenti veloci e vi lascio a questo ennesimo capitolo, parto sofferto e dubbio di una mente malata.

Astor: non ridacchiare. Sei più malata di me. Grazie comunque della betatura!

Disturbia: Io invece Minus lo adoro! Ultimamente lo sto rivalutando, sai? Deve avere una psicologia davvero, davvero interessante. Grazie del commento!

Try: non ho voglia di scrivere Try due volte e abbravio, ok? XD Ma no! Dovevi lasciarla giù dal piedistallo! Con Minus poi un'accoppiata micidiale, velono puro! Peccato che in questo capitolo non ci sia... grazie della recensione!

Asmodai: Ti amo (metaforicamente, non agitarti. E no, non è una minaccia!). Non solo per la pagnotta, sia chiaro (la prossima volta mi dai quella con l'uvetta?) ma anche per quello che dici dopo! E' tuttto vero, verissimo! Ti quoto, posso? Grazie ancora!

Beazin: Ehm... continuato? XD Beh, capitolo all'insegna delle generazioni... sì, capitolo genealogico direi! Leggere peer credere e commentare per criticare! XD Grazie mille!

Elythestrange: Ti adoro. Cody. CODY. Non ci avevo mai pensato ma... è perfetto! *_* Posso plagiarti? Tipregotipregotiprego... Grazie mille del commento!!!

Beh, che altro?
Grazie a tutte e buon capitolo!






Capitolo 19



Spinner’s End, 28 agosto 1996

-Sei pronta, Adams?-
-Io non vengo.-
La voce di Piton risuonò calma per le scale.
-Tu vieni.-
Perdita sbuffò, allacciandosi meglio le scarpe per poi scendere veloce le scale, inseguita da Zar. Piton era già in corridoio, con un paio di pantaloni scuri dal taglio elegante e una camicia chiara.
Vestiti babbani?
Severus aprì la porta d’ingresso senza dire una parola. Ma cosa stava facendo?
-Non ci smaterializziamo?-
-No.-
La Serpeverde uscì in strada senza degnarlo di un’occhiata e stringendosi forte la spalla quando gli passò di fianco.
Ma cosa gli era venuto in mente?
Il professore fece un cenno con una mano allo scoiattolino che si bloccò prima di uscire di casa e, ritto sulle zampine posteriori, gli squittì un saluto quando chiuse la porta.
Piton s’incamminò lento, seguito a debita distanza dalla ragazza.
Ma perché stava andando là?
Non si era ripromesso di non andarci più?
E Adams?
Perché se la stava portando dietro?
Perdita alzò appena lo sguardo, fissando le spalle del docente che, fiere, procedevano lentamente lungo i sentieri tortuosi di Spinner’s End.
Da quel giorno non avevano più parlato. Codaliscia era sparito da casa quella stessa sera e lei non lo aveva neppure salutato. Piton poi non la avvicinava neanche. Entrava in camera sua senza bussare quando era l’ora della medicazione, le lasciava l’unguento e una benda pulita sul tavolo e poi se ne andava, senza guardarla neppure.
Gli faceva schifo l’idea di toccarla, ovvio.
L’incarnazione del suo tradimento.
Chissà come aveva fatto fino a quel momento a sopportarla.
Però, a pensarci bene, tutti i suoi gesti erano stati SEMPRE ristretti al minimo indispensabile.
Piton voltò un angolo, rallentando il passo.
C’erano quasi.
Ma perché era lì?
Non aveva deciso di NON andare?
Di non tornare più?
La villetta davanti alla quale si fermarono era vecchia e malridotta. Le ceneri di una casa felice.
Era mai stata davvero felice?
Piton espirò impercettibilmente, superando il cancelletto d’ingresso e tenendolo aperto per la ragazza che gli si mise al fianco, spaesata.
Dov’erano?
Una casa babbana?
Perché?
Piton era entrato in camera dicendole che sarebbero usciti mezz’ora dopo. Non un’informazione sul dove, sul perché, sul chi.
Niente.
E lei certo non glielo aveva chiesto.
Il professore salì i gradini che portavano alla porta d’ingresso, silenzioso e con gli occhi fissi davanti a sé. Un tappetino spelacchiato e verde marcio dava loro un benvenuto poco convinto insieme a polvere e ragnatele.
Davvero dovevano entrare lì?
Piton si fermò davanti alla porta, socchiudendo gli occhi. Perdita gli si avvicinò curiosa, riducendo la distanza fra loro ma facendo attenzione a non toccarlo. Cosa stava facendo? Cosa aspettava? Perché non bussava?
Due colpi, veloci e secchi.
Dolorosi.
Per la vecchia porta.
Per la sua mente.
Nessuna risposta.
La ragazza trattenne il fiato, sperando di percepire qualche rumore o una qualche voce in grado di svelarle quel mistero senza dover chiedere nulla al docente.
Piton strinse i denti, bussando di nuovo, più forte.
Era andato lì, lo faceva pure aspettare?
Lo sapeva, lo sapeva.
Non doveva andare.
Non lo meritava.
Dei passi pesanti e pigri.
Era in casa.
Stava arrivando.
Piton allargò le spalle, alzando la testa mentre la ragazza si metteva un passo dietro di lui, quasi nascosta. Non sapeva chi avrebbe aperto quella porta. Non sapeva cosa aspettarsi. Meglio non rischiare.
Le chiavi girarono lente nella serratura. Un tempo infinito.
Piton espirò.
No, doveva restare.
Ormai era lì.
Doveva restare per lui.
E per lei.
O, forse, per se stesso.
Il cigolare stanco dei cardini lo distolse dai suoi pensieri e una voce, troppo conosciuta, borbottava qualcosa.
- ... e vi ho già detto mille volte, ragazzacci, che non compro le vostre stupide ... -
L’uomo si bloccò, vedendo Piton di fronte a sé con un sopracciglio alzato, irritato, e con la faccia tesa.
-Se ... Severus ... -
Perdita si sporse appena da dietro il professore, sbirciando la scena. Non aveva mai visto quell’uomo. Doveva aver passato la settantina, capelli grigi, occhi neri. L’uomo cercò di ricomporsi, mettendosi con le spalle dritte e passando una mano fra i capelli lunghi e spettinati.
-Che ... che piacere vederti, trovarti qui. Io ... -
-Entriamo o ci fai restare sulla porta?-
Piton non aveva cambiato espressione e la sua voce era rimasta la solita, impassibile e melliflua.
L’uomo spostò appena lo sguardo dalla faccia del docente, notando con sorpresa la ragazza alle sue spalle che lo guardava incuriosita, stringendosi una spalla. Rimase folgorato.
Lei ...
Non poteva essere.
Quegli occhi ...
-Ma ... ma certo! Certo, entrate!-
Un sorriso tirato e nervoso al quale Piton rispose con uno sbuffo, entrando lentamente in casa con Perdita subito dietro. L’uomo non riusciva a togliere loro gli occhi di dosso.
Era davvero lui?
Era venuto?
E lei, lei era ... ?
-Potete andare in soggiorno io, io prendo qualcosa da bere!-
Piton si era già avviato lungo il corridoio, indirizzato verso una porta aperta.
La Serpeverde lo seguiva ciecamente, fissando disgustata il pavimento polveroso e sporco.
Ma Piton sapeva dove andare?
Conosceva già quella casa?
Il professore si fermò un attimo sulla soglia, lanciando un’occhiata dietro di lui, attraverso il corridoio e dentro un’altra porta. L’uomo che aveva aperto loro la porta era in cucina, vicino al frigorifero. Lo vedeva bene. Si stava sistemando la camicia nei pantaloni nervosamente con una mano e cercava di afferrare qualcosa con l’altra.
Patetico.
Entrò a passo sicuro nel soggiorno, trovandolo come lo aveva lasciato molti anni prima. Solo con il pavimento più lercio, l’aria impregnata di fumo e più bottiglie di alcolici sui mobili.
Situazione peggiore di anni prima.
O, forse, peggiore di quel che ricordava.
Piton fece un cenno veloce alla ragazza che, ubbidiente e spaesata, si sedette rannicchiata ad un angolo del divano mentre il professore si sedeva elegante accanto a lei, proprio davanti alla poltrona.
Piton socchiuse gli occhi, cercando di mantenere la calma e di scacciare dalla mente i ricordi e la voglia di scappare.
Basta fuggire.
Doveva affrontare quel passato.
Non avrebbe mai mostrato un cedimento, MAI.
Né di fronte a lui, né di fronte ad Adams.
Mai.
Perdita lo fissò di sottecchi, incredula. Piton stava fissando concentrato il pavimento, assorto in chissà quali pensieri. L’uomo entrò poco dopo, sorridendo cordiale e imbarazzato con un enorme vassoio.
-Eccomi qui! Scusate il ritardo, ma non ... non vi aspettavo! Se mi avessi avvisato prima Severus avrei sistemato un po’ e avrei preso qualcosa di speciale, insomma, mi sarei organizzato meglio, ecco...-
Nessuna offesa o recriminazione in quella frase, solo un modo come un altro per rompere il ghiaccio e trovare una scusa decente a cui Piton non rispose.
Appoggiò il vassoio sul tavolino davanti al divano, mostrando a Severus la bottiglia che aveva portato con tre bicchieri.
-Scotch?-
Il professore lo fissò negli occhi, serio.
-Niente alcolici per lei.-
Piegò appena di lato la testa, indicando Perdita. Beh, lei veramente alcolici li beveva, e volentieri anche... ma meglio non contraddirlo. Sembrava particolarmente teso.
L’uomo si rialzò dalla poltrona, mortificato.
-Oh, certo! Che stupido, hai ragione! Vado a prendere dell’aranciata.-
-Hai una bevanda non alcolica in casa? Non finisci mai di sorprendermi.-
L’uomo si bloccò sulla porta, senza voltarsi, per poi sparire nel corridoio mentre Piton ghignava in quel modo canzonatorio e a lei tanto famigliare.
Ma chi diavolo era quel tipo?
E perché Piton era così strano?
Il professore le lanciò un’occhiata veloce, per poi tornare a guardare fisso davanti a sé dove l’uomo, appena tornato, versava le bevande nei bicchieri.
-Ecco ragazzo, prendi.-
Ragazzo.
Da quanto tempo nessuno lo chiamava più così?
Piton si rigirò il bicchiere fra le mani, osservando il colorito ambrato del liquore.
-E per te, signorina, una bella aranciata fresca, appena fuori dal frigo!-
L’uomo allungò sorridente il bicchiere verso Perdita che si sporse per prenderlo. L’insegnante però l’anticipò, afferrando il bicchiere dalla mano dell’uomo con poca grazia e porgendolo dopo alla ragazza, senza guardarla.
Ma perché si comportava così?
Il sorriso dell’uomo si fece più mesto mentre la ragazza accettò in bicchiere facendo attenzione a non toccare le dita del professore che, con un gesto secco, ripose il suo bicchiere sul tavolo, intatto e fissò l’uomo davanti a sè.
-Allora ... ehm ...-
Il Babbano si schiarì la voce, mandando giù lo Scotch in un solo sorso.
-Come va?-
Un sorrisino stiracchiato verso Piton che gli rispose con un’occhiata raggelante.
-Bene.-
-Ah, mi fa piacere ragazzo.-
Il professore lo fulminò e l’uomo alzò le mani in segno di resa.
-Severus. Hai ragione. Ormai sei un uomo.-
L’uomo piegò le labbra mestamente fra se e se, versandosi un altro generoso bicchiere.
-E questa signorina? E’ ... tua figlia?-
Aveva un sorriso stanco, nostalgico.
Speranzoso?
Perdita stava per rispondere, pronta a negare. Piton le aveva detto che la loro parentela doveva restare un segreto. Nessuno doveva ...
-Sì.-
La Serpeverde spalancò gli occhi, incredula. L’insegnante continuava a tenere lo sguardo fisso davanti a sé mentre l’uomo, incapace di reggere quegli occhi, la fissava teneramente.
-Dici davvero? Questa sì che è una bella notizia Severus! Ma lo avevo immaginato, sai?-
L’uomo si voltò estasiato verso Piton che, con una maschera di indifferenza, continuava a guardarlo.
-E come ti chiami signorinella?
-Per...-
-Perdita.-
La ragazza chiuse la bocca, mordendosi un labbro.
Era la prima volta che sentiva Piton chiamarla per nome. Tranne un’altra volta a lezione, al secondo,o al terzo anno. Lei e Millicent avevano chiacchierato esageratamente durante quella lezione e Piton alla fine era sbottato richiamandole per nome e cognome. Tutto qui. Non aveva nemmeno tolto loro dei punti. Per fortuna, o Draco le avrebbe linciate.
Ma ora, ora, anche se era lì era come se non ci fosse. Non poteva muoversi, non poteva parlare, non poteva toccare. Era come un fantasma.
Piton la stava rendendo invisibile.
E perché?
Anche l’uomo, con rammarico, se n’era accorto. Facendosi coraggio, si sedette sul bordo della poltrona, allungandosi verso la ragazza.
-Hai un bellissimo nome Perdita. Io sono Tobias-
La ragazza gli regalò uno dei suoi sorrisi di circostanza migliori, porgendo la mano a sua volta.
Piton allungò però il braccio davanti al petto della ragazza, impedendo loro di stringersi la mano.
Tobias ritrasse la sua, abbassando gli occhi e tornando a sprofondare nella sua poltrona, concentrato sul professore.
La ragazza tornò ad abbracciarsi la spalla, guardando di sottecchi il professore, completamente persa.
-Allora dimmi... sei sposato?-
-No.-
Perdita continuava a non capire.
Chi era quell’uomo?
E cosa stava succedendo?
-Ah, beh, non ha importanza, giusto? Avete fatto bene invece. Siete giovani, avete tutto il tempo che volete! E poi ormai siamo quasi nel duemila, due persone possono frequentarsi per tanto e conoscersi meglio prima di decidere! E dimmi qualcosa di lei, della tua ... “compagna”. Si dice così, no? Che tipo è? Vi frequentate da molto? Beh, penso di sì, visto che avete una figlia così grandicella e ...-
-E’ morta.-
Sia la “compagna” che la madre della ragazza.
Tobias interruppe il discorso, facendo una smorfia.
-Oh, mi dispiace.-
Ma cosa ne sapeva lui? Piton represse uno scatto d’ira e la voglia di afferrare la ragazza e di uscire in fretta da quella casa. Tobias alzò lo sguardo lucido e nero su di lui, cercando di rimediare alla domanda di prima, cambiando discorso.
-Sai, sono contento di averti qui, figliolo. Anzi, di avervi qui. Ormai non lo speravo più.-
Piton strinse i denti, fingendo indifferenza. Figliolo. Patetico e vigliacco.
Perdita corrugò la fronte. Figliolo? Quell’uomo era il padre di Piton?
-Perché mi hai scritto?-
Tobias ridacchiò, guardando Perdita come se volesse imprimersi la sua immagine a fuoco nella mente.
-Oh, ti è arrivata la mia lettera? E’ stato molto difficile trovarti, sai? Non avevo nessun recapito e ho dovuto scrivere alla fine al Ministro e spiegargli un po’ la situazione sperando che potesse aiutarmi.-
Piton continuò a tenere gli occhi, freddi e rabbiosi, sull’uomo.
-Vai a fare un giro per casa.-
Perdita sobbalzò, guardando l’uomo seduto vicino a lei. La stava mandando via? Perché?
-E’ un’ottima idea Severus! Vai pure cara, la casa non è molto grande ma se vuoi la terza porta a sinistra del piano di sopra è quella della camera di tuo padre. Non ho toccato niente da allora. E’ rimasto tutto uguale.-
Malinconia. Rimorso anche forse?
Perdita cercò di incontrare gli occhi del professore per capire cosa stesse accadendo, sperando in un suo cenno, ma gli occhi neri del docente erano immobili su Tobias.
La ragazza scivolò lentamente giù dal divano, uscendo velocemente dalla porta. Lo scricchiolio dei gradini li avvertì che era salita.
-Allora, che vuoi?-
Piton sembrava più rilassato. Si appoggiò allo schienale del divano, con le braccia conserte. Tobias gli sorrise, versandosi ancora da bere.
-Da quanti anni non ci vediamo, Severus?-
-Venti.-
Una risposta veloce. Una voce atona e incolore. Una stretta al cuore che mai, MAI, avrebbe mostrato.
-Vent’anni ... Sono cambiate molte cose in questo periodo ... -
-Non tu.-
Tobias ridacchiò, svuotando l’ennesimo bicchiere e lisciandosi il mento, accarezzandosi la barba di tre giorni.
-Già, forse hai ragione. Ma tu sei diventato un uomo invece. Lavori?-
-Insegno.-
Oltre che fare la spia doppiogiochista. Ma questo non glielo poteva dire. Non glielo voleva dire.
-Bravo, fai bene. La cultura non è mai da trascurare. E poi sei sempre stato portato per lo studio.-
Tobias appoggiò il bicchiere sul tavolino, sorridendogli orgoglioso.
Quanta falsatà.
-Che cosa vuoi?-
Tobias sbuffò, sistemandosi meglio sulla poltrona.
-Lei ... è ... è come te?-
Accennò appena alla porta da dove era uscita la ragazza. Piton non si voltò neppure e continuò, con un ghigno, a fissarlo cupamente.
-Sì. Un “mostro” come me.-
L’uomo chiuse gli occhi, afflitto da quell’ironia crudele.
Lui non voleva chiamarlo mostro. Lo aveva fatto, era vero, ma non voleva!
-E’ in gamba tua figlia. Devi esserne molto orgoglioso.-
Altre menzogne.
No, non era affatto cambiato.
-Lo hai capito dalla sua abilità oratoria o dall’espressione dei gesti?-
Tobias aggrottò la fronte, sporgendosi in avanti, sopra il tavolino.
-Mi dispiace, Severus, vedere che dopo tutto questo tempo tu ancora non mi abbia perdonato.-
Piton alzò un sopracciglio, irritato.
-Se mi hai chiesto di venire solo per pulirti la coscienza ... -
-So di non essere stato un bravo padre. O, almeno, il padre che avresti meritato di avere. Ma non è stata tutta colpa mia.-
Lo aveva interrotto a metà frase, cercandolo con gli occhi per dimostrare la sua sincerità ma si ritrovò a fissare due occhi scuri accesi d’odio.
-Lascia fuori mia madre da questa storia.-
Severus alzò gli occhi al soffitto, serrando le mani mentre Tobias, con lo sguardo triste e lucido, fissava il pavimento.
-Se solo me lo avesse detto prima, sarebbe andato tutto diversamente. Ti giuro che io ... -
-Tu cosa?-
Piton trattenne appena una risatina, ma non riuscì a evitare che le labbra si girassero verso l’alto, formando il suo solito ghigno. Cosa avrebbe potuto fare quello sciocco Babbano?
-Saremmo stati felici. Come era all’inizio, prima che tu mostrassi i tuoi poteri.-
Scaricare la colpa, ecco la cosa che riusciva bene a suo padre.
Non era colpa sua se veniva licenziato, ma dei datori di lavoro. Non era colpa sua se sua madre era morta, ma della sua malattia. Non era colpa sua se non erano stati felici, ma della magia del figlio.
-E’ tardi adesso.-
Tobias si versò nervosamente dell’altro Scotch, svuotando il bicchiere tutto d’un fiato per poi osservarne il fondo vuoto.
-Se solo Eileen mi avesse detto che era una strega prima di sposarla adesso io e te staremmo potando insieme il giardino, sai? Scambiandoci i risultati delle partite di football, o i pettegolezzi del lavoro. La mia Eileen invece sarebbe in cucina, nel suo regno, pronta a prepararci qualcosa di buono. E tua figlia parlerebbe al telefono con il fidanzato, passeggiando su e giù per la tua camera. Certo, adesso sarebbe la sua camera, ma ...-
-Smettila.-
Piton chiuse gli occhi, piegando la testa di lato.
Quanto potevano fare male i sogni?
Quante volte aveva sognato qualcosa che non poteva realizzarsi?
Quante vite alternative aveva vissuto, chiudendo gli occhi al buio della sua stanza?
E quante volte al risveglio si era pentito per quei sogni illusori e irrealizzabili?
-Io amavo tua madre Severus. L’ho amata davvero. La nostra vita era perfetta. Anche se lei aveva dovuto troncare i rapporti con la sua famiglia perché non mi ritenevano degno. Anche se eravamo praticamente senza un soldo. Anche se ogni volta che pioveva l’acqua entrava in casa. Ma eravamo noi due. Assieme. Non mi sono mai più sentito così felice. Così forte. E poi sei arrivato tu. La gioia più grande. L’incarnazione del nostro amore. Un esserino che avevamo fatto noi, assieme. Qualcosa che conteneva un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Ma quando, dopo che tu hai iniziato a fare quelle cose “strane”, Eileen mi ha detto che era una strega io ... io non la riconoscevo più. Dov’era la ragazza altruista e sorridente di cui mi ero innamorato? Dov’era la donna che aveva giurato essermi fedele il giorno del matrimonio? Perché non me lo aveva detto prima, Severus? Perché non lo aveva confessato quando eravamo fidanzati? Perché mi ha tradito così? Perché figliolo...?-
Piton riaprì gli occhi, fissando il pavimento.
-Non è stata l’unica a tradire.-
Tobias scattò in piedi, iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro fra il tavolino e la poltrona, come faceva una volta. Solo che, adesso, non gli sembrava più tanto minaccioso.
-Ma che dovevo fare secondo te? Così, da un giorno all’altro, scopro che la donna con cui ho deciso di passare la mia vita riesce a teletrasportarsi da una parte all’altra, che vola sulle scope, che sa leggermi il pensiero! Io ...io non la conoscevo più. Non era la mia Eileen. Non la mia dolce Eileen, quella che adorava le piante, canticchiava motivetti stonati, dipingeva. Era un’altra persona. Mi aveva nascosto chi era veramente!-
Severus lo guardò, impassibile.
-Questo non ti giustifica.-
-Lo so figliolo. Deve essere stato orribile per te. Vedere tua madre che mi aspettava alzata fino a tardi e io che rincasavo ubriaco. E poi, quante parole, quante offese, quanta violenza. E lei, impassibile, che leggeva nei miei occhi. Che vedeva con chi l’avevo tradita quella sera. Senza il coraggio di ribellarsi. Credeva di meritarselo, perché mi aveva mentito ... Era sempre così paziente, la mia Eileen ...-
Tobias si sedette pesantemente sulla poltrona, nascondendo il volto fra le mani e vergognandosi di se stesso.
Piton espirò, lasciando uscire dalla sua mente tutti quei tristi ricordi che credeva aver dimenticato.
-E alla fine, quella brutta malattia. Le medicine di noi umani non sono stati in grado di salvarla. Chissà se voi stregoni avreste mai potuto allungarle la vita. Se solo non le avessi fatto promettere di non ricorrere più alla magia ... se solo non fossi stato così stupido!-
Già, l’estate peggiore della sua vita.
Perdere per sempre Lily, chiamandola “Mezzosangue” e tornare a casa per scoprire che a sua madre restavano appena pochi giorni. Fuggire di casa e cercare aiuto e certezze da Lucius che lo istruì compiutamente sulla “Causa”. Intraprendere la strada che lo avrebbe portato fino a dov’era ora. A disprezzare se stesso.
-Hai finito?-
Era inutile pensare al passato. Era inutile insistere sui “se” e sui “ma”. Ormai non c’era altro da fare. Tobias si pulì il volto sulle mani, fissando tristemente il figlio.
-Perdonami Severus. Perdonami.-
Piton si alzò elegante dal divano consumato, muovendo qualche passo verso la porta.
-Severus ... -
Piton si era bloccato sulla porta, troppo arrabbiato per voltarsi, troppo nervoso per urlare.
-Cosa vuoi sentirti dire? Che ti perdono tutto? Che dimenticherò da un giorno all’altro anni e anni delle tua urla e i lividi di mia madre? Che scorderò quante volte mi hai chiamato “mostro”? Ti farebbe stare meglio se ti mentissi?-
Una rabbia appena accennata. Una consapevolezza profonda.
Tobias inghiottì a vuoto, appoggiando la testa sulle mani, cinereo.
-Sto per morire Severus.-
Piton alzò gli occhi al cielo.
Ma perché tutti a lui quell’estate?
Aveva scritto in fronte assassino professionista?
Ghignò appena, voltandosi verso il padre.
-Vuoi forse che ti dia una mano?-
Il padre sorrise, guardando in faccia Severus.
Era cresciuto il suo ragazzo.
Suo... no, non era mai stato veramente suo. Non era mai stato un bambino che gli chiedeva di leggergli una storia, un ragazzo che studiava assorto nella sua camera, un adolescente che gli confidava imbarazzato il primo amore per la vicina di casa.
E Severus non era mai stato il “suo” ragazzo.
-E’ questione di poco ormai. Temevo di non vederti più.-
Piton alzò appena un sopracciglio, impassibile.
-Non ho molto. Ti lascio questa casa. Ho estinto tutti i debiti e un’agenzia si è già dimostrata più volte interessata a comprarla. Riceverai un bel gruzzoletto, non tanto, ma è pur sempre qualcosa. Per te e la mia nipotina, logico.-
Tobias abbozzò un sorriso, pensando a quella ragazza con cui condivideva il sangue e con cui non aveva mai parlato.
Severus uscì dalla sala, salendo lentamente le scale polverose. Quanti ricordi.
-Professor Piton?-
Perdita era seduta sulle scale, raggomitolata su se stessa.
Anche lui, quando sentiva i suoi genitori litigare, si sedeva sempre lì, in quel rientro delle scale. Una piccola grotta apparentemente sicura.
-E’ ora di andare.-
Aveva un tono di voce… dolce?
Perdita lo guardò finalmente negli occhi, ritrovandovi la stessa espressione di sempre. Dura. Seria. Rassicurante.
La Serpeverde si alzò, spolverandosi i pantaloni con le mani e scendendo le scale dietro all’insegnante. Sulla porta, Tobias li aspettava sorridente.
Piton lo superò senza dire una parola, fermandosi sul tappetino a guardarlo negli occhi. Perdita, vicino a lui, lo scrutava invece a disagio. L’uomo ridacchiò.
-Allora Perdita, vedi di fare la brava e di non far arrabbiare troppo il papà. E studia! E’ importante ...-
Tobias allungò la mano per stringerle la mano.
-Hai degli occhi bellissimi, sai piccola?-
Gli stessi occhi della sua Eileen.
Piton intercettò la mano prima che potesse toccarla, stringendo con forza al polso e fulminandolo con gli occhi.
No, non gli avrebbe permesso neanche di sfiorarla.
Non se lo meritava.
Dopo tutto quello che aveva fatto a sua madre, non aveva il diritto di toccare sua figlia.
Ogni cosa che Tobias aveva toccato, era diventato marcio. Quella casa. Sua madre. Lui.
E quella “capacità” l’aveva generosamente trasmessa a lui, lo sapeva.
Bryson, Lily e Adams. Le aveva toccate e le aveva sporcate. In modi diversi, ma irrimediabili.
Violentata, uccisa e marchiata.
Odiava Tobias. Odiava la sua somiglianza con quell’uomo. Odiava se stesso.
Tobias ritrasse la mano, sorridendo mestamente.
-Grazie per avermela fatta vedere ancora una volta.-
La sua Eileen era uguale a quella ragazzina.
E vederla, anche solo vederla, era stato il dono migliore che potesse fargli.
Adesso poteva morire in pace.
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Cimitero, 31 agosto 1996

-Mi dispiace Severus.-
Silente gli strinse la spalla, con gli occhi azzurri che vagavano per il piccolo spiazzo. La poca gente che era venuta al funerale se n’era già andata. Pochi Babbani, ancora meno i maghi. Diversi colleghi dei vari lavori che Tobias aveva fatto, più vogliosi di incontrarsi fra loro che di salutare un uomo che avevano visto per sì e no cinque mesi in tutta la loro vita. Narcissa era passata per un saluto e una carezza veloci, un gesto affrettato ma piacevole. Lucius non c’era Ed era stato proprio dai Malfoy che era andato, alla morte della madre, su invito dell’amico. Così poteva spiegargli meglio di questa “Causa”. E fuggire di casa. Piton sapeva che Lucius, potendo, ci sarebbe stato. Solo un momento, giusto il tempo per stringergli la mano e dirgli di passare a Malfoy Manor sbrigate quelle faccende. Lucius odiava mescolarsi con i Babbani, lo odiava terribilmente, ma sarebbe andato.
Piton inoltre avrebbe potuto giurare di aver visto un Prince fra la folla. Possibile? Dopo tutto quello che era successo che un mago della nobile casata dei Prince venisse a salutare quell’ “ubriacone Babbano”?
-Perdita dov’è?-
Severus girò appena la testa, indicando un punto del cimitero, lontano.
-Hai provato a parlarci?-
-Non c’è nulla da dire Albus.-
Il mago gli toccò una spalla, con fare gentile.
-Non insisterò. Non oggi almeno.-
Il vecchio mago sorrise mentre Piton alzò gli occhi al cielo. Ma cosa doveva dirle? Sapeva tutto, Codaliscia le aveva raccontato cos’era successo. Cosa poteva spiegarle ancora? Era logico adesso che fosse disgustata all’idea che l’uomo che aveva violentato la madre la toccasse.
-Oh Severus, che cosa orribile.-
La McGranitt si avvicinò con passo cadenzato verso i due maghi. Piton fulminò con lo sguardo Albus. Doveva proprio dirlo anche a lei? Il professore riuscì a evitare un abbraccio confortante intercettandole con disgusto la mano e stringendogliela appena.
-Minerva ... -
La donna sorrise, mestamente, passando lo sguardo sulla tomba lì vicino.
-Era una brava persona.-
Severus trattenne una risata, mascherando il sorriso con uno sbuffo.
Ma che ne sapeva lei?
-E Adams? Come l’ha presa?-
Il Preside le aveva già parlato anche di quello allora, magnifico … Piton si limitò a voltarsi, intravedendo l’ombra della ragazza seduta per terra.
-Se c’è qualcosa che possiamo fare per ... -
-Nulla.-
La McGranitt serrò le labbra, dispiaciuta, mentre Silente, lasciata la spalla di Piton, si allontanava.
-Andiamo Minerva. Certe situazioni vanno affrontate da soli.-
Perdita lanciò un sassolino del selciato contro Zar che, saltellante, lo evitò senza fatica. Riprovò a colpire l’animaletto. Niente. Sbuffò contrariata, osservando il sole che tramontava poco lontano. Nessun colore speciale. Niente di bello. Era quasi un tramonto incolore e freddo. Ma almeno si sarebbe fatto più fresco. A un certo punto della cerimonia aveva creduto di svenire per il caldo con quel maglione che doveva portare. Dei rumori alle sue spalle. Piton superò la lapide monumentale dietro la quale si era nascosta, appoggiandovisi stanco. Perdita si strinse la spalla, incassando la testa fra le spalle.
Silenzio.
Piton osservava un paio di persona in lontananza, intente a innaffiare dei fiori in un vaso. La ragazza storse la bocca.
-Sono andati via tutti?-
-Sì.-
Perdita annuì, osservando Zar che aveva catturato uno strano fiore da una tomba lì vicino e ora ci giocava spensierato.
-E’ venuta anche la professoressa McGranitt.-
La ragazza si lasciò scivolare di più lungo la lapide, incassando la testa fra le spalle. L’ultima persona che voleva vedere era proprio quella vecchia megera. E, fra l’altro, non aveva ancora fatto i compiti di Trasfigurazione. Avrebbe dovuto passare una bella notte in bianco a causa di quella donna. Piton ghignò vedendo la reazione della ragazza e conoscendone le cause per poi appoggiarsi meglio al retro della lapide.
-Lei crede davvero che sia stato un incidente?-
Il medico aveva detto che Tobias aveva scambiato le scatole dei medicinali. Però Piton, quando era tornato in quella casa, da solo, dopo che lo avevano avvisato, aveva notato subito che qualcosa non andava. Sul tavolo in cucina, la scatola con le pillole sbagliate e un bicchiere d’acqua mezzo vuoto.
-Sì.-
No.
Era palese che non fosse così.
Suo padre non avrebbe mai preso delle pastiglie con l’acqua. Lui non beveva mai acqua di rubinetto. Solo alcolici o, se necessario, succhi di frutta nei cartoni. Diceva che non si fidava di quello che usavano per depurare l’acqua. Un’ottima scusa per ubriacarsi, insomma. Se aveva preso un bicchiere d’acqua voleva dire che ci aveva pensando bene. Che fosse un messaggio per lui?
Probabilmente sì.
Era successo proprio il giorno dopo la loro visita.
Aveva rivisto lui, aveva visto lei.
Non aveva altro da aspettare.
Un uomo solo, distrutto dai sensi di colpa e dai rimorsi.
Che aveva lottato fino a quel giorno per rivedere il figlio.
E lui perché era andato?
Perché suo padre rivedesse Eileen.
Per farlo soffrire o per dargli sollievo?
Perché Perdita conoscesse l’unico parente che aveva.
Per disgustarla o riavvicinarla?
Per se stesso.
Per dimostrarsi che era in grado di affrontare il passato.
Perdita annuì, leggermente sollevata ma pensosa.
-A me non dispiace che sia morto.-
Piton si voltò, leggermente sorpreso, verso la ragazza che, rannicchiata su se stessa, si stringeva la spalla, osservando assorta Zar che aveva iniziato a togliere i petali a quel martoriato fiore.
-Non lo conoscevo. Come può dispiacermi che sia morto?-
Piton ghignò, guardando lo scoiattolino a sua volta e senza rispondere.
Almeno non era falsa come tutti quelli stupidi di prima.
-A lei dispiace?-
Ci pensò. Era una domanda che non si era fatto in quelle ore. Eppure la risposta era semplice. Era lì, pronta sulle sue labbra. Incisa nel cuore.
-No.-
-Questo mi dispiace.-
Perdita alzò la testa verso di lui, incontrando per la prima volta da tanti giorni direttamente i suoi occhi.
Già. La mancanza di tristezza in un figlio per la morte del padre.
Era molto più malinconico un figlio che non si dispiaceva per la scomparsa del genitore che uno che si disperava.
Era molto più infelice a vedersi un figlio indifferente di fronte a quella sciagura che uno depresso.
Lunghi istanti di silenzio.
-Tieni.-
Piton le allungò un libretto, sperando di cambiare discorso. La ragazza lo afferrò curiosa mentre Zar le saltava sulla spalla, più invadente del solito.
Cosa ... ?
Spalancò gli occhi, tornando a fissare l’insegnante che, adesso, guardava il tramonto.
-Ti ho aperto un conto alla Gringott. Quello è il ricavato della vendita della sua casa.-
Non era tanto, ma era sempre più di quanto avesse mai avuto.
-Beh ... grazie.-
-Lui voleva così.-
Più o meno.
Tobias voleva che una parte restasse al figlio a dire il vero.
Ma lui da quell’uomo non voleva niente.
Altro silenzio.
Almeno stavano parlando.
Avevano parlato.
E si erano guardati direttamente.
Era una conquista rispetto alle occhiate fugaci e ai monosillabi che si scambiavano prima.
Perdita sospirò, mettendo il libretto in una tasca della giacca dove, a guardia, si accoccolò anche Zar, battagliero per difendere il tesoro della padroncina. La Serpeverde guardò l’insegnante, intento a scrutare il cielo, e lo imitò.
-Secondo lei, anche noi finiremo così?-
Senza parlare per vent’anni?
Senza sapere che ha avuto un figlio?
Senza sapere che ha ancora pochi anni di vita?
Piton girò la testa, incontrando gli occhi di lei che lo fissavano, preoccupati.
Sbuffò, continuando a guardarla intensamente.
 
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view post Posted on 12/11/2009, 13:50
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Erede Universale del prof. Snape

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E Perdita in questo capitolo si dimostra, per la prima volta, più matura del padre. Si dispiace nel vedere che Severus non prova nessun dolore per la morte di un genitore, capisce che anche loro corrono il rischio di ritrovarsi nella situazione di Tobias.
Ma soprattutto, finalmente parlano tra di loro, con la cognizione di essere un padre e una figlia, di fronte ad una scelta.
Che sia il capitolo della svolta tra i due questo? Speriamo di sì...

Dovrei lanciarti una pagnotta... Ma te la lancio al prossimo capitolo, così vediamo se aggiorni prima. XD
 
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view post Posted on 12/11/2009, 17:44
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CITAZIONE (Asmodai @ 12/11/2009, 13:50)
E Perdita in questo capitolo si dimostra, per la prima volta, più matura del padre. Si dispiace nel vedere che Severus non prova nessun dolore per la morte di un genitore, capisce che anche loro corrono il rischio di ritrovarsi nella situazione di Tobias.
Ma soprattutto, finalmente parlano tra di loro, con la cognizione di essere un padre e una figlia, di fronte ad una scelta.
Che sia il capitolo della svolta tra i due questo? Speriamo di sì...

Quoto alla grande!!!!
 
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try-try
view post Posted on 13/11/2009, 16:38




è un capitolo commovente:il padre che chiede perdono al figlio, il figlio che non riesce a concederglielo...vedo un affetto paterno tra severus e perdita che sta fiorendo....e mi dispiace lete ma perdita mi sta sempre piu simpatica!
 
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Redshine
view post Posted on 13/11/2009, 17:45




Mi pare di avertelo già detto, ma trovo le tue descrizioni di Severus praticamente perfette, è così, come dire...concreto!!
In generale, adoro il tuo stile e questo capitolo mi è piaciuto davvero molto, soprattutto perchè, come ha detto Asmodai, il lagame fra i due comincia a farsi più complesso dopo l' incontro con Tobias.
E si, in effetti Perdita è meno antipatica del solito!!
Aggiorna prima questa volta!!!
Brava
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 15/11/2009, 21:58




CITAZIONE
No, non gli avrebbe permesso neanche di sfiorarla.
Non se lo meritava.
Dopo tutto quello che aveva fatto a sua madre, non aveva il diritto di toccare sua figlia.
Ogni cosa che Tobias aveva toccato, era diventato marcio. Quella casa. Sua madre. Lui.
E quella “capacità” l’aveva generosamente trasmessa a lui, lo sapeva.
Bryson, Lily e Adams. Le aveva toccate e le aveva sporcate. In modi diversi, ma irrimediabili.
Violentata, uccisa e marchiata.
Odiava Tobias. Odiava la sua somiglianza con quell’uomo. Odiava se stesso.

No, ma dico... vuoi farmi piangere? eh? eeh? questa parte è stupendamente triste, me la stamperei e la userei come carta da parati... davvero ben scritta!! ma bbbbbrava llleeiiii!!! *fa pat pat*

Cooomunqueeee.... Capitolo strabellissimo, Perdita mi piace sempre di più e sono felice di veder nascere questo rapporto tra padre e figlia. Sev...eh il tuo Severus io lo amo da impazzire non ci son caxxi che tengano...è troppo...TROPPO!!! Mi piace come hai descritto Tobias, anche io lo immagino così... bellissima tutta la parte padre-figlio, molto realistica e appassionante... In generale ADOVO questo capitolo, per ora è forse il mio preferito!
Scappooo Aggiorna presterrimamenteeee!!!

PS: ruba, Cody Ruba!!
 
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Lete Lyoness
view post Posted on 4/1/2010, 16:26




Capitolo 20



Hogwarts, 1 settembre 1996

-Adams, sono solo Thestral-
La voce spazientita di Piton la scosse dal torpore che aveva provato nel vedere quegli orribili cavalli comparirle davanti all’improvviso. Perdita con uno scatto si portò al fianco del professore, continuando a fissarli preoccupata mentre Zar, dello stesso avviso, si nascondeva nel colletto della divisa della ragazza, tremando.
-Ma ... ma cosa sono?-
Piton sbuffò, ricominciando a camminare verso la scuola.
-Thestral. I cavalli alati che trainano le carrozze che portano voi studenti a Hogwarts.-
La Serpeverde lo fissò accigliata. La stava prendendo in giro?
-Non li ho mai visti prima!-
Il professore continuò a tenere lo sguardo fisso davanti a sé, dove il castello di Hogwarts si stagliava magico verso il cielo.
-Possono essere visti solo da chi ha visto morire qualcuno.-
-Oh.-
Già, ecco cos’era cambiato in lei rispetto allo scorso settembre.
Quel Babbano ...
Scosse la testa, cercando di scacciare i pensieri tristi. Stava andando a Hogwarts! Avrebbe rivisto Pansy, Daphne, Milly e tutti gli altri!
-Hai capito cosa fare?-
Perdita annuì. Non aveva potuto prendere il treno quell’anno. Ormai la medicazione doveva essere fatta due volte al giorno e Piton aveva voluto fargliela quella sera, cosicché la mattina dopo si potesse arrangiare lei e alla sera trovasse il modo per farsi mandare dal suo Capocasa senza destare sospetti. Il professore non si fidava delle sue medicazioni e allora, anche se per poco tempo ormai, avevano deciso di organizzarsi così. Perdita si arrangiava la mattina e lui provvedeva alla sera.
-Con le tue compagne di stanza ... -
Ma ormai non lo ascoltava più, persa in quel mondo.
Sentiva già da lì, i prati davanti a Hogwarts, le grida e i saluti dei suoi compagni di scuola. Oh, quanto le erano mancati quei momenti! E pensare che più di una volta aveva pensato che non sarebbe più tornata!
Certo, era tornata ma ... diversa.
Nel corpo e nello spirito.
Perdita si bloccò, osservando Piton che era rimasto qualche passo dietro di lei ad osservare a sua volta il castello.
Chissà dove avrebbe ucciso Albus.
Nel suo studio?
In un’aula?
In Sala Grande?
-Professore?-
Piton fissò la ragazza, a pochi passi da lui.
-Vai pure.-
Doveva dirgli qualcosa?
Ringraziarlo?
Salutarlo?
Stringergli la mano?
Abbracciarlo?
Perdita si voltò, iniziando a correre verso il portone d’ingresso, richiamata dalle risate dei suoi coetanei che entravano nel castello. No, non avevano niente da dirsi.
________________________________________________________________________________
-Milly!-
-Per?-
La ragazza raggiunse correndo il gruppetto di Serpeverde che era aveva appena varcato le soglie della scuola. Perdita si gettò fra le braccia della corpulenta Bulstrode mentre Daphne si avvicinava sorridendo.
-Ma si può sapere tutta l’estate dove sei stata, stupida?-
-Ti ho scritto ma non mi hai mai risposto. Cosa avevi da fare di tanto importante?-
La ragazza non riusciva a fare a meno di guardarli uno per uno, sorridente.
-Scusa Daphne ma quest’estate è stata piena d’impegni! E a te com’è andata? Hai un aspetto magnifico! Oh Milly, ti avrei davvero risposto ma quello stupido gufo mi ha portato le lettere in terribile ritardo! Sei stata così gentile con me, e io così approssimativa! Puoi perdonarmi?-
Le ragazze si fissarono sospirando, abituate a quelle arruffianate della compagna di camera.
-Adams!-
Pedita si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte Malfoy, mano nella mano con Pansy.
Gli occhi della ragazza si spalancarono. Non poteva fare a meno di pensare a quell’estate. A Narcissa Malfoy che stringeva questo “Voto qualcosa” con Piton. E Minus che le diceva che doveva fare qualcosa per il Signore Oscuro. Ma cosa?
-Oh Pansy, che gioia rivederti! Non sai quanto ti ho pensata e ho sentito la mancanza dei tuoi consigli! E ... Draco! Hai ancora la spilla da Prefetto! Beh, non posso certo sorprendermi! Chi meglio di te potevano scegliere come rappresentante della nostra Casa?-
Fingere. Avrebbe dovuto fingere per tutto l’anno scolastico. Più di prima insomma.
Quando era entrata era stata letteralmente “catturata” dalle grinfie di Gazza che, dopo averle fatto passare strani sensori sul corpo, l’aveva lasciata raggiungere i compagni. La serata iniziava incredibilmente bene! Un uomo, anche se Magonò, anche se vecchio e brutto come Gazza, anche se solo per perquisirla, l’aveva toccata! Era già un passo avanti, no?
Aveva avuto un brivido particolarmente forte quando le aveva passato il sensore sul Marchio ma, fortunatamente non era successo niente.
Pansy ridacchiò compiaciuta, stringendo di più la mano del ragazzo che sorrise soddisfatto.
-Perché non eri sul treno, Adams?-
Perdita gli regalò uno sei suoi migliori sorrisi, continuando a guardarlo e a pensare a cosa mai dovesse fare, cosa Tu-sai-chi gli avesse ordinato di fare.
-Oh Draco! Ti preoccupi per me? Davvero ti sei accorto che mancavo? Non dovevi preoccuparti! Ho perso l’Espresso e mi hanno Smaterializzata a Hogsmead dove Piton è venuto a prendermi! Tutto qui!-
-E’ bello sapere che certe cose non cambiano mai, eh Adams?-
Draco la superò, dandole quasi una spallata e ridacchiando “scema” in sua direzione mentre Tiger e Goyle le si avvicinavano sorridenti, pronti a scambiarsi i racconti delle avventure estive.
-Draco sta con Pansy adesso.-
Il tono di voce di Tiger era stato particolarmente basso.
-Davvero? E’ ufficiale? Ma da quanto?-
Beh, almeno adesso avrebbe finito di assillarla con quella storia che era la “cocca” di Lucius Malfoy.
-Sì. Un mese circa. Dalla festa dai Grengrass. Ma tu non sei venuta ...-
Goyle, con la solita aria imbambolata e la merendina in mano, camminava lentamente al suo fianco mentre si dirigevano in Sala Grande e prendevano i loro consueti posti alla tavolata verde-argento. Già, probabilmente Tiger e Goyle erano gli unici che si erano veramente accorti della sua mancanza durante le feste. Perfino Millicent riusciva a rimorchiare qualcuno. E loro tre si divertivano a fare scherzi alle coppiette. Bei tempi quelli...
Scacciò i brutti pensieri osservandosi in giro. La Sala Grande era magnifica, come sempre. Che emozione essere di nuovo lì!
-Ma avanti Perdita! Dicci qualcosa! Hai avuto da fare tutta l’estate ... ragazzi?-
Daphne scivolò al suo fianco, maliziosa, toccandole con fare civettuolo il braccio sinistro.
La ragazza lo ritrasse spaventata.
Aveva la benda lì, porco Godric!
C’era il Marchio sotto la mano di Daphne.
Come avrebbe reagito la sua compagna se lo avesse saputo?
E poi, anche se l’aveva appena sfiorata, non voleva che le toccasse quel braccio.
Aveva paura che ricominciasse a bruciare.
Sorrise falsamente alla compagna di casa, afferrandole la mano per non farla insospettire.
Cosa aveva fatto lei quell’estate?
Conosciuto suo padre.
Ucciso un Babbano.
Imparato l’Occlumanzia.
Aderito alla Causa dell’Oscuro Signore, entrando fra i Mangiamorte.
Scoperto l’identità di sua madre.
La verità sulla sua nascita.
Piton ...
-Niente. Ma tu Daphne? Sei semplicemente radiosa! Hai dei capelli fantastici! Sei andata in qualche posto esotico?-
La Grengrass la fissò un po’ stupita, iniziando poi a raccontarle delle sue vacanze su un’isola tropicale senza ben capire però il collegamento fra capelli-posto esotico. E infatti non c’era nessun collegamento. Era la prima cosa che le fosse venuta in mente. Senza prestare grande attenzione alle cose dette dalla compagna, la Serpeverde si voltò, cercando con gli occhi il professore di Pozioni. Eccolo lì! Tavolo insegnanti, alla destra di Silente.
Stava guardando assorto da un’altra parte.
Era strano vederlo così ... lontano.
Di solito a Spinner’s End sedeva a capotavola durante i pasti. Certo dalla parte opposta alla sua, ma era più ...vicino.
E invece adesso stava lì, a cercare qualcosa nella Sala.
Come gli altri anni.
Davvero aveva passato tutta l’estate a casa sua?
Davvero era successo tutto quello che pensava?
-... mi stai ascoltando Adams?-
Perdita si voltò sorridendo, estasiata.
-Ma certo Daphne! Io ... -
La McGranitt entrò trionfale nella Sala, seguita da dei ragazzini piccoli e spauriti mentre sulle tavole delle Case erano comparse le prime vivande.
Perdita si versò un bicchiere di succo di frutta, sorridendo a tutti e a tutto con aria ebete e passando di nascosto una galletta a Zar, artigliato al suo braccio.
Sembrava così assurdo pensare a tutto quello che era successo.
Sembrava un anno di scuola come tutti gli altri.
Piton che guardava indifferente verso la Tavolata di Grifondoro, Silente che gli mormorava qualcosa, le sue compagne di casa che parlavano di argomenti cretini, Draco che si vantava per qualcosa con Zabini che gli rispondeva a tono, Tiger e Goyle che si strafogavano di cibo e Nott in disparte, bello come non mai.
Tutto perfetto.
Eppure, il debole formicolio che le dava sempre il Marchio le ricordava che niente era perfetto.
Che tutto era diverso.
La McGranitt aveva già iniziato a leggere l’elenco dei nomi dei marmocchietti che sarebbero stati smistati quell’anno. Sperava solo che arrivasse qualche Serpeverde in gamba.
Si ricordava bene il suo Smistamento. Il Cappello aveva detto poche parole tipo “Oh, non è una scelta difficile. Vedo ambizione e...gelosia. Tanta gelosia. SERPEVERDE”.
Punto.
Nessuna indecisione. Nessun riferimento ai genitori come era successo a molti suoi compagni. E questo le aveva fatto piacere. Lei. Solo lei.
Ancora però non aveva capito cosa diavolo c’entrasse la gelosia con la casata di Salazar.
Non erano ambizione e astuzia le caratteristiche dei Serpeverde?
E poi lei non era gelosa.
Affatto.
-Adams Mamilio Matthew?-
Perdita sputò senza tanta grazia il succo di frutta sulla divisa di Goyle seduto davanti a lei che la fissò con odio.
Matt?
-E’ tuo fratello Perdita?-
Millicent si era avvicinata al suo orecchio, sussurrandoglielo appena ma la ragazza non rispose.
Cosa diavolo ci faceva lì?
-No no ... -
Era già ... aveva già undici anni? Ma se era un bambino!
Un ragazzino biondo boccoloso uscì con un broncio simpatico dalla fila dei ragazzi, andando a sedersi con imbarazzo sulla sedia e aspettando che il Cappello dicesse qualcosa.
Perdita sentiva il cuore a mille.
-Ma che razza di nome ha?-
Zabini ridacchiò, fissando Draco che rispose con una battuta che Perdita non sentì.
La McGranitt lo aveva chiamato con il nome intero.
Lui odiava quel nome.
Giustamente.
Cosa diavolo era venuto in mente a Mary e Stuart di dargli come primo nome quello di un personaggio shakespeariano? Il fratello della “Perdita” del “Racconto d’Inverno”, proprio.
Dicevano che sarebbe stata una cosa carina.
Per fortuna il ragazzo aveva più buonsenso dei genitori e si faceva sempre chiamare con il secondo nome, quello del nonno.
Ma perché il Cappello Parlante ci metteva tanto a smistarlo?
Non c’era molto da decidere, per Salazar!
Lei era Serpeverde, lui doveva andare ... -
-TASSOROSSO!-
Perdita abbassò gli occhi, tornando a bere dal bicchiere e facendo allontanare un preoccupato Goyle. Certo, Tassorosso. Dove altro? Come ogni bravo Adams che si rispetti. Poteva scommettere anche che avesse la bacchetta di nocciolo e per anima un petalo di Geranio Zannuto. Tutti gli Adams avevano parti di piante nelle bacchette. Doveva essere l’orgoglio di Stuart. E la gioia di Mary.
Storse la bocca, contrariata. Stupido ragazzino.
Il ragazzo s’alzò dalla sedia, ringraziò con un cenno del capo la professoressa e si diresse verso la sua tavolata, facendo dei gesti plateali però verso un altro tavolo.
-Adams quel ... quel ragazzino sta cercando di farsi notare da noi e ... ti sta chiamando?-
Stupido!
Stupido!
Stupido!
-Ma no Pansy, sta solo esultando. Cosa ci sarà poi da esultare per essere finiti a Tassorosso ... io mi sarei messa a piangere! Probabilmente il ragazzo non è tanto intelligente.-
Perdita si voltò, incontrando gli occhi azzurri del fratello e incenerendolo con lo sguardo.
-E’ il fratello di tua figlia, Severus.-
Piton fulminò il Preside. Ma cosa diavolo gli saltava in mente di dire? In una stanza così affollata poi! Se qualcuno lo avesse sentito ...
-La cosa non mi riguarda.-
Lanciò un’occhiata di sfuggita alla ragazza che, in una posizione assurda, stava lanciando delle occhiate di odio al tavolo giallo-nero sperando che Matt capisse di smettere di chiamarla.
E dire che, l’anno che era stata smistata lei, non se n’era neanche accorto.
C’era ma non c’era.
L’unica cosa che aveva visto erano gli occhi verdi di Lily.
E la faccia di James.
Adams.
Doveva essere stata smistata fra i primi.
La prima a essere inserita in Serpeverde le aveva sentito dire con orgoglio a Minus.
Probabilmente era ancora concentrato su Harry per seguire il suo Smistamento.
Ormai credeva che la figlia di Bryson fosse una Magonò.
E invece era entrata a Hogwarts con un anno di ritardo.
Perché all’Istituto segnavano come giorno di nascita quella del ritrovamento dei bambini. Ed era già passato settembre quando Albus l’aveva portata lì.
Si era accorto di lei solo alcuni giorni dopo. All’inizio era rimasto concentrato solo su Potter, cercando di capire quanto gli avesse passato James e quando gli avesse donato Lily.
Gli altri erano solo dei cognomi su un foglio di carta.
Non chiamava mai nessuno per nome.
E poi sperava di non incontrarla più.
Non aveva più pensato a lei.
Ogni tanto a Bryson, quello sì, ma quasi mai alla figlia.
E invece, durante una lezione, sentì Malfoy chiamare sotto voce una compagna di casa. “Perdita” aveva detto, obbligandola poi a tagliargli le erbe che gli servivano per la pozione.
Certo poteva essere solo una coincidenza.
Solo un’assurda coincidenza.
Ma per la prima volta la guardò veramente.
Riconoscendo i capelli unti dei Piton, gli occhi malinconici dei Prince e la voce nasale dei Bryson.
Quella ragazzina era lei.
Il suo errore incarnato.
Il suo tradimento verso Lily.
Non aveva dubbi.
________________________________________________________________________________
Perdita ridacchiò esageratamente all’ennesima battuta di Malfoy.
Il ragazzo sembrava particolarmente gioviale quella sera. E particolarmente ben disposto nei suoi confronti visto che le aveva passato il succo di zucca di sua iniziativa dopo averlo versato a sé e a Pansy.
Davvero. In fondo Malfoy non era poi così male. Certo, sempre peggio del padre, ma pazienza!
Un solletico improvviso la fece rabbrividire mentre abbassava gli occhi sulla sua divisa spaventata. Zar, seminascosto fra le pieghe del mantello, squittì debolmente. Prima lo aveva liberato perché, primo, iniziava a darle veramente fastidio avere un roditore che le correva su e giù per il corpo e, secondo, Piton aveva detto di lasciarlo girovagare un po’ perché prendesse conoscenza del posto. Ma adesso aveva già iniziato a compiere la sua funzione. Aveva un messaggio.
Facendo finta di niente, fece cadere una forchetta sul pavimento per piegarsi a raccoglierla e leggere il messaggio.
“Potter”.
Perdita lo bruciò sotto il tavolo, con un colpo di bacchetta come le aveva detto Piton perché nessuno trovasse quei messaggi.
Era bastata quella parola a farle capire che no, quell’estate non era stata un brutto incubo. Quella era la calligrafia di Piton e lei era una Mangiamorte in missione.
O qualcosa del genere insomma.
“Potter”, cosa voleva dire?
Lentamente la ragazza si voltò verso la tavolata giallo-oro, non riuscendo a trovare lo Sfregiato.
Non c’era.
Ecco dove guardava Piton da inizio serata.
Cercava lui!
Cercava il figlio di quella Evans!
E cos’era adesso questo formicolio che sentiva nella pancia?
Bah, doveva aver mangiato troppi biscotti. Ci doveva aver messo le mani Tifa, ci avrebbe scommesso.
Ma adesso?
Come fare a chiedere ai suoi compagni se avevano visto il Prescelto senza destare sospetti?
-Ehm ... e ... mi sono persa qualcosa del viaggio in treno? E’ successo qualcosa?-
Forse così avrebbero nominato Potter e avrebbe potuto avviare il discorso. Di sicuro Malfoy avrebbe detto qualcosa su di lui. Draco infatti ridacchiò, iniziando a raccontare a tutti loro quello che era successo, fissando in particolare una Pansy in totale ammirazione.
Ah, Potter aveva un Mantello dell’Invisibilità?
Ma perché le cose belle succedevano sempre e solo agli altri?
Anche lei avrebbe pagato oro per colpire lo Sfregiato in faccia!
In quel momento, stranamente, più che in altre occasioni.
Non poteva dire tutto a Piton in un bigliettino.
No, assolutamente.
E non c’era tempo da perdere.
E ... e doveva fare qualcosa!
Incontrare Piton ad esempio!
Sì, quella era una buona idea.
Un’ottima idea.
Fece scendere con uno spintone Zar dalle sue gambe, indicandogli con le mani sotto il tavolo la direzione di Piton. Lo scoiattolino prese a correre nella direzione indicata.
Sentiva una strana trepidazione per quei messaggi segreti e quella parentela nascosta.
Era qualcosa di speciale. Qualcosa che legava solo lei e Piton.
Solo loro sapevano del Marchio e dei piani di Tu-Sai-Chi.
Un rapporto clandestino e esclusivo, del quale non poteva far parte nessun altro.
Solo lei e lui.
Veloce e sorridente si alzò, iniziando a incamminarsi verso l’uscita.
-Dove vai Adams?-
Perdita sorrise falsamente, voltandosi appena verso Goyle e mettendosi una mano sulla pancia.
-In bagno. Vi consiglio di non mangiare quei biscotti, fanno strane sensazioni allo stomaco ...-
Pansy lasciò immediatamente cadere il suo nel piatto, dedicando la sua attenzione a una torta di zucca dall’aspetto più invitante. Silenziosa e cercando di non farsi notare, cosa facile vista la sua statura, uscì dalla Sala Grande.
E adesso?
Poteva solo aspettare che Piton ...-
-Che è successo?-
Era già lì?
Perdita sorrise in sua direzione ma il professore l’afferrò per un gomito, trascinandola dietro l’angolo del corridoio, nell’ombra.
-Cos’è successo a Potter?-
Perdita lo fissò muta.
Era preoccupato?
Piton era preoccupato?
Per POTTER?
Dopo tutto quello che lei aveva passato quell’estate fra incontri con Mangiamorte e Licantropi, lui era preoccupato perché San Potter saltava la cena?
Con uno strattone si liberò della presa, abbassando lo sguardo.
-Quel codardo s’era infilato nella cabina di Draco, a spiarlo. Ma Malfoy non è uno stupido e lo ha immobilizzato per poi colpirlo in faccia. Dopo lo ha nascosto sotto quel suo ridicolo mantello. Adesso sarà ancora sull’Espresso di Hogwarts. Sarà arrivato a metà strada ormai, non può più ... -
Una luce argentata le impedì di proseguire. Un cane debole e malaticcio si stava avvicinando loro, con passo incerto.
-Sono con Harry. Mandate qualcuno all’ingresso principale per prenderlo.-
La voce del quadrupede, stranamente femminile, svanì, così come la luce argentata.
Piton sospirò leggermente, ma non abbastanza per sfuggire all’attento esame al quale lo stava sottoponendo la ragazza.
Odiava Potter.
Odiava quel comportamento di Piton.
Odiava tutto in quel momento.
Ma perché?
-Torna in Sala Grande. E non fare più gesti simili. Se si accorgessero che le nostre assenze coincidono ... -
Ah, dopo tutta la fatica che aveva fatto per inventarsi quella soluzione aveva anche il coraggio di sgridarla?
-Ma cosa avrei dovuto fare?-
Piton alzò un sopraciglio, contrariato.
-Sintesi, Adams.-
Piton si voltò, incamminandosi verso la porta principale per ricevere Potter. Perdita sospirò, stringendosi una spalla e tornando silenziosa al proprio posto.
L’aveva toccata, almeno.
Era già qualcosa.
E di questo doveva ringraziare Potter.
Ma perché era tanto preoccupato per lui?
Si era messo in quel pasticcio di sua iniziativa! Si era messo a spiare dei suoi compagni.
Quello non era un comportamento da “salvatore del mondo magico”.
Affatto.
-Ma si può sapere che hai stasera, per Salazar?-
Perdita si strinse di più la spalla, fissando Pansy.
La guardava con la sua solita faccia carlina e il carattere forte.
-Niente. Sono contenta di essere qui!-
No invece.
E non lo avrebbe mai ammesso.
Avrebbe preferito essere a Spinner’s End, con Piton che le curava il Marchio.
O quando la sgridava.
O quando rimproverava lei e Minus per il troppo rumore.
Anche in quei momenti il professore stava pensando a lui?
Al figlio del suo amore?
Ma perché faceva quei ridicoli pensieri?
-Ecco lo Sfregiato!-
Daphne le diede una gomitata, obbligando la compagna di casa a voltarsi a sua volta.
Era contento di quell’ingresso trionfale, vero?
In fondo lui è il Prescelto, ha una profezia che dice che salverà il mondo, ha gli occhi di Piton addosso.
Piton ...
Era in piedi vicino alla porta della Sala e ghignava verso di lui.
Perdita distolse lo sguardo, tornando a fissare Potter che, intanto, si era seduto in mezzo agli altri due perdenti che si portava sempre dietro. La Mezzosangue e Lenticchia.
Sarebbe stato un problema avvicinare il Weasley senza insospettire lei ...
-No.-
La Servederde si voltò verso Draco che aveva appena risposto in modo sbrigativo e davvero poco gentile a Piton.
Ma come si permetteva?
Il professore si allontanò senza degnarla di uno sguardo.
Certo, non poteva stare lì a fissarla. Prima di quell’estate non l’avrebbe mai avvicinata in Sala Grande.
Probabilmente aveva chiesto di parlare con Draco e lui aveva per un qualche motivo rifiutato... ma perché?
Silente iniziò il suo solito noioso discorso, inframmezzato solo dalle domande di Tiger e Goyle che chiedevano perché il Preside avesse una mano di liquirizia. Ecco cosa andava a curare Piton, praticamente tutti i giorni. Ma a giudicare dall’aspetto della mano non le sembrava essere stato particolarmente bravo. Chissà come si era fatto quella ferita ...
-Ecco, quello è Lumacorno, quello che mi ha invitato nel suo scompartimento.-
Zabini indicò a Nott l’insegnante grasso con i baffi, seduto al tavolo in fondo alla Sala.
Luma-che?
Il nuovo insegnante?
Non aveva una faccia simpatica.
Gli insegnanti non avevano mai una faccia simpatica.
-... Che riassumerà il suo vecchio ruolo di insegnante di Pozioni.-
Eh?
Pozioni?
-Il professor Piton, invece, prenderà la cattedra di Difesa contro le arti Oscure.-
Cosa?
No!
Quella cattedra era maledetta!
Non avevano mai avuto lo stesso insegnante per due anni di fila!!!
-No!-
Perdita si voltò di scatto verso Grifondoro.
Potter!
Come si permetteva ... !
-Per!-
Millicent le diede una gomitata, obbligandola a battere velocemente e controvoglia le mani a Piton che aveva alzato indolente una mano in loro direzione.
Piton Difesa?
Beh, aveva fatto pratica con lei quell’estate.
Ma perché non glielo aveva detto?
Di sicuro lo sapeva da tutta l’estate ...
Però neanche Potter lo sapeva vista la sua reazione.
Quella era una piccola consolazione.
L’unica cosa che adesso sapeva con certezza è che avrebbe tenuto la sua E almeno in quella materia. Il problema adesso era diventato Pozioni.
-Ora, come tutti sanno in questa Sala, Lord Voldemort e i suoi seguaci sono ancora una volta in libertà.-
... e due di loro seduti fra voi.
Perdita si schiarì appena la voce, guardando in giro le varie reazioni. Indifferenza di Draco che gioca con una forchetta, paura di Millicent che abbassa gli occhi ...
Chissà che sarebbe successo se i suoi compagni avessero saputo che aveva ricevuto il Marchio.
A pensarci bene, in quella stanza gli unici ad avere il Marchio erano lei e Piton.
Sorrise di nascosto, stringendosi la spalla con affetto.
Silente stava continuando il discorso con la solita voce calma e posata. Ah, avevano rinforzato le difese? Inutile visto che erano già entrati. Invece quella storia del coprifuoco sarebbe stata una scocciatura. Fortunatamente Malfoy era Prefetto e, conoscendolo, non avrebbe esercitato con tanta alacrità il suo ruolo. Poteva andare della stanza di Piton di nascosto senza troppi rischi la sera dopo.
La Serpeverde addentò un panino per poi alzarsi insieme ai suoi compagni. Che giornata ...
-Per!-
Oh no.
La ragazza si allontanò veloce dal gruppo, raggiungendo il biondo e trascinandolo in disparte, sperando che nessuno dei compagni la vedesse con lui.
-Matt, che vuoi?-
Il giovane Adams le sorrise, abbracciandola. Matthew era alto e robusto per la sua età. Aveva appena undici anni ma superava la sorella di tutta la testa e, per il fisico, poteva benissimo passare per un sedicenne. Se non fosse stata per quella faccia, ancora da bambino.
-Per! Sono felice di vederti! Hai ricevuto le lettere di mamma? E la mia? Ti ho scritto quando mi è arrivata la lettera per Hogwarts!-
Perdita sbuffò, guardandosi in giro nervosa. Ecco perché una lettera l’aveva firmata Matt allora.
-Sì, mi sono arrivate.-
Il ragazzino ridacchiò, stringendo ancora la mano della sorella che cercava disperatamente di riappropiarsene.
-Hai visto Per? Tassorosso!-
-Sì. Beh, Stuart sarà contento.-
La Serpeverde riprese la sua mano, iniziando ad accarezzarsi la spalla mentre il fratellino rideva eccitato.
-Veramente papà voleva che finissi a Serpeverde. Così diceva che mi avresti tenuto d’occhio.-
Stuart era uno stupido.
Se avesse saputo cos’era adesso, cosa avrebbe detto?
Le avrebbe affidato ancora il figlio?
-Mamma mi ha detto di darti questo e che ti aspetta per Natale e che sei stata brava con i tuoi esami! Cavolo Per! Sei una secchiona! Vero che mi aiuterai con i compiti?-
Il solito sorriso sincero che spiazzò completamente la ragazza. La giovane afferrò il pacchetto con la torta di zucca di Mary, sbuffando.
-Matt, sono una Serpeverde.-
Il ragazzo annuì contento, senza toglierle gli occhi di dosso.
-Matt, io non posso aiutare un Tassorosso.-
-Oh. Ma certo! Per la Coppa delle Case vero? E cosa dobbiamo fare per far vincere Serpeverde?-
-Cosa DEVO fare. Tu devi far guadagnare punti a Tassorosso.-
-No no! Anch’io voglio che vinca Serpeverde! Perché tu sei Serpeverde!-
Quel ragazzo era tale e quale a suo padre.
Un vero disastro.
La giovane non riuscì a resistere e gli sorrise, contagiata da quell’ingenuità. Matt e Stuart erano le uniche persone al mondo che riuscivano a farla sentire così bene.
-Adams?-
Perdita cercò fra la folla il proprietario della voce che la chiamava.
Era Piton?
Salazar, fa che sia lui ...
-Ehi Per! Ti stiamo aspettando all’entrata.-
Nott!
No, non era dispiaciuta che non fosse Piton. No, affatto. Certo.
Era quel gran bel pezzo di Serpeverde, Theodore, perché mai preferire Piton?
-Sto arrivando ... -
Perdita si voltò, cercando di impedire a Theodore di vedere Matt. Cosa impossibile però vista la sua altezza.
-Lui chi è?-
-Nessuno!-
-Matt, suo fratello!-
Perfetto. Era davanti al più bel ragazzo di Serpeverde dopo Malfoy, Zabini e diversi altri e quello stupido di Matt le rovinava l’attimo romantico dicendo che era imparentata con un Tassorosso!
-Hai un fratello?-
Nott la fissò, con quegli occhi scuri. Però, guardandolo bene, non aveva gli occhi belli come quelli di Piton. Quelli del professore erano più profondi. Lo sguardo di Nott le sembrava ... banale.
-Credi a un Tassorosso? No, abbiamo solo lo stesso cognome, è un cognome diffuso, vero Mamilio?-
Matt sbuffò sentendosi chiamare per nome e, dopo un breve saluto e una visibilissima strizzata d’occhio, se ne andò, seguendo le divise giallo-nero. Sapeva che se sua sorella lo chiamava per nome era arrabbiata. In fondo era una Serpeverde! Ed era bravissima a scuola! Era perfino amica di gente che contava lì dentro, come Malfoy! Malfoy, quello della nobile casata!
Perdita sbuffò, osservando la mole del fratello che raggiungeva il suo gruppo con poca grazia.
Che stupido ...
Inghiottì a fatica, per poi seguire Nott verso i loro compagni, pronta ad andare in dormitorio.
Lì avrebbe dovuto fare attenzione che Pansy, Daphne e Millicent, le sue compagne di stanza, non vedessero la fasciatura. Per sicurezza Piton le aveva fasciato entrambe le braccia, così da poter dire che era caduta e sbucciata entrambi gli avambracci. Solo il sinistro era troppo evidente. E poi doveva inventarsi qualcosa per i suoi risultati dei G.U.F.O. Nessuno del gruppo avrebbe creduto che avesse preso voti del genere per merito. E poi doveva pregare in ginocchio Millicent perché le facesse copiare i compiti di Trasfigurazione. E pensare a un modo valido per avvicinare Weasley. E per far accettare Zar da Daphne, lei odiava i topi. E poi tener d’occhio Potter.
Proprio Potter.
Avrebbe preferito che Matt fosse smistato a Grifondoro se questo le avesse fatto evitare l’obbligo di vegliare sullo Sfregiato.
Cosa aveva quello lì di tanto speciale?
La fortuna, nient’altro.
Ecco.
Sbuffò, entrando nel suo solito dormitorio.
Il baule era già lì e le sue compagne si erano già civettuolamente appollaiate sul letto di Millicent, spettegolando sulla presunta relazione fra Tracey Davis e Nott. Zar, comparso da chissà dove, si nascose velocemente sotto il cuscino sul suo letto. Perdita sbuffò, lasciandovisi cadere sopra.
Sentiva uno strano bruciore.
Non era il Marchio però questa volta.
Era in mezzo al petto, nello stomaco e nelle viscere.
Come quando gli Adams le avevano detto che “arrivava un fratellino”.
Sbuffò rigirandosi nel letto e rispondendo ruffianamente a un’affermazione di Daphne.
No, quello non sarebbe stato un bell’anno.


Ringrazio:

Astor perchè mi beta;

Asmodai perchè, anche se mi affama, fa ragionamenti che mi stupiscono e che apprezzo moltissimo (vede cose che io non ho visto quando ho scritto O__O);

Iurin perchè quota Asmodai (XD) e mi segue assiduamente ^^;

Try try perchè fa ragionamenti sentimentali (tu secondo me vedi Perdita troppo intelligente!) e, purtroppo, adora ancora Perdita;

Redshine perchè i suoi complimenti mi piacciono sempre un sacco (XD) e perchè fa osservazioni giuste, oltre intimarmi di aggiornare prima (ehm...);

Elythestrange perchè vuole cose tristi e deprimenti come carta da parati (XD) e glielo permetto perchè lei mi lascia Cody da copiare. XD

Tutte voi che leggete perchè, nonostante i ritardi negli aggiornamenti, vi ricordate ancora di me (vero?) e mi perdonate (vero??) perchè, in fondo, mi volete bene (vero???)

Lete
 
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view post Posted on 4/1/2010, 17:33
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Erede Universale del prof. Snape

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Quando Severus si arrenderà al fatto che Perdita esiste? Insomma quella ragazza vive, respira, pensa (certe volte preferirei pensasse di più)... Può anche essere un errore, ma è un SUO errore. Non so... Questo atteggiamento di Piton mi irrita, la sua razionalità viene sempre meno con quella ragazza, non chiedo di abbracciarla e baciarla ma Merlino! Lui ha violentato sua madre, perchè deve essere Perdita a sentirsi una "cacca", quando il vero colpevole è lui? Severus pecca di grande vigliaccheria e sono solidale con Per che si ritrova solo al mondo con un fratello scemo e un professore che più che Principe Mezzosangue sembra un Mezzo Padre malandato.
E Potter guasta tutto con la sua presenza...=_=
Insomma il capitolo passato non ha segnato nessuna svolta, anzi sembra proprio che abbia peggiorato la situazione. Ma io sono ottimista e spero sempre nel meglio, anche se non vorrei che Severus si accorgesse che Perdita è sangue del suo sangue proprio nel momento in cui forse (ipotesi mia) la sta perdendo o è in pericolo. In questo caso scatterebbe la solita frase di rito: Te lo avevo detto io...

*lancia la pagnotta*
La prossima volta te la porto alle olive se aggiorni presto. Baci.
 
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try-try
view post Posted on 4/1/2010, 17:43




bellissimo aggiornamento(anche se tardo...)
perdii gelosetta eh? non i biasimo:nemmeno io vorrei che l'attenzione della persona che voglio bene non mi guardi neppure e abbia a cuore un tipo insulso come potter.no davvero!
CITAZIONE
Try try perchè fa ragionamenti sentimentali (tu secondo me vedi Perdita troppo intelligente!) e, purtroppo, adora ancora Perdita;

no, la vedo molto simile al pitone. è lui al femminile ed è una ragazza dopotutto molto fragile che in realtà l'unica cosa che vuole veramente(o che sta incominciando a volere) è l'affetto di suo padre.poretta!!!
CITAZIONE
Tutte voi che leggete perchè, nonostante i ritardi negli aggiornamenti, vi ricordate ancora di me (vero?) e mi perdonate (vero??) perchè, in fondo, mi volete bene (vero???)

alla prima si, alla seconda pure, alla terza....uhm.....ma si daiXD
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 7/1/2010, 00:26




Alloooorraaa!! innanzitutto: SI! voglio cose tristi e deprimenti incollate al muro come carta da parati... che ci vuoi fare? sarà la mia natura un po' emo *si liscia il ciuffo* XD
Pooii: capitolo mooooooooooolto interessante... Perdita gelosa di papino suo? che carinaah! e papino preoccupato per Potterino? vogliamo parlarne? credo sia una delle poche volte in cui avrei preso a schiaffi la faccia del nostro amato professore gridando a squarciagola "svegliaaaaaaaaaaa!!!!"... bellissimo il fratellino Matt, ma è veramente tonto o lo disegni così tu?!
In attesa del prossimo aggiornamento (chesenonavverràneiprossimiquattrogiornipotrebbesuccedertiqualcosatipochetivengoaprendereetimeno) ti ririririfaccio i miei complimenti: amo il tuo stile e i tuoi personaggi!!!

ps:Tutte voi che leggete perchè, nonostante i ritardi negli aggiornamenti, vi ricordate ancora di me (vero?) COME DIMENTICARTI!?! e mi perdonate (vero??) OVVIO!! ù_ù perchè, in fondo, mi volete bene (vero???) MA CCCERTO COCCAH!
 
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view post Posted on 7/1/2010, 17:27
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Grande! Hai aggiornato!!! Mi è piaciuto davvero tanto quest'aggiornamento, specie quando Perdita è gelosa di Potter!! L'hai descritto davvero bene! Complimentissimi!!

Aggiorna prestooooooooooooooooooooo
 
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ElyTheStrange
view post Posted on 7/2/2010, 09:43




*dling-dlong* la signorina Lete Lyoness è desiderata alla cassa 4....

- CRUCIOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

*la Ely ride in modo folle tipo Bellatrix*
 
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~ Disturbia
view post Posted on 10/2/2010, 02:06




Ok,potrei meritarmi l'Oscar per il commento più tardivo ad arrivare!!xD
Va bine dai,nessuno è perfetto!L'importante è che sono riuscita a rimettermi in pari con questa bellissima storia di cui però non vedo il seguito....
Dove essere???
*va alla cassa 4 ad aspettare insieme ad Ely*
Che posso dirti?Mi piacciono tantissimo i risvolti psicologici che caratterizzano Sev e Perdita...tra l'altro finalmente so perchè avevi scelto quel nome!!xD *sospira pensando a Shakespeare*
Nonostante sia perfettamente IC Sev mi irrita...ahah questo può voler dire solo che hai fatto un bel lavoro!
Odio questo lato ottuso e testardo del suo carattere però,che lo blocca con Per!
Cavolo è sua figlia...nonostante tutto è una parte di lui...come fa ad ignorarla in quel modo?
Misteri della fede...AMEN!xDD
Bravissima

Irene
 
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134 replies since 14/5/2009, 20:33   1704 views
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