Wee... ragazze!! Grazie ancora!!
Eccovi il chappy...
6. Diagon AlleyIl Signor Piton si era dimenticato di darle la pozione sonnifera, ma la ragazza aveva dormito bene, stranamente!
Si alzò di sua spontanea volontà, verso le sette e mezzo. Indossava un pigiama corto, pantaloncini al di sopra delle ginocchia e una canottiera: il regalo di alcuni infermieri per il suo compleanno!
Prese i pantaloni neri di ieri (che tanto per precisare sono a sigaretta, ovvero stretti per chi non lo sapesse) e la maglietta rosso fuoco.
Andò in bagno e la prima cosa che fece, fu la doccia: una bella doccia fresca!
Si era lavata anche i capelli, ma ora non sapeva come asciugarli... così si fece una coda di cavallo, in modo tale da non bagnarsi la maglia.
Aveva da aspettare un’ora: il Signor Piton le aveva detto chiaramente di alzarsi alle otto e mezzo, di lavarsi e poi scendere per fare la colazione. E lei non voleva disubbidirlo ancora. L’aveva già fatto due volte, e ripeto, DUE volte! Non era proprio il caso, dato che solo al primo colpo aveva perso la pazienza!
Decise finalmente di uscire in balcone e ammirare il giardino.
Si sentiva molto bene il profumo delle rose mischiato a quello delle varie erbe coltivate dal Signor Piton.
Era forse un giardiniere? O un fiorista?
Comunque doveva avere a che fare con le piante e con le erbe... si, si doveva essere proprio così!
Poi ritornò in stanza e prese la sua borsetta che il Signor Piton aveva appoggiato sulla scrivania il giorno prima.
Ci curiosò dentro e trovò un piccolo portamonete viola. Lo scosse e sentì il rumore delle monetine.
Lo aprì e iniziò a contare i soldi: 12 galeoni, 15 falci e 9 zellini.
Non sapeva se con tutti questi soldi avesse potuto fare chissà cosa, ma sicuramente avrebbe voluto pagare qualcosa con quel denaro.
Si rifece il letto, come era abituata a fare in ospedale. A casa sua dormiva per terra, a volte sul tappeto, ma spesso e volentieri in giardino, magari sotto l’albero, o vicino alla muretta.
Lo rifece per bene, tale e quale a come lo aveva trovato il giorno prima.
Sentì la porta cigolare e quasi non fece un infarto!
-Cosa ci fai già in piedi?-
-Io...i-io...- non sapeva spiegarsi... lo terrorizzava parecchio quando faceva quelle domande.
-Io cosa? Avanti spiegati!- era un ordine.
-Mi sveglio sempre a quest’ora, signore. Non riesco a dormire di più.-
-Hai fatto ciò che ti ho detto?-
-Si signore.-
-Allora puoi venire a fare colazione.- uscì lui per primo seguito dalla fanciulla.
Si accomodarono alla Sala da pranzo, e in quel momento comparve Mali.
-La colazione Mali.-
-Si Padron Piton. Mali arriva subito.-
-Grazie.-
In poco tempo arrivò l’elfo con alcune cose in mano, mancava veramente poco che cadesse.
-Devi sapere una cosa: in questa casa non troverai dolci, soprattutto il cioccolato. Li trovo un accumulo di calorie inutili. Quindi se ti piacciono, dovrai abituarti all’idea di non mangiarne nemmeno una briciola.-
-Si, signore.-
Consumarono la loro colazione in poco tempo, ma stavolta fu Ethel a finire per prima.
-Ora, vai a lavarti i denti. Poi torna in salotto, ti aspetterò lì.-
Di fatto Ethel fece come le fu ordinato di fare.
Si lavò i denti, si sistemò un po’ i vestiti e poi prese la sua borsetta nera a tracolla e tornò in salotto.
-Pronta?-
-Per andare a Diagon Alley, signore?-
-Esattamente.-
-Allora si, signore.-
-Bene. Prenderemo il Nottetempo.-
-Il Nottetempo?-
-Il mezzo di trasporti con cui maghi e streghe si spostano. Ora cerca di non fare troppe domande, o potrai dimenticarti di andare a Diagon Alley, chiaro?-
-Si, signore.-
Uscirono dalla porta di casa e poi il Signor Piton tirò fuori la bacchetta, producendo una luce più o meno violetta.
Ethel non capì bene a cosa servisse questo gesto, ma come le era stato detto, non fece domande. Non voleva rischiare di perdere l’occasione di avere una bacchetta tutta sua. Perché era questo che le importava veramente.
Improvvisamente davanti alla stradina di Prince Manor arrivò un enorme pulmino di color viola scuro. La ragazza dovette contare più volte perché non riusciva a crederci: c’erano tre, e ripeto TRE piani!
-Prego, prego signori. Salite.- un ragazzo piuttosto strano, dall’aria veramente rintronata! I capelli di un castano chiaro, orecchie a sventola e la faccia sommersa dai brufoli. Doveva avere come minimo vent’anni, non di più.
Piton e Ethel si accomodarono sui sedili interni. La ragazza ammirò l’enorme lampadario appeso dall’ultimo piano.
Era praticamente deserto, a parte un mago intento a leggere il giornale infondo.
-Due biglietti. Fanno... 22 falci.- disse il ragazzo tenendo in mano i due biglietti e aspettando i soldi.
Ethel prese le monete da dentro il suo portafoglio viola quando sentì una mano bloccarle il braccio.
-Essendo il tuo tutore, anche se temporaneo, pago io.- aggiunse Piton consegnando i soldi all’altro ragazzo.
-Grazie signore.-
-Allora, ecco a lei il suo biglietto signore. E questo a te, signorina.-
-Grazie.-
-La vostra destinazione?-
-Paiolo Magico.-
-Hai capito Ern? Al Paiolo Magico!-
Sulla maglietta del giovane c’era un cartellino, dove veniva indicato il suo nome: Stan Picchetto.
Che nome buffo fu l’unica cosa che Ethel riuscì a pensare!
Questo Stan Picchetto si sedette vicino alla fanciulla, e con la faccia da inebetito iniziò a farle delle domande.
-Come mai una bella ragazza come te va al Paiolo Magico?-
-Dobbiamo andare a Diagon Alley.-
-Scommetto per comprare i libri di scuola.- le prese la mano, per darle un bacio (alla mano, è ovvio).
-Tieni giù quelle zampe sporche da lei!- sbraitò Piton, dopo aver osservato la scena.
Ethel fece scivolare via la mano dalla presa del ragazzo e si sedette meglio, vicino al suo tutore temporaneo.
-Mi scusi signore.- il giovane si alzò e si diresse verso l’autista.
-Cerca di non dare troppa confidenza agli estranei, perché io non ci sarò sempre.-
-Non mi sembrava che si volesse spingere più in là di un baciamano, signore.-
-Non si sa mai.-
Passarono tutto il viaggio a non parlarsi, più che altro non sapevano cosa dirsi.
Poi Ethel si fece coraggio, e sperando con tutto il cuore che il Signor Piton non alzasse la voce, decise di fargli una domanda che desiderava fargli dal primo giorno passato a casa sua.
-S-signore?-
-Si?-
-Lei... lei non diventerà il mio genitore adottivo, allora?-
Severus Piton fu scioccato da quella domanda: è vero, l’aveva presa con se, ma diciamo che si era fatto persuadere da Silente, e quindi in teoria non era stato il suo cervello a scegliere. Ma non gli era mai venuto in mente di adottarla... di farla diventare sua figlia!
Non era pronto psicologicamente per tenerla con se per sempre, e poi lei non lo avrebbe mai sopportato.
In un solo giorno aveva perso la pazienza ben due volte. Chissà per un anno.... l’avrebbe persa in.... 728 volte. Per quattro anni allora? Circa... 2912 volte!
Sarebbe impazzito sia lui che lei!
Non sapeva cosa dirle...
-Siamo arrivati a destinazione signori!- per fortuna quel ragazzo si era intromesso!
-Forza andiamo! Non dobbiamo assolutamente perdere tempo!-
Scesero entrambi, ma solo Ethel ringraziò Stan Picchetto.
Entrarono dentro un locale, dove parecchie persone erano sedute vicine a bere e a chiacchierare.
-Signori, volete ordinare qualcosa?-
-Dobbiamo solo andare a Diagon Alley.- rispose secco Piton.
Entrarono in un’altra stanza, e subito Ethel non ne capì la sua utilità. Era veramente microbica. C’era un’enorme muro, e sembrava non esserci alcuna via d’uscita.
Piton tirò fuori la bacchetta, e mormorò qualche parola che la ragazza non capì.
Come per magia (
”) il muro si aprì lasciando spazio a un viale pullulante di maghi e streghe.
Ethel ne fu affascinata!
-Sbrighiamoci.-
Severus fece fuoriuscire la pergamena con tutto quello che aveva scritto la sera prima.
-Prima andiamo a prenderti i tuoi testi scolastici.- disse osservando la lista.
Lei si limitò ad annuire e a seguirlo dentro il primo negozio davanti a loro.
-Buongiorno signore. Desiderate?-
-I libri di testo del quarto anno ad Hogwarts.-
-Certamente signore.- il piccolo ometto occhialuto tirò fuori da un cassetto un foglietto spiegazzato. Un po’ salendo al piano superiore, un po’ arrampicandosi sulla scaletta, o semplicemente girandosi verso la libreria che aveva dietro di se, prese tutti i libri, e Ethel fu scioccata nel vederli tutti!
-Allora signore, credo ci siano tutti, ma è sempre meglio dare una controllata. Vediamo un po’...-
(salve gente.... ora tutti i titoli dei testi me li sono inventati... sono di mia pura fantasia!! Buona continuazione
”)
-‘Impariamo a Trasfigurare’, ‘Dietro la sfera di cristallo e oltre’ ,‘Libro di Pozioni, volume 4’ , ‘Incantesimi semplici e pratici’ , ‘Conosciamo le creature oscure: come difendersi da loro’ , ‘Le abitudini dei Babbani’ , ‘ Creature del mondo magico’ ‘Le stelle da un altro punto di vista’ , ‘Aritmanzia, volume unico’ , ‘Decifrare le Rune Antiche’ , ‘Storia della Magia: dal Basso Medioevo alla fondazione salviamo le streghe dal rogo’ , ‘Le piante più rare da coltivare’ . Dovrebbero esserci tutte.-
-Perfetto. Quant’è?-
-Mmmm. 74 galeoni 24 falci e 4 zellini.-
-Ecco a lei. Li invii a questo indirizzo.- Piton gli passò un bigliettino.
-Certamente signore. Tra due orette circa saranno a casa sua.-
-Grazie ancora.- e dopo aver spinto leggermente fuori Ethel uscì.
-Ora...- consultò nuovamente la lista e con un colpo di bacchetta cancello la parola ‘testi scolastici’. -La scopa.-
-Scopa?-
-Ricordi quando ti ho detto di non fare domande?-
La ragazza si zittì subito, per evitare di fargli perdere la pazienza.
Entrarono in un altro negozio. Un omone grande grande stava dietro il balcone a sfogliare una rivista.
-Buongiorno.- disse tossendo Piton per attirare la sua attenzione.
-Oh buongiorno signori.-
-Volevamo comprare una scopa... per lei.- disse indicando Ethel, ma senza guardarla.
-Allora siete venuti nel posto giusto. Abbiamo la Nimbus2000, Nimbus2001, varie versioni della Comet, StellaCadente, Scopalinda e le Tornado. Se eravate interessati alla Firebolt, mi spiace ma le abbiamo finite qui in negozio. Solo su ordinazione.-
-Non ci interessa la Firebolt. Potrebbe far vedere alla signorina gli altri modelli?-
-Certo, vieni con me.-
Ethel seguì l’omone in una porta dietro il balcone. Piton intanto era rimasto ad aspettare.
-Allora, qui abbiamo tutte le Tornado che vuoi. Di solito le usano i ragazzi che vogliono correre.-
-Non credo sia il mio caso.- aggiunse la ragazza sorridendo.
-Per te ci vedrei bene.... mhmmm la StellaCadente. È veloce, ma allo stesso tempo più piacevole da cavalcare rispetto alle altre. Vuoi provarla?-
-Va bene.-
L’uomo si alzò un attimo sulle punte per raggiungerla. -Tieni.-
Ethel non aveva mai cavalcato una scopa, ma aveva visto chiaramente come si faceva.
Aveva ragione quel tizio: era abbastanza comoda!
-Mi piace!-
-È l’unica marca che ti permette di scegliere il colore. Abbiamo: color mogano, rosso chiaro, rosa, viola scuro, nero, verde smeraldo, fucsia e arancione chiaro.
-Nero andrà più che bene.-
-Allora possiamo andare.- prese la scopa del colore che aveva chiesto della ragazza e poi tornarono da Piton.
-Quant’è?-
-23 galeoni e 11 falci.-
-Lo spedisca a questo indirizzo.-
-Sarà fatto signore. Grazie ancora.-
-Arrivederci.-
Uscirono dal negozio, e Ethel era contenta!
Piton eseguì lo stesso gesto di prima e fece scomparire la parola ‘scopa’.
Fecero avanti e indietro per i negozi: piume, calamai, divisa scolastica, e tante altre cose magiche.
Avevano quasi finito... mancava solo la bacchetta e l’animale.
-Entriamo qui.-
Il negozio si chiamava ‘Olivander’.
-Buongiorno Signor Piton.-
-Buongiorno a lei Olivander. La signorina avrebbe bisogno di una bacchetta.-
-Certamente.- il vecchio mago li lasciò un momento e in poco tornò con un minimo di dieci scatolette lunghe e strette.
-Prova questa.-
Una bacchetta di un legno chiaro. Ethel la prese in mano.
-Agitala.- le ordinò Piton.
Tentò di dare un colpo ma la bacchetta le volò via dalla mano.
-Mi sa che non è questa. Però forse... questa qui.-
Era veramente bellissima: nera con delle incisioni argentate sul manico. Qualcosa che non riuscì a decifrare.
Prese quella bacchetta stupenda e le fece fare un piccolo movimento circolare: il vaso che aveva di fronte si sollevò senza rompersi.
-Direi che questa è perfetta. Fanno 12 galeoni.-
-Grazie.- e dopo aver pagato uscirono.
-Mettila in borsa adesso. Ora l’unica cosa che ci rimane da fare è scegliere quell’animale.-
Entrarono in una piccola botteghina, molto accogliente.
-Benvenuti da Mrs. Kendra e i suoi animali. In cosa posso esservi utile?-
-Cercavamo un animale per Hogwarts. Che non sia un gatto, pero!- ribadì chiaramente Severus.
-Certamente. Allora abbiamo, varie civette o gufi e poi rospi e alcuni pipistrelli molto rari e..-
Intanto Ethel si era allontanata dai due e si era avvicinata a una teca. Guardò l’animale che c’era dentro e le piacque subito! Era di un color verde smeraldo con delle chiazzette nere e argento (sono fissata con il nero!!
”).
Ci infilò dentro la mano, e l’esserino le si attorcigliò dolcemente sul braccio senza farle male.
-Signore, posso prendere questo?-
-Oh! Piccola, ma quello è un serpente, sei sicura della tua scelta?-
-Certo. Sempre se posso prenderlo, è ovvio!-
-È tuo. Ma bada che dovrai prenderti cura di lui.-
-Si signore.- disse mentre accarezzava la testa del piccolo serpentino. -Signora, è un maschio o una femmina?-
-Maschio, maschio.-
-Quanto le devo?-
-32 galeoni e 18 zellini.-
-Ethel rimettilo nella teca. Per favore, lo può spedire a questo indirizzo.-
-Certamente.-
-E può anche aggiungere la teca?-
-Certo, allora fanno 7 galeoni in più.-
-Ecco qui.-
-Grazie signore e arrivederci. Ciao piccola.-
-Arrivederci signora!-
Si incamminarono verso il muro da dove erano venuti qualche oratta prima.
Piton rifece il movimento di prima con la bacchetta e il muro si riaprì.
-Torniamo a casa adesso.-usciti dal Paiolo Magico, il Signor Piton guardò bene in giro che non ci fosse nessuno e poi mise una mano sulla spalla della ragazza.
******
Erano tornati a Prince Manor in un lampo e davanti alla porta c’erano un sacco di pacchi: erano già arrivati.
-Mali!-
-Si Padron Piton?-
-Aiutaci a portare queste cose nella camera della signorina.-
-Certo Padron Piton.- il piccolo elfetto prese alcuni libri e alti materiali e si incamminò verso la stanza della ragazza.
Severus prese la teca con il serpente, che di fatto era coperta, mentre Ethel prese la sua scopa nuova con altri oggetti.
In un solo viaggio i tre riuscirono a portare su tutto.
-Grazie Mali, ora puoi andare.-
L’elfo domestico uscì in fretta, pronto per altre faccende.
-Allora, vedi di sistemare tutto quanto.- iniziò Piton con tono severo. Poi schioccò le dita e fece comparire un tavolino molto bello, di un colore scuro attaccato al muro. -Lì ci metterai la teca con il tuo serpente. I tuoi libri, invece nell’armadietto vicino alla scrivania. Per qualsiasi problema io sono giù in salotto, ma devono essere problemi seri, non farmi perdere tempo, chiaro?-
-Si signore.-
-E applicati l’unguento.-
-Ma...-
-Niente ‘ma’! Se non la metti, sappi che lo vengo a sapere in un modo o nell’altro!- e poi uscì cercando di non sbattere la porta.
Prima tolse quel velo nero, in modo tale da vedere il suo nuovo amico. Era bellino! Veramente bellino! Era attorcigliato attorno al suo ramoscello e la fissava.
Era strano come serpente, di solito avevano gli occhi gialli, ma questo sembrava avere qualcosa di speciale, solo per Ethel: aveva gli occhi viola.
Il serpente più bello che avesse mai visto... e anche l’unico!
Sistemò i suoi libri dentro l’armadio, dopo averli tolti dalla carta in cui erano avvolti. Li maneggiò con cura, per paura di non sfasciarli. Non ci credeva ancora, sarebbe andata a Hogwarts!
Poi si ricordò della sua bacchetta. L’aveva lasciata dentro la sua borsa a tracolla.
La recuperò immediatamente e poi se la portò sulle gambe: avrebbe presto potuta usarla, e di questo era felice.
*****
Piton era seduto sul divano a leggere un libro quando sentì un rumore strano provenire dal suo camino...
Una fiamma verde intensa comparse dal fumaiolo.
-Severus, scusa questa mia intrusione improvvisa senza averti avvisato, ma sono appena tornato dal Ministero.-
-Hai parlato con Caramell?-
-Si, ma...-
-Non ha accettato!-
-Calma ragazzo mio! Non sono più un giovanotto e ho fatto una corsa, quindi prima fammi riprendere fiato!-
-Oh scusa Albus. Prego siediti.-
-Grazie Severus. Comunque dicevo, ho parlato con lui per quanto riguarda la tua richiesta ed è stato molto chiaro su quello che mi ha riferito.-
-Ovvero?-
-Ha detto che finché la ragazza non verrà adottata ufficialmente, le verrà negato di usare la magia.-
Piton sospirò, non sapendo minimamente cosa fare.
-Io non voglio assolutamente insistere, ragazzo. Dovrai prendere una decisione da solo.-
Il mago dai capelli color pece rimase a rimuginare su ciò che il vecchio stregone gli aveva appena comunicato.
Silente mise una mano dentro il suo mantello e tirò fuori una pergamena e la porse affianco a Piton.
-Mi sono permesso di prenderla. Questa... è una lista di tutte le persone, o famiglie che sarebbero disposte ad adottare qualcuno. Puoi dargli un’occhiata.-
Severus prese in mano quel foglietto e cominciò a leggere i nomi stilati lì sopra:
-Famiglia Branks;
-Jonh e Marsha Colbert;
-Morgan e Margaret Aston;
-Judith Kastonson;
-Famiglia Tonks;
-Amy e Kevin Jonson;
-Mabel Gells;
-Famiglia Mitchell.
-Anche la famiglia Tonks?-
-Si anche loro. Io ho qui delle foto di coloro che conosco: I Branks, gli Aston, i Tonks e Gells. Per gli altri bisognerebbe andare al Ministero.-
-E adesso come glielo dico...-
-Cosa Severus?-
-Le avevo promesso che sarei stato io a insegnarle la magia.-
-Vedrai che nella sua nuova famiglia le insegneranno qualcosa.-
-Mali?-
-Si Padron Piton?-
-Vai a chiamare la signorina Ethel e dille di scendere velocemente, per cortesia.-
-Certo Padron Piton.- l’elfetto con un semplice FLOP sparì.
******
-Signorina Ethel, il Padron Piton ha detto a Mali di dirti che ti aspetta giù in salotto.-
-Grazie Mali.- la ragazza lasciò andare il serpente nella teca e uscì, accompagnata dall’elfo domestico.
-Si, signore?-
-Dovrei parlarti, perciò siediti.- e lei ubbidì immediatamente.
-Salve signore Preside.-
-Buongiorno Ethel. -la salutò il vecchio mago.
-Vedi, ci sarebbe un piccolo problema. Per farti usare la magia in questo ultimo mese di vacanza, c’è bisogno che tu venga adottata da qualcuno.-
-Guarda Ethel- si intromise Silente -qui ho delle foto di alcune persone che vorrebbero adottare qualcuno.- e gliele consegno.
La ragazza le sfogliò più e più volte... e in nessuna trovò quella luce di armonia che avrebbe sempre voluto avere.
Poi arrivò all’ultima: c’erano tre persone, una ragazza di circa vent’anni che abbracciava calorosamente due persone più grandi di lei. Probabilmente i suoi genitori.
-Chi sono loro?-
-I Tonks. L’uomo sulla sinistra si chiama Ted, la donna Andromeda e la ragazza sorridente è loro figlia Ninfadora.- rispose il vecchio mago.
-Vorresti provare da loro?- aggiunse il Signor Piton.
Ethel iniziava a esser furente, ma non rispose alla domanda. Si limitò a chinare il capo per nascondere le lacrime che scendevano piano rigandole il viso.
-Quando faccio una domanda, pretendo una risposta signorina!- disse con tono non troppo severo.
-SONO QUI DA SOLO UN GIORNO E LEI VUOLE CACCIARMI GIA’ VIA?-
-Non ti voglio mandarti via, e poi non alzare il tono della voce con me ragazzina!-
-DOPO ESSERESI PRESO CURA DI ME, DOPO AVERMI FATTO VISITA IN OSPEDALE, E DOPO AVERMI PORTATO A DIAGON ALLEY LEI MI LASCIA COSI’? SE AVESSI SAPUTO DI DOVER PASSARE DA UNA FAMIGLIA ALL’ALTRA SAREI RIMASTA AL ST. MUGO!!-
-Ethel, per Merlino, cerca di calmarti!- disse Silente tentando di prendere in mano la situazione.
La ragazza si alzò in piedi, con il volto ormai bagnato e la testa china.
-Anche se ho passato un solo giorno qui mi ero abituata all’ambiente. Credevo di poter instaurare qualche legame con lei, signore. Mi stavo affezionando...- poi salì le scale e si chiuse in camera sua.
Per tutto il tempo Piton aveva ascoltato e non aveva detto nulla!