Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Una nuova vita

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try-try
view post Posted on 2/3/2009, 16:39




brava brava...ma intanto mi sa che devi aspettare poco perche ho due disegni che massimo massimo finiro dopodomani
 
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.::dEnY_Snape::.
view post Posted on 2/3/2009, 20:27




Try io ti adoro!Non mi deludi mai!!! :kissino:

Che billuuuu, me attenderà impaziente, non vedo l'ora di vederli!!! :OO:
 
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Ethel Snape
view post Posted on 2/3/2009, 20:50




Wee... ragazze!! Grazie ancora!!
Eccovi il chappy...

6. Diagon Alley



Il Signor Piton si era dimenticato di darle la pozione sonnifera, ma la ragazza aveva dormito bene, stranamente!

Si alzò di sua spontanea volontà, verso le sette e mezzo. Indossava un pigiama corto, pantaloncini al di sopra delle ginocchia e una canottiera: il regalo di alcuni infermieri per il suo compleanno!

Prese i pantaloni neri di ieri (che tanto per precisare sono a sigaretta, ovvero stretti per chi non lo sapesse) e la maglietta rosso fuoco.

Andò in bagno e la prima cosa che fece, fu la doccia: una bella doccia fresca!

Si era lavata anche i capelli, ma ora non sapeva come asciugarli... così si fece una coda di cavallo, in modo tale da non bagnarsi la maglia.

Aveva da aspettare un’ora: il Signor Piton le aveva detto chiaramente di alzarsi alle otto e mezzo, di lavarsi e poi scendere per fare la colazione. E lei non voleva disubbidirlo ancora. L’aveva già fatto due volte, e ripeto, DUE volte! Non era proprio il caso, dato che solo al primo colpo aveva perso la pazienza!

Decise finalmente di uscire in balcone e ammirare il giardino.

Si sentiva molto bene il profumo delle rose mischiato a quello delle varie erbe coltivate dal Signor Piton.

Era forse un giardiniere? O un fiorista?

Comunque doveva avere a che fare con le piante e con le erbe... si, si doveva essere proprio così!

Poi ritornò in stanza e prese la sua borsetta che il Signor Piton aveva appoggiato sulla scrivania il giorno prima.

Ci curiosò dentro e trovò un piccolo portamonete viola. Lo scosse e sentì il rumore delle monetine.

Lo aprì e iniziò a contare i soldi: 12 galeoni, 15 falci e 9 zellini.

Non sapeva se con tutti questi soldi avesse potuto fare chissà cosa, ma sicuramente avrebbe voluto pagare qualcosa con quel denaro.

Si rifece il letto, come era abituata a fare in ospedale. A casa sua dormiva per terra, a volte sul tappeto, ma spesso e volentieri in giardino, magari sotto l’albero, o vicino alla muretta.

Lo rifece per bene, tale e quale a come lo aveva trovato il giorno prima.

Sentì la porta cigolare e quasi non fece un infarto!

-Cosa ci fai già in piedi?-

-Io...i-io...- non sapeva spiegarsi... lo terrorizzava parecchio quando faceva quelle domande.

-Io cosa? Avanti spiegati!- era un ordine.

-Mi sveglio sempre a quest’ora, signore. Non riesco a dormire di più.-

-Hai fatto ciò che ti ho detto?-

-Si signore.-

-Allora puoi venire a fare colazione.- uscì lui per primo seguito dalla fanciulla.

Si accomodarono alla Sala da pranzo, e in quel momento comparve Mali.

-La colazione Mali.-

-Si Padron Piton. Mali arriva subito.-

-Grazie.-

In poco tempo arrivò l’elfo con alcune cose in mano, mancava veramente poco che cadesse.

-Devi sapere una cosa: in questa casa non troverai dolci, soprattutto il cioccolato. Li trovo un accumulo di calorie inutili. Quindi se ti piacciono, dovrai abituarti all’idea di non mangiarne nemmeno una briciola.-

-Si, signore.-

Consumarono la loro colazione in poco tempo, ma stavolta fu Ethel a finire per prima.

-Ora, vai a lavarti i denti. Poi torna in salotto, ti aspetterò lì.-

Di fatto Ethel fece come le fu ordinato di fare.

Si lavò i denti, si sistemò un po’ i vestiti e poi prese la sua borsetta nera a tracolla e tornò in salotto.

-Pronta?-

-Per andare a Diagon Alley, signore?-

-Esattamente.-

-Allora si, signore.-

-Bene. Prenderemo il Nottetempo.-

-Il Nottetempo?-

-Il mezzo di trasporti con cui maghi e streghe si spostano. Ora cerca di non fare troppe domande, o potrai dimenticarti di andare a Diagon Alley, chiaro?-

-Si, signore.-

Uscirono dalla porta di casa e poi il Signor Piton tirò fuori la bacchetta, producendo una luce più o meno violetta.

Ethel non capì bene a cosa servisse questo gesto, ma come le era stato detto, non fece domande. Non voleva rischiare di perdere l’occasione di avere una bacchetta tutta sua. Perché era questo che le importava veramente.

Improvvisamente davanti alla stradina di Prince Manor arrivò un enorme pulmino di color viola scuro. La ragazza dovette contare più volte perché non riusciva a crederci: c’erano tre, e ripeto TRE piani!

-Prego, prego signori. Salite.- un ragazzo piuttosto strano, dall’aria veramente rintronata! I capelli di un castano chiaro, orecchie a sventola e la faccia sommersa dai brufoli. Doveva avere come minimo vent’anni, non di più.

Piton e Ethel si accomodarono sui sedili interni. La ragazza ammirò l’enorme lampadario appeso dall’ultimo piano.

Era praticamente deserto, a parte un mago intento a leggere il giornale infondo.

-Due biglietti. Fanno... 22 falci.- disse il ragazzo tenendo in mano i due biglietti e aspettando i soldi.

Ethel prese le monete da dentro il suo portafoglio viola quando sentì una mano bloccarle il braccio.

-Essendo il tuo tutore, anche se temporaneo, pago io.- aggiunse Piton consegnando i soldi all’altro ragazzo.

-Grazie signore.-

-Allora, ecco a lei il suo biglietto signore. E questo a te, signorina.-

-Grazie.-

-La vostra destinazione?-

-Paiolo Magico.-

-Hai capito Ern? Al Paiolo Magico!-

Sulla maglietta del giovane c’era un cartellino, dove veniva indicato il suo nome: Stan Picchetto.

Che nome buffo fu l’unica cosa che Ethel riuscì a pensare!

Questo Stan Picchetto si sedette vicino alla fanciulla, e con la faccia da inebetito iniziò a farle delle domande.

-Come mai una bella ragazza come te va al Paiolo Magico?-

-Dobbiamo andare a Diagon Alley.-

-Scommetto per comprare i libri di scuola.- le prese la mano, per darle un bacio (alla mano, è ovvio).

-Tieni giù quelle zampe sporche da lei!- sbraitò Piton, dopo aver osservato la scena.

Ethel fece scivolare via la mano dalla presa del ragazzo e si sedette meglio, vicino al suo tutore temporaneo.

-Mi scusi signore.- il giovane si alzò e si diresse verso l’autista.

-Cerca di non dare troppa confidenza agli estranei, perché io non ci sarò sempre.-

-Non mi sembrava che si volesse spingere più in là di un baciamano, signore.-

-Non si sa mai.-

Passarono tutto il viaggio a non parlarsi, più che altro non sapevano cosa dirsi.

Poi Ethel si fece coraggio, e sperando con tutto il cuore che il Signor Piton non alzasse la voce, decise di fargli una domanda che desiderava fargli dal primo giorno passato a casa sua.

-S-signore?-

-Si?-

-Lei... lei non diventerà il mio genitore adottivo, allora?-

Severus Piton fu scioccato da quella domanda: è vero, l’aveva presa con se, ma diciamo che si era fatto persuadere da Silente, e quindi in teoria non era stato il suo cervello a scegliere. Ma non gli era mai venuto in mente di adottarla... di farla diventare sua figlia!

Non era pronto psicologicamente per tenerla con se per sempre, e poi lei non lo avrebbe mai sopportato.

In un solo giorno aveva perso la pazienza ben due volte. Chissà per un anno.... l’avrebbe persa in.... 728 volte. Per quattro anni allora? Circa... 2912 volte!

Sarebbe impazzito sia lui che lei!

Non sapeva cosa dirle...

-Siamo arrivati a destinazione signori!- per fortuna quel ragazzo si era intromesso!

-Forza andiamo! Non dobbiamo assolutamente perdere tempo!-

Scesero entrambi, ma solo Ethel ringraziò Stan Picchetto.

Entrarono dentro un locale, dove parecchie persone erano sedute vicine a bere e a chiacchierare.

-Signori, volete ordinare qualcosa?-

-Dobbiamo solo andare a Diagon Alley.- rispose secco Piton.

Entrarono in un’altra stanza, e subito Ethel non ne capì la sua utilità. Era veramente microbica. C’era un’enorme muro, e sembrava non esserci alcuna via d’uscita.

Piton tirò fuori la bacchetta, e mormorò qualche parola che la ragazza non capì.

Come per magia (^_^”) il muro si aprì lasciando spazio a un viale pullulante di maghi e streghe.

Ethel ne fu affascinata!

-Sbrighiamoci.-

Severus fece fuoriuscire la pergamena con tutto quello che aveva scritto la sera prima.

-Prima andiamo a prenderti i tuoi testi scolastici.- disse osservando la lista.

Lei si limitò ad annuire e a seguirlo dentro il primo negozio davanti a loro.

-Buongiorno signore. Desiderate?-

-I libri di testo del quarto anno ad Hogwarts.-

-Certamente signore.- il piccolo ometto occhialuto tirò fuori da un cassetto un foglietto spiegazzato. Un po’ salendo al piano superiore, un po’ arrampicandosi sulla scaletta, o semplicemente girandosi verso la libreria che aveva dietro di se, prese tutti i libri, e Ethel fu scioccata nel vederli tutti!

-Allora signore, credo ci siano tutti, ma è sempre meglio dare una controllata. Vediamo un po’...-

(salve gente.... ora tutti i titoli dei testi me li sono inventati... sono di mia pura fantasia!! Buona continuazione ^_^”)

-‘Impariamo a Trasfigurare’, ‘Dietro la sfera di cristallo e oltre’ ,‘Libro di Pozioni, volume 4’ , ‘Incantesimi semplici e pratici’ , ‘Conosciamo le creature oscure: come difendersi da loro’ , ‘Le abitudini dei Babbani’ , ‘ Creature del mondo magico’ ‘Le stelle da un altro punto di vista’ , ‘Aritmanzia, volume unico’ , ‘Decifrare le Rune Antiche’ , ‘Storia della Magia: dal Basso Medioevo alla fondazione salviamo le streghe dal rogo’ , ‘Le piante più rare da coltivare’ . Dovrebbero esserci tutte.-

-Perfetto. Quant’è?-

-Mmmm. 74 galeoni 24 falci e 4 zellini.-

-Ecco a lei. Li invii a questo indirizzo.- Piton gli passò un bigliettino.

-Certamente signore. Tra due orette circa saranno a casa sua.-

-Grazie ancora.- e dopo aver spinto leggermente fuori Ethel uscì.

-Ora...- consultò nuovamente la lista e con un colpo di bacchetta cancello la parola ‘testi scolastici’. -La scopa.-

-Scopa?-

-Ricordi quando ti ho detto di non fare domande?-

La ragazza si zittì subito, per evitare di fargli perdere la pazienza.

Entrarono in un altro negozio. Un omone grande grande stava dietro il balcone a sfogliare una rivista.

-Buongiorno.- disse tossendo Piton per attirare la sua attenzione.

-Oh buongiorno signori.-

-Volevamo comprare una scopa... per lei.- disse indicando Ethel, ma senza guardarla.

-Allora siete venuti nel posto giusto. Abbiamo la Nimbus2000, Nimbus2001, varie versioni della Comet, StellaCadente, Scopalinda e le Tornado. Se eravate interessati alla Firebolt, mi spiace ma le abbiamo finite qui in negozio. Solo su ordinazione.-

-Non ci interessa la Firebolt. Potrebbe far vedere alla signorina gli altri modelli?-

-Certo, vieni con me.-

Ethel seguì l’omone in una porta dietro il balcone. Piton intanto era rimasto ad aspettare.

-Allora, qui abbiamo tutte le Tornado che vuoi. Di solito le usano i ragazzi che vogliono correre.-

-Non credo sia il mio caso.- aggiunse la ragazza sorridendo.

-Per te ci vedrei bene.... mhmmm la StellaCadente. È veloce, ma allo stesso tempo più piacevole da cavalcare rispetto alle altre. Vuoi provarla?-

-Va bene.-

L’uomo si alzò un attimo sulle punte per raggiungerla. -Tieni.-

Ethel non aveva mai cavalcato una scopa, ma aveva visto chiaramente come si faceva.

Aveva ragione quel tizio: era abbastanza comoda!

-Mi piace!-

-È l’unica marca che ti permette di scegliere il colore. Abbiamo: color mogano, rosso chiaro, rosa, viola scuro, nero, verde smeraldo, fucsia e arancione chiaro.

-Nero andrà più che bene.-

-Allora possiamo andare.- prese la scopa del colore che aveva chiesto della ragazza e poi tornarono da Piton.

-Quant’è?-

-23 galeoni e 11 falci.-

-Lo spedisca a questo indirizzo.-

-Sarà fatto signore. Grazie ancora.-

-Arrivederci.-

Uscirono dal negozio, e Ethel era contenta!

Piton eseguì lo stesso gesto di prima e fece scomparire la parola ‘scopa’.

Fecero avanti e indietro per i negozi: piume, calamai, divisa scolastica, e tante altre cose magiche.

Avevano quasi finito... mancava solo la bacchetta e l’animale.

-Entriamo qui.-

Il negozio si chiamava ‘Olivander’.

-Buongiorno Signor Piton.-

-Buongiorno a lei Olivander. La signorina avrebbe bisogno di una bacchetta.-

-Certamente.- il vecchio mago li lasciò un momento e in poco tornò con un minimo di dieci scatolette lunghe e strette.

-Prova questa.-

Una bacchetta di un legno chiaro. Ethel la prese in mano.

-Agitala.- le ordinò Piton.

Tentò di dare un colpo ma la bacchetta le volò via dalla mano.

-Mi sa che non è questa. Però forse... questa qui.-

Era veramente bellissima: nera con delle incisioni argentate sul manico. Qualcosa che non riuscì a decifrare.

Prese quella bacchetta stupenda e le fece fare un piccolo movimento circolare: il vaso che aveva di fronte si sollevò senza rompersi.

-Direi che questa è perfetta. Fanno 12 galeoni.-

-Grazie.- e dopo aver pagato uscirono.

-Mettila in borsa adesso. Ora l’unica cosa che ci rimane da fare è scegliere quell’animale.-

Entrarono in una piccola botteghina, molto accogliente.

-Benvenuti da Mrs. Kendra e i suoi animali. In cosa posso esservi utile?-

-Cercavamo un animale per Hogwarts. Che non sia un gatto, pero!- ribadì chiaramente Severus.

-Certamente. Allora abbiamo, varie civette o gufi e poi rospi e alcuni pipistrelli molto rari e..-

Intanto Ethel si era allontanata dai due e si era avvicinata a una teca. Guardò l’animale che c’era dentro e le piacque subito! Era di un color verde smeraldo con delle chiazzette nere e argento (sono fissata con il nero!! ^_^”).

Ci infilò dentro la mano, e l’esserino le si attorcigliò dolcemente sul braccio senza farle male.

-Signore, posso prendere questo?-

-Oh! Piccola, ma quello è un serpente, sei sicura della tua scelta?-

-Certo. Sempre se posso prenderlo, è ovvio!-

-È tuo. Ma bada che dovrai prenderti cura di lui.-

-Si signore.- disse mentre accarezzava la testa del piccolo serpentino. -Signora, è un maschio o una femmina?-

-Maschio, maschio.-

-Quanto le devo?-

-32 galeoni e 18 zellini.-

-Ethel rimettilo nella teca. Per favore, lo può spedire a questo indirizzo.-

-Certamente.-

-E può anche aggiungere la teca?-

-Certo, allora fanno 7 galeoni in più.-

-Ecco qui.-

-Grazie signore e arrivederci. Ciao piccola.-

-Arrivederci signora!-

Si incamminarono verso il muro da dove erano venuti qualche oratta prima.

Piton rifece il movimento di prima con la bacchetta e il muro si riaprì.

-Torniamo a casa adesso.-usciti dal Paiolo Magico, il Signor Piton guardò bene in giro che non ci fosse nessuno e poi mise una mano sulla spalla della ragazza.

******

Erano tornati a Prince Manor in un lampo e davanti alla porta c’erano un sacco di pacchi: erano già arrivati.

-Mali!-

-Si Padron Piton?-

-Aiutaci a portare queste cose nella camera della signorina.-

-Certo Padron Piton.- il piccolo elfetto prese alcuni libri e alti materiali e si incamminò verso la stanza della ragazza.

Severus prese la teca con il serpente, che di fatto era coperta, mentre Ethel prese la sua scopa nuova con altri oggetti.

In un solo viaggio i tre riuscirono a portare su tutto.

-Grazie Mali, ora puoi andare.-

L’elfo domestico uscì in fretta, pronto per altre faccende.

-Allora, vedi di sistemare tutto quanto.- iniziò Piton con tono severo. Poi schioccò le dita e fece comparire un tavolino molto bello, di un colore scuro attaccato al muro. -Lì ci metterai la teca con il tuo serpente. I tuoi libri, invece nell’armadietto vicino alla scrivania. Per qualsiasi problema io sono giù in salotto, ma devono essere problemi seri, non farmi perdere tempo, chiaro?-

-Si signore.-

-E applicati l’unguento.-

-Ma...-

-Niente ‘ma’! Se non la metti, sappi che lo vengo a sapere in un modo o nell’altro!- e poi uscì cercando di non sbattere la porta.

Prima tolse quel velo nero, in modo tale da vedere il suo nuovo amico. Era bellino! Veramente bellino! Era attorcigliato attorno al suo ramoscello e la fissava.

Era strano come serpente, di solito avevano gli occhi gialli, ma questo sembrava avere qualcosa di speciale, solo per Ethel: aveva gli occhi viola.

Il serpente più bello che avesse mai visto... e anche l’unico!

Sistemò i suoi libri dentro l’armadio, dopo averli tolti dalla carta in cui erano avvolti. Li maneggiò con cura, per paura di non sfasciarli. Non ci credeva ancora, sarebbe andata a Hogwarts!

Poi si ricordò della sua bacchetta. L’aveva lasciata dentro la sua borsa a tracolla.

La recuperò immediatamente e poi se la portò sulle gambe: avrebbe presto potuta usarla, e di questo era felice.

*****

Piton era seduto sul divano a leggere un libro quando sentì un rumore strano provenire dal suo camino...

Una fiamma verde intensa comparse dal fumaiolo.

-Severus, scusa questa mia intrusione improvvisa senza averti avvisato, ma sono appena tornato dal Ministero.-

-Hai parlato con Caramell?-

-Si, ma...-

-Non ha accettato!-

-Calma ragazzo mio! Non sono più un giovanotto e ho fatto una corsa, quindi prima fammi riprendere fiato!-

-Oh scusa Albus. Prego siediti.-

-Grazie Severus. Comunque dicevo, ho parlato con lui per quanto riguarda la tua richiesta ed è stato molto chiaro su quello che mi ha riferito.-

-Ovvero?-

-Ha detto che finché la ragazza non verrà adottata ufficialmente, le verrà negato di usare la magia.-

Piton sospirò, non sapendo minimamente cosa fare.

-Io non voglio assolutamente insistere, ragazzo. Dovrai prendere una decisione da solo.-

Il mago dai capelli color pece rimase a rimuginare su ciò che il vecchio stregone gli aveva appena comunicato.

Silente mise una mano dentro il suo mantello e tirò fuori una pergamena e la porse affianco a Piton.

-Mi sono permesso di prenderla. Questa... è una lista di tutte le persone, o famiglie che sarebbero disposte ad adottare qualcuno. Puoi dargli un’occhiata.-

Severus prese in mano quel foglietto e cominciò a leggere i nomi stilati lì sopra:

-Famiglia Branks;

-Jonh e Marsha Colbert;

-Morgan e Margaret Aston;

-Judith Kastonson;

-Famiglia Tonks;

-Amy e Kevin Jonson;

-Mabel Gells;

-Famiglia Mitchell.

-Anche la famiglia Tonks?-

-Si anche loro. Io ho qui delle foto di coloro che conosco: I Branks, gli Aston, i Tonks e Gells. Per gli altri bisognerebbe andare al Ministero.-

-E adesso come glielo dico...-

-Cosa Severus?-

-Le avevo promesso che sarei stato io a insegnarle la magia.-

-Vedrai che nella sua nuova famiglia le insegneranno qualcosa.-

-Mali?-

-Si Padron Piton?-

-Vai a chiamare la signorina Ethel e dille di scendere velocemente, per cortesia.-

-Certo Padron Piton.- l’elfetto con un semplice FLOP sparì.

******

-Signorina Ethel, il Padron Piton ha detto a Mali di dirti che ti aspetta giù in salotto.-

-Grazie Mali.- la ragazza lasciò andare il serpente nella teca e uscì, accompagnata dall’elfo domestico.

-Si, signore?-

-Dovrei parlarti, perciò siediti.- e lei ubbidì immediatamente.

-Salve signore Preside.-

-Buongiorno Ethel. -la salutò il vecchio mago.

-Vedi, ci sarebbe un piccolo problema. Per farti usare la magia in questo ultimo mese di vacanza, c’è bisogno che tu venga adottata da qualcuno.-

-Guarda Ethel- si intromise Silente -qui ho delle foto di alcune persone che vorrebbero adottare qualcuno.- e gliele consegno.

La ragazza le sfogliò più e più volte... e in nessuna trovò quella luce di armonia che avrebbe sempre voluto avere.

Poi arrivò all’ultima: c’erano tre persone, una ragazza di circa vent’anni che abbracciava calorosamente due persone più grandi di lei. Probabilmente i suoi genitori.

-Chi sono loro?-

-I Tonks. L’uomo sulla sinistra si chiama Ted, la donna Andromeda e la ragazza sorridente è loro figlia Ninfadora.- rispose il vecchio mago.

-Vorresti provare da loro?- aggiunse il Signor Piton.

Ethel iniziava a esser furente, ma non rispose alla domanda. Si limitò a chinare il capo per nascondere le lacrime che scendevano piano rigandole il viso.

-Quando faccio una domanda, pretendo una risposta signorina!- disse con tono non troppo severo.

-SONO QUI DA SOLO UN GIORNO E LEI VUOLE CACCIARMI GIA’ VIA?-

-Non ti voglio mandarti via, e poi non alzare il tono della voce con me ragazzina!-

-DOPO ESSERESI PRESO CURA DI ME, DOPO AVERMI FATTO VISITA IN OSPEDALE, E DOPO AVERMI PORTATO A DIAGON ALLEY LEI MI LASCIA COSI’? SE AVESSI SAPUTO DI DOVER PASSARE DA UNA FAMIGLIA ALL’ALTRA SAREI RIMASTA AL ST. MUGO!!-

-Ethel, per Merlino, cerca di calmarti!- disse Silente tentando di prendere in mano la situazione.

La ragazza si alzò in piedi, con il volto ormai bagnato e la testa china.

-Anche se ho passato un solo giorno qui mi ero abituata all’ambiente. Credevo di poter instaurare qualche legame con lei, signore. Mi stavo affezionando...- poi salì le scale e si chiuse in camera sua.

Per tutto il tempo Piton aveva ascoltato e non aveva detto nulla!
 
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try-try
view post Posted on 2/3/2009, 21:05




povera piccola....secondo me loro due come papà e figlia starebbero bene:lei ubbidiente e lui autoritario.se non ci fosse caramell che rompesse i cosiddetti......grande ethelina,bell'aggiornamento e sempre costante...complimenti!!!


p.s.si scrive st.Mungo....ti sei dimenticata una "n"
 
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Ethel Snape
view post Posted on 2/3/2009, 21:07




Grazie... oh beh... quando scrivo... vado molto veloce e dimentico alcune lettere! Comunque grazie!
 
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try-try
view post Posted on 2/3/2009, 21:32




figurati... :ciau:
 
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snapEly
view post Posted on 2/3/2009, 21:37




mi piace sempre di più questa ficcy!
certo che Sev è proprio una frana.
però è così tenero e affettuoso, a modo suo. :wub:
 
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Ethel Snape
view post Posted on 3/3/2009, 21:24




Già... sono contenta che ti piaccia... ed eccovi il cap 7!!

Trasferimenti

Ethel si distese sul letto e lì si sfogò di brutto.

Pianse, e anche parecchio.

Come aveva potuto farle una cosa del genere?

Perché voleva mandarla via?

Seppure una volta sola, l’aveva abbracciata.

Aveva sentito quel calore che si era sempre immaginata.

Era durato poco, ma era confortante!

L’aveva portata a Diagon Alley.

Le aveva comprato il materiale necessario per andare a Hogwarts.

Per merito suo ora aveva una bacchetta e un animale.

Tutto per merito suo.

Le aveva dato un letto comodo su cui dormire.

Cibo buono.

L’aveva aiutata a spalmarsi la crema sul corpo, o meglio, lui stesso lo aveva fatto.

Quando aveva perso sangue, lui l’aveva pulita.

E cosa più importante è che le aveva giurato che non l’avrebbe picchiata... mai!

Ora, invece, era delusa... di sé stessa.

Magari non si era comportata come doveva?

Non gli stava simpatica?

TOC-TOC (-_-“)

-Ethel posso entrare?-

-Signor Preside... prego, si accomodi.- disse sorpresa nel vederlo.

-Tutto bene?- domandò il vecchio, notando le lacrime rigare il viso della fanciulla.

-Si... SNIF... grazie.-

-Allora posso immaginare che quelle lacrime non ti appartengano, vero?- chiese sorridendo.

-Mi spiace Signore...-

-Oh mia cara, ma non è un reato piangere!-

-Devo proprio scegliere una nuova famiglia?-

-Beh, diciamo che Severus ha insistito, non essendo il tuo genitore adottivo, non può insegnarti nulla, e non voleva che andassi a Hogwarts senza un minimo di preparazione pratica.-

La ragazza sospirò, essendosi resa conto che Severus Piton non l’avrebbe mai adottata.

-Quale mi consiglia?-

-Io direi di provare con i Tonks. Comunque con loro potrai usare la magia, dato che potrebbe diventare la tua nuova famiglia.-

-Allora... va bene.-

-Vedrò di avvisarli io stesso tramite il Ministero. Se tutto va a buon fine, già da questa sera potrai essere da loro. Altrimenti dovrai aspettare domani mattina, d’accordo?-

-Si, Signore. Posso farle una domanda?-

-Certamente Ethel, dimmi tutto.-

-Se il Signor Piton ha voluto prendermi temporaneamente, perché non può adottarmi allora?-

-Mi spiace, ma non posso rispondere a questa domanda. Ti consiglio di farla direttamente all’interessato.- e detto questo si dileguò dalla stanza.

Si alzò dal letto e andò verso il suo serpente. Per il momento l’unico amico che avesse.

-Dai vieni.- l’amico le si arrotolò sul suo braccio fino ad arrivarle sulla spalla.

-Uriah ti starebbe bene. Tu che ne dici?-

Il serpente inclinò la testa come quasi per annuire.

-Bene Uriah.- si sedette sul letto e si distese giocando con lui, cercando di non pensare al Signor Piton.

*******

-Cosa ha detto?-

-Ha accettato di andare dai Tonks, ma preparati perché è probabile ti faccia una domanda che richiede una risposta completa.-

-E sarebbe?-

-Perché non vai da lei e glielo chiedi?-

Piton non rispose, anche se avrebbe desiderato saltargli addosso.

-Vedo se riesco a farmi dare le carte, e forse per stasera la ragazza potrà andare da loro. Cosa ne dici Severus?-

-Va bene.-

-Perfetto. E... su su ragazzo mio, non fare quella faccia afflitta, pensa che la potrai vedere a scuola tutti i giorni. Ora vado.-

-Arrivederci Albus.-

E il mago canuto scomparì improvvisamente.

Mezzogiorno.

Severus Piton era già seduto in Sala da pranzo aspettando l’arrivo di Mali.

-Buongiorno.-

-‘giorno.-

-Ti pregherei di usare i vocaboli che conosci completamente e non di staccarci lettere a tuo piacimento. Rimani vicino al tavolo per cinque minuti in piedi.-

Ethel obbedì, senza aggiungere nulla.

Rimase lì in piedi, finché Piton si gustava beatamente il proprio pranzo.

Altro che cinque minuti... sembrava un’ora!

-Siediti adesso.-

Iniziò a mangiare con calma senza guardarlo in faccia.

A pranzo concluso, Severus le chiese di seguirlo in salotto.

-Ti conviene prepararti la tua valigia adesso.-

-E il mio serpente?-

-Non sappiamo se i Tonks gradiscano la presenza del tuo rettile. Se fosse così, lo terrò con me.-

-Lei Signore?- iniziò con tono freddo -Riuscirò a riaverlo prima di iniziare scuola? O sarò costretta a girare con un cadavere per tutto l’anno?-

-Modera i toni, signorina. E comunque per tua informazione, anch’io alla tua età avevo un serpente, e quindi so come si fa. Ora vai in camera tua e fai come ti è stato detto.-

La fanciulla salì le scale lentamente ed entrò nella sua stanza.

*****************

Cinque ore dopo...

-Padron Piton, ci sono due lettere per il Padrone.-

-Grazie Mali.- il professore le prese e si sedette sulla sedia dietro la scrivania.

La prima era scritta con un inchiostro verde e con una calligrafia raffinata.

Nell’altra era stata usata un colore viola e a tratti rosso scuro. Meglio lasciar perdere la grafia.

Severus decise di leggere la prima, intuendo immediatamente a chi appartenesse.

Mio caro ragazzo,

tutto è andato per il meglio. I Tonks erano più che contenti e hanno accettato subito. Ti informo che non è ancora la famiglia ufficiale della ragazza, di fatto ci sarà un periodo di prova prima di affidarla a loro completamente.

So benissimo Severus quanto questa notizia ti addolori, poiché ti si leggeva stamattina negli occhi. Per questo io e la famiglia Tonks, sempre con il permesso del Ministero, ci siamo accordati. Abbiamo deciso che al pomeriggio, fino ad un’ora da te ovviamente stabilita, Ethel potrà venire a Prince Manor, così potrai insegnarle tu stesso ciò che più ti aggrada sulla magia.

Verrò ben presto a trovarti mio caro, anche perché il tuo elfo fa un ottimo tè.

Cordiali saluti

A.S



Posò la lettera di Silente e prese l’altra.

Caro Severus,

siamo veramente felici di prendere Ethel con noi. Albus ce ne ha parlato molto bene. Siamo venuti a sapere che è in possesso di un serpente. Purtroppo non adoriamo questo tipo di animale, quindi volevamo chiederti di poterlo tenere con te, finché Ethel sarà da noi. Sicuramente ti sarà già stato detto da Albus che la ragazza potrà venire da te durante il pomeriggio, ovviamente solo se vorrà. Portala pure stasera, e vieni anche tu così potremo organizzarci insieme, dato che siamo stati informati della vita terribile che ha passato la piccola.

A presto,

Famiglia Tonks



“Almeno la vedrò durante il pomeriggio. Sarà il caso di rivelarle la mia professione?” pensò posando le lettere sulla scrivania.

Si alzò e a passo diretto si diresse verso la camera della giovane, quando sentì la sua dolce voce.

-Dovremo stare lontani Uriah. Mi raccomando, comportati bene con il Signor Piton, lui è stato così gentile con noi. Comunque ci rivediamo a scuola, non ti preoccupare. So che con il Signore ti troverai bene, perché è una brava persona e...-

-Devo parlarti Ethel.- la interruppe Piton, facendo finta di essere arrivato in quel momento e non aver sentito quello che la ragazza aveva appena detto.

-Oh! Venga dentro.-

Il professore entrò a passo svelto e si posizionò su un angolo, tenendo le braccia incrociate.

-Hai fatto la tua valigia?-

-Si, Signore.-

-Bene, allora ti informo del fatto che la famiglia Tonks ha accettato la proposta di prenderti con loro. Il tuo serpente è costretto a rimanere qui, dato che non è gradita la sua presenza. Va bene?-

-Si, Signore.-

-Ci siamo accordati io la loro famiglia, per farti venire qui al pomeriggio, così potrò insegnarti alcune cose. Sempre che tu voglia, naturalmente. Vuoi partire adesso?-

-D’accordo.-

-Mi raccomando, e te lo dirò anche dopo, ricordati di metterti l’unguento, chiaro?-

-Si, Signore.-

-Andiamo allora.- prese la valigia ed uscì seguito dalla fanciulla mora.

****************

Entrambi si trovarono di fronte a una casa grande, con due piani. Aveva un colorito giallino chiaro chiaro.

Piton avanzò verso una porta che doveva essere quella d’ingresso.

Bussò tre volte, con mano decisa.

Una donna sorridente dai capelli e occhi scuri li accolse con un sorriso.

-Severus, è un piacere rivederti.-

-Il piacere è tutto mio Andromeda.- le strinse la mano e poi la baciò.

Ethel rimase dietro la figura di Piton un tantino imbarazzata.

-Vieni avanti Ethel.- le ordinò Severus, spingendola leggermente verso la padrona di casa.

-Ciao tesoro, io sono Andromeda.-

-Molto piacere signora.- le strinse la mano un po’ tremando.

-Ma prego, accomodatevi dentro.-

La casa aveva dei colori all’interno belli vivaci, e davano molta armonia all’ambiente.

-Sedetevi, sedetevi. Allora Severus, vogliamo metterci d’accordo sulle materie da insegnarle?-

-Certamente. Io avevo già pensato a come dividerle: qui potrebbe studiare Trasfigurazione, Volo, magari con tua figlia, Erbologia e Astronomia. Io invece preferirei insegnarle Pozioni, Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure e Storia della Magia. Per quanto riguarda le altre materie sono tutte facoltative. Potremo accennargliene un po’, ma non credo che serva più di tanto. Come ti sembra come piano?-

-Perfetto. Vuoi fermarti qui per la cena?-

-No, grazie. Ma ho alcune commissioni da fare per conto di Silente. Ho messo dentro una borsa alcune pozioni soporifere e il suo unguento. Ti pregherei di controllare se veramente le utilizza.- Severus si alzò tenendo lo stesso sguardo con cui era entrato.

-Credo allora, sia il caso di lasciarvi un attimo da soli.- aggiunse Andromeda ritirandosi in una stanza.

Severus era in piedi, mentre Ethel seduta, di fronte a lui.

-Vengo domani pomeriggio?-

-Sempre che tu voglia.-

-Si Signore.-

Piton la scrutò un momento e le osservò i capelli bagnati da raggi di sole.

Erano di un color ramato.

-Non credevo fossi rossa di capelli.-

-Credo siano i riflessi, Signore.-

Proprio un argomento interessante... d’altronde si sa che Severus Piton è un uomo di poche parole.

-A domani. Salutami Andromeda, ho abbastanza fretta e non posso fermarmi oltre.-

-Arrivederci Signore.-

E poi si dissolse come era suo solito fare.

-Sei sicuro di non voler rimanere per cena Sever... ma è andato via?-

-Ha detto che aveva delle cose da sbrigare, ma ha detto di salutarla.- aggiunse Ethel alzandosi immediatamente.

-Allora possiamo conoscerci meglio. Mio marito Ted e mia figlia Ninfadora arriveranno tra un po’. Intanto ti mosto la tua stanza, tesoro.-

Ethel prese la sua valigia, che non era per nulla pesante, e seguì la donna che stava salendo le scale portandola al piano superiore.

Prima di farla entrare in camera, le fece fare un piccolo tour della casa, cosa che Piton non aveva mai fatto.

Non era grande come Prince Manor, però era molto accogliente.

-E questa sarà la tua stanza.- iniziò aprendo la porta. -Vedi, mia figlia lavora al Ministero, ne hai sentito parlare, vero?-

-Si, signora.-

-Ecco, e quindi lei avrebbe una casa sua nel centro di Londra, ma dato che durante l’anno non ci vediamo praticamente mai, d’estate viene qui, e se non è un problema per te, condividerete la stanza.-

-Nessun problema, signora.-

-Aveva ragione Albus a dire che sei un tesoro, ma non chiamarmi signora, ok? Andromeda va benissimo.-

-D’accordo.-

-E dammi anche del tu , se no mi sento vecchia.- scherzò un po’ Dromeda (ohi gente... questo è il soprannome... non pensate ad alieni o robe vari e... oh beh lasciate perdere i miei discorsi senza senso!!!) -Ti lascio sistemare le cose in pace.-

Ethel entrò nella stanza ed era leggermente più piccola di quella a Prince Manor.

Attaccato alla parete c’era un letto a castello multi-color che non faceva per niente a pugni con il resto della stanza!

Non sapendo quale prendere, appoggiò la valigia vicino a un mobile e guardò fuori dalla finestra.

Poco dopo si accorse che sul piccolo armadio c’era una piccola etichetta in oro con inciso un nome: Ethel.

Che gentili!

Prese l’iniziativa di sistemare tutta la sua roba (che termine alquanto boaro!!! N.d me) all’interno, e fece bene.

C’erano tutti poster attaccati alle pareti di alcune ragazze, con un abbigliamento da far incavolare al massimo Severus Piton.

Le aveva già viste all’ospedale, e molte ragazzine della sua età ne andavano matte!

Sotto ognuno di essi c’era scritto in grande e con un polvere luccicosa: LE SORELLE STRAVAGARIE.

Era una camera accogliente e poi l’avrebbe condivisa con qualcuno, e questo sarebbe stato divertente!

-Hai fatto tesoro?-

-Si signora... volevo dire... Andromeda.-

-Vieni allora, sono arrivati Ted e Dora!- esclamò entusiasta.

Al piano di sotto c’erano due persone: un uomo e una donna giovane.

L’uomo (scusate, ma non sono riuscita a trovare una valida descrizione per qst personaggio... me la invento io e se poi magari riuscite a trovarla voi poi fatemi sapere... ^_^”) dai capelli scuri e corti era seduto comodamente sul divano sorridente.

La donna più giovane aveva più l’aspetto di una ragazza. I capelli fucsia con qualche ciocca blu e viola e gli occhi di un verde misto blu... insomma era un po’ difficile descrivere il suo aspetto: una pentola di colori tutti diversi!!

-Io sono Ted, molto piacere Ethel.-

-Piacere mio Signore.- disse facendo un piccolo inchino con la testa.

-Chiamami solo Ted.-

Appena conclusa quella piccola conversazione con il Signor Tonks la piccola si girò verso la ragazza.

-Ciao Ethel!- la ragazza l’abbracciò affettuosamente quasi soffocandola. -Dai andiamo in camera.- la prese per mano e le fece salire di corsa le scale.

Ethel guardò Andromeda con sguardo interrogativo.

-È fatta così tesoro, è matta.-

Entrate in camera, Tonks jr. la fece sedere con lei sul letto.

-Ti dico solo una cosa: non chiamarmi Ninfadora, non lo potrei sopportare! Solo Tonks o Dora, come preferisci tu, d’accordo?-

-Va bene... Tonks.-

-Bene. Raccontami un po’ di te allora.-

-In che senso?-

-Non so, cosa ti piace fare, che così magari possiamo farla insieme magari.-

-Beh... non faccio molto di solito.- iniziò cercando di pensare a qualcosa in particolare. -Mi piace studiare, cose così...-

-Mmm sai cavalcare una scopa?-

-No, ma credo che il Signor Piton si sia messo d’accordo con tua madre per insegnarmi un po’.-

-Vedrai sarà divertente! Se vuoi possiamo provare domani mattina, ti va?-

-Va bene.- rispose entusiasta.

-E com’è stato stare con Piton?-

-Non sono stata con lui molto, però mi ha trattato bene.-

-Non è proprio da lui. Però a volte l’aspetto inganna. Io non lo conosco molto bene, ma in molti dicono che è un tipo particolare, ma mi raccomando, non dirglielo!-

Entrambe risero felici.

*****

La cena era stata un successo: Ethel si era divertita come non mai a guardare Ninfadora mentre faceva facce buffissime. Ted era una persona saggia e con lui si poteva parlare di tutto e di più. Mentre Andromeda era una donna così amorevole.

Ora Tonks jr. e Ethel erano in camera: Dora sopra e la ragazzina sotto.

Voleva parlare con Dora un po’, ma quella si era addormentata di colpo.

Così iniziò a pensare a Piton e a quanto in quel momento le mancasse da morire.

“Chissà a cosa starà pensando...”

******

In un’altra dimora...

-Allora buonanotte Eth...- si ricordò che la fanciulla non c’era solo dopo essersi accorto della sua mancata presenza.

Così iniziò a pensare a Ethel e a quanto in quel momento gli mancasse da morire.

 
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snapEly
view post Posted on 3/3/2009, 21:45




non le è andata poi così male!
i tonks sono così carini,
e potrà vedere sev tutti i pomeriggi! :wii:
qualcosa sfrigola già nell'aria... :wub:
 
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try-try
view post Posted on 3/3/2009, 21:46




*voglia di ucciderti*....non li dovevi separare!!!!!!!stavano tanto bene insieme!!!SNIFFSNIFF
 
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Ethel Snape
view post Posted on 3/3/2009, 21:48




Uh.. già risposto?? Comunque... già i Tonks sono the best!
Mai quanto Sev però...
 
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SlytherinSnapeFan
view post Posted on 4/3/2009, 00:07




Me la sono letta tutta stasera questa FF e devo dire che bellissima! Complimenti! Continua presto, non vedo l'ora di scoprire il seguito! :)
 
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Ethel Snape
view post Posted on 5/3/2009, 14:13




Uh... grazie gente!!
Eccovi il cap 8... sperando che vi piaccia anche se è un po' cortino... però forse... ma proprio forse stasera metto il 9!!!
Ah... vi anticipo il titolo del 9??
"Festa al Ministero"

Inizio lezioni

Ore 8 del mattino. Casa Tonks.

Ethel aveva una brutta cera in faccia: bruttissima.

Non aveva chiuso occhio durante la notte. Non ne era stata capace.

-Ethel, cosa ci fai già sveglia?-

-Buongiorno Ted. Scusa ma non ho dormito stanotte.-

-Per caso mia figlia ha iniziato a russare?- domandò ironico.

-No, è che non ho preso la pozione sonnifera e non ho chiuso occhio.-

-Cosa succede Ted?- domandò Andromeda scendendo la scale.

-La piccola non ha dormito.-

-Oh tesoro, come mai?-

-Non ho preso la pozione. Ma è strano, quando era a Prince Manor non mi è servita.-

Aveva delle bruttissime occhiaie e la pelle più cadaverica di quella di Piton.

La padrona di casa preparò il filtro magico in un bicchierino e poi lo consegnò alla ragazza, la quale lo bevve tutto d’un sorso.

-Ora vai a riposare, ti svegliamo noi più tardi.-

-Grazie mille.- si trascinò su per le scale tipo zombi e tornò in camera da letto.

Gliene aveva dato una dose talmente maggiore che non sentì il ronfare di Dora.

Si addormentò di colpo.

***

-Ma sta male?-

-Non ha dormito semplicemente.-

-Dobbiamo svegliarla mamma?-

-Sarebbe i caso. Vai tu per cortesia Dora.-

La giovane salì in fretta le scale e aprì lentamente la porta.

-Ethel... sveglia...- disse a bassissima voce.

-Mmmm...-

-Se ti dicessi che ore sono faresti un infarto...-

-E sarebbe?- sembrava più pimpante che mai.

-Le tre del pomeriggio...-

-Cosa?? Ma sono in ritardo!! Il Signor Piton se la prenderà con me!!- si alzò di scatto aprendo la saracinesca e cercando qualche indumento.

-Tranquilla, l’abbiamo informato di tutto. E ha detto che per oggi non sei obbligata ad andare.-

-No, no! Io vorrei andarci!-

-Nessuno te lo impedisce, ma sei sicura di sentirti bene?-

-Mai stata meglio!- si infilò i pantaloni grigi e una maglietta a righe verde. Preparò una piccola borsa in fretta e furia, e ci infilò dentro la bacchetta.

-Vuoi già andare adesso?-

Era talmente presa dall’euforia che stava lasciando in stanza da sola Tonks. -Scusami. È un po’ troppo presto forse?-

-Beh, non hai nemmeno mangiato.-

-Non ho molta fame...-

-Ora ti sembrerò molto materna, ma sacco vuoto non sta in piedi.-

-Fidati Dora, non ho fame.-

-Allora non ci resta che scendere!-

****

-Bene... basta che vai sempre dritto e non sbagli di sicuro, ok?- Tonks jr. l’aveva accompagnata, tramite la materializzazione. -A dopo Ethy.-

-Ciao Dora e grazie ancora.-

Si incamminò lungo la stradina e man mano che si avvicinava, la dimora si faceva sempre più grande! (che cavolata di frase! n.d. me!!)

Bussò piano alla porta e in poco tempo si trovò davanti il piccola elfetto buffo.

-Buongiorno Mali, come stai oggi?- domandò cortesemente la ragazza con un sorriso amorevole, che sicuramente aveva imparato da Andromeda.

-Mali è contento che la signorina chieda della mia salute. Il padron Piton ti aspetta dentro. Mali accompagna la signorina Ethel.-

-Grazie.-

Era sempre maestosa, e si rispecchiava benissimo con il proprietario: Prince Manor era veramente una dimora stupenda.

L’elfo la condusse in un lato della casa che la ragazza non aveva mai visto in vita sua.

-Siamo arrivati signorina. Mali augura un buon pomeriggio con il padrone.-

-Grazie mille.-

E poi sparì con un leggero FOP.

Picchiettò piano le nocche sulla porta color mogano per poi sentirsi dire “Avanti”

-Buongiorno.-

-Buongiorno Ethel. Vieni dentro.-

Era una stanza bella spaziosa, con dei calderoni giganti e uno spazio vuoto al centro.

-Oggi ci dedicheremo agli incantesimi, d’accordo?-

-Si, Signore.-

-Bene. Siediti in quella sedia e inizia a scrivere ciò che ti dico.-

La fanciulla fece come le fu ordinato: prese un quadernetto e una piuma, con calamaio connesso, che per la precisione aveva comprato Piton e si sedette davanti al bancone ordinato.

-Esistono vari tipi di incantesimi...

*****

Qualche ora dopo...

-Ora possiamo passare alla parte pratica. Alzati e prendi la tua bacchetta.-

Ethel era felice. Aveva scritto per circa tre ore, abituandosi a seguire il ritmo di Severus.

Dopo aver chiuso la porta con una chiave, Piton si avvicinò alla giovane.

-Quale incantesimo devi usare per aprire le porte?-

-Alohomora.-

-Prego allora.-

Si concentrò moltissimo per poter effettuarlo alla perfezione. -Alohomora.-

TRUCK ( sorry!! Scusate!! Excusez-moi !!!!)

La porta si aprì.

-Molto bene. E adesso per chiuderla nuovamente?-

-Colloportus.- La porta si richiuse.

Imparava molto in fretta la ragazza e di questo Severus era molto felice, anche se ovviamente non lo dava a dimostrare!

Ethel era molto contenta di avere come insegnante il Signor Piton.

 
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SlytherinSnapeFan
view post Posted on 5/3/2009, 14:22




Bellissimo anche questo! Che carina Ethel, mi piace molto come personaggio!
 
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Ethel Snape
view post Posted on 5/3/2009, 21:09




Mi fa piacere che ti piaccia!!!
 
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63 replies since 21/2/2009, 15:52   516 views
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