Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

moon poisoned, godetevi questa storiella

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view post Posted on 17/6/2008, 12:59
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noooooo!Non lasciarmi cosììì!!! :T_T:
 
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FrancyPiton
view post Posted on 17/6/2008, 13:37




uaaaaah... *me curiosissima di sapere il seguito* superbella questa ff...
ps: ti ringrazio di aver cambiato il colore, con quel verde (anche se amo il verde :P ) stavo perdendo 2 o 3 mila diotrie... graaazie :wii:
 
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view post Posted on 17/6/2008, 16:31
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Erede Universale del prof. Snape

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Aaaargh! Beccata....e adesso punizione...oddio non so quanto le dispiaccia pero'....
 
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banchan
view post Posted on 17/6/2008, 17:45




hehe non è prorpio così...vedrete domani...
 
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JaneDoe
view post Posted on 17/6/2008, 22:39




Thanks so much per aver cambiato colore...adesso si legge che è una meraviglia! ;)

Aggiorna che sono curiosetta io...devo sapere chi è il "lui"in questione!!
 
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banchan
icon4  view post Posted on 18/6/2008, 12:13




ragazze grazie per i commenti! davvero! mi servono sempre per continuare a scrivere!! vi adoro tanto, sono felice di essermi iscritta ^^
spero che vi piaccia quello che scrivo anche se spesso è drammatico, ma io sono un pò così, penso che evidenzi meglio le cose felici...grazie ancora!

. Piton probabilmente stava imprecando in silenzio data la faccia corrucciata che aveva, osservava con odio la fialetta caduta per terra. Si trovava in quella che doveva essere per forza la sua camera da letto, infatti un enorme letto di mogano scuro era piazzato conto la parete, la stanza era tappezzata di librerie colme di volumi di tutte le dimensioni e colori. Senza contare le boccette piene di liquidi di consistenza e colore inimmaginabili. Una candela illuminava tutto quello spazio, il professore si era avvicinato al letto prese la bacchetta che si trovava sul comodino e con un debole reparo fece tornare la fialetta intatta. Non sembrava tranquillo, girava insistentemente per la stanza come un lupo in gabbia, a un certo punto Piton fece una cosa che decisamente non mi aspettavo, si tolse di dosso la casacca che indossava di solito rimanendo a torso nudo, misi su uno sguardo allibito, ero sicura che sarei diventata bordeaux a momenti, mi misi tutte e due le mani sugli occhi imbarazzata. Dopo un po’ di tempo passato in quella stupida posa, attraverso le dita rimisi a fuoco l’uomo, che fissava con incredibile concentrazione l’avambraccio sinistro, non riuscivo a vedere bene con le mani sugli occhi, con un sospiro alla se-proprio-devo scansai le dita dalla visuale e lo vidi, con orrore notai che sulla pelle candida di Piton si contorceva maligno il marchionero. Facendo lentamente marcia indietro mi incamminai verso l’uscita. Sudavo freddo. Perché il marchionero? Allora Piton era.. era.. un mangiamorte! Ecco cosa non voleva mostrarmi! Me perché? Silente lo sapeva? Perché non l’aveva denunciato? E perché io ebbi la netta sensazione che c’era qualcosa che non tornava? Mi girai verso il pensatoio del professore, il motivo per cui stavo rischiando l’espulsione. Deglutii nervosa due o tre volte. Dovevo sapere, soltanto guardando fra i suoi ricordi avrei saputo la verità, se lui era veramente un mangiamorte, che cosa ci faceva nella scuola…a cosa era legata la sua tristezza più profonda, che rapporto aveva con Lily…Lily…io. Mi ritrovai a fare marci indietro per la seconda volta, prima non potei fare a meno di affacciarmi di nuovo alla porta della stanza di Piton. adesso era seduto sul letto con addosso una camicia nera aperta sul petto, lo sguardo duro, continuava a osservare il marchio, la camicia arrotolata sul braccio, avevo il cuore in gola, sembrava che provasse dolore, resistetti all’impulso di correre nella stanza e abbracciarlo con tutte le mie forze. No, è un mangiamorte. Dovevo davvero rassegnarmi a quell’idea?mi importava davvero? L’abbandonai con lo sguardo e con decisione mi avvicinai al pensatoio. Più invitante che mai.
Le mani tremanti, il sudore sulla fronte, presi tra le mani, lentamente, il contenitore delle preziosissime memorie del mio professore. Agitatissima chinai il volto sull’apertura che mostrava i ricordi fluttuanti, riuscivo già a sentire alcune voci quando venni inghiottita completamente dal tenue mondo…

Un giardino inondato dal sole estivo, visione divina dopo l’ennesima, violenta, litigata, le urla e le liti di due coniugi, un bambino in un angolo, curvo, esce nel quartiere, due bambine giocano sull’altalena, una più grande e imbronciata, l’altra piccola, con i capelli rossi e sorridente. il bambino con i capelli neri e gli occhi dello stesso, denso colore, appostato strategicamente dietro un cespuglio, osserva le due piccole figure. Lo sguardo bramoso, ammirato mentre fissa la più piccola volteggiare in aria, sconfiggendo le leggi gravitazionali, qualche secondo in più di quanto un umano possa permettersi.
Una lieve discussione fra le due sorelle poi il bambino ricoperto con quella che sembra una coperta, per poi rivelarsi un’enorme giacca, interviene fra le due gettando ancora più scompiglio, lo sguardo ancora bramoso nei confronti della piccola bambina sorridente. Le spiega dolcemente la sua vera identità, che non è importante l’origine dei genitori per essere dei grandi maghi, questa volta lo dice tenendo lo sguardo basso. La scena cambia il bambino dal pallido volto si trova ora alla stazione, l’espresso di Hogwarts in partenza, la bambina dai capelli rossi lo guarda offesa, non gli vuole parlare, non vuole risultare complice della marachella che hanno giocato alla sorella, violandone la privacy, facendole uscire dalla bocca parole discriminatorie, parole di ghiaccio, parole d’invidia, invidia per quello che erano quei due bambini, per il posto dove stavano andando, per il loro legame. Ancora dissolvenza, questa volta sono dentro l’espresso. Il bambino dai lunghi capelli neri cerca incessantemente fra i vagoni gli occhi verdi. Li trova. Va a sedersi davanti alla ragazza, chiariscono, parlano della casa dove vorrebbero essere assegnati, gli altri due ragazzi che dividono con loro il vagone entrano con prepotenza nella discussione, lo deridono per la scelta che vorrebbe fare, la ragazza lo difende, prendendolo per una mano lo trascina fuori, alla ricerca di un altro vagone. Hogwarts, cerimonia dello smistamento, con un tuffo al cuore, il ragazzo vede la sua amica dai soffici capelli rossi venire assegnata alla casa dei ragazzi che l’avevano deriso sul treno, con l’amaro in bocca viene assegnato alla sua, di casa, serpeverde. Un ragazzo un po’ più grande lo accoglie con una sonora pacca sulla spalla, il volto amareggiato del bambino pallido si specchia nei suoi occhi di ghiaccio per la prima volta. Ancora dissolvenza, la prima pozione, un distillato chiaro, il mezzo sorriso soddisfatto sul volto, gli occhi neri sfumano in felicità e interesse. La scena cambia un prato conosciuto, un lago, è passato del tempo, è notte fonda, la luna piena nel cielo nero, il ragazzo si guarda intorno con aria spaventata, un ululato, suono di denti digrignati, compare un alto cervo, scompare pochi secondi dopo nei cespugli della foresta proibita. Un ragazzo con gli occhiali ne esce poco dopo, il volto cereo, lo intima di andarsene, ululati, le bacchette levate, un lupo si fa vicino ringhiando, un cane nero sbuca dalla foresta e con un balzo gli è addosso, lotta, il lupo è quasi addosso al ragazzo con i capelli neri, con un salto quello con gli occhiali lo afferra salvandolo. Più nulla, dissolvenza, ora è pomeriggio, la luna è scomparsa, il giovane è in compagnia, litigano, alla ragazza dagli occhi smeraldini non piace affatto la comitiva che lui frequenta ultimamente, lacrime, lacrime dagli occhi verdi.


da noteare che il "se-proprio-devo" di Ottavia quando toglie le mani dagli occhi è decisamente sarcastico :uhuh: !!!
nel prossimo capitolo continuano i tristi ricordi del professore, preparate i clinex come al solito... :B):
 
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view post Posted on 18/6/2008, 12:28
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Erede Universale del prof. Snape

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Ma che depressione!!! Perchè pensare sempre al passato? Basta Sev! Buttati tutto alle spalle e non se ne parli piu'...hai quel pezzo di figliola proprio lì per te...ma dai....ok sensibilità da parte mia uguale a zero però....
 
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JaneDoe
view post Posted on 18/6/2008, 14:37




Il "se proprio devo"credo che sia un pensiero che avremmo fatto in molte alla presenza di un Severus a torso nudo!

Capitolo molto carino e molto triste...povero Sev!!
 
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view post Posted on 18/6/2008, 16:47
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vergognarsi?io avrei preferito far seccare gli occhi pur di non chiudere le palpebre nemmeno per mezzo secondo!!! :lol:


brava,bravaaa!Continua!!
 
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banchan
view post Posted on 18/6/2008, 16:57




chiedo scusa se è tanto triste...arriveranno tempi migliori, prometto, anzi, oggi per la vostra clemenza forse posto anche un altro capitolo... image
 
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view post Posted on 18/6/2008, 17:02
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togli quel "forse"... :lol: dai,daiiii!!! :sbav:
 
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banchan
icon11  view post Posted on 18/6/2008, 17:21




non ci posso credere....

. questa volta il ragazzo dai capelli corvini si trova ai piedi di un albero, legge tranquillo, a un tratto si avvicinano quattro ragazzi, inquadra quello con gli occhiali e con una smorfia di disgusto torna al suo libro di pozioni. Viene provocato dai quattro, una lite ed è appeso, disarmato della sua bacchetta, a un albero, i calzoni calati, risa di scherno, solo lei accorre in suo aiuto, lui non lo vuole, non si vuole far vedere proprio da lei umiliato, schernito, sminuito, litigano, la chiama con un epiteto imperdonabile, il più imperdonabile, che pronunciato dalle sue sottili labbra suona come apocalittico, ancora lacrime dai profondi occhi color delle foglie a primavera, poi solo rammarico e scuse. Dissolvenza, ancora scuse, ma questa volta non sono abbastanza, non lo saranno mai più, è ingiusto, ingiusto come il sentimento insediato e radicato profondamente nel cuore del ragazzo pallido. Tutto non ha più senso, lei lo respinge, come amico, come essere umano. Ancora dolore. Ancora buio, questa volta persiste per colorare la scena. Una voce fredda, che gela il sangue, gli occhi rossi, solo il terrore in quelli neri e poi ancora dolore, non dell’anima ma del corpo, non per questo maggiore, il braccio sinistro pulsa, un nuovo disegno vi è comparso aggiungendosi a quello tenue delle vene. Poi urla atroci proveniente dalla sua mente e dalle persone che tortura con crudeltà, è convinto che nulla possa equiparare il suo di dolore, ne la tortura ne tantomeno la dolce morte. La nebbia, tutto si ricompone ancora, il ragazzo fattosi uomo si trova davanti a una chiesetta di una paesino, le campane suonano gioiose, alla porta c’è lei, più bella che mai, i rossi capelli raccolti in mille fiori, il vestito bianco, il sorriso che adorna il volto, gli occhi verdi più luminosi di sempre, all’altare l’aspetta con aria tesa ma gioiosa un uomo alto, i capelli scompigliati, gli occhiali sul volto. Ancora dolore. una locanda vecchia e consunta. Il suono di una voce disumana, la canzone di un destino che avrebbe cambiato molte vite, a partire dalla sua, il racconto di una profezia e poi di corsa dal suo oscuro signore. Il terrore più nero negli occhi ancora più scuri dell’uomo, sudore freddo sul volto bianco, l’oscuro signore parla, capisce, dopo aver sentito le parole della profezia, è pronto a uccidere, sa chi, l’uomo dalla veste nera si getta ai suoi piedi, supplica, mette la sua vita in gioco, non c’è niente da fare, solo una gelida risata come risposta. Ancora una corsa contro il tempo, prima il tiepido vagito di un bambino, poi Hogwarts, l’ufficio del preside, l’uomo vestito di nero, sudato si dispera, spiega il terribile accaduto, piegato in due dal dolore, prega ancora ai limiti dell’umanità, un mago con una lunga barba bianca lo ascolta marmoreo. Dissolvenza. Una casa fredda, la porta socchiusa, l’uomo in nero si avvicina cauto, il volto stravolto. Un corpo per terra nel salone, non lo vuole vedere, non ancora, c’è una possibilità…sale le scale, il cuore in mano. Una porta socchiusa, la luce ancora accesa, il pianto di un bambino, c’è ancora speranza. Poi tutto finisce, ai piedi dell’uomo il corpo senza vita della donna dai capelli rossi. Gli occhi chiusi in una smorfia di dolore, una lacrima, due, tre scendono pesanti dai suoi occhi neri, cade in ginocchio, urla.
Buio, il più nero. Piove, la chiesetta avvolta dall’oscurità, questa volta non ci sono campane a alleviare gli animi, l’uomo in nero entra lento, sul pavimento due casse, dal volto, sembrerebbe morto anche lui, gli occhi neri scavati da mille notti insonni, il volto pallido e magro, provato da giorni di completo digiuno e nausea, si avvicina, lenta inesorabile si pone davanti a lui l’immagine della donna che amava più di ogni altra cosa, sembra riposare tranquilla, ma il suo volto è freddo e le sue guance non sono più tinte del colore delle rose fiorite.
Dissolvenza, giorni di pena, notti insonni di dolore, l’oscuro signore è sparito, distrutto. Ma il dolore resta. Poi la classe di pozioni, l’ufficio, la vita, se quella timida imitazione poteva dirsi tale, il viso di molti studenti, le punizioni inflitte, punti tolti. Poi una scena, un ragazzino gli si para davanti, gli occhi verdi mai dimenticati, quelli che ha giurato di proteggere, il professore di pozioni lo fissa con astio, rimanendo però ammaliato dai suoi occhi, ancora una volta. Poi la scena cambia l’aula di pozioni, una ragazza del primo anno i capelli rossicci, l’uomo in nero la guarda attento per qualche lungo secondo, l’amarezza nello sguardo, lei lo ricambia osservandolo con curiosità attraverso i suoi grandi occhi castani.

Tirai fuori il volto completamente bagnato dal pensatoio, avevo il viso decisamente stravolto, singhiozzavo forte. Mi accorsi subito che qualcosa non andava, la stanza ora era illuminata. Mi guardai le mani, potevo vederle! Merda! Mi voltai di scatto, appoggiato alla cornice della porta, con le braccia conserte, un volto spaventosamente adirato, Piton mi fissava.


lo guardavo fissa con la paura negli occhi, oh no, oh no! Piton ricambiava lo sguardo, severo.
La camicia nera leggermente aperta sul petto, mi soffermai a guardarlo, rapita per un attimo. Mi ripresi dandomi mentalmente dell’idiota pochi secondi dopo. Silenzio. Stringevo le mani tremanti. Rispecchiavo i miei occhi colpevoli nei suoi, neri più che mai.
“ti sei divertita, signorina?” la voce sarcastica, il volto ghiacciato.
“ve…veramente non molto…” balbettai
“estasiato…mi puoi spiegare gentilmente, Smith, perché devi sempre ficcare il naso nelle faccende altrui? E in particolar modo…nelle mie? Mi trovi particolarmente interessante e degno di nota?”
“veramente…sì”
mi fissava più gelido che mai. Presi fiato per rispondere ma…
“basta così…ora che hai scrutato attentamente nel mio passato cosa hai risolto? Ti faccio più pena di prima? Credi di potermi…salvare?...che presunzione…noto almeno con piacere che il cappello parlante ha compiuto bene il suo lavoro…corvonero rende boriosetti eh? Ma naturalmente bisogna avere una certa predisposizione…”
“come lei ha la predisposizione per essere un bastardo? Non capisce che mi sto preoccupando per lei??”
mi era sfuggito, completamente sfuggito dalla bocca…
mi si avvicinò pericolosamente, lo sguardo furioso
“sei l’ultima a poter parlare di bastardaggine, signorina. Ti sembra corretto quello che stai facendo? Intrufolarti nel mio ufficio, scrutare nel mio passato? Chi diavolo ti credi di essere? Come minimo c’è l’espulsione in gioco”
“avrebbe il coraggio di farmi espellere?”
“io HO il coraggio e la facoltà di farti espellere.” Disse lui con tono deciso.
“capisco che non avrei dovuto ma…volevo…dovevo sapere…cosa turbava il suo cuore…lei è così triste…”
“tutto ciò è pienamente meritato”
“non…non è vero! Perché continua a punirsi? Non le è bastato tutto il dolore di questi ultimi 18 anni?”
mi mise una mano gelida sulla bocca, lo sguardo duro.
“non mi contraddire…non lo puoi sapere.”
Gemetti sotto le sue dita, io lo sapevo eccome, lo avevo appena visto e l’avevo provato sulla mia pelle attraverso i suoi occhi tristi. Tolse lentamente la mano dal viso, sarò stata masochista, preferivo decisamente che mi toccasse…ora ero completamente scoperta, vulnerabile, avevo perso su tutta la linea, era così sbagliato quello che avevo fatto? Eppure lo sentivo come un dovere indispensabile, come avrei potuto continuare a vivere senza sapere? Eppure continuava ad essere tutto così amaro. Avevo lo sguardo a terra, non mi avrebbe mai perdonato, possibile che non comprendesse i miei sentimenti? Anche lui taceva. Ad un tratto..

“allora, Smith, oltre alla tua presunzione, hai deciso di smetterla di sbaciucchiarti con Weasley nei corridoi?”
alzai lo sguardo stupita, eh? Continuava a guardarmi con aria arrabbiata…
“prego?”
“ti ho domandato se hai smesso di scambiare effusioni in luogo pubblico con quel Weasley, lo trovo decisamente rivoltante”
proprio non mi aspettavo che la conversazione prendesse questa piega, mi veniva quasi da ridere, mi stavo già aspettando di fare le valigie. Ero sbalordita. Stetti al gioco.
“ehm…veramente io e George non stiamo insieme e poi…sinceramente, non vedo come possa interessarle…”
“fammi capire bene, tu hai la presunzione di ficcare il naso nel mio passato e il tuo professore di pozioni non può permettersi neanche una domanda? Ma chi ti credi di essere?”
mi fissava con astio, la bocca arricciata.
“le ho già illustrato le mie ragioni. Mi esponga le sue…”
colsi quasi l’odio negli occhi neri.
“ho la facoltà di potermi tenere le mie ragioni per me e comunque sono molto colpito dalla sua loquacità Smith, ma a volte è bene tenere la lingua a freno, non crede? Soprattutto con chi la supera in anzianità e importanza nella gerarchia di questa scuola..”
“ma davvero? Perché lei è un pro-fe-sso-re, ai professori non dovrebbe essere proibito guardare con tutto quel risentimento degli studenti…e soprattutto coinvolgerli in faccende sentimentali?” scandii le sillabe con un mezzo sorrisero sulle labbra.
Strabuzzò gli occhi
“ma come ci sentiamo in vena di battute oggi, perché non risparmi il fiato per una bella interrogazione sulle pozioni della memoria mercoledì prossimo?”
“chissà…magari le strapperei un altro Eccezionale…”
“nel mondo della magia ne esistono di cose strane e inspiegabili…”
sorrisi. Piton continuava a guardarmi con quella sua aria insensibile, sorrisi ancora.
“avanti è ora di andare a dormire per gli infanti”
“già, infanti…mentre per i professori tristi, boriosi e incazzati, la notte è ancora lunga…”
“ho la facoltà anche per quello...…”
mi permisi una risatina, mi incamminai verso la porta, mi voltai un’ultima volta per guardare il mio professore, gli sorrisi ancora, anche un po’ per vendetta, sapendo che effetto gli faceva. Mi rivolse un’occhiataccia e con un “buonanotte, professor Piton” me ne tornai, trotterellante nel mio dormitorio. Forse il mio amore non era così irraggiungibile…adesso.

La ragazza era appena uscita sbattendo la porta, Severus Piton continuava a guardare fisso in quella direzione, dopo alcuni attimi spostò lo sguardo sul marchio nero, davvero non le interessava del suo passato? Eppure quel sorriso…Le vene pulsavano ancora, il dolore persisteva anche se più flebile di prima. Sapeva che stava per accadere qualcosa, ma lui non avrebbe agito, non aveva ancora deliberato con Silente il da farsi. Avevano bisogno di tempo, ma tutta questa attesa lo esasperava, lo innervosiva. Starsene con le mani in mano non era il suo compito, aveva perso anche troppo tempo nella sua vita, sprecato le occasioni più importanti che aveva e investito eccessivamente in quelle futili. Voleva e doveva riscattarsi, redimersi. Oppure tutto il dolore che aveva provato era stato vano…ancora una volta un paio di occhi verdi fecero capolino fra i suoi pensieri, lei non l’avrebbe più potuto perdonare, non avrebbe più potuto guardare teneramente le sue mani e dire come soleva fare in vita “che belle dita affusolate che hai Sev, le tue mani sono così grandi e mettono così sicurezza”, adesso le sue mani erano solo sporche di sangue, per quanto lui le avrebbe potute lavare. Questa volta il volto spaventato della stessa ragazza…ma era lei? Eppure gli occhi erano diversi, perché? Perché? Non lo merito, no…è solo una seccatura in più. Tornò a fissare con odio la porta del suo ufficio. Sentiva di meritare solo dolore. Le ferite del passato bruciavano sempre di più.


IO SONO TROPPO BUONA! almeno commentate
 
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felpato89
view post Posted on 18/6/2008, 17:55




:cry: :cry: oddioo banchan la scena iniziale... ke tristezza povero il mio sev!!!!! ihih cmq la ragazza sa tener testa al prof!! :D bravaa!!! continua :)
 
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view post Posted on 18/6/2008, 18:40
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Che è tutta sta confidenza? E adesso come al solito cominciano i conflitti nell'animo di Sev....saro' ripetitiva ma che cacchio! SEV! Lily è morta! Dead! Defunta....polvere, cenere...fattene una ragione...sono 18 anni che la situazione è così...quindi forza...Bravissima scrittrice....
 
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blue fairy
view post Posted on 18/6/2008, 19:50




bravissssssimaaaaaaaaaa..
sul serio..
l'ho letta tutto in un colpo e stupenda..
aggiorna..aggiorna^^
 
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364 replies since 9/6/2008, 12:21   3723 views
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