Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

moon poisoned, godetevi questa storiella

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°Razorblade_Romance°
view post Posted on 19/10/2008, 20:56




va bene .-. mi cheto .-.
*si chiude in camera e ride come una scema*
 
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LadySeveraPendergast
view post Posted on 19/10/2008, 21:22




Eh si..ora Lavinia devi aggiornare prestissimo!
Ma chi è sto tizio??? Ok...il padre di Ottavia...ma cosa vuole???
Mah..........................
 
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felpato89
view post Posted on 19/10/2008, 21:32




sorellinaa :angry: noo ilariaaa sev è il padre di ottaviaa :cry:
 
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banchan
view post Posted on 19/10/2008, 21:33




ma nooo!!! XDXd è il tipo il padre di ottavia! non può essere sev!!! UHAHAHAHAHAHAHAHA
 
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felpato89
view post Posted on 19/10/2008, 21:36




AH SII???? NOOOOOOOOOOOOO eccoo perchè ero disperataaaaaa!!!!!!!!!! non capiscoo un ca***** :lool: ma vaaaa!!! :lool:
 
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°Razorblade_Romance°
view post Posted on 19/10/2008, 21:48




CITAZIONE
noo ilariaaa sev è il padre di ottaviaa

non ci posso credere.....................*smette di ridere e guarda sconvolta la sorellona*
ma che minchia dici? XD non capisci una mazza XD ma popo nulla XD
poveriiinaaa *squiiiiiiiiiiiiiiiiiiiz sorellona*
 
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sevy
view post Posted on 20/10/2008, 15:45




non ci credo... questo aggiornamento mi lascia senza parole!!
 
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snapEly
view post Posted on 20/10/2008, 16:37




ma come?
dopo tutto questo tempo te ne arrivi così, con la mazzata del papino schizzato
e poi li lasci lì sotto la pioggia
e noi con loro?!?
:angry:
aggiorna !
*altra ciabatta*
 
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sevy
view post Posted on 20/10/2008, 17:26




CITAZIONE
ma come?
dopo tutto questo tempo te ne arrivi così, con la mazzata del papino schizzato
e poi li lasci lì sotto la pioggia
e noi con loro?!?

aggiorna !
*altra ciabatta*

imageimageimage
Bravissima!! quoto!!

 
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°Razorblade_Romance°
view post Posted on 20/10/2008, 18:39




CITAZIONE
*altra ciabatta*

ù.ù i calzolai spero siano contenti ù.ù almono compriamo ciabatte ù.ù .. anche se io le compro alla coop .-. XD basta sto zitta XD
*tira ciabatta alla mogliah XD*
 
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banchan
view post Posted on 20/10/2008, 20:23




*riceve le ciabatte facendo ammenda* il prox capitolo a domani T.T cmq sta storia ha avuto un declino allucinante! per dio! è tristissima! *è sconvolta come se l'avesse scritta lo spirito santo*
 
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°Razorblade_Romance°
view post Posted on 20/10/2008, 20:39




°___° e te ne sei accorta solo oraaa??? °____°
*tira scatola con le ciabattine rosa pelose XD*
 
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LadySeveraPendergast
view post Posted on 20/10/2008, 22:01




Mamma mia Giorgia...quando mi hai risp che Sev è il padre di Ottavia mi era venuto un mezzo infarto! Al che ho iniziato a pensare...."ecco..ma allora non ho capito una mazza della storia!"....invece poi mi sono tranquillizzata!
:lool:
 
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banchan
view post Posted on 7/11/2008, 21:27




TADAAAAN! stavolta non è colpa mia se ho postato tardi! è colpa di un fotn maledetto! era tipo criptato e mi sono dovuta riscrivere tutto! T.T detto questo vi informo che posto fin dove ho finito di scrivere anche se la fine di questo capitolo non ha senso!


Ancora una volta la pioggia fu l’unica attrice della scena, lo scrosciare, la colonna sonora.
“consegnamela Severus e io ti assicuro che non la lascerò morire”
“ma la ridurresti in schiavitù…soggiogata dal signore oscuro, la sua vita non avrebbe senso..”
abbassò lo sguardo “…e neanche la mia”

aprii piano gli occhi, nonostante la vista offuscata riuscivo a distinguere nella pioggia la sagoma di schiena del professore.
Un dolore lancinante mi invadeva il petto, sentivo il sapore del sangue in bocca, gelide lacrime spillavano dai miei occhi, sentivo la vita fluire via dal mio corpo e sciogliersi nel pianto del cielo.
Raccogliendo tutte le mie forze strappai il ciondolo nero dal mio collo e lo gettai accanto la scarpa di Piton.
Quello si girò e dietro di lui vidi un’ombri, ma non riuscivo a distinguerne le fattezze.
Piton si gettò accanto a me chiamando il mio nome.
Socchiusi gli occhi non vedendo nulla, sentivo solo la pioggia fredda su di me.
“lo…usi”
“come stai?”
“usi…il ciondolo…”
“Ott…Ottavia!”

la ragazza chiuse nuovamente gli occhi e un rivolo di sangue le scese dalle fredde labbra.
Il professore si alzò, la decisione negli occhi, sfilò la bacchetta dalla tasca e la puntò contro colui che sapeva essere Alexander Smith, raccolse il ciondolo da terra e lo mise in tasca. Il mantello nero si gonfiava nel vento.
“cos’è? Le hai detto addio?”
“SECTUSEMPRA!”
l’incantesimo rimbalzò su una barriera eretta intorno all’incappucciato il quale rise divertito.
“cosa stai cercando di fare? Ti ho già ampiamente esposto la situazione. Rendimi mia figlia e ti risparmierò la vita…”
“MAI! CRUCIO!”
“CRUCIO!”
dopo aver nuovamente fallito l’incantesimo Piton venne scaraventato a terra colto dalla maledizione avversaria.
Alexander Smith gli si fece vicino e gli assestò un calcio all’altezza dello stomaco, un sapore metallico invase la bocca del professore.
“mal…maledetto”
L’incappucciato sogghignò avvicinandosi al corpo della figlia.
Una mano gelida e pallida sia avvicinò al volto freddo di Ottavia, adornato da innumerevoli gocce argentee di pioggia.
“NON…NON TOCCARLA!”
il professore tentò di alzarsi ignorando il dolore lancinante che gli invadeva le membra, il mantello e le vesti nere completamente bagnate aderivano ghiacciate al suo corpo martoriato.
Tirandosi su a fatica si leccò via il sangue dalle labbra e osservò il cielo plumbeo, fece qualche umido passo incerto col pensiero fisso di far sopravvivere colei che aveva scoperto di amare.
Abbassò gli occhi, coperti da alcune ciocche corvine, verso il suo corpo inerte coperto da quell’acqua maledetta, strinse nella mano la bacchetta e sentì il ciondolo bruciare nella tasca, avvicinò una mano al monile e lo strinse. Con sguardo fiammeggiante formulò l’incantesimo nella mente ricevendo un flusso di energia dal gioiello. Proprio nel momento in cui Alexander Smith pose la mano sul volto di Ottavia glielo scagliò contro lasciando fluire la magia con un grido e scaraventando il nemico per terra.
Con voce ferma e sguardo gelido Piton si rivolse all’uomo accasciato al suolo, ormai lontano dalla ragazza:
“ti restituirò ogni colpo con gli interessi”
la voce della figura nera, prima sicura e crudele, ora era incrinata da una vena di incertezza.
“tu…come diavolo…”
“PIETRIFICUS TOTALUS”
l’incantesimo del professore andò a segno ma Alexander, nonostante la potente fattura, riusciva ancora a parlare…
“come hai…fatto?”
sembrava vagamente divertito. Piton non rispose ma, facendoglisi vicino e tirandosi indietro i capelli completamente bagnati dal viso cominciò a tirargli calci, l’incappucciato incassava senza un lamento.
Col fiatone e l’acido sapore della bile in bocca il professore si fermò asciugandosi il sudore e la pioggia dalla fronte.
Smith iniziò a tossire, poi si singulti si trasformarono in un’altra risata.
Sfilando nuovamente la bacchetta dai pantaloni il pozionista cominciò:
“AVAD…”
“avresti davvero il coraggio di uccidere il padre della donna che ami? Non brami di scoprire il motivo della mia sopravvivenza? Di come sono scampato alla morte, nemica dell’uomo per antonomasia? E soprattutto non sapere qual è il mio sogno? Il mio obbiettivo?”
il ciondolo bolliva stretto nel pugno di Piton il quale guardava con odio l’uomo ai suoi piedi, alzando un sopracciglio rispose:
“non nutro alcun interesse per gli argomenti citati da uno squilibrato, le manie di grandezza non sono una novità tra le brutte abitudini delle persone di mia conoscenza, tutto ciò che so è che non ho tempo da perdere …tua figlia ha bisogno di me…”
fece per voltarsi.
“tu sai che non avrò pace finché non sarà nuovamente in mio possesso..”
rimanendo di spalle il professore asserì gelido
“tu anche sai cosa ti aspetta…ti attendo al varco..”
sventolando il mantello si incamminò zoppicante verso Ottavia, la prese delicatamente in braccio constatandone il gelo, uscì quieto dal cancello ignorando il dolore e la disperazione che lo invadevano, gettò un ultimo sguardo al cielo, le nuvole si erano diradate mostrando una limpida luna piena.
“a poisoned moon” sussurrò, e con uno schiocco si materializzò ai confini della foresta proibita.

Piton cadde in ginocchio continuando a stringere a se il corpo della ragazza ormai gelido. La luna incombeva sulla foresta illuminandone alcuni tratti con la sua debole luce.
Un mago alto e dalla lunga barba si avvicinò al professore poggiandoli una mano sulla spalla. Il pozionista rimase a terra tremando leggermente. Continuando a stringere la ragazza convulsamente.
“severus, andiamo…”
l’uomo si alzò in silenzio. Lo sguardo fisso sul viso di colei che teneva fra le braccia.
Silente si occupò di rendere il percorso breve e, in qualche minuto furono alle porte del castello.
L’alba avanzava e i primi studenti mattinieri vagavano per i corridoi raggiungendo la sala grande per la prima colazione dell’anno nuovo.
Piton camminava verso l’infermeria con la morte nel cuore. Lo sguardo spento e alcuna percezione di se stesso. La mente un turbine nero. A tratti riviveva gli ultimi eventi della sua vita. La fievole luce che aveva deciso di seguire. I sorrisi che aveva deciso di proteggere.
Gli studenti si fermavano al suo passaggio e a quello del preside osservando spaventati e esterrefatti la ragazza che giaceva abbandonata tra le sue braccia.
Un ragazzo alto con i capelli fiammeggianti arrestò il suo lento cammino verso il refettorio sgranando gli occhi.
“OTT…OTTAVIA!”
corse incontro al preside e al professore di pozioni con sguardo perso. “ma cosa…come…COSA DIAVOLO E’ SUCCESSO?” urlò George con gli occhi fissi sul corpo di Ottavia e sulla profonda ferita che aveva aperta sul petto.
“George…ogni cosa a suo tempo…ora…” cominciò Silente ma il ragazzo si rivolse a Piton con rabbia “COSA LE HAI FATTO, MALEDETTO?”
il professore mantenne lo sguardo a terra continuando la sua marcia.
Il preside prese il ragazzo per un braccio asserendo con ferma calma “George…a tempo debito..”
il ragazzo si appoggiò al muro boccheggiante e ancora profondamente scosso abbassando lo sguardo. Una volta in infermeria il pozionista pose Ottavia su una brandina continuando a fissarla insistentemente. Il preside lo raggiunse appena in tempo prima che avesse un leggero mancamento.
“Severus…sdraiati”
con voce roca ma decisa Piton rispose:
“non posso preside…è colpa mia se si trova qui…così”
il vecchio mago si avvicinò alla brandina e con un delicato incantesimo le scoprì il petto mostrando l’orrenda ferita. Un velo cupo cadde sui suoi occhi.
“io…non credo che…”
“ci provi, la prego…ci provi..” disse il professore con voce bassa e gli occhi a terra.
Intanto fuori dall’infermeria si era creata una piccola folla. Pochi raggi della tiepida alba invernale coloravano i muri.
Madama Chips irruppe nella sala di corsa sistemandosi il camice. Quando vide anche lei la ferita si portò le mani alla bocca. Poi si rivolse a Silente.
“Albus…io non credo di essere in grado di curare una ferita simile…” mise una mano sul viso di Ottavia “poi la ragazza ormai ha quasi smesso di respirare è..è così fredda..”
il vecchio preside osservò un’ultima volta il volto del suo professore si pozioni e sfoderò la bacchetta.
“Polly, affiancami, non è ancora tutto perduto finchè la speranza rimane salda nei nostri cuori, ora Severus, se non ti spiace, ti prego di uscire..”
“io…preferirei..”
“esci..”
con tono gentile ma autorevole Silente lo congedò.
Il professore uscì zoppicando dall’infermeria sotto lo sguardo attento degli studenti radunati, gli arrivavano domande, occhiate interrogative, ma egli si limitò a chiudere la porta dietro di se mantenendo un gelido silenzio.
Si andò a sedere alla sala d’aspetto sigillando anche quell’uscio alle sue spalle.
Sedendosi prese la testa fra le mani respirando lentamente. La mente vuota. Buia. Ogni pensiero inghiottito dalla cupa tristezza e rimorso che stava dilaniando ogni centimetro del suo corpo. Il capelli corvini ancora umidi coprivano disordinati le palpebre chiuse sugli occhi spenti. Avrebbe voluto urlare, distruggere ogni singola cosa nella stanza, uscire dalla triste gabbia e gridare al mondo il suo dolore. Portò la mano alla tasca e ne estrasse il ciondolo che ormai aveva perso ogni calore. Lo osservò attento . poteva specchiarsi nel suo colore intenso. Nella suadente iniziarono a risuonare le parole di Ottavia….Addio Severus, Ti amo…addio…addio…poi il suo corpo cadere a terra…e se fosse morta? Cosa ne sarebbe stato della sua vita? Se quella ragazza che gli aveva riportato la luce nel cuore si fosse veramente spenta…ancora una volta si sarebbe dimostrato incapace di proteggere la persona che amava…ancora una volta…nella sua mete si disegnò l’immagine di Lily…proprio come soleva ricordarla, sorridente, felice…
Piton aprì gli occhi ma ebbe l’impressione che proprio davanti a lui la figura di Lily continuasse a guardarlo. Sgranò gli occhi.
“Li…Lily..”
la dona continuava a sorridergli…poi, muovendo le labbra rosee gli rispose
“finalmente ti sei accorto di me, Sev”
l’uomo non riusciva a capacitarsi di quella visione, semplicemente la guardava senza battere ciglio.
Lily emise un risolino.
“immagino che tu non riesca a credere che io mi trovi qui…in effetti…sono semplicemente una proiezione della mia anima…”
sorrise triste abbassando le palpebre sugli occhi verdi. Allungò la mano per poi poggiarla su quelle incrociate del professore, non aveva alcuna consistenza.
“ma…come?”
“Sev, non devi lasciarti prendere così dal dolore, c’è sempre modo di andare avanti. Inoltre…io so cosa stai facendo per me…per mio figlio…per Ottavia”
salì ad accarezzargli il volto scrutando il suo sguardo meravigliato.
“non è colpa tua se sono morta…Voldemort prima o poi ci avrebbe trovato…avrebbe saputo…non avevamo scampo…era tutto già scritto…non esiste il destino…solo l’inevitabile (XXX Holic cit.)”
sorrise triste mostrando i denti bianchi.
“non devi continuare a punirti…ma immagini che queste parole tu le abbia già sentite…vero?”
fece un cenno verso la porta che dava all’infermeria.
“conosco i tuoi sentimenti, posso leggerli nei tuoi occhi, come sempre…non temere…lei sopravvivrà…dammi quel ciondolo”
porse la mano. Piton senza distogliere lo sguardo tese la mano aperta mostrando il monile. Provava un’infinita tristezza, sembrava di vivere un sogno, l’irrazionalità regnava in quella stanza. Ogni legge sia magica che babbana era completamente ribaltata. Eppure il professore sentiva il cuore leggero. Capiva che il suo amore per Lily continuava a perpetuare, ma era comunque un sentimento che apparteneva al passato, un ricordo. Esattamente come la visione che aveva davanti agli occhi, un dolce ricordo.
“tu la ami, non è vero?”
Piton abbassò lo sguardo e annuì.
“in quel gioiello sono contenuti i tuoi sentimenti, esattamente quelli che lei ha sacrificato per poterti salvare, per tentare di salvare il mondo magico. Salvala e vivi…vivi anche per me”
sorridendo con dolcezza Lily tornò a guardare Piton negli occhi, fece qualche passo indietro. Due lacrime argentee le scesero dagli occhi di quel verde mai dimenticato.
“addio severus”
Piton la fissò per alcuni istanti, osservando la sua figura perdersi nei raggi del sole.
“addio….Lily”

nell’istante in cui l’immagine della donna scomparve la porta della sala si aprì facendo entrare Madama Chips scura in viso. Si torceva nervosamente le dita. La pietà negli occhi.
“severus, mi dispiace, la ragazza non…”
il professore si alzò, al nero mantello sgualcito ricadeva sulle sue spalle, oltrepassando la piccola figura della guaritrice uscì dalla stanza e, superando nuovamente la folla davanti l’infermeria, entrò.
Il preside era seduto sulla brandina tenendo la mano alla ragazza, il cui viso spettrale era inondato dai raggi del sole di quel freddo giorno d’inverno. Sembrava serena, riposata.
“abbiamo fatto il possibile, sfortunatamente non c’è stato nulla da fare…mi dispiace..”
Piton non proferì alcuna parola, mantenne lo sguardo su Ottavia, continuando a stringere insistentemente il ciondolo nella sua mano. Il vecchio mago si alzò e, dopo aver poggiato la mano sulla spalla dell’uomo in segno di sostegno, uscì dall’infermeria per parlare con gli studenti ammassati all’esterno.
Una volta solo, il pozionista sfiorò il volto della ragazza, semplicemente non provava nulla, quell’assenza di sentimenti così intensa da sentirsi soffocare. Si avvicinò al suo viso, la ferita era stata chiusa ma il respiro era assente.
“non puoi lasciarmi ancora, lo sai? Non posso permetterlo..”
poggiò le labbra sulle sue.
Sfilò il gioiello dalla tasca, era diventato tiepido a forza di stringerlo insistentemente.
Lentamente Piton fece passare la catena dietro il collo di Ottavia scansandole delicatamente i capelli dal viso. Poi, semplicemente attese, attese rivolgendo ogni speranza agli spiriti che vegliavano su di lui, ora sapeva di non essere solo, ne aveva la più completa certezza. Forse la sua vita non sarebbe stata inutile. Si voltò rivolgendosi a Ottavia con tono schietto.
“tu stai aspettando quelle parole, vero? Vuoi proprio torturarmi fino alla fine eh? Cosa potevo aspettarmi in fondo da una ragazza testarda come te…?”
le strinse la mano e si avvicinò al suo orecchio sussurrando.
“ti amo…sciocca corvonero”
una voce bagnata gli rispose
“lo…lo ripeta”
“ti amo…corvonero ficcanaso”

gli gettai le braccia al collo e lo strinsi a me inondando la sua veste di lacrime.
Sentivo freddo in tutto il corpo. Solo due piccoli focolari ardevano su di me. Il ciondolo incandescente e il mio cuore.
“professore, professore…”
continuavo a ripeterlo incessantemente.
Mi prese il viso fra le mani. Scrutò il mio volto per qualche secondo. Scansai i capelli neri dal viso e vidi per la prima volta un sorriso sul suo volto. Sapevo che quell’espressione che ne richiudeva miriadi di altre rappresentava una preziosità assoluta.
Ricambiai felice. Poi, dopo averlo fissato negli occhi, asserii.
“in fondo Lily non è così male…”
mi guardò scettico per qualche secondo poi annuì. riaffondai il viso nel suo petto. Mi strinse forte. Notai le ferite sul suo corpo. La veste strappata. Il viso tirato e stremato.
“cel’ha fatta, vero? È riuscito a riscattarsi..”
appoggiò il viso alla mia spalla.
“avanti dobbiamo andare dal preside…”
annuii e tentai di alzarmi, le gambe si muovevano a fatica.
Piton mi prese per una mano e mi fece alzare , ero ancora coperta di stracci. Si tolse il mantello che, seppur lacero, mi avrebbe coperto a dovere.
Mi aiutò a mettergli un braccio intorno al collo e, sorreggendomi, spalancò le porte dell’infermeria.
Tutti, preside compreso. Ammutolirono. George uscì dalla folla. Mi corse incontro pieno di agitazione.
“che cosa è successo? Spiegamelo ti prego…” mi accarezzò il viso parlando con dolcezza. Sentii la mano del professore serrarsi sui miei fianchi.
Abbassai lo sguardo, come piegare?
Tornai a guardare il ragazzo il quale rabbrividì incrociando il mio sguardo.
“i..i tuoi occhi….” Cominciò esterrefatto e spaventato. Non capivo.
“che…che cosa?”
“sono…strani…il colore, sono…scarlatti”





*SCAPPA*
 
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felpato89
view post Posted on 7/11/2008, 21:53




ooooh finalmenteee si è salvata ottaviaa :) bravo severuss :wub: :wub: ma una cosaa come occhi scarlatti??? O.o dentro di se ha ancora voldemort??? O.o cmq bravissima laviiiiiiiiii :D
 
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364 replies since 9/6/2008, 12:21   3723 views
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