| me oggi parte e torna domenica quindi non potrò postare, ergo ne pubblico 2 di chappy! un bacio genta!!
51. quando aprii gli occhi non notai subito la differenza da quando li tenevo chiusi, l’oscurità mi avvolgeva. Mi girava la testa, con la mano cercai la bacchetta nella tasca dei jeans ma non mi stupii quando non la trovai. Non l’avevo neanche quando Lucius era arrivato. Mi tirai su a sedere a fatica e iniziai ad abituare la vista all’oscurità. Il mio primo pensiero andò al professore, dov’era? Cosa gli avevano fatto? Poi mi tornò alla mente la visione che avevo avuto poco prima di svenire. Era vivo, l’avevo visto, ma stava male, e in un luogo remoto che non conoscevo, probabilmente l’avevano attirato con l’inganno. Dunque mi avevano catturato…il mio destino stava per compiersi…avrei detto addio alla mia vita, eppure non scorgevo ancora nessuno, quanto avrei dovuto aspettare? Il professore mi avrebbe soccorso? E se per difendermi avesse rischiato la vita? Cominciai a pregare che nulla lo portasse da me. Sentii in lontananza un rumore di passi, a quanto pareva mi avevano rinchiusa in una stanza molto grande. Attesi con i nervi tesi, da un angolo sbucò l’alta figura di Lucius. Si avvicinò a me, facendosi strada con la bacchetta illuminata, sul volto aveva un’aria molto greve. “buona sera” disse cortese, non risposi, mi limitavo a fissarlo con odio. Capendo che non avrei aperto bocca continuò. “fra poco Lui verrà da te…mi dispiace” “certo,ti dispiace, come no” ribattei fissando il pavimento. Lui si avvicinò e con la mano mi prese per il mento facendomi alzare il viso. Tentai di mordere le sue sottili dita ma non vi riuscii. “lasciami” sibilai. “sei davvero bella come Lily…ho pena anche per Severus, lui ti ama sai?” impedii ai battiti del mio cuore di accelerare vertiginosamente solo con una grande sforzo di volontà e continuai a fissare l’uomo con crescente disgusto. “non parlare come se sapessi qualcosa di lui” “oh, io so molto più di quanto credi, mia cara…” distolsi nuovamente lo sguardo. “avanti, portami dal tuo Signore e facciamola finita” aggiunsi. “non posso fare niente per te? Eccetto liberarti, naturalmente…” lo guardai per un attimo speranzosa, avrei voluto vedere Piton per l’ultima volta, sapevo che sarebbe stato impossibile. “portami dal tuo signore” ripetei con le lacrime agli occhi. Lucius mi fece alzare e con un incantesimo mi legò le mani. Camminammo a lungo per tortuosi corridoi, eravamo in una costruzione molto grande, più volte cercai di discendere qualche particolare sul luogo dove mi trovavo osservando fuori dalla finestra, ma tutto ciò che riuscivo a vedere erano alcune deboli luci in lontananza. Camminammo ancora passando per molte sale, scandendo i passi su tappeti vecchi e consunti. Quadri grotteschi si affacciavano sulle pareti delle stanze che oltrepassavamo. Quando Lucius arrestò il suo cammino mi accorsi che tremavo e che sudore freddo e lacrime bagnavano il mio viso. La porta si aprì e mi ritrovai al cospetto di una ventina di persone interamente coperte da una veste nera e il volto celato da una maschera argentata. Sentii mancarmi il fiato mentre Malfoy mi spingeva in mezzo al semicerchio che si era venuto a creare nella stanza. Il silenzio regnava sovrano. Da un angolo della stanza iniziò a prendere forma una figura, un altro incappucciato si fece largo ne gruppo, sembrava tenere in mano una coperta, come se avesse fra le braccia un a bambino. L’assenza di ogni rumore mi opprimeva le orecchie. Una voce profonda e minacciosa spezzò il silenzio. “finalmente avete trovato qualcosa degno della mia attenzione…avvicinala Grey…” un mangiamorte si avvicinò a me, sembrò quasi…annusarmi, poi mi prese per un braccio, sembrava tremare per l’eccitazione, o forse ero io che tremavo? Riuscivo a sentire odore di sangue provenire da lui. Mi avvicinò sempre di più al fagotto scomposto. Avrei voluto urlare dal terrore ma ogni suono mi moriva nella gola, mi limitavo a osservare ciò che mi si parava davanti con occhi spenti, le lacrime che mi scendevano capiose dagli occhi. La voce profonda parlò di nuovo, capii che proveniva dal fagotto che teneva in braccio il mangiamorte. Sgranai gli occhi dal terrore. “benvenuta, cos’è quella faccia? Dovresti essere contenta…sarai un passo essenziale per la mia rinascita…Lucius ha fatto un’ottima scelta…ora, Ottavia, voltati…” non mi mossi, l’uomo che odorava di sangue mi fece inginocchiare e voltare con la forza, poi con un colpo violento di quelli che sembravano artigli mi strappò di netto la maglietta. Sussultai terrorizzata. La mente vuota. Sentii delle lame toccarmi la pelle della schiena, poi arrivarono all’altezza delle spalle e, con un colpo secco tagliarono i miei capelli, che con un suono soffice caddero a terra. Continuai a fissare il vuoto, il terrore mi attanagliava. Di nuovo il silenzio regnò. Il solito mangiamorte mi fece chinare la testa tirandomi i capelli, ormai corti, facendo in modo di scoprire la nuca. “come siamo silenziosi, avanti, fammi sentire la tua voce, grida!” una fitta mi colpì dietro il collo, sgranai gli occhi tentando con tutte le forze di non emettere un suono, mi morsi il labbro così forte da farlo sanguinare. Poco dopo la fitta terminò. Sentivo solo un forte bruciore. “coraggiosa, i miei complimenti, peccato che questa dote non ti salverà, Grey, falla alzare e fa in modo che mi fissi” Ingoiai la saliva. il mio momento era arrivato. Mentre mi voltavo dissi addio alla terra che mi aveva creato, addio a tutti…addio professore, Piton…Severus…ti amo. Chiusi gli occhi e, quando li riaprii vidi unicamente il rosso acceso dell’iride di Voldemort. Il resto fu solo dolore.
51. Piton si svegliò nella radura, il dolore allo stomaco era lancinante. Ma non come quello che aveva nel cuore. Stringendo i pugni si alzò. Cacciandosi indietro una ciocca di capelli neri e asciugandosi la bocca dal sangue rappreso osservò il cielo, una coltre di nuvole lo invadeva, la pioggia non avrebbe tardato ad arrivare. Imprecò contro ogni dio che avrebbe dovuto albergare in quel cielo maledetto. Domandò invano se c’era un motivo alle sue sofferenze. La risposta non arrivò, facendo aumentare la rabbia e lo sgomento dell’uomo. “CHE RAZZA DI DIO SEI!” si ritrovò a gridare. Poi, ricomponendosi fece la sua scelta, l’avrebbe vendicata, non sarebbe mai più vissuto nell’ombra. Levò la bacchetta una folata di vento gelido lo investì, il mantello nero svolazzò obbediente alla forza della natura che lo piegava. con un suono violento l’alta figura del professore si smaterializzò.
Ricordo vagamente cosa accadde dopo che incontrai il suo sguardo. Prima solo un dolore oltre ogni immaginazione in tutto il corpo, più di una volta ebbi la sensazione di una pressione dentro di me, come se qualcosa, per farsi spazio, avesse voluto estirpare la mia anima dal corpo. Spesso desiderai di poter morire, ma altrettanto spesso mi tornava alla mente il mio ultimo desiderio, se avessi potuto vedere ancora una volta Piton…per quello valeva ancora la pena di provare dolore. Così sopportai per molti giorni questo strazio, urlai, piansi, mentre il mio corpo veniva soggiogato dal male. Alla fine cominciai a percepire di non essere l’unica a pensare dentro di me, i miei gesti non rispondevano solamente ai miei pensieri, a volte la mia mente si assopiva, lasciando spazio a colui-che-non-deve-essere-nominato di avere la meglio su di me. “è inutile se tenti di resistere, ti schiaccerò, ormai il tuo corpo non ti appartiene più, rinuncia…” spesso sentivo queste parole nella mia testa. Fortunatamente accadeva che, rinsavissi per qualche ora, credo a causa della spossatezza che si era andata a creare nel signore oscuro dopo lo scambio di corpi, e avessi di nuovo ogni potere su di me, ma ero anche pianamente consapevole che la stanchezza prima o poi sarebbe passata e che io sarei completamente svanita, era solo una questione di tempo. Fu in uno di quei miei momenti di risveglio che notai il mio aspetto, vagando nella stanza in cui ero rinchiusa come un lupo in gabbia, ruppi con forza la brocca d’acqua dalla quale mi dissetavo, non lo feci apposta, semplicemente il mio braccio fece un movimento che non avevo calcolato, reduce, sicuramente, da immani sforzi per opporsi al giudizio che non era il mio. Un mangiamorte entrò nella stanza e vedendo il disastro che avevo combinato, bagnandomi completamente, ripulì tutto e mi porto un recipiente ampio e circolare al posto della brocca, poi si congedò, facendo bene in modo di non guardarmi negli occhi, non ne capivo il perché. Prima di bere mi fissai nel riflesso, guardandomi sussultai. I capelli, adesso corti fino alle spalle, erano ben curati e lisci, quello che mi sconvolse erano gli occhi, non più della tenue tonalità castana a cui ero abituata, bensì di un rosso acceso, segno dei cambiamenti che stavano accadendo dentro di me, inoltre notai che ero bella, di una bellezza selvaggia, stentavo a riconoscermi, avevo gli zigomi più pronunciati e la mia pelle era bianca come il marmo e tonica. Vestita com’ero con un semplice drappo di stoffa sembravo una modella di quegli stilisti all’avanguardia, poi, con il pollice toccai dietro la nuca dove avevo sentito quel dolore lancinante pochi giorni prima, sembrava tutto normale ma il dolore restava, girai piano il collo per specchiarlo e vedere cosa mi procurava quel dolore, tremando gettai anche quel contenitore d’acqua per terra e piansi a lungo. Il marchio nero si contorceva su di me.
Severus Piton si materializzò davanti a casa Riddle con il fiatone, aveva passato gli ultimo giorni a Spinner’s end cercando di organizzare un piano, non sarebbe stato facile, avrebbe distrutto i piani che Silente aveva su di lui e sicuramente dopo il colpo il signore oscuro non avrebbe avuto pace finché non l’avesse trovato e ucciso, ma aveva messo in conto anche questo. Ma non gli importava assolutamente. Fece un lungo sospiro e con passo regolare si avvicinò all’edificio. Entrò piano rompendo un incantesimo abbastanza potente che era stato imposto sulla porta della casa, lentamente pronunciò degli incantesimi tenendo la bacchetta vicina al marchio per farsi riconoscere come mangiamorte. Dischiusa la porta dietro di se gli si avvicinò un incappucciato. “Severus, cosa ci fai qui?” domandò con una voce roca a profonda. “Greyback, portami immediatamente da Lucius…” “Lucius è dalla sua famiglia ma credo che sarà qui entro sera. Perché non eri alla cerimonia per il nuovo corpo del signore oscuro? È stata davvero singolare…la ragazza è davvero come Lily Potter, Lucius ha avuto un’ottima idea a proporla…sai…io stesso le ho strappato i vestiti per imprimerle il marchio e tagliato i capelli, se l’avessi incontrata in altre occasioni l’avrei senza dubbio morsa senza esitazioni…Severus?” il colpo arrivò senza preavviso, l’incappucciato cadde a terra senza dire una parola soffocando un gemito di dolore, era stato colpito dall’incantesimo pietrificante senza neanche avere il tempo per accorgersene.
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