Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

black eyes

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Andùril Snape
view post Posted on 12/4/2008, 00:02




bellaaaaaa!

mi piace tanto, tanto!!!!! *_*
 
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titimaci
view post Posted on 12/4/2008, 07:34




ma grashie tesore!
 
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pitoncina
view post Posted on 12/4/2008, 14:03




bello come inizio.. aggiorna presto però
 
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view post Posted on 12/4/2008, 14:05
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muahahahahahahah una grifondoro!!Non poteva cominciare meglio questa nuova storia!!!Muovitiiiiiiiiiiiiiiii image
 
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kikyo91
view post Posted on 13/4/2008, 12:59




davvero bella *.* e me la stavo pure perdendo! continua ti prego *.* sono curiosissima!!
 
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titimaci
view post Posted on 13/4/2008, 13:01




grashissime ammora!!! sono contenta che ti sia piaciuta!!!! il secondo capitolo è già in lavorazione!!! almassimo domani posto...baci
 
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titimaci
view post Posted on 13/4/2008, 15:33




eccomi ad aggiornare....buona lettura

CAPITOLO 2
Beatrix giunse al tavolo di grifondoro accompagnata dai saluti di tutti i suoi nuovi compagni. Si sedette sorridendo accanto ad una ragazzina dai capelli rossi che l’accolse con una calorosa stretta di mano.
- Ciao Beatrix! Io sono Ginny!
- Piacere di conoscerti Ginny!
La giovane Weasley aveva un’anno più di lei e si premurò di farle conoscere tutti i suoi amici e i suoi fratelli. Così la nuova arrivata fece la conoscenza di Harry, Ron, Hermione e dei gemelli Fred e George. I due ragazzi la colpirono in particolar modo per la loro simpatia. Finite le presentazioni tornò a guardare lo smistamento. Poco dopo un’altra ragazzina fu smistata a grifondoro. Joanne Smith. Lei e Beatrix si erano conosciute sull’espresso di Hogwarts e avevano fatto tutto il viaggio insieme. Joanne, a differenza di Beatrix che sembrava molto più grande della sua età data la sua figura alta e slanciata, dimostrava si e no nove anni. Era piuttosto bassa e robusta. Lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso tondo e gli occhi azzurrissimi brillavano di quella furbizia tipicamente fanciullesca. La ragazzina appena scese dallo sgabello corse subito a sedersi accanto all’amica contentissima di essere stata messa nella sua stessa casa. Dopo lo smistamento Silente fece il solito discorso di inizio anno, con annesse raccomandazioni. Beatrix non lo aveva mai visto, ma ne aveva sentito parlare da sua madre. Le aveva raccontato che era un mago molto buono e potente. La ragazza ne rimase subito affascinata, quell’anziano preside trasmetteva veramente molta serenità dai suoi occhi azzurri nascosti dietro le lenti a mezzaluna. Quando Silente finì il suo discorso battè lievemente le mani e con grande stupore dei ragazzini del primo anno una moltitudine di prelibatezze apparve nei piatti vuoti davanti a loro. Finita la cena tutti i ragazzi andarono nei loro dormitori scortati dai prefetti delle rispettive case. Raggiunsero la sala comune e ad ognuno fu indicato il proprio dormitorio. Beatrix e Joanne erano nella stessa camera e rimasero a lungo a parlare di magia.
- Sei contenta di essere di grifondoro?
Chiese la bionda. Beatrix alzò le spalle.
- Non saprei...per me sarebbe stato indifferente...e tu sei contenta?
L’altra annuì energicamente.
- Assolutamente si! sia mio padre che mia madre sono stati grifondoro, per loro sarebbe stato un colpo se non lo fossi divenuta pure io!!
Esclamò orgogliosa.
- Quindi i tuoi genitori sono entrambi maghi?
Chiese Beatrix all’amica, curiosa come non mai e avida di informazioni su come funzionasse quel mondo a lei quasi sconosciuto. Joanne annuì.
- Già! la magia è nella nostra famiglia da generazioni! I tuoi genitori sono babbani vero?
La giovane maga scosse leggermente il capo.
- No, mio padre è un mago...
L’amica la guardò un momento perplessa.
- Ma non mi hai detto che tuo padre fa il barbiere a Londra?
Beatrix scosse nuovamente il capo.
- Benjamin è il mio patrigno...io non ho mai conosciuto il mio vero padre, se ne andò prima che io nascessi...
Joanne a quelle parole si rabbuiò. Si avvicinò all’amica e l’abbracciò.
- Oh...mi dispiace tanto...
La giovane sorrise rispondendo all’abbraccio.
- Non devi dispiacerti, mio padre non mi ha abbandonata, non sa nemmeno che esisto in realtà...mamma non ha voluto dirglielo perché lui aveva una missione molto importante da compiere e non poteva occuparsi di me...
- Quale missione?
Chiese Joanne malcelando una vena di pura curiosità.
- Non lo so...mamma non mi ha detto molto di lui...ha paura che io vada a cercarlo o cose simili...le uniche cose che mi ha detto sono che è un mago, che è un ottimo pozionista e che è l’uomo più coraggioso che lei abbia mai conosciuto...
L’amica la guardava ammirata.
- E tu vorresti cercarlo?
Beatrix sembrò riflettere su quella domanda. Certo le sarebbe piaciuto conoscere l’uomo che le aveva donato la vita, l’uomo che aveva salvato sua madre e suo fratello da morte certa. Ma sapeva bene che era impossibile. Lui era sparito nel nulla e nessuno sapeva dov’era. Inoltre sua madre non le aveva nemmeno mai detto il suo nome per paura che lei potesse cercarlo. L’unica cosa che sapeva era che quell’uomo meraviglioso aveva i suoi stessi occhi.
- Mi piacerebbe...ma non saprei nemmeno da dove iniziare...e poi se lo trovassi e lui non mi volesse?
Joanne scosse il capo.
- Non dire sciocchezze! Sei in gamba e molto intelligente...sarebbe uno stupido se non ti volesse!
Beatrix le sorrise in segno di ringraziamento. Parlarono ancora a lungo e la ragazzina raccontò all’amica di come tanti anni prima suo padre avesse salvato la vita di sua madre. Di quanto quell’uomo coraggioso avesse fatto per lei e Jamie. Zoe le aveva sempre parlato bene di Severus, non poteva fare altrimenti. E la giovane era cresciuta in venerazione di quella figura paterna così forte e impavida. Quando ormai era notte fonda decisero che era meglio andare a dormire così si infilarono nei loro letti. Beatrix, però, non riusciva proprio a dormire. Era estremamente emozionata di essere lì. Per undici anni aveva vissuto in una semplice casa babbana fuori Londra con i suoi genitori e il suo fratello maggiore. Aveva avuto una vita semplice e serena. Quando a cinque anni i primi poteri avevano iniziato a manifestarsi sua madre l’aveva supportata in tutto e per tutto, spiegandole, per quanto le fosse concesso data sue scarsissime informazioni, che lei faceva parte del mondo magico. Da quel giorno la sua vita si tramutò in una trepidante attesa. Attesa per quella lettera che le dava il permesso di entrare nel suo mondo,o meglio, nel mondo di suo padre.Poi qulache mese prima del suo undicesimo compleanno le era arrivata via gufo la lettera per Hogwarts e lei ebbe finalmente l’occasione di studiare la magia sui libri. Adorava leggere e studiare e così prima ancora dell’inizio dell’anno conosceva a menadito ogni singolo testo scolastico e non solo. Aveva addirittura iniziato a inventare nuovi incantesimi e nuove pozioni. Soprtattutto queste ultime le riuscivano con una facilità straordinaria. Quella era l’eredità silenziosa che le aveva lasciato suo padre. Sua madre glielo diceva sempre. Si rigirò nel letto cullandosi nel pensiero che l’indomani finalmente sarebbero iniziate le lezioni e si addormentò. La mattina seguente a colazione la professoressa McGranitt le consegnò l’orario delle lezioni e la giovane grifondoro si compiacè notando che quella mattina avrebbe avuto come prime due ore pozioni.
- Che bello! Stamattina abbiamo pozioni!
Esclamò piena di entusiasmo verso Joanne. Harry la guardò stupito.
- Che bello? Che c’è di bello a stare rinchiusi due ore in un sotterraneo con quel sadico di Piton?
Le chiese indicando con un cenno del capo il professore che guardava arcigno i suoi studenti dal tavolo degli insegnanti. Beatrix seguì il suo sguardo e alzò le spalle.
- Beh io adoro pozioni, non mi importa di com’è il professore!
Lui le sorrise disarmato da tanta ungenità. Putroppo, pensò, la ragazza si sarebbe accorta presto di quanto Piton detestasse i grifondoro e quanto riuscisse a essere perfido nei loro confronti. Finita la colazione Beatrix trotterellò allegra verso i sotterranei. Entrò nell’aula di pozioni e si sedette al primo banco aspettando l’arrivo dell’insegnante. Piano piano arrivarono anche tutti i suoi compagni compresa Joanne che prese posto accanto a lei. Ad un tratto la porta si spalancò di botto e il professor Piton fece il suo ingresso magistrale. Arrivato alla cattedra si voltò a guardere i suoi alunni con una piccola piroletta facendo svolazzare il mantello. Li scrutava serio mentre iniziava la solita predica sulla fine arte di preparare pozioni. Tutti ascoltavano in silezio terrorizzati da quell’uomo. Alcuni per quello che i compagni avevano raccontato, altri per il semplice fatto che incuteva terrore qualunque cosa facesse. Poi iniziò a fare l’appello come sempre. Constatato che tutti fossero presenti, il professore rivolse qualche domanda per capire il livello di conoscenze della classe. Puntualmente, ad ogni quesito, la mano di Beatrix scattava in aria e lei dava la risposta esatta. Questa cosa irritò parecchio l’uomo che suo malgrado dovette concedere cinque punti a grifondoro. Successivamente chiese loro di preparare una pozione. Beatrix la trovò a dir poco elementare per il suo livello e la preparò con estrema facilità. Alla fine dell’ora il professore iniziò a girare tra i banchi guardando disgustato i disastri provocati dagli allievi e facendo evanescere il contenuto dei calderoni con un ghigno strafottente stampato sul volto. Infine giunse al banco della giovane grifondoro dai capelli corvini e il suo ghigno strafottente svanì in un soffio. La pozione non solo era giusta, era perfetta. Neppure lui, che si reputava il migliore, avrebbe potuto fare meglio. E con un enorme sforzo di volontà dovette assegnare la sua prima E ad un grifondoro. Beatrix dal canto suo sprizzava gioia da tutti i pori. Al termine della lezione uscì dal sotterraneo e andò nel parco per la sua prima lezione di volo. Era la prima volta che volava e le piaque immensamente. Si sentiva a suo agio mentre svolazzava con il vento che le accarezzava dolcemente i capelli. All’ora di pranzo si diresse in sala grande immensamente felice per il successo di quella prima mattinata di lezioni. Si sistemò tra Joanne ed Hermione.
- Ecco qui la pozionista migliore di Hogwarts!
Esclamò Harry appena la vide. A quanto pareva la storia della sua E in pozioni aveva fatto il giro di tutta la scuola e ora tutti volevano sapere come una ragazzina di undici anni, per di più grifondoro fosse riuscita a stappare il voto più alto in assoluto e addirittura cinque punti a quel perfido professore. Beatrix sorrise soddisfatta. Ad un tratto fu raggiunta da due tornadi dai capelli rossi che spinsero via senza tanti complimenti le sue due amiche e presero posto accanto a lei.
- Ma quindi sei tu la grifondoro che ha preso E con Piton?
Chiese Fred con veemenza. Beatix annuì sorridendo.
- Accidenti nemmeno Hermione è mai riuscita a prendere E in pozioni!
Esclamò George entusiasta. Hermione dal canto suo si rabbuiò.
- Non esagerare George! Non ho fatto nulla di eccezionale!
Disse Beatrix a disagio da tante attenzioni.
- Non fare la modesta! Anzi, un cervello comeil tuo sarebbe l’ideale per i nostri progetti...
A quelle parole i gemelli si scambiarono un’occhiata d’intesa. Beatrix sorrise un po’ confusa ma non fece domande. Il resto della giornata passò tranquillamente. Nel pomeriggio ebbe trasfigurazione, incantesimi e difesa contro le arti oscure. Tutte le materie le piaquero moltissimo, e i professori, dal canto loro, non poterono rimanere che soddisfatti dal suo acume e dalla sua brama di conoscenza. Finite le lezioni si diresse in biblioteca a studiare. La prima settimana volò in un lampo tra lo studio e le letture. Nel tempo libero Beatrix stava molto spesso con i gemelli Weasley. Era diventata la loro pupilla, probabilmente anche per il grande senso dell’umorismo di cui la ragazza era dotata. Il trio passava intere giornate a creare e progettare scherzi e nuove invenzioni. Beatrix si divertiva moltissimo con loro anche perché era sempre stata una bambina piuttosto incline ad infrangere le regole e con i suoi nuovi amici questo avveniva spessissimo. Spesso e volentieri, infatti, si ritrovava a passeggiare alle ore più Impensate per il castello, alla scoperta di passaggi segreti e misteri. Putroppo però una notte, mentre era uscita per visitare il corridoio proito del terzo piano, fu scoperta dal professor Piton mentre faceva la sua ronda notturna. Appena la vide le labbra dell’uomo si incresparono in un ghigno malvagio. Finalmente avrebbe potuto riprendersi i punti concessi a lezione.
- Signorina Barker!
La ragazza sussultò per lo spavento. Si voltò verso il suo professore che si stava avvicinando puntandole sul volto la bacchetta usata per illuminare quel buoio corridoio.
- Spero che abbia una valida spiegazione per essere fuori dal suo dormitorio oltre l’orario.
Le disse con voce glaciale. Beatrix non si fece intimorire.
- Non riuscivo a dormire professore...
Rispose tranquilla guardandolo dritto negli occhi. Lui l’osservò un momento. Non riusciva a capire perché ma quelle iridi nerissime gli erano stranamente familiari. Questa cosa lo turbava parecchio. Si riscosse dai suoi pensieri e le rispose.
- Questa non è una ragione valida! Niente da il diritto ad uno studente di girovagare per i corridoi a quast’ora di notte! cinquanta punti in meno a grifondoro per aver infranto le regole e una settimana di punizione, a partire da domani sera, per lei. L’aspetto alle otto nel mio ufficio!
E così dicendo si voltò e tornò sui suoi passi. Beatrix tornò in dormitorio affranta e andò a dormire con il pensiero rivolto a quella settimana di punizione. Le prime quattro sere di castigo le toccò pulire a mano i calderoni, sventrare alcuni rospi e riordinare delle provette. La quinta sera Piton le chiese di aiutarlo a preparare la pozione anti-lupo.
- Sa come si prepara?
Le chiese con tono piatto aspettandosi una risposta negativa con conseguente spiegazione da parte sua. Lei sorrise.
- Certo professore!
Lui la guardò incuriosito da tanta conoscenza e arcuò un sopracciglio.
- Da chi ha preso l’attitudine a preparare pozioni signorina Barker?
- Da mio padre signore, lui è un grande pozionista...
Rispose lei illuminandosi d’orgoglio. Lui la guardò pensoso e poi annuì meccanicamente. Qualcosa nella sua mente si era agitato un momento a quelle parole. Cercò di non dare peso a quella strana sensazione di disagio e iniziò a preparare la pozione.


che ne dite?
 
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Valery_Snape
view post Posted on 13/4/2008, 16:24




CITAZIONE
che ne dite?

che vuoi che ti dica?....

.....CHE SE NON POSTI IN FRETTA TI CRUCIO ECCO COSA!!!!

bel chappy, brava brava brava!!! ^_^ ^_^ ^_^
 
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deny30
view post Posted on 13/4/2008, 16:35




eheh,seeev!!!sveglia!!quella è tua figlia!!mi piace troppo questa fic,continua presto!!!
 
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kikyo91
view post Posted on 13/4/2008, 18:33




che bello che bello che bello *.* e poi la cara Barker XD con il padrino barbiere a Londra *__* continua presto Ely, sono curiosissima!!!
comunque è scritta benissimo ed è scorrevole da leggere^^ veramente un piacere!
 
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view post Posted on 13/4/2008, 18:42
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padre e figlia che preparano una pozione..che dolzeeeee :P
 
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argella7891
view post Posted on 13/4/2008, 20:15




ma bellissimissima stellina!!!!proprio proprio carina!!!
mi piace la protagonista Beatrix è molto graziosa!!
solo una question: ha una ragione ben precisa per chiamarsi Bellatrix??
 
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silvia14
view post Posted on 13/4/2008, 20:29




CITAZIONE (titimaci @ 13/4/2008, 16:33)
che ne dite?

che questa storia è troppo carina!
aggiorna presto!
 
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titimaci
view post Posted on 13/4/2008, 20:46




allora...inanzitutto grashie mille a tutte!!!!!

CITAZIONE
e poi la cara Barker XD con il padrino barbiere a Londra

ogni riferimento a personaggi di Sweeny todd è "puramente casuale" muahahahaah!!!!!

CITAZIONE
padre e figlia che preparano una pozione..che dolzeeeee :P

eheheh!!! son carini vero? muahahah!!!!

grazie davvero a tutte voi!!!!!!!!
 
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Andùril Snape
view post Posted on 13/4/2008, 21:15




ci sei tu chevscrivi, che sei la mia stellina adorata...

c'è Sev papino che non lo sa...

c'è un vago riferimento a ST....


IO AMO GIÁ QUESTA FANFIC!!!
 
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342 replies since 11/4/2008, 20:03   4292 views
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