Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Il primo giorno, Seguito de "La prima sera"

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Camelia.
view post Posted on 5/11/2011, 01:10 by: Camelia.




Capitolo 12:


Percorsero tutto il corridoio e svoltarono a destra.
Un secondo corridoio, molto lungo, si parò davanti a loro e Alice spiegò che dovevano percorrerlo fino in fondo e poi prendere le scale che li avrebbero portati al secondo piano e all’aula di Trasfigurazione.
La Prefetto camminava svelta, ma non così tanto da rendere difficile seguirla e i bambini ebbero modo di parlottare tra di loro, commentando la loro prima lezione.
L’eccitazione albergava su ogni volto, il loro primo approccio con lo studio era stato non solo interessante, ma anche divertente. Certo, qualcuno era preoccupato per quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni, con Vitious e la verifica che aveva in serbo per loro. Ma la lezione era stata grandiosa, ecco!

Lily sprizzava gioia da tutti i pori, erano capitate tante cose di cui essere felice: si era fatta coraggio e aveva dato dimostrazione con la sua bacchetta davanti a tutti, aveva guadagnato un punto per la sua Casa, si era esercitata molto bene e aveva ricevuto i complimenti del professore.
E tutto questo era avvenuto al fianco di Severus, come nelle loro fantasticherie al parco! Anche se tutto era appena accaduto, non poté non ripercorrere con lui quei momenti magici, in tutti i sensi.
Severus, dal canto suo, si trovava nella stessa esaltante condizione emotiva di Lily. Quella lezione era stata un successo e il suo ricordo freschissimo cancellava gli attimi presenti; il bambino camminava come un automa, tutto preso dalle sensazioni elettrizzanti che aveva lasciato nella classe di Incantesimi e dai discorsi che stava facendo con Lily.

“Prima avevo paura, sai?” la bambina parlava con aria sollevata.
Sì, Severus lo sapeva.
Sapeva quanto Lily temesse che l’essere di nascita babbana potesse in qualche modo penalizzare il suo rendimento. L’aveva rassicurata tante volte, ma solo ora che lei si era misurata con la magia pratica (superando brillantemente la prova), si era davvero tranquillizzata.
Lily aveva sempre avuto la segreta angoscia di non essere all’altezza anche per via del fatto che Severus, oltre ad avere la mamma strega e saper tutto di Hogwarts, era anche molto avanti nella sua preparazione, avendo letto tutti i libri scolastici che aveva in casa.
Questo in realtà lo rendeva diverso da qualsiasi altro bambino del primo anno, ma Lily probabilmente pensava che chiunque non fosse babbano, sapesse comunque più cose di lei.

“Te lo dicevo io, che non avresti avuto problemi!” rispose Severus e Lily sorrise grattandosi la tempia, un po’ vergognosa per tutte le paure che si era creata da sola.
Poi, la bambina espresse ad alta voce un pensiero che martellava nella testa dell’amico.
“Dobbiamo proprio tornare in sala comune?” chiese piano, leggermente imbronciata. “Io volevo esercitarmi con te!”
Severus sentì i piedi sollevarsi da terra o forse era la sua mente che aveva preso a galleggiare leggera.
Chinò appena il capo, quel tanto che bastava perché i lisci capelli scuri gli scendessero come pudico sipario sulle guance magre che sentiva scottare. La punta del suo naso spuntava fuori, pallida.
Superati quei pochi secondi di gioia selvaggia e imbarazzo rispose:
“Anche io.”
E si costrinse a guardarla negli occhi.

Lily era contenta, ma anche amareggiata.
Si sentiva un po’ in colpa per essere finita a Grifondoro, dopo tutti gli anni in cui Severus, parlandole di Hogwarts, aveva avuto toni entusiastici per Serpeverde. Ma d’altra parte, il Cappello Parlante aveva fatto la sua scelta e lei non poteva farci niente. E nonostante fosse stata divisa dall’amico, era tuttavia sinceramente contenta per lui, perché era stato smistato proprio dove desiderava.
Certo, questo diminuiva in modo esponenziale il tempo che avrebbero potuto passare assieme.
Lily si trovava bene tra i nuovi compagni, a parte quei due esibizionisti di Potter e Black. Mary era simpatica, Alice -anche se più grande- era disponibile e gentile e la sera prima, nel dormitorio, Lily aveva chiacchierato molto anche con le altre compagne di stanza, trovandosi subito a proprio agio con loro. E che dire di Nick-Quasi-Senza-Testa che era tanto affabile e cordiale?
Decise che però avrebbe cercato di passare tutto il tempo disponibile con Severus, quando non fosse stata costretta a tornare in sala comune.

Al suo fianco, Severus aveva pensieri simili, anche se inframmezzati da punte di odio verso la Casa di Grifondoro.
Come poteva restare un po’ con Lily?
C’erano le lezioni, va bene. Ma le lezioni erano lezioni, non era come stare a giocare al parco, bisognava stare attenti, concentrati. Poi c’era da studiare e i momenti liberi che rimanevano andavano passati con la Casa di appartenenza.
Avrebbe rivisto Lily solo al momento dei pasti e, anche lì, sarebbero stati seduti a due tavoli differenti.
Hogwarts, che nei suoi pensieri e sogni era sempre stata il luogo in cui tutto sarebbe stato meraviglioso e condiviso con Lily, aveva tradito parte delle promesse che Severus si aspettava di veder esaudite.
La scuola avrebbe dovuto essere divisa tra gente a posto e persone antipatiche, ecco cosa, così Lily sarebbe stata assieme a lui e Potter e Black altrove, dove non avrebbero potuto dar loro fastidio.

In quel momento i due esibizionisti erano in fondo alla fila che sparavano scintille contro il soffitto, facendo a gara a chi le spediva più in alto o a chi colpiva gli elmi delle armature disposte lungo il muro.
“Ragazzi…” li ammonì Alice. “Non si deve disturbare nei corridoi, soprattutto mentre c’è lezione.”
Non era arrabbiata, ma qualcosa nella sua voce garbata riuscì comunque a farli calmare un po’. Se non altro smisero di schiamazzare, ma Severus ebbe l’impressione che se ci fosse stato Malfoy come Prefetto al posto di Alice, i due non sarebbero stati così ubbidienti.

Con sgomento ripensò al fatto che Black, agli occhi di tutti i suoi compagni di Casa e perfino di Lumacorno, fosse un Serpeverde mancato. Avrebbero potuto essere compagni e magari condividere la stessa stanza nel dormitorio! Rabbrividì al pensiero, ma si sentì peggio quando guardò Lily e si rese conto che lei era compagna di Black e stava per passare con lui un’intera ora nella stessa sala comune.
Qualcosa di pesante gli cadde nel petto. Non era giusto!

Il dolore della sera prima si ripresentò e mentre Severus sentiva vagamente Alice metterli in guardia a proposito di scale che si spostavano e gradini evanescenti al quarto piano, provò una stretta al cuore. Immagini confuse di un corridoio buio e di una corsa nell’acqua fecero sorgere in lui un’inquietudine terribile perché non definita.
Aveva sognato quella notte? Si stropicciò la fronte, cercando di ricordare.
Come un turbinio di foglie nel vento di novembre, alcune immagini gli vorticarono davanti agli occhi chiusi.
Rapide, inafferrabili.
Tobias, il corridoio dei dormitori, un ragazzo dal viso molto bello, Malfoy e il suo odio per i babbani, Lily in pericolo, la risata di Lily, Lily e i suoi capelli rossi, due guizzi rossi in uno sguardo ignoto, Lily su un’altalena, lo schianto di una bacchetta, un’aria pesante intorno a lui, un buio così denso che si poteva toccare…

“Severus?”
Il buio sparì di colpo e gli occhi di Severus si riaprirono, registrando una gradinata. Avevano percorso tutto il corridoio, stavano per salire al secondo piano e lui non se ne era nemmeno accorto.
“S-sì? Lily?”
Pronunciare il suo nome gli fece scoprire che dalle alte finestre alla loro sinistra filtrava il sole. Respirò a fondo per calmarsi.
“A che stavi pensando?” sorrise lei.
“Oh… alla lezione” mentì.
Ora salivano i gradini di una scala spaziosa (ferma, per fortuna) che conduceva al secondo piano.
“Vitious mi sta molto simpatico!” dichiarò Lily. “E a te?”
“Sì.”
Beh, non era la simpatia che aveva colpito Severus, a dire il vero, ma il fatto che il professore gli era parso competente e capace. E questo era quello che contava in un docente.

“Questo è l’ufficio della professoressa McGranitt...” Alice indicò una porta all’inizio del nuovo corridoio “…mentre l’aula di Trasfigurazione è la terza, laggiù” concluse fermandosi.
“Ora che sapete dove si trova, tornate pure nelle vostre sale comuni e trovatevi qui fuori tra un’ora, d’accordo? Adesso devo lasciarvi e andare a Rune Antiche. Ciao, buona lezione!” concluse, con un sorriso incoraggiante, perché i bambini non sembravano molto convinti di venir lasciati soli e si raggruppavano come per stare più stretti gli uni con gli altri.

Severus si guardò intorno, febbrilmente. Era già arrivato il momento di separarsi da Lily?
Anche lei era estremamente dispiaciuta e non sapeva che dire. Cincischiò un po’ con il piede mentre attorno a loro i bambini si separavano: i Grifondoro in avanti lungo il corridoio per raggiungere i piani superiori e la loro torre, mentre i Serpeverde facevano dietro-front, per scendere fino alla Sala d’Ingresso e da lì poter raggiungere i sotterranei.

“Vieni, Lily?” fece Mary.
Severus la guardò con odio e la bambina si ritrasse lungo il muro.
“Beh…” cominciò Lily, guardando Severus con occhi tristi “…mi dispiace, devo andare”.
La sua voce era un sussurro.
Mary intanto si era incamminata con gli altri e volgeva la testa indietro per capire cosa stava facendo Lily. Severus osservò i Grifondoro camminare in gruppo, guidati da Potter e Black che di nuovo avevano preso a produrre fasci di scintille con le loro bacchette, ma si guardavano bene dal parlare a voce alta. Non erano così sbruffoni a un passo dalla McGranitt, rifletté Severus con una smorfia.
“Ma tra un’ora ci rivediamo!” continuò Lily, cercando di essere più allegra. “E possiamo anche prendere i libri per la lezione di Trasfigurazione!” aggiunse.
Già, i libri…
Ma certo! I libri!! Ecco la soluzione!

***


“E il resto del tempo che si fa?” gli aveva chiesto Lily, un giorno di primavera inoltrata.
Un venticello gentile e tiepido piegava i fili d’erba, il parco era un tripudio di verde, fiori e bambini urlanti, ma loro stavano appartati in un angolino tranquillo.
“Quando non c’è lezione?” domandò lui.
“Sì.”
“Beh, si studia e si fanno i compiti in sala comune.”
“Ma si può andare fuori?”
“Fuori dalla scuola intendi?”
“Sì.”
“Al terzo anno avremo il permesso di andare ad Hogsmeade, qualche volta. E’ l’unico villaggio completamente magico che c’è vicino alla scuola.”
Lily era molto interessata, l’idea di un villaggio abitato solo da persone non babbane era bizzarra e curiosa, ma Severus stava continuando:
“I primi due anni invece si può stare solo all’interno del territorio della scuola. Ma è molto grande, sai? Più di questo parco, molto di più! C’è una foresta e c’è anche un lago immenso. Mia mamma dice che è abitato dalle sirene…”
Lily trattenne rumorosamente il fiato, gli occhi spalancati.
“…e da una piovra gigante.”
Lily si portò le mani alla bocca, ma lo sguardo serio dell’amico la calmò.
“Le sirene…” ripeté lentamente, abbassano le mani in grembo.

(Quella sera, quando Severus fece ritorno a Spinner’s End e guardò il fiumiciattolo grigio e sporco che passava poco lontano da casa sua, pensò amareggiato che lì creature acquatiche affascinanti proprio non ce n’erano. Prese a calci dei sassi, dirigendosi verso l'abitato, e chiuse gli occhi per non vedere i ratti che camminavano sulle sponde, riascoltando mentalmente la voce sognante di Lily che diceva “Le sirene…”)

“E la scuola ha anche una grande biblioteca. Gigantesca!” proseguì Severus allargando le braccia. “Ci sono migliaia e migliaia e migliaia di libri di magia.”
Al pensiero gli brillarono gli occhi scuri, velati di eccitazione.
Lily aveva abbassato il capo.
“Tu sai già così tante cose…” aveva iniziato.
“Anche tu le saprai” ribatté lui con forza e lo sguardo intenso con cui la fissò calò su di lei come una calda coperta rassicurante.

***


Severus alzò di scatto la testa, gli occhi neri spalancati e fissi nello sguardo chiaro di Lily che, spostandosi dalla fronte una ciocca di capelli, guardò l’amico con espressione interrogativa.
Severus cercò Alice con lo sguardo e la individuò quasi in fondo al corridoio.
“Dobbiamo chiederle se…” cominciò, parlando velocemente e allungando una mano sul braccio di Lily.
“Ehi, Piton, che fai? Non vieni?”
La voce di Avery suonava innocente alle loro spalle, ma a Severus bastò uno sguardo rapido per cogliere un leggero sorrisetto sulla bocca del compagno.
“No, noi… Veramente noi…” balbettò, odiandosi per questo.
Si rivolse sottovoce a Lily, quasi mangiandosi le parole per la fretta:
“Chiedi alla vostra Prefetto se possiamo stare in biblioteca e chiedile dov’è!”
Lily si illuminò e annuì con forza; aveva capito e si allontanò in direzione di Alice e dei Grifondoro.
Severus non poté ammirare i suoi capelli rossi che si incendiavano ad ogni passaggio accanto a una finestra, perché rimase ad affrontare i compagni di Serpeverde.
“Noi volevamo studiare un po’ in biblioteca” annunciò, muovendo qualche passo verso di loro.
Il sorrisetto di Avery si fece più marcato, mentre Mulciber sbottò: “Cosa? In biblioteca?”
Ebbe un moto di repulsione.
“Ma è il primo giorno, per la barba di Merlino! Sai già tutti i libri a memoria, quanto vuoi leggere ancora?”
Era incredulo. Quel Severus Piton non era un secchione, era semplicemente fuori di testa. Studiare… bleah.
“Io non ci voglio andare, eh?” chiarì, rivolto ad Avery, come temendo che l’amico volesse unirsi a Severus e a quella lì di Grifondoro.
Oltretutto aveva il sospetto che fosse una babbana, da come Avery ne aveva parlato quando si erano accomodati per la colazione.
Che cosa ci trovava Piton, poi…
“No, no. Nemmeno io voglio andare in biblioteca” lo rassicurò dolcemente Avery, che gli fece cenno di seguirlo dietro i compagni che stavano scendendo le scale.
Voltandosi disse: “Beh, se non potete andarci, ti aspettiamo in sala Comune…”
Severus stirò le labbra con un lieve cenno del capo.

Rimasto solo in mezzo al corridoio, si girò e vide Lily che parlava con Alice; aveva superato i compagni che ora però la stavano raggiungendo e notò che Potter e Black nascondevano le bacchette nella veste, con la Prefetto così vicina.
“Dille di sì, dille di sì…” pregò febbrilmente Severus fissando la ragazza, senza osare avvicinarsi, fermo in mezzo al corridoio.
Temette che Alice potesse fare delle difficoltà e che li avrebbe costretti a tornare nelle rispettive sale comuni. Immaginò di tornare dai Serpeverde, solo e scornato. Immaginò lo sguardo di Avery e il suo sorrisetto mentre, sprofondato in una poltrona, lo accoglieva con un mellifluo:
“Non avete potuto studiare assieme, eh?”

Avery in fondo somigliava a Black.
Severus si sentiva sempre in difficoltà di fronte a loro, o meglio, qualcosa nel loro contegno e nei loro modi di fare faceva sorgere in lui un sentimento di inadeguatezza, anche se sapeva di essere migliore di loro. Per qualche oscura ragione però, era come se dovesse sempre dimostrarlo.
Osservò irritato Black che si fermava poco distante da Lily, subito imitato da Potter. La Prefetto gesticolava, indicando qualcosa... forse stava spiegando a Lily come raggiungere la biblioteca!
Lily guardò nella sua direzione proprio in quel momento, annuendo con un saltello e Severus esultò. Ce l’avevano fatta, potevano passare quell’ora assieme!

Piton si mosse lungo il corridoio e vide Alice fermare la fila e dire qualcosa a tutti i bambini, probabilmente per verificare se qualcun altro volesse seguire Lily; vide poi Potter e Black lanciargli un’occhiata maligna, scorse il ragazzino grasso osservare avido il comportamento dei due e un bambino magro e dall’aria malaticcia che dopo aver debolmente osservato la scena, tornava in fila con gli altri, che in massa ripresero a camminare.
A quanto pareva, anche i Grifondoro la pensavano come Mulciber a proposito dello studiare alla seconda ora del primo giorno.
Alice sparì sotto un arazzo.
A Severus sembrò che Mary indugiasse a chiedere qualcosa a Lily e per un attimo temette che si sarebbe unita a loro; si sentì a disagio, voleva andare in biblioteca con la sua amica da solo! Ma poi vide i ricci scuri di Mary tornare nel gruppo dei Grifondoro in marcia, non senza che la bambina gli lanciasse un’occhiata che lui ricambiò, rigido.

Lily stava correndo verso di lui e Severus, al settimo cielo, stava muovendo qualche passo nella sua direzione quando vide una bacchetta puntata contro di lui e uno spruzzo dorato.
L’attimo dopo si ritrovò ansimante, con la bacchetta in mano, il braccio tremante e la fronte contratta. Aveva intercettato le scintille di Potter alle spalle di Lily e una rabbia feroce gli irrigidiva ogni muscolo.

Il silenzio fu rotto dalla risata forzata di Black, che si avvicinava con un fare disinvolto e beffardo che non riusciva però a mascherare del tutto la sorpresa per una reazione tanto fulminea e precisa. Anche James era rimasto colpito, ma si unì allo scherno di Sirius rivolgendosi sarcastico a Piton:
“Ma che bravo che sei Mocciosus, alla prossima lezione di Incantesimi prenderai un altro bel punto!”

Lily si era fermata di botto quando aveva visto il sorriso dell’amico fermo in mezzo al corridoio tramutarsi in una smorfia: l’aveva visto sfilare la bacchetta dalla veste e puntarla verso di lei. Una frazione di secondo dopo aveva avvertito un piccolo scoppio sordo sopra la sua testa e istintivamente aveva incassato il capo tra le spalle. Quando lo ebbe rialzato, vide sopra di lei le scintille piovere placide e lente verso il basso, dissolvendosi nella caduta, e si accorse di Potter e Black.
Immediatamente comprese.
Furente, voltò il capo verso i compagni, troppo adirata per riuscire a parlare, gli occhi di un verde intenso come non mai.
Ma quei due continuavano a ridacchiare, anche se sottovoce, dato che l’aula di Trasfigurazione era a un passo.

Poi la voce di Severus si levò, sussurrata ma chiara: “Se voi prendeste un punto per ogni scemenza che fate, Grifondoro vincerebbe di certo la Coppa delle Case, a fine anno.”
Non si accorse che Lily si morse il labbro.
Ovviamente approvava che Potter e Black venissero messi in riga, ma Grifondoro era anche la sua Casa e questo le procurava un certo conflitto interiore.
“Senti senti…” ghignò Potter.
Sirius mosse un passo verso Severus e soffiò, ringhioso: “Sarebbe solo un onore battere Serpeverde.”
“Perché non ve ne tornate in sala comune?” si inserì Lily. “Non è permesso stare in giro.”
“E voi allora?”
Potter assunse il tono di chi sta spiegando una cosa ovvia e aggiustandosi gli occhiali sul naso disse:
“Evans, forse non te ne sei accorta, ma ci siete anche voi in giro.”
“Noi adesso andiamo in biblioteca!”
“Sì… che bravi” sbadigliò Sirius.
E, preso James per un braccio, si allontanarono lungo il corridoio in un tripudio di scintille, svoltando poi a destra.

Severus era nervosissimo. Non li sopportava quei due!
“Dai…” cominciò Lily. “Lasciali perdere, sono due stupidi!”
Osservava l’amico, trepidante; Piton aveva ancora lo sguardo puntato sul punto in cui Potter e Black erano spariti.
Ora il corridoio era invaso dal silenzio e due lunghe ombre si allungavano sul pavimento. Poi, una delle due prese per mano l’altra e lentamente i due bambini presero a camminare, due macchie scure appena fruscianti.
La luce delle finestre accendeva i capelli della bambina e faceva risaltare il pallore giallastro del bambino contro il nero delle divise.
“So dov’è la biblioteca!” sussurrò eccitata Lily.

E tutto tornò meravigliosamente bello.

Edited by Camelia. - 28/7/2013, 00:21
 
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