Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

Il primo giorno, Seguito de "La prima sera"

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Camelia.
view post Posted on 17/8/2011, 18:26 by: Camelia.




Capitolo 9:


Per Salazar… eccola. La sua voce, sembravano anni che non la sentiva!
Severus si voltò, pregustando la visione di una massa di splendidi capelli rossi e… vide Lily assieme a un’altra bambina. Il sorriso gli morì sulle labbra. Perché non era da sola? Lanciò uno sguardo non proprio benevolo alla sua compagna.
“Lei è Mary!” cominciò Lily allegramente, gli occhi che brillavano.
“Siamo nello stesso dormitorio, e lui…” sorridendo fece un gesto nella sua direzione “è Severus, te ne ho parlato ieri sera!” disse tornando a guardare la compagna.
La bambina dai ricci capelli scuri tese la mano, un po’ incerta, intimorita dalla freddezza e dall’aria ostile di quel bambino pallido, con un naso decisamente troppo grande per la magrezza del suo viso.
“Mary… Mary McDonald” bofonchiò.
Severus guardò Lily, radiosa nella divisa che, pensò lui con immenso dispiacere, portava lo stemma sbagliato, e si sciolse un pochino di fronte a quegli occhi che sprizzavano felicità. Strinse appena la mano di Mary, “Severus Piton”, e subito la lasciò.
“Beh, io vado dentro allora…” disse a disagio la bambina. Era chiaro che Severus voleva rimanere da solo con Lily.
“Tienimi un posto vicino a te!” fece gaia Lily e Piton non poté che indispettirsi un po’.

Invidiava quella Mary, ecco. Si era presa dei momenti irripetibili e preziosissimi con Lily che dovevano essere suoi: il dopocena, la sala comune e quegli occhi verdi che si sgranavano di fronte a tutte le novità della prima sera... E che bisogno c’era di fare colazione? Lui non sentiva affatto la fame, non ora che Lily era finalmente arrivata.

Stava per dire qualcosa, quando lei lo investì, afferrandogli le mani, raggiante, come quando al parco gli voleva rivelare qualcosa di bello:
“Severus, qui è magnifico! Ed è tutto strano! Lo sai che per entrare nel nostro dormitorio dobbiamo dire una parola d’ordine a un quadro? C’è una signora grassa vestita di rosa e… si muove! Tutti i quadri si muovono qui! Li hai visti? E parlano!”
Severus considerò i quadri foschi appesi nella sala comune di Serpeverde, nonché i ritratti dei passati Prefetti nel corridoio della sua camera, e veloci immagini frammentarie di cornici, bacchette e occhi rossi gli nascosero per un attimo il volto eccitato di Lily. Che continuava, in preda a un’euforia che le faceva accavallare le parole:
“…ma prima siamo rimasti bloccati su una scala per almeno dieci minuti, non si voleva spostare, sai? Ma c’erano così tante cose da guardare e le persone nei quadri hanno cominciato a chiacchierare con noi e Nick-Quasi-Senza-Testa è venuto a tenerci compagnia, ci ha raccontato un sacco di cose… Ah! Nick-Quasi-Senza-Testa è il fantasma di Grifondoro, se dopo lo vedo te lo faccio conoscere, è molto simpatico!”
Severus ripensò allo spettro che aveva visto attraversare la sua sala comune, la sera prima. Forse era meglio non presentarlo a Lily, non dava l’impressione di essere “simpatico”. Anzi, dava proprio l’idea di voler essere lasciato in pace, il Barone Sanguinario.
“…e poi finalmente le scale si sono spostate e siamo potuti entrare nella sala comune” proseguiva Lily, felice.

Severus non la interrompeva, era troppo contento di rivederla, di vederla così allegra, di poterla guardare di nuovo e... di sentire le proprie mani nel tepore delle sue.

Studenti grandi e piccoli sciamavano a gruppi o a coppie nella Sala Grande, le loro chiacchiere scivolavano attorno ai due bambini, troppo presi l’uno dall’altra per accorgersi del movimento che ora animava la Sala d’Ingresso.
“Il nostro dormitorio è in una torre e dalla mia finestra si vede un panorama splendido…”
Lily si bloccò, colpita da un improvviso pensiero.
“Oh… come vorrei che papà e mamma potessero venire qui qualche volta!” disse con un velo di malinconia.
“Penso che piacerebbe anche a Petunia” rifletté.

Eh no, Petunia no! Ancora? Possibile che Lily riuscisse a pensare a lei anche ad Hogwarts?
Lily lo guardò e Severus si diede un contegno.
Si schiarì la voce.
“Credo… credo che i tuoi genitori…” (evitò di nominare Petunia) “…non potrebbero neppure vedere Hogwarts…” azzardò, cercando di non ferirla.
“Sì, lo so” fece Lily, improvvisamente triste. “Me l’hai detto una volta che i babbani non possono vedere il castello…”

Severus era ben felice di questa particolarità del castello, tuttavia cercò qualcosa da dire per consolarla, ma proprio in quel momento fu placcato da qualcuno al grido di “Ehi secchione!” e perse il contatto con le mani di Lily.
Mulciber si staccò da lui, che non era caduto a terra solo perché Avery gli aveva dato una spinta dal lato opposto dicendo con una gran risata:
“Eh già, meno male che i babbani non ci vedono!”
Evidentemente aveva colto le ultime parole di Lily.

I quattro rimasero qualche secondo a guardarsi, Lily sorpresa, Avery e Mulciber curiosi di capire chi fosse quella… Grifondoro!, che avevano visto tenere le mani del loro compagno e Severus decisamente imbarazzato.
“Chi sei?” fece brusco Mulciber che, tanto per cambiare, aveva posato il gomito su una spalla di Piton e gli stava addosso con tutto il suo peso. Severus cercò di rimanere dritto.
“Mi chiamo Lily Evans” rispose lei, vagamente indispettita per il tono poco gentile della domanda e chiedendosi cosa mai aveva voluto dire Avery, che ora la squadrava con uno sguardo che a Severus non piacque per niente.
Era sicuro che avesse capito che era babbana.
Gli parve di cogliere della tensione nell’aria e sperò con tutto se stesso che Lily non se ne accorgesse. La spiò, ansioso, ma sul suo volto vide solo stupore, perplessità e una lieve riprovazione per l’invadenza dei suoi due compagni.
Per un terribile momento temette che Avery l’avrebbe chiamata “sporca babbana” e si sentì sprofondare.

Ma Avery, staccando finalmente gli occhi da Lily e facendo un sorrisetto a Piton, disse a Mulciber:
“Dai, andiamo a fare colazione…”
“Sì, ho una fame!” rispose l’altro, con entusiasmo, fregandosi le mani.
“Ti teniamo un posto…” disse Avery e, dando le spalle a Lily, articolò un silenzioso ma inequivocabile “...Mezzo Prince”, con un ghigno sulle labbra.

I due si allontanarono prima che Severus potesse presentarli.
Lily guardò Severus interrogativa e, lanciando loro un’occhiata, vide i due Serpeverde entrare in Sala Grande parlottando fitto e voltandosi un paio di volte verso di loro, ridacchiando.
“So-sono i miei compagni di stanza…” cominciò Severus, mentre l’algido Nott e alcune ragazze, tra cui la Carrow, passarono loro vicino con sguardi indagatori.
“Ah.”
“Avery e Mulciber.”
“A-ah...” Lily era perplessa.
Guardò verso la Sala Grande e poi posò di nuovo gli occhi su Severus, scostandosi una ciocca di capelli dal viso. “Sono… Cosa voleva dire quello magro con Meno male che i babba…
Ma Severus fu più rapido e disse contemporaneamente, ansioso di cambiare discorso:
“Non ti ho detto che il nostro dormitorio è tutto invaso da riflessi verdi, per via dell’acqu…”
Lily spalancò gli occhi.
“Ah sì! Me lo dicevi che si trova sotto il Lago Nero, giusto?”
Rise.
“Mi sa che questo castello è così grande che non riusciremo mai a conoscerlo tutto! Alice ci ha detto che dobbiamo metterci a esplorarlo solo dopo aver imparato le vie più brevi per arrivare alle aule. Alice è la nostra Prefetto: è stata molto carina ieri sera in sala comune. Ci ha spiegato un po’ di cose e poi ci ha accompagnate tutte nei dormitori, noi del primo anno.”
Lily sorrise.
“Sai, Severus, stamattina volevo scrivere a casa e raccontare tutte le cose meravigliose che ci sono capitate ieri, ma ho fatto un pasticcio con la piuma. Guarda!”
E mostrò a Severus un paio di dita tutte nere d’inchiostro.
“Non ti preoccupare” disse lui, sorridendole a sua volta.

***


Lily era rimasta molto sorpresa quando Severus le aveva detto che a Hogwarts si usavano piume e inchiostro.
Le aveva promesso di farle vedere come funzionavano e una volta tornato a casa si era precipitato a cercare tra le cose appartenute alla vita di studentessa di Eileen. Una piuma l’aveva trovata, anche se un po’ malridotta, e anche una boccettina d’inchiostro, che però si rivelò essere una massa scura secca e solidificata. L’aveva lasciata lì e aveva strappato un pezzo di pergamena pulita da quelli che sembravano vecchi appunti su come trasformare un cuscino in un gatto.

Quando aveva rivisto Lily, al parco qualche giorno dopo, l’aveva accolta sventolando piuma, pergamena e una ciotola. Aveva raccolto dei mirtilli mentre l’aspettava e si divertirono a schiacciarli per ricavarne un succo scuro, in cui Severus intinse la piuma prima di porgerla a Lily.
Lei, la bocca schiusa nella concentrazione, aveva provato a tracciare qualche parola sul pezzo di pergamena posato sul sedile di una panchina, ma all’inizio furono più le macchie che non le lettere.
“È difficile” aveva mormorato lei, la fronte corrugata.
Ma già dopo una ventina di minuti, anche se con le dita viola, aveva acquisito un po’ più di sicurezza.

Avevano poi passato il pomeriggio a cercare per terra penne di merlo o di tortora; non sarebbero state grandi abbastanza come quella di Eileen, ma potevano andare. Ci avevano messo un bel po’ a trovarne una e dovettero ringraziare l’assalto di un gatto a un merlo se alla fine Lily tornò a casa con la sua piuma. Severus le aveva spiegato come tagliare la punta e da allora Lily, ogni giorno, che fosse a casa o al parco, da sola o con lui, dedicava un po’ di tempo a fare pratica.
A Severus piaceva moltissimo osservare il suo viso attento e concentrato, mentre tracciava segni sulla carta. Sarebbe rimasto ore a guardarla.

***


“Mi ero svegliata presto per scrivere la lettera…” stava raccontando Lily “…solo che a un certo punto ho visto passare davanti alla finestra un uccello grandissimo, con le penne rosse e dorate, non ne avevo mai visto uno così! E allora sono andata alla finestra per vedere meglio, e non mi sono accorta che avevo la piuma ancora in mano, così mi sono sporcata le dita!” spiegò, strofinandosi una macchia scura sul pollice.
“Non sono riuscita a farla andare via, e sì che sono rimasta mezz’ora a strofinarmela col sapone!”

Severus la guardò con infinita dolcezza.
Senza una parola, le prese delicatamente la mano e si sfilò la bacchetta dalla veste. In fondo, la sera prima aveva spento delle fiamme, quanto poteva essere difficile un piccolo incantesimo domestico che aveva visto sua madre fare pochissime volte -millenni fa, ora che ci pensava- ma che comunque aveva letto su un libro, anche se di sfuggita?
Puntò la bacchetta sulle dita di Lily e disse: “GRATT…
“Santo cielo Evans!” risuonò una voce falsamente scandalizzata.
“Ti stai facendo incantare da un Serpeverde?”
Severus alzò lo sguardo e Lily si voltò.
A parlare era stato il ragazzo antipatico del treno, quello con gli occhiali. E accanto a lui rideva beffardo Black.
“Mi sta aiutando” li informò Lily, piccata.
Severus si irrigidì e guardò i due Grifondoro con odio. Eccoli lì, spavaldi e tronfi, a spalleggiarsi come due deficienti.
“Oh, Evans, per tutti i folletti…” fece Black, scuotendo vigorosamente il capo “…ma con tuuuuutti i maghi che ci sono qui, devi proprio farti aiutare da Mocciosus? Potrebbe incantarti il braccio e fartene nascere due… o magari tagliarti le dita… non vedi che quel naso gli ostruisce la visuale?”
Scoppiò a ridere e il ragazzo con gli occhiali rise fortissimo anche lui, al suo fianco, dandogli di gomito.
“Invece vedo benissimo che siete due idioti” replicò Severus, cercando di mantenere la voce calma mentre la rabbia gli ribolliva dentro.
“O-oh!!” lo derisero i due.
“Potter, Black…” Lily si era spazientita “perché non ci lasciate in pace? Andate a fare colazione, invece di darci fastidio!”
“Ai tuoi ordini, Evans!” e James scattò sull’attenti, provocando un altro irrefrenabile scoppio di risa in Sirius.
“A-andiamo sì” disse Black a fatica, tenendosi la pancia e avviandosi verso la Sala Grande.
“Non volevamo interrompere niente comunque” continuò maligno, con uno sguardo eloquente alla mano di Lily in quella di Severus.
Un lieve imbarazzo colse i due alla sprovvista mentre Potter sghignazzava più che mai.
Le mani di Lily e Severus si separarono e lui con uno scatto si voltò verso i due Grifondoro, stringendo forte la bacchetta.

“Ohhh, ma chi abbiamo qui?” li interruppe una voce gioviale e i quattro bambini videro ai piedi delle scale un professore grasso e con folti baffoni spioventi.
“Giovani virgulti!” proseguiva ilare l’uomo, avvicinandosi, e Severus riconobbe Lumacorno.
L’insegnante di Pozioni! Il Direttore della sua Casa!
“Oh oh oh, giovani virgulti e già ansiosi di fare magie, a quanto vedo!” proseguì gaiamente l’uomo adocchiando la bacchetta nella mano di Severus.
“Chi siete, miei cari?” domandò con le dita infilate nelle taschine di un impeccabile panciotto viola scuro e fissandoli con una curiosità quasi avida.
“Lily Evans, signore.”
Il professore la guardò e parve concentrarsi su qualcosa, ma si distrasse sentendo:
“Severus Piton, signore.”
Severus si accorse che il professore, perplesso, aveva comunque avuto uno sguardo di approvazione notando lo stemma di Serpeverde sulla sua divisa.
“James Potter, signore” rispose l’occhialuto e Lumacorno strinse appena gli occhi, benevolo. Aprì la bocca ma…
“Sirius Black” concluse il ragazzino dall’aria spavalda.
“Ohhhhhh!!” il grido del professore fu particolarmente acuto. “Un altro Black a Hogwarts!”
Un sorriso gli si allargò da un orecchio all’altro.
“Carissimo ragazzo!”
Severus provò un’invidia bruciante.
“Carissimo ragazzo, è davvero un piacere averti qu… oh, per la barba di Merlino! Ma sei un Grifondoro!” esclamò il professore, sinceramente stupito.
Un velo di delusione gli appannò gli occhi e Severus si ringalluzzì. Ma per poco, perché Lumacorno posò un braccio sulle spalle di un seccatissimo Black e lo spinse verso la Sala Grande. Potter li seguì, non dopo aver lanciato un ultimo sguardo sfacciato a Severus.
“Che peccato, caro ragazzo, che peccato… ho avuto parecchi membri della tua famiglia nella mia Casa…” la voce del professore svanì inghiottita dalle chiacchiere della Sala Grande.

Lily e Severus, rimasti soli, si guardarono.
“Chi è?” chiese lei.
“È il professor Lumacorno, insegna Pozioni.”
“La tua materia preferita!” esclamò Lily, sorridendo.
Tutte le volte che avevano parlato delle materie di studio a Hogwarts, si era accorta del particolare interesse dell’amico per Pozioni.
Severus sorrise di rimando, di nuovo rilassato.
Certo, ci era rimasto male dell’interesse di Lumacorno verso quell’odioso di Black, ma avrebbe dato modo al professore di accorgersi anche di lui, prima o poi.
“Che antipatici quei due” si sfogò Lily sbuffando e Severus provò una gioia sfrenata.
“Ieri sera in sala comune non hanno fatto altro che confusione!”
Alcuni ragazzi scesero le scale correndo. Si stava facendo tardi, la Sala Grande era quasi piena.
“Forse è meglio se entriamo” suggerì Lily. “Alice ci ha detto che i Direttori delle Case devono darci gli orari delle lezioni.”
“Sì” rispose Severus, ma appena Lily mosse un passo verso la Sala Grande:
“Aspetta!” disse, e le afferrò dolcemente la mano.
GRATTA E NETTA” formulò, scandendo piano le parole e concentrandosi, la bacchetta puntata sulle macchie d’inchiostro. Le macchie presero a restringersi, diventarono sempre più piccole fino a sparire e Lily, che aveva osservato attentamente l’operazione, alzò gli occhi su Severus, incantata.
“Grazie Severus!”
E lo strinse in un abbraccio spontaneo e bello. Severus sarebbe rimasto lì per sempre.

Edited by Camelia. - 26/7/2013, 00:26
 
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