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2015- The Muggle War

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Natalie_S
view post Posted on 18/4/2011, 10:53 by: Natalie_S




EPILOGO


1 Settembre 2017

Hogwarts, Sala Grande



Liz osservò con sospetto i quattro tavoli davanti a lei.

Erano pieni di ragazzini che parlottavano tra loro eccitati, indicando il soffitto, incantato per riprodurre il limpido cielo della giornata autunnale, le divise con i cravattini colorati, e gli occupanti delle altre tavolate.

Si sentiva vagamente intimorita.

Non c’erano solo adolescenti per fortuna: molti soldati già adulti dell’Accademia avevano deciso di tornare a scuola per completare la loro istruzione magica; inoltre, visto che durante il regno di Voldemort i maghi venivano educati a casa, anche i ragazzi delle famiglie di maghi erano stati inseriti nei vari anni non a seconda dell’età ma della preparazione.

Sarebbe stata una bella sfida per tutti gli insegnanti.

Insegnante… caspita! Non si era ancora abituata all’idea.

Era passato un anno dalla battaglia finale che aveva visto la fine di Voldemort, proprio in quella stanza.

Liz era stata congedata con una medaglia al valore (come Monk, Chandra, Cillian e molti altri, del resto) e una liquidazione (piuttosto misera, a dire il vero), e per la prima volta nella vita si era trovata libera di scegliere dove andare e cosa fare. Era stato… sconcertante.

Mai quanto lo scoprire che tra Cillian e Chandra avevano iniziato ad uscire insieme, certo.

Liz era felice per loro, ma si era sentita vagamente imbarazzata a riguardo. Aveva una gran voglia di togliersi di torno.

Era rimasta in patria quel tanto che bastava per testimoniare al processo contro alcuni Mangiamorte e a far scagionare Draco Malfoy (il tizio che l’aveva aiutata a uscire dal labirinto dei sotterranei: aveva scoperto dopo il processo che era una specie di pezzo grosso del mondo dei maghi. Ah, però!), poi era tornata dai genitori, a cui non sembrava vero che la figlia finalmente non fosse più in un quotidiano pericolo mortale, e per un po’ aveva vissuto con loro in Francia.

Aveva iniziato a lavorare come cuoca (con il suo allenamento in Pozioni, imparare le varie ricette era stato uno scherzo), poi dopo qualche mese aveva iniziato a viaggiare. Era molto tempo che desiderava farlo: era stata a Praga, in Russia, in India e infine aveva visitato gli Stati Uniti.

Si era mantenuta lavorando in bar e ristoranti qua e là, e nel complesso era stato un periodo interessante.

Ma le mancava qualcosa: aveva aspettato quel momento per tanti anni, e invece alla fine desiderava solo tornare a casa.

E per casa, intendeva la Gran Bretagna.

Così, quando un gufo molto provato dal lungo viaggio l’aveva raggiunta su una spiaggia californiana, aveva aperto la lettera con lo stemma di Hogwarts e aveva sorriso nel riconoscere la scrittura familiare del Preside.

Non era stata molto a pensarci su: aveva subito accettato la proposta, e quindi eccola lì, nella Sala Grande, ad osservare preoccupata i suoi futuri studenti di Pozioni.

Sperava che non fossero troppo bravi, a dire la verità: e se ce ne fosse stato qualcuno degli ultimi anni più preparato di lei? Magari qualche spocchioso maghetto purosangue…

Liz represse un brivido. Be’, poteva sempre assegnare punizioni e togliere punti a chiunque l’avesse contestata! Ah! Oderint tum metuant!

Non sarebbero stati tanto propensi a farle domande difficili se avessero avuto paura della sua reazione, pensò sollevata, e poi la disciplina… no, no, un momento, che stava facendo?

Non poteva iniziare a programmare le punizioni dal banchetto di inizio anno! Era poco educativo!

Sarebbe andato tutto bene, si disse, al massimo avrebbe fatto qualche corso di aggiornamento. Ecco, tutto lì.

Doveva essere matura e imparziale, pensò, respirando a fondo per tranquillizzarsi: tra l’altro, aveva anche scoperto che sarebbe stata la direttrice di una casa, Serpeverde.

Un lavoretto extra di tutto riposo, le avevano assicurato.

Per qualche motivo, non ne era tanto convinta.

Notò una figura familiare che si avvicinava al tavolo degli insegnanti: Kieran Wilson, che avrebbe insegnato Trasfigurazione e diretto la casa di Corvonero.

Anche lui sembrava nervoso, nonché vagamente fuori posto in giacca e cravatta.

-Eilà Liz- la salutò –Lo sai che mi hanno detto che ci sarà un campionato di Quidditch, una specie di calcio volante. -

-Ah sì?- commentò lei, un po’ sorpresa da questa novità.

Kieran annuì:-La squadra di Corvonero era piuttosto famosa per la sua bravura. Dovrò cercare di mettere insieme una bel gruppo per tenere fede alla fama e vincere la coppa, giusto?-

-Ehm… sì, vedremo!- fece Liz con un sorriso sghembo, prendendo mentalmente nota di setacciare tutta Serpeverde per trovare dei campioni di Kiddish, o come cavolo si chiamava questo sport.

Non poteva certo permettere che la sua casa non fosse all’altezza!

I due si salutarono e Liz tornò al suo posto.

Aveva saputo che negli anni successivi ci sarebbe stato a quel punto uno smistamento, ma, dal momento che quell’anno erano tutti nuovi e ci sarebbe voluto molto tempo, gli studenti erano già stati smistati nel pomeriggio.

Sentendo dei passi alle sue spalle, si voltò e vide la tenda che copriva il passaggio dietro il tavolo degli insegnanti spostarsi: era arrivato il Preside, Severus Snape.



Snape entrò nella Sala Grande appoggiandosi al bastone, e zoppicò fino al posto riservato al Preside.

La gamba non sarebbe mai guarita, e sarebbe rimasta rigida per il resto della sua vita; ma dopotutto, era già abbastanza fortunato ad essere vivo.

Dopo la battaglia ad Hogwarts si era risvegliato in un ospedale babbano, dove era stato ricoverato d’urgenza.

Era stata Liz, con l’aiuto del dottor Donaldson, a mettere insieme la pozione che aveva fermato l’emorragia: un misto di dittamo, pozione rimpolpasangue, coagulanti babbani e globulina antiemofilica.

Brava ragazza, pensò, con un sussulto di orgoglio didattico.

I mesi successivi erano stati densi di attività: era stato ricostituito un governo provvisorio, comune per la comunità magica e quella babbana, e tutte le istituzioni erano state riorganizzate.

Neville Longbottom era stato eletto Primo Ministro, e stava rimettendo in sesto la nazione, prendendo anche accordi con la comunità internazionale per abbandonare, di lì a pochi anni, lo Statuto di Segretezza dei maghi.

La guerra aveva provato che non c’era tutta quella disparità tra chi poteva usare la magia e chi no: era giunto il momento di collaborare… o almeno provarci.

Quanto a Snape, non aveva avuto letteralmente, un minuto libero: gli erano state date una gran quantità di onorificenze (era stato anche ricevuto dalla Regina, una signora grassottella con i capelli bianchi e modi esageratamente pomposi che l’aveva nominato baronetto… una specie di Ordine di Merlino, gli aveva spiegato Longbottom. Era stata un’esperienza singolare.), e gli erano state offerte molte cariche, tra cui il diventare Ministro della Magia.

Ma non era quello che gli interessava: e poi, aveva un conto in sospeso con Hogwarts.

Ora non si sentiva più un sostituto o, peggio ancora, un usurpatore: era la sua scuola, e poteva gestirla come meglio credeva.

Non si era fatto scoraggiare dallo stato in cui aveva trovato il castello dopo il soggiorno di Voldemort e la grande battaglia: aveva fatto ricostruire le torri, estirpare le piante velenose, e aveva eliminato personalmente un bel po’ di inquietanti fatture dalle aule.

Non c’era stato verso, tuttavia, di recuperare la serra in cui era stata custodita la spada di Grifondoro: a causa dell’incantesimo di Liz, il terreno era talmente secco che non sarebbe più cresciuto nulla per moltissimi anni. Alla fine aveva utilizzato l’area per costruirci un piccolo magazzino di strumenti per l’Erbologia.

Aveva deciso inoltre di spostare tutti i dormitori e le sale comuni nelle quattro torri: in fondo, Divinazione poteva essere svolta in una stanza qualsiasi mentre Astronomia… be’, c’erano miliardi di chilometri da qui alle stelle. Qualche metro in più non avrebbe fatto troppo differenza.

Soprattutto, aveva voluto assicurarsi che i Serpeverde non dovessero più abitare quei sotterranei tristi e umidi.

Certo che così veniva la voglia di diventare maghi oscuri!

La gestione della casa di Salazar era sempre stato un argomento molto delicato, che secondo lui Dumbledore non aveva affrontato nel modo giusto.

Dopo infiniti battibecchi con il cappello parlante (e persino l’uso di un potente Confundus, di cui però era meglio non parlare troppo in giro), era riuscito a far smistare a Serpeverde anche molti studenti nati babbani, purché avessero ovviamente le necessarie qualità morali.

Secondo Snape, se avessero continuato a trattare i Serpeverde come degli emarginati, impedendo loro a priori di integrarsi con gli studenti con diverso stato di sangue, il problema non sarebbe mai stato risolto alla radice, e in capo a qualche decina d’anni sarebbe di nuovo spuntato un mago oscuro un po’ più sveglio degli altri a fomentarli.

Questa era, tra l’altro, una delle ragione per cui aveva deciso di introdurre l’insegnamento delle Arti Oscure, come a Durmstrang: basta con quel moralismo bigotto tipicamente Grifondoro!

Per contrastare la possibile ascesa di un futuro mago oscuro, secondo lui era stupido demonizzare le sue armi: bisognava conoscerle e saperle sfruttare. Probabilmente così avrebbero anche perso molto del trasgressivo appeal che esercitavano sugli studenti più ambiziosi.

Non era l’unica modifica che aveva fatto all’offerta formativa: Babbanologia era stata eliminata, e aveva introdotto Tecnologie Babbane, con corsi avanzati di Meccanica e Elettronica.

Anche mettere Liz a capo della casa di Serpeverde era stata una scelta difficile e meditata a lungo: voleva dare un segnale forte, ma al tempo stesso aveva paura che i genitori dei piccoli maghi purosangue avrebbero fatto fuoco e fiamme.

Per fortuna, la ragazza aveva dalla sua Draco Malfoy, che aveva preso il posto del padre nel consiglio di amministrazione di Hogwarts e quell’anno aveva iscritto il figlio, Scorpius.

Liz aveva testimoniato a suo favore nel processo dopo la battaglia, ed era stata la sua parola che l’aveva tenuto fuori di prigione.

Incredibile come i Malfoy riuscissero sempre a cadere in piedi, pensò Snape divertito.

In ogni caso, Draco aveva manifestato il suo totale appoggio alla nuova direttrice e, nonostante Snape fosse convinto che lo facesse più come mossa pubblicitaria per dimostrare a tutti la sua buona fede e mancanza di pregiudizi che per una reale riconoscenza verso la ragazza, la sua influenza aveva fatto sì che nessuna delle altre famiglie protestasse.

Inoltre la sua generosa donazione per la ristrutturazione della torre sud, ora sede della sala comune di Serpeverde, era stata molto apprezzata, specialmente da quando la scuola doveva spendere una bella cifra per il lavoro degli elfi domestici.

Tra i fan di Liz non si poteva certo annoverare il ritratto di Albus Dumbledore, che aveva accolto molto freddamente la notizia della nomina. In effetti, non aiutava il fatto che Phineas Nigellus avesse raccontato l’aneddoto del loro colorito alterco a tutti i quadri e i passanti disposti ad ascoltarlo.

Comunque, Snape ne era convinto, Liz era proprio la persona giusta per seguire i Serpeverde.

Li avrebbe assecondati nella loro sete di conoscenza, non li avrebbe giudicati quando avrebbero dimostrato interesse nelle pozioni e veleni più letali, e in definitiva li avrebbe aiutati a sfruttare il loro lato oscuro, anziché perdersi in esso.

Snape la guardò: era seduta poco lontano da lui, e discuteva animatamente con Ivaylo Chilikov, il nuovo insegnante di Arti Oscure, ex allievo di Durmstrang.

Era stato molto felice quando gli era arrivata la risposta di Liz all’offerta della cattedra di Pozioni (un laconico “OK!” portato a giro di posta da un gufo esausto e sempre più irritabile).

Forse percependo di essere osservata, si voltò verso di lui e, come sempre, i suoi occhi brillarono nell’incrociare il suo sguardo.

Non era mai stato molto bravo a gestire le cose con le persone a cui voleva bene, considerò Snape, ma questa volta, be’, questa volta si sentiva… ottimista.

Il banchetto era giunto al termine.

Snape si alzò in piedi, un po’ faticosamente, e prese la parola.

-Benvenuti…- iniziò, ma non riuscì a terminare la frase.

Un fragoroso applauso si levò dai tavoli, impedendogli di parlare.

Snape cercò di quietarli con un gesto della mano, ma fu inutile.

Si voltò verso gli insegnanti, in cerca di aiuto, ma si rese conto che erano quelli che facevano più baccano di tutti.

Doveva proprio far loro un bel discorsetto riguardo alla disciplina, pensò, non riuscendo a trattenere un sorriso.

Merlino, avrebbe quasi potuto commuoversi.

Ma quando infine, qualche minuto dopo, riuscì a ricominciare il discorso, la sua voce non tremò:

-Benvenuti- disse –al primo anno della Nuova Hogwarts. -



FINE


Astry: Ok, ok, SONO una sadica stronza… ma solo con i lettori, non con Pityyyy!!!! :D
Mi ha fatto troppo ridere leggere che tutti voglio “assaggiare” Snape: Fuffy, il mannaro, Nagini… dev’essere perché appare così “condito”, tutto quell’olio dai capelli!
*Protego! Dal crucio che sento che mi vuoi mandare ehhehe *
Comunque, dopo “incatenato alla morte” non puoi proprio parlare eh! Caspita, quello sì che è sadismo… il mio cuoricino è troppo tenero per sopportare un’altra fine tragica.
Spero che il finale ti sia piaciuto comunque, anche senza i fiumi di lacrime.
Grazie! Un bacione!!
 
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