Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

2015- The Muggle War

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Natalie_S
view post Posted on 11/4/2011, 09:22 by: Natalie_S




Liz aprì cautamente una porta di vetro quasi completamente nascosta dal fitto fogliame.

Grazie all’aiuto di Phineas, che conosceva perfettamente la scuola e aveva parlato con vari quadri per farsi indicare i corridoi sgombri, era riuscita ad arrivare fino alle serre senza problemi.

Se non avesse saputo dal preside che si trattava di una serra, dubitava che l’avrebbe riconosciuta come tale: le piante erano cresciute selvaggiamente e senza alcun ordine, ricoprendo completamente ogni angolo in cui erano riuscite a infilarsi.

Liz, guardando in alto, notò che alcuni rami avevano sfondato il tetto di vetro, estendendosi verso l’alto, come se la serra non potesse contenere la loro rigogliosa espansione.

-Cerca di toccare le piante il meno possibile- l’avvertì Phineas –Sono quasi tutte velenose.-

Liz usò la bacchetta per scostare delicatamente i rami che le impedivano di passare e si addentrò all’interno della piccola giungla.

Alcune radici sembravano strisciare sul pavimento come se avessero vita propria; un fiore dall’aria pericolosamente carnivora si voltò al loro passaggio come se li seguisse con lo sguardo; alcuni rami si snodavano dietro di loro coprendo il sentiero da cui erano appena passati, rendendo l’orientamento molto più difficile; ma per il momento nessuna pianta sembrava volerli attaccare.

Ad un tratto Liz notò un debole luccichio nascosto tra gli arbusti: era una spada conficcata nel terreno. Sembrava di fattura antica ed era piuttosto sporca.

-La spada di Godric Grifondoro!- esclamò Phineas.

-Perché Voldemort l’ha nascosta qui dentro?- domandò Liz.

Il ritratto si strinse nelle spalle:- Credo che sia un segno di disprezzo per il fondatore di Hogwarts che più odia. La spada è molto pericolosa, non l’avrebbe certo lasciata in giro… oh, Albus dice che avrebbe voluto renderla un Horcrux, ma questa era troppo impregnata di veleno di Basilisco, tuttavia personalmente credo che ormai la sua anima sia troppo instabile per…-

-Eh? Horcrux? Basilisco…?- lo interruppe Liz, avvicinandosi alla spada- Che roba è?-

Phineas sospirò: -Lascia perdere…-

Liz allungò la mano per toccare l’elsa, che era dorata e intarsiata di pietre rosse che potevano essere rubini.

Si aspettava che la spada fosse incatenata al terreno: nella sua mente passò un rapido flash di un vecchio cartone animato con dei cavalieri che tentavano invano di estrarre una simile arma da una roccia.

Invece, con appena un piccolo sforzo, riuscì a sollevare la spada, e a toglierla dagli strati di terreno fangoso.

-Caspita!- esclamò, osservandola: la lama riluceva, per nulla intaccata dalla ruggine come si sarebbe aspettata. Sotto lo strato di sporco, avrebbe potuto essere nuova. Era sorprendentemente leggera e maneggevole.

Phineas annuì:- Un capolavoro dell’artigianato goblin, non c’è che dire! Hai notato le piccole incisioni sotto l’elsa?- proseguì in tono didattico –Ebbene, è solo una leggenda, ma pare che queste fossero volute da Godric in persona per…-

Prima che il preside potesse finire la frase, Liz si voltò verso l’uscita e non fece in tempo a evitare un pesante ramo che la colpì in piena faccia, facendola cadere.

Le piante intorno a lei si animarono, avvinghiando i rami intorno alle sue braccia e alle sue gambe.

-Ragazza! Alzati!- la incitò Phineas -Sbrigati!-

Liz si alzò, strappò via le piante e fece qualche passo verso l’uscita, ma si trovò davanti un muro di vegetazione, che le impedì di proseguire.

-Diffindo!- tentò, sperando di aprirsi un varco; riuscì però solo a scalfire qualche foglia.

Intanto, piccoli rami insidiosi continuavano a strisciarle sul corpo, tirandola verso i tronchi, che avevano un aspetto putrido e famelico.

Un fiore colorato spalancò la corolla rivelando delle fauci spaventose, e la morse dolorosamente a un braccio.

Liz gemette, e tentò invano di staccare il feroce vegetale.

-Prova con la spada!- suggerì Phineas.

La ragazza sollevò l’arma e la calò sullo stelo del fiore, che si spezzò di netto.

Un’altra pianta con fiori purpurei a grappolo le schizzò negli occhi un liquido bruciante che la accecò.

-Non ci vedo più niente!- si lamentò, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano che reggeva la bacchetta.

-Lì a destra, colpisci!- la avvertì il quadro.

Liz calò la spada alla propria destra, alla cieca, e tagliò un ramo che probabilmente la stava per colpire.

-Davanti a te! Adesso!- gridò Phineas.

Liz seguì le sue indicazione menando colpi alla cieca, facendosi largo attraverso la vegetazione sempre più fitta e aggressiva.

Riuscì ad avanzare di qualche metro, poi le piante di strinsero attorno a lei, avvinghiandosi intorno alla spada e strappandogliela via.

-La spada, hanno preso la spada!!!- strillò, in preda al panico, continuando a strofinarsi gli occhi.

Sentì dei rami afferrarla per le gambe e per le spalle, e cercò invano di divincolarsi.

-Ora che devo fare? Aiutami!-

Il preside rifletté:- Be’, ci sarebbe un incantesimo che potresti usare, ma è davvero terribile per la vegetazione, il terreno probabilmente rimarrebbe danneggiato per anni e…-

-Non mi sembra il momento di farsi venire scrupoli ecologici!- gridò Liz, strappandosi via delle foglie viscide simili a tentacoli dalla vita.

Sentiva delle liane robuste come corde stringersi intorno al proprio corpo, sollevandola verso l’alto: i rami e le foglie la tenevano per il collo, e presto non sarebbe più riuscita a respirare…

-Oh, com’era… withera….withero…- borbottò il quadro, massaggiandosi le tempie.

-Phineas!!!- fece Liz, ormai paonazza per la mancanza d’aria.

-Prova questo: “Witheromnia”.- suggerì Phineas.

Con le ultime forze, Liz lanciò l’incantesimo:-W- Witheromnia!-.

Un lampo nero scaturì dalla sua bacchetta, allargandosi intorno a lei come le increspature di una pietra gettata in uno stagno.

Le piante si irrigidirono: poi, dopo un lunghissimo istante, avvizzirono e si sgretolarono, ridotte in polvere.

Liz cadde a terra, tossendo. Gli occhi le bruciavano ancora, ma riusciva di nuovo a tenerli aperti.

-Oh, che brutta faccia, hai gli occhi tutti arrossati- commentò Phineas –Vuoi andare nell’altra serra a cercare della calendula magica per curarli?-

Liz lo guardò incredula.

Il quadro sogghignò: -Scherzavo, scherzavo!-.



Dopo aver strappato la spada dai resti essiccati delle piante, Liz rientrò nella scuola.

-Vai nella Sala Grande!- suggerì Phineas- Sento dei rumori di battaglia, Nagini potrebbe essere lì!-

Liz osservò cautamente l’entrata di una grande stanza rettangolare, da cui effettivamente provenivano voci e rumori.

Sembrava che la sala fosse a cielo aperto, e dall’alto arrivavano dei fulmini che cadevano qua e là.

Il serpente era lì, notò, accanto a una strega anziana ma dall’aria pericolosa.

Lo sguardo della ragazza saettò tra i combattenti… e finalmente individuò Snape: stava duellando con tre Mangiamorte allo stesso tempo, ma era decisamente vivo e sembrava illeso.

Liz sentì alle proprie spalle dell’aria gelida: si voltò e vide dei Dissennatori che stavano attaccando un manipolo di soldati evidentemente in difficoltà.

-Expecto Patronum!- gridò.

Dalla sua bacchetta si levò come al solito una nebbia perlescente, ma per la prima volta si compose in una forma completa e definita.

Un gigantesco pipistrello argentato si scagliò contro i Dissennatori e li mise in fuga.

E così era questo il suo Patronus, pensò Liz osservandolo attentamente; aveva un’aria stranamente familiare, in effetti…

-Liz!- la chiamò Monk, emergendo dal gruppo di soldati - Santo cielo, quello è il Patronus più brutto che abbia mai visto!- esclamò, dandole una pacca sulla spalla. Sembrava molto sollevato nel vederla viva.

-Con tutto il rispetto, signore- rispose Liz allegramente – il mio cesso di Patronus le ha appena salvato le chiappe!-

Chandra si stacco dal gruppo e abbracciò Liz con trasporto.

-Ehm… sì… ciao!- fece Liz, un po’ irrigidita. Non si sentiva mai molto a proprio agio con le manifestazioni di affetto.

Chandra si staccò e si asciugò una lacrima.

-Non ascoltarlo- disse, con un sorriso triste e vagamente sibillino –Il tuo Patronus è perfetto. -

-Ehm ehm – si intromise Phineas spazientito – scusate se interrompo il lieto ritrovo, ma abbiamo un pezzo di anima di Voldemort da togliere di mezzo!-

Chandra osservò il piccolo quadro, perplessa.

-Dove hai preso quella?- domandò Monk, indicando la spada di Grifondoro.

-Lunga storia…- Liz si strinse nelle spalle – Però il mio amico Phineas, qui, ha ragione. Dobbiamo usarla per ammazzare il serpente di Voldemort, altrimenti lui non potrà morire perché ha messo via un pezzo di anima-

Monk apparì disorientato per un istante, poi sospirò: -E va bene, non tenterò neanche di dare un senso logico a quello che stai dicendo- affermò scuotendo la testa.

Si avvicinò alla soglia della grande sala e osservò la situazione; poi spiegò brevemente la strategia di azione a Liz e Chandra.

I tre entrarono nella sala e ai avvicinarono a Nagini.

Liz lo guardò attentamente: era un animale davvero enorme e letale.

La testa del serpente era grande quasi quanto quella di un uomo; aveva delle lunghe zanne sporche di sangue nonché, e questo probabilmente era il particolare più inquietante, uno sguardo sorprendentemente vigile e intelligente.

Monk e Chandra cercarono di attirare l’attenzione del serpente, scagliandogli contro degli schiantesimi.

L’animale si rivolse verso di loro, avventandosi contro Chandra.

Liz si piazzò alle spalle di Nagini, con la spada spianata. Doveva avvicinarsi ancora un po’…

Il serpente sembrava occupato ad attaccare Chandra, e Monk cercava di tenerlo a bada.

Liz sollevò la spada… era vicinissima…

-Cosa…?!- urlò una voce femminile alle sue spalle –Crucio!-

Era la strega anziana che aveva notato prima.

Osservava la spada con occhi spiritati, e sembrava furiosa.

La maledizione colpì in pieno Liz, che lasciò cadere la spada.

Come tutte le Sentinelle, non era nuova alla Cruciatus, che era una delle fatture preferite dai maghi sostenitori di Voldemort.

Le era capitato di esserne colpita qualche volta, e ricordava bene quanto fosse dolorosa; ma quella lanciata da quella strega sembrava semplicemente intollerabile.

Liz si contorse e boccheggiò: era una sofferenza che non aveva neanche immaginato. Ogni millimetro del suo corpo sembrava in fiamme; non aveva più coscienza della battaglia intorno a lei, voleva solo che finisse o sarebbe impazzita…

E ad un tratto il dolore terminò.

Alzò la testa e vide che la strega aveva un profondo taglio alla mano che reggeva la bacchetta (effetto di un Sectumsempra ben piazzato, valutò).

Davanti a lei, bacchetta spianata, stava Snape.

La strega sorrise senza allegria e attaccò il mago: sembrava elettrizzata dall’idea di duellare con lui, e Liz capì immediatamente il perché.

Nonostante fosse ancora un po’ abbattuta per gli effetti della Cruciatus e avesse paura per l’incolumità di Snape, non poteva fare a meno di osservare ammirata la magia oscura di altissimo livello che veniva impiegata nel duello.

I due combattenti erano abili e vigili: pochissimi colpi riuscivano ad andare a segno.

-Bellatrix Lestrange…- commentò Phineas, anch’esso ipnotizzato dal duello –Completamente matta, certo, ma che strega!-

Liz notò che Snape e Bellatrix, pur essendo entrambi molto potenti, avevano uno stile diverso.

Snape era più preciso: usava delle fatture semplici ma efficaci, come il Sectumsempra, e colpiva in modo esatto senza sprecare energia. Gran parte della sua attenzione sembrava dedicata a prevenire le mosse dell’avversaria.

La Lestrange, al contrario, parava gli incantesimi a istinto, e lanciava delle maledizioni molto forti e distruttive. L’effetto era decisamente terrificante, ma Liz si chiedeva quanto avrebbe potuto sostenere quella furia omicida.

La voce di Monk la riscosse:- Ehi! Smettila di stare lì imbambolata!-.

Chandra e il capitano stavano duellando con altri Mangiamorte e Liz si affrettò ad aiutarli.

Il serpente sembrava scomparso.

Liz schiantò un Mangiamorte e si guardò intorno: dove era finita quella bestiaccia?

Con la coda dell’occhio, vide un guizzo accanto al fianco di Snape e si accorse troppo tardi che il serpente era accanto a lui.

Con orrore, vide Nagini affondare le zanne nella gamba del mago.

Liz si lanciò contro il serpente e gli afferrò il collo, staccandolo da Snape, che sanguinava e zoppicava ma era ancora in piedi.

L’animale morse a vuoto accanto, cercando di colpirla: Liz continuava a tenergli il collo per impedirgli di morderla. Non poteva mollare la presa neanche un istante per prendere la bacchetta.

Il serpente era molto forte e continuava ad avvicinarsi… le sue zanne si chiusero pericolosamente vicine alla faccia della ragazza.

Poi Liz sentì un rumore di tessuti lacerati e si ritrovò a stringere solo la testa del serpente.

Sopra di lei c’era Chandra, che reggeva la spada di Grifondoro insanguinata.

Liz gettò via la testa di Nagini, improvvisamente disgustata.

Bellatrix Lestrange vide la scena e diede un grido disperato:-NO!-.

Snape, che sembrava non riuscire quasi più a reggersi in piedi, approfittò del momento di distrazione, e lanciò un incantesimo non verbale che la colpì al petto.

Bellatrix aprì gli occhi in un’espressione di orrore e sorpresa, poi ricadde al suolo.

Era morta.

In quel momento risuonò un suono assordante che fece tremare le pareti del castello e fracassò i pochi vetri che schermavano ancora le finestre.

La porta della sala venne divelta: sulla soglia, tremante per la furia e dall’aspetto meno umano che mai, c’era Lord Voldemort.



Snape cadde sul pavimento: la gamba ferita non riusciva più a reggere il suo peso. Osservò la stoffa dei pantaloni, che erano completamente insanguinati.

Nagini aveva preso l’arteria femorale? Possibile. Quel serpente era spietato e intelligente quasi quanto il suo padrone… o esattamente come lui, a quanto diceva Dumbledore.

Il Signore Oscuro aveva deciso di intervenire nella battaglia, e l’uccisione di Nagini l’aveva reso più infuriato che mai.

Lo osservò entrare nella Sala Grande, lanciando maledizioni su tutto ciò che trovava a portata di bacchetta: Sentinelle, babbani, persino Mangiamorte, ormai non faceva più alcuna differenza.

Voleva alzarsi e tentare di fermarlo… ma le forze lo stavano abbandonando, e la vista gli si annebbiava.

Accanto a lui, Liz fissava immobile Voldemort, come ipnotizzata. Doveva dirle di stare giù, di spostarsi, di nascondersi… Le artigliò una spalla con le ultime forze e solo allora Liz sembrò rendersi conto di quanto la sua ferita fosse grave.

-Il dittamo!- esclamò, iniziando a frugare freneticamente nelle tasche della casacca –Ne ho portato un po’… per i casi di emergenza…-

-Liz, contro il veleno di Nagini… non basta…- spiegò Snape stancamente.

-Oh, povero ragazzo…- commentò una voce che non sentiva da molti anni.

Il ritratto di Phineas Nigellus?! Ma che…?

Snape si rese conto che Voldemort era ormai pericolosamente vicino, e alzò lo sguardo su di lui.

-Immobulus!- disse una voce familiare dal fondo della Sala.

Tutte le persone nella stanza furono congelate nella posizione in cui si trovavano.

Snape continuò a guardare il Signore Oscuro (non che avesse molta scelta, dal momento che non poteva voltare la testa né sbattere le palpebre), che dopo un piccolo istante di immobilità riuscì a scuotere via l’incantesimo.

-Allora, chi è talmente stupido da tentare di fermarmi con questa fattura puerile?- gridò, irato –Snape! Sei tu a capo di questa assurdità, non è vero?-

-No- rispose Neville Longbottom, facendosi largo tra i corpi immobilizzati e avvicinandosi a Voldemort – Sono io. –

Snape non poté fare a meno di ammirarlo per il sangue freddo. Non se lo aspettava.

-Longbottom!- esclamò l’Oscuro Signore, a metà tra il sorpreso e il divertito –Che spreco, un purosangue come te che è diventato il paladino dei babbani… che schifo!-.

Gli lanciò un veloce incantesimo non verbale, che Neville riuscì a evitare.

-Arrenditi – disse Neville, sorprendentemente calmo –Il castello è nostro. Il nostro esercito è schierato là fuori, e se necessario non esiterà a raderlo al suolo. Hai perso. -

-Hogwarts? Non oseresti- disse Voldemort beffardo -Vedo che Nagini ti ha lasciato un bel marchio- la mano di Longbottom corse istintivamente alle profonde cicatrici sulla guancia – Credo che sia il momento di finire il lavoro. -

-Anche se mi uccidessi, i babbani andranno avanti senza di me. Non puoi vincere. –

Voldemort fece un rapido movimento, e nonostante Neville avesse tentato di parare la fattura, la sua bacchetta volò lontano.

-Crucio- disse Voldemort, quasi distrattamente.

Longbottom si contorse a terra per qualche istante.

-Arrenditi- ripeté tuttavia il generale, non appena la maledizione finì.

-Arrendermi?- rise il Signore Oscuro, abbassando la bacchetta, ora rilassato –Sei disarmato e mi minacci? Sei patetico, Longbottom! Cosa vorresti fare, prendermi a pugni? Uccidermi con qualche ridicolo metodo babbano?-

-Sì- rispose semplicemente Neville.

Prima che Voldemort potesse reagire, estrasse la pistola e sparò un unico colpo, che colpì l’avversario in mezzo agli occhi.

Il corpo del Signore Oscuro ricadde pesantemente all’indietro.

In quel momento, l’effetto dell’incantesimo di Longbottom finì.

Le persone all’interno della sala si riscossero e si guardarono tra loro.

Snape abbassò lo sguardo: il sangue aveva continuato a fluire dalla ferita e si allargava in una pozza scura intorno a lui. Sentì che le forze lo stavano abbandonando…

Sia i soldati che i Mangiamorte sembravano spaesati e incapaci di reagire. Tutti, compreso Neville, fissavano Voldemort, aspettandosi di vederlo alzarsi da un momento all’altro.

Ma il mago continuava a stare semplicemente a terra.

Era forse finita?

Nel silenzio generale, un soldato babbano avanzò di qualche passo verso il corpo e gli diede un cauto colpetto con la canna del mitra.

Voldemort alzò un braccio e afferrò l’arma con forza. Tutti sussultarono e fecero un passo indietro.

Ma la mano del Signore Oscuro si abbassò subito, e ricadde inerte a terra.

Il soldato, dopo un lungo istante, si avvicinò al mago, e gli toccò il collo all’altezza della giugulare.

Poi alzò lo sguardo verso gli astanti: - E’… morto. – annunciò, incredulo.

Snape si accasciò al suolo: non riusciva più a tenersi seduto.

Una profezia, ricordò confusamente, una sola profezia e due bambini…

Dumbledore ripeteva spesso che gli errori dei maghi spesso sono proporzionali alla loro grandezza; e sia lui che Voldemort erano stati dei maghi grandissimi… possibile che il loro errore fosse stato così macroscopico?

Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…alla fine, la profezia si era compiuta.

Era finita, non c’era più bisogno di lottare.

Sentì delle voci concitate accanto a lui, ma non riuscì più a distinguerne i proprietari:

-…dittamo…-

-Ci ho già provato ma…-

-…una barella! Presto, portatelo fuori!-

-…una flebo di Rimpolpa Sangue, qui…-

E un sussurro, talmente vicino e soffocato da fargli pensare che fosse stato pronunciato da una bocca premuta sul suo orecchio: -Ti prego, tieni duro… ti prego, ti prego…-.

Non poteva farlo, si rese conto: avrebbe voluto dire che gli dispiaceva, ma era troppo tardi.

Percepì una mano scostargli i capelli dalla fronte, e gli sembrò di tornare bambino per un attimo.

C’era qualcosa che gli ricordava stranamente un’infanzia lontana in quell’addormentarsi tra delle braccia che lo sostenevano, senza più preoccupazioni.

Sentì una fitta di rimpianto, ma non riuscì più a metterne a fuoco il perché. Forse non era più importante.

Snape chiuse gli occhi, e si lasciò avvolgere da un confortante oblio.





Sorry!!
Sono una sadica stronza, lo so! :cry:


Astry: anche io non credo che il vero Silente si sarebbe scoperto così tanto; ma questo non è lui, è solo il suo ritratto.
Ricordo un’intervista della Rowling in cui questa diceva che i ritratti non hanno una “personalità tridimensionale” come le persone, ma si limitano a ripetere frasi distintive del soggetto originale e che Harry non avrebbe avuto molti benefici dal possedere un ritratto dei suoi genitori.
I ritratti di Silente e Phineas, nell’ultimo libro, sembrano piuttosto dotati di raziocinio, ma comunque ho pensato che non potessero essere astuti e sensibili come gli originali.
Da cui questo Silente un po’ ottuso (che però fa sempre piacere prendere a male parole! Ah ah! In your face, vecchiaccio!).
Sul Quartier Generale abbiamo già discusso parecchio a riguardo, quindi lo sai come la penso su quel… ehm… caro preside.
Come avevi immaginato, alla fine il bambino della profezia qui era proprio Neville e non Harry! Speravo fosse una sorpresa per qualcuno, ma l’avevano già indovinato tutti, uffi! :D
Ci vediamo la prossima settimana per l’epilogo.
Grazie mille!!!!
Ciao, anzi, “Lunga vita e prosperità!” (ah, il fascino di Spock!).
 
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34 replies since 26/12/2010, 16:04   322 views
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