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2015- The Muggle War

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Natalie_S
view post Posted on 4/4/2011, 10:55 by: Natalie_S




Cillian Archer aveva scoperto di odiare i sottomarini.

O meglio: quelli normali non gli creavano problemi.

Quel relitto della prima guerra mondiale che cigolava orribilmente e non rispondeva adeguatamente ai comandi, invece, lo metteva decisamente a disagio.

Erano sott’acqua, e sottoterra, da ore: avrebbero dovuto raggiungere il castello di Hogwarts molto tempo prima, ma aveva la netta impressione che si fossero persi.

Forse c’erano più fiumi sotterranei, e avevano imboccato quello sbagliato.

Difficile a dirsi, in mancanza di una vera cartina da seguire e persino del radar.

Per fortuna, Chandra aveva usato un incantesimo Supersensor, che le permetteva di identificare gli ostacoli e i tornanti del fiume in tempo per far virare quel catorcio.

Stava quindi al periscopio a dare istruzioni al pilota e al macchinista.

Cillian si sentiva sempre più ansioso e fastidiosamente inutile.

-C’è un’apertura più avanti… il tunnel è finito!- esclamò Chandra ad un tratto. L’equipaggio si riscosse.

Il sottomarino uscì dal tunnel sotterraneo per sbucare nel Lago Nero.

Cillian prese brevemente il posto di Chandra al periscopio: il fondale del lago sembrava tranquillo, ma ai margini della propria visuale percepiva dei movimenti furtivi e veloci.

Gli parve anche di vedere una specie di agglomerato di capanne sotterranee… ma chi mai avrebbe potuto vivere lì sotto?

Ad un tratto, udì un rumore secco su un lato del sottomarino, e un allarme iniziò a suonare.

-Che sta succedendo?- chiese al macchinista, un soldato di nome Clarke.

-Sembra…. sembra che qualcosa abbia bucato lo scafo!- rispose quello, armeggiando con vari comandi nel tentativo di isolare la zona colpita.

-Chandra, fa’ quella roba Supersensor!- ordinò alla Sentinella.

Chandra mormorò nuovamente l’ incantesimo e osservò fuori dal periscopio.

-E’ un animaletto verde… ha delle zampe lunghe con cui sta bucando lo scafo!- spiegò.

Cillian e Clarke si guardarono confusi. Che diavolo era?

-E ne stanno arrivando altri! Mio dio, sono tantissimi!- continuò Chandra.

In effetti il sottomarino risuonò di altri orribili rumori di metallo spezzato: sembravano provenire da tutto intorno a loro.

-Risali in superficie, vai!- ordinò Cillian.

Dei soldati iniziarono a sciamare verso la sala comandi: ogni altro ambiente si stava riempiendo d’acqua.

Cillian guardò fuori dal periscopio: non c’era più bisogno di un incantesimo per vedere che l’intero scafo era completamente ricoperto di creature pallide e pulsanti.

Nel frattempo, l’acqua stava filtrando attraverso la porta e dentro la stanza.

-Ci stanno trattenendo giù!- disse Clarke –Sono molto forti!-

-Dobbiamo mandare qualcuno fuori…- disse Cillian, cercando di pensare razionalmente - Chiama quel tizio, Hutcheson, è uno dei sommozzatori…-

Chandra lo interruppe:- Veramente, credo che dovrei andare io!-

-Non se ne parla neanche, sei l’unica Sentinella del sottomarino e…-

-Appunto! Quelle sono creature magiche, chi altro dovrebbe occuparsene?-

Cillian si stava innervosendo:- Senti. Non puoi andare tu. Ci deve essere una Sentinella per ogni unità e noi…-

Chandra incrociò le braccia sul petto: -E che cosa potrebbe fare lì fuori Hutcheson? Sparare a quei cosi verdi? E magari colpire lo scafo?- esclamò, in tono di sfida.

Cillian stava iniziando a capire come mai lei e Liz andassero tanto d’accordo.

L’acqua, a quel punto, stava lambendo le loro caviglie.

Il capitano aprì la bocca per replicare, ma in quel momento un orribile rumore cigolante interruppe il battibecco.

Il sottomarino ondeggiò come se fosse stato colpito da un forte colpo.

Cillian afferrò il periscopio: il sottomarino era avvolto da un enorme viscido tentacolo che lo stava scuotendo.

La scossa era talmente violenta che le creature verdi si stavano staccando dallo scafo.

All’interno della sala comandi, non era più possibile stare in equilibrio.

-E’ un calamaro gigante!- fece, cercando di tenersi aggrappato ad una superficie stabile.

-Una piovra, direi!- lo corresse Chandra, guardando nel periscopio.

-Come in Ventimila Leghe sotto i Mari!- esclamò Clarke, improvvisamente ispirato.

-E come ne uscivano lì?- domandò Cillian, illuminandosi di speranza.

Clarke ci penso su un attimo, poi il suo entusiasmo sembrò afflosciarsi:-Mi sa che morivano tutti. - affermò cupamente.

-Ehi! Non è vero!- protestò un soldato – Io l’ho letto il libro e non finiva affatto così! C’era una specie di gorgo che risucchiava il Nautilus e…-

-Ah be’, meglio allora!- commentò un altro sarcasticamente.

-Be’, no, ma la piovra era l’ultimo dei loro problemi!- rispose il primo soldato.

-Io ho visto il film, ma probabilmente dormivo a quel punto. - commentò un terzo, stringendosi nelle spalle.

Prima che Cillian potesse intervenire, si sentirono scagliati verso l’alto: la piovra li stava tirando fuori dal lago.

-Ci vuole schiacciare contro il fondale!- urlò qualcuno, angosciato.

-No, ci vuole mangiare!!!- gridò un altro.

-State calmi, state calmi! Le piovre non mangiano i sottomarini!- intimò Cillian, anche se, in cuor suo, non ne era tanto sicuro e soprattutto pensava che quello fosse un momento assolutamente adatto per farsi prendere dal panico.

Chandra strinse gli occhi (era ancora sotto l’effetto dell’incantesimo): -E se invece volesse solo…?-

In quel momento, la piovra lasciò la presa e il sottomarino fu scagliato attraverso il lago.

“Se sopravvivo a questo… se sopravvivo a questo, io…” pensò Cillian, orribilmente sicuro di essere in punto di morte.

Invece, il sottomarino atterrò in modo sorprendentemente delicato su un terreno solido, slittando fino a fermarsi contro un ostacolo.

Dopo l’impatto, non ci fu più alcun rumore.

I soldati all’interno del sottomarino si guardarono tra loro, stupefatti di essere ancora vivi e incolumi.

Cillian ordinò a tutti di uscire: finalmente si ritrovò di nuovo all’aria aperta.

Fece un respiro profondo, assaporando l’aria fresca sulla pelle. Si trovava in un largo cortile, vicinissimo a un’entrata della scuola.

Si voltò verso il Lago, appena in tempo per vedere un tentacolo inabissarsi nelle acque: da quella distanza sembrava ondeggiare, come in un gesto di… saluto?

Sbatté le palpebre: non poteva essere.



Nel frattempo, Chandra giunse davanti all’entrata della scuola.

Alzò lo sguardo verso le mura scure: man mano che si avvicinava, sentiva rafforzarsi una sensazione di abbattimento e di sfiducia.

Metteva davvero i brividi.

Cillian ordinò ai propri uomini di recuperare le armi non danneggiate e di disporsi sul perimetro dell’edificio, come da programmi, e la raggiunse.

-E’ veramente un posto orribile- commentò lei.

Cillian annuì: anche lui, per quanto babbano, poteva percepirlo chiaramente.

-Sono quasi contento che noi dobbiamo rimanere fuori- ammise.

-Ehi, guarda là!- esclamò Chandra, indicando un drappello di soldati che si stava avvicinando all’uscita.

Sembravano scappare da qualcosa.

Poi li vide: Dissennatori, almeno una ventina.

-Presto- disse a Cillian - voi babbani ritornate nel cortile, noi cercheremo di non farli uscire! –

Cillian sembrò incerto, poi decise di allontanarsi.

-Expecto Patronum!- gridò Chandra.

Il suo patronus, per quanto non molto potente, riuscì a far arretrare i Dissennatori abbastanza da permettere agli altri soldati di rinfrancarsi un po’.

-Grazie!- le disse uno di quelli –Abbiamo chiamato dei rinforzi, stanno arrivando dalla torre nord!-

Chandra annuì.

Voltandosi, vide una figura familiare accanto al muro.

-Peter!- esclamò, sollevata –Ehi, Peter ce l’abbiamo fatta, siamo qui anche noi e…-

Ma Tuffey non si voltò e non fece alcun cenno di averla sentita.

Dal fondo del corridoio, invece, sentì dei rumori di passi: dovevano essere i rinforzi provenienti dalla torre.

Chandra si avvicinò a Tuffey e lo afferrò per una spalla, costringendolo a voltarsi: infine lo vide in faccia.

Non sembrava ferito, eppure c’era qualcosa di profondamente sbagliato nel suo aspetto.

I suoi occhi chiari fissavano il vuoto ed aveva un’espressione completamente assente. Stava in piedi, ma sembrava riuscisse a farlo più per forza di inerzia che per una sua reale volontà.

-Peter? Che hai? Rispondimi!- disse Chandra, scuotendolo per un braccio.

Accanto a lei, il soldato con cui aveva parlato disse tristemente:-Mi dispiace… i Dissennatori… erano troppi e credo che lui sia rimasto indietro e… -sospirò -Mi dispiace tanto- ripeté.

-No, non può essere… ci deve essere qualcosa che…- singhiozzò Chandra, continuando a tenere il braccio di Tuffey, nella speranza di scatenare una qualche reazione.

Non Peter, l’unico che si era mai veramente preoccupato della propria anima… non poteva perderla così…

-Chandra… vieni via- mormorò qualcuno accanto a lei. Era Monk.

-No! Io non ci credo…- protestò Chandra.

-Lascialo. Dai, vieni via- ripeté Monk, costringendola dolcemente a lasciare la presa sul braccio di Peter.

Chandra singhiozzò ancora una volta, poi lo lasciò andare.



Liz e Malfoy raggiunsero il settimo piano senza ulteriori intoppi.

Imboccarono un corridoio e ad un certo punto il mago si fermò davanti a un arazzo (rappresentante delle enormi e goffe creature in tutù): quindi tornò indietro di qualche metro. Liz lo seguì.

Malfoy però fece di nuovo dietrofront e ritornò all’altezza dell’arazzo; poi si incamminò di nuovo nella direzione opposta.

-Che fai, ti sei perso?- domandò Liz, un po’ frastornata da questi continui cambiamenti di direzione.

-Sssh!- la zittì il mago, seccato.

Quando passarono per la terza volta nello stesso punto, sul muro opposto all’arazzo era apparsa una grande porta lignea.

-Ma come…?- iniziò Liz.

-Dai, entriamo, veloce!- la incitò Malfoy

Liz entrò e la prima cosa che percepì fu un vago odore di bruciato.

Si trovava in una stanza simile a una cattedrale, piena fino all’orlo di quelli che sembravano per lo più vecchi oggetti carbonizzati.

I muri erano anneriti e sembravano diroccati in più punti: all’interno della stanza c’erano stretti corridoi tra i cumuli di resti bruciati.

Malfoy si avviò verso il centro della stanza con sicurezza, come se conoscesse il posto piuttosto bene, spostando all’occorrenza mucchietti di oggetti fatiscenti.

-Dovrebbe essere ancora qui… ho controllato l’ultima volta un paio di anni fa…- borbottò.

-Ma… credevo che fossi almeno sicuro di questa uscita!- esclamò Liz contrariata.

Il mago spostò un ultimo cumulo di roba incenerita e rivelò quello che sembrava un vecchio armadietto scolastico dall’anta annerita dal fumo.

-Et voilà, donna di poca fede!- disse trionfante, indicando l’oggetto.

-Cosa c’è lì dentro?- domandò Liz, perplessa.

Malfoy alzò gli occhi al cielo:- Non c’è niente, l’uscita è l’armadietto!-

Dal momento che la ragazza non appariva in alcun modo delucidata, spiegò: -Ci sono due armadietti collegati. Uno è qui, l’altro in un luogo sicuro…. l’ho comprato proprio in previsione di una situazione di questo genere. Basta entrare dentro, chiudere la porta, e quando si riapre si esce dall’altro armadietto. Chiaro?-

Liz annuì.

- Un’altra cosa: per far riapparire l’entrata di questa stanza devi passarci davanti tre volte pensando intensamente “Stanza degli oggetti nascosti”. Ora vado- aggiunse, aprendo la porta dell’armadietto ed entrandovi.

Le fece un rapido cenno di saluto:- A buon rendere, mudblood!- disse, richiudendo la sportello dietro di sé.

Liz si aspettava che a quel punto sarebbe successo qualcosa: uno scoppio, un lampo di luce, un qualche segno.

Invece non accadde proprio nulla.

Riaprì cautamente la porta dell’armadietto: era vuoto. Evidentemente funzionava.

Si fece largo attraverso i cumuli bruciati e si avviò verso l’uscita, quando sentì delle voci concitate che sembravano provenire da un angolo della stanza.

-C’è qualcuno… sento dei passi!-

-Vi sembra Voldemort?-

-Non riesco a vedere… Armando, fammi spazio!-

Liz notò che in un angolo della sala, poco lontano dall’uscita, vi era un mucchietto di oggetti che non sembrava danneggiata dal fuoco o dal fumo: probabilmente erano stati portati nella stanza dopo l’incendio che evidentemente l’aveva devastata.

Le voci sembravano provenire da sotto una pesante tenda rossa. Incuriosita, Liz la sollevò e trovò delle cornici ammucchiate: gli abitanti dei quadri erano tutti stipati nei due o tre quadri in cima al mucchio. Erano quasi tutti uomini anziani.

-Chi è lei, signorina?- domandò un vecchietto calvo e magrolino.

-Ehm… io… ma piuttosto, chi siete voi e cosa ci fate qui?- domandò Liz, un po’ sorpresa.

Un mormorio scandalizzato si diffuse tra i ritratti.

-Noi siamo i presidi di Hogwarts!- la informò piccato un tizio con una barba a punta, vestito di verde e argento –Quel… Tu-Sai-Chi! Che mancanza di rispetto! Nessuno, nessuno si era mai permesso di togliere i ritratti dall’ufficio del Preside e…-

Gli altri ritratti assentirono con fervore:

-Ci ha rinchiusi qui, per anni…- affermò un tizio con un cornetto acustico.

-Dimenticati, come le ultime delle nature morte!- aggiunse sconsolata una donna con lunghi riccioli argentati.

Un tizio con una corta frangetta protestò veementemente:- E ha fatto un incantesimo per non farci muovere tra gli altri quadri di Hogwarts! E’ davvero una vergogna!-

Gli altri ritratti assentirono con un irato borbottio.

-Mi dispiace… credo che sia veramente… ehm, triste- disse Liz.

-E irrispettoso!- aggiunse quello con la barba a punta.

-Assolutamente, sì…- annuì Liz – Però noi stiamo attaccando Hogwarts, quindi, se tutto va bene, presto Voldemort sarà sconfitto e voi potrete tornare sul vostro…muro. – aggiunse, ottimisticamente -Ora se non vi dispiace dovrei andare. -

I ritratti ebbero un sussulto e iniziarono a chiacchierare concitatamente tra loro.

-Aspetta un attimo. - disse una voce pacata ma autorevole.

Gli altri occupanti della cornice si fecero da parte per lasciar passare un uomo con lunghi capelli bianchi e la barba argentata: penetranti occhi azzurri scintillavano dietro degli occhiali a mezzaluna. Aveva un aspetto energico e rassicurante.

-Chi sei? Chi è che sta attaccando Hogwarts?- chiese tranquillamente.

-Sono una Sentinella dell’esercito britannico- rispose lei, causando un ulteriore borbottio tra i ritratti.

-Quindi siete… dei babbani?!- disse incredulo il vecchietto calvo.

Il mago autorevole con la barba argentata la osservò:-Hai una bacchetta, però. Sei una strega?-

-No!- rispose Liz, offesa –Certo che no!-

-Ma devo presumere che tu sia in grado di fare delle magie. - insistette quello, sempre calmissimo.

Liz si strinse nelle spalle:- Be’ sì, ma non sono nata tra i maghi e…-

-Allora sei una strega mudblood, ragazza. – la informò il ritratto con la barba a punta, rivolgendole uno sguardo vagamente schifato.

-Devi darmi delle informazioni, ora – ordinò il preside con la barba argentata –Nagini, il serpente di Voldemort, è ancora vivo?-

-Il serpente? Presumo di sì… a meno che nelle ultime ore qualcuno non l’abbia fatto fuori…-

-Sono certo che non è accaduto. Solo un oggetto profondamente magico può farlo. Ed è estremamente importante che muoia prima che tentiate di uccidere Voldemort. Hai capito bene?-

-Perché?- domandò Liz, confusa.

-Ti basti sapere che se l’animale non viene ucciso, Voldemort non sarà veramente sconfitto. Ora, per fare ciò…-

Liz lo interruppe:- Un attimo, un attimo… a me non basta sapere questo! Se devo andare a dire a tutti che la nostra priorità è uccidere un serpentone gigante, voglio almeno sapere perché!- protestò.

I ritratti trattennero il fiato, sorpresi: a quanto pareva, non capitava molto spesso che qualcuno contraddicesse quel mago.

-Molto bene. - replicò quello con il solito tono di voce tranquillo, che però a Liz sembrò velato di una nuova freddezza –Un pezzo dell’anima di Voldemort è racchiuso nel serpente. Se non verrà distrutto prima della sua morte, lo terrà ancorato alla vita, e potrebbe risorgere in futuro... è un incantesimo molto complicato che non credo ti interessi. Si tratta di magia molto oscura e avanzata che soltanto i maghi di eccezionale bravura e intelligenza, come me, sono in grado di riconoscere. –

“Tiratela di meno…” pensò Liz, vagamente irritata da quel tono accondiscendente, ma decise di non chiedere ulteriori delucidazioni.

-Per uccidere il serpente, io credo che la soluzione migliore sia usare una spada di metallo goblin, che è imbevuta di un potente veleno. –continuò il ritratto -Per fortuna esiste un modo molto semplice di recuperare questa spada. Se vuoi essere così gentile da cercare in quella catasta di oggetti, dovresti trovare un cappello parlante…-

-Cosa? Parlante?- ripeté Liz.

Udì una voce ovattata provenire dalla sua sinistra -Sono qui, Albus! Qui!-.

Liz spostò degli oggetti d’argento che caddero sul pavimento con un rumore secco di rottura.

-Ops!-

Il mago, che apparentemente si chiamava Albus, sospirò.

Alla fine, Liz riuscì a trovare un cappello a punta molto vecchio, sporco e sciupato che, effettivamente, parlava.

-Eccomi, Albus!- disse infatti, in tono adorante, rivolto al ritratto.

-Ah, molto bene… che piacere rivederti, amico mio. - commentò questi, tornando poi a rivolgersi a Liz - Ora, mia cara, se vuoi per cortesia infilare la mano nel cappello e estrarre la spada…-

-La spada è nel cappello?- domandò Liz, confusa.

-Diciamo così. – annuì serafico Albus.

Liz fece come il ritratto aveva suggerito, ma non trovò nulla. Continuò a frugare all’interno, nonostante le proteste del cappello (-Ehi! Ma che maniere!-), ma della spada non sembrava esserci traccia.

-Qui non c’è niente. - disse infine.

-Oh.- commentò il ritratto, interdetto –Cappello, come mai non le consegni la spada di Godric?- domandò poi freddamente.

-Mi dispiace!- esclamò il cappello, affranto –Non ci riesco! Vorrei, ma questa –Liz presunse si stesse riferendo a lei- non è una Grifondoro, proprio per niente!-

Grifondoro? Non era una delle case in cui venivano divisi gli studenti di Hogwarts?

Liz ricordò che Snape aveva menzionato qualche volta questa ripartizione, ma non aveva avuto l’impressione che essere un Grifondoro fosse una cosa particolarmente auspicabile.

-Capisco. – disse infine il ritratto – Questo complica le cose. Dovremo cercare la spada nel luogo in cui si trova fisicamente. –

-Io so dov’è!- saltò su il ritratto del preside con la barba a punta –Me l’ha raccontato il Barone Sanguinario l’anno scorso! Voi-sapete-chi l’ha messa nelle serre, protetta da pericolose piante, veramente malvagie… Ti ho mai parlato della mia lunga esperienza con le Arti Oscure…?-

-Sì sì, Phineas, sono al corrente dei tuoi interessi magici – tagliò corto Albus, in tono di disapprovazione –Ma non sarà con le Arti Oscure che combatteremo Voldemort. Noi abbiamo armi che lui neanche sospetta, armi potentissime… come l’amore. – affermò, in tono solenne.

Liz alzò un sopracciglio, scettica.

-Nel frattempo, sarà necessario andare nelle serre a prendere la spada. – proseguì il quadro.

Squadrò quindi Liz: –Non preoccuparti. - disse, in tono rassicurante -Credo che potrò assisterti in questa ricerca. E poi, anche se non saresti stata ammessa a Grifondoro, anche le altre case hanno prodotto maghi di prim’ordine, davvero! Ci sono anche qualità meno evidenti che possono tornare utili…-

-Veramente, non sono sicura che Grifondoro fosse una casa con chissà che grandi pregi – lo interruppe Liz gelidamente, pensando a Snape –A me risulta che la migliore fosse Serpeverde. –

I ritratti mormorarono scandalizzati, tranne Phineas che esclamò felice:- Mi piace questa ragazza! Mi piace davvero!-

-Anche se è una mudblood?- chiese la strega con i boccoli argentati, sarcastica.

Phineas fece spallucce:- Nessuno è perfetto. -

Il ritratto di Albus annuì con aria sofferta:- Immagino che sia stato Voldemort a diffondere quest’idea di presunta superiorità. Ha sempre avuto il bisogno di denigrare ciò che non riusciva a capire e…-

-No, a dire il vero l’ho saputo da un certo Severus Snape. – ribatté Liz, che stava iniziando a trovare Albus sempre più supponente.

Tutti i presidi si animarono:

-Snape? Proprio lui?-

-E’ vivo? E’ qui?-

-Un grande preside, davvero ottimo!- annuì Phineas, soddisfatto.

Il ritratto di Albus fece cenno agli altri di tacere.

-Posso sapere per quale motivo tu sia entrata in contatto con Severus Snape?- domandò, sembrando contrariato.

-Lui ci ha addestrati!- si animò Liz –Ce la stavamo vedendo veramente brutta con i maghi, ma poi è arrivato lui e…

-Quindi Voldemort sa che Severus non è più un Mangiamorte?- la interruppe Albus.

-Sì sì, l’ha quasi ucciso ma…-

-Ma questo è inaccettabile!- esclamò il defunto preside.

-Infatti! – concordò Liz –Ma per fortuna è andata bene. Snape è scappato e adesso…-

Anche questa volta non riuscì a finire la frase, perché il ritratto borbottò: -Severus non avrebbe dovuto lasciare il suo posto. Doveva continuare a fare la spia, fino all’ultimo, e lasciare il comando a persone più meritevoli! Questo è quello che gli avevo ordinato. -

Liz sgranò gli occhi:- Più meritevoli? Ma che stai dicendo?-

Albus sospirò: -Il suo ruolo era molto delicato, e doveva restare nell’ombra, in attesa. Quando ho sentito che si era ritirato a vita privata sono stato molto, molto deluso da lui… e ora questo! Ha deliberatamente ignorato le mie disposizioni. -

-Si dà il caso- replicò la ragazza, incrociando le braccia sul petto –che Severus Snape sia la persona più in gamba che abbia mai incontrato. E poi… ma non lo sai che le spie sono le prime a lasciarci la pelle?-

Il ritratto annuì:- Alle volte, dei sacrifici sono necessari per il bene superiore. –

A Liz sembrò di vedere un freddo lampo calcolatore nello sguardo del vecchio.

Di colpo, non le sembrava più tanto rassicurante, anzi, lo trovava decisamente inquietante.

-Ma… sacrificati tu!- esclamò.

-Io ho già fatto il mio dovere- rispose Albus –In ogni caso, sono certo che Severus sarebbe onorato di unirsi a noi stimati presidi quando si immolerà per la causa…-

Liz non ci vedeva più dall’indignazione:- Immolarsi? No, senti nonno, noi non ci siamo proprio capiti. Severus uscirà di qui sano e salvo e…-

-Ti rendi conto che questo è estremamente improbabile? Perché non cerchi invece di anticipare le mosse di Voldemort e sfruttare questo vantaggio a tuo favore? Sai, del resto l’amore…-

Liz non la prese bene: dopo che ebbe edotto il quadro su dove, esattamente, potesse infilarsi il suo amore, fece per andarsene.

-La tua capacità di giudizio è obnubilata!- protestò Albus –Non riuscirai neanche a recuperare la spada senza il mio aiuto. –

Liz si fermò un attimo. Era vero, aveva bisogno di aiuto per raggiungere quella fantomatica spada.

-Tu! – disse, rivolta al ritratto di Phineas –Hai voglia di fare un giro fino alle serre?-

-Certo!-esclamò quello, allegro.

-Dov’è la tua cornice…?- Liz frugò tra i quadri finché non ne vide uno con una targhetta che recitava “Phineas Nigellus”.

Con un veloce incantesimo lo ridusse fino a fargli raggiungere le dimensioni di una tazzina da caffè, e se lo appuntò alla giacca come una spilla.

-Ci vedi bene? Ok, andiamo!- disse, e corse fuori dalla stanza.

I ritratti si guardarono tra loro, ammutoliti.

Albus Dumbledore appariva ancora sconvolto: -Non ce la farà mai. Mai!- esclamò infine.




Ciao Astry!
Grazie, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!

A dire la verità non sono una grande fan di Star Trek, anche se millenni fa avevo visto parecchi degli episodi della serie originale (nutrendo una strana cotta per Spock. Ehm. Vabe’), però quella dei muri non credo di averla vista!
Sono contenta che ti sia piaciuto Lucius… è troppo puccioso vero? Anche Avery mi piace tanto… l’uomo che riesce a dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato… be’ almeno qui se ne sta zitto e se la cava! ;)
Draco però non uccide Greyback (tutto sommato, un Malfoy secondo me non si sporcherebbe tanto le mani), si limita a schiantarlo… anche perché è un ibrido, non lo rispetta!
Lo so, anche io alle volte mi sento un mostro per aver bellamente fatto fuori quasi tutti i personaggi (la McGranitt! Come ho potuto?! :’( Lei mi piace tanto!)… ma volevo che Snape dovesse trovarsi degli alleati inaspettati.
Grazie per i complimenti! Per il Snape da stupro, be’, nel prossimo capitolo vedrai, spero di avergli reso giustizia!
Alla prossima!!
 
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34 replies since 26/12/2010, 16:04   322 views
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