Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

2015- The Muggle War

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Natalie_S
view post Posted on 28/2/2011, 22:16 by: Natalie_S




Capitolo 8

I mesi successivi passarono rapidamente: i progressi dei maghi nati babbani aumentavano a vista d’occhio.

Presto anche il gruppo di livello più basso padroneggiò perfettamente gli incantesimi base e i rudimenti della trasfigurazione.

Quest’ultima materia era insegnata per lo più dal ritratto di Eileen Snape, che si era rivelata molto esperta anche se decisamente più intrattabile del figlio, il che era tutto dire.

Onestamente, quella donna faceva sembrare Severus Snape uno zuccherino.

Non era insolito che i soldati uscissero inviperiti dall’aula, dichiarando che preferivano affrontare Voldemort e il suo serpente a mani nude piuttosto che dover ancora ascoltare quell’insopportabile quadro.

Chandra Sharma finiva regolarmente in lacrime al termine di ogni lezione.

Tuttavia, come il figlio, Eileen Snape era anche terribilmente brava, e conosceva la materia alla perfezione, quindi si dovevano armare di santa pazienza e sopportare le sue bizze.

Longbottom era molto soddisfatto dell’andamento della preparazione magica delle Sentinelle: erano usciti vincitori da tutti gli scontri che avevano avuto luogo in quei mesi, e contava che presto avrebbero potuto scagliare una pesante offensiva.

Neville aveva cominciato a parlare con Snape di questioni di sicurezza e a pianificare possibili attacchi; questi per molti anni era rimasto completamente estraneo alla guerra, ma la sua esperienza precedente si era rivelata molto utile.

L’impossibilità di rivelare informazioni al nemico era stata ben sottolineata nel Voto Infrangibile, e Neville si sentiva ragionevolmente sicuro a riguardo.

Snape si era molto stupito della situazione di anarchia del governo babbano, e si era piuttosto indignato quando aveva scoperto che il primo ministro e quello che rimaneva del governo (insieme alla famiglia reale) era basato a Gibilterra, lontano dagli scontri, intervenendo di fatto molto poco nelle vicende del paese.

Anche gli altri paesi della NATO, l’organizzazione internazionale babbana per la difesa, non intervenivano nella situazione inglese: i ministeri della magia locali si erano accordati con i governi e, un po’ per paura di Voldemort, un po’ per timore di uscire allo scoperto di fronte a tutti i babbani, avevano di fatto lasciato l’Inghilterra alla sua sorte.

Di fronte al resto del mondo, infatti, lo Statuto di Segretezza rimaneva inviolato: secondo l’opinione pubblica internazionale, in Inghilterra vi era una guerra civile piuttosto ordinaria, per quanto sanguinosa.

I governi, in collaborazione con i ministeri della magia, avevano passato anni a controllare ogni comunicazione e viaggio con le isole britanniche.

Snape sapeva che Voldemort aveva tentato di reclutare seguaci anche all’estero, ma a quanto pare non aveva avuto molti successi. Di fatto, finché non avesse risolto il conflitto in patria, avrebbe avuto difficoltà ad assicurarsi la fiducia dei maghi europei.

Questo lasciava Neville come unico vero nemico del mago oscuro: e ora finalmente, grazie a Snape, stava riuscendo a addestrare il suo esercito in un modo estremamente soddisfacente e pericoloso.

Oltre alle preziosissime lezioni, Snape si era anche interessato alle interazioni tra elettronica babbana e magia.

Insieme a McDiarmid e altre Sentinelle che in precedenza si occupavano di elettronica e software, stava mettendo a punto dei caschi a protezione totale dagli incantesimi, e un apparecchio per la materializzazione, che poteva essere usata anche dai babbani e in cui era sufficiente inserire le coordinate GPS della destinazione.

Tutti questi esperimenti erano ancora in fase embrionale, ma erano molto promettenti.

Il generale Longbottom, per la prima volta da molti anni, si sentiva nuovamente fiducioso.

-Vedi- spiegò, mostrando a Snape una cartina di Londra fittamente cosparsa di punti disegnati a pennarello- tutta la zona di Westminster è controllata dai Mangiamorte, fino a oltre il Tamigi. Se riuscissimo a riprenderci la zona, potremmo riaprire la stazione di Victoria e ripristinare parte del trasporto verso la campagna, sarebbe molto utile-.

-Che cosa usano per controllare la zona?- chiese Snape.

-Dissennatori, tutto attorno. All’interno del cerchio da loro formato non sappiamo cosa potrebbe esserci, non ci siamo mai arrivati. Forse ci sono dei Mangiamorte, rileviamo una forte presenza di magia. Quando pensi che potremo attaccare?-

Snape scosse la testa:- E’ difficile a dirsi. Di quante persone pensi di aver bisogno?-

-Una cinquantina, almeno-

-Be’… - iniziò Snape, quando un forte rumore proveniente dal cortile li fece sobbalzare.

I due andarono alla finestra per osservare cosa stesse succedendo.

-Ah già- esclamò Neville – è domenica pomeriggio!-



Da quando tutte le Sentinelle erano state riunite nella scuola improvvisata, per la prima volta nella loro vita si erano trovate a stretto contatto con i propri simili e con un’apprezzabile quantità di tempo libero.

Questo aveva fatto sì che si sviluppassero dei giochi e degli svaghi basati sulla magia: e lo sport più popolare in poco tempo era divenuto il duello.

La domenica pomeriggio due studenti, di solito all’incirca allo stesso livello di preparazione, si sfidavano davanti a tutti gli altri: potevano usare incantesimi, ma non solo. Per questo motivo anche i duelli tra principianti erano piuttosto appassionanti: in mancanza di incantesimi adatti allo scopo, finivano col prendersi a pugni.

Naturalmente erano vietate le Maledizioni Senza Perdono, e tutto ciò che lasciasse danni permanenti.

I due sfidanti indossavano l’attrezzatura di protezione, che era stata notevolmente migliorata, e nessuno si era mai seriamente fatto male. Tuttavia lo spettacolo era considerato molto divertente.

Il duello di quel giorno era particolarmente atteso, perché toccava a due degli studenti considerati più esperti: Robert Garreth e Liz Mills.

Il pubblico era curioso, e si aspettava qualche fattura particolarmente perfida o almeno scenografica.

I due arrivarono nel cortile, e si strinsero la mano, davanti a Kieran Wilson, che fungeva da arbitro.

-Che vinca il migliore- disse Robert.

-Ti faccio un culo così, ragazzino- ribatté Liz, suscitando qualche risata negli astanti e nello stesso Robert.

Mentre si posizionava a un’estremità del cortile, guardò bene il suo avversario: in effetti, non sembrava più un ragazzino.

Forse per la sua timidezza, aveva una postura un po’ gobba che gli dava un’aria mite e dimessa. Ma ora che le stava di fronte, ergendosi in tutta la sua altezza, si rese conto di quanto si fossero allargate e irrobustite le sue spalle, e di quanto ormai sembrasse (o proprio fosse) un adulto.

-Pronti?- chiese Wilson – Protego!-

Era il segnale: alle parole dell’arbitro, i due vennero avvolti da una bolla traslucida che li avvolse in una sorta di ring, lasciando il pubblico all’esterno.

La bolla si spostava con loro, e includeva gli oggetti che incontravano, ma impediva la materializzazione e l’intrusione di altri partecipanti.

Per qualche istante Liz e Robert si limitarono a camminare in tondo, studiandosi a vicenda.

Liz decise di attaccare per prima:-Impedimenta!-

Robert schivò facilmente e rilanciò: -Incarcerous!-

Neanche questo colpo andò a segno.

Liz decise di passare a qualcosa di più sofisticato, tanto per divertire un po’ il pubblico:-Avis!-

Uno stormo di canarini gialli uscì dalla punta della sua bacchetta, provocando un “ooh!” di stupore tra gli astanti.

-Oppugno!- esclamò quindi, e gli uccellini si gettarono aggressivi contro Robert. Questi riuscì a farli fuori velocemente, anche se prima i volatili lo graffiarono e beccarono un po’ sul volto.

Robert passò quindi al contrattacco, con una fattura orcovolante che mise Liz in difficoltà per qualche minuto.

Il duello stava iniziando a farsi interessante, e nel cortile tutti urlavano il loro sostegno a un combattente o all’altra.

-Petrificus totalus!- provò ancora lei, prendendo il bersaglio di striscio e immobilizzandogli soltanto la gamba sinistra.

Garreth iniziò a zoppicare vistosamente: -Tarantallegra!- urlò di nuovo, prendendo Liz su una gamba, che iniziò a muoversi a passo di danza.

Il successivo incantesimo le saltò alle labbra per istinto, quasi prima di riuscire a pensarlo coerentemente: -Densaugeo!!!- strillò lei, questa volta centrandolo in pieno.

Gli astanti scoppiarono a ridere, mentre i denti davanti di Robert Garreth raggiungevano le sue costole.

Il ragazzo arrossì: in effetti, era una fattura imbarazzante.

A Liz sembrò per un istante di vedere uno sguardo di pura furia negli occhi azzurri del solitamente mite ragazzo.

-Expelliarmus!- urlò Robert: Liz si sentì investita da una potente onda d’urto e cadde riversa sulla schiena, perdendo la bacchetta.

-Finite!- esclamò Wilson – Robert vince il match di oggi!-.

Il pubblico eruppe in un applauso entusiasta.

Robert si avvicinò a Liz, tendendole la mano per farla rialzare.

-Che incantesimo hai usato per ultimo?- gli domandò, spolverandosi la maglietta.

Il ragazzo si strinse nelle spalle: -Solo un incantesimo di disarmo.-

-Non è possibile, era qualcosa di più forte… non sarei caduta così per un semplice expelliarmus!- protestò Liz.

-Ti ho presa di sorpresa! Ah-ah!- gongolò Robert, con un sorriso da ragazzino pestifero.

Liz non ci poteva credere:- No, ti dico che…-

-Ah, ma piantala Mills!- la interruppe Kieran –Questa volta hai perso! Devi essere sportiva e accettarlo! Piuttosto fa’ i complimenti a questo ragazzo così in gamba! Battuta da un Expelliarmus… non riesco a immaginare niente di più umiliante- aggiunse perfidamente.

Gli altri risero.

Liz gli strinse la mano, ma continuò a guardarlo in cagnesco.



-Allora- riprese Neville –Si può fare?-

-L’obiettivo che hai scelto è molto… complicato. Il fiume, le stanze, la torre… Credo che sarebbe più saggio iniziare da qualcosa di più semplice.-

-Ma è un simbolo. Darebbe il segnale che qualcosa sta cambiando.-

Snape sospirò: -E va bene, proviamo-

-La prossima settimana ci riprendiamo il Parlamento!- disse Neville con aria risoluta –Be’ sai- aggiunse - è una cosa piuttosto importante per i babbani.-

Snape alzò gli occhi al cielo:- Certo, certo… be’ buona fortuna.-

-Sarai tu a guidare l’attacco.- lo informò Neville senza guardarlo.

-Cosa?!-

-Non sappiamo cosa potrebbe esserci lì dentro, ho bisogno di qualcuno con un po’ di esperienza!-

-Non erano questi gli accordi!- protestò Snape.

Neville fece spallucce: -Gli accordi sono cambiati.-

-Ma..?! E se ci fosse qualche Mangiamorte che mi riconoscesse?-

-Ci sono pozioni per quello. Abbiamo un calderone di Polisucco nel seminterrato che ho fatto fare a Mills per l’esercitazione della scorsa settimana.-

-Non mi puoi obbligare!-

-E va bene, non posso.- concesse Longbottom – ma vuoi davvero mandare tutti i tuoi preziosi studentelli allo sbaraglio senza sapere cosa potrebbero trovare?-

-Certo. Non me ne importa proprio niente- ribatté Snape incrociando le braccia sul petto. Ma non era vero, lo sapeva.

Messo all’angolo ancora una volta da Neville Longbottom, pensò il mago con stizza.

Stava davvero diventando vecchio.







Capitolo 9

Il Parlamento costituiva uno spettacolo terrificante.

L’intera zona di Westminster era controllata dai maghi da moltissimi anni, e da allora era disabitata.

Ai lati del ponte si potevano ancora vedere i resti diroccati del London Eye, fuori asse come una ruota per criceti abbandonata, e persino gli spettrali resti di vecchie bancarelle di souvenir.

Il parlamento stesso era crollato in più punti, aprendo larghi squarci nell’edificio verso il fiume, dove si staccavano dei mattoni che cadevano in acqua. La torre dell’orologio era quasi completamente invisibile, perché circondata da Dissennatori che giravano intorno al Big Ben.

All’interno, nessuno sapeva esattamente cosa ci fosse.

Peter Tuffey, e molti altri come lui, erano decisamente esaltati all’idea di attaccare i maghi: presto quegli abomini della natura avrebbero avuto quello che spettava loro.

Quando Liz aveva obiettato che tecnicamente anche loro, le Sentinelle, erano “abomini”, aveva risposto che la questione era completamente diversa, rifiutandosi di addurre ulteriori spiegazioni.

Liz si voltò verso Snape: la pozione Polisucco gli aveva fatto prendere le sembianze di Longbottom, ma, a detta della soldatessa, era ancora perfettamente distinguibile dall’originale per via dell’espressione arcigna.

Facevano parte del gruppo che avrebbe tentato l’accesso all’edificio da Cromwell Green, la vecchia entrata per i visitatori.

Con loro c’erano anche Robert, Kieran e Chandra e Gary Townshend, oltre al capitano Monk.

Accanto a loro, altri gruppi stavano prendendo posto presso le porte d’entrata laterali. Il piano era attaccare simultaneamente da più ingressi.

Alcune unità babbane, di cui faceva parte anche Cillian Archer, avrebbero circondato l’edificio, senza però entrare.

Liz l’aveva salutato un po’ impacciata quando aveva superato la sua unità, schierata davanti al Parlamento.

-Remember, remember, the fifth of November…- sussurrò Gary, quando si trovarono davanti all’edificio.

Gli altri ridacchiarono nervosamente; Snape non riusciva a capire come mai. Mah, doveva essere una cosa babbana.

-Scommetto duecento sterline che c’è un gruppetto di fan di Voldie di guardia…- continuò Gary.

-Duecentocinquanta che c’è anche il serpentone.- disse Chandra.

-Scommettere è peccato- tagliò corto Peter, passando davanti a loro per raggiungere l’entrata di Black Rod’s Garden.

I soldati presero posto dietro i palazzi accanto agli ingressi, davanti a cui fluttuavano alcuni Dissennatori: non appena si fossero accorti della loro presenza, li avrebbero attaccati.

La voce del generale Longbottom li raggiunse tramite la ricetrasmittente di Monk: -Squadra 2, in posizione…. Fuoco!-

A questo segnale, tutti uscirono e gridarono: -Expecto Patronum!- contro i Dissennatori.

Snape vide il proprio Patronus, la cerva d’argento, correre contro le creature, e metterne in fuga parecchie. Altri Patronus, come quelli di Liz e di Chandra, si limitavano a proteggere le proprietarie, non essendo ancora perfettamente formati.

Notò che Robert Garreth aveva un Patronus molto potente, un cane argentato piuttosto impressionante.

I Dissennatori cercarono ancora di attaccare, ma tutta la squadra era al riparo sotto i propri Patronus, e infine riuscirono a entrare nell’edificio.

A fatica, Kieran e Chandra riuscirono a sbarrare la porta dietro di loro.

-Andiamo, da quella parte, verso sud, dobbiamo raggiungere la Lobby Centrale!- li esortò Monk.

Si incamminarono per il corridoio. Ad un tratto, videro una figura avvicinarsi verso di loro. Era ancora piuttosto lontana, e coperta da un mantello nero. Si avvicinava lentamente e non sembrava minacciosa.

-Chi è là?- chiese Monk.

La figura non rispose, e continuò a camminare verso il gruppo di persone.

C’era qualcosa di esitante nella sua andatura, notò Snape, come se fosse malferma sulle gambe.

-Siamo qui per prendere possesso dell’edificio- riprese Monk, staccandosi dal gruppo e andando più vicino alla figura incappucciata, tenendo la bacchetta spianata davanti a sé – se deponi le armi non succederà niente. Dammi la bacchetta se ne hai una.- ordinò.

Ancora nessuna risposta da parte della figura misteriosa, che ora stava, silenziosa e ferma, davanti al capitano.

Monk si avvicinò lentamente, e allungò una mano per spostare il cappuccio e vedere il nuovo arrivato in faccia: in quel momento, la figura si lanciò contro il capitano, cercando di morderlo alla giugulare, esibendo denti macchiati di sangue.

-Un Inferius!- urlò Snape – Incendio!-.

Il fuoco fece allontanare la figura da Monk, il quale si rialzò, sconvolto ma incolume.

-E che roba è?- gridò Gary.

Fu Kieran a rispondergli:- Uno zombie!-

Dal corridoio videro arrivare numerose altre figure, che caracollavano lentamente verso di loro, emettendo suoni inarticolati come animali feriti.

-Siamo bloccati!- disse Chandra –se torniamo indietro saremo attaccati dai Dissennatori… sono troppi!-

-E poi non possiamo spingere i Dissennatori contro le unità babbane schierate fuori, quelli non possono difendersi!- aggiunse Liz, con un’evidente sfumatura di panico nella voce.

-Qui è pieno di maledetti zombie!- urlò Monk nella ricetrasmittente.

-Anche qui- rispose la voce gracchiante di Longbottom – sono dappertutto! Dobbiamo…- le istruzioni si persero, perché si udì il rumore di qualcosa di metallico che veniva distrutto, e le comunicazioni cessarono.

-No!- esclamò Liz.

-Dobbiamo tenerli a bada con il fuoco, è l’unico modo con quelle bestiacce schifose- disse Kieran.

Snape annuì:- E’ vero, è il modo migliore. Non possiamo ucciderli un’altra volta, possiamo solo bruciare i resti.

Garreth, tu e Wilson tornate all’entrata, aprite le porte e tenete i Dissennatori lontani dall’esercito con i Patronus. Dite ai babbani che aspettano fuori di usare i lanciafiamme contro qualsiasi cosa esca da quelle porte.

Noi andiamo avanti e cerchiamo un’altra via di uscita.- ordinò.

-Va bene, andiamo, come ha detto lui!- aggiunse Monk.

Snape agitò la bacchetta e una corda di fuoco eruppe dall’estremità: con questa circondò i soldati, tranne Kieran e Robert che corsero verso l’entrata.

Così avanzarono verso il corridoio, mentre gli Inferi si scansavano, zoppicando verso l’uscita nel tentativo di rimanere lontano dal fuoco.

Si accorse che gli effetti della Polisucco stavano svanendo, mentre recuperava il suo abituale aspetto.

Avevano raggiunto la Lobby Centrale: l’intera, celebre sala ottagonale era piena di Inferi, alcuni dei quali sembravano intenti a cibarsi di arti mozzati.

Avevano già raggiunti gli altri gruppi? si chiese Snape.

Accanto a lui, Liz sembrava pietrificata e Chandra era pallidissima, mentre Monk e Townshend mormoravano sottovoce quelle che potevano essere imprecazioni o preghiere.

Improvvisamente Snape vide una figura staccarsi dai cadaveri per avvicinarsi a lui: aveva i capelli ancora lunghi che spuntavano dal teschio raggrinzito, sporche ciocche rossastre che le lambivano le spalle. Il volto era una maschera grottesca, con un innaturale ghigno che lasciava scoperti i denti insanguinati nella bocca priva di labbra.

Nelle orbite incavate poteva ancora vedere gli occhi spenti, che erano di un verde brillante.

-Lily…?- sussurrò, abbassando la bacchetta. La corda di fuoco si spense.

Poteva essere lei? Poteva il Signore Oscuro aver osato tanto, nel volersi beffare dei suoi nemici?

Non ne era sicuro, in effetti ormai era impossibile distinguere i lineamenti.

Allungò una mano verso il corpo martoriato:-Lily…- ripeté.

In quel momento, il corpo che poteva essere appartenuto a Lily si scagliò verso di lui, e lo morse al collo, in un abbraccio fatale.

Un urlo si alzò da dietro di lui: Gary Townshend, che era l’ultimo della fila, era stato preso dagli Inferi, che l’avevano trascinato in un punto imprecisato in mezzo a loro.

Chandra si mise a piangere, cercando senza successo di mormorare un incantesimo, la bacchetta stretta nella mano tremante.

Monk urlò:-Incendio!-

Snape era inebetito, e incapace di reagire. Guardava il sangue fluire da lui, la sua carne strappata a morsi dal cadavere, come se stesse osservando una scena in cui non poteva intervenire, come se ci fosse una strana giustizia in quell’atto. Chiuse gli occhi, preparandosi alla propria fine.

Due braccia lo afferrarono per le spalle, strappandolo alla presa dell’Inferius: era Liz.

La ragazza sferrò un calcio in pieno volto al cadavere, che ancora si protendeva per riafferrare la sua vittima, per poi trascinare Snape in un angolo della sala, momentaneamente deserto.

-Che cosa stai facendo?- gli urlò, tirando fuori un pezzo di stoffa dalla tasca e premendoglielo contro il collo.

-Io… quella era Lily…io non potevo- mormorò Snape, incoerentemente.

-No, no, ascoltami: non era Lily, chiunque fosse. Era solo un cadavere. Non è più una persona, hai capito?- disse Liz, guardandolo negli occhi per sincerarsi che la stesse ascoltando.

Vennero raggiunti da Monk, che continuava a generare fiamme dalla bacchetta, e Chandra.

-Dobbiamo uscire di qui- disse il capitano.

Snape era ancora inebetito.

Ci fu il rumore di un’esplosione, vicina, come se fosse nella stanza stessa; poi il lampadario al centro della sala crollò, lasciando intravedere un enorme buco nel soffitto.

Dal bordo videro fare capolino la testa di Neville Longbottom: -Monk, sei lì?- disse, attraverso un megafono.

In tutta risposta Monk sparò delle scintille colorate dalla propria bacchetta.

-Stiamo per calare una scala. Salite, vi copriamo le spalle-.

I quattro raggiunsero faticosamente il centro della sala, immobilizzando gli Inferi che si gettavano su di loro ad ogni passo. Liz sorreggeva Snape, ancora catatonico.

Dal buco dove un tempo si trovava il lampadario venne fatta calare una scala di corda, e loro si arrampicarono, ricacciando giù i cadaveri a calci e schiantesimi.

Quando tutti si furono issati sul soffitto, Neville fece cenno ai soldati che reggevano la scala, che venne buttata giù e portò con sé gli Inferi che avevano tentato di arrampicarsi su di essa.

-Che fine ha fatto Townshend?- chiese Longbottom.

Monk scosse la testa eloquentemente.

Uscirono da una delle finestre della torre che sovrastava la Lobby Centrale, per raggiungere un elicottero che era posato sul tetto del parlamento.

Altri elicotteri stavano tirando su le Sentinelle che erano penetrate all’interno dell’edificio, mentre, accanto ad ogni uscita, soldati babbani attaccavano con i lanciafiamme tutti gli Inferi che si lanciavano fuori dal palazzo.

Liz fece salire Snape sull’elicottero; vennero quindi raggiunti dagli altri e decollarono verso la caserma.

Snape si rese conto che Liz, Chandra e Monk lo stavano guardando preoccupati, tenendosi a distanza, come se dovesse fare un gesto inconsulto e violento da un momento all’altro.

-Che diavolo avete da guardare?- berciò.

Fu Liz a prendere la parola, dopo essersi scambiata un’occhiata di intesa con i due compagni di viaggio:- Stai per diventare uno di loro?-

-Che cosa?- domandò Snape senza capire.

-Be’, visto che sei stato morso… - spiegò Liz a disagio – stai per diventare uno zombie?-

Snape sospirò:-Merlino, questi babbani e i loro stupidi film!-

-Quindi no?- domandò Chandra timidamente.

-Ma certo che no!- ribatté Snape scandalizzato.

I tre si rilassarono visibilmente sul sedile.

Snape si sentiva ancora turbato, ma l’irritazione lo stava rapidamente riscuotendo.

Una volta giunti all’Accademia, si fece una veloce medicazione di fortuna al collo, poi, con l’aiuto di Liz e dei farmacisti babbani ormai piuttosto esperti in Pozioni, distillò grandi quantità di una sua varietà di Pozione Incendiaria, che prendeva fuoco a contatto con i materiali organici ma lasciava intatti gli altri oggetti.

Questa venne irrorata da grandi idranti posti sul tetto del Parlamento, bruciando tutti gli Inferi: vedere i corpi che si contorcevano sotto le fiamme fu uno spettacolo raccapricciante, anche se Snape sapeva che quelle creature non provavano dolore come gli esseri umani.

Cercò di individuare il corpo che gli era sembrato di Lily, ma non ci riuscì.

Intorno a mezzanotte, l’ultima fiamma si estinse sui resti carbonizzati degli Inferi.

Il Parlamento era stato preso.
 
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