Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

2015- The Muggle War

« Older   Newer »
  Share  
Natalie_S
view post Posted on 16/2/2011, 10:00 by: Natalie_S




Ciao a tutti!!

arcady:ciao! Grazie, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! L'entrata in scena di Snape è una delle parti che mi sono divertita di più a scrivere!!
Qui ci sarà la sua prima lezione!!
Povero Neville, in effetti si è trovato un po' in difficoltà, però mi piaceva pensare che alla fine fosse abbastanza in gamba da organizzare tutto da solo, o quasi!
Ciaoo!!

Astry:Ciao ma chère! Spero di non aver peccato di "rickmanizzazione" nell'entrata in scena di Piton! :P Lui queste entrate spettacolari le fa sempre bene... anche se in realtà ho difficoltà a immaginarmi Snape con le fattezze di Alan Rickman. Io me lo immagino più magro e nervosetto, e molto più brutto.
Ciao, al prossimo capitolo!!!

Asmodai: Eilà! Ciao! Che bello, una nuova lettrice!! *gongolo*
Sono contenta che la storia ti piaccia!! Come richiesto, ho aggiornato prestissimo!! :D
Ciao, a presto!!!

CAPITOLO 7

Severus Snape era ogni giorno più sorpreso da quanto quella corte dei miracoli babbana potesse essere efficiente.

Era passata una settimana dall’assoluzione di Liz e dal proprio reclutamento coatto.

Longbottom non aveva perso tempo nel metterlo al lavoro: già dopo poche ore aveva trovato un vecchio edificio caduto in disuso, a Camden, che un tempo aveva ospitato degli uffici e l’aveva destinato a diventare la nuova sede dell’Accademia babbana; Snape aveva quindi praticato ogni genere di incantesimo protettivo sul vecchio stabile, rendendolo imperturbabile, indisegnabile, impedendo la materializzazione entro i suoi confini; aveva esteso le stesse protezioni alla caserma sede dell’arma delle Sentinelle, e praticato immediatamente degli incantesimi di riservatezza su tutti i soldati.

Spinto dall’abitudine, aveva anche messo qualche incantesimo repelli-babbano, che un irritatissimo Longbottom gli aveva fatto eliminare quando si era accorto che i suoi ufficiali ricordavano improrogabili impegni ogni volta che si avvicinavano alla caserma.

Aveva quindi reso il generale Custode Segreto di entrambi gli edifici: un grande numero di postini erano stati precettati per portare personalmente le missive con l’indirizzo della nuova Accademia, vergato a mano da Longbottom, a tutte le Sentinelle sparse per la nazione.

-Le poste funzionano ancora così bene?- gli aveva chiesto sorpreso.

-Siamo pur sempre inglesi!- aveva replicato quello.

E così tutte le Sentinelle erano arrivate a Londra, prima quelle stanziate nelle campagne limitrofe, e per ultime le scozzesi e quelle che si trovavano in Irlanda del Nord: al momento dell’ingresso nell’Accademia, ognuno veniva sottoposto ad alcuni incantesimi che dovevano assicurare il loro silenzio e l’impossibilità di rivelare informazioni al nemico.

Questa parte non era stata molto apprezzata dai soldati, che erano evidentemente restii a essere oggetto di qualsiasi incantesimo, specialmente se praticato da un mago come Snape.

Un soldato scozzese di nome Wilson protestò così violentemente da far suggerire l’uso della maledizione Imperius.

Il tutto era stato organizzato in appena una settimana. Snape doveva ammettere di stare inaspettatamente apprezzando le doti manageriali di Neville Longbottom.

E ora si trovava in un vecchio open space cadente, mentre davanti a lui sedevano quasi duecento soldati, per la maggior parte molto giovani ma già segnati nel fisico da quelle che dovevano essere stati molti scontri.

Tutti lo fissavano, alcuni ancora stupefatti, altri con espressione apertamente ostile, ma la maggior parte era semplicemente incuriosita.

Notò in una delle prime file la familiare zazzera di Liz: nell’incrociare il suo sguardo, la ragazza gli rivolse un sorriso di incoraggiamento.

Snape sospirò e si schiarì la voce, poi puntò la bacchetta verso la propria gola per amplificarne il suono: -Buongiorno. Mi chiamo Severus Snape e, come avrete immaginato, sono un mago. Sono qui per insegnarvi a difendervi dalle arti oscure e…-

Una voce si levò da una delle ultime file: -Noi non abbiamo bisogno dell’aiuto di un lurido mago!-, seguito da un rumoroso mormorio di assenso.

Snape si voltò verso Longbottom, con un’espressione seccata che urlava “Te l’avevo detto!”.

Questi alzò la voce: -Se non ne avessimo bisogno, avremmo già distrutto i Mangiamorte da un pezzo. Perciò chiudete il becco e ascoltate quest’uomo. Era un insegnante ad Hogwarts, la scuola di magia, prima della vittoria di Voldemort. -.

Calò il silenzio: la platea era evidentemente impressionata.

O forse era la presenza di Longbottom, si sorprese a pensare Snape: tutti sembravano venerarlo come un eroe, e difficilmente mettevano in discussione quello che diceva.

Doveva farsi aiutare da Neville Longbottom per disciplinare una classe fuori controllo: Merlino, come si era ridotto.

-Le Arti Oscure- riprese Snape, dopo una breve pausa –sono molte, varie, mutevoli ed eterne. Combatterle è come combattere un mostro dalle molte teste che, ogni volta che un collo viene reciso, genera una nuova testa, ancora più feroce e intelligente della precedente.

Ma questo voi lo sapete già: vi siete difesi da esse per anni, e siete riusciti, quasi miracolosamente, a far fronte a un nemico le cui conoscenze superavano di gran lunga le vostre. Avete dimostrato intelligenza, creatività e prontezza di spirito, che, in ultima analisi, sono le qualità più importanti al momento dello scontro. Ma tuttavia, io sono qui oggi per farvi fare un passo avanti: le Arti Oscure non devono essere necessariamente temute.-

Un brusio concitato si diffuse nella sala.

-Non devono essere temute- ripetè Snape -ma sfruttate. Qualsiasi fattura, anche la più perfida e malvagia, se utilizzata a fin di bene, è un’arma che potrebbe salvarvi la vita, mentre un innocente incantesimo di disarmo può condannarvi a morte certa. Non esistono incantesimi buoni o cattivi…. Dipende tutto dall’uso che ne viene fatto-.

Guardò la platea: tutti erano in silenzio e sembravano pendere dalle sue labbra.

-Voi siete più ingegnosi dei maghi purosangue…- concluse Snape - ora dovete solo imparare a batterli sul loro terreno!-.



Dopo il breve discorso introduttivo, Snape divise la classe in una decina di piccoli gruppi, che si esercitarono in semplici incantesimi di disarmo e scudo. Passando attraverso la classe, prese nota di ogni nome e smistò ognuno in uno di quattro macrogruppi: i più scarsi (i Grifondoro, come li battezzò tra sé e sé con un ghigno perfido), i principianti di belle speranze, il livello intermedio e, infine, quelli più promettenti (per lui, i nuovi Serpeverde).

Osservò scandalizzato che quasi tutti gli ufficiali più anziani facevano parte del primo gruppo: alcuni di loro erano a malapena capaci di reggere in mano la bacchetta.

Ne rimbrottò uno, tale Knight, che ricordava di aver visto al processo di Liz, e notò che questo suscitò parecchie risatine tra i soldati più giovani.

Evidentemente per loro era piuttosto divertente vedere i propri superiori trattati come ragazzini alle prime armi.

Be’ a lui non importava proprio niente del loro grado, quindi nessuno si aspettasse di trovare un trattamento preferenziale.

I nuovi studenti lo trattavano con diffidenza, ma si impegnavano nell’eseguire gli incantesimi.

Una volta che ebbe terminato di dividere tutti quanti nei vari gruppi, assegnò a ciascuno di essi dei compiti diversi e degli incantesimi da ripassare o provare per la prima volta.



Al termine della prima giornata, Neville decise di parlare con Elizabeth Mills.

Era un po’ di tempo che era incuriosito da lei, l’unica persona che, a sua memoria, andasse davvero d’accordo con Snape.

La guardò bene per la prima volta: avevo un volto dai tratti affilati, i capelli corti che stavano crescendo in ciocche disordinate e lo squadrava con aria diffidente. Probabilmente Snape le aveva riferito la sua minaccia di giustiziarla se lui non avesse collaborato.

-Mills- la apostrofò, prendendola da parte– vorrei che da oggi seguissi e aiutassi Snape nel suo lavoro. Insomma, che diventassi una specie di assistente. Ti toglierei dal tuo reparto e prenderesti ordini direttamente da me.-.

-Sissignore- rispose lei, neutra.

-Non ti nascondo che… be’… sono piuttosto sollevato di aver trovato qualcuno che lo sopporti. Intendo dire… con cui riesca a comunicare…-

-Non capisco, signore-

-Intendo dire… forse avrai capito che è stato un mio insegnante, a scuola, molti anni fa… già allora sa essere piuttosto pungente, addirittura crudele. Bisogna avere una bella corazza per reggere la sua compagnia. Tu come ci riesci?- domandò a bruciapelo, sentendosi per un attimo come un undicenne che cerca di copiare i compiti – Parla pure liberamente-

L’espressione della ragazza si ammorbidì: - A dire la verità non è così male. –disse- Ha solo un senso dell’umorismo un po’ particolare. No, davvero –aggiunse, notando la sua espressione scettica – è simpatico, a modo suo. Bisogna solo saperlo prendere-.

Neville aveva serie difficoltà a percepire la simpatia di Snape, ma in quel momento aveva preoccupazioni più pressanti:- Va’ a chiamarlo, e venite tutti e due nell’ufficio al primo piano. Ho indetto una riunione con tutti gli ufficiali.-

Gli sembrava che il primo giorno fosse andato piuttosto bene, anche se era rimasto un po’ deluso dai risultati generali: credeva che la maggior parte, specialmente tra i più vecchi, fosse un tantino più abile.

Snape però aveva condotto la lezione con il solito rigore e, ora riusciva a riconoscerlo, con l’abituale abilità. Non aveva mai avuto modo di apprezzarlo a Hogwarts, ma ora, ad anni di distanza, riconosceva che il mago, oltre ad essere esperto nelle Arti Oscure, aveva un’eccellente capacità di spiegazione e sintesi.

Già dopo appena un giorno gli sembrava di aver visto dei miglioramenti tangibili.

La maggior parte degli ufficiali sembrava un po’ meno entusiasta.

-Generale – fece Knight, prendendo per primo la parola durante la riunione – avremmo una proposta da esporle: sarebbe possibile organizzare delle lezioni private, separate dal resto degli studenti, per gli ufficiali di esperienza e grado più alto?-

Snape, dall’angolo in cui era seduto, si limitò ad alzare un sopracciglio.

-Ecco – riprese Knight – riteniamo che sia pericoloso per la disciplina questa eccessiva confidenza con le truppe… Potrebbe minare il prezioso valore dell’autorità.-

Personalmente, Neville detestava la pomposità di quegli ufficiali, ma negli anni ci aveva fatto l’abitudine, e aveva scoperto che alle volte era necessario assecondare queste richieste.

-Capisco – fece quindi – Snape, pensi che sia possibile?-

-Neanche per sogno!- sbottò quello – Sono solo con più di duecento studenti di livello molto diverso tra loro, perciò non se ne parla. Se questi signori vogliono avere autorità e rispetto, dovranno guadagnarseli!-

Neville fu abbastanza sicuro di percepire un ghigno da parte di Mills, prima che questa lo mascherasse con colpo di tosse.

-In effetti credo che per ora sia meglio attenerci alle divisioni in base al livello di preparazione.- dichiarò Neville, per poi passare all’organizzazione degli orari delle lezioni di ogni gruppo.

-Siamo ancora così pochi… tantissimi per un insegnante solo, ma in generale…- disse infine, preoccupato –E quel che è peggio, per un po’ tutte le Sentinelle saranno qui, lasciando il resto del paese completamente sguarnito –

Con sua grande sorpresa, vide Mills alzare la mano.

-Parla pure-

-Generale, anche io avrei qualche proposta- disse quella, un po’ esitante, probabilmente perché era l’unica soldatessa semplice in quel gruppo blasonato – Ci sono branche della magia in cui anche le persona prive di poteri magici potrebbero aiutarci… per esempio le pozioni!-

Si levò un mormorio scontento, anche da parte di Snape, che sembrava quasi scandalizzato.

-Voglio dire – aggiunse la ragazza, prendendo coraggio man mano che parlava – non c’è neanche bisogno di usare la bacchetta. Si tratta di unire tutti gli ingredienti secondo particolari procedimenti e sequenze, ma non c’è effettivamente bisogno di usare la magia, no? Potrebbero farlo anche… non so… dei cuochi?-

-Cuochi?!- esclamò Snape, che appariva schifato all’idea.

-Dei farmacisti, piuttosto!- disse Neville, sentendosi speranzoso – Sono più abituati alla precisione e alle misure esatte degli ingredienti che si usano nelle pozioni… Oltretutto queste potrebbero essere usate da tutti, anche dai babbani…-

Snape borbottò qualcosa che comprendeva “è inaudito” e “nobile arte delle pozioni profanata”.

-No, no, è una buona idea!- si animò Neville – E’ questo di cui abbiamo bisogno, pensare fuori dagli schemi! Dobbiamo agire in un modo che Voldemort e i suoi non si aspettano!-

-Rimane comunque il problema di avere un solo insegnante- osservò Monk – Forse qualcuno degli studenti più bravi potrebbe sostituirlo più avanti, anche solo nelle esercitazioni…-

-Sì e inoltre – aggiunse un colonnello scozzese di nome McDiarmid – ora abbiamo accesso a moltissimi volumi di magia, che potremo esaminare autonomamente!-

Snape non sembrava particolarmente entusiasta all’idea di condividere la propria biblioteca, ma non protestò.

-Certo, avere un po’ di aiuto non guasterebbe… persino un fantasma come Binns sarebbe benvenuto in questo momento…- sospirò Neville, passandosi stancamente la mano tra i capelli.

-Ci potrebbe essere una soluzione, almeno per le lezioni più teoriche – disse Snape, pensoso –Potremmo utilizzare i quadri-.

Tutti gli ufficiali lo guardarono senza capire.

-I quadri?- Neville non vedeva un quadro magico animato da quasi vent’anni. Non aveva più pensato a quegli oggetti per molto tempo, e aveva finito quasi col dimenticare la loro esistenza.

-Sì. Ci sono dei ritratti a casa mia, alcuni di essi potrebbero avere delle nozioni utili-

Neville annuì. Poteva solo sperare che i quadri di casa Snape fossero più affabili del proprietario.





Liz si lasciò cadere sulla sua poltrona preferita: aveva passato tutta la mattinata a interrogare quadri (la maggior parte dei quali davvero poco disponibile) sulle loro conoscenze magiche.

A parte un mago corpulento con un’ornata papalina in testa che sosteneva di essere un esperto di divinazione, nessun altro ritratto si era mostrato particolarmente incline a collaborare; molti si erano limitati ad ignorarla.

A parte la scarsa simpatia dei ritratti, era molto soddisfatta della sua nuova mansione: aveva molte meno scartoffie da riempire, niente turni di sorveglianza notturni da svolgere e poteva dedicarsi praticamente a tempo pieno a migliorare le sue competenze magiche.

Anche dal punto di vista della disciplina il regime era decisamente più lassista, perché Snape non conosceva le regole dell’esercito e neanche sembrava interessato ad apprenderle, e Longbottom aveva problemi più pressanti del controllare la sua divisa o a che ora uscisse o rientrasse dalla caserma. Insomma, la qualità delle sue giornate era decisamente migliorata.

Era stata inserita nel gruppo di studio più avanzato: della sua precedente unità, solo Robert ne faceva parte. Chandra era stata inserita nel gruppo di livello intermedio, Peter in quello dei principianti promettenti e Gary in quello di livello più basso.

Insieme a loro vi erano anche delle Sentinelle che non aveva mai incontrato, alcune di loro erano veramente interessanti.

In particolare apprezzava la compagnia di Kieran Wilson, un tizio distaccato a Inverness che raccontava storie raccapriccianti sulla magia oscura che trovavano da quelle parti. Sembrava già un veterano, nonostante la giovane età. A quanto pare, in Scozia la situazione era peggiore che a Londra.

-Viene tutto da questo posto, in mezzo alle Highlands. Dissennatori, zombie, cavalli scheletrici volanti, e ogni genere di diavoleria- raccontava, con il suo pesante accento scozzese- Noi non ci avviciniamo, è chiaro, ma lo sanno tutti che c’è qualcosa di veramente oscuro da quelle parti-.

Aveva scoperto che, nonostante quasi tutte le nozioni che sapevano sulla magia venissero dal manuale di Longbottom, alcuni erano riusciti a scoprire altri incantesimi, copiandoli dagli attacchi dei maghi nemici o attraverso gli interrogatori.

Quando non seguiva le lezioni e gli allenamenti, aveva iniziato a tenere le esercitazioni di Pozioni per il centinaio di babbani, medici e farmacisti, che erano stati chiamati per imparare la preparazioni dei più importanti medicinali e altri preparati che potevano essere usati come armi.

Insomma, erano giorni molto intensi.

Non vedeva più Cillian molto spesso, pensò. Dopo il processo, Snape le aveva raccontato che era stato lui ad andarlo a cercare, e che era disperato per averla fatta arrestare. Liz l’aveva dunque ringraziato e si erano riappacificati.

La conversazione era consistita per lo più in una serie di frasi imbarazzate e molti “ehm”, ed era terminata in una sorta di goffo abbraccio.

Aveva però come la sensazione che quell’aura di fascino e invincibilità in cui aveva avvolto Cillian per tutti quegli anni si fosse irreparabilmente incrinata. Era una brava persona, certo, e si era dimostrato un caro amico. Ma per la prima volta non le appariva più così perfetto.

Snape arrivò nella stanza, portando sotto il braccio un ritratto: -Trovato qualcosa?- le chiese.

-Ci interessa la divinazione?-

-Per carità…-

-Allora no- rispose Liz alzandosi –E tu, chi hai lì?-

-Ci è voluto un po’ per convincerla, ma credo che sarà un aiuto prezioso… se c’è qualcuno che se ne intende di magia oscura, questa è lei – spiegò il mago, mostrandole l’immagine di una donna di mezza età, con pesanti sopracciglia e un lungo viso scavato, che sembrò vagamente famigliare a Liz.

-Non ho ancora detto che lo farò, Severus! Ho solo acconsentito a fare una prova, ma mi riservo il diritto di mandare tutti a quel paese!- protestò il ritratto, irata.

-Eileen Snape- lesse Liz sulla cornice –Una tua parente?-

Snape sospirò: - Ti presento la mia adorabile mamma.-
 
Top
34 replies since 26/12/2010, 16:04   322 views
  Share