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Le intermittenze della morte

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Dhårma
view post Posted on 27/12/2011, 19:36




E il giorno seguente non morì nessuno.

Questo è l’ incipit del romanzo “Le intermittenze della morte” di Josè Saramago.
Fu così che un bel giorno la morte decise di dichiarare sciopero.
Alla mezzanotte del 31 dicembre, in un paese mai citato, la morte smette di usare la falce concedendo ai cittadini di questa nazione il “dono” dell’ immortalità. Ad un iniziale momento di sgomentato giubilo, segue uno sconvolgimento sociale dovuto ad una serie di problematiche: anzitutto il sovraffollamento delle case di riposo, perché, sebbene le persone non muoiano, continua il naturale decorso della vita e la gente invecchia, poi le agenzie di pompe funebri, costrette ormai ad organizzare funerali agli animaletti domestici. Nemmeno il governo sa più che pesci pigliare, ma soprattutto la crisi colpisce la chiesa, perché senza morte non c’è resurrezione e senza resurrezione le basi della fede vengono meno …
Quando si scopre che oltre i confini nazionali la morte è ancora al lavoro le persone esasperate da malattie e vecchiaia cominciano ad emigrare, diventa un fenomeno così diffuso che un’ organizzazione malavitosa, la misteriosa “Maphia” (da notare il PH), ne fa un affare, organizzando viaggi oltre frontiera in cambio di un compenso.
A metà del libro il tono cambia e la storia si evolve in un modo inaspettato, affascinante.

Personalmente l’ ho amato da morire ( ah ah ah!!!), perché Saramago riesce a trattare un argomento potenzialmente così spaventoso in maniera allegra e divertente, anche romantica a volte.
Per la verità spesso strappa risate.
Direi che la migliore descrizione è quella fatta dall’ autore stesso:
«Il libro non è una riflessione filosofica o ontologica sulla morte. Il tono è ironico, sarcastico. Non è nemmeno un’ ipotesi è una situazione assurda. Succede come negli altri romanzi: organizzo una situazione impossibile e ho bisogno che il lettore accetti la mia proposta. Se lo fa, vi posso assicurare che tutto diventa implacabilmente logico.»
Josè Saramago

Un’ avvertenza: all’inizio può essere parecchio faticoso abituarsi alla punteggiatura, inusuale ai limite dell’ inesistenza. Creano un po’ di smarrimento quei periodi lunghissimi e una particolare struttura dei dialoghi (in pratica: non sono racchiusi dalle consuete «» e all’ apparenza sembrano parte della narrazione).
Non preoccupatevi … passa subito!!! ;)

Stra-consigliato soprattutto per l’ efficacia dell’ idea, lo humur, e colpo di scena finale.
Insomma, stiamo parlando di un autore che ha vinto il premio Nobel, ciò dovrebbe almeno stimolare la curiosità.
 
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