Severus Piton & Alan Rickman Fan Forum

OCCHI DI GHIACCIO

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Serpe89
view post Posted on 27/10/2010, 21:26 by: Serpe89




Ecco un altro capitolo...troppa ispirazione in queste settimane...probabilemente non mi sento bene!! :lol: :lol: :lol:
Comunque...a parte questo....in realtà il rapporto tra Sev e la sua ex- moglie si verrà delineneando sempre meglio nei futuri capitoli (o almeno questa è la mia idea, dato che non li ho ancora scritti!!!) e qui c'è solo l'inizio...
In ogni caso buona lettura!!!!!!!!!!!!!



Capitolo 13

Lo scontro

Era una di quelle rarissime volte in cui Severus Piton non sapeva come comportarsi.
Di fronte a sé aveva l’unica donna che aveva mai amato, la madre di sua figlia, quella ragazzina che in cuor suo già adorava e che in quel momento era probabilmente intenta a scatenarsi sulla pista da ballo.
Quella donna era una delle poche persone con cui aveva realmente condiviso qualcosa, a cui aveva mostrato parte di sé, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Con lei aveva vissuto intere giornate, svegliandosi al suo fianco e addormentandosi tenendola tra le braccia.
Ma ora tutto questo non c’era più.
Quattordici di anni di lontananza avevano spazzato via tutto ed ora si fronteggiavano ai limiti del castello, come due estranei.
Parecchie volte Severus aveva cercato di immaginare come sarebbe stato rivederla, ma ora che stava accadendo, si malediva per averlo desiderato.
Era molto peggio di quanto si aspettasse.
Un turbine di emozioni scuoteva ogni parte del suo essere: gioia, tristezza, paura, amore, nostalgia si mescolavano senza neppure dargli l’opportunità di percepire una sensazione ben distinta. Ma sapeva bene che lei provava un unico sentimento nei suoi confronti: odio.
E questo lo feriva incredibilmente: quei terribili ricordi del passato che negli anni sembravano essersi sopiti, riaffiorarono improvvisamente riempiendogli l’animo di tristezza, come una ferita che ricomincia a sanguinare.
Ma neppure per un attimo, Severus fece intendere che questi fossero i suoi pensieri e il suo volto rimase come sempre una maschera impenetrabile.
Fece qualche passo in avanti, venendo anche lui illuminato dalla luce della luna.
La donna non si mosse, ma Severus notò le sue pupille dilatarsi appena.
Rimasero a squadrarsi in silenzio, forse per abituarsi ad un’immagine diversa dell’altro, che il tempo aveva inesorabilmente creato.
Poi lei coprì la distanza che li separava con pochi passi decisi e quando gli fu di fronte, estrasse la bacchetta con un gesto fulmineo, puntandogliela al collo.
“Forse non mi sono spiegata” sibilò “dov’è mia figlia?”
Piton rimase impassibile. “Non so di cosa tu stia parlando!”
“Non prendermi in giro…” disse puntando la bacchetta con più forza.
“Perché credi che lei sia qui?”
“Lo so e basta.”
“Perché non mi racconti quello che sai? Abbiamo tempo…dopotutto sono parecchi anni che non ci vediamo.”
“Non mi interessa parlare con uno come te. Voglio solo riprendermi mia figlia e andare via.”
“Forse, questa volta, sono io che non mi sono spiegato…” disse Piton e con una mano strinse con forza il polso della donna, facendole cadere la becchetta. In un attimo la raccolse e lei rimase disarmata.
“Sei un vile codardo! Ridammi la mia bacchetta! Combatti come un vero mago!”
“Te la restituirò quando ci saremo parlati.”
“La realtà è che non hai il coraggio di affrontarmi…”
Piton pensò che la donna era andata molto più vicino alla verità di quanto non avesse immaginato: non voleva duellare con lei perché non voleva assolutamente farle del male.
“Però dovrai essere sincero anche tu!”
Piton annuì impercettibilmente.
“Allora…Corin è qui?”
“Sì” ammise “ma tu devi dirmi come fai a saperlo.”
“Karkaroff non è propriamente uno di quegli alleati su cui contare. Ho fatto…diciamo… “pressione” sui punti giusti e lui mi ha detto che aveva dato il premesso a Corin di recarsi qui. Purtroppo per te è una persona facilmente corruttibile…mi ha anche detto di averti dato qualche notizia di lei durante gli anni.”
“Immagino tu lo abbia minacciato…”
“Non spetta a te giudicare il mio modus operandi. Certamente, però, con tutti gli amici Mangiamorte che hai, potevi almeno fare affidamento su qualcuno più in gamba!”
“Karkaroff è un povero idiota! Anche da Mangiamorte è sempre stato un gran fifone…ma credo che ora si guardi bene dal tornare tra le fila del Signore Oscuro! Dubito che sarebbe contento di rivederlo, sapendo quanta gente ha tradito!”
“E tu, invece? Immagino sarai stato degnamente ricompensato per i tuoi servigi. Tu-sai-chi deve essere molto fiero di te. Tanto più che adesso vivi nella tana del suo nemico. Devi essere un tassello davvero prezioso nel suo piano.”
“Io faccio il mio lavoro. E non credo che tu dopo quattordici anni possa vagamente sapere qualcosa della mia vita. Perciò taci, se non sai di cosa parli.”
“Come osi rivolgerti a me con questo tono?”
“Smettila di parlare di me…piuttosto…non sei venuta qui per Corin?”
“Già…quanto tempo è che si trova qui?”
“Qualche settimana…
“Immagino sia venuta qui per conoscerti…ultimamente era ossessionata da questa idea. Anche se fino all’ultimo ho cercato di dissuaderla da questo proposito.”
“Non ne dubito” disse Piton sarcastico.
“Chissà quante strane idee le avrai messo in testa!”
“Lei è venuta qui perché pensava che valesse la pena conoscermi…e credo sia sufficientemente grande da decidere questo genere di cose. E come puoi notare, si è trovata bene, dato che non è ancora tornata a Durmstrang” replicò Piton con una punta di soddisfazione.
“Le avrai fatto un incantesimo!”
“Quando la incontrerai, vedrai che non le è stato fatto nulla di male!”
“Portamela qui…”
“Non credo sia possibile al momento. C’è il Ballo di Primavera qui a Hogwarts e Corin si starà sicuramente divertendo. Non vorrai portarla via in mezzo alla festa?”
“Ho detto portamela qui…” disse adirata “ e ridammi la mia bacchetta! Sto iniziando a stufarmi di questo giochetto!”
“Se te la restituisco, mi ascolterai?”
Lei annuì e così Piton gliela ridiede lentamente, indeciso se la sua mossa era stata saggia.
“Per piacere, va a chiamare Corin” disse con finta gentilezza.
“Ho capito…finché non la porto qui, non risolveremo nulla! Ma sappi che le avrai rovinato la festa! Ora vado a chiamarla, ok? Aspettami qui.”
Severus si voltò per dirigersi verso il castello, ma la donna non aspettava nient’altro che lui abbassasse la guardia per colpirlo.
Scagliò un incantesimo, ma Severus fu veloce ad accorgersene e riuscì ad evitare gran parte del colpo, rimanendo ferito solo ad un braccio. La veste si strappò in quel punto e sulla pelle candida comparve un taglio piuttosto profondo che iniziò a sanguinare, inzuppando lentamente la manica della camicia.
Si voltò, guardandola dritta negli occhi: “CAROL!” gridò con rabbia “Questo non me lo aspettavo! Non è da te colpire alle spalle!”
Lei rimase interdetta: sentir pronunciare il suo nome dopo tutti quegli anni, le provocò una lieve nostalgia, che subito soffocò, coprendola con tutto l’odio che aveva in animo. “Tu non meriti la mia onestà!”
“Questo lo credi tu!”
“Non mi interessa ciò che hai da dire in tua discolpa! Sono passati troppi anni, non credi? Mi hai rovinato la giovinezza! Mi hai raccontato solo bugie e mi hai lasciato da sola! E io, come una stupida, ti amavo…”
Severus rimase in silenzio. Non c’era più nulla da dire, nulla da ribattere e il sentir pronunciare quelle parole lo fece soffrire più di quanto si aspettasse.
“Stai in guardia, Severus!” disse puntandogli contro la bacchetta.
Piton, da parte sua, non sapeva come reagire, ma vedendo l’espressione di Carol, capì che lei l’avrebbe attaccato sicuramente. Doveva difendersi per forza o, per lo meno, cercare di renderla innocua, se non voleva fare una brutta fine. Di una cosa era sicuro: che lei voleva colpirlo.
Infatti, come aveva previsto, fu lei la prima a scagliare un incantesimo e lui si difese con un potente Sortilegio Scudo. Lei lanciò altri due incantesimi ed entrambe le volte, Severus si difese soltanto, senza mai cercare di colpirla.
“Avanti! Hai paura di duellare con me?”
“Non voglio che ci facciamo del male.”
“A me, invece, non importa affatto. Per me puoi anche morire!” urlò, scagliando un altro incantesimo, che Severus schivò.
“Non mi costringere ad attaccarti!”
“Tanto non ho niente da perdere!”
Severus capì che lo scontro era ormai inevitabile.
Iniziarono a duellare, lanciando e schivando sortilegi. Ogni tanto si colpivano a vicenda, ma prontamente si rialzavano, ignari delle ferite che iniziavano a comparire sui loro corpi.
Severus pensava di sconfiggerla per sfinimento, dato che sapeva di poter contare su una maggiore resistenza. Però, quella profonda ferita al braccio iniziava a debilitarlo, dato il molto sangue che stava perdendo.
Perciò, quando ormai era quasi allo stremo delle forze, riuscì a farla cadere in trappola: con un blando incantesimo la distrasse, mentre da terra fece spuntare delle robuste funi che si attorcigliarono come serpi attorno al suo corpo, immobilizzandola del tutto.
“Lasciami andare codardo!”
“No…questa volta non cederò alle tue richieste!”
“Maledetto!” imprecò lei.
“Anzi, a dir la verità, non ho più voglia di sentirti blaterare!” disse con un sogghigno. E appena finì di parlare, puntò la bacchetta verso di lei, ancora bloccata dalle funi, e gridò: “Stupeficium!” Così Carol rimase schiantata e legata stretta alle funi.
Severus allora si accasciò ansante per terra, appoggiando la schiena al tronco di un albero, con la vista che iniziava ad annebbiarsi a causa del molto sangue perso.
**
Nella Sala Grande, Corin ed Harry si erano nuovamente fermati per riprendere fiato: avevano scoperto di essere due ballerini molto affiatati e si stavano divertendo moltissimo.
Mentre sorseggiavano da bere ai lati della pista, Corin chiese: “E’ un po’ che non vedo mio, padre…lo hai visto?”
“No” rispose Harry, guardandosi attorno per vedere se Piton fosse rientrato.
“Sarà passata quasi un’ora da quando se n’è andato! Pensi che gli sia successo qualcosa? Sono un po’ preoccupata…”
“Magari è dovuto andare via…”
“Mi avrebbe avvisato…”
“Beh…se ti interessa tanto, possiamo chiedere a Gazza, dato che è stato l’ultimo a parlare con lui, prima che uscisse.”
Corin annuì ed insieme uscirono dalla sala.
Gazza era di sorveglianza al portone d’ingresso, la faccia truce ed accigliata come sempre.
“Emh…scusi…signor Gazza…posso chiederle una cosa?” domandò Corin.
“Umh…dimmi…” grugnì Gazza.
“Per caso ha visto il professor Piton?”
“E’ uscito tempo fa, ma non è più rientrato.”
“Cosa doveva fare? La prego…è molto importante!”
“Beh…c’era una donna che lo aspettava ai cancelli. Sai, a dir la verità, ti assomigliava un po’!” disse lui sorpreso.
Corin sgranò gli occhi e tirando Harry per un braccio, lo trascinò nei giardini del castello.
“Harry…è mia madre!” disse lei preoccupata. “Mi ha scoperto ed è venuta a prendermi! Dobbiamo andare ai cancelli! Ho un brutto presentimento!”
Così i due ragazzi si misero a correre più velocemente che potevano e nell’arco di cinque minuti raggiunsero i limiti del castello.
“Mamma! Papà!” urlò nel buio, stupendosi dell’accostamento di quei nomi. Mai nella sua vita li aveva pronunciati per chiamare entrambi i suoi genitori, che per la prima volta da quando aveva memoria, erano lì da qualche parte, insieme.
“Corin” sentì chiamare con voce roca e secca: era suo padre.
“Papà!” urlò non appena lo vide, chinandosi per vedere come stava e prendendolo per le spalle. Quando si ritrasse, vide che le sue mani era sporche di sangue.
“Che ti è successo?” chiese preoccupata.
“Tua madre…non è stata molto contenta di rivedermi!” disse abbozzando un sorriso, che però fu coperto da una smorfia di dolore.
“E lei dov’è?”
“Là” indicò Severus con un dito. “Schiantata e legata a dovere…non preoccuparti!”
Corin guardò in quella direzione, accertandosi dello stato della madre.
Poi si voltò bruscamente per chiamare Harry, che era rimasto in disparte. “Harry…presto! I miei genitori devono essere portati subito in infermeria…devi correre a chiamare Silente e spiegargli quello che è successo! Io rimango qui con loro!”
Harry annuì: “Vado subito!” E si mise a correre verso il castello, mentre Corin rimaneva china accanto a suo padre, che stava iniziando a perdere i sensi.

ps. il nome Carol, in realtà, così come quello di Corin, non sono molto magici...e non so neppure il perchè di questa scelta. Sono i nomi che avevo scelto nel vecchio racconto, che avevo scritto parecchi anni fa. Alla fine ho deciso di tenerli, perchè mi dispiaceva cambiarli :lol: ...però volevo farvi sapere almeno il perchè di questi nomi un po' inusuali per dei maghi!!! :lol:
 
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